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Serbia
Di Fabrizio (del 21/02/2008 @ 23:01:35, in conflitti, visitato 2850 volte)

Da Romano Them

19 Febbraio 2008 - Il Consiglio Nazionale Rom come legittimo rappresentante della comunità Rom di Serbia ha condannato ieri le dichiarazioni di John Sawers, ambasciatore britannico all'ONU, che affermava tra l'altro che il piano Ahtisaari e la dichiarazione unilaterale di indipendenza sarebbero state accettate dai Rom e dai Turchi che vivono in Kosovo. L'ambasciatore britannico ha anche menzionato come ragione per la dichiarazione d'indipendenza la pulizia etnica contro gli Albanesi del Kosovo. Ma questo "argomento"  è stato dimenticato quando si è trattato, per esempio, dei Rom.

Durante il mandato della forza internazionale in Kosovo, oltre l'85% dei Rom che vivevano in Kosovo hanno lasciato la loro casa, a causa delle terrore delle bande albanesi e delle istituzioni del governo provvisorio in Kosovo e Mehtojia. Sino ad oggi, meno del 5% ha deciso per il ritorno. E' esattamente per queste ragioni che è possibile che il rappresentante dei Rom nel Parlamento kosovaro, Hadji Zuljfi, ha votato per una decisione tanto vergognosa. Hadji Zuljfi ha perso tutta la sua credibilità politica, sociale e morale con i Rom da tanto tempo, perché mai si è alzato contro il terrore, la violenza, gli assassini e la persecuzione a cui per anni i suoi Rom sono stati esposti in Kosovo e Mehtojia.

La società internazionale, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU e gli stati membri dell'UE devono riconoscere che i Rom sono stati uno dei più grandi danni collaterali in Kosovo e Mehtojia. I Rom mai scorderanno il loro paese, la Serbia e mai riconosceranno un Kosovo indipendente. Per questa ragione l'ambasciatore britannico non ha il diritto di usare i Rom nei suoi falsi argomenti per la decisione illegale presa dall'Assemblea kosovara, così dichiara il Consiglio Nazionale Rom. Il Consiglio Nazionale della minoranza Rom in Serbia è pronto a fornire al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, tutte le rilevanti informazioni sulla pulizia etnica ed il terrore a cui i Rom sono esposti in Kosovo e Mehtojia.

Source: Rominterpres