Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 24/06/2006 @ 11:56:49, in casa, visitato 1972 volte)
di Brian Gomm - da
British
Roma
I consigli comunali hanno presentato un rapporto sulle misure per approntare
4.000 nuovi luoghi di sosta autorizzati, volte alla riduzioni dei luoghi non
autorizzati, e al rafforzamento della collaborazione tra i luoghi di sosta e le
autorità comunali.
- I luoghi prescelti comprendono il pagamento di una tassa comunale per
l'accesso ai servizi usati;
- Per ridurre le frizioni tra le comunità di nomadi e viaggianti e quella
stanziale, i due gruppi godranno di pari diritti e doveri;
- I 4.000 luoghi previsti rappresentano un quarto dei luoghi che sarebbero
necessari;
Sono previsti:
- Spazio vitale per lo sviluppo del sito;
- Una tassa comunale, che limiti potenziali danni ambientali e assicuri i
servizi necessari;
- Detti servizi riguardano il ritiro dei rifiuti, misure igieniche e altri
servizi, pagati dagli occupanti e gestiti da una commissioni mista
comprendente la comunità nomade e e autorità comunali;
- Documenti di residenza per nomadi e viaggianti, di durata annuale;
Parere positivo di Richard Bennet, del Local Government
Association's Gypsies and Travellers Task Group: "Soltanto continuando su
questa strada nel fornire più siti autorizzati e implementando nuove misure, i
consigli possono effettivamente affrontare i problemi dei campi non autorizzati
e dei loro sviluppi.
Le comunità nomadi e quella stanziale devono avere uguali diritti e
responsabilità. Pagano cioè le tasse comunali e i servizi che usano. Anche
questo contribuisce a ridurre le frizioni tra i due gruppi.
Adesso è necessario a gire con urgenza. Ci risulta che il governo centrale
approvi e supporti questa strada, ma che intenda valutarne i costi". Non
risultano contrasti tra autorità locali e centrali e si è aperto un tavolo di
confronto tra la Commission for Racial Equality, le comunità nomadi e
viaggianti e il Dipartimento per le Comunità e il Governo Locale.
Attualmente sono tassati i siti legali, mentre quelli illegali sono in
discussione in vista della loro collocazione futura.
Di Fabrizio (del 16/05/2006 @ 09:50:03, in casa, visitato 2704 volte)
Due notizie da:
Kosovo_Roma_News
2 maggio 2006 - I Rom vogliono un municipio a Mitrovica Sud
I Rom sfollati da Mitrovica vogliono formare una municipalità loro nei dintorni
di Rasadnik a Mitrovica Sud; e ne hanno fatto esplicita richiesta ai
rappresentanti dei Serbi kosovari: Goran Bogdanovic e Marko Jaksic.
I rappresentanti dell'Associazione dei Rom del Kosovo e dell'Assemblea per la
Protezione dei Diritti dei Rom, hanno chiesto in un incontro pari diritti a
Serbi ed Albanesi.
Habib Hajdini, per l'Associazione, dice che Rasadnik aveva 8.892 residenti
prima della guerra, di cui il 99,7% erano Rom. "Quindi i numeri di Rasadnik
incontrano i criteri per formare una nuova municipalità".
Nella Mahala di Mitrovica Sud vivevano circa 8.000 Rom prima della guerra. Era
la seconda area più grande abitata da Rom nei Balcani.
I residenti del campo di Plementin ottengono alloggi a Magura
PRISTINA, 9 maggio 2006 (KosovaLive) - Diciassette famiglie rifugiate nei
container collettivi di Plemetin/Plementina, hanno ricevuto lunedì le chiavi di
nuovi appartamenti nel villaggio di Magura
village, nel comune di Lipjan.
La costruzione è stata co-finanzata dal governo, dall'UNMIK e da altri. Oltre
ai Rom, hanno beneficiato del progetto cinque famiglie albanesi. Durante la
cerimonia di consegna, il vice primo ministro Lutfi Haziri ha detto che
l'impegno del governo per assegnare case ad appartenenti alle minoranze si è
compiuto e che il problema delle altre famiglie sarà risolto entro il 20 maggio.
La cerimonia ha visto la contestazione di alcune famiglie albanesi, che
vivono anche loro nei container, per non aver ottenuto alloggio.
Il campo di Plemetin/Plementina è stato installato dopo la guerra ed ospita
122 famiglie con circa 500 persone, che vivono in condizioni estreme.
Di Fabrizio (del 12/05/2006 @ 10:46:11, in casa, visitato 3083 volte)
Sul recente
convegno dell'8 maggio, ricevo questa cronaca da Nando Sigona (in coda,
portate pazienza, aggiungo una critica di
Agostino Rota Martir):
Sunto e conclusioni
La tavola rotonda “Contrastare la segregazione abitativa e l’esclusione
sociale di rom e sinti in Italia”, organizzata dallo European Roma Rights
Centre (ERRC) e da OsservAzione – centro di ricerca azione contro la
discriminazione di rom e sinti, ha avuto luogo a Roma negli spazi del MACRO
(Museo di Arte Contemporanea). All’incontro hanno partecipato rappresentanti
del Consiglio d’Europa, delle autorità italiane e attivisti di
organizzazioni rom e sinte, oltre che di gruppi di supporto, provenienti da
tutta l’Italia. Nel contributo di apertura, Claude Cahn, direttore dell’ERRC,
ha sottolineato l’importanza della decisione del Comitato Europeo per i
Diritti Sociali nella vertenza ERRC contro Italia. La decisione, pubblicata
a fine aprile, condanna lo Stato italiano per la violazione dell’articolo 31
(diritto alla casa) insieme all’articolo E (principi di
anti-discriminazione) della Carta Sociale Europea come conseguenza di
politiche e prassi discriminatorie che portano alla segregazione abitativa
di rom e sinti. Nella decisione, il Comitato unanimemente dichiara che:
- La carenza di spazi di sosta per i gruppi rom e sinti itineranti
costituisce una violazione dell’articolo 31(1) della Carta Revisionata,
letto insieme all’articolo E;
- Gli sgomberi forzati e le altre sanzioni ad essi associati
costituiscono una violazione dell’articolo 31(2) della Carta
Revisionata, letto insieme all’articolo E;
- La mancanza di soluzioni stabili per i rom e sinti sedentari
costituisce una violazione degli articoli 31(1) e 31(3), letti insieme
all’articolo E.
Alla tavola rotonda, il presidente del Comitato Europeo per i Diritti
Sociali, Jean-Michel Belorgey, presentando la decisione del comitato sul
reclamo collettivo dell’ERRC contro l’Italia, ha sottolineato che:
- Rispetto all’applicabilità della Carta Europea Revisionata, gli
Stati che hanno ratificato la Carta hanno l’obbligo di applicarla a
tutti gli individui che vivono sui rispettivi territori senza riguardo
al loro status giuridico. Il fatto che alcuni rom non abbiamo un
regolare titolo di soggiorno in Italia non esime lo Stato italiano dal
garantire loro le protezioni sancite dalla Carta.
- Rispetto agli obblighi degli Stati parti della Carta Sociale Europea
Revisionata, gli Stati hanno la responsabilità di assicurare che tali
principi siano attuati senza riguardo per il fatto che, a causa della
decentralizzazione delle strutture di governo del territorio, alcune
funzioni particolari siano responsabilità di Comuni e Regioni;
- Rispetto alla raccolta di statistiche, spetta agli Stati raccogliere
regolarmente dati, inclusi dati disgregati secondo l’appartenenza
etnica, che riguardano la situazione di quei gruppi ritenuti
discriminati.
- Rispetto alla proibizione di ogni forma di discriminazione razziale
sancito dalla Carta, l’assenza di risposte specifiche da parte dello
Stato per affrontare la situazione di rom e sinti costituisce una
violazione degli obblighi degli Stati parti stabiliti dalla Carta.
Henry Scicluna, il coordinatore delle iniziative per rom e sinti del
Consiglio d’Europa, e Adem Bejzak, presidente di Amalipé Romanó,
associazione che riunisce i rom dell’area fiornetina, hanno sottolineato
l’importanza della partecipazione dei rom nella preparazione e
realizzazione delle politiche rivolte al miglioramento della loro
situazione. Anche il professor Claudio Marta, rappresentante per l’Italia nel gruppo
di esperti sulla questione rom del Consiglio d’Europa (MGS-Rom), ha
evidenziato il ruolo della partecipazione e ha chiesto un maggiore
coinvolgimento di rom e sinti nei processi decisionali.
I partecipanti alla tavola rotonda hanno chiesto la creazione di un
Tavolo Nazionale per Rom e Sinti per coordinare gli interventi messi in
campo localmente e valutare l’impatto di norme e politiche sulla vita di
queste comunità. Casi e testimonianze di violazioni dei diritti fondamentali di rom e
sinti in Italia da parte di attori istituzionali e non sono stati
presentati da Nando Sigona e Lorenzo Monasta di OsservAzione, sulla base
di uno studio condotto in numerose regioni italiane. Il rapporto
“Cittadinanze Imperfette” (Edizioni Spartaco, 2006), che riassume i
risultati dello studio, raccoglie nel dettaglio casi di esclusione e
discriminazione di rom e sinti in ambito lavorativo, scolastico e
abitativo. I dati raccolti dimostrano come molte politiche e prassi
adottate dalle autorità italiane si fondano su un radicato
anti-ziganismo. La nozione di “nomadismo”, imposta anche su persone che
nomadi non sono, ha determinato una politica di segregazione dei rom
dalla società maggioritaria e ostacolato la loro partecipazione. Persistenti e diffusi stereotipi sullo “zingaro criminale”, secondo il
professor Simoni del Network Europeo di Esperti Indipendenti sui Diritti
Fondamentali, hanno prodotto effetti distorti e discriminatori
nell’applicazione della giustizia in sede processuale. Guardando a possibili strategie per il futuro, i partecipanti hanno
discusso possibili forme di cooperazione tra l’UNAR, ufficio nazionale
anti-discriminazione razziale, e le associazioni impegnate nella difesa
dei diritti di rom e sinti. Antonio Giuliani dell’UNAR ha discusso della
trasposizione della Direttiva Europea 43/2000 nel sistema italiano,
evidenziando la possibilità per le associazioni a difesa dei diritti di
rom e sinti di agire in giudizio a difesa dei diritti individuali e
collettivi. Infine, i partecipanti hanno anche chiesto all’UNAR di avviare un’ampia
consultazione con associazioni e esperti al fine di dettagliare una
strategia volta ad affrontare i problemi di razzismo e discriminazione
contro rom e sinti in Italia.
European Roma Rights Center (ERRC) è un organizzazione internazionale di
pubblico interesse impegnata in numerose attività dirette a contrastare
le violazioni dei diritti umani dei rom e il razzismo, in particolare
attraverso azioni legali strategiche, campagne di sensibilizzazione
internazionali, ricerche e raccomandazioni alle autorità, formazione di
attivisti rom. Per ulteriori informazioni:
http://www.errc.org OSSERVAZIONE - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom
e sinti, è un’associazione di promozione sociale impegnata in attività
dirette alla lotta all’anti-ziganismo e alla promozione dei diritti
umani di rom e sinti in Italia. Per ulteriori informazioni:
http://www.osservazione.org La tavola rotonda è stata realizzata con il supporto della commissione
Europea come parte del progetto transnazionale finanziato dall’ EU
Community Action Programme to Combat Discrimination e realizzato da
International Helsinki Federation for Human Rights (IHF), European Roma
Rights Centre (ERRC) e European Roma Information Office (ERIO) nel
periodo 2005-2006. Nando Sigona osservAzione - Centro di Ricerca Azione contro la Discriminazione di Rom e
Sinti email:
postmaster@osservazione.org web:
www.osservazione.org
Da Agostino Rota Martir: Un amico mi
ha inviato il programma di questo convegno sui Rom e Sinti...dove
nessun intervento dei diretti interessati è previsto. Ma non è una
novità, purtroppo!
Come sempre, parlano gli "esperti" dei Rom per i Rom... quando
poi c'è la Comunità Europea che finanzia i "furbetti" non mancano
mai.
Ciao Ago
Di Fabrizio (del 04/05/2006 @ 10:35:22, in casa, visitato 2018 volte)
Da:
Czech_Roma - 22/4/2006.
Il problema dei ghetti rom è più serio di quanto le autorità vogliano ammettere.
Oggi il giornale Lidove noviny (LN) che secondo una ricerca non ancora
terminata, ce ne sono 330, ma le stime del governo ne contano qualche dozzina.
La stima di 330 è del sociologo Ivan Gabal, autore di un'indagine per conto del
Ministero del Lavoro. "I ghetti stanno crescendo. Il trend è negativo".
dice Gabal. "Nessuno immaginava che il problema fosse tanto esteso" ha
aggiunto Czeslaw Walek, segretario del consiglio governativo per gli affari rom.
Secondo l'organizzazione Gente nel Bisogno, sono decine di migliaia i Rom che
vivono in condizione di isolamento, le stime più pessimiste sino a un terzo dei
210.000 Rom della nazione. Una riunione governativa ha ammesso che il problema
non è stato affrontato: "Assieme alla disoccupazione a lungo termine, quella
dell'esclusione sociale è la questione più urgente," dice Walek. Walek dice
poi che i comuni contribuiscono ad aggravare i problemi, spostando i Rom verso
appartamenti o sistemazioni provvisorie lontano dalla città. Jan Cerny di Gente
nel Bisogno afferma che le attività rivolte ai Rom mancano di coordinamento: "Il
ministero non si confronta con le municipalità, tutto ciò produce caos e spreco
di denaro." Gabal dice che il suo gruppo intende sottoporre delle soluzioni al
governo, aggiungendo che non ne esistono di universali e ogni comune necessita
di soluzioni differenti. La ricerca etichetta come ghetti tanto intere località,
come la famigerata Chanov a Most, che strade o edifici isolati. Il fattore
cruciale sono la povertà dei residenti o il fatto che vivano ai margini della
società.
© Prague Daily Monitor
http://www.praguemonitor.com
Di Fabrizio (del 28/04/2006 @ 09:50:07, in casa, visitato 2519 volte)
Per una bizzarra coincidenza, che non è sfuggita all'autore di quel blog, su
BalkanCities sono apparsi in sequenza due post:
- nel
primo, si indica un articolo di
SEtimes.com, dove Belgrado viene descritta come una delle città più
appetibili per gli sviluppi edilizi nei prossimi anni;
- nel
secondo, è riportato uno studio su Belgrado come città dove i Rom vivono
in bidonvilles di cartone (qui).
Di Sucar Drom (del 25/04/2006 @ 10:31:56, in casa, visitato 1692 volte)
L’Italia nega sistematicamente il diritto di Rom e Sinti ad un alloggio adeguato.
Il Comitato Europeo per i Diritti Sociali identifica tre distinte violazioni della Carta Sociale Europea Revisionata.
La politica dei «campi nomadi» condannata dal principale soggetto europeo a tutela dei diritti sociali.
24 Aprile 2006, Roma, Strasburgo, Budapest
In una decisione resa pubblica oggi, il Comitato Europeo per i Diritti Sociali (CEDS) ha deciso che l’Italia sistematicamente viola, con politiche e prassi, il diritto di Rom e Sinti ad un alloggio adeguato. La decisione è basata su un Reclamo Collettivo presentato contro l’Italia dallo European Roma Rights Centre (ERRC), in collaborazione con osservAzione, secondo la modalità prevista dalla Carta Sociale Europea Revisionata.
Le politiche abitative per rom e sinti puntano a separare questi gruppi dal resto della società italiana e a tenerli artificialmente esclusi. Bloccano qualsiasi possibilità di integrazione e condannano i Rom a subire il peso della segregazione su base razziale. In numerosi insediamenti di Rom e Sinti si riscontrano condizioni abitative estremamente inadeguate, che sono una minaccia per la salute e per la stessa vita dei residenti nei campi.
Inoltre, le autorità italiane sistematicamente e con regolarità sottopongono Rom e Sinti a sgomberi forzati dalle loro dimore. Durante gli sgomberi, le autorità spesso distruggono arbitrariamente i beni di Rom e Sinti, adoperano un linguaggio denigratorio e offensivo e umiliano gli sfrattati in vari modi. In molti casi, le persone cacciate dalle loro residenze come risultato delle azioni della polizia e delle autorità locali sono rese senza casa. In alcune circostanze, nel corso di tali sgomberi, i rom stranieri sono stati espulsi collettivamente dall’Italia. Molti Rom e Sinti in Italia vivono sotto la continua minaccia di sgomberi forzati.
Il Reclamo Collettivo dell’ERRC paventava presunte violazioni dell’articolo 31 della Carta Sociale Europea, indipendentemente o letto congiuntamente al principio di non discriminazione previsto dall’articolo E.
L’articolo 31 della Carta stabilisce che:
«Per garantire l'effettivo esercizio del diritto all'abitazione, le Parti s'impegnano a prendere misure destinate:
1. a favorire l'accesso ad un'abitazione di livello sufficiente;
2. a prevenire e ridurre lo status di"senza tetto"in vista di eliminarlo gradualmente;
3. a rendere il costo dell'abitazione accessibile alle persone che non dispongono di risorse sufficienti"
Chiamata a rispondere sul Reclamo Collettivo presentato dall’ERRC, il CEDS ha deciso:
· unanimemente che l’inadeguatezza dei campi sosta per Rom e Sinti nomadi costituisce una violazione dell’articolo 31(1) della Carta, letto congiuntamente all’articolo E
· unanimamente che gli sgomberi forzati e le altre sanzioni ad essi associati costituiscono una violazione dell’articolo 31(2) letto congiuntamente all’articolo E
· unanimamente che la mancanza di soluzioni abitative stabili per Rom e Sinti costituisce una violazione dell’articolo 31(1) e dell’articolo 31(3) della Carta, letti congiuntamente all’articolo E.
Secondo Piero Colacicchi, presidente di osservAzione, “con questa decisione vediamo finalmente premiato il nostro lavoro di anni contro la segregazione abitativa di Rom e Sinti in Italia”.
Per Claude Cahn, Programmes Director dell'ERRC, “Ora tocca al governo italiano rendere pubblico quali misure intende intraprendere per porre fine ai danni causati da anni di politiche razziste”. Il Reclamo Collettivo, presentato nel giugno 2004 dall’ERRC insieme ad alcuni partner italiani, è il risultato di sei anni di documentazione raccolta dall’ERRC sul rispetto dei diritti umani di rom e sinti in Italia.
Il 9 maggio a Roma (MACRO, museo di arte contemporanea, via Reggio Emilia 54, 9.30-13.00 – conferenza stampa 13.00-13.30) nella tavola rotonda “Contrastare la segregazione abitativa e l’esclusione sociale di Rom e Sinti”, ERRC e OsservAzione discuteranno con CEDS, Ufficio Nazionale contro la Discriminazione Razziale (UNAR) e un rappresentante del governo italiano le strategie per superare l’attuale emarginazione e discriminazione di rom e sinti in Italia.
La decisione del Comitato è disponibile contattando gli uffici dell’ERRC.
Il Reclamo Collettivo dell’ERRC e altri materiali collegati sono disponibili all’indirizzo: http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2117
Ulteriori informazioni sul Reclamo Collettivo contro l’Italia sono disponibili dal Programmes Director dell’ERRC, Claude Cahn: (36 20) 98 36 445, claudecahn@compuserve.com
Ulteriori informazioni sulla situazione di rom e sinti in Italia, con particolare riferimento alla questione abitativa sono disponibili contattando:
Nando Sigona, osservAzione, (+44)07913440315, postmaster@osservazione.org
Lorenzo Monasta, osservAzione, (+39) 3394993639, lmonasta@compuserve.com European Roma Rights Center (ERRC) è un organizzazione internazionale di pubblico interesse impegnata in numerose attività dirette a contrastare le violazioni dei diritti umani dei rom e il razzismo, in particolare attraverso azioni legali strategiche, campagne di sensibilizzazione internazionali, ricerche e raccomandazioni alle autorità, formazione di attivisti rom. Per ulteriori informazioni sull’ERRC, visitare il sito www.errc.org.
OsservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di Rom e Sinti, è un’associazione di promozione sociale impegnata in attività dirette alla lotta all’anti-ziganismo e alla promozione dei diritti umani di Rom e Sinti in Italia.
bb
Di Sucar Drom (del 21/04/2006 @ 13:07:38, in casa, visitato 1692 volte)
Repubblica Ceca, i Rom sono ghettizzatiIl problema dei ghetti Rom è più serio di quanto non sia ammesso dalle stesse autorità ceche. Si stimano circa 300 ghetti, secondo una prima indagine nazionale, mentre le valutazioni del governo parlavano soltanto di una dozzina. "Ci sono circa 330 ghetti di Rom nella Repubblica Ceca" afferma il sociologo Ivan Gabal, uno degli autori dell'indagine. "Nessuno aveva immaginato che il ...
Cremona, sgomberate quattro famiglie RomIl 14 aprile c'è stato a Cremona l'ennesimo sgombero di quattro famiglie Rom. Le famiglie erano già state sgomberate nei giorni scorsi da altre zone del Comune di Cremona. Secondo quanto riportato dal quotidiano locale le famiglie si erano fermate nel parcheggio di via Comizi Agrari, davanti alla nuova sede dell’Inail. L’arrivo al parcheggio era avvenuto al mattino. Una volta giunta la segn...
Di Fabrizio (del 12/04/2006 @ 10:41:55, in casa, visitato 1721 volte)
Par Pierre DAUM / 6 aprile 2006 -
Le Petit-Bard, a Montepellier, è una città-quartiere di 800 alloggi
abitati quasi esclusivamente da immigrati del Maghreb e da alcuni gitani.
Durante anni e forse decenni , gli agenti immobiliari hanno amministrato questa
decina di blocchi organizzati in una sola comproprietà, utilizzando metodi
fraudolenti: dilazione di lavori di mantenimento e di riparazione, prelievi
eccessivi dagli abitanti, fatture false, realizzazione di lavori per società
amiche, malversazione. Nel 2001, parallelamente al fallimento dell'ultimo
"sindacato di gestione" ed alla nomina da parte del tribunale di un
amministratore giudiziario, un reclamo è stato depositato da decine di abitanti
contro gli ultimi tre amministratori.
Su incarico del giudice, un esperto si è incaricato delle analisi contabili
sui documenti forniti dalle stesse agenzie. Dopo tre anni di ricerca, l'esperto
ha concluso la sua relazione confermando l'esistenza di un "buono numero di
anomalie e di attività fraudolente, alcune suscettibili di qualificazione
penale". Il giudice istruttore ha allora aperto un'inchiesta sugli agenti
immobiliari disonesti? Ha convocato un'udienza? Ha cercato di sapere se alcune
somme deviate sono andate nella tasca dei messi in causa? Affatto. Si è
accontentato di un'informativa di polizia.
Anche se conferma la maggior parte la maggior parte dei rilievi dell'esperto
contabile, e che questi rapporti d'affari possono essere definiti abuso di
fiducia, per il giudice trattasi di semplici difetti di gestione (e quindi senza
rilevanza penale).
A fine dicembre 2005, dinanzi alla minaccia di chiusura dell'istruttoria
condotta così timidamente, Stéphane Fernandez, avvocato di una quindicina di
abitanti del Petit-Bard, ha richiesto un approfondimento dell'indagine.
Rifiutato del giudice d'istruzione. L'avvocato, che ha fatto appello, deve
essere ascoltato oggi dalla camera d'ufficio. "Se ricevessi un nuovo
rifiuto," spiega Stéphane Fernandez, "è quasi certo che la causa
beneficerà di non luogo a procedere." Una prospettiva bruciante per le
famiglie del Petit-Bard. "Durante anni, truffatori conosciuti da tutti hanno
rubato i magri risparmi di centinaia di lavoratori immigrati, approfittando
della loro scarsa padronanza del francese e della loro difficoltà a difendere i
loro diritti, e questa gente non dovrebbe essere proseguita? Sarebbe enorme!"
insorge Abdenour Tataï, presidente dell'associazione Justice pour le Petit-Bard.
Tanto più che le conseguenze di queste frodi si fanno crudelmente sentire
oggi: non soltanto la zona è rovinata, in mancanza di lavori effettuati con il
denaro versato durante anni alla comproprietà (per il solo esercizio 1999-2001,
almeno 160.000 euro sarebbero scomparsi), ma l'amministratore giudiziario esige
carichi molto elevati per dare un colpo di spugna ai debiti lasciati dagli
amministratori.
© Libération
Di Fabrizio (del 03/04/2006 @ 10:31:19, in casa, visitato 2016 volte)
Fonte: UNMIK, il portavoce Neeraj Singh (riportato da
Kosovo_Roma_News)
29 Marzo 2006: E' iniziata la rilocazione degli IDP Rom, Askali ed Egizi dai
tre accampamenti di Mitrovica verso quello di Osterode, più sicuro. Sono 47 le
famiglie già trasferite dai campi di Kablar e Cesmin Lug, che saranno raggiunte
da altre 14 famiglie. Il trasferimento avviene in tutta tranquillità e senza
incidenti, grazie alla collaborazione di tutte le parti in causa. Trattasi di
misura d'emergenza transitoria per motivi sanitari ed ambientali. E' altresì
iniziata la ricostruzione della Mahala dei Rom, per permettere il ritorno a
casa di quanti sono dispersi in Kosovo e all'estero.
Rif: la
situazione due settimane fa.
Di Fabrizio (del 29/03/2006 @ 10:06:25, in casa, visitato 3767 volte)
AdvocacyNet - News Bulletin 58, 23 marzo 2005
Washington, DC - Un altro esempio della crisi che coinvolge i Rom Europei e
le politiche degli sgomberi arriva da Dorozhny, in provincia di Kaliningrad
nella Russia nord-occidentale, dove la comunità Rom viene cacciata dalle terre
dove fu sedentarizzata nel 1956 e dove le ultime notizie parlano di case
demolite dalle autorità.
Il caso segue quello della provincia settentrionale di Arcangelo, quando 16
famiglie sono state sgomberate. Alle famiglie era stato accordato di ricorrere
in tribunale contro la decisione, ma la corte tuttora non si è riunita e ai Rom
è stato offerto del denaro per andarsene immediatamente.
Stephania Kulaeva, del Centro Nordoccidentale per la Protezione Sociale e
Legale dei Rom, descrive questi sgomberi come una "catastrofe sociale",
aggiungendo che i Rom sono alla "disperazione nera".
Un censimento effettuato nel 2002 conta circa 183.000 Rom in Russia, ma si
ritiene che il loro numero sia largamente superiore. I Rom di Russia sono
isolati dagli altri movimenti europei sui diritti umani, e dipendono da altri
Centri per pubblicizzare i loro casi. Proprio questo caso si lega alla tendenza
in atto in tutto il continente: un'epidemia di sgomberi ed espulsioni.
L'associazione Dzeno di Praga, partner di Advocacy Project (AP),
ha analizzato situazioni simili in diversi paesi europei, trovando che la legge
tende a rimarcare la vulnerabilità dei Rom piuttosto che a proteggerne la
cultura. Leggi a loro volta interpretate dalle autorità locali in maniera ancora
più pregiudizievole.
Nel Regno Unito, a Viaggianti e Romanichals vengono costantemente rifiutati i
permessi di fermarsi con le carovane sui loro stessi terreni, e minacciati di
essere perseguiti come vagabondi se obbligati a spostarsi. Un caso esemplare,
che è stato ampliamente documentato dalla UK Association of Gypsy Women
(altro partner AP). il supremo tribunale britannico si è pronunciato per lo
sgombero di circa 600 Viaggianti a Dale Farm. Sicari pagati dalle
autorità hanno distrutto quattro loro case lo scorso martedì.
Romanichals e Viaggianti sono stati l'oggetto di una violenta campagna
politica dei partiti della destra durante le elezioni generali del 2005, proprio
come è successo ai Rom di Arcangelo. Costoro, appartenenti al gruppo dei
Kelderash, arrivarono da Volgograd nel 2004 ed ottennero il permesso di
stabilirsi sopra un'area di 1,5 ettari, dal sindaco O. Nilov. Qui iniziarono a
costruire, cosa tecnicamente illegale ma condivisa da molti Russi - il Centro
Nordoccidentale si era già impegnato in passato per fornire permessi
retroattivi alle altre comunità rom.
Quelle famiglie divennero un pretesto durante la campagna elettorale tra
Nilov e il suo concorrente di destra, Aleksandr Donskoj, che accusò Nilov di
essersi fatto corrompere dai Rom, che descrisse anche come "mendicanti,
imbroglioni e ladri". Queste accuse aiutarono Donskoj a vincere le elezioni,
dopodiché annullà l'accordo di affitto e offrì loro l'equivalente di $ 100.000
per andarsene, somma poi ridotta a $ 10.000. Sulla vicenda il tribunale locale
deve ancora pronunciarsi.
I residenti della comunità di Dorozhny, pure si richiamavano al risiedere
sulla stessa area dal 1956. Nel 2000, molte famiglie ricevettero il permesso di
privatizzare il luogo. Il governo offrì anche un fondo per la ricostruzione
sociale, su cui i Rom investirono soldi per sviluppare un piano.
Secondo Stephania Kulaeva il vento è cambiato e nel 2005 il Governatore
"dichiarò guerra" ai Rom di Dorozhny, accusandali di essere criminali e
spacciatori. Le indagini della polizia non portarono a nessun risultato, ma le
demolizioni erano già iniziate. Ad Arlauskenia, un'anziana romnì con 7 nipoti -
tra cui degli orfani, fu comunicato mentre era ricoverata in ospedale che la sua
casa era stata distrutta.
Le intimidazioni sono state accompagnate da sottili misure, come non
registrare i bambini sui passaporti dei genitori, o rifiutare le marche da bollo
necessarie alla registrazione. Così riferisce Stephania Kulaeva, che aggiunge:
"In centinaia si sono trovati a diventare homeless d'improvviso".
In questa situazione, gli studi legali appoggiati dai Rom stanno sviluppando
un fronte unitario contro gli sgomberi. Lo scorso gennaio è coinciso con una
forte protesta dell'European Roma and Travelers Forum (ERTF) durante la
sua prima riunione a Strasburgo. International Roma Women's Network (IRWN),
altro partner di AP, sta occupandosi del caso russo. Dzeno intende presentare la
situazione al Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU.
* To contact Stephania Kulaeva email memorial@nevsky.net * For the crisis in Russia visit the website of the Northwest Center for the Social and Legal Protection of Roma:
http://www.memorial.spb.ru/index.php?lan=1&module=1 * To contact the Dzeno Association email Ivan Vezely: dzeno@dzeno.cz * For a 2004 report on the Roma of Russia by the Center and the International Federation of Human Rights (FIDH), visit
http://www.fidh.org/article.php3?id_article=2587 * For the January 27 2006 appeal by the ERTF, visit
http://www.advocacynet.org/cpage_view/GypsiesUK_gypsies_60_376.html
The Advocacy Project is based in Washington D.C. Phone +1 202 332 3900; fax +1 202 332 4600. To visit the AP web site for information about our current projects and to make a donation online, please go to: www.advocacynet.org. For questions or comments about the AP and its projects, please email us at
info@advocacynet.org.
Fonte:
Romano_Liloro
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