Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Rileggevo un vecchio articolo dall'archivio di Pirori, che vi ripropongo. Mi sembra interessante, alla luce di alcuni cambiamenti che stanno avvenendo in Bulgaria (ad esempio, l'affermarsi del partito nazionalista Ataka) e in Europa, come il rapporto tra tradizione e rinnovamento, il ruolo della scuola e delle OnG nell'inclusione dei Rom. Altre notizie sulla Bulgaria
9 Settembre 2004 Conversazione con gli etnologi Elena Marushiakova e Vesselin Popov sul passato, presente e futuro dei Rom di Bulgaria Elena Marushiakova e Vesselin Popov hanno pubblicato numerosi articoli di studio sulla storia e la vita contemporanea dei Rom in Bulgaria e nell'Europa dell'Est, sono gli autori di "Zingari nell'Impero Ottomano: Un Contributo alla Storia dei Balcani". Attivamente coinvolti con diverse associazioni di studio sui Rom e progetti di ricerca internazionale, hanno fondato la Società di Studio sulla Minoranza Romani a Sofia e promuovono esposizioni su questi temi nei musei di Sofia e Budapest. Polia Alexandrova per TOL ha discusso con loro sulle caratteristiche dei Rom bulgari, partecipazione politica, il ruolo ambiguo del settore non-profit e il pericolo di confinare le persone in riserve etniche. TOL: Come definireste i principali gruppi Rom in Bulgaria? Vesselin Popov: Il gruppo più caratteristico sono i cosiddetti Yerla, discendenti della prima ondata di migrazione zingara e parlano differenti dialetti nei loro villaggi Rom. Il secondo gruppo sono i cosiddetti Kardarasa o Kaldarara, ex nomadi, la maggior parte vivono in villaggi e piccole città. Un altro gruppo caratteristico sono i Rudara, che parlano un dialetto proprio e preferiscono essere identificati come Vlasi [Vlachs] o Antichi Rumeni. Elena Marushiakova: I Rom in Bulgaria non sono una comunità omogenea... Vesselin Popov: Per esempio, ci sono vasti gruppi zingari di lingua turca che non si considerano Rom. Alcuni si definiscono Turchi etnici, mentre altri non sono sicuri della propria origine. Se prendiamo il linguaggio come criterio, ci sarebbero quattro gruppi: che parlano bulgaro, turco, rumeno e romanesh. Dobbiamo poi considerare i differenti dialetti, i matrimoni misti, che alcuni gruppi sono aperti e altri chiusi ecc. Anche la religione potrebbe essere un criterio - alcuni Rom sono musulmani, altri cristiani e ce ne sono molti che seguono altre religioni. Elena Marushiakova: Molti Rom bulgari stanno cercando di costruirsi una nuova identità propria e certamente lo farebbero trovando qualcuno che scrivesse la loro storia. Disgraziatamente, in Bulgaria la cosiddetta integrazione dei Rom è direttamente connessa con la disintegrazione dei differenti gruppi. Se poniamo tre gruppi nello stesso villaggio, presto ognuno di loro dimenticherà di essere stato di una comunità differente. Così, il gruppo più numeroso dei Rom è quello di chi ha perso la propria identità o ne conserva solo una vaga memoria. TOL: Quali sono le caratteristiche dei Rom bulgari rispetto a quelli delle nazioni confinanti? Vesselin Popov: Quando parliamo delle caratteristiche dei Rom dell'Est Europa in generale, dobbiamo guardare indietro alla storia di questa regione e vedere come i tre grandi imperi che si sono alternati nei secoli: Ottomano, Austro-Ungarico e Russo, hanno influenzato la comunità. Oggi i differenti gruppi hanno le loro specificità, più che altro per fattori geopolitici, ma il modello è simile ovunque. Elena Marushiakova: D'altra parte,ciò che rende i Rom bulgari differenti da quelli di altre parti dei Balcani è che i cosiddetti zingari nomadici qui sono più numerosi, mentre lo sono di meno che nell'ex Unione Sovietica, per esempio. Lo sviluppo e l'arricchimento del sistema etno-culturale dei Rom in Bulgaria è un processo storico continuo, in relazione con una moltitudine di interazioni culturali e mutue influenze. TOL: Non abbiamo molte notizie sui Rom bulgari in Europa Occidentale, ma si sentono molte storie sui Rom di Romania, mendicanti o in situazioni di illegalità. Perché? Vesselin Popov: Il modello di mobilità è diverso. Non è che i Rom bulgari in Europa Occidentale siano meno di quelli rumeni, è che preferiscono spostarsi nei villaggi e lavorare nel settore agricolo, piuttosto che rimanere nelle grosse città e mendicare per strada. Nessuno conosce il numero esatto dei Rom bulgari che oggi lavorano nei vivai o nelle aziende agricole in Olanda. La loro migrazione è invisibile, ma anche vantaggiosa per i paesi occidentali. Per questo nessuno ne parla. LA TRAPPOLA DELLA TRADIZIONE TOL: Cosa è stato fatto a livello politico in Bulgaria a favore dei Rom? Elena Marushiakova: La Bulgaria non è un'isola, è parte della scena internazionale. Ci sono processi internazionali che stanno andando avanti. Se non ci fossero queste influenze dall'esterno, la Bulgaria seguirebbe ancora lo stesso vecchio modello e la situazione apparirebbe completamente differente. Il vecchio e e testato modello balcanico, dove le differenti comunità etniche vivevano fianco a fianco, senza interagire l'una con l'altra, ha funzionato per secoli. Ma il nuovo modello occidentale fornisce assistenza ai membri più poveri della società. Questo modello richiede però l'identificazione dei cosiddetti poveri e da loro assistenza attraverso un sistema di previdenza. Oggi le comunità non sono più separate, isolate dal mondo. Così, non possiamo parlare realmente di un ritorno al vecchio modello di coesistenza, perché il mondo è parecchio cambiato. Ciò significa che non possiamo chiedere ai Rom, o ai Bulgari stessi, o a chiunque altro, di chiudersi in una sorta di comunità a base etnica, perché così si finisce in una specie di riserva. Disgraziatamente, questo è ciò che succede ad alcune comunità Rom in tutta Europa.
TOL: Quindi, quel che state tentando di dirci è che la comunità Rom è punita nei suoi tentativi di vivere una vita moderna, perché il resto della società sta tentando di riportarli indietro nella loro cultura? Elena Marushiakova: Sì, la società occidentale ha questa idea romantica sui Rom. Li vede come gelosi delle proprie tradizioni, osservanti i loro rituali, indossando i loro costumi come segno di etnicità. La percezione dei Rom come una comunità super-esotica fuori dal tempo e dallo spazio è molto comune in Occidente. Ma chi vorrebbe vivere come facevano i propri antenati secoli addietro? Come ci si può aspettare che qualcuno viva attaccato alle proprie tradizioni, mentre il resto della società si sviluppa, influenzata dalla tecnologia, dalla globalizzazione e dalla modernizzazione? Qui stiamo parlando di processi naturali. Tutti i popoli del mondo, senza distinzione di età, razza o etnìa, vogliono vivere secondo la contemporanea definizione di benessere. TOL: Se compariamo il livello di discriminazione verso i Rom in questa regione e nell'Europa occidentale, che tipo di fotografia ne otteniamo?
Vesselin Popov: In Europa occidentale i Rom non sono stati riconosciuti come cittadini sino agli inizi del XX secolo, mentre nell'Impero Ottomano erano membri a pieno titolo della società nel XIV secolo. Avevano un posto speciale in tutta l'organizzazione sociale e amministrativa dell'Impero. Da un punto di vista comparativo, in quei tempi il loro status civile era relativamente più favorevole che quello dell'Europa occidentale. Ci fu addirittura un'istanza nel XVI secolo, quando alcuni Rom fecero un appello all'Impero reclamando per i loro diritti umani violati. Noi pensiamo agli Ottomani come ai grandi invasori nella [nostra] storia, ma possono servire come buon esempio dell'osservanza dei diritti umani anche al giorno d'oggi. Elena Marushiakova: Tanto più il livello di discriminazione è preoccupante, più lo vediamo come tema complesso. Non è dovuto solo ai cambi politici o storici, ma anche alla modernizzazione della società. Per di più, ci sono differenti tipi di discriminazione. I cosiddetti discorsi apertamente razzisti sono più comuni nell'Europa orientale, ma la discriminazione nascosta è definitivamente più forte in Occidente. Dopo i cambiamenti politici [la fine del regime comunista], quando la gente dell'ex blocco comunista ha capito di poter dire quel che voleva senza essere punita per questo, si è iniziato ad usare parole forti contro quanti non erano di gradimento. Ma in realtà il loro odio era minore di quanto si potesse supporre dalla loro comunicazione verbale. Così, parlare è una cosa, mentre le relazioni umane effettive sono qualcosa di completamente differente. Vesselin Popov: E' difficile calcolare il livello di discriminazione e di segregazione sociale, perché ci sono criteri molto complessi. In Bulgaria, i media mantengono un'immagine stereotipata della comunità Rom o usano linguaggi sbagliati per descrivere o criticare il loro stile di vita. Nel contempo, le relazioni tra Bulgari e Rom sono migliori che in paesi come la Gran Bretagna, per esempio.
TOL: Qual'è il livello di integrazione dei Rom in questa parte del mondo? Elena Marushiakova: In termini di integrazione sociale, l'Europa dell'Est è molto lontana dal resto del continente. I Rom nell'Europa occidentale sono più integrati e maggiormente marginalizzati. La situazione è cattiva in Europa Centrale, migliora nell'Europa del sudest, è buona nell'ex Unione Sovietica, dove le politiche specifiche verso i Rom sono state limitate o inesistenti. E' qui l'ironia: maggiori sono le politiche [d'integrazione], minore è l'integrazione sociale. ONG SENZA FINE DI LUCRO TOL: Come vedete il ruolo delle organizzazioni Rom in Bulgaria? Elena Marushiakova: Lo sapete che la prima organizzazione dei Rom è nata nei Balcani? E che sono esistiti qui per più di cent'anni, senza essere sponsorizzati o pagati per le loro attività? Le organizzazioni Rom erano attive in Bulgaria anche prima che l'area diventasse profittevole [per le organizzazioni straniere]. Vesselin Popov: Ma non sarà profittevole per sempre. Alcune organizzazioni rimarranno e altre spariranno. Altre varieranno la loro attività e nasceranno nuove organizzazioni. Alcune diventeranno parte delle strutture governative, mentre altre ancora si trasformeranno in partiti politici. TOL: La partecipazione politica dei Rom si è rafforzata negli ultimi anni, ma ci sono stati diversi tentativi di limitarla, specialmente durante le elezioni locali del 2003. Vesselin Popov: Sì, ci sono stati questi tentativi durante le elezioni locali dell'anno scorso, ma in molte parti non erano contro i Rom, ma contro i loro partners politici. Non erano azioni su base etnica, ma influenzate politicamente. Tutti sanno che un forte movimento politico Rom diventerebbe una minaccia per tutti gli attori politici, indipendentemente dalla loro origine. TOL: Esiste un forte partito politico dell'etnìa turca e nessun significativo partito politico Rom. Perché? Vesselin Popov: Dipende dalla maturità delle comunità. L'etnìa turca è stata capace di scegliere il proprio percorso molto presto nel suo sviluppo come comunità. Elena Marushiakova: Ci sono anche fattori soggettivi. All'etnìa turca è capitato di avere leaders molto buoni. La loro comunità si è mobilitata a lungo prima dei cambiamenti [la fine del regime comunista], come risultato delle repressioni patite sotto il comunismo. Mentre nel caso dei Rom, il loro tentativo di mobilitarsi ha trovato lo sfogo nel settore delle ONG. TOL: I Rom della Bulgaria devono fidarsi delle ONG? Vesselin Popov: Direi di no. Il nuovo approccio di presentare i Rom attraverso immagini spaventose di miseria ai margini della società e di degradazione personale, con lo scopo di impattare gli sponsor stranieri e l'opinione pubblica occidentale, serve solo ad aumentare gli stereotipi negativi sugli zingari. Nel lungo termine, sono d'ostacolo alla soluzione dei problemi. Questa nuova immagine pubblica accompagna perfettamente lo scenario del rapido sviluppo di "un'industria zingara", che oggi è diventata la politica statale nell'Europa dell'Est, supportata da diversi programmi europei. Elena Marushiakova: In Bulgaria il settore delle ONG è qualcosa di comico. Nella società occidentale esiste una divisione di classe, quindi c'è bisogno di un sistema di organizzazioni di aiuto il cui compito principale è il bilanciamento [degli interessi in conflitto]. Ma i Balcani, particolarmente la Bulgaria, non sono mai stati una società divisa in classi. Qui un pastore può diventare primo ministro, in Occidente no. Così il modello di società che si è importato, non funziona bene, semplicemente perchénon è stato sviluppato per una società come quella bulgara. Naturalmente, la Bulgaria è molto cambiata, quindi ci sarà bisogno di questi gruppi in futuro. TOL: Quindi sembra che i Rom bulgari non possano fidarsi tanto dei partiti che delle ONG. Cosa possono scegliere? Elena Marushiakova: Penso che esista ancora la possibilità di una mobilitazione politica. Quando saranno stati evidenziati i problemi etnici, la gente comincerà a cercare come risolverli. Il settore ONG è stato testato e ha dimostrato di essere inefficace, quindi bisogna provare altre strade. SUCCESSI SCOLASTICI TOL: Una voce positiva riguarda i progressi nel programma governativo di desegregazione scolastica, per offrire ai Rom uguali opportunità. A tre anni dall'inizio, qual'è il bilancio? Elena Marushiakova: La desegrazione scolastica era già iniziata da tempo, prima che se ne cominciasse a parlare. E' diventata una grande questione dopo che è stato coinvolto il settore delle ONG. La cosa migliore, d'altra parte, è che un precedente processo inconscio è improvvisamente diventato ufficiale. Vesselin Popov: Il programma di desegrazione scolastica ha avuto successo nel fermare un processo molto pericoloso - che stava trasformando le scuole per Rom in ghetti. Il programma ha anche degli oppositori: molta gente, specialmente nell'Unione Europea, pensano che mandare i bambini Rom in classi miste significa imn qualche modo assimilarli. Preferirebbero che questi bambini stessero rinchiusi nella loro società, mantenendo vive le loro tradizioni. Questo conflitto di idee sarà il tema dominante nei prossimi anni. Elena Marushiakova: I Rom in Bulgaria hanno goduto di pari opportunità per anni, incluso il diritto ad una buona educazione. Le cosiddette classi segregate cominciarono ad apparire negli anni del "socialismo sviluppato" alla metà degli anni '70. Ma la separazione in normali "classi di basso livello" e classi per l'elite, era già in auge. Vesselin Popov: Il modello di desegrazione ha funzionato bene, ma la recente introduzione degli insegnanti-assistenti [Rom] ha lasciato il segno. Come può un bambino Rom sentirsi uguale agli altri in una classe dove c'è un assistente che interpreta la lezione per lui? Tutta l'idea è strana, perché non esiste in tutta la Bulgaria un singolo bambino Rom che non parli il bulgaro. Inoltre, se parlano bene la lingua d'origine, parlano anche il bulgaro molto bene. Quindi, chi ha bisogno di assistenti? Non è un altro tentativo di mettere i Rom in una specie di riserva sociale, di farli sentire differenti? Elena Marushiakova: Quello che succede è un tentativo di allontanare i bambini dal loro sviluppo, metterli in classi miste con l'idea di dare loro uguali opportunità e poi farli nuovamente sentire differenti. E' una cosa talmente ovvia, che la notizia del programma degli insegnanti-assistenti è sfociata in uno scandalo. E la cosa più strana è che parte di questo programma è stato sviluppato con l'Unione Europea, attraverso il programma PHARE. Secondo me, una vera perdita di tempo e soldi. Polia Alexandrovna è corrispondente per TOL. Copyright © 2004 Transitions Online. All rights reserved.
26. 7. 2005 - Oggi il giornale El Pais ha pubblicato un servizio speciale sul Programma Sanitario Comunitario della Navarra, che riunisce una comunità di circa 20 famiglie a operatori e mediatori sanitari. [...]
Il programma è partito nel 1987, per aumentare gli standard di vita della comunità. I mediatori sanitari vengono eletti dalla comunità; oggi sono circa 15, maschi e femmine, e assistono circa 7000 Rom nella regione della Navarra. I mediatori partecipano a un corso preparatorio, e ricevono un salario di 8.500 Euro all'anno. Il programma si avvale della collaborazione del network Gaz Kalo, che riunisce 14 associazioni Rom nella regione.
Il progetto si basa sul coinvolgimento della locale comunità Rom e sulla selezione di mediatori all'interno della comunità stessa, un processo che va completandosi in 6 mesi. Ci sono 10 commissioni permanenti, formate da rappresentanti del sistema sanitario e deiservizi sociali, delle scuole e dell'associazionismo, che coordinano il programma e supportano i mediatori locali.
Le statistiche sulla comunità Rom rimangono simili nel tempo: la popolazione globale è molto giovane, col 24% sotto i 12 anni di età. Il tasso di natalità è 5 volte superiore alla media spagnola, quello di fertilità 6.7 volte superiore. Probabilmente a causa delle condizioni di povertà, poca scolarizzazione, disoccupazione [...] l'aspettativa di vita è di 10-15 anni inferiore alla media. Anche le abitudini di vita, come l'abuso di alcool e tabacco, influiscono sulle statistiche; a questo si aggiunga che i Rom tendono ad evitare la medicina preventiva e ricorrono ai servizi medici solo per le emergenze. (cfr. http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?id=96)
A fronte di queste statistiche, il Programma Sanitario ha ottenuto grandi risutati. Quando iniziò nel 1987, solo la metà delle famiglie ricevevano assistenza sanitaria, oggi la percentuale è cresciuta al 90%. Il programma di vaccinazioni raggiunge l'80% dei Rom, e circa il 70% di loro si è vaccinato contro l'epatite B. Il tasso di scolarità tra i dodicenni è salito dal 62% del 1990, all'attuale 100%.
Il Programma si è occupato anche di pianificazione familiare. Oggi, circa il 62% delle donne si reca nei centri di pianificazione familiare, il 75% riceve assistenza pre-natale e il 25% partecipa ai corsi pre parto (la percentuale sale all'80% nelle aree coperte dalle associazioni Rom). Il Programma Sanitario organizza anche corsi sull'abuso di tabacco e droghe. Il Programma Sanitario Comunitario della Navarra ha ottenuto recentemente il Premio European Project Health and Social Inclusion di EuroHealthNet dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.
(Dzeno Association)
Di Fabrizio (del 31/07/2005 @ 23:52:14, in Regole, visitato 2902 volte)
A Blagoevgrad (nel sudovest del paese) un ristorante è stato condannato a pagare i danni ad un gruppo di Rom che aveva rifiutato di servire. I fatti: il 28 marzo 2004 alcuni avventori di etnia Rom erano seduti ad un tavolo del ristorante. Il locale era pieno, ma nonostante ciò diversi altri clienti arrivati dopo sono stati serviti, viceversa il gruppo di Rom è stato continuamente ignorato. Dopo un'ora di attesa, questi hanno chiesto di poter parlare col proprietario del locale e anche in questo caso non hanno ottenuto risposta. A questo punto, hanno sporto denuncia al locale commissariato. [...] La decisione del tribunale di condannare il locale al pagamento dei danni, si appella alla recente legge antidiscriminatoria del dicembre 2003. Ulteriori informazioni sul caso
Di Fabrizio (del 31/07/2005 @ 14:41:38, in casa, visitato 2680 volte)
Da: http://groups.yahoo.com/group/Roma_YugoslaviaB92 News Headlines for 07/28/2005 19:32 July 28 | B92, Beta Giovedì Belgrado istituirà un Centro di Coordinamento per l'Inclusione dei Rom, che dovrebbe aiutare la comunità nell'assimilare e seguire i progressi della loro socializzazione in città. Il Centro darà attenzione particolare alle tematiche della scuola, del lavoro, della sanità e della casa. La sua istituzione ha il pieno supporto del sindaco Nenad Bogdanovic. Lo stesso sindaco indica nei compiti del centro l'organizzazione di progetti ed iniziative, coordinatre attività sia con l'amministrazione cittadina che coi soggetti privati e partecipare allo sviluppo di strategie locali per l'inclusione dei Rom. Presidente sarà Zivorad Mitrovic e tutti gli aspetti legali saranno seguiti da Svetozar Bakocevic, ispettore comunale. Questi sviluppi seguono la decisione del parlamento serbo di interrompere la costruzione di un quartiere Rom a Nuova Belgrado, destinato ad alloggiare quanti di loro vivono in baracche. La decisione segue la protesta dei cittadini belgradesi, che però hanno sempre affermato di non avere intenzioni razziste, ma solo di non condividere un piano che avrebbe ammassato 200 Rom in un solo quartiere, invece che dividere la loro presenza in varie aree della città.
Di Fabrizio (del 30/07/2005 @ 18:47:40, in media, visitato 2511 volte)
Leggo:
Bologna, 20 lug. (Apcom) - "Le politiche sino ad ora adottate dalla Regione a favore delle popolazioni nomadi non hanno dato esiti positivi". Ne è convinto il consigliere della Regione Emilia-Romagna Luigi Francesconi (Fi), che ha rivolto oggi un'interrogazione alla Giunta sull'argomento. A dimostrare questo insuccesso, secondo Francesconi, "la crescita del fenomeno dell'accattonaggio e lo scarso interesse che sembrano riscontrare le iniziative volte all'integrazione nel mondo del lavoro". Per questo il consigliere azzurro ha chiesto alla Giunta di "rivedere le scelte fin qui adottate, individuando politiche più efficaci e capaci di garantire maggiore sicurezza ai cittadini che vivono in prossimità di campi nomadi". (continua)
Oppure:
BOLOGNA (31 mag. 2005) - Centoventiquattro giovani sinti e rom coinvolti, di cui 76 hanno svolto percorsi formativi, 48 hanno avuto proposte di lavoro e 35 hanno firmato un contratto lavorativo. Sono i risultati del progetto dell'Iniziativa Comunitaria Equal di riqualificazione e recupero professionale delle popolazioni zingare: "A kistè ki braval an u lambsko drom - A cavallo del vento verso il lungo cammino", che verranno presentati oggi in un seminario presso il Teatro Testoni di Bologna. Il progetto, primo e finora unico in Italia, si è concluso a maggio 2005 dopo tre anni di sperimentazione ed è stato realizzato con il contributo di una partnership costituita da enti locali, enti di formazione, scuole, università, associazioni imprenditoriali e sindacali, associazioni di volontariato. (continua)
Tikla si sta dedicando ad una birra. "Chavo!" mi dice "se per sfortuna sapessi leggere sarei già diventito un dilo, un pazzo!". Lo invidio quell'uomo: nom ha mai lavorato per tutta la vita, e ha imparato tutto ciò che sa, in via Gleno (Bergamo) e guardando la TV. Adesso ha fondato una scuola per blogger e giornalisti, dove insegna a spararle grosse.
Dove eravamo rimasti?
Mi lasciò andare, ma non si era dato per vinto e lanciò la sua nuova sfida.
"Vedremo ora chi di noi due corre più in fretta. Intorno al lago, per esempio"
"Tu mi diverti troppo con le tue imprese sportive" gli risposi. "Mio nipotino che ha solo qualche giorno, corre già più veloce di te"
E prima che potesse rispondermi, feci uscire un coniglio bianco da una borsa che si trovava nel carro, e lo lasciai scappare.
"Vai! Cerca di raggiungerlo", gridai allegramente.
"D'accordo, ma quando sarà di ritorno?" mi chiese il Diavolo.
"Ma sei cieco, parola mia!" lo rimproverai "E' già da parecchio che mio nipotino ha fatto il giro del lago".
Cercai sotto il carro un altro coniglio simile al primo e lo mostrai al mio avversario.
"Bene" fece il Diavolo, "faremo un'ultima scommessa. Se vincerai anche questa, la fortuna ti apparterrà. Vedremo chi di noi è capace di trangugiare la maggiore quantità di cibo, Vuoi andare a cercare qualcosa da mangiare?"
Presi una corda e mi andai in un prato dove avevo visto una mandria di mucche. Iniziai a legarle insieme. Dopo un quarto d'ora, non vedendomi tornare, il Maligno mi raggiunse.
"Cosa stai facendo, Tikla?" mi domandò.
"Lo vedi bene" risposi. "Porto la mandria. Oggi ho molta fame"
"Ma tu sei pazzo! Una sola mucca basterà"
E il Diavolo, afferrata una mucca per le corna, la portò vicino al carro. "Vai a cercare della legna per fare il fuoco" mi ordinò. Ripresi la mia corda e partii. Nella foresta, iniziai a legare assieme gli alberi. In capo ad un quarto d'ora, non vedendomi tornare, il Diavolo era di nuovo alla mia ricerca.
"Ma cosa fai lì, Tikla?" mi apostrofò.
"Ebbene, per evitare di andare parecchie volte a cercare legna, mi prendo la foresta. Stasera potrebbe fare freschino"
"Ma tu sei pazzo! Un solo albero sarà sufficiente".
Il Maligno strappò un albero dal terreno e se lo caricò in spalla per portarlo al carro. "Mentre io spacco la legna e faccio il fuoco" mi disse, "tu vai a cercare dell'acqua". Per la terza volta, con la corda in spalla, mi avviai. Arrivato al pozzo, lo circondai con la corda. Dopo un quarto d'ora, ecco il Diavolo:
"Cosa stai facendo adesso?"
"Lo vedi bene. Per non andare spesso a prendere l'acqua, porterò il pozzo con me. Metti caso che mi venga sete..."
"Ma tu sei pazzo! Una botte d'acqua sarà sufficiente"
Così il Diavolo riempì la botte, poi se la caricò in spalla e la portò sino al carro.
Un'ora più tardi la mucca fu cotta a puntino, il Demonio così la divise in due e me ne donò metà. Ci mettemmo a mangiare. Mentre mangiavamo, io raccontavo storie buffe e lo obbligavo a voltarsi. "Attenzione, c'è il Diavolo dietro di te!" gli dicevo. Le sue palpebre si chiudevano mentre si sbellicava dalle risa. Ne approfittavo per gettare nel lago grossi pezzi di carne. Così, fui il primo a terminare la mia mezza mucca.
"Hai vinto, Tikla" mi disse il Diavolo. "Fin dall'inizio ho visto tutto. Sappi che un essere della mia specie non chiude mai gli occhi. So che sono stato io a scaraventarti sul tetto del carro; che è stato un colpo di fucile quello che hai sparato vicino al mio orecchio; so che hai cercato di distrarmi per poterti sbarazzare della carne di mucca gettandola nel lago. So che saresti incapace di portare tutte le mucche fino a qui, come del resto tutti gli alberi della foresta o il pozzo. Sapevo bene che tu cercavi solo di guadagnare tempo. Ma io non avevo nessuna intenzione di farti del male. Volevo solamente sapere in che modo te lasaresti cavata. Devo confessare che sono stato battuto da uno più furbo di me!"
Così, il Diavolo mi gettò una borsa colma di monete d'oro e partì ridendo a crepapelle. Il Maligno era stato battuto da uno più maligno di lui.
Per fortuna che hai finito Tikla! Non ce la facevo più
Allora sappi che per la prossima volta sarà peggio: ho in serbo un altra storia, e adesso vammi a riempire la brocca, che la mia gola è secca.
Liberamente tratto da: Tikla e il Diavolo
Di Fabrizio (del 29/07/2005 @ 02:26:13, in scuola, visitato 2677 volte)
RENANIA PALATINATO, ACCORDO PER TUTELA CULTURA ZINGARI25/07/2005 - 16:54 Il land firma accordo per la tutela di lingua e culture ziganeBerlino, 25 lug.(Ap) - Il Land della Renania Palatinato è la prima autorità politica in assoluto a proteggere formalmente la lingua e la cultura delle minoranze sinti e rom, conosciuti anche come 'zingari'. L'accordo tutela i sinti e i rom come una minoranza nazionale, ciò significa che il governo regionale del Land è obbligato a proteggere la loro lingua e a sostenere finanziariamente la loro cultura. Inoltre, la storia di questi gruppi nomadi - comprese le persecuzioni dei nazisti - saranno insegnate a scuola. "Con questo accordo vogliamo fare la differenza in termini di discriminazioni e diritti di sinti e rom nella nostra società", ha affermato il governatore della Renania Palatinato, Kurt Beck (Spd), dopo aver firmatol'intesa. Jacques Delfeld, alla guida dell'Associazione dei Sinti e Rom tedeschi, ha contro-firmato l'accordo, affermando che "i tedeschi sono generalmente sensibili alle minoranze, rom e sinti continueranno ad affrontare la discriminazione nella vita quotidiana, che spingono molti a negare le loro origini".
copyright @ 2005 APCOM
Di Fabrizio (del 29/07/2005 @ 00:29:32, in Europa, visitato 2800 volte)
Una recente inchiesta sulla condizione femminile delle romnià in Macedonia, dimostrerebbe che anche in quel paese, dove i Rom sono un'alta percentuale della popolazione e sono generalmente ben integrati, esistono diversi punti di crisi. La ricerca è stata commissionata da:
- Roma Centre of Skopje (RCS)
- European Roma Rights Centre (ERRC)
- Network Women's Program Roma Women Initiative (NWP/RWI)
e questo, per quel poco che conosco di dinamiche nella regione balcanica, è anche la mia perplessità sullo scopo di questa ricerca. Sono associazioni serie e preparate, da cui attingo buona parte delle notizie che pubblico, ma contemporaneamente da anni svolgono una politica di delegittimazione dei vari governi nazionali, per ottenere appalti e visibilità [vedi http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?id=138] Fatta questa precisazione personale, ecco i punti critici individuati dal rapporto: Cittadinanza: Una legge adottata dal governo a seguito del dissolvimento della Yugoslavia, ha lasciato molti Rom e profughi senza cittadinanza alcuna. Questo preclude l'accesso ai servizi scolastici, al lavoro, alla sanità, poter disporre di case o proprietà. Scolarizzazione: I bambini Rom ricevono mediamente un'educazione scolastica inferiore agli altri. L'analfabetismo tra i Rom è maggiore tra le donne, le ragazze di solito abbandonano la scuola dopo le elementari. La barriera principale alla scolarizzazione, oltre i casi di discriminazione del sistema, sembra risiedere nelle famiglie, ma anche nella scarsa attenzione che le autorità dedicano alle richieste dlle stesse. Lavoro: Le donne Rom principalmente lavorano nell'economia sommersa, come la vendita di cesti intrecciati ocome donne di servizio. Nel campo del lavoro regolare, le condizioni sono in genere peggiori del resto della cittadinanza. Le controversie più numerose riguardano l'orario di lavoro e le paghe, sfavorevoli rispetto a quelle percepite a parità di mansione dal resto della popolazione. Sanità: Il maggiore problema è la mancanza di documenti per accedere ai servizi medici. Inoltre le condizioni dei campi profughi favoriscono l'insorgere di disagi come alta pressione, bronchiti, asma, tubercolosi... Alloggio: Gravi problemi (vedi sopra) principalmente per quante vivono in accampamenti più o meno tollerati. Spesso sovrapopolati e senza infrastrutture, elettricità e acqua. Inoltre la ricerca evidenzia un alto numero di violenze fisiche e psicologiche condotte contro le donne, da parte della famiglia o della comunità allargata. Violenze raramente denunciate e ancora più rari gli interventi delle autorità. Rimane infine il problema dei Rom rifugiati dal Kossovo, che vivono in condizioni particolarmente precarie. Le ultime stime parlano di circa 2000 persone, di cui il 51% donne, a rischio perenne di espulsione dalla Macedonia. Il rapporto completo (in inglese) è disponibile su: http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2136Due articoli precedenti - 16 maggio 2005- 6 ottobre 2004
Khanchi Dos (Nema problema)
è un gruppo musicale ungherese, formatosi quasi 20 anni fa a Nagyecsed presso la locale comunità zigana. La loro carriera è ricca di riconoscimenti artistici, sia in patria che all'estero. Vorrebbero organizzare una tournee anche in Italia.
In ogni caso, altre informazioni e una selezione dei loro brani musicali, dal loro sito
Di Fabrizio (del 28/07/2005 @ 15:43:36, in sport, visitato 2959 volte)
L'UEFA assieme all'OnG FARE - football contro il razzismo, ha indetto una settimana d'azione tra il 13 e il 25 ottobre. Iniziative contro l'antiziganismo negli stadi verranno supportate con piccoli stanziamenti (400 Euro).
Informazioni: Valeriu Nicolae - valeriu.nicolae@erionet.org
Di Fabrizio (del 28/07/2005 @ 15:24:18, in media, visitato 2377 volte)
IL FILM
Nuova presentazione venerdì 29 luglio alle h. 18, sempre su CANALE ITALIA, ( frequenze 45- 48).
A novembre sarà in concorso alla rassegna Filmaker e in febbraio a Londra alla prima rassegna cinematografica di cinema Rom [VEDI]
info: 338 8830465
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