Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 09/11/2005 @ 10:18:55, in Europa, visitato 2957 volte)
sull'argomento, leggere anche http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?articolo=256
By Karin Waringo - 3 Novembre 2005, 4:00pm
Il 21 ottobre si sono incontrate a Varsavia le principali organizzazioni impegnate a promuovere la prima conferenza europea sullì'antiziganismo.
Una donna strofina un bambino, che ha gli occhi e la pelle scure. D'improvviso, qualcuno le porge un fustino del detersivo in polvere ARIEL. Dopo un ulteriore tentativo, dalla schiuma appare un bambino di carnagione chiara e dagli occhi azzurri.
Si può trovare su un sito slovacco. Anche se si tratta solo di pubblicità, nondimeno esprime un pensiero reale: che si tratti di "Gypsies", "Gitanos" o "Zigeuner", come sono comunemente chiamati, sono persone sporche di cui sbarazzarci. Non è un caso che gli autori di questo "scherzo" abbiano scelto ARIEL per combattere lo "sporco", ARIEL suona molto simile ad "Ariano" ed "Arianizzazione". Quest'estate, il proprietario di un campeggio austriaco avvertiva di non gradire clienti Rom (QUI ndr). A settembre, per reazione all'insediamento di 140 roulottes e caravans [di Gente di Viaggio] sul terreno comunale, il sindaco di Emerainville scrisse ai suoi abitanti che il comune non doveva diventare la discarica del dipartimento Seine-et-Marne.
Circa due terzi degli Europei concordano con simili affermazioni: non vogliono i Rom come vicini. Grossomodo la stessa percentuale di persone ha chiesto la separazione totale dei Rom dal resto della popolazione, in paesi come Slovenia e Romania. In un referendum tenutosi nel 1996 nella Repubblica Ceca, circa la metà degli intervistati è d'accordo che i Rom dovrebbero essere allontanati dal paese. Dalla Croazia alla Grecia, l'opposizione dei genitori non-Rom impedisce la condivisione dell'insegnamento e incoraggia le autorità a segregare i figli dei Rom in classi speciali dove ricevono un insegnamento sotto gli standard previsti - cosa che, a sua volta, perpetra il pregiudizio che i Rom non siano portati allo studio.
Per rispondere alle crescenti pressioni delle OnG dei Rom, l'Ufficio per le Istituzioni Democratiche e i Diritti Umani dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa), il Consiglio d'Europa e l'European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia di Vienna, hanno organizzato a Varsavia la prima conferenza internazionale specifica sull'antiziganismo (argomento che era inizialmente previsto come secondario all'ordine del giorno). E' stata la prima volta che se ne discuteva in maniera approfondita tra le diverse organizzazioni, sotto l'egida europea.
Vi hanno preso parte circa 170 persone [...] La maggior parte dai paesi dell'Europa dell'Est, dove risiede la maggior parte dei Rom.
Per oltre 10 anni, la situazione dei Rom nell'Est Europa ha richiamato l'attenzione della comunità internazionale. Nel 1993, i capi di stato e i governi europei indicarono il rispetto dei diritti umani e delle minoranze come criteri per l'ingresso nell'Unione Europea. Da allora, sono stati adottati diversi piani d'azione e misure politiche. Il panorama legale si è significativamente sviluppato con l'adozione nel 1995 della Convenzione Quadro del Consiglio d'Europa sulle Minoranze Nazionali, e le direttive del pari trattamento nel campo dell'impiego e dell'antidiscriminazione, sulle basi della cosiddetta Direttiva Razziale del 2000.
La Corte Europea dei Diritti Umani è diventata l'istanza suprema a cui rivolgersi per le violazioni dei diritti dei Rom, secondo le parole usate da Lauri Sivonen, membro dell'Ufficio della Commissione per i Diritti Umani, durante la sua presentazione. A dire il vero, molte delle violazioni sono commesse dalle stesse autorità. Nota Christian Stohal, ambasciatore OSCE, che i ritardi del piano per lo sviluppo dei Rom, sono dovuti soprattutto alla persistenza dei pregiudizi degli amministratori pubblici.
L'antiziganismo è il problema
Alcuni rappresentanti delle organizzazioni internazionali, come Henry Scicluna del Consiglio d'Europa, soo andati oltre, affermando che l'antiziganismo è la radice dei problemi, comunemente conosciuti come "i problemi dei Rom", come ad esempio la discriminazione e l'emarginazione nella scuola, nella casa, nel lavoro e nella salute. Sivonen aggiunge che l'antiziganismo costituisce un pericolo per l'intera società, impedendo ai Rom di prenderne parte.
Anche quando viene adoperato il termine "antiziganismo", molti tra i componenti dei poteri pubblici disgiungono loro stessi dal termine, confinandolo nel terreno dell'attivismo politico. Apparso la prima volta negli anni '80, "antiziganismo" copre un amplio raggio di pregiudizi e di azioni contro i Rom, Sinti e le comunità loro collegate.
Ma, la designazione di un nuovo termine necessita di un motivo. Perché non adoperare "razzismo", si dice. Qualcuno si lamenta che non è un termine scientifico. Altri sono preoccupati per la proliferazione dei termini. Altri ancora osservano che "Zigano" stesso è un costrutto negativo, che non dovrebbe essere adoperato nel descrivere uno specifico razzismo anti Rom.
Tra gli attivisti dei diritti Rom non ci sono divisioni. Il fatto è che il pregiudizio la discriminazione anti-Zingari sono così pervasivi - in tutti i paesi, così tenaci e adattabili nei secoli, e che l'antiziganismo non sia stato toccato dal medesimo tabù ideologico dell'antisemitismo dopo la II guerra mondiale, sono tutti punti che giustificano il bisogno di un termine speciale.
Isil Gachet della Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (ECRI),
una sezione indipendente del Consiglio d'Europa, sottolinea durante la
conferenza che l'antiziganismo è un tipo di razzismo che sovente è
accompagnato da atti concreti di ostilità. Aggiunge che [...] spesso è
legittimato sulla base di pregiudizi. Inoltre, su 43 casi di razzismo segnalati
da ECRI dal 2002 a oggi nei paesi membri del Consiglio d0Europa, 32 riguardano
specificamente i Rom, inclusi 16 giudicati di "particolare
preoccupazione".
L'esigenza delle statistiche
Uno studio condotto nel 2000 dal National Roma Congress (RNC),
una tra le più grandi organizzazioni internazionali dei Rom, elenca 4.500
attacchi razzisti contro i Rom nell'Europa dell'Est e 5.800 negli stati membri,
nel periodo tra il 1990 e il 1998, durante i quali 1.756 Rom sono stati uccisi e
3.500 feriti. RNC nota che lo studio contiene soltanto i casi portati alla sua
attenzione - non esistendo un controllo e una elenco sistematici.
Il nuovo rapporto del Commissario per i Diritti Umani del
Consiglio d'Europa sulla situazione dei Rom nel continente, effettuato
all'inizio dell'anno, riporta solamente un dato del 2002: 109 attacchi razzisti
registrati in Slovacchia nel 2002. Un precedente rapporto [...] sulla violenza
razziale, l'espressione più estrema di antiziganismo, citava solo incidenti
isolati.
Capita, che i rappresentanti delle organizzazioni internazionali (come Beate
Winkler, direttore dell'Osservatorio di Vienna) motivino la carenza di dati con
la riluttanza nelle comunità Rom a rispondere alle domande, sulla base del
ricordo degli esperimenti nazisti, che furono preceduti da sondaggi sulle loro
abitudini e costumi.
E' una spiegazione che in parte libera la società dalle proprie
responsabilità. C'è necessità di monitorare l'antiziganismo. Per esempio, i
comunicati stampa della polizia, accennano di frequente all'origine rom reale o
presunta, quando si tratta di un colpevole o di un sospetto. Quando i Rom sono
vittime della violenza razzista la loro origine è citata di rado. Invece le
indagini su brutali atti di razzismo, avvenute in Slovacchia senza il consenso
delle interessate e che ha interessato centinaia di donne, sono violentemente
ostacolate dalle autorità pubbliche.
Il riconoscimento di un rinnovato pericolo di antisemitismo, due anni fa, è
dovuto principalmente al fatto che le organizzazioni ebraiche condussero
ricerche in proprio e le resero pubbliche. Ai Rom mancano storicamente la
volontà e i fondi per condurre un simile lavoro e non appaiono donatori
all'orizzonte. Il risultato sarebbe dimostrare che l'emarginazione sociale dei
Rom è principalmente radicata nelle pratiche volte alla loro esclusione.
La maggior parte dei convenuti a Varsavia si è impegnata a presentare questi
programmi alle proprie istituzioni. E' evidente la distanza tra la prospettiva
dei Rom, che insistono [sull'importanza] della partecipazione e dei pari
diritti, e le ben intenzionate, ma talvolta limitate, vedute dei non-Rom.
Differenze di punti di vista, che talvolta si sono tradotte in comici dialoghi
tra sordi - ad esempio quando il rappresentante del governo tedesco insisteva
nel giustificare la deportazione di Rom, Askali ed Egizi kosovari verso Serbia e
Montenegro (Kosovo incluso), come rispettosa del diritto tedesco ed
internazionale. O invece in momenti più seri e complicati, quando l'uso della
parola "Olocausto" da parte di un Rom della Repubblica Ceca, per
descrivere le pulizie etniche in Kosovo, ha sollevato le proteste di un
rappresentante non-Rom à che si era dimenticato, o semplicemente ignorava che i
Rom, come gli Ebrei, furono vittime del genocidio nazionalsocialista.
Qui sotto trovate una notizia molto triste giunta da George Wilson, che annuncia la morte dell'amico e collega Charles Smith.
Di seguito anche l'annuncio della Press Association e commenti di Trevor Philips e Thomas Acton.
Spero che la conferenza di Londra del 15/11/2005 voglia recare un doveroso contributo alla memoria di Charlie
Andrew Ryder - romanistan@yahoo.com The Gypsy and Traveller Law Reform Coalition
Cari amici,
E' con grande tristezza che debbo informarvi che Charlie ha definitivamente perso la sua battaglia per la vita questa mattina alle 2.00 AM.
Naturalmente vi terrò informati sulla data dei funerali. E nel contempo ringrazio quanti hanno inviato messaggi di condoglianze.
Vi chiedo cortesemente di informare quanti inavvertitamente posso aver dimenticato.
Grazie da parte mia e, naturalmente da parte di Charles
George
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l'immagine è tratta dal sito della BBC
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MUORE UN ATTIVISTA DEI DIRITTI DI NOMADI E VIAGGIANTI
By Caroline Gammell, PA Deputy Chief Reporter
Veniamo oggi a conoscenza che è mancato un attivista che aveva difeso per oltre tre decadi i diritti di Nomadi e Viaggianti.
Charles Smith, è stato il primo commissario Zingaro nella Commissione per l'Uguaglianza Razziale (CRE) e presidente del Gypsy council. Si era fatto conoscere per le sue battaglie per i diritti delle comunità dei Nomadi e Viaggianti.
Aveva 49 anni, è morto la notte scorsa nella sua casa di Thundersley, nell'Essex, dopo una battaglia decennale contro il cancro.
Trevor Phillips, presidente del CRE, ha detto: "Sin dal suo ingresso come commissario nel CRE dell'aprile 2004, il suo contributo e la sua visione in tutte le sfere del nostro lavoro è stata incalcolabile".
"In particolare, ha ricongiunto il CRE con le comunità di Nomadi e Viaggianti"
"Ci mancherà sicuramente e i nostri pensieri in questi tristi momenti vanno a George, alla sua famiglia e ai suoi amici".
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E' morto oggi Charlie Smith, Presidente del Gypsy Council, [...] Figlio di un sarto famoso tra i Romanichal per i suo abiti di foggia zingaresca e che aveva sposato una Zingara.
Charlie crebbe in una comunità stanziale nel Southend, patì la discriminazione razziale a scuola, che lasciò per darsi agli affari. Sviluppò un fiorente commercio di antichità, vendendo manufatti in avorio della Cina nelle fiere, cosa che lo rese famoso e rispettato nelle altre comunità nel mondo.
Nei primi anni '80 si unì al Gypsy Council , dopo che mi aveva chiesto di indagare sui libri che parlassero del suo popolo. Partecipò a due riunioni senza aprire bocca, e alla fine estrasse dalla tasca una manciata di fatture: sul retro aveva scritto a matita la sua autobiografia. Parte di quel lavoro fu pubblicato in "TRAVELLER EDUCATION as "S! elling China at Stow Fair".
In seguito pubblicò due volumi di poesie, presidente del Gypsy Council, sindaco (Laburista) di Castle Point e commissario nella Commissione per l'Uguaglianza Razziale.
Affrontò poi negli ultimi anni la malattia con grande coraggio, proseguendo il suo lavoro sino alla fine, nonostante le interruzioni dovute alla chemioterapia.
My deari Duvvel, who jins sor mushes' meriben, to muk lesti to sutti shukarly 'dre His tan opre! Thomas Acton
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08/11/05 - http://groups.yahoo.com/group/British_Roma |
Di Fabrizio (del 08/11/2005 @ 10:42:52, in Europa, visitato 1947 volte)
By Rafal Pankowski - © I CARE News http://www.icare.to
4/11/2005 - Un caso di incredibile discriminazione razziale è stato portato alla luce da un'associazione Rom di Wroclaw. L'hotel Park Plaza (4 stelle) rifiuta di accogliere quanti abbiano l'aspetto di Rom, e anche al ristorante i camerieri rifiutano le loro ordinazioni. Un giornalista del posto ha svolto un semplice esperimento: presentandosi al ristorante in compagnia di un Rom e senza. Nel primo caso i camerieri hanno detto che non c'era posto. Questa discriminazione verso quanti siano di pelle più scura, prosegue da mesi. Alcuni dipendenti hanno ammesso di aver ricevuto istruzioni in proposito dalla direzione, perché in passato alcuni Rom non avevano pagato il conto, ma la direzione smentisce. Park Plaza è un hotel di lusso nel centro cittadino ed appartiene alla catena Best Eastern Plaza Hotels, di proprietà dell'Organizzazione Turistica Polacca, una compartecipata statale. Tomasz Droszcz, direttore marketing della catena, ha spiegato ai giornalisti di aver sentito di... problemi preecedenti creati da ckienti Rom al Park Plaza (sic). "Dev'essere successo sicuramente qualcosa, se la direzione ha preso questa decisione" - afferma Droszcz a mezza bocca. Per aggiungere beffa alle offese, nel febbraio di quest'anno l'hotel ha ospitato una conferenza internazionale organizzata dal governo regionale, dal titolo: "Contro la discriminazione - i Rom - amministrazione - polizia". Nell'attuale situazione politica, il clima sociale per le minoranze etniche in Polonia sta pehggiorando visibilmente. La Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (un corpo del Consiglio d'Europa) vuole richiedere quanto prima una "tavola rotonda" per discutere la situazione nel paese. Sarà l'ennesima retorica ufficiale contro la discriminazione, o si affronterà l'ipocrisia delle pseudo politiche anti-discriminatorie?
Di Fabrizio (del 08/11/2005 @ 09:48:47, in blog, visitato 2831 volte)
ricevo e porto a conoscenza / Da Loredana Morandi - Subject: [fori-sociali] Artisti per il Pakistan - Asta d'Arte di Beneficenza
Rete Artisti contro le guerre - Ambasciata del Pakistan in Italia
Artisti per il Pakistan Appello Campagna "Artisti per il Pakistan" Artisti per il Pakistan - Artists For Pakistan
Cari Amici,
prosegue la campagna Artisti per il Pakistan, ed stiamo attendendo nelle prossime ore notizie dall'Ambasciata pakistana in Roma, in merito all'andamento degli aiuti ed in merito alle necessità delle vittime del prolungato e devastante sisma, che ha colpito l'area del Kashmir. Purtroppo, non a causa nostra, le notizie provenienti dal Pakistan sono davvero rare, ma sappiamo che la stagione fredda avanza prepotente e potrebbe cagionare altre centinaia di morti per assideramento fra i 3-4 milioni di senza tetto, che si aggiungerebbero ai 79.000 morti per il sisma.
Di seguito alcune informazioni importanti per tutti gli Artisti, con preghiera a Tutti di distribuzione su siti ed altre mailing list:
Appuntamento per tutti gli Artisti sabato 19 novembre 2005 ore 16.30 - 17.00 (Arrivo Previsto Ospiti ore 18.00) presso Grand Hotel Tiberio via Lattanzio 51 - Roma Sala Tiberina
Le opere che con generosità vorrete destinare alla vendita per la campagna "Artisti per il Pakistan", il cui ricavato sarà interamente devoluto alle popolazioni terremotate del Kashmir, possono essere spedite a:
Associazione Culturale e di Promozione Sociale ARGON Rete Artisti contro le guerre presso Grand Hotel Tiberio via Lattanzio 51 00136 - Roma
Gli Artisti romani e del Lazio di contattarmi personalmente ai numeri telefonici: Casa 06/39727774 - Cellulare 348/7490558
CATALOGO ASTA DI BENEFICENZA: come Tutti potete immaginare non sarà possibile realizzare un catalogo a stampa delle opere, in occasione dell'evento, onde destinare l'intera cifra raccolta alle persone terremotate in stato di bisogno. Ma, dato che siamo in possesso delle migliori tecnologie del regno dei computer e del web, ne sarà realizzato uno che sarà liberamente scaricabile per la stampa con le foto dell'evento.
Per questa ragione, chiedo a tutti i Pittori e agli Artisti delle Arti Visive, solitamente luogo del silenzio e della riflessione, di spedirmi un loro breve curriculum, corredato di una foto personale ed un brevissimo commento sul sentimento, che li ha spinti a partecipare all'evento di beneficenza per i terremotati del Pakistan.
POETI: chiediamo a tutti i poeti, partecipanti all'evento, di destinare al Catalogo della manifestazione una loro Poesia, scelta liberamente fra quelle presentate in italiano ed inglese, con un brevissimo curriculum, da pubblicare con le foto delle opere e i curriculum degli artisti espositori.
Il Catalogo, il cui titolo sarà "Artisti per il Pakistan" sarà una vera e propria pubblicazione, la prima della Rete Artisti contro le guerre, cui sarà dato il carisma di legalità con il deposito delle copie stampate e in formato elettronico presso gli Organi preposti. Le copie, liberamente scaricabili dal web, saranno dotate dei timbri legali del deposito. Tutte le copie, inoltre, recheranno le indicazioni utili per la contribuzione alla campagna "Artisti per il Pakistan" e la menzione sui diritti del copyright d'autore.
Le opere rimaste invendute, pubblicate nel Catalogo, saranno restituite agli autori al termine della campagna. Tutte le opere devono recare la firma dell'autore e sul retro i dati utili per contattarlo.
Primi Artisti Firmatari: Pablo Echaurren; Domenico Giglio (Ass. Horti Lamiani Bettivò); Domenico Di Caterino (P.A.AFF Mariopesceafore); Andrea Serafini (Ass. Cedia - Teatro Fàrà Nume) Ryszard Wilczek; Alessio Ancillai; Mirta De Simoni (Trento); Davide Marzulli; Giacomo Cuttone (Marsala); Marco Antonio Abbagnara; Patrizia Anedda e Loredana Morandi
I Poeti, i Musicisti e gli Artisti che hanno aderito all'iniziativa: Lorella Nardi; Paolo Ragni; Gaetano Calabrese; Stella Cappellini; Teatro Fàrà Nume e Edvino Ugolini
Io sono a vostra completa disposizione per ogni chiarimento.
Rete Artisti contro le guerre
Loredana Morandi Presidente Ass.ne ARGON www.bloggersperlapace.org per contatti 348/7490558
Campagna "Artisti per il Pakistan"
c/c bancario 11048 Abi 5584 Cab 3205 presso Banca Popolare di Milano Ag. 256 via Gualtiero Serafino 8 - 00136 Roma intestato a Associazione ARGON causale "Artisti per il Pakistan"
Appello Campagna "Artisti per il Pakistan" Artisti per il Pakistan - Artists For Pakistan
Di Fabrizio (del 07/11/2005 @ 20:26:51, in Europa, visitato 2154 volte)
Di questi tempi, leggendo i giornali, ho scambiato qualche informazione con UcCaBaRuCcA, su quanto sta accadendo nelle periferie parigine. Gia visto, d'accordo. Ma devo fare i conti con la mia nota confusione mentale, e le cronache francesi si mischiano ai commenti che mi lascia Snowdog sui recenti sgomberi degli insediamenti rom in Italia. La scommessa, è cercare una via d'uscita. Forse, al di là dell'ideologia e della polemica, la risposta è sempre guardare in faccia il tuo nemico, e avere il coraggio di lavorarci assieme. E, naturalmente, rimboccarsi le maniche, perché c'è sempre qualcosa da fare.A volte, è possibile. Ripesco un vecchio post dall'archivio di Pirori:Mercoledi 28 Aprile 2004 ore 22:58:1231 dicembre 2003 - riporto da La Repubblica: Distrutta la nuova sede alla Barona: svastiche e croci celtiche come firma Assalto all´Opera Nomadi - "Qui non vi vogliamo" - I locali sono del Comune. Sorgerà un centro documentazione degli orrori nazisti. La cronaca è riassunta qui:
Ripuliti i locali dai danni + grossi, la sede era rimasta praticamente disabitata sino a settimana scorsa. Nel frattempo si era ventilata l'ipotesi di cercare un posto "+ sicuro". Invece, la sede si farà, come pure il Centro documentazione, proprio lì. Sono contento per due ragioni: 1) La sede si trova alla periferia estrema, un blocco di palazzoni popolari, ed è proprio lì che la gente normale hanno bisogno di vedere, di partecipare alla vita associativa - per reagire al clima di abbandono delle autorità e alla violenza che comanda. 2) Per una volta, il nome dei Rom non è stato associato a chi viene cacciato con la violenza. Che diamine! Questa volta si ritorna e si rimettono assieme i cocci. C'è voluto un po' di tempo per maturare la decisione, e lo capisco, ma penso che la loro sia stata la decisione giusta.
Così, mi sono offerto volontario per aiutarli a risistemare il materiale del Centro documentazione. Arrivo lì la mattina presto, son da solo e apro tutte le porte e finestre per segnalare la mia presenza. Giacché ci sono, metto musica balcanica a palla, che poi cambio in ray algerino, per vedere se almeno si affaccia qualche nordafricano.
A metà mattina si fanno vivi i volontari di altre associazioni che operano lì vicino: un centro per ragazzi e una chiesa evangelica. Sono contenti che si sia scelto di tornare e mi informano sulle loro attività. Molto preso nel ruolo di "ambasciatore" che mi sono auto appioppato, ricambio e visito le loro sedi. Dopo i saluti di rito, entrambi si sono interessati alla nuova porta blindata montata dall'Opera Nomadi. Credo che anche per loro la vita sia movimentata. Rispondo che vedrò di fornirgli dei preventivi, ma come esterno, al momento non so dire di +.
Visito il bar, ma a parte il caffé (discreto), non rubo molte informazioni in + sul quartiere.
Di pomeriggio, si presenta una piccolo gruppo di giovani in motorino. Un sociologo li catalogherebbe come la classica banda di periferia, Scambiamo 2 chiacchiere, sono curiosi. Spiego loro cosa è successo, chi è Opera Nomadi, cosa si vuole fare. Mi dicono che sono con noi, che anche loro ce l'hanno con chi di notte sfascia il quartiere. Se avessi potuto, li avrei presi come vigilantes!
Più tardi, con un timido buongiorno, è il turno dei bambini. Mi guardano e scappano, poi tornano, alla fine entrano coi monopattini e le bici (portate a mano). Per fortuna, 7 anni come animatore al campo di via Idro mi hanno insegnato come cavarmela. Si parla e si scherza per mezz'ora, poi, rotto il ghiaccio, dico loro che mi aspetta una montagna di libri da catalogare e devo tornare al computer. Mi salutano e mi augurano buon lavoro.
Dimenticavo, oggi non sono state solo chiacchiere: catalogati 310 tra libri, documenti, audio e videocassette. Me ne mancano una cinquantina. Quando il catalogo sarà pronto, ve lo farò sapere.
Bologna: giovedì 10 novembre ore 21.00
proiezione di Miracolo alla Scala
presso centro VAG via Paolo Fabbri 110 Info: info@ethnosfilm.com ( pr Elisa tel. 051-472694)
interverrà Claudio Bernieri, regista del film
Milano: venerdi' 18 novembre dalle ore 19.00
presso Lato B piazza XXIV Maggio
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mostra fotografica di Filippo Podestà sulla squadra di calcio Multietnica2001
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proiezione di "Miracolo alla Scala" di Claudio Bernieri
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musica dal vivo con Direktor e il suo gruppo (dal campo di via Barzaghi Triboniano)
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dalle 22.00 DJ set con musica balcanica contemporanea, a cura di DJMao
info: 347-7179602
siete tutti invitati!
Di Fabrizio (del 07/11/2005 @ 12:51:02, in scuola, visitato 2020 volte)
Previous (...I teach English at a primary (actually... Roma/Gypsy) school here. I'm looking for a colleague teaching similar age group for a non-formal exchange. As a first step I would like to exchange Christmas/New year's postcards. Each child could make a beautiful card and write a simple greeting on it. I will collect all of them and send a pack to the interested colleague, who could do the
same.)
Hello,
Thank You! to everybody who did answer to my invitation.
Last weeks I'm keeping silent as I lost a big amount of information here. Someone or something caught my computer and everything's
gone. All addresses and files. I'm so sorry!
Anyway, I have a computer to use now. Please write to me again if you are still interested to do the exchange.
The news are that I got several hours at another school here. Wish me luck! There are more, concerning the exchange, but I'll write about
in another e-mail.
Have a good day,
Lillyia Brezina
Di Fabrizio (del 07/11/2005 @ 07:51:02, in Italia, visitato 1957 volte)
Dalla newsletter di:
Di Fabrizio (del 06/11/2005 @ 18:12:51, in Europa, visitato 2031 volte)
SOCIETA'
Per i Rom della grande-Lione, una bidonville dopo l'altra
A Villeurbanne, 200 persone vivono in un deposito abbandonato in cui hanno costruito ripari. Volontariamente dimenticati della politica.
par Olivier BERTRAND QUOTIDIEN : mercredi 02 novembre 2005
Villeurbanne envoyé spécial
C'è una vecchia officina di riparazione di locomotive, a Villeurbanne, alle porte di Lione. Strade ferrate arrugginite penetrano ancora nel deposito immenso aperto ai venti. Accanto, una struttura in legno, con belle tende. Un luogo ricco per la memoria operaia locale. Abitarlo, in compenso, è più duro. Però, più di 200 clandestini là da mesi. Alcuni hanno costruito capanne in legno e di cartone. Altri hanno teso dei teli o hanno posto materassi al suolo. Ed il seminario è diventato uno delle più grandi bidonvilles dell'agglomerato lionese (1).
Visti di turismo. Fra i Rom rumeni che vivono là, molti frequentano l'agglomerato lionese in punta di piedi. Ripartono ogni tre mesi, per rinnovare il loro visto di turismo. Una volta timbrato il passaporto, basta non essere indigente per muoversi legalmente tra la Romania e la Francia, ma senza potere lavorare nell'Esagono. Florin, sulla trentina, conduce dal 1996 questa vita pendolare, tra Lione ed Arad: "Oggi, i poliziotti rumeni non sono più duri di quelli della Francia, e le condizioni di vita, per noi, sono anche difficili qui che là. Ma per il lavoro, quando si è rom, anche lo stesso, qui c'è più possibilità."
Florin ha girato la maggior parte delle bidonvilles nell'agglomerato. Le enumera: "Gerland, Vaulx-en-Velin, Gorge-de-Loup, Vénissieux, Vaise, Saint-Priest, Villeurbanne." Terreni vaghi,industriali una volta, occupati alcuni mesi, quindi evacuati. Ogni volta, si sono movuono verso un'altra incertezza, in mancanza di alternativa.
Quattro anni fa, la città e lo Stato avevano finanziato per un anno l'alloggio di cittadini dell'ex Iugoslavia in baraccamenti prefabbricati su un terreno attrezzato. La struttura non era sufficiente, ed i materiali, non concepiti per abitarci, si sono rapidamente deteriorati. Una relazione dell'Associazione di Lione per l'inserimento alloggiativo (ALPIL) espone dettagliatamente il fallimento relativo. Propone altre esperienze, rafforzando l'accompagnamento, la mediazione con la vicinanza, e comperando caravan o case mobili d'occasione.
Sommier. Nella fabbrica di Villeurbanne, i Rom sono al riparo dalla pioggia, ma il pericolo è ovunque. Così, famiglie dormono in un lungo corridoio su assi appoggiate a volte sulle batterie delle automobili. Per l'intimità, teli o pannelli di cartone improvvisano dei letti a
baldacchino. Il corridoio è senza uscita. Un incendio notturno si trasformerebbe in dramma.
Nel vasto slargo dove cui si riparavano le locomotive, botole di calcestruzzo permettevano di scivolare sotto le macchine. I Rom vi hanno gettato ferraglia, vetro, rifiuti. Sopra cui i bambini giocano e saltano. Uno di loro ha sbagliato il suo slancio, alcune settimane fa. Se ne è uscito con alcuni punti di sutura.
Un odore sordo si libera di questi pozzi. Sono i resti di frutta, verdure, di formaggio, che marciscono. Le associazioni ripetono agli occupanti di non gettare là i rifiuti. Temono che i ratti si moltiplichino. Pena inutile in questa bidonville provvisoria, dove ci sono soltanto due pattumiere per 200 persone.
"Raccomandazione". In giugno, la prefettura ha riunito gli interessati da quest'occupazione. "Abbiamo proposto una sistemazione che garantisca un minimo di sicurezza e d'igiene all'interno", racconta André Gachet, responsabile dell'ALPIL. Il consiglio generale del Rodano, proprietario del terreno, era assente. Nessuno poteva impegnarsi per lavori su un terreno che presto sarà venduto. Médecins du monde ha allora suggerito un trasferimento verso una località attrezzata. I partecipanti si sono accontentati di una "raccomandazione alle persone".
La maggior parte di quest'attori agisce in loco. Médecins du monde segue gli adulti, il consiglio generale le campagne vaccinatorie, ALPIL gestisce la parte riguardo l'accesso ai diritti. Nel corso della riunione, la comunità urbana di Lione, in compenso, si era impegnata a far caricare i rifiuti e ad installare un contenitore. Non è stato mai fatto.
Da quattro anni, la grande Lione adotta la politica dell'immobilismo sulle bidonvilles roms. Il suo presidente, Gérard Collomb (PS), ripete che condizioni d'accoglienza troppo decenti creerebbero "una calamita" per le popolazioni roms. Può rassicurarsi. Il margine resta molto evidente.
(1) L'agglomerato conta cinque grandi bidonvilles ed una folla di baracche, per un totale di circa 1.200 persone.
Mittwoch, 2. November 2005
VADIAN.NET, St.Gallen
I Nomadi: Rom, Sinti e Jenische - Berna: Col termine Nomadi si intendono dal Medio Evo quanti non siano popoli
stanziali. I principali gruppi nomadici oggi in Europa sono i Rom, i Sinti e gli
Jenisch. Da tempo vengono comunemente denominati "Zingari".
I Rom sono migrati dal V secolo dall'India. In Europa vivono oggi tra gli 8 e
i 10 milioni di Rom. Parlano una lingua comune, il romani o romanes. Comunità a
loro apparentate sono i "Sinti", i "Manusch" o in Spagna i
"Gitanos". Nel tardo Medio Evo appaiono in Europa altri gruppi
erranti, di lingua differente. Il gruppo principale è quello degli Jenisch.. In
Europa ve ne sono circa 100.000, in Svizzera, Germania e Austria. Sono chiamati
anche "Zingari bianchi" o, nella Svizzera interna "Fecker".
Parlano lo jenisch, una lingua che si basa sulla grammatica tedesca e
contiene parole tratte dallo jiddisch, dal romanes e persino dall'antico
gaelico.
Nomadi in Svizzera - In Svizzera vivono secondo l'Ufficio
Federale per la Cultura circa 30.000 Nomadi, la maggior parte sono Jenisch. La
maggior parte è diventata stanziale, tra i 3.000 e i 5.000 mantengono uno stile
di vita semi-nomade (risiedono in case durante l'inverno e si spostano in
estate). Circa 2.500 sino "di fatto nomadi attivi". Gli stati
nazionali moderni, è dal XIX secolo, che perseguono l'assimilazione dei Nomadi
alle comunità stanziali. Gli Jenisch vennero inglobati nei Cantoni dal 1850, a
seguito dell'istituzione dello stato federale, come riportano gli atlanti di
storia. Tra il 1926 e il 1973 oltre 600 bambini Jenisch vennero tolti ai loro
genitori dalla "Associazione Caritatevole per i Bambini di Strada"
Pro-Juventute, e rinchiusi in orfanotrofi o cliniche psichiatriche. Durante la
II guerra mondiale, testimonia la Commissione Cantonale, i Nomadi vennero
sottoposti discriminazioni e limitazioni anche in Svizzera.
Gruppi autosufficienti: Nel 1975, gli Jenisch si sono uniti nella
cooperativa "Ruota della Strada". Assieme ad altri gruppi chiedono un
risarcimento per i torti subiti in passato e sostengono i loro diritti attuali.
Anche la fondazione federale "Avvenire per i Nomadi Svizzeri" dal 1997
rivendica un miglioramento delle condizioni degli Jenisch. Gli Kenisch, a
differenza degli altri gruppi linguistici, non sono riconosciti dalla
Costituzione federale. La loro condizione giuridica varia a seconda delle legge
cantonali, anche se gli accordi ONU sulla protezione delle minoranze,
sottoscritti dalla Svizzera, assicurano loro una certa protezione in tutta la
federazione. Sono invece riconosciuti come gruppo autonomo dal 1975 nel cantone
di Berna.
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