Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Desideri, disperazioni e voglia di normalità dalla periferia più periferica.

-

\\ Mahalla : VAI : Europa (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 05/05/2009 @ 09:25:44, in Europa, visitato 1624 volte)

Da Roma_Francais [Di Yenisch (o Jenisch) se ne è già scritto, soprattutto riguardo alle persecuzioni che hanno patito. Qua invece si parla dei loro problemi pratici nella vita di tutti i giorni. Mi interessa anche l'attenzione data ai rapporti non facili con i "nomadi" stranieri, il doversi differenziare da loro per sopravvivere all'ondata di stigmatizzazione che riguarda tutti.  Se alcune affermazioni possono sembrare non condivisibili, teniamo conto che queste difficoltà ci sono anche da noi, ad esempio tra Sinti/Rom italiani e stranieri.]

Da AgriHebdo par Pierre-André Cordonier

Le famiglie Yenisch della Svizzera cercano disperatamente dei posti dove stazionare. Fanno appello agli agricoltori che disporrebbero di terreni.

Gli Yenisch svizzeri, circa 3.500 famiglie o più, che in occasione del ritorno del bel tempo si preparano a levare i campi per esercitare i loro mestieri tradizionali in tutta la Svizzera. Dei nomadi, o piuttosto dei semi-sedentari, svizzeri da secoli, e che soffrono della cattiva reputazione che ha la gente di viaggio presso la popolazione.

Confusione ed amalgami

Succede che Zigani, Rom o Manouche provenienti dalla Francia sbarcano tutti gli anni in Romandia nello stesso periodo. Una concorrenza per gli Yenisch, ma soprattutto molta confusione ed amalgami. I piccoli furtarelli, danni, inciviltà delitti commessi da questi nomadi venuti da fuori aizzano la popolazione che non fa differenze. Risultato, gli Yenisch svizzeri hanno sempre più difficoltà a trovare posti dove accamparsi per proseguire lo stile di vita a cui tengono caramente.

"La situazione ha cominciato a deteriorarsi da una ventina d'anni ed è andata peggiorando. Noi prima eravamo conosciuti e spesso ben accetti, ma oggi abbiamo perso il nostro status svizzero", spiega Francis Kalbermatter. "Da qui la creazione di un'associazione, che ha già un anno, allo scopo di sostenere la ricerca dei luoghi di stazionamento e di offrire una garanzia a terzi, agricoltori, comuni o altri. I membri che contravvengono alle regole in vigore o si rendono colpevoli di delitti sono esclusi dall'associazione, dove le regole sono molto severe.

Domiciliati e viaggianti in Svizzera

Non è che gli Yenisch della Svizzera vogliano stigmatizzare i loro confratelli stranieri. "Abbiamo sovente relazioni di vicinato serene", aggiunge Sylvie Gerzner. Ma gli Yenisch tengono a smarcarsi da questa cattiva reputazione, ereditata malgrado loro. "Noi siamo dei veri Svizzeri, abbiamo comportamenti tipicamente elvetici, come l'igiene e la proprietà. Rispettiamo le regole. E soprattutto, siamo domiciliati in Svizzera. Siamo quindi rintracciabili facilmente e veniamo perseguiti legalmente se commettiamo delle infrazioni. Cosa che sarebbe suicida, dato che siamo soliti tornare ogni anno", intonano in coro i due responsabili. Gli Yenisch svizzeri d'altronde hanno come tradizione di viaggiare solo in Svizzera.

Nessun problema oltre la Sarine (vedi ndr)

Le autorità sono sensibili a questo problema e anche loro cercano delle soluzioni. In tutti i cantoni. Vaud ha sistemato due posti di transito per la gente di viaggio ed i comuni possono proporre luoghi di stazionamento secondo il proprio bisogno, informa Pierrette Roulet-Grin, prefetto del distretto Jura-Nord Vaudois, dal 2000 presidentessa del Gruppo di lavoro Gitans-Vaud (GT-Gitans-VD). Ma questi ultimi non si presentano.

"Noi abbiamo dei comportamenti tipicamente svizzeri"

Ultima speranza: i contadini o proprietari di terreni sono pronti ad affittare puntualmente un lotto. Nella Svizzera tedesca, è così da tempo, senza alcun problema. Christian Stähli, agricoltore di Orges, è uno dei pochi a farlo nella Svizzera romanda e conta circa 4.000 pernottamenti di gente di viaggio all'anno, ha scritto il 16 aprile il 24 Heures Nord vaudois-Broye. La famiglia Mast a Denens accoglie ugualmente degli Yenisch durante sei mesi su 15 aree.

Ritorno per il contadino

"E' un ritorno per i contadini", precisa Francis Kalbermatter, "e stimiamo che noi facciamo la nostra parte: le famiglie yenisch comperano i loro prodotti all'azienda agricola se esiste l'offerta." Lo stesso per la legna, per il mitico e tradizionale fuoco del campo al cadere della notte.

Riferimenti

Per tutte le proposte di messa a disposizione di terreni, contattare Francis Kalbermatter, 1950 Sion 4, CP 4175, tél. 079 347 50 89, francis-kalbermatter@hotmail.com o Sylvie Gerzner, 1462 Yvonand, CP 158, tél. 076 222 2 66, sylvie70g@yahoo.fr

Quanti sono sensibili al mantenimento della cultura degli Yensich svizzeri possono diventare membri-amici di Association Yenisch Suisse con una domanda scritta e firmata al comitato dell'associazione yenisch.suisse@gmail.com Sito ufficiale: www.yenisch-suisse.ch

Per una ricerca su Internet, sono utilizzati diversi termini: Yenisch, Yenische, Yenich, Jenisch, Jenische, ecc.

Blog: http://yeniche1969.skyrock.com/

 
Di Fabrizio (del 04/05/2009 @ 09:31:02, in Europa, visitato 2291 volte)

Da Bulgarian_Roma

30 aprile 2009 FOCUS News Agency

Sofia - La Bulgaria è tra i paesi dove la minoranza rom si sente meno discriminata, lo rivela un'indagine UE sui diritti delle minoranze. Secondo quanto riportato, soltanto il 26% dei Rom in Bulgaria si sente vittima di discriminazione. La Bulgaria viene seconda nella lista dei paesi più tolleranti, subito dopo la Romania, dove il 25% dei Rom dice di essere discriminato.

La ricerca coinvolge sette stati membri UE - Bulgaria, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria. La Repubblica Ceca è riportata come la meno tollerante verso la propria popolazione rom, dato che il 64% dice che i propri diritti non sono osservati.

 
Di Fabrizio (del 01/05/2009 @ 09:39:15, in Europa, visitato 1767 volte)

Da Polska_Roma

La minoranza invisibile

I Rom sono in una quantità poco nota in Polonia. Gli stereotipi abbondano, ma la comunità rom - stimata in 40.000 unità - si è in qualche modo integrata nella società polacca. Quindi dove finiscono gli stereotipi ed inizia la verità?

Un rapporto pubblicato dall'Agenzia dell'Unione Europea per i Diritti Fondamentali (FRA) valuta il modo in cui i membri della comunità rom sono trattati nella regione CEE. Il rapporto fa luce sullo stato della discriminazione contro la minoranza nella regione - una questione che pochi vogliono affrontare attivamente.

La ricerca per il rapporto è stata condotta a maggio-luglio 2008. Circa il 60% dei Rom in Polonia ha risposto "sì" alla domanda "Hai subito discriminazioni nei 12 mesi passati?" Le aree della vita quotidiana in cui si sentono discriminati includono il posto di lavoro, "al caffè, al ristorante o al bar," e "dal personale sanitario".

Uno dei principali problemi è che i membri della comunità rom sono stereotipati come ladri o mendicanti. "Stereotipare è molto comune in tutte le società. La verità è che non c'è stata nessuna adeguata compagnia governativa per combattere questo modo di pensare in Polonia", ha raccontato Aleksandra Amal El-Maaytah, di Amnesty International Polonia, a WBJ.pl

Circolo vizioso

Il fatto che Rom e non-Rom vivano in quartieri separati e frequentino differenti istituzioni dell'istruzione, rende le cose più ingarbugliate. "La segregazione avviene -naturalmente-, per così dire, ma porta ad ulteriori problemi con la [mancanza di] integrazione con la comunità non-Rom. Molti conoscono i Rom soltanto dalla musica e dai festival di danza o dalla strada," commenta Amal El-Maaytah.

Questo, dice l'esperta, porta alla discriminazione, specialmente verso le generazioni più giovani. "Essendo discriminati nella scuola, molti Rom non ricevono l'istruzione che meritano. Più avanti avranno [meno] possibilità di ottenere un impiego. Essere senza impiego significa non avere accesso alla sanità e alla casa, ecc. E' un circolo vizioso."

Nonostante tutto ciò, Roman Chojnacki, presidente dell'Associazione dei Rom Polacchi a Szczecinek, ritiene che la comunità romanì in Polonia, che è stimata in 40.000 membri, sia più apprezzata delle comunità di altri paesi, ma che "ciò non significa che tutto sia OK".

In un rapporto dell'anno scorso per il Forum Europeo dei Rom e Viaggianti, un'organizzazione internazionale rom, Chojnacki scrisse che infuria un accalorato dibattito sulla chiusura delle cosiddette "classi romani" nel sistema educativo polacco.

"Gli esperti e una gran parte della società romanì sono convinti che non c'è utilità nell'impiego di classi separate," dice Chojnacki. Se queste classi fossero rimosse, sia Rom che non-Rom sarebbero in grado di integrarsi meglio, e si spera così che si ridurrebbe la discriminazione.

Soltanto criminali?

I membri della comunità rom lottano spesso con lo stereotipo di essere coinvolti in attività criminali. "Nonostante i nostri sforzi, i mass media, quando [riportano dei] crimini commessi, rivelano ancora la nazionalità degli esecutori, cosa proibita dalla legge", dice Chojnacki. Aggiunge che questo approccio costruisce un ulteriore pregiudizio verso il popolo rom.

Inoltre, quando sono loro vittime di un crimine, I Rom difficilmente cercano aiuto dalla polizia. Secondo il rapporto FRA, circa il 33% degli intervistati ha lamentato di essere stato vittima di crimini nei precedenti 12 mesi. La maggior parte dei Rom - circa i tre quarti - che sono stati vittima di crimini come minacce, assalti o "serie molestie" non li hanno denunciati alle autorità.

"Molti Rom ritengono che non c'è motivo di riportare atti di violenza alla polizia," dice Amal El-Maaytah, "perché non affronterebbero il caso in maniera adeguata. D'altra parte, senza portare a consocenza delle autorità i casi di discriminazione, [le autorità] ... non possono fare molto."

From Warsaw Business Journal by Roberto Galea

 
Di Fabrizio (del 30/04/2009 @ 09:47:38, in Europa, visitato 2239 volte)

Da Roma_Francais

Marsiglia
Chkamebo?
Una testimonianza che fa vergognare...
Chkamebo?

In Kosovo, come in tutti i paesi abbonati alle grandi tragedie, c'è sempre una parola per significare l'assurdo. In albanese, si può dire Chkamebo?, che significa "Che si può fare?" La prima volta che ho sentito questa parola, era nel 2003 in un Kosovo che iniziava a sollevarsi dalla guerra. Abnora, una piccola bambina di otto anni il cui padre era sparito dopo un'incursione effettuata dalle truppe paramilitari serbe, il fratello ucciso da un colpo in testa ed il cugino trovato in fondo ad un pozzo, aveva terminato questo elenco con la parola: Chkamebo?

La seconda volta, è stato ieri a Marsiglia, dalla bocca di questo padre di famiglia rom d'origine kosovara, venuto in Francia per chiedere asilo e gettato col resto della sua famiglia, come un pacchetto di biancheria sporca dinanzi alla porta del Centro di Cure di Médecins du Monde (MDM), dai camion del servizio sociale (Service d'aide médicale d'urgence SAMU). Ennesimo episodio di una serie che ci riguarda da dieci giorni.

Da qualche mese, la famiglia di origine rom, composta da 22 persone di cui 15 bambini, è fuggita dal Kosovo e dalle persecuzioni per venire in Francia, attraverso una parte dell'Europa, stipata su un camion barcollante ed è arrivata in Ungheria dove hanno chiesto loro, conformemente alle convenzioni di Dublino, che depositassero una domanda d'asilo, domanda che fu in seguito rigettata.

Sono allora ripartiti su un vecchio camion traballante in direzione della Francia, questa terra ancora ingiustamente conosciuta per il suo rispetto dei "diritti dell'Uomo".

Presso Aix en Provence, sono stati fermati dalla polizia che sequestra l'autocarro, piazza i suoi uomini di guardia prima di rilasciarli muniti di un decreto di ricondotta alla frontiera, senza spiegare loro che potevano fare ricorso entro 48 ore. I figli di età tra i 16 mesi e i 15 anni furono nel frattempo rinchiusi in un pensionato separatamente e senza la loro madre. Pensionato da cui fuggirono per ripartire in famiglia in direzione di Marsiglia.

Venerdì 10 aprile, sono quindi 22 persone di cui 15 minori per la maggior parte molto giovani e due adolescenti che, dopo una notte passata sul cemento, aspettavano davanti al centro di Médecins du Monde a Marsiglia per "chiedere asilo". Non hanno capito che il rifiuto dell'Ungheria voleva dire l'ennesimo rifiuto in tutti gli altri stati europei. Ma nessuno si era preso la pena di spiegarglielo.

Neanche sapevano che MDM non gestisce le domande d'asilo. MDM è un'organizzazione medicale che realizza cure. Cure per i "sans papier", cure per i "senza diritti", per chi non ha nessun'altra possibilità di riceverne se non lo facciamo noi. Cure per quelli che hanno la sfortuna di nascere altrove e la cattiva idea di pensare che possono trovare una protezione in Europa.

Cominciamo quindi con quello che sappiamo fare e che è la nostra missione: curarli, in particolare i bambini, di 11 mesi, 2, 4, 6. e 8 anni, che dopo settimane di notti all'aperto soffrono di esaurimento, rinofaringiti acute, bronchiti e otiti.

Alle 16.00, un alloggio d'urgenza è finalmente proposto per il fine settimana di Pasqua, fine settimana in cui due dei bambini più piccoli saranno ospedalizzati d'urgenza. E' l'inizio di una lunga settimana di negoziati per trovare una soluzione d'alloggio fino a quando il loro ritorno sia organizzato perché è la sola alternativa che si offre loro.

Allora, venerdì 18 aprile apertura del CASO. I camion di SAMU senza una parola ci lasciano 15 minori e 7 adulti davanti alla porta, obbligandoci una volta di più ad assumerci una missione che non è la nostra, ma la loro, oltre a quelle accumulate delle autorità responsabili, cioè la prefettura, il Consiglio Generale, la DASS (DIRECTION DES AFFAIRES SANITAIRES ET SOCIALES).

Tutti mostrano una bella unanimità nel loro rifiuto di garantire un tetto a queste famiglie. Gli uni hanno come pretesto che i bambini "non sono maltrattati dai genitori", gli altri che sono "senza documenti" o "accompagnati dai loro genitori". Quanto alla DASS, le casse sono vuote, In breve, nessuno è responsabile, né debitore di trovare loro un tetto.

Alle 16.00, una soluzione provvisoria viene trovata per sei di loro a partire dall'indomani. Sotto condizione, ben inteso. Devono quindi firmare una lettera nella quale si impegnano ad accettare di ritornare da dove provengono. Ma anche lì, è complicato. La prefettura chiede che la lettera indichi "o di ritornare in qualche altro paese in cui avremmo la nazionalità". E poi, la firma non ha l'aria autentica. E comunque, la lettera è in francese, lingua che non comprendono. In ogni caso (ripetiamo "in ogni caso"), per gli altri 16 e soprattutto gli 11 bambini, non c'è una soluzione.

Alle 18.00, i capi famiglia decidono quindi di reinstallarsi in un hangar abbandonato di fronte al Centro di Médecins du Monde. Una notte in più sul marciapiede per sei di loro. E probabilmente molte altre ce ne saranno per gli altri 18.

Simili in questo a migliaia di altre famiglie con bambini che sono fuggite dalla guerra e si ritrovano a dormire sui marciapiedi delle nostre città, vittime del gioco di ping-pong delle autorità e di una politica che si incaponisce a fare della solidarietà un delitto.

Alle 18.00, quando la famiglia s'installa in mezzo a rifiuti e rovine, MDM decide di fare quello che abbiamo l'abitudine di fare... a Kabul o Baghdad, in stati destrutturati e deprivati. Cioè: assicurare la copertura dei bisogni fondamentali di fornitura di acqua alla distribuzione di pannolini per i più piccoli senza dimenticare prodotti alimentari e sacchi a pelo.

Il 19 aprile, i reclami dei vicini hanno suscitato l'intervento della polizia che si manifesta a tre riprese nello spazio di 24 ore. I poliziotti chiamati per un "furto con scasso" sono venuti con un cane. Ma non entrano nell'hangar non volendo spaventare i bambini. Alla fine della conversazione, sono loro che, mostrando in ciò più tolleranza dei vicini, reagiscono come "padri di famiglia" e si dichiarano costernati da ciò che vedono.

E' finalmente la Protezione Civile che si che infine si muove dopo mezzogiorno e dichiara il luogo "insalubre", ne mura l'ingresso e propone al gruppo una notte presso un albergo, notti che diventano due dopo una negoziazione.

Due notti in albergo... Quello che lo stato di salute dei bambini non aveva permesso, è stato reso possibile dai reclami dei vicini. E' vero che loro, i piccoli kosovari, non votano.

Alle 21.00 li accompagniamo. Là, gli cedono i nervi, ci dicono che non ne possono più di questi rimpalli successivi ed insensati che li hanno condotti una notte sul marciapiede, cinque in un centro d'alloggio d'urgenza in mezzo a carcerati e senza fissa dimora, poi, ancora una notte sul cemento sotto la pioggia. Ora, due notti in albergo, e dopo? Cosa stanno diventando?

Non è mancato il coraggio per arrivare sino a qui. In questa Europa che non li vuole, che rifiuta loro la possibilità di immaginarsi un avvenire.

Un servizio d'alloggio per le urgenze che getta chi ha in carico sul marciapiede, nello stesso modo che si sbarazza dei suoi rifiuti.

Istituzioni che richiedono ad un bambino ammalato di essere maltrattato (ma il marciapiede non basta) a conformità di legge, o orfano prima di vedersi eventualmente offrire un'accoglienza rispettabile.

Bambini che si sballottano dal marciapiede all'albergo e dall'albergo al marciapiede.

Un'assistente d'urgenza motivata da criteri elettoralistici ma non dallo stato di salute che undici bambini malati ed esauriti non hanno potuto ottenere.

Il maltrattamento istituzionale non potrebbe dunque essere alla stregua del maltrattamento parentale, un motivo legittimo di assistenza?

Quella sera, all'albergo dove solo i reclami del vicinato avevano permesso che fossero portati, non volevano che una cosa: lasciare la Francia ed andarsene in Italia, dove hanno dei parenti, sempre in cerca di un sogno improbabile, quello di un avvenire su una terra dove la loro vita non sia minacciata.

Un sogno promesso dall'annientamento sulle frontiere di un'Europa sorda, muta e cieca.

Noi, Médecins du Monde, siamo colpevoli del delitto di solidarietà, rivendichiamo il dovere dell'assistenza alle persone in pericolo ed abbiamo lasciato a posto la nostra coscienza.

Cendrine LABAUME Coordinatrice MDM Marsiglia

[...]

 
Di Fabrizio (del 29/04/2009 @ 09:40:08, in Europa, visitato 1999 volte)

Da Roma_Francais

DRANCY 1944 E DRANCY 2009 (nota: Drancy è una cittadina alla periferia di Parigi. Durante la II guerra mondiale, gli Ebrei venivano deportati dalla stazione ferroviaria della città verso i campi di sterminio)

Chi non conosce da dove viene, non sa dove va.

Ma, conoscere da dove vieni, ricordare la storia, è abbastanza per migliorare il presente e il futuro?

Quattro giorni fa, il 22 aprile 2009, circa 200 Rrom della Romania sono stati espulsi manu militari dal posto dove vivevano, nelle immediate vicinanze di quella stazione, diventata giustamente un luogo di memoria collettiva.

Nessuna considerazione per la signora E.C., incinta, spintonata dalla polizia e dagli incaricati, venuti a sequestrare la sua roulotte. Dopo aver fatto presente la sua situazione, le è stato risposto "Non m'importa, non sei incinta di me". Nessuna ulteriore considerazione per la signora E.B., sotto dialisi, anche la sua roulotte è stata rimossa. Tutto questo per "ripulire" [l'area] per questa commemorazione.

Abbiamo dimenticato il significato della parola "pulizia"? Se sì, non è bene per il dovere della memoria che stiamo esercitando oggi.

Ci siamo dimenticati che ad Auschwitz, gli Ebrei deportati da questa stazione ferroviaria perché nati Ebrei, si incontrarono con Rrom perché nati Rrom? Se è così, questo esercizio di memoria perde molto del suo scopo.

NON DIMENTICHIAMO MAI! La deumanizzazione degli esseri umani porta dritto al muro!

La voix des Rroms - Centre Aver contre le racisme - Centre culturel gitan - Rromani Baxt - Ternikano Berno - Réseau solidarités roms

Association "La voix des Rroms"
50, rue des Tournelles
75003 PARIS
tél. & fax: 01.80.60.06. 58
http://www.lavoixdesrroms.org

Sosteneteci utilizzando un motore di ricerca solidale:
http://www.hooseek.com/?recommande_ong=279999

 
Di Franco Bonalumi (del 27/04/2009 @ 09:09:41, in Europa, visitato 1944 volte)

Da Roma_Francais

Dal 2006, nel dipartimento Seine-Saint-Denis esiste qualcosa chiamato "villaggi d’inserimento per i Rom". Dietro a questa felice espressione si nascondono in realtà dei quasi campi di internamento. Nel nome del principio della libertà e della dignità umana, l’associazione "La voix des Rroms" (La voce dei Rom) denuncia questo tipo d’iniziative ed invita tutte le altre associazioni, soprattutto quelle che si occupano di Rom, a fare altrettanto. Per informare il pubblico sull’argomento, l’associazione ha creato un blog, http://villagedinsertion.blogspot.com, sul quale è disponibile, tra le altre cose, un breve rapporto sull’argomento inviato alle istituzioni europee che si occupano di Diritti Umani.

Nell’autunno 2006 è stato avviato nella città di Auberville un progetto privato di opera urbana e sociale (MOUS), a beneficio di alcune famiglie rom originarie della Romania. Consiste nell’installazione di alcuni bungalow nei quali collocare tali famiglie, che saranno seguite dal punto di vista sociale da alcune associazioni autorizzate dalla prefettura di Seine-Saint-Denis. Un progetto analogo viene attuato l’anno successivo a Saint-Denis, ed un terzo nel 2008 a Saint-Ouen.

Il tutto si svolge ogni volta secondo lo stesso copione: un’inchiesta sociale condotta da Pact Arim, una selezione secondo criteri annunciati dalla sotto-prefettura di Saint-Denis e mai realmente rispettati, e soprattutto il 90% circa degli intervistati che si vede recapitare l’ordine di abbandonare il territorio francese. Il 10% selezionato viene posto sotto sorveglianza in aree chiuse, controllare 24 ore su 24 ed alle quali non è consentito accedere a chiunque provenga dall’esterno, che si tratti di familiari, amici o persino i media.

C’è voluto qualche mese ai gestori di questi luoghi per trovare un nome alle loro "creature". Si è optato per "villaggio d’inserimento". Ma si può chiamare "villaggio" un luogo chiuso, dove un nonno non può ospitare il nipotino di un anno? Si può parlare di "inserimento" allorché la prefettura, che partecipa a questi progetti della durata prevista di tre anni, non consegna i permessi di soggiorno o le autorizzazioni al lavoro alle persone che pretende di "inserire"? Si può parlare di "inserimento" quando queste persone non hanno contatti con l’esterno?

"La voix des Rrom" ed altre associazioni rom di Francia hanno allertato il Commissario per i Diritti dell’Uomo presso il Consiglio d’Europa, l’Agenzia dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e la Commissione Europea, a cui queste associazioni hanno indirizzato una nota a proposito del trattamento riservato ai Rom in Francia attraverso le "aree d’accoglienza per le persone nomadi" ed i "villaggi d’inserimento per i Rom". Tali note, così come altri documenti scritti ed audiovisivi, sono disponibili sul sito http://villagedinsertion.blogspot.com .

"La voix des Rrom" lancia un appello alla società civile, ed in particolare alle associazioni che si occupano di Rom migranti, affinché si oppongano a quella che sembra essere proprio una bomba ad orologeria. In questi tempi di crisi, la pubblicità ingannevole di sedicenti "progetti d’integrazione dei Rom" rischia in effetti di dare vita a un’onda razzista come quella che da due anni a questa parte è possibile osservare in Italia. L’adagio "chi tace acconsente" esprime in questo caso il suo pieno significato.

 

Ricevo da Roberto Malini

Nella foto di Steed Gamero, Codrean Ciuraru, Rom romeno. Ha subito diversi episodi di intolleranza e violenza razzista, anche da parte di agenti delle forze dell'ordine. Dopo aver denunciato i suoi aguzzini in divisa, è stato minacciato e costretto a fuggire all'estero. Il suo caso è uguale a quelli di centinaia di suoi concittadini di etnia Rom in Italia.

Bruxelles, 22 aprile 2009. L'Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra) pubblica oggi il suo rapporto su minoranze e migranti. Il rapporto Fra ha un valore statistico assoluto, basandosi su un campione di 25 mila interviste, oltre che sui rapporti delle Organizzazioni per i Diritti Umani che basano le loro ricerche su verifiche effettive, testimonianze e documenti. Secondo i dati, il 50 per cento dei Rom, in Europa, percepisce una forte esclusione sociale e ha subito nel corso degli ultimi dodici mesi almeno un'aggressione razzista. Seguono africani sub-sahariani (41%) e nordafricani (36%). Riguardo ai rapporti con le autorità, l'82% non denuncia le violenze subite; secondo il 62% ''tanto non cambierebbe niente''. I nordafricani, secondo il rapporto, percepiscono maggiormente l'atmosfera discriminatoria nel paese in cui vivono: sono il 94% degli intervistati), seguiti dai Rom in Ungheria (discriminazione percepita dal 90%). In Italia, il pregiudizio è percepito dal 77% dei romeni (ma se si dovesse considerare un campione di Rom romeni, arriveremmo al 98%) e dal 76% degli albanesi. Sempre nel nostro Paese, l’89% dei romeni e l’82% degli albanesi e dei nordafricani non ha conoscenza di associazioni che possano realmente aiutarli di fronte a episodi di discriminazione. Il 52% dei nordafricani, in Italia, è stato colpito da atti razzisti negli ultimi dodici mesi: è il settimo gruppo fra i dieci più discriminati in Europa. Riguardo ai controlli delle forze dell'ordine, il 74% dei nordafricani ritiene che le autorità prendano di mira i migranti, solo a causa della loro etnia. Morten Kjaerum, direttore dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali (Fra), ha dichiarato che è ormai necessario promuovere politiche più mirate per curare il male sociale del razzismo affinché “migliaia di casi di crimini razzisti non restino invisibili".

 
Di Fabrizio (del 23/04/2009 @ 09:07:36, in Europa, visitato 2348 volte)

Da Czech_Roma

19 aprile 2009, 12:49 GMT

Praga - Dice la polizia che una bambina rom ed i suoi genitori sono stati seriamente feriti, sembra da una bomba molotov lanciata nella loro casa durante la notte nel nord est della Repubblica Ceca. Le vittime dicono che qualcuno ha lanciato una molotov nella loro casa nella città di Vitkov, dandole fuoco poco prima di mezzanotte, ha detto la portavoce della polizia, Sona Stetinska, all'agenzia stampa tedesca DPA.

Ha aggiunto che la polizia non sarà in grado di confermare la causa dell'incendio se non potrà esaminare il luogo, cosa che è complicata dal pericolo di crollo dell'edificio.

Il Primo Ministro uscente, Mirek Topolanek, ha detto di essere "seriamente preoccupato dal sorgente estremismo", chiedendo alle autorità di determinare se l'incidente possa essere motivato razzialmente.

La polizia ha detto che il motivo del presunto attacco non è immediatamente condiviso. "Non possiamo confermare che si trattasse di motivo razziale, ma neanche possiamo negarlo," ha detto la portavoce.

La bambina di 22 mesi, salvata dalla casa in fiamme dai genitori, trasportata in aereo in un ospedale nella capitale regionale Ostrava, è in condizioni critiche, hanno detto dal servizio di soccorso.

Ha diverse gravi bruciature nell'80% del corpo ed ha inalato i fumi, ha detto in una dichiarazione il portavoce Lukas Humpl.

Nella dichiarazione si dice che la madre, 27 anni, ha bruciature alle gambe ed un braccio, mentre i padre, 33 anni, ha serie bruciature alla schiena e agli arti.

L'incidente ha avuto luogo in mezzo ad una crescente attività politica dell'estrema destra e dei gruppi neonazisti.

La stessa sera, estremisti di destra avevano percorso in una marcia largamente pubblicizzata la città nord-occidentale di Usti nad Labem, che ospita un simil-ghetto della comunità rom, 430 km. ad est di Vitkov.

Le città ceche hanno combattuto per proibire le marce estremiste, mentre i loro organizzatori sfruttano le leggi che salvaguardano la libertà di assemblea.

"E' chiaro che esiste un collegamento tra l'attività politica degli estremisti e la violenza diretta verso gli abitanti," ha detto il premier. Ha auspicato che la prossima riunione di governo discuta la questione lunedì.

Nonostante questa retorica, i gruppi di estrema destra hanno continuato senza problemi le loro attività. Recentemente il governo ha fallito nel suo sforzo di sciogliere una di queste organizzazioni, il Partito dei Lavoratori.

Attacchi a sfondo razziale con bombe molotov, alcuni dei quali mortali, hanno recentemente scosso l'Ungheria.

 
Di Fabrizio (del 22/04/2009 @ 09:43:14, in Europa, visitato 1474 volte)

Da Roma_Francais

Lille

Martine Aubry ha confermato ieri agli eletti della comunità, che lo Stato non continuerà più col finanziamento per le case mobili. Halluin, Lille e Faches-Thumesnil dovranno dunque restare le sole tre città dell'area metropolitana ad aver accettato di accogliere famiglie di Rom sul loro territorio.

Precisa la presidente, dopo aver gentilmente rimproverato chi aveva un sorriso di sollievo troppo visibile: "Ci sono state reticenze all'inizio, ma le cose stanno andando bene. I bambini sono scolarizzati ed i genitori parlano o imparano il francese."

 
Di Fabrizio (del 19/04/2009 @ 09:18:12, in Europa, visitato 1593 volte)

Segnalazione di Tom Welschen

Par Hélène Decommer | Etudiante en journalisme | 14/04/2009 | 17H59

Questo martedì mattina, alle 6, i CRS (vedi QUI ndr) hanno sgomberato un accampamento di circa 400 Rom, tra cui un centinaio di bambini, installati da sei mesi a Drancy, Seine-Saint-Denis.

I Rom raccontano che una ventina di mezzi della CRS sono arrivati e che i poliziotti li hanno sloggiati senza riguardo e senza autorizzazione. Spiega un mediatore sociale dell'accampamento:

"Hanno forzato la porta, ed in seguito, non si sono qualificati. Ci sono state madri con bambini spinte fuori, gente messa a terra (sul link -cliccare sul logo della testata- si può ascoltare l'intervista a Saimir Mile, presidente dell'associazione La Voix des Rroms)"

Senza sapere dove andare, gli espulsi si sono installati dalle ore 10 davanti alla stazione di Saint-Denis. Tra il canale e la fermata dei bus, hanno depositato le loro cose raccolte in fretta e furia. I bambini giocavano mentre i genitori cercavano un nuovo terreno dove installarsi. Diverse dozzine di Rom espulsi sono già partiti per le città lì attorno.

"I Rom sono la patata bollente che si rigirano"

Sul posto, sono presenti diverse associazioni. Alexancre Le Cleve, direttore di Hors la rue, racconta:

"Espulsioni come queste succedono molto spesso. I Rom, sono la patata bollente che si rigirano. Sono anche la variabile di adeguamento della politica francese sull'immigrazione.

L'anno scorso, sui 25.000 rimpatri alla frontiera organizzati dal governo, 10.000 riguardavano i Rom di Romania."

20.000 euro per espulsione

Saimir Mile, presidente dell'associazione La Voix des Rroms, tira fuori la sua calcolatrice:

"Abbiamo fatto il calcolo partendo dalle cifre del governo. Tenuto conto che il senato stabilisce a 20.000 euro il prezzo di un'espulsione, la Francia avrebbe dispensato 600 milioni in questi tre ultimi anni, unicamente per i Rumeni.

Vi rendete conto del pasticcio! E' un enorme spreco di soldi quando questa gente potrebbe lavorare. Voi avete qui muratori, autisti, donne che lavorano."

Tra i bambini sgomberati, una cinquantina sono scolarizzati a Seine-Saint-Denis. "Hanno atteso le vacanze scolastiche per lanciare lo sgombero", rilancia con amarezza Saimir Mile. Dopo 14 ore, ne i Rom ne le associazioni avevano ricevuto spiegazioni da parte del sindaco o della polizia.

 

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


03/12/2024 @ 18:34:22
script eseguito in 63 ms

 

Immagine
 popoli e idee in movimento... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 1252 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< dicembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
      
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
         
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024
Dicembre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source