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Gli Zingari fanno ancora paura?

La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 16/12/2006 @ 10:04:04, in Europa, visitato 1882 volte)
A Bucarest si stanno festeggiando i 10 anni della nascita di Parada, la scuola di clown di Miloud. Ripropongo un'intervista effettuata qualche anno fa, durante una tournee a Milano:

Premessa tratta dalla presentazione in italiano del progetto (a cura di COOPI)

A seguito della grave crisi economica e sociale attraversata dalla Romania all’inizio degli anni Novanta dopo la caduta del regime di Ceasescu, migliaia di bambini e di ragazzi sono scappati dalle loro famiglie o dagli orfanotrofi finendo sulle strade di Bucarest e del resto del paese, esposti alla solitudine, alla violenza e alla povertà assoluta. Nel 1992 il clown francese Miloud Oukili li ha incontrati nei canali sotterranei della capitale dove si rifugiavano la notte per sfuggire al freddo e alla pioggia.

Da allora Miloud non li ha più lasciati: li ha conquistati con arti del circo e attraverso la creazione della Fondazione Parada ha offerto loro assistenza medica, sostegno psicologico e un tetto…

Il centro diurno  accoglie regolarmente centinaia di bambini e di giovani provenienti da diversi paesi della Romania ed è diventato un punto di riferimento importante per la città. Al suo interno si svolgono laboratori teatrali, atelier di clownerie, giocoleria e acrobazia.

Gli educatori inoltre forniscono ai ragazzi supporto psicologico e propongono corsi di formazione scolastica e professionale.

Due équipe di educatori incontrano quotidianamente i ragazzi che ancora vivono sulla strada offrendo loro ascolto, assistenza e un’opportunità educativa.

Negli appartamenti sociali i ragazzi che hanno scelto di abbandonare la strada possono organizzare la propria vita con regolarità, mantenendo la propria autonomia e seguendo progetti personalizzati concordati con gli educatori.

  

Interviste di Marta Rabbiosi e Fabrizio Casavola al termine dello spettacolo di sabato 20 marzo a ASSOCIAZIONE COLORE via Moncucco 29, MILANO

Zamfir Mia

Da quanto conosci Parada?

Da 12 anni sono col gruppo Parada. Allora vivevo per strada e ci siamo conosciuti lì. C’era una casa, era di Terres des Hommes, che ospitava bambini che vivevano in strada. Andavamo lì la mattina per fare teatro e disegno. Più  tardi, ho conosciuto Miloud, che stava con noi tutto il giorno, ma con noi allora non faceva il pagliaccio – questo l’ho capito solo quando abbiamo cominciato a fare spettacoli. Adesso quella casa è stata chiusa dalla polizia, c’erano problemi con i vicini che vedevano tutti quei ragazzi che andavano avanti e indietro.

Io adesso lavoro con Parada e con un gruppo di francesi ho fatto un giornalino.

Sembra una rivista per ragazzi

No, nessun ragazzo comprerebbe un giornalino fatto e venduto da ragazzi di strada! Viene venduto agli adulti in abbonamento. Ci sono alcune cose che sembrano per bambini: qui si parla di Mowgli e del libro della giungla, perché anche lui era stato abbandonato e ha vissuto come un animale. Qui invece uno di noi parla di religione, lui si chiama Costantin, ve lo traduco: “Se non c’era Dio, non c’ero neanch’io… se Adamo ed Eva non avessero fatto peccato, non ci sarebbe stato nessuno di noi…” E poi c’è un mio articolo, dove su un foglio quello che faccio adesso e sull’altro ci sono le foto di com’ero prima.

Se volete riceverlo, richiedetelo a:

Echipa “Strada

Strada Jului, nr. 37

sect. 1 Bucuresti

0742 330392 stradaziar@poste.net

In questi 12 anni la situazione a Bucarest è cambiata?

Credo che i ragazzi per strada stiano aumentando, ma la polizia li va a prendere e li riporta alle famiglie o li rinchiude in carcere molto più di prima. Probabilmente è perché la Romania sta per entrare nella NATO. I canali di Bucarest sono stati sigillati, perché erano il rifugio preferito dei ragazzi di strada e di chi li usava per nascondere la refurtiva.

Qualcosa di importante è cambiato con Miloud. Vedete, io adesso sto facendo questa intervista, ma anche quando vivevo per la strada mi ricordo che si parlava molto di noi, tutti facevano solo parole!  C’erano i giornalisti che ci cercavano e ci facevano parlare, ma poi tutto rimaneva come prima. Miloud invece, lui diceva una cosa e la faceva.  Così ci ha dato da mangiare!

 Dove sei stata con Parada?

In Francia a Bordeaux e poi a Milano. Ogni tour dura un mese. L’Italia l’ho vista molto, ma non mi ricordo tutti i paesi.

Da 12 anni fai teatro e ce l’hai nel sangue. Vorresti continuare o fare qualcos’altro?

Devo dire che in questi 12 anni, ogni tanto ho lasciato Parada e magari sono tornata alla vita di prima. Io sono così. Adesso vorrei lavorare anche con altre compagnie. Miloud lo sa. Ormai sono grande e se potessi lascerei lo spazio agli altri. Magari, iniziare io a lavorare coi bambini.

Cosa studiate a Bucarest?

Studiamo circo e teatro. Parliamo di com’era la nostra vita. I bambini imparano anche a leggere e a scrivere.

Ad aprile, ci sarà un nuovo centro con gli spazi per i laboratori teatrali e la scuola, ed ufficio per l’assistenza legale e per fare i documenti.

 

Daniel Porcescu

Tu nello spettacolo facevi anche il fachiro. Ci spieghi come si fa?

Mah… E’ una questione di concentrazione. Bisogna stare attenti…

Sei anche uno dei più vecchi di questo gruppo

Ho 28 anni. Io, Corinne e Rafael siamo tra i più vecchi. Sono con Parada da 4 anni, ma ho conosciuto Miloud quasi 12 anni fa.

Ho conosciuto solo mio padre, ma in quel periodo lo frequentavo poco ed ero sempre per la strada, non mi drogavo – non l’ho mai fatto, ma avevo bisogno di aiuto e così mi hanno trovato.

Dodici anni fa c’era un'altra organizzazione, Terres des Hommes e Miloud vi lavorava come volontario.

Cosa ti ha attirato di ciò che ti proponevano?

Ci sono diversi tipi di studio: giocoleria, acrobazia, clownerie, piramide, andare sul motociclo.

Comunque, noi andavamo al centro perché si stava tranquilli e sicuri, poi abbiamo iniziato per divertimento e mi ricordo che mi è piaciuto molto.

Ho iniziato con Parada che ero già grande, e da noi chi lavora col circo viene pagato pochissimo, a meno che non si sia dei veri professionisti di un grande circo.

Adesso lavoro come animatore.

Com’è il lavoro dell’animatore?

Da un anno c’è una squadra di tre/quattro persone con una ragazza francese e lavoriamo sulla strada e negli orfanotrofi. Facciamo circo, sport, disegno, ogni tanto andiamo al cinema.

Lo scorso dicembre c’è stata un’iniziativa chiamata “Decembre magique” e siamo andati a fare uno spettacolo negli orfanotrofi.

Ogni giorno usciamo a cercare ragazzi, di solito 2 o 3 ogni giorno.

In questo gruppo che è qua a Milano, ci sono due ragazzi piccoli, di 14 e 16 anni, è da un anno e mezzo che sto lavorando con loro e solo da tre mesi sono usciti dalla strada.

Voglio continuare a fare l’animatore.

Quanti siete in tutto?

Siamo 4 animatori oltre all’animatore francese. Per i ragazzi che frequentano le attività, non saprei essere preciso: non esistono gruppi stabili di ragazzi coinvolti, il loro numero cambia continuamente. Per esempio: un giorno ne troviamo 2 in una piazza, e il giorno dopo magari si sono spostati in un’altra zona, oppure hanno altro da fare e magari riagganciamo qualcuno che avevamo conosciuto un’altra volta.

C’è qualche viaggio che ti ricordi?

Neanch’io ricordo tutti i posti dove siamo stati: le tournee sono molto piene e difficilmente troviamo il tempo di fare qualche visita.

Ho fatto 10 tourneé: 7 in Italia, 2 in Francia e una a Mostar, in Bosnia Herzegovina. Sono stato molto contento di essere andato a Mostar, perché per noi è stato il segno che la guerra fosse veramente finita. Quello di Mostar era un progetto veramente grande, si chiamava “Carovana dell’acqua”, c’erano tante organizzazioni francesi con Miloud, gruppi italiani da Novara, Varese, Torino e circhi professionisti. L’ultimo spettacolo che abbiamo fatto a Mostar, al solito la platea era divisa con i cattolici da una parte e i musulmani dall’altra, ma alla fine applaudivano mischiati tutti assieme.

 

Emil … - assistente sociale del gruppo

Parlate tutti molto bene l’italiano

Sì, la lingua è simile e poi la perfezioniamo nelle tourneé. Inoltre, a Bucarest abbiamo rapporti non solo con i francesi, ma anche con molte organizzazioni italiane, COOPI ad esempio collabora col nostro progetto

Tu sei arrivato a Parada in un’altra maniera…

Non vengo dalla strada, me lo si legge in faccia! Ho studiato a Bucarest e come tutti cercavo qualcosa da fare, però volevo anche occuparmi degli altri in maniera seria.

Ho sentito parlare di Parada, questo gruppo di matti, e sono andato a vedere cosa c’era da fare. E’ stato 5 anni fa e da allora sto con Parada.

Il primo che ho conosciuto è stato Rafael, che oggi faceva il presentatore. Con lui e con gli altri nel tempo quella che all’inizio è un’amicizia spontanea e istintiva, diviene un rapporto vero e profondo, al di là dei ruoli reciproci.

Come si crea il rapporto con i ragazzi?

In realtà, il mio lavoro non ha molto a che fare con l’assistente sociale. Seguo i ragazzi nelle materie scolastiche e nelle uscite, principalmente il mio lavoro è parlare e farli parlare, metterli a confronto in ogni momento del giorno sui problemi che hanno avuto e che vogliono affrontare.

Verso le 7, le 8, raggiungo il centro e c’è da fare sino a mezzanotte, insomma è un lavoro serio e impegnativo.

Adesso disponiamo anche di un caravan, che gira per le strade per dare vestiti e assistenza sociale ai ragazzi abbandonati. La mattina lo adoperiamo per andare a cercare i ragazzi e qualche volta per portarli con noi al centro.

Anche per strada non mi presento come “assistente sociale”, ma chiedo: “chi sei, cosa fai?” e a loro volta mi chiedono chi sono io e cosa voglio da loro. Io gli dico che sono di Parada e non ho bisogno di dire altro, questo nome è conosciuto da tutti i ragazzi di strada. Loro sanno chi siamo e cosa facciamo, quindi se vogliono cominceranno a frequentare il centro. Anche al centro le regole e il lavoro sono chiari: succede anche che qualcuno appena arrivato mi chiede di partire in tournee, e gli dico: prima studia e poi vedremo…

Anche dopo lo spettacolo vi siete ritrovati a discutere

E’ un confronto diverso da quello che dicevo prima. In quel caso parliamo espressamente dello spettacolo che è appena terminato, cosa è andato bene e cosa si può migliorare. Questo pomeriggio è stata una riunione molto lunga.

I ragazzi di strada ci sono solo a Bucarest o anche nelle altre città?

Principalmente a Bucarest. Nelle altre città non è un fenomeno rilevante: di solito i ragazzi abbandonati vivono per un po’ di tempo nei pressi delle stazioni e appena possono raggiungono Bucarest, che vedono come una specie di La Mecca.

Ho sentito che gli altri dicevano che i ragazzi che vivono in strada stanno aumentando: io ho visto alcune statistiche (ma non so quanto siano veritiere) e sembra che invece stiano diminuendo. Anche la situazione sulla chiusura dei canali non è definita: la polizia li chiude per ragioni di sicurezza, ma spesso i ragazzi riescono a riaprire dei passaggi e tornano a rifugiarsi lì. Quello che può essere cambiato negli anni, è che prima i ragazzi di strada sopravvivevano per una specie di spirito di clan, che li univa e in parte serviva a proteggerli da loro stessi e dagli altri, mentre adesso ognuno è abbandonato a se stesso.

C’è qualche ragazzo che ha lasciato Parada per fare altro?

In 8 anni saranno stati una ventina. Manteniamo comunque i rapporti. Tutti hanno scelto un’attività in proprio. La maggior parte lavora nelle costruzioni o nel piccolo commercio, in regola con la legge e i suoi permessi.

Che altro dire? E’ dura, anche se una durezza differente dal vivere per strada.

 

Dopo intervista

·          Con 10 euro al mese finanzi i laboratori di clownerie e giocoleria del centro diurno

·          Con 25 euro al mese finanzi le attività del caravan notturno

·          Con 50 euro al mese contribuisci allo stipendio di un educatore

·          Con 100 euro al mese finanzi una borsa di studio per un ragazzo

 

NUMERO VERDE 800.11.77.55 – c.c. postale 142273 intestato a COOPI – Ragazzi di Bucarest

Tel./Fax 0376 73.00.77 ragazzi.Bucarest@coopi.org

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Di Fabrizio (del 16/12/2006 @ 09:54:15, in Italia, visitato 1980 volte)
Dal Manifesto:

La storia Ferid Sulejmanovic, espulso nel 2000. Ma la Corte europea gli aveva dato ragione
Morte assurda di un rom legale
Era uno degli zingari del campo Casilino, Roma, spediti a Sarajevo. A torto. Ha provato a rientrare da clandestino. E' morto soffocato in un tir
Cinzia Gubbini
Sembra quasi l'ultimo atto di una tragedia. Solo che è tutto vero. Niente palcoscenico, niente applausi finali. Per Ferid Sulejmanovic, il protagonista di questa storia, un'uscita di scena tra i gas tossici sprigionati dall'alluminio ferroso. 
Ferid, 33 anni, rom bosniaco, era stato cacciato sei anni fa dell'Italia, nel corso di un'espulsione di massa che la Corte di Strasburgo ha dichiarato illegale. Il suo cadavere è stato trovato sabato mattina nel cassone di un camion sbarcato al porto di Ancona. Il tir, che trasportava lui e un altro uomo non ancora identificato era partito dal porto di Zara, in Croazia. I due viaggiatori «abusivi» sono stati uccisi dalle esalazioni sprigionate dai lingotti di alluminio, che erano destinati a un'azienda del nord, e dietro cui si erano nascosti. L'inchiesta aperta alla Procura sulla loro morte dovrà anche accertare se quelle sostanze sono consentite. Quando al porto è arrivata l'agenzia regionale non ci ha visto chiaro: nonostante il telone fosse ormai stato alzato da tempo, e la banchina fosse ventilata, ha rilavato un'alta concentrazione di ammoniaca, anidride solforosa e arsina. Ma anche di altre sostanze, al momento ignote, e forse illegali. I due uomini non avevano documenti addosso: nelle tasche dei loro indumenti sono stati trovati soltanto un pacchetto di sigarette e soldi bosniaci. Ma la sorella di Ferid è andata ieri alla polizia di frontiera per riconoscerlo: sapeva che stava per arrivare, che aveva intenzione di infilarsi in un camion per raggiungere l'Italia, da dove era stato cacciato. Considerato illegale, al pari dei gas che lo hanno ucciso.
Solo che l'espulsione di Ferid è particolare. Illegale, anche quella: a dirlo è stata nel 2002 la Corte europea dei diritti dell'uomo. Era l'alba del 3 marzo del 2000 quando polizia e carabinieri arrivarono senza preavviso nei campi rom di Roma Tor de' Cenci e Casilino 700. Furono prelevate 67 persone, tra di loro bambini, donne incinte, anziani e malati. In dodici ore furono portati all'aeroporto e rispediti a Sarajevo, nonostante la maggior parte di loro fosse fuggita dalla guerra, e i bambini fossero nati in Italia e nulla sapevano di quel paese. Manifestazioni, interrogazioni parlamentari, appelli, non servirono a nulla.
Ma chi protestava aveva ragione. La comunità di Sant'Egidio, che seguiva le famiglie di Casilino 700, assistita dall'avvocato romano Nicolò Paoletti, fece ricorso alla Corte europea per i diritti umani, raccogliendo la procura delle persone che riuscirono a rintracciare: quasi tutti avevano trovato riparo nel quartiere di Ilizda, un sobborgo di Sarajevo dove vivono molti rom. Il fotografo Stefano Montesi ricorda il viaggio per intercettare le famiglie espulse: «Vivevano in case diroccate, intorno c'erano cartelli con scritto "attenti alle mine"». Furono messe insieme 16 procure. La Corte fece sapere che il ricorso era ammissibile. Solo allora, era il 2002, il governo si decise a trovare un accordo, pur di evitare una condanna che avrebbe stigmatizzato l'Italia per la violazione di diversi articoli della Convenzione europea: quello che vieta «trattamenti disumani e degradanti», quello che vieta discriminazioni, e quello che assicura il diritto a un ricorso effettivo. E fece tornare i ricorrenti, riconoscendo loro anche un risarcimento economico. 
Ferid Sulejmanovic venne a sapere della «vittoria» solo dopo la sentenza, chiese all'avvocato se potevano rientrare: «Ho studiato a fondo il caso - spiega Paoletti - ma tutti i termini di legge erano ormai scaduti per un ricorso. Certo, una buona amministrazione, preso atto della posizione della Corte, avrebbe dovuto riesaminare tutte le espulsioni. Ma così non è stato». 
Allora Ferid è salito su un camion diretto in Italia. Con lui c'era un altro uomo: al campo rom Casilino 900 dicono che probabilmente si tratta di Tissan Severovic, un altro rom espulso qualche anno fa. Ma il suo corpo ieri non era ancora stato identificato. Anche se - nonostante la questura di Ancona non abbia diffuso dettagli - poco dopo il ritrovamento dei cadaveri le agenzie di stampa hanno informato che «entrambi erano stati espulsi dall'Italia» e che uno dei due aveva precedenti penali. Le notizie corrono, spesso a metà.

Ljuba e Sasha *
Tommaso Di Francesco

Così manco i cani, manco i non umani
muoiono abbruciati nelle trappole
di latta e di fumo a via Gordiani,
tra la memoria e i sassi pasolini.
Qui nell'Eterna. Roma radice di rom...
Unici puri in città ad aspettar futuro,
Ljuba e Sasha di diciassette e sedici
nel fuoco per vivere pronto per morire,
con la creatura negli occhi luminosi
ancora nel bianco della festa, sposi.
Tutto l'amore mio è per voi cenere
per voi deportati, è per voi caduti
nei fili spinati, per caso, dicono
... provate voi per caso a non morire
in otto corpi in quattro metri quadri.
Ad ardere, solo voi amo che ho rincorso
nelle periferie che inghiottono certezze
tra boemie, serbie ed i kosovi, cacciati
e offesi da cronache luride e dagli armati
tra i battimani e i silenzi occidentali.
Adesso che la città vuole sentire voci,
il desiderio che mi resta è sul sorriso
vostro che con me ha in corpo Mauthausen,
a voi rifiuti che nell'addio discarica
l'Ama, sigla del nostro comune disamore. 
Tommaso Di Francesco

* Si è svolto ieri alla periferia di Roma (a Via Gordiani) il funerale dei due giovanissimi sposi, Sasha Traijkovic e Ljuba Mikic, morti bruciati nell'incendio del campo rom dove vivevano, il 2 dicembre scorso.
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Di Fabrizio (del 15/12/2006 @ 22:24:54, in Europa, visitato 1892 volte)
14 dicembre 2006, a Milano tornano gli sgomberi dei Rom, dopo un periodo di relativa calma pre e post elettorale.
Dal sito Amisnet, l'mp3 con l'intervista a Maurizio Pagani, vice-presidente di Opera Nomadi Milano.
Nell'home page, si parla anche della situazione in Slovenia e dell'iniziativa a ricordo di Carlo Cuomo, sulla partecipazione di Rom e Sinti alla Resistenza.
Grazie a Marzia Coronati per la segnalazione.
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Di Fabrizio (del 15/12/2006 @ 13:39:01, in musica e parole, visitato 1777 volte)
*Casa della Carità e Provincia di Milano presentano*
"CANTO LA LINGUA DI TUTTI"
*- SUONI E NARRAZIONI DALLE CULTURE DEL MONDO -*
Spettacolo del *Teatro Officina*
con in gruppi musicali
*MAMAFRICA, TRI MUZIKE, LA BANDA DEL VILLAGGIO SOLIDALE*
e la partecipazione di *MONI OVADIA*
Regia di *Massimo de Vita*
17 DICEMBRE 2006 - ORE 20.30
AL TEATRO DAL VERME
Via San Giovanni Sul Muro, 2 (M1 CAIROLI)
/INGRESSO LIBERO - //fino ad esaurimento posti /*-*

Raccontare con parola e musica un viaggio nel patrimonio di libertà e di pace che connota le diverse culture e religioni è l'intento che ci ha mosso nella costruzione di questo spettacolo interculturale.

La salvaguardia della dignità dell'uomo, il diritto ad una vita serena e positiva, pervadono costantemente sia le tre grandi religioni monoteistiche (ebraismo, cristianesimo, islamismo) che le laiche Costituzioni dei Paesi democratici. In questo orizzonte comune, si accende il dialogo fra le diverse culture e ogni popolo porta il suo contributo di storia, i suoi dolori e le sue speranze di liberazione.

Un cristianesimo che riflette su se stesso, messo in campo attraverso le parole di David Maria Turoldo e di Giovanni XXIII, è il contributo che il Teatro Officina - attraverso i suoi attori - pone sul tavolo di un fraterno convivio. A questa medesima tavola, che è luogo concreto di accoglienza e di condivisione, convergono l'intensa espressività corporea dei Mamafrica, il fascino delle musiche mediterranee dei Tri Muzike (arricchite dalla voce del palestinese Faisal Taher), i suoni gioiosi e struggenti dei fratelli Rom della Banda del Villaggio Solidale (straordinaria esperienza - nata in Casa della carità - di valorizzazione di un popolo a lungo perseguitato ed emarginato) e, ospite prezioso, l'amico Moni Ovadia, che offrirà il suo contributo dando corpo e voce alla cultura ebraica.
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Di Fabrizio (del 15/12/2006 @ 09:55:37, in casa, visitato 1719 volte)

L’Alleanza Internazionale degli Abitanti ha lanciato un concorso internazionale aperto a tutti coloro che hanno talento nel design e vorrebbero contribuire come volontari nella lotta per il diritto alla casa senza confini.
Lo scopo di questo concorso è di creare un Logo ufficiale che sarà utilizzato come segno distintivo della “Campagna Sfratti Zero - IAI”.
Questo Logo sarà il simbolo identificativo di coloro che lottano per il diritto alla casa senza confini, rafforzando così la loro visibilità e i loro obiettivi.
Il Logo sarà ufficialmente presentato durante il World Social Forum (Nairobi, 20-25 Gennaio 2007) per lanciarlo e diffonderlo a livello mondiale.

Scadenza per la presentazione: 23 Novembre- 23 Dicembre 2006

>>> Inviate liberamente le vostre proposte per e-mail a info@ habitants.org!

>>> Più informazioni cliccando qui (pdf)

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Di Fabrizio (del 14/12/2006 @ 09:15:19, in Europa, visitato 2098 volte)

Da Czech_Roma

 

Ostrava, Praga – 8 Dicembre 2006 L'inaugurazione della mostra intitolata Il Mondo attraverso gli Occhi delle Vittime di Sterilizzazione Forzata (ha avuto) luogo lunedì 11 dicembre alle 16:00 nell'atrio della Camera dei Deputati della Repubblica Ceca, col supporto finanziario dell'Ambasciata USA. L'esposizione si terrà sino al 18 dicembre 2006, sotto gli auspici della Palamentare Kateřina Jacques.

Le foto catturano i sentimenti delle vittime di sterilizzazione forzata come loro si percepiscono. Scopo dell'esposizione è ricordare al pubblico che [..] sono donne in carne ed ossa quelle che hanno citato in tribunale gli ospedali cechi, donne in carne ed ossa, con una differenza significativa - la loro integrità fisica e psicologica è stata violata dagli interventi medici illegali.

"Una donna, che non può generare, non si riconosce nello stesso modo di una donna che può compiere questo atto unico e di valore," dice Elena Gorolová, membro del Gruppo di Donne Vittime della Sterilizzazione.

La collezione di 21 fotografie è già stata mostrata nelle città di Brno e Ostrava. I visitatori della Libreria Municipale di Ostrava hanno avuto l'opportunità di vedere la mostra dal 2 al 31 ottobre, e quelli di Brno dal 17 agosto alla fine di settembre presso il Museo di Cultura Romani, in occasione della presentazione del rapporto di Elena Gorolová al Comitato ONU per l'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione Contro le Donne (CEDAW).

Dopo il successo di Brno e Ostrava, le fotografie arrivano ora alla Camera dei Deputati. Lo scopo è ricordare ai politici cechi che gli strascichi della sterilizzazione forzata continuano tuttora perché gli alti funzionari del governo non hanno preso le distanze dall'accaduto. Questo nonostante che il Difensore Pubblico dei Diritti (Ombudsman)  abbia chiaramente espresso la propria opinione nel dicembre 2005: "... Ritengo che il problema delle sterilizzazione nella Repubblica Ceca esista e sia compito della società prenderne conto."

Inoltre il 25 agosto 206, il CEDAW ha chiesto al Governo ceco di accogliere le raccomandazioni dell'Ombudsman [...] e di attuare un'apposita legislazione. Inoltre il CEDAW chiede al Governo di creare meccanismi per il risarcimento delle vittime di sterilizzazione forzata e per scoraggiare questa pratica nel futuro.

Durante l'inaugurazione [...] hanno preso la parola membri del Gruppo di Donne Vittime della Sterilizzazione. C'è inoltre stato il tempo di presentare, attivisti nel campo dei diritti umani, diritti dei Rom e diritti femminili, nella discussione a cui hanno partecipato anche dei Parlamentari.

Scopo della discussione è stata l'illustrazione dell'illegalità delle sterilizzazioni, ottenuta senza il consenso dei pazienti. Soltanto una comunicazione intensiva e a lungo termine tra tutte le parti interessate può gradualmente arrivare ai legislatori, perché ci siano scuse pubbliche del Governo e venga scritta una legge sul risarcimento.

Questi cambiamenti fondamentali darebbero dalla società civile un chiaro segnale alle richieste delle vittime e ridare loro dignità e giustizia [...]

La mostra di Praga è stata organizzata da Vzájemné soužití  (l'associazione civica Vivere Assieme) sotto gli auspici della Parlamentare Verde Kateřina Jacques, in cooperazione con la Camera dei Deputati [...]

Si ringrazia il Museo di Cultura Romani per aver messo a disposizione le fotografie.

L'associazione Vzájemné soužití è una OnG registrata, non-profit e indipendente dai partiti, attiva a Ostrava dal 1977. Offre consulenza legale sull'esclusione sociale della comunità Rom della regione e creando piattaforme per l'interazione tra comunità Rom e il resto della popolazione. Attraverso il metodo del lavoro di comunità, Vzájemné soužití vuole migliorare le condizioni sociali e di vita delle famiglie bisognose. Le attività si concentrano nell'area dell'educazione umanitaria, consulenza sociale e legale e sui temi della casa e dell'impiego [...] Scopo dell'associazione è il rinforzarsi della mutua fiducia e collaborazione. www.vzajemnesouziti .cz

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Di Sucar Drom (del 13/12/2006 @ 09:47:09, in blog, visitato 1675 volte)

Abruzzo, vinci una stupenda autovettura sostenendo un progetto rom
L'Ente Morale Opera Nomadi Sezione Abruzzo ha promosso una lotteria per sostenere le attività del progetto "l'eufonia della differenza", interventi a favore dei minori rom e delle loro famiglie.
La Sezione Abruzzo mette in palio una stupenda autovettura Kia Picanto Fresh, vedi la foto (benzina, cilindrata cc 1086, accessoriata di: clima, numero due airbaig, ABS, servosterzo, numer ...

Modena, controlli indiscriminati contro le famiglie sinte
Dopo Legnago (VR) anche a Modena le Forze dell'Ordine entrano nelle aree[/] di sosta dei sinti italiani. Sulla cronaca locale si legge: "l'operazione - spiega la Polizia - e' stata attuata anche come azione preventiva per furti e reati contro il patrimonio, n...

La Francia e l'antisemitismo
Si crede di avere scritto tutto il possibile sull'idiozia della specie umana, ma poi succede qualcosa che ci riporta al punto di partenza. Come quello che è successo alla porte St-Cloud a Parigi la notte del 23 novembre scorso.
Dopo il match di football fra il Paris SG e l'Hapoël di Tel Aviv, un centinaio di supporter del Paris SG hanno aspettato i supporter israeliani all'uscita dello stad...

Roma, seminario sul documento del Vaticano a favore dei Sinti e dei Rom
I direttori nazionali della Pastorale per gli Zingari sono riuniti da ieri a Roma per approfondire il documento “Orientamenti per una Pastorale degli Zingari”, al fine di incoraggiarne un’appropriata applicazione. Si tratta del primo documento della Chiesa, nella sua dimensione universale, dedicato a Rom e Sinti, pubblicato dal Pontificio Consiglio per la Pastorale dei Migranti e degli Itineranti...

Castel Goffredo (MN), l'Opera Nomadi denuncia il Comune
Oggi 12 dicembre 2006 sulla prima pagina della Gazzetta di Mantova s’infiamma la vicenda dei “cartelli di divieto di sosta alle carovane dei nomadi”, posti nella segnaletica stradale dal Comune di Castel Goffredo. In questi giorni si sono infatti susseguiti interventi sulla stampa locale.
Nell’articolo di questa mattina i ...

Suspino, un grido per i Rom
Il documentario "Suspino, un grido per i rom" offre uno sguardo sulla persecuzione che affligge la minoranza europea più numerosa e umiliata. Con la caduta del comunismo e il rafforzamento del nazionalismo di destra, i Rom sono diventati il capro espiatorio delle nuove democrazie dell'Est Europa.
A causa di violenti conflitti e discriminazioni, decine di migliaia di Rom dell'Europa Orienta...

Bolzano, u lacio avarpen – un buon lavoro per i Sintipostato da sucardrom [martedi 12 dicembre 2006 ore 16:03:22]
Il 30 novembre 2006 in un'affollata sala si è tenuto a Bolzano il convegno "u lacio avarpen – un buon lavoro per i Sinti". L'evento è stato organizzato dalla Fondazione Odar - Caritas e dall’Azienda dei Servizi Sociali di Bolzano.
Cinque sono stati gli interventi:
- il lavoro di sinti e rom in Europa, resoconto del progetto europeo RomEco, a cura di Zoran Lapov, Università di Fir ...

Ancona, la morte assurda di un Rom
Sembra quasi l'ultimo atto di una tragedia. Solo che è tutto vero. Niente palcoscenico, niente applausi finali. Per Ferid Sulejmanovic, il protagonista di questa storia, un'uscita di scena tra i gas tossici sprigionati dall'alluminio ferroso.
Ferid, 33 anni, rom bosniaco, era stato cacciato sei anni fa dell'Italia, nel corso di un'espulsione di massa che la Corte di Strasburgo ha dichiarato

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Di Fabrizio (del 12/12/2006 @ 09:48:49, in Italia, visitato 1800 volte)

Ultim'ora: Rinviato a data da destinarsi, causa sciopero trasporti di venerdì 15, che bloccherà tutta la metropoli.

Opera Nomadi
Ente Morale (D. P. R. 26/03/70 n. 347)
Presidenza Nazionale
Via di Porta Labicana 59-00185 Roma
tel. 06/44704749
fax 06/49388168

IX° Seminario Nazionale Opera Nomadi
15 e 16 dicembre 2006
"I Rom/Sinti e le Metropoli"

Programma:

15 dicembre
§ Gruppi di lavoro (ore 09:30-19:30)
§ II° Concorso Musicisti di Strada Rom/Sinti (ore 21.30-24:00)
(presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119)

16 dicembre
§ Conclusioni
(ore 09:30-13:00)
(presso Sala Teatro Municipio 3 Comune di Roma, via dei Sabelli 119)
Interviene: Sottosegretario all'Interno On.le Marcella Lucidi

Organizzazione dei 5 Gruppi di lavoro

§ GRUPPO DI LAVORO N. I "HABITAT": "La cultura dell'Abitare"
presso Sede UIL via Cavour 108 (Quartiere Esquilino- pressi Stazione Termini)
Conduttore di gruppo: Massimo Converso (Presidente Nazionale Opera Nomadi)

§ GRUPPO DI LAVORO N. 2 "SCUOLA"
presso Ministero Pubblica Istruzione, via Ippolito Nievo 35 (Quartiere Trastevere) Sala Conferenze "Kirner" I° piano
Conduttori di Gruppo: Dr. Matteo Tallo (Dirigente MPI) , Prof.ssa Renata Paolucci (Responsabile Settore SCUOLA Opera Nomadi Nazionale) Prof. Marco Nieli ( Pres. O.N. Napoli), Ins. Anna Biondani (O.N. Sicilia), Prof.ssa Antonia Dattilo (CSA - MPI Bologna),

§ GRUPPO DI LAVORO N. 3 "LAVORO"
presso Assessorato al Lavoro del Comune di Roma Lungotevere de' Cenci 5, II° piano "Sala Blu" (Quartiere Ebraico)
Conduttore di Gruppo: Aleramo Virgili (Responsabile Sportello Lavoro Rom/Sinti Comune di Roma)

§ GRUPPO Dl LAVORO N. 4 "DIRITTI/MEDIATORI"
presso Comune di Roma - Gruppo Consiliare P.R.C. via delle Vergini, 18
Conduttori di Gruppo: Rag. Giorgio Bezzecchi (Mediatore Rom COMUNE di MILANO), Prof.ssa Bianca Mori La Penna (Responsabili Settore DIRITTI Opera Nomadi
Nazionale)

§ GRUPPO DI LAVORO N. 5 "SANITA'"
Presso Caritas Diocesana -Sala Riunioni- via Marsala, 103 (Stazione Termini)
Conduttore di Gruppo: Dr. Salvatore Geraci (Responsabile Nazionale Area Sanità - CARITAS)

Per qualsiasi informazione ed iscrizione ai diversi gruppi rivolgersi alla
Segreteria Tecnica Nazionale
Tel. 06/44704749
Fax. 06/49388168
operanomadinazional e@virgilio. it

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Di Fabrizio (del 11/12/2006 @ 10:27:59, in Italia, visitato 1983 volte)

CIPES                     AVEN AMENTZA                    SINISTRAROSSOVERDE

 

GIOVEDI  14 DICEMBRE  ORE 20,30

c/o  ARCI BELLEZZA   Via  Bellezza n. 16/a

 

 

PRESENTAZIONE DEL CENTRO DI DOCUMENTAZIONE

 

“CARLO CUOMO”

 

SULL’OLOCAUSTO E LA RESISTENZA IN EUROPA DEI ROM E SINTI

 

                 SERATA   DEDICATA   A   CARLO CUOMO

 

PRESENTAZIONE DEL CENTRO A LUI INTITOLATO, DI DOCUMENTAZIONE SUL PORRAJMOS/SAMUDARIPEN E SULLA PARTECIPAZIONE DI ROM E SINTI ALLA RESISTENZA IN EUROPA

IL MATERIALE E' ATTUALMENTE COSTITUITO DAI DOCUMENTI, IN GRAN PARTE INEDITI, EMERSI DALLA RICERCA AVVIATA, QUASI UN ANNO FA, DALLA NOSTRA ASSOCIAZIONE, E TUTTORA IN CORSO.
AD ESSO CONTIAMO DI AGGIUNGERE SCRITTI E DOCUMENTI DI CARLO RIGUARDANTI ROM E SINTI.

 

Presentano:  
Mario   ABBIEZZI CIPES
Ernesto ROSSI Aven Amentza
Gianfranco PAGLIARULO SinistraRossoverde Lombardia
Giancarlo   MIGLIAVACCA ARCI
Umberto  BLASIMME ANPI Provinciale
   
intervengono  
Francesca  CORSO Assessora Provinciale Milano
Un esponente del  CEDEC

(Centro di documentazione ebraica)

Gianfranco MARIS

ANED

 

 durante la serata saranno consultabili mostre fotografiche e verranno proiettati filmati

verranno esposti i registri  tradotti dei campi di sterminio di Auschwitz-Birkenau e Gries-Bozen

 

La serata sarà conclusa con canti della Resistenza

Aderiscono

     ARCI              ANPI                   FILEF                 CEDEC

 

per info sull'iniziativa, tel 02.48409114, 3338628466, 3403175095 -
cipes.lomb@ fastwebnet.it
meg.rossi@ tin.it

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Di Fabrizio (del 11/12/2006 @ 10:01:20, in Italia, visitato 1966 volte)

Un contributo che arriva da

una riflessione su diritti e sul concetto di minoranza e territorio, che presto farà parte di un libro. Riporto l'inizio, l'articolo completo si può scaricare qui in formato .pdf (10 pagine)

Le popolazioni rom sono una “galassia di minoranze” (Dell’Agnese, Vitale, 2006), non possiedono una stessa storia, né tantomeno condividono una cultura fortemente omogenea, né un’unica religione. E’ difficile stimare quante persone appartengano a questa galassia di minoranze. Si parla di dodici-quindici milioni di persone in tutto il mondo, di cui la maggior parte vive in Europa (dai 7.200.000 ai 8.700.000): il 60-70% nei paesi dell’Est ed il 15-20% in Spagna e Francia. Come sostiene Elena dell’Agnese i rom sono un “mosaico di frammenti etnici”. Non sono una minoranza “territoriale”, ma una “minoranza diffusa”, dispersa e transnazionale. Alla scala transnazionale, questo significa che la non riconducibilità ad una nazione, anche se “Altra”, fa di rom e sinti degli individui privi di cittadinanza, e quindi privi di diritti. Alla scala nazionale, i rom e i sinti acquisiscono diritti de jure esclusivamente come individui, quando sono riconosciuti cittadini di uno stato (e risultano quindi “territorializzati”, almeno a questa scala). Non hanno invece diritti in quanto “minoranza”, perché non sono riconducibili ad una appartenenza territoriale. Per quanto riguarda l’Italia, a dire il vero, la Costituzione non discrimina fra minoranze territoriali e minoranze diffuse; infatti, l’articolo 6 detta che: “La Repubblica tutela con apposite norme le minoranze linguistiche”, senza specificare se siano territoriali, diffuse o addirittura “nuove” (di recente immigrazione). Tuttavia, l’applicazione dell’articolo 6 è stata piuttosto lenta e il dibattito interno ha visto prevalere proprio le posizioni “territorialiste”. La legge 482 del 15 dicembre 1999 “Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche storiche”, infatti, esclude nel dettato le nuove minoranze (che, appunto, non sono “storiche”) e non nomina in alcun modo le comunità rom. Eppure in Italia rom e sinti sono numerosi, fra le 130000 e le 150000 persone, poco più del due per mille dell’intera popolazione italiana (sono dunque più numerosi dei componenti di alcune altre minoranze, anche se rimangono probabilmente “la più bassa percentuale di tutta Europa”). Circa la metà, 70.000 persone, hanno la cittadinanza italiana (giunti in Italia dal 1400 fino al 1950 circa), mentre i restanti 50.000 sono extracomunitari (provenienti soprattutto dalla Jugoslavia e dalla Romania) o in misura minore cittadini comunitari (provenienti dalla Spagna e dalla Francia).

continua

  • Le diverse scale dell’azione pubblica

  • Per una pragmatica del trattamento istituzionale dei rom

  • Bolzano, Firenze e Milano

  • Tabella 1: Opinioni dei rom/sinti sui campi

  • Tabella 2: Preferenze e aspettative

  • Tabella 3: Relazioni con gli abitanti delle zone limitrofe

  • Bibliografia

 

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