Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 28/07/2005 @ 15:24:18, in media, visitato 2377 volte)
IL FILM
Nuova presentazione venerdì 29 luglio alle h. 18, sempre su CANALE ITALIA, ( frequenze 45- 48).
A novembre sarà in concorso alla rassegna Filmaker e in febbraio a Londra alla prima rassegna cinematografica di cinema Rom [VEDI]
info: 338 8830465
Di Fabrizio (del 26/07/2005 @ 01:13:42, in media, visitato 2183 volte)
25. 7. 2005 - I caldi e pigri giorni di estate mandano la gente al mare e le notizie interessanti sono più difficili da scovare. Probabilmente è per questo che i giornali italiani e britannici riempionole loro colonne con storie false e infiammate contro i Rom.
Da circa due mesi, l'italiano Il Giornale, di proprietà di Paolo Berlusconi - fratello del Primo ministro, ha dato un'attenzione sproporzionata alla situazione dei Rom nei dintorni di Roma e Milano.
Il quotidiano ha seguito passo passo la situazione dello sgombero dei Rom da via Capo Rizzuto a Milano, sino al loro rifugio presso la Casa della Carità. Cronache quasi quotidiane sugli accordi e disaccordi politici nelle istituzioni locali attorno a questo caso, sono fornite dal sito web. Similarmente, ha scritto diversi rapporti sulle manifestazioni tenute dagli abitanti di Castel di Guido a Roma, contro il trasferimento di un gruppo di Rom da un campo a una zona residenziale meglio attrezzata.
Il Giornale ha continuato a mettere i Rom in cattiva luce, rinforzando gli stereotipi sui Rom sporchi e pigri. Il giornale riporta queste affermazioni indirizzate dai manifestanti contro il sindaco Veltroni: "Ancora i nomadi! Grazie signor Veltroni: Stai facendo di quest'Area la Discarica di Roma!". In aggiunta, il quotidiano continuqa ad adoperare termini "terrorizzati" per descrivere le famiglie che vivranno accanto ai Rom, o a riferirsi ai Rom col termine di "zingari", che ha lo stesso significato peggiorativo dell'inglese "Gippos".
Un approccio linguistico simile a quello che avevamo riportato all'inizio dell'estate, riferendoci a due giornali inglesi (cfr. http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?id=125 ndr). The Sun e The Daily Express continuano ad adoperare questa tattica, ancora descrivendo in tre recenti articoli gli sforzi dei residenti non-Rom nel voler sgomberare delle famiglie di Nomadi e Viaggianti accampati vicino a Ilchester, Somerset (UK). Gli articoli adoperano espressioni come "gli abitanti terrorizzati" e "invasione dei Rom", definendoli "feccia".
E' spaventoso vedere giornali di ogni tipo promuovere attitudini e sentimenti razzisti. Ma se i giornali britannici sono, per loro stessa definizione, pubblicazioni "popolari", è molto più inquietante che gli stessi sistemio siano adoperati dai più "rispettabili" giornali italiani.
(Dzeno Association)
Di Fabrizio (del 22/07/2005 @ 01:48:51, in media, visitato 3665 volte)
Questa volta Tikla non ha avuto scampo. Durante il "lavoro" russava così forte che trovarlo è stato uno scherzo!
Mentre ora si beve il meritato caffé, ecco il caso giornalistico della settimana (http://snowdog.splinder.com/post/5310502). Sulla Padania, è sparita la lettera del ministro Castelli (recupero dalla rassegna stampa del comune di Ferrara) che sino a pochi giorni fa, faceva bella mostra di sè, addirittura in home page. In compenso, la Padania rilancia.
Il teorema di Tikla (no... non l'ha inventato lui...) è che non importa se quello che si racconta è vero o no... Il fatto è che la verità non fa male, mentre se racconti una bugia, sei sicuro che continuerà a fare danni. Sembrerà incredibile, ma la stessa notizia, ripresa da Libero.blog, ha avuto oltre 760 commenti, prima che si scoprisse che era una bufala.
Dov'eravamo rimasti?
Il Diavolo si riempì d'aria i polmoni, chiuse gli occhi ed emise un grido terribile. Il soffio fu così potente che mi scaraventò sul tetto del carro. Quando riaprii gli occhi, il Diavolo mi guardava stupito:
"Cosa fai lassù appollaiato?"
"Avevo dimenticato di scopare il tetto del mio carro" risposi. "Ma quando ti decidi dunque a gridare?"
"Ma come, non hai sentito niente?"
"No, neanche il più piccolo rumore. Aspetta un istante, scendo per gridare! Ma prima, bendati gli occhi con un fazzoletto, perché rischierei di farteli saltare, e non si mai visto un diavolo cieco".
Mentre si bendava gli occhi, discesi dal tetto del carro e presi il fucile. Senza perdere un istante, sparai vicino all'orecchio del demonio.
Basta, basta, il tuo grido mi ha attraversato le orecchie da parte a parte"
Posai il fucile, e quello scoprì gli occhi e mi disse:
"Ora lotteremo uno contro l'altro per vedere chi di noi due è il più forte"
Ci prendemmo per la vita. Sentivo le mie ossa scricchiolare. Sotto l'effetto del dolore, alzai la testa al cielo.
"Cosa cerchi lassù?" mi chiese.
"Sto chiedendomi fino a che altezza posso lanciarti"
Lui allentò la stretta: "No, questo no! Ho troppa paura del mio nemico che abita lassù! Ti dichiaro mio vincitore nella lotta" Dopo avermi lasciato andare, mi disse ancora:
E poi, com'è andata? Racconta Tikla!
Ragazzo, sono di nuovo stanco. Continuo la prossima volta e vediamo se qualcuno indovina
tratto da: Tikla e il Diavolo
Chiudo ancora con la Padania:
Il senatore trevigiano ha usato parole dure anche nei riguardi della comunità musulmana che già vive e lavora in Italia. «Cosa devono fare? - ha detto - Se ne devono stare a casa loro. Io parlo da un punto di vista concettuale. Non è possibile l’integrazione dell’Islam con il nostro modo di vivere. Leggete la Fallaci e anche l’ultimo libro della cognata di Bin Laden. Leggete e rendetevi contro di cos’è l’Islam».
Secondo l’esponente del Carroccio l’unica soluzione al problema dei clandestini è quella di: «"Eliminarli" gradatamente, il più possibile, rimandandoli a casa loro».
Ecco, da qualche settimana quel giornale ha riscoperto l'Oriana e il suo grido di dolore sull'Islam che vorrebbe conquistare l'Occidente, con le cattive, ma anche con le buone (infiltrandosi e mimetizzandosi nella società). Se davvero è una questione di LOTTA PER LA DIFESA DELLA CIVILTA', che problema volete ci sia nel raccontare anche qualche bugia? Il nodo, forse, è questa nostra famosa identità da difendere. Esiste o no? Nel dubbio che sia un'identità virtuale, un po' come la Padania, la via d'uscita sembra dipingere a tinte fosche l'identità altrui.
Di Fabrizio (del 21/07/2005 @ 16:13:36, in media, visitato 1928 volte)
di Kristína Magdolenová
"Finalmente questi Zingari se ne vanno" dice la signora anziana accanto all'ascensore. Non nota un collega che sta scendendo le scale. Lui la sente, ma... come comportarsi? Lei si volta al nostro passaggio. Noi stiamo spostando dei mobili.
La nostra agenzia da due anni si trova in un blocco di palazzi popolari. Cinque impiegati si trovano lì regolarmente; tre sono Rom e altri due no. Noi ci muoviamo in silenzio come mosche, attente a non fare rumori inutili. Per la verità, il nostro tempo passa parlando e rispondendo al telefono. La maggior parte del tempo siamo fuori sede per i servizi. Puntualmente portiamo via la spazzatura e puliamo il nostro spazio. Uno dei vicini - che ha sempre mostrato simpatia nei nostri confronti - la mette così: "Finalmente anche qui ci sono persone che agiscono come esseri umani", anche se credo che la maggioranza dei coinquilini non condivida.
Ci sono vicini che non ci hanno mai salutato e scappano quando ci affacciamo sulle scale, brontolando qualcosa come "Phew, che paura con questi Zingari...!" Quasi tutti nell'ufficio siamo studenti. Tre si sono laureati o frequentano l'università. Per la strada o durante il nostro lavoro, questo è un titolo di merito, ma non nel nostro palazzo: "Bisogna fare qualcosa con questi Zingari. Devono andarsene" li sentiamo sussurrare o chiedere una riunione del comitato di condominio in tal senso.
I più giovani, tentano di instaurare un contatto con noi, quasi scusandosi: "Dovete capire, è gente fatta così. Sono preoccupati da tutto, ma voi siete a posto. Noi non facciamo caso a voi" A volte, quando abbiamo visite, i vicini si affacciano "Chi è là?" così spieghiamo che sono componenti delle ambasciate, giornalisti stranieri, il Consiglio d'Europa... a volte si presentano con le telecamere e la troupe televisiva al seguito. Ecco che allora gli stessi vicini si sciolgono a chiacchierare con loro e a difendere la nostra presenza.
Mi ricordo che alla televisione stavamo aspettando "La Forza di una Donna", dove veniva presentato il nostro staff. Ho suggerito agli altri: "Secondo me, questa gente non sa niente di noi. Mettiamo un volantino nelle loro caselle della posta e invitiamoli ad incontrarci e guardare la trasmissione. Forse così il nostro rapporto cambierà..." E' seguito un silenzio assoluto. "Devi capire, non ne posso più di dover dimostrare ogni giorno a questa gente che non rubo e sono una persona normale. Pensi veramente che siano ansiosi di guardare la trasmissione?" mi ha risposto il collega più vicino. Ho dovuto ammettere che probabilmente aveva ragione. Se fossero interessati, non ci terrebbero così a distanza.. Ci guarderebbero in faccia e ci saluterebbero... ma non lo fanno.
Una volta, siano rientrati in ufficio per terminare alcuni lavori. Ho aperto il cancello, di fronte a me una coppia, marito e moglie di mezza età. Mi hanno salutato, ma quando si è affacciato dietro di me il collega Rom, gli hanno intimato: "Dove vai, chi cerchi?" E lui "Veramente, io vivo qui..." La coppia si è guardata in faccia, chiedendosi a voce alta: "Uno Zingaro che vive qui? Da Quando? Com'è possibile?"
Ecco la nostra domanda: cosa deve fare un Rom per essere accettato? Se ha terminato gli studi, lavora quotidianamente, guadagna per il proprio sostentamento, è educato, gentile, lavora nell'informazione, non beve e non fuma... ma cosa deve fare ancora perché la gente non fugga spaventata quando lo vede e provi almeno a salutarlo? Continuiamo a dire che i Rom devono integrarsi ma, qual'è il limite di questo tipo di integrazione? Io ritengo che il mio collega sia ben integrato e pure orgoglioso di essere Rom... più integrato anche di molti altri, ma sembra che in Slovacchia questo non venga inteso. [...] L'integrazione non può basarsi su una patina irremovibile di colore della pelle, o degli occhi o dei capelli... O sì?
Intanto, ogni giorno mi reco a lavoro, saluto i vicino e aspetto che qualche volta mi guardino in faccia. Altrimenti, metterò un biglietto sulla nostra porta: Ingresso vietato. Solo di razza pura! così che capiscano quanto sono patetici.
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Di Fabrizio (del 15/07/2005 @ 12:17:33, in media, visitato 2333 volte)
Tikla oggi doveva tenere la II lezione del corso di giornalismo. Ma, come al solito, quando c'è bisogno lui sparisce... Scusandomi per il contrattempo, mando in onda una replica (d'altronde è luglio, cosa pretendete?)
Avete notato? Ci sono telenovelas che puntualmente riappaiono nelle cronache. L'emergenza nomadi, per fare un esempio. Un altro è quella di Marcello: leggo i giornali, ma se qualcuno si fosse perso qualcosa, sono cose risapute. E allora, dall'archivio di Pirori, piazzo una storia del dicembre scorso:
PROLOGO:
...dunque, sì, è stato assolto, però il reato c'era. Dice che si chiama prescrizione. E poi c'è quell'altro, come si chiama? Allora, quell'altro è colpevole ma è fuori (o resta dentro?).
"Un paese che sulla giustizia è capace di tanta arte, mette paura ogni giorno di più!"
(Ripetendomi: Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti!)
Chiuso nel mio studio, il bicchiere di slivoviz era ormai vuoto, e del caso che mi avevano affidato ancora non avevo capito una mazza. Troppi nomi coinvolti e tutta gente che non ci pensava due volte a farti un paio di scarpe di cemento. Scorrevo sullo schermo i blog del giorno prima, e non mi erano di nessun aiuto. Pensai tra me e me caricando la pipa: se smettessi di pensare a quei nomi e mi concentrassi sui fatti, cosa ne verrebbe fuori? La solita vecchia storia di un paese capace di far le peggio schifezze e trovare sempre il modo di non rimetterci il culo e salvarsi la coscienza. Sapevo che la mattina dopo sarebbe passato quel fulminato a discutere di Bush, sciopero generale e autunno freddo. Sull'autunno, non aveva tutti i torti. Misi l'impermeabile ed eliminai le tracce dell'indagine dal computer. Albeggiava, e sapevo che in questi casi il questore cercava qualche innocente, meglio se straniero, con cui prendersela per una scatola di tonno rubata al centro commerciale. Diceva che così teneva buona la stampa. E nell'impermeabile avevo proprio una scatola di tonno, ma nessuno scontrino... Città di merda!"
Lo sgombero e lo strano caso della giustizia italiana
Quel giorno provai + volte a chiamare Ljubisa sul cellulare e avvisarlo del pericolo che correva la sua gente, ma non mi rispose che dopo le undici. Purtroppo, avevo visto giusto: il questore voleva distrarre la stampa dal caso di cui tutti si stavano occupando, e aveva appena detto a Ljubisa e ai suoi di alzare le chiappe con le loro roulottes. Ormai che potevo fare? Divorai la mia scatoletta di tonno e brindai a Ljubisa e alla sua sfortuna con uno Chablis per coinvolgere spiritualmente anche Pepe Carvalho.
Nei giorni seguenti, ripresi le mie indagini, sempre + stomacato, perché mi sembrava di annaspare in un pantano. Come tutti. Per meglio dire: tutti quelli che non erano caduti nell'errore di giudicare quello che leggevano con gli occhi della propria simpatia politica.
Torno a ripeterlo: gli imputati non erano gente a cui importasse delle chiacchiere da bar sulla loro moralità. A loro interessava continuare a operare come sempre, per il rotto della cuffia ma liberi. Disposti magari a sbranarsi tra di loro, ma liberi.
Basta, non ne potevo +. E una sera al bar alzai un bicchiere di troppo persino per me. Sbronzo tradito, nella mia nebbia personale vidi sedersi accanto a me il fulminato. Probabilmente ghignando per avermi trovato in quella situazione. "Varda chi" mi disse aprendo sul tavolo la copia di Libero (diretto da "nientepopodimenoché" Vittorio Feltri) del 30 novembre. In prima pagina "SCIOPERO DEI BAMBA CONTRO BERLUSCONI E IL TAGLIO DELLE TASSE".
Non so dirvi perché quella copia di Libero finì a casa mia. Quando bevo, probabilmente ho dei colpi di genio che ai sobri non sono concessi. Probabilmente mi passò per la testa che se volevo capire qualcosa, dovevo cercare su quel foglio, e non su giornali bolscevichi come Il Corriere o il Sole 24 Ore, che come me si ingegnavano a mettere insieme briciole di verità (oltre alle preoccupazioni di non perdere i lettori e di urlare + forte di loro). "Libero" invece no, lì i capicosca parlavano senza paura, d'altronde erano a casa loro. Passata la sbornia, non ci misi molto a trovare quel che cercavo, era a pagina 10: - Dell'Utri "Sarò assolto" "Tornerò a fare politica con il mio amico Silvio".
Ora, Dell'Utri non è mafioso, NO, non lo è mai stato ma, se anche voi siete pratici delle tante sfumature della dialettica di mafia, e dei brividi che vengono nel trovare la parola "AMICO" sulle pagine dello zerbino di casa, FORSE intendereste la cosa come un segnale, neanche troppo nascosto. "...disposti magari a sbranarsi tra di loro".
Non avevo niente in mano, ma feci lo stesso una telefonata (a chi? non mi ricordo, ah!) dicendo di sapere e di aver messo il dossier in un caveau sicuro.
Nei mesi seguenti successero cose strane assai: - Prima Dell'Utri fu condannato; - Poi, il capo del governo, amico carissimo, nonché fondatore del partito televisivo, misteriosamente fu avvelenato durante un trapianto di capelli, lasciando un vuoto incolmabile tra amici e nemici; - Dell'Utri, tornato a furor di popolo alla politica attiva, in due mesi prese il controllo di quel che restava del suo partito, e vinse le elezioni politiche; - incidentalmente, io ebbi qualche incontro non troppo amichevole con la questura. Ma non ottennero niente, perché niente sapevo; - eletto capo del governo, Dell'Utri, che non è mai stato mafioso, NO, si rivelò però uomo d'onore. Il nuovo ministro degli Interni, Jack Mac Previti, firmò il condono per tutti gli immigrati e ripagarmi del mio silenzio. - il vecchio questore fu rimosso, Ljubisa e i suoi ottennero una casa regolare. La festa d'inaugurazione fu memorabile: a Milano si registrò una nuova scossa di terremoto; - Il famoso fulminato, in realtà un infiltrato nella Lega e agente della "politica" di nome Carmelo Zappalà da Termini Imerese, ebbe una botta di culo e da questurino fu promosso questore. - il centrosinistra ha cambiato nome un'altra volta e spera nelle prossime elezioni politiche.
Di Fabrizio (del 14/07/2005 @ 21:49:36, in media, visitato 1919 volte)
14. 7. 2005 - Secondo il giornale La Repubblica, 76 Rom, tra cui 40
bambini, sono finiti in mezzo alla strada e senza nessuna possibilità di riparo
o ricovero futuri. Originari della Romania, erano legalmente in Italia e
vivevano in un accampamento alle porte di Milano.
Nell'accampamento, d'altra parte, risiedeva uno dei Rom accusato di aver
recentemente violentato un ragazza italiana di 19 anni,. Del fatto sono stati
incriminati 3 Rom, e in Italia si è aperto un grande dibattito sui temi dei Rom
e dell'immigrazione, facendo pressione sulle autorità perché prendessero
provvedimenti. Il primo risultato è stata la decisione del comune di sgomberare
l'intera comunità e di abbattere il campo.
I 76 Rom hanno ottenuto di poter dormire per 10 notti col permesso del comune
elle strutture mese a disposizione dall'associazione Caritas. Scaduti i dieci
giorni, la Caritas sta continuando ad ospitare ed assistere i Rom, senza più
ricevere alcun contributo dal comune. La municipalità non intende permettere ai
Rom di ritornare nei confini cittadini e la provincia sembra intenzionata a
organizzare dei campi sosta nei dintorni della città. Ma al momento ogni
soluzione sembra distante per i disaccordi che permangono tra l'amministrazione
comunale e quella provinciale
(Dzeno Associaton)© -
Repubblica Ceca
Dal Blog NON
TROPPO - 10. 7. 2005
Oggi forze estremiste hanno attaccato indiscriminatamente la città di Milano
e i suoi abitanti. Questi mostri hanno designato determinati gruppi come
bersaglio, senza alcuna giustificazione. Dirottando un'agenda di terrore, il
loro pregiudizio e razzismo li ha portati a trarre il massimo vantaggio dal loro
potere
Sto parlando della polizia italiana, che senza alcuna considerazione per le
conseguenze, ha compiuto arresti di Zingari, tossicodipendenti, immigrati e
potenziali piccoli criminali, dicendo di operare per il bene della Sicurezza
Nazionale:
http://news.bbc.co.uk/1/hi/world/europe/4667513.stm
La polizia compie raid in diversi campi Zingari e altre aree abbandonate.
Tra gli arrestati, 83 sono cittadini extra EU. Per 52 di loro sono già
scattati gli ordini di espulsione. "I capi di accusa riguardano
principalmente furti, mancato rispetto degli arresti domiciliari e delle leggi
antidroga." ha commentato il col. Piccino al Corriere della Sera dopo gli
arresti.
La polizia italiana è conosciuta per la presenza di elementi fascisti nei
suoi quadri, e sembra privilegiare le azioni contro Zingari ed immigrati. Quando
sono stato a Milano qualche anno fa, mi ricordo che nei bar girava parecchia
cocaina, ma dubito che chi la spacciasse facesse parte di gruppi a rischio:
erano tutti italiani che lavoravano in banca, studi legali e altre rispettabili
professioni.
by Ian at July 10, 2005 06:25 PM
Di Fabrizio (del 13/07/2005 @ 16:56:41, in media, visitato 1908 volte)
Non c'entra proprio niente, ma visto la minaccia delle ultime righe: Se qualcuno dei protagonisti si sentisse in qualche modo offeso o calunniato, me lo comunichi e sarà mia premura rimuovere tutto ‘sto popò di roba, con la velocità di un razzo nel culo. preferisco metterlo in dispensa, si sa mai che venga utile...
Da: broonotipresentosally
Praticamente ci sono questi due che improvvisamente si sono innamorati e si sono sposati.
Che poi “improvvisamente” è una parola che caratterizza più di una tappa della loro vita.
A lei, per esempio, improvvisamente un giorno sono cresciute le tette.
Lui, per esempio, improvvisamente un giorno è arrivato al 20% della RCS.
Analogia?
Diciamo che la RCS, in Italia, può essere rappresentata come le gigantesche tette di una gran gnocca chiamata politica finanziaria.
Un passaggio obbligato, insomma, per ogni uomo che vuole arrivare a triangoli di potere ben più allettanti.
Triangoli di potere, cosa avete capito, si intende potere economico-potere dell’informazione-potere politico.
Praticamente lei fino a ieri era Poppea nella nota fiction, oggi fa la produttrice di film.
Ma lei parcheggiamola un attimo qui accanto, che tanto dove la metti sta.
L’ultima volta che le notizie diedero il nome di qualcuno interessato a scalare la RCS, fecero il nome del cavaliere.
Un paio di anni fa.
Ma alla RCS, che non sono cretini, vennero sollevati immediatamente gli impenetrabili scudi del patto sindacale, rimandandolo a casa con tanti saluti.
Il cavaliere, che esattamente come quelli della RCS certo non è cretino, capì che lui quel patto non solo non l’avrebbe mai potuto superare, ma soprattutto, se avesse insistito, l’avrebbe visto trasformarsi nella sua condanna al tracollo.
Il patto sindacale, per capirci, è un meccanismo che mette al riparo gli azionisti già proprietari di quote, dagli eventuali attacchi di quelli che improvvisamente decidono di tentare di acquistare la maggioranza della proprietà di un’azienda quotata.
Chi sottoscrive quel patto, detiene (sommando le reciproche quote) la maggioranza, e se vuole può lasciare che chiunque arrivi a comprarsi fino al 49% delle quote senza dire nulla, impedendogli però di comprarsi il restante 2%, facendo in modo che chi si è comprato quel 49% si ritrovi con una quantità allucinante di soldi da sborsare, una quantità esorbitante di azioni, ma potere zero nello stesso momento.
Niente di più di un serbatoio di soldi senza potere decisionale, insomma.
Il cavaliere questo lo sapeva benissimo, e dato che a lui la RCS interessava non certo per mettere da parte qualche soldino, ci ha provato, ha capito che mezza finanza italiana ne avrebbe approfittato per fargli pagare qualche vecchia incazzatura da lui procurata, e ha detto “Grazie e arrivederci”.
Se il suo interesse verso la RCS può essere considerato, a memoria d’uomo, l’unica impresa che ha mollato alla prima difficoltà, senza nemmeno provare a cambiare qualche legge, un motivo ci sarà.
Anche lui che tutto può, del resto, sapeva benissimo che sul muro Consob ci avrebbe sbattuto rovinosamente il plastico naso.
Dal nulla, qualche mese fa, spunta tale Ri*ucci.
Uno che nessuno aveva mai sentito nominare, si ritrova improvvisamente con il 20% della RCS in tasca.
Il 20% della RCS, per capirci, equivale a qualche centinaio di milioni di euro.
Ma vogliamo fermarci qui?
Ma noooo.
Lui annuncia che vuole arrivare ben più in alto, ad una percentuale per ottenere la quale, si stima, dovrà movimentare tra i 5 e i 6 miliardi di euro.
Cioè, non lui.
Le banche che gli forniscono il credito.
Ri*ucci.
Che se il nome non ricordasse incredibilmente il RItorno di Cuccia, …vabbè…niente.
Qualcuno l’aveva mai sentito nominare?
Ora le banche gli garantiscono migliaia di miliardi di prestiti.
Assolutamente solo sulla fiducia, visto che se la Consob lo dovesse veramente costringere a lanciare l’opa, tutti insieme gli azionisti potrebbero metterlo nella merda.
Ma le banche lo sanno che gli italiani si cagano sotto e vogliono capitalizzare al volo ad ogni occasione propizia, e quindi gli dicono “vai caro e fai il prezzo che vuoi, noi copriamo, tanto quelli mollano”
Del resto, perché pensare di non dar crediti per migliaia di miliardi ad uno che fino a ieri costruiva case e oggi vuole la RCS?
Ma no, non sto parlando del Cavaliere.
Sempre di Ri*ucci.
Come “Ri*ucci chi?”
Quello che si è sposato ieri con Anna Palchi, non avete visto i telegiornali?
Ora, succede che tutti improvvisamente si sono visti spuntare questo qui e mezza finanza italiana si sta chiedendo chi cazzo ci sia dietro di lui, visto che pure un bambino sa che nessuna banca ti da 10 euro se non sei figlio di un banchiere, figuriamoci migliaia di miliardi ad uno sconosciuto, ma soprattutto tutti si stanno chiedendo come mai uno che costruiva case oggi vuole la RCS.
Adesso riprendiamo un attimo la neo-mogliettina parcheggiata poco fa.
Tanto, come dicevo, è lì ferma e buona.
Perché anche a Poppea, le banche, improvvisamente hanno deciso di dare crediti impensabili per chiunque sia proprietario di imperi aziendali, figuriamoci per una che si presenta con un curriculum stampato su dodici fogli patinati divisi per mesi dell’anno.
Oggi, improvvisamente (che bella parola), la lupa de noartri fa la produttrice di film.
Per chi non mastica di ruoli del mondo dello spettacolo, il produttore è quello che ci mette i soldi.
Cioè, non lei.
Le banche che le forniscono il credito.
Cosa chiedono come garanzia le banche che forniscono i soldi per produrre film?
Magari qualche film prodotto precedentemente, di successo?
Non ne ha.
Magari qualche partecipazione personale in ruoli di primo piano in film che hanno sbancato al botteghino?
Non ne ha.
E allora come può garantire alla banca che il film avrà successo?
Ri-parcheggiamola un attimo, che tanto sta lì tanto quanto prima.
Perché un film abbia successo, servono due requisiti fondamentali.
La promozione e la distribuzione.
In Italia, si sa, il cinema “povero” è stato azzoppato se non addirittura messo in ginocchio, dopo che l’intera catena di distribuzione è finita nelle mani di una nota azienda italiana, che è proprietaria di quasi tutte le sale, nelle quali piazza per settimane intere quasi esclusivamente i film prodotti da se stessa o film di bassa qualità ma di sicuro incasso, spesso americani, per poi spostarli dopo ormai pochi mesi nell’altrettanto nota catena di videoteche.
Per un’assoluta involontaria catena di coincidenze, capita che quella stessa azienda sia la proprietaria di tutti quei canali (tv) attraverso i quali i film vengono “promozionati” attraverso martellanti trailer a tutte le ore.
Il percorso è studiato ben bene.
Si pubblicizzano solo certi film, solo quelli vengono messi nelle sale, solo quelli la gente va a vedere, solo quelli fanno soldi a palate.
Riprendiamo la parcheggiata e avviamoci verso la fine della storia.
Se tu sei Poppea e chiedi qualche milione di euro per fare una cosa che non hai mai fatto, come minimo la banca, dopo essersi fatta una risata, ti da comunque la possibilità, magari chiamando anche gli altri colleghi perché questa proprio non se la devono perdere, di spiegare in base a quale assurdo ragionamento dovrebbero pensare che il tuo film avrà successo e di conseguenza loro riavranno i loro soldi indietro con tanti interessi e grazie.
Semplice.
Basta che tu spieghi con una certa sicurezza che qualsiasi cagata tu deciderai di produrre, nelle sale ci arriverà, verrà distribuito senza nemmeno batter ciglio e arrivando nelle principali sale italiane probabilmente sotto natale, farà anche i soldi promessi.
“Eh si, ma lei come fa ad essere certa che il suo film verrà distribuito in tutte le principali sale?” chiede il direttore della banca.
“Ma signori, sono la moglie di Ri*ucci”
“E Ri*ucci chi sarebbe?”
“Quello che sta scalando la RCS”
“E la RCS cosa sarebbe?”
“Il Corriere della Sera che tanto interessava al Cavaliere”
“E il cavaliere chi sarebbe?”
“Il proprietario di quasi tutte le sale cinematografiche italiane”
“E lei cosa fa nella vita?”
“Da poco produco film di sicuro successo”
Fine del teorema.
Riassunto?
Se il primo film della Palchi avrà il logo Medusa Film, dietro Ri*ucci c’è il cavaliere.
Vah che razza di dono di nozze è riuscita a ottenere.
Tutto questo è frutto solo di un mio ragionamento personale.
Non ha basi fondate.
Non proviene da documentazioni di alcun genere.
È una pura e semplice storia inventata da me e non vuole esprimere giudizi personali su nessuno nei citati, ma solo analizzare una storia che è già pubblica, sotto l’aspetto “possibili relazioni affaristiche” e costituisce puro e semplice esercizio.
Se qualcuno dei protagonisti si sentisse in qualche modo offeso o calunniato, me lo comunichi e sarà mia premura rimuovere tutto ‘sto popò di roba, con la velocità di un razzo nel culo.
Di Fabrizio (del 11/07/2005 @ 15:06:39, in media, visitato 5643 volte)
Nel nostro villaggio virtuale, mancava un cinema (forse è meglio un'arena all'aperto).
Su Zingari in Carrozza, ho scritto abbastanza, non vorrei insistere. Continuo a cercare volontari che mi diano una mano con associazioni, parrocchie, sale di proiezione, scuole, centri sociali, perché si organizzino proiezioni pubbliche.
Alcuni strumenti a disposizione: Dalle pagine di ViviMilano, ha scaricato due brevi trailer:
- 56k - ADSL
- 56k - ADSL
che intanto potete riprodurre su computer (necessitano di Real Player, scaricabile gratuitamente da QUI).
Se qualcuno volesse, c'è anche un piccolo comunicato stampa (una pagina) in formato .DOC o .PDF
...buona visione
Di Fabrizio (del 26/06/2005 @ 08:07:21, in media, visitato 3893 volte)
Le polemiche sullo sgombero dei villaggi di Dale Farm e di Hovefield hanno risvegliato l'attenzione del Sun, il tabloid più venduto nel Regno Unito.
Scrive Dzeno che da una parte, il giornale sta caldeggiando da prima delle elezioni "lo sgombero delle aree di sosta", dall'altra ammonisce i propri lettori di "stare attenti perché gruppi di Zingari e Viaggianti sgomberati in precedenza, potrebbero stabilirsi nelle loro vicinanze".
Da tempo la campagna stampa del Sun contro gli Zingari ha abbandonato ogni parvenza di razionalità, per mutarsi in un vero e proprio incitamento all'odio razziale.
Mischiando la situazione dei Nomadi e Viaggianti locali con quella degli Zingari provenienti dall'estero, lo scorso 23 giugno il Sun ha pubblicato un articolo su di un'area vicino a Cheltenham, invasa da una banda di 50 Zingari provenienti dalla Francia, paventando che altre centinaia di Zingari sarebbero in procinto di arrivare dal continente.
Settimana scorsa, aveva rispolverato vecchi articoli della primavera 2004, al tempo dell'allargamento a Est della Comunità Europea. Nell'articolo si accennava a Zingari disoccupati della Slovacchia, pagati dalle autorità per emigrare in Gran Bretagna. Le autorità slovacche hanno prontamente smentito di aver mai adottato una simile politica o di volerlo fare in futuro. Aggiungendo che il trend migratorio verso la Gran Bretagna è rimasto stabile in quest'ultimo anno.
L'idea di finanziare i viaggi dei Rom disoccupati verso paesi in cerca di lavoratori, era stata ventilata anni fa nella città carbonifera di Ostrava (repubblica Ceca), in crisi occupazionale, ma non si era mai tradotta in realtà.
Di Fabrizio (del 21/06/2005 @ 22:40:47, in media, visitato 2074 volte)
Da David Altheer A febbraio 2006 si terrà il primo festival di Londra del cinema Rom. La programmazione dovrebbe durare due settimane e coinvolgere sei sale cinematografiche. Il comitato promotore include oltre al giornalista David Altheer, alcune donne Rom residenti a Londra, un programmatore e un coordinatore.. Il festival si propone di presentare la forza della ciltura rom nelle sue diverse forme. Chi volesse presentare propri lavori, contatti urgentemente David Altheer. Saranno ovviamente benvenuti i contributi dei registi di origine Rom. I film in lingua straniera, devono essere sottotitolati in inglese.
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