Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Da
Romanian_Roma
La minoranza Rom in Moldavia ha protestato contro la discriminazione
razziale nel centro della capitale Chisinau. La maggioranza dei Rom non mostra
la sua vera identità per le persecuzioni e discriminazioni. Durante la II guerra
mondiale vennero deportati nei campi di concentramento in Transnistria.
CHISINAU (Tiraspol
Times) - Il giorno 8 aprile, centinaia di Rom hanno protestato nel centro di
Chisinau, contro la discriminazione razziale.
La marcia di protesta era organizzata dal Centro Nazionale Rom per far
crescere la consapevolezza della maggioranza della popolazione sui problemi
socio-economici che questa etnia affronta ogni giorno. La marcia è partita alle
11.00 dalla piazza dell'Opera - Stefan cel Mare si Sfint bd.
Afferma l'associazione Dzeno che nella comunità Rom non c'è accesso all'acqua
potabile e spesso sono disconnessi dall'uso dell'energia elettrica, sono
soggetti a trattamenti violenti da parte dei poliziotti.
Dice Nicolae Radita, presidente del Centro Nazionale Rom: "La discriminazione
è un fenomeno che si incontra nelle scuole, negli istituti medici ed in altri
posti pubblici. Gli uomini non trovano lavoro, gli anziani no ricevono alcun
aiuto o pensione ed i bambini non frequentano la scuola o l'abbandonano."
"Queste persone soffrono di differenti disagi a causa delle precarie
condizioni di vita e la mancanza di risorse materiali. Non potendo assicurare
trattamenti per tempo, spesso muoiono presto," ha aggiunto. "Dopo 17 anni di
indipendenza della Moldavia, la situazione di questo popolo non è cambiata in
meglio."
Durante la marcia, il Centro Nazionale Rom ha indirizzato una lettera di
protesta alle autorità pubbliche, chiedendo al governo di migliorare la
situazione dei Rom e la loro partecipazione nei processi decisionali.
I Rom rimangono al minoranza più perseguitata d'Europa. I governi hanno
tentato di sedentarizzarli forzatamente, spesso senza successo e con risultati
negativi.
Secondo la principale organizzazione dei Rom di Moldavia, i Rom della
repubblica ancora hanno a che fare con persecuzioni, marginalizzazione ed
esclusione sociale in tutte le sfere della vita pubblica.
I loro diritti continuano sino ad oggi ad essere infranti, le discriminazioni
istituzionali posizionano il loro livello di sviluppo al gradino più basso sulla
strada della sparizione o dell'assimilazione.
Dopo lo sradicamento e la campagna di sterminio nella II guerra mondiale, la
Moldavia conta ora 200.000 Rom che rappresentano circa il 7% della popolazione
totale (esclusa la Transnistria, che ha una differente composizione etnica e un
diverso retroterra dalla Moldavia stessa).
I leaders della comunità dicono che pochi Rom scoprono la loro origine etnica
per paura di discriminazioni.
"Davvero pochi Rom svelerebbero la loro origine etnica, e la ragione
principale è che hanno paura delle discriminazioni," dice Dumitru Danu, un
leader dei Rom moldavi.
Dumitru Danu, presidente dell'Associazione Rom Moldavi, dice che una gran
parte dei Rom si identifica come Moldavi/Rumeni oppure Russi, a causa dei
pregiudizi e dell'indifferenza verso i Rom. In realtà il numero dei Rom è
maggiore di quanto mostrino i dati ufficiali, afferma Danu.
Prima della II guerra mondiale, oltre il doppio dei Rom viveva in Moldavia,
che al tempo era parte della Romania. Durante la guerra, furono deportati nei
campi di concentramento nella "Transnistria" occupata, che era una repubblica
autonoma e non parte della Romania. Durante la collaborazione nazi/rumena nella
II guerra mndiale, oltre 500.000 Rom furono uccisi nell'olocausto Rom -
conosciuto come Porajmos - dove furono deliberatamente spostati ad est del fiume
Dniepr e così fuori dai normali confini etnico-storici della Moldavia/Romania.
Da
Baltic_Roma
I neonazisti a Riga, secondo il locale giornale in lingua russa "Telegraf"
del 4 marzo, stanno attaccando i Rom con regolarità che aumenta. Benché n
neonazista sia stato arrestato all'inizio del mese ed accusato di aver attaccato
due ragazze Rom, la maggioranza di questi atti rimane senza investigazione
perché la maggior parte dei Rom non vuole contattare la polizia.
L'assalto avvenne lo scorso ottobre nell'appartamento di due ragazze. Gli
skinheads seguirono una tredicenne da un negozio lì vicino e la picchiarono con
catene. Una delle vittime fu così traumatizzata da rifiutare per sei mesi di
uscire di casa. La polizia ha altri sospetti coinvolti in attacchi seguenti
contro due Armeni. Anatoly Berezovsky, locale Rom leader, riporta su "Telegraph"
che la comunità soffre di assalti regolari dai neonazisti e che questo in
precedenza non succedeva.
L'addetta stampa della polizia, Kristine Apse-Kruminja, ha confermato
l'articolo del giornale e caratterizzati i motivi degli skinheads come "un misto
di hooliganismo e xenofobia". I neonazisti includono tanto Russi che Lettoni, ha
aggiunto, uniti nell'odio verso i Rom, che considerano indifesi per la loro
paura della polizia. Il giornale aggiunge che i neonazisti condussero altri
raids contro case rom nella stessa area dove vivevano le due ragazze.
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Da
Romano Them
19 Febbraio 2008 - Il Consiglio Nazionale Rom come legittimo
rappresentante della comunità Rom di Serbia ha condannato ieri le
dichiarazioni di John Sawers, ambasciatore britannico all'ONU, che
affermava tra l'altro che il piano Ahtisaari e la dichiarazione
unilaterale di indipendenza sarebbero state accettate dai Rom e dai
Turchi che vivono in Kosovo. L'ambasciatore britannico ha anche
menzionato come ragione per la dichiarazione d'indipendenza la pulizia
etnica contro gli Albanesi del Kosovo. Ma questo "argomento" è
stato dimenticato quando si è trattato, per esempio, dei Rom.
Durante il mandato della forza internazionale in Kosovo, oltre l'85%
dei Rom che vivevano in Kosovo hanno lasciato la loro casa, a causa
delle terrore delle bande albanesi e delle istituzioni del governo
provvisorio in Kosovo e Mehtojia. Sino ad oggi, meno del 5% ha deciso
per il ritorno. E' esattamente per queste ragioni che è possibile che il
rappresentante dei Rom nel Parlamento kosovaro, Hadji Zuljfi, ha votato
per una decisione tanto vergognosa. Hadji Zuljfi ha perso tutta la sua
credibilità politica, sociale e morale con i Rom da tanto tempo, perché
mai si è alzato contro il terrore, la violenza, gli assassini e la
persecuzione a cui per anni i suoi Rom sono stati esposti in Kosovo e
Mehtojia.
La società internazionale, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU e gli
stati membri dell'UE devono riconoscere che i Rom sono stati uno dei più
grandi danni collaterali in Kosovo e Mehtojia. I Rom mai scorderanno il
loro paese, la Serbia e mai riconosceranno un Kosovo indipendente. Per
questa ragione l'ambasciatore britannico non ha il diritto di usare i
Rom nei suoi falsi argomenti per la decisione illegale presa
dall'Assemblea kosovara, così dichiara il Consiglio Nazionale Rom. Il
Consiglio Nazionale della minoranza Rom in Serbia è pronto a fornire al
Consiglio di Sicurezza dell'ONU, tutte le rilevanti informazioni sulla
pulizia etnica ed il terrore a cui i Rom sono esposti in Kosovo e
Mehtojia.
Source: Rominterpres
Da
Romano Them
12 Febbraio 2008 - Secondo la stampa, il Montenegro starebbe aspettando una
nuova ondata di rifugiati se il Kosovo dichiarasse l'indipendenza. Riportando il
Commissario Montenegrino per i Rifugiati, Zeljko Sofranac, i giornali dicono che
il Montenegro dovrebbe, in questa situazione, reagire come uno stato moderno
applicando i trattati e le convenzioni internazionali.
Riferendosi alla situazione del 1999, quando il Montenegro accettò di
ospitare un gran numero di rifugiati come parte di un piano internazionale per
il contenimento regionale della crisi dei rifugiati, il Commissario ha affermato
che il suo paese non sarebbe pronto ad accettare nel lungo periodo rifugiati da
altri paesi.
Ad otto anni dalla fine della guerra, il Montenegro conta ancora circa 16.000
profughi dal Kosovo, molti dei quali Rom. Diventando rifugiati dopo
l'indipendenza montenegrina dalla Serbia, fronteggiano espresse discriminazioni
e devono accettare terribili condizioni di vita nei campi rifugiati o in ripari
privati.
Berlino, 28 gen. - (Adnkronos) - Verranno eretti a Berlino due monumenti in
memoria degli zingari e degli omosessuali uccisi dai nazisti. Lo ha annunciato
oggi il ministro tedesco della Cultura Bernd Neumann, dopo l'approvazione
formale della commissione affari culturali. I lavori per la costruzione del
monumento in memoria dei 500mila Sinti e Roma massacrati nei campi di sterminio
nazisti, cominceranno il mese prossimo presso il parco del Tiergarten a Berlino,
vicino alla sede del Parlamento. Il governo tedesco e i leader delle comunita'
Sinti e Rom hanno concordato nel 2006 la costruzione di un monumento a forma di
fontana, ma il progetto si era arenato sul testo dell'iscrizione. Ora il
monumento sara' scolpito dallo scultore israeliano Dani Karavan con una
iscrizione del poeta rom italiano Santino Spinelli. Il monumento per gli
omosessuali uccisi verra' invece costruito in primavera presso la porta di
Brandeburgo. Sotto il regime nazista vennero arrestati 54mila omosessuali, 7mila
dei quali morirono in campo di concentramento.
(Cif/Pn/Adnkronos)
Per la giornata della memoria RaiNews propone la testimonianza di una
sopravvissuta al Porrajmos lo sterminio nazista dei Rom e Sinti.
Fatima, rom bosniaca, nel 1945 fu deportata insieme alla sua famiglia ad
Auschwitz, oggi vive nel piu' grande campo nomadi alla periferia di Roma. Furono
500.000 i Rom e Sinti steminati nei campi di concentramento. Dei 23mila
internati ad Auschwitz-Birkenau, solo 3mila sono sopravissuti.
Clicca sull'immagine per vedere il video
Da
Roma_und_Sinti
By DPA Dec 20, 2007, 11:07 GMT Berlino - La camera alta del parlamento
tedesco, il Bundesrat, giovedì ha votato una risoluzione per un monumento ai
milioni di Rom e Sint periti durante l'Olocausto.
La richiesta arriva a 65 anni da quando il leader delle SS firmò il
cosiddetto decreto di Auschwitz, che portò alla morte di almeno 500.000 membri
delle due minoranze etniche nei campi di sterminio.
Ole von Beust, presidente del Bundesrat, ha messo in guardia contro il
"dimenticare e frenare" le memorie delle due comunità, i cui 12 milioni di
membri costituiscono la più grande minoranza nell'Unione Europea.
Il governo tedesco ed i leader delle comunità Sinte e Rom hanno concordati a
maggio 2006 la costruzione di un memorial a
che raffiguri una fontana.
Ma una disputa sull'iscrizione e altri particolari hanno messo il progetto in
attesa.
© 2007 dpa - Deutsche Presse-Agentur
Da
Romanian_Roma
Bucarest - Lunedì (scorso ndr) il presidente rumeno Traian Basescu ha presentato tre Rom
sopravvissuti all'Olocausto consegnando loro una medaglia.
Solo dal 2003 la Romania ha un giorno per ricordare le oltre 400.000 vittime
dell'Olocausto.
Il 9 ottobre Basecu ha consegnato un'onorificenza simile ad 11 membri della
comunità ebraica sopravvissuti alle deportazioni.
Sino al 2004, le autorità negavano che fosse possibile parlare di un
Olocausto in Romania.
Ma un rapporto internazionale ha trovato che le autorità di allora fossero
state responsabili della morte da 280.000 a 380.000 ebrei rumeni nelle regioni
amministrate dalla Romania.
Lo stesso rapporto documenta il destino di 25.000 Rom rumeni deportati
durante l'Olocausto - la metà dei quali perì.
In Romania vivono circa 1,5 milioni di Rom e 11.000 ebrei.
VENERDI 26 OTTOBRE ORE 21 A LECCO
SALA CONFERENZE BANCA POPOLARE DI SONDRIO VIA AMENDOLA
CONFERENZA E PRESENTAZIONE DEL DOPPIO DVD
A FORZA DI ESSERE VENTO
lo sterminio nazista degli zingari
IL POPOLO ROM IERI E OGGI
RELATORE
l'amico anarchico di Fabrizio De Andre'
PAOLO FINZI redattore di A rivista anarchica
ORGANIZZA CENTRO KHORAKHANE' LECCO
L'obiettivo della serata è comprendere e consocere la civiltà rom e sinti attraverso la storia di questo popolo, le persecuzioni dei campi nazisti e le vicende quotidiane del nuovo millennio nelle nostre città.
L'intento è riuscire ad aprire la strada per una discussione su uno degli aspetti ancora rimossi da quasi tutta la storiografia che si è occupata dei campi di tortura e di morte del regime nazista, ma anche e soprattuto perché, nel raccontare gli abomini di un passato ancora bruciante, getta una luce impietosa anche sull’oggi dimostrando lucidamente come poco, da sessant’anni a questa parte, siano cambiate le cose per gli zingari.
IL CORTO CIRCUITO, (attraverso questi DVD che presenteremo) che si viene a creare, man mano che il disco scorre sotto i nostri occhi, tra il racconto orale delle terribili scene di deportazione degli zingari e le immagini dell’oggi che le accompagnano e sostengono. Suoni e immagini finiscono, così, per determinare, nello spettatore, una sorta di ’contrappunto didattico’ in cui il passato della parola e del racconto finisce per illuminare di luce sinistra la realtà visibile e tangibile di un presente non poi tanto diverso. In questo modo l’occhio fenomenologico della videocamera sembra sempre cercare, nel presente dei campi rom fatti coi cumuli di spazzatura delle nostre "civili" città, i segni tangibili di un passato che continua a riemergere, tragicamente nell’oggi più di quanto ci piacerebbe credere.
Di qui le domande che aleggiano irrisolte a chiederci conto dei nostri persistenti pregiudizi su una realtà, quella zingaresca, che non conosciamo per davvero e che, quindi, non possiamo non continuare a temere.
Perché pochi di noi possono dire, rispondendo a Moni Ovadia, di avere un amico zingaro e molti di noi continuano a raccontare ai propri bambini, quando è l’ora di spaventarli per farli ubbidire, che se non tornano subito a casa poi arrivano i rom a rapirli e a portarli lontano, chissà dove.
Il merito dei documentari, comunque, non è solo quello di obbligarci a guardarci allo specchio scoprendo nei nostri atteggiamenti la stessa molla che muoveva i teorici nazisti dello sterminio finale, ma anche quello di riportare alla luce i dettagli di una storia che rischiava di restare taciuta per sempre perchè la cultura zingara è legata al solo racconto orale e, quindi, non accetta di prendere forma in un qualsiasi tipo di documento scritto.... Dello sterminio di Rom e Sinti (Porrajmos è la parola rom corrispondente all’ebraico Shoah) sappiamo, in effetti relativamente poco.
CON QUESTA SERATA VOGLIAMO, ANCHE A LECCO, PROVARE A RACCONTARE UNA STORIA. UAN STORIA VERA E DOVEROSA
e ora, grazie al lavoro in presa diretta delle videocamere, la voce zingara trova finalmente il suo spazio di espressione obbligandoci a fare i conti con i nostri fantasmi più terribili.
UN INCONTRO, UNA SERATA IMPORTANTE, ADULTA, CHE MERITA DI ESSERE PARTECIPATA.
VENERDI 26 OTTOBRE ORE 21 LECCO
SALA banca popolare di sondrio
VIA AMENDOLA ANG VIA PREVIATI
Pattuglie miste di Rom ed incaricati della compagnia governativa Egida
saranno dislocate nelle periferie di Sofia abitate da Bulgari e Rom, questo dice
il sindaco Boiko Borissov.
Secondo l'agenzia Focus, la dichiarazione di Borissov è arrivata dopo un
incontro con Tsvetelin Kunchev, leader del partito Euroroma.
Borissov dice che alcuni Rom sono già assunti da Egida. Le organizzazioni Rom
hanno suggerito di impiegare altri 20 Rom, che potrebbero lavorare per la
compagnia.
Ai nuovi impiegati di origine Rom verrà fornita una formazione professionale,
secondo le leggi sulla sicurezza privata.
Kunchev dice che queste pattuglie miste mostreranno che Bulgari e Rom sono
consolidati e che nessun "fattore secondario può causare tensioni artificiali."
Il
12 e 13 agosto 2007 disordini erano accaduti nel quartiere Krasna Polyana.
Circa 200 Bulgari e Rom avevano preso parte a scontri di massa. Gli scontri
erano una conseguenza degli attacchi di skinheads al quartiere.
Secondo Focus, Borissov vorrebbe che queste pattuglie entrassero in servizio
entro il 21 agosto 2007.
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