L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
Aprile con le “riviste giovani” dell’Editrice Elledici Dimensioni Nuove e “Il popolo che segue il Sole” Mondo Erre e le “Curiosità spaziali”
Rivoli (Torino), aprile 2006 - «Lavoro da due anni in una cooperativa di pulizie. Forse la gente non lo sa, ma non tutti i rom amano stendere la mano per chiedere l’elemosina»: firmato Adriana Murtic, 23 anni. «Sono un rom di 32 anni, a 16 ho finito la scuola media. Alcuni compagni mi trattavano come un cane rognoso. Ma Claudio, un ragazzo gagé, cioè non zingaro, un giorno mi invitò al suo compleanno: da quel giorno la scuola mi è sembrata più bella. Oggi ho cinque figli che mando regolarmente a scuola»: firmato Marco Sulejmanovic.
Ancora una volta la rivista Dimensioni Nuove riesce a raccontare storie “diverse” e “altre”. Il mensile della Elledici sul mondo giovanile, infatti, esce ad aprile con un dossier-inchiesta dedicato ai due popoli zingari, cioè i Rom e i Sinti. Curato da Carla Osella, presidente dell’Associazione Zingari Oggi, il dossier racconta la vita del “Popolo che segue il Sole” tra cronaca, storia, cultura e reportage, ma anche attraverso le testimonianze in prima persona di tre giovani rom e un’analisi dell’ambiguo razzismo all’“italiana”.
Ne emerge, senza agiografie zuccherose, il ritratto di un popolo impegnato in un difficile cammino sulle strade della modernità. Oggi la maggior parte dei 100-120.000 Rom e Sinti che vivono in Italia risiedono, non più “nomadi”, in circa 180 aree di sosta autorizzate. Ma moltissime famiglie hanno ormai hanno lasciato da tempo i campi-favelas, accettando una casa popolare o comprando terreni dove vivere in piccoli gruppi.
Sempre nel numero di aprile un'altra rivista della Elledici, il vulcanico Mondo Erre diretto da Valerio Bocci, racconta ai ragazzi decine di “Curiosità spaziali” in un inserto curato da Piero Bianucci, responsabile del settimanale Tuttoscienze del quotidiano La Stampa. Cinque le parti che compongono questo dossier: “Il cielo sopra di noi”, “Il sole e le altre stelle”, “Guarda che luna!”, “A spasso per la Via Lattea”, “E il tempo va”.
Bianucci svela i segreti delle “luci polari” e dei “neutrini fantasma”, ma riconosce con fair play che «nessuno sa che cosa sia il tempo». Ci informa che se non esistesse sorella Luna «l’asse terrestre subirebbe forti oscillazioni caotiche che altererebbero il clima, impedendo ogni forma di vita». Racconta la storia dei 400 “alberi lunari”. E nel paragrafo “Lezioni di democrazia” dimostra che «il cielo è uguale per tutti». Anche se è vero, come diceva il cancelliere tedesco Konrad Adenauer, che «viviamo tutti sotto lo stesso cielo, ma non tutti hanno lo stesso orizzonte».
Non chiamateli zingari, il loro nome è «rom». Popoli nomadi finiti qui al centro dell'Europa dopo secoli di peregrinazioni, ingiustamente discriminati per anni per via della pelle scura, degli abiti stravaganti, di una lingua incomprensibile e di mille pregiudizi che li fanno ritenere ladri ed ubriaconi per colpa di una piccola minoranza che davvero lo è.
> Dunque, il Giornale è da ottobre scorso che quasi ogni giorno da notizie sulle "malefatte degli zingari". Intervista comitati e consiglieri di zona per pagine e pagine, e ora cosa scopre in una decina di righe?
Dopo essere stati deportati e sterminati al 90% durante la seconda guerra mondiale, dopo essere stati nel 1999 letteralmente murati con la costruzione di un muro in un'area della Boemia settentrionale, poi abbattuto per le pressioni dell'Unione Europea, oggi i Rom continuano ad integrarsi con difficoltà, a vivere nelle periferie delle città della Repubblica Ceca
> Sbaglio o sono diffusi anche fuori dal Centro Europa? Per dire, le loro condizioni in Italia non mi sembrano così incoraggianti...
in catapecchie scoraggianti, senza alleati e protettori, mantenendo alte le tradizioni della loro etnia, con la libertà ottenuta da qualche tempo in qua di poter usare la loro lingua e di formare movimenti politici.
> Lo so che l'ho gia chiesto, ma dov'è la notizia? E' lo stesso Giornale che pubblica notizie infondate e poi si rifiuta di aggiungere le smentite?
Di Fabrizio (del 06/04/2006 @ 10:40:34, in conflitti, visitato 3203 volte)
Ustiben report: By Grattan Puxon
All'alba del Giorno della Nazione Rom, il Forum UK incontrerà il vice primo Ministro per dire che ormai la Bretagna è allineata al resto d'Europa nel trattamento riservato a Nomadi e Viaggianti. Ma se l'Unione Europa sembra voler mettere freno alla politica degli sgomberi, il nostro Governo lascia massima autonomia ai Comuni nel "ripulire dagli Zingari" i loro territori.
"Abbiamo impiegato un anno a Strasburgo nel tracciare le linee-guida," dice Cliff Codona, presidente del Forum. "Ma il lavoro svolto è stato ignorato nel nostro paese. Vogliamo la fine delle pulizie etniche e il raggiungimento dei primi risultati positivi."
Secondo Codona, quattro anni di incontri e colloqui con l'Ufficio di Presidenza dei Ministri non hanno portato alcun progresso. Dopo 40 anni di campagne per i diritti umani, i 350.000 Travellers e Romanichals in Bretagna si trovano di fronte a odio e razzismo senza precedenti.
Il messaggio inequivocabile per le famiglie le cui case sono state distrutte settimana scorsa dal comune di Basildon è "non tornerete". Una esplicita dichiarazione di volontà di pulizia etnica, secondo Richard Sheridan, membro della delegazione di Dale Farm, la più grande comunità di Viaggianti in UK.
Continua chiedendo il controllo delle ditte private che i comuni hanno impiegato per distruggere centinaia di abitazioni. Stanno infrangendo ogni regola di sicurezza e mettendo a rischio la vita di vecchi e bambini. Tra le compagnie che si sono distinte in questa poco onorevole classifica: Constant & Co, con sede a Bedford e specializzata in sgomberi anti-Rom; H.E.Services; e Terranova,una compagnia di macchinari edili a noleggio. Le loro azioni sono state filmate in numerose azioni recenti di sgombero.
"Di questo passo, potrebbe scapparci il morto, se il comune di Basildon non controllerà il comportamento di queste compagnie- Il Governo deve assumersi le sue responsabilità per il precipitare della crisi."
Kay Beard, rappresentante UK nell'European Roma and Travellers Forum, dice che l'Ufficio di Presidenza non ha incluso nelle sue linee guida alcun accenno alle regole su sicurezza e sanità. Nel contempo, quando i nomadi richiedono l'applicazione dei permessi di sosta, se li vedono regolarmente negare dal razzismo delle autorità.
"E' gente che aveva messo insieme i soldi per comperarsi un piccolo pezzo di terra, dove non essere sgomberata di continuo", prosegue. "L'unico crimine che hanno commesso è di provare a bastare a se stessi".
Per terminare, chiede che sia favorito lo scambio di terreni quando i permessi di sosta vengano negati.
E' ANCORA POSSIBILE FIRMARE LA PETIZIONE LANCIATA DAL COMITATO per DALE FARM & INTERNACIONAL ALLIANCE OF INHABITANTS:
Infine, per chi è in GB questo fine settimana:
The Petition will be presented during RED WHEELS AGAINST RACISM
A Festival for "8 April", celebrated by Romanies and Travellers around the globe as Roma Nation Day and promoted by the UK Gypsies, Travellers and Roma Forum
LAINDON COMMUNITY CENTRE Aston Road, Laindon, Essex close to Laindon railway station and the A127
Starts 2.30 pm on Saturday, 8 April
main feature
A TRAVELLER IN PROGRESS A play by Michael Collins, depicting his own childhood and the forty years of the Travellers' campaigning for civil rights, from the stand at Cherry Orchard Camp, in Dublin, to today's siege of Dale Farm....
Also ATCH, a short film by Jake Bowers
>>>cut out this ticket and present on entry (print more if needed):
L’anno scorso non si è potuto festeggiare questa giornata dedicata ai Rom perché eravamo in lutto per la morte del “nostro Papa”, egli ha dimostrato di avere un cuore per noi Rom, quando con coraggio ricordava le vittime “zingare” del nazismo di Hitler, in occasione della sua visita ad Auschwitz nel giugno del 1979.
Non possiamo dimenticare i tempi moderni e attuali, ciò che è successo nelle guerre Balcaniche: in nome della “democrazia” si è permesso che interi villaggi Rom venissero bruciati nel Kosovo dall’UCK, e migliaia di Rom costretti all’esodo forzato: “Democrazia, Democrazia” così gridavano gli Albanesi.
Serbi, Macedoni, Bosniaci presentavano i Rom uccisi dalla guerra come loro cittadini, così non appaiono mai liste di Rom uccisi.
Italia. L’unica accoglienza per i Rom, profughi dalle guerre era e continua ad essere nei ghetti, chiamati “campi nomadi”.
Un altro ostacolo al nostro percorso sono coloro che si presentano come i nostri “benefattori”, ma in realtà sono degli “sfruttatori”, nominandosi anche come “esperti Rom”, operatori specializzati…e tutti i loro sbagli ricadono su di noi e siamo sempre noi Rom a dover pagare.
Quest’anno la festa dei Rom cade proprio il giorno prima delle Elezioni Politiche Nazionali, ed è per questo che la rimandiamo ad altra data, perché prima vogliamo vedere chi guiderà il “nostro Paese”, poi in base a questo adattiamo il tipo di festa.
Io spero che con il Governo Prodi si rafforzi quella volontà politica in grado di costruire un percorso di integrazione, a favore della minoranza più discriminata in Europa, che è proprio quella dei Rom.
I Rom vogliono questa integrazione, manca la volontà delle Istituzioni, ma anche quella dei cittadini Italiani e Pisani, che a causa del pregiudizio sui Rom (ladri, sporchi, furbi…) sono sempre visti solo come un pericolo e una minaccia alla società.
Ogni anno, a questa data io non mi stancherò mai di ripetere lo stesso appello:
Dateci la possibilità vera di essere cittadini, il che vuol dire avere un Permesso di Soggiorno, con un lavoro, un alloggio dignitoso.
Sottolineo, che prima della Guerra Balcanica tutte queste cose noi le avevamo già, ci sono state tolte anche con il “contributo” degli aerei Nato che partivano dalla base di Aviano (VR) per venire a bombardare il nostro paese, distruggendo le nostre case e la nostra dignità.
Etem Dzevat - Presidente ACER di Pisa e membro di “Romani Union International”
Di Fabrizio (del 06/04/2006 @ 23:28:40, in Europa, visitato 2136 volte)
3 Aprile 2006 | 19:04 | FOCUS News Agency
Sofia: Un centinaio di Rom hanno bloccato il traffico in Konstantin Velichkov blvd.
La ragione è un incidente accaduto la notte scorsa, che ha visto l'investimento del 15enne Traycho Cherkezov, che poi è morto in ospedale. Secondo suo fratello, che era con lui al momento dell'impatto, si è trattato di una Mercedes che andava oltre 100 Kmh. "Il guidatore era completamente ubriaco" dice il fratello di Traycho. Aggiunge che 40 minuti dopo l'incidente, non erano ancora arrivati i soccorsi.
Secondo lui la polizia sta aiutando il guidatore, a cui non è stato fatto l'alcool-test.
I manifestanti volevano conoscere l'esatta dinamica dei fatti e qual'è stato il comportamento della polizia, accusata di voler difendere un proprio collega. Il traffico in seguito è tornato alla normalità
Di Fabrizio (del 07/04/2006 @ 08:56:31, in Kumpanija, visitato 2499 volte)
Mi sembra di ricordare, che questo fine settimana ci sia una scadenza importante () per un po' di gente in Italia. Sabato 8 aprile però è anche la ricorrenza del Giorno Internazionale del Popolo Rom e visto che la Mahalla ha il suo zoccolo duro di lettori dall'estero, ecco un po' di appuntamenti per loro:
Bonjour à tous,
Les associations rroms « Rromani Baxt », « La Voix des Rroms », « Femmes rroms, sinté et kalé », AVER contre le racisme et « Ternikano Berno » vous invitent à la célébration de la Journée internationale rrom
Le samedi 8 avril De 10 heures à 19 heures A l'Institut Polytechnique Saint Louis à Cergy Pontoise 32, Boulevard du Port - Cergy RER A, arrêt Cergy Préfecture
Au programme: Musique, chants, expositions diverses, projection de films, lectures de morceaux choisis de la littérature rrom, prises de parole et discussion Possibilité de restauration et rafraîchissements sur place à des prix modiques
Venez nombreux!
Friday April 7th, 2006
7 pm Building open to public – café/bar opens 8 pm House lights dim 8.00 - 8.30 Romani Rad Music and Dance 8.30- 9.00 Brentwood Gypsy Support Group “That’s all very Romantic - but ….” From India to Bentley churchyard. ( with multi-media back projection) “I want to go to School” 1811 - The story of Trinity Cooper: “We want to go to School” 1967 – Hornchurch Airfield “Up the Chimneys” Tribute to Charles Smith and Bob Reed by Bernadette Reilly The meaning of the Romani National Anthem: Anglo-European School students, Abbie Southern and Berengere Ariaude
9.00 – 9.20 Interval
9..20 – 9.50 It’s a Cultural Thing – or is it? (Extracts) By Michael Collins, with Michael Collins and Patricia McCarthy, directed by Mick Rafferty. A personal journey through childhood, and a view from the inside of the stand made by Travellers forty years ago at Cherry Orchard in Dublin, and today at Dale Farm, Basildon. 9.50 – 10.20 Romani Rad Finale, ending with Opre Roma
Tickets from Brentwood Theatre Box Office £9 (£7.50 conc.) Telephone the Box Office on (01277) 200305 and pay by most credit or debit cards. There is no booking fee. For an optional charge of 40p your tickets will be posted to you, or else you may collect them from the Theatre's foyer in the 30 minutes before the performance commences. In person From the Information Centre 44 High Street (opposite WHSmith) open, Monday to Friday 9.30 – 12, 1- 400pm
Transport. Go to Brentwood and Warley Rail Station from Liverpool or Stratford Main Line Rail Stations. Brentwood Theatre would be around a £3 taxi ride, or a brisk 15 minute walk up Queen's Road. Details of how to get there on http://www.brentwood-theatre.org/
Trains go back to Liverpool Street every 15 minutes or so up to 23.47 (which arrives Liverpool Street at 12.35) - After that it's the 4.42 on 8th April)
Cher, Nous avons le plaisir de vous inviter à plusieurs évènements relatifs à la Journée de la Nation Roms à Gand (le samedi 8 avril à partir de 17 heures), à Bruxelles (le dimanche 9 avril à partir de 16 heures) et à Opwijk (le vendredi 14 avril à partir de 20h30). A Bruxelles en particulier, au Centre culturel "De Pianofabriek" situé rue du Fort 35 à 1060 Saint-Gilles (200 m de la Barrière de Saint Gilles), le programme est le suivant: - 20 h - "La Panica" - Fanfare Bulgare. - 18 h - "Roma Luca" - Présentation du CD "Andar o Brussel" - Roumanie - 16 h - "Ze kwamen uit het Oosten..." présentation de son livre par Wolf Staf Bruggen. Au plaisir de vous y rencontrer. Cordialement. Alain Verkindere, pour: Wolf Staf Bruggen Voorzitter-Chairman-Presidentos Opré Roma ngo opreromavzw@yahoo.com Tel : ++32 (0)484.962.264
Di Fabrizio (del 07/04/2006 @ 09:48:32, in blog, visitato 1996 volte)
Ieri sera mi ha contattato Lilicka di Tanalab, sta coordinando una trasmissione sui Rom. Potrete ascoltarla dalle h. 20.00 in streaming QUI
Purtroppo (parole sue) non c'è stato il tempo per organizzare un'intervista ai diretti interessati. Le ho chiesto di presentare il suo lavoro:
La trasmissione parlerà dei rom: popoli straordinari che attraversano il mondo senza leggi a regolare i loro rapporti interni: nè stati, nè presidenti, nè confini. I rom per questo loro modo di vivere hanno sempre fatto paura e sono stati vittime delle peggiori discriminazioni e repressioni da parte dei /gagè/. Attraverso un percorso storico cercheremo di parlare dei vari popoli e delle varie culture nomadi, delle discriminazioni forti che attraverso i secoli si sono avute nei loro confronti, fino ad arrivare all'attualità e ai campi di sinti presenti in Italia e delle notizie riguardanti l'attuale situazione dei nomadi nel mondo nell'epoca delle "GRANDI DEMOCRAZIE" e della farsa di leggi che ancora una volta discriminano le persone per la loro cultura e appartenenza etnica.
BELGRADE, Apr 5 (IPS) - In migliaia che hanno abbandonato la Serbia dopo le guerre succedutesi negli anni '90 stanno per tornare, dove nessuno lo sa. Sono circa in 150.000 che hanno vissuto illegalmente nelle nazioni europee per anni.
La maggior parte di loro sono poveri ed illetterati, si sono occupati di lavori manuali all'estero quando è stato possibile, secondo i dati ufficiali. La maggior parte si è ritrovata in Germania, Svezia, Danimarca ed Italia.
Tra di loro, molti sono Rom, o di etnia albanese dalla provincia meridionale del Kosovo, o di etnia bosniaca sempre dal Kosovo o dal vicino Sangiaccato.
Le loro richieste di asilo sono state rigettate dalle autorità straniere, particolarmente dopo la caduta dell'ex presidente Slobodan Milosevic nel 2000. La scusa del rifiuto è diventata la fine delle ragioni [politiche] che erano alla base della loro fuga dalla madrepatria.
"Da quando vennero siglati i primi accordi sui rimpatri nel 2001, i cittadini di Serbia sono ritornati al ritmo di 8.500 all'anno" dice ai giornalisti Rasim Ljajic, ministero per i diritti umani.
Ljajic ha recentemente aperto un ufficio di accoglienza per rimpatriati all'aeroporto di Belgreado, dove in migliaia avevano già fatto ritorno negli anni scorsi. L'ufficio, che prevede la la presenza di due assistenti sociali e di un operatore della Croce Rossa, è stato reso possibile con lo stanziamento di 85.000 $ dalla Svezia.
"Ma la maggior parte di loro è gente che nessuno vuole" dice Danilo Rakic dell'OnG su diritti umani "484" di Belgrado: "Sono rimandati qua, ma non hanno un posto dove andare."
La maggior parte dei Rom di ritorno trova rifugio in catapecchie nel quartiere periferico di Novi Beograd [...] Sotto ai raccordi autostradali fioriscono dozzine di "villaggi di cartone" abitati da persone che si offrono per qualsiasi lavoro manuale.
Molti di loro parlano del rimpatrio come di una deportazione. In buona parte hanno avuto solo 48 ore di preavviso.
Un Bosniaco di Kosovska Mitrovica che si presenta come "H.P." lasciò il Kosovo nel 1996 e finì nei Paesi Bassi. La sua casa natale venne distrutta dai bombardamenti NATO tre anni dopo. Come non-Albanese, teme il ritorno in Kosovo, dove le minoranze non sono benvenute, nonostante la presenza di NATO e ONU.
"Dove posso andare? Non ci sono più case a Mitrovica. Non voglio andare a Pristina (la capitale), dove sarei circondato dall'etnia albanese, che non vogliono nessun altro attorno."
H.P. attualmente vive con la famiglia nella città meridionale di Novi Pazar nel Sangiaccato, ai confini col Kosovo. E' un'area a popolazione predominante di musulmani slavi o bosniaci. Come molti altri, non ha un lavoro.
Kadrija Mehmedovic, che guida l'OnG "Povratak" (Ritorno) sempre a Novi Pazar, dice che sorgono particolari problemi con i minori: un terzo di loro parla solo la lingua del paese da cui provengono, e spesso finiscono nelle scuole per bambini disadattati. Molti genitori decidono di non mandarli del tutto a scuola.
Circa in 40.000 sono stati deportati in Sangiaccato dal 2000" ha raccontato recentemente Mehmedovic ai media belgradesi. "Nel passato fuggivano dalla povertà, ma questa è tuttora presente."
Gli attivisti per i diritti umani puntano il dito contro le assurdità burocratiche nei paesi che hanno deportato gli immigrati. Ad esempio, nota Danilo Rakic: "Un componente di una famiglia si vede approvato il permesso di residenza, agli altri componenti viene rifiutato, così le famiglie preferiscono affrontare assieme la deportazione. Dietro, ci sono storie di matrimoni misti, che so Serbia e Macedonia. Succede che le coppie vengano separate e rimpatriate in diversi paesi."
Ma gli attivisti rimproverano anche la Serbia per fare poco o niente per chi viene rimpatriato.
"Si tratta di nostri concittadini e abbiamo l'obbligo di re-integrarli nella società." ci dice Sanja Mrvaljevic dell'ufficio EU in Serbia. "C'è necessità di sviluppare strategie, che sono totalmente mancanti."
Se non c'è una strategia, "ci resta solo la speranza" dice H.P. (END/2006)
APPROVATO IL PROGETTO "AIUTO ALLA SCUOLA SPECIALE SVETI SAVA" A Maggio partirà il progetto "AIUTO ALLA SCUOLA SPECIALE SVETI SAVA", finanziato da "AIUTARE I BAMBINI", vedi qui:
La Scuola speciale “Sveti Sava” ospita 98 bambini dai 7 ai 15 anni, quasi tutti rom, con patologie fisiche e psichiche; in particolare 10 sono audiolesi, 10 affetti da sclerosi multipla, 67 hanno ritardi mentali, 5 hanno la sindrome di Down, 6 sono autistici.. La scuola, su una collina, lontana dalle abitazioni, ha un ampio giardino, ben curato, ma vuoto. E’ una scuola statale, con programmi molto rigidi che non dan...
Di Fabrizio (del 07/04/2006 @ 11:48:32, in Italia, visitato 1916 volte)
Ciao Fabrizio,
ti mandiamo un comunicato molto importante e speriamo che lo prenderai in
considerazione.
Saluti,
Giulia e Valeria
W.A.M.
WE ARE ALL MIGRANTS!
Siamo tutti migranti!
Viale Giustiniano Imperatore 272
(Metro B – San Paolo)
Comunicato Stampa n°1
Dalla presa di coscienza della violazione dei diritti fondamentali dell’uomo;
dalla consapevolezza che nella vita di ogni persona la condizione di migrante è
sempre possibile; dalla voglia di reagire per la riaffermazione dello Stato di
diritto, rimanendo nella legalità;
NASCE W.A.M., UN’ASSOCIAZIONE, UN MOVIMENTO PER LA TUTELA, LA PROMOZIONE E
LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI!
Sono Jsac, Kawa, Suliman, Daniel. Ognuno ha con sé la sua valigia:
all’interno il proprio dramma da raccontare.
Tutto ha inizio una settimana fa, quando a Daniel Osis Chuta viene
consegnata da parte della Cooperativa Sociale a.r.l. “Programma Integra”
una lettera per il Prof. Mati dove gli viene chiesto di lasciare
l’appartamento “CASA DI INTEGRA” viale Giustiniano Imperatore 272. A
Daniel invece la lettera con il medesimo contenuto viene consegnata dal Prof.
Saber socio e collaboratore della suddetta cooperativa.
Al portavoce del SLM (ITALIA) Suliman Ahmed non è stata necessaria
neanche la lettera di preavviso. Prima della sua partenza in CIAD (13 SETT
2005), per le elezioni del presidente del Darfur e dei portavoce del
Movimento di Liberazione del Sudan (SLM), il presidente della suddetta
cooperativa gli aveva assicurato la permanenza nella “Casa d’integra” al
suo rientro in Italia; ma al suo ritorno Suliman viene trasferito nel CENTRO
DI ACCOGLIENZA di SCORTICA BOVE n° 151 ROMA.
Hanno ricevuto l’ultimo invito a lasciare l’appartamento di viale Giustiniano
Imperatore, 272 in Roma che gli era stato “concesso” da istituzioni locali,
nazionali ed europee attraverso progetti individuali di “integrazione”.
Li avevano riappropriati della speranza di una vita migliore di quella da cui
erano fuggiti.
E, invece, ancora una volta, si ritrovano sull’orlo della precarietà
esistenziale. Raggirati da false promesse, che presagivano una tranquillità
tanto agognata, hanno ricevuto un invito ad abbandonare la casa, che finalmente
li aveva tolti dalle fredde strade capitoline, dagli stenti che questa città
impone a coloro che arrivano in clandestinità solo per
reclamare i diritti fondamentali, a cui ogni essere umano “dovrebbe” essere
ammesso a godere.
Gli avevano promesso il sostegno lavorativo ed abitativo che tutti gli Stati
democratici occidentali mirano a garantire sulle solenni carte.
Jsac, Kawa, Suliman, Daniel, e tanti altri non vogliono tornare a vivere nel
Parco delle Farfalle – Colle Oppio – né nei freddi e fetidi centri di
accoglienza del Comune di Roma. Alcuni di loro collaboravano per progetti
d’integrazione del Comune di Roma, che prevedevano la garanzia di un alloggio:
sono stati “licenziati” e invitati a lasciare l’appartamento concesso. Ad altri
era stata promessa la collaborazione continuata nel tempo: sono stati illusi!
Altri ancora, che attualmente collaborano come i primi e i secondi, hanno paura
di fare la stessa fine. Fuggivano da guerre fisiche e si ritrovano a combattere
con noi la guerra alla precarietà che risucchia sempre più persone.
Vorrebbero affrancarsi da un modello assistenziale che li sfrutta fino al
limite, ma il loro scarso potere economico non gli consente indipendenza.
Hanno cercato modesti alloggi da affittare, ma quando l’interlocutore sente
la loro voce straniera, diventa sordo.
Jsac Mati. Iracheno, oppositore del regime di Saddam Hussein, professore
all’Università di Mosul, fondatore di “Justice now” Responsabile dei diritti
umani per la Free Lance International Press . Torturato. Richiedente asilo. In
Italia dal 2003.
Kawa Saber Said. Curdo iracheno, oppositore del regime di Saddam Hussein,
professore all’Università di Soulemaniya. Minacciato dai fanatici musulmani.
Torturato. Imprigionato. Rifugiato politico. In Italia dal 2002.
Suliman Ahmed Hamed. Sudanese. Membro fondatore e portavoce in Italia del
“Movimento di Liberazione del Sudan” (S.L.M.). Presidente dell’Associazione
“Figli di Darfur”. Torturato. Rifugiato politico. In Italia dal 2003.
Per questi motivi “il fuggitivo e il privilegiato” decidono di camminare
insieme, stretti in un abbraccio lungo un progetto senza fine. Un percorso in
continua evoluzione, nell’intreccio della conoscenza dei propri compagni di
viaggio. L’insoddisfazione verso ciò che già è stato precostituito dall’alto
spinge queste persone
all’AUTO-ORGANIZZAZIONE e all’AUTO -DETERMINAZIONE
per il perseguimento di uno scopo genuino.
DIRITTO AD UNO SPAZIO DIGNITOSO ED ADEGUATO IN CUI VIVERE, LAVORARE, ESPRIMERSI.
Realtà migranti si mescolano, mantenendo la propria identità.
Rifugiati politici, italiani, studenti, torturati, oppositori a regimi politici,
storici ed ideologici, uniti nella concretizzazione di un modello alternativo di
Intercultura.
Perché un’alternativa è possibile.
ORA!
Roma 31 Marzo 2006
Info: Prof. Saber - 338.8103338, Prof. Mati 333.3898386,
Najo Azdovic
340.9756277
Nicola Depalo – 388.3609410, Francesco Palazzo – 393.2167026
Di Fabrizio (del 08/04/2006 @ 11:48:32, in Europa, visitato 4373 volte)
Praga, 6. 4. 2006, 13:00 (ROMEA): Il Giorno Internazionale dei Rom è una delle poche feste Rom che negli anni '90 sono diventate avvenimenti internazionali. Nonostante gli sforzi per la sua propagazione, non è molto conosciuto neanche tra gli stessi Rom. Piuttosto raccoglie attenzione tra quanti lavorano nel settore civico, gente che poi cerca di portare questa celebrazione nelle proprie città.
La Giornata venne celebrata la prima volta nel 1990, durante il IV congresso di International Roma Union (IRU) che si svolgeva a Varsavia. La giornata vuole ricordare la mutua cooperazione che si deve stabilire tra i Rom, quando il loro movimento assume una dimensione socio-politica ed internazionale. Durante questa giornata, i partecipanti si ritrovano a celebrare le comuni origini sociali, linguistiche, culturali: tutto ciò che li unifica, in particolare la "romipen" (preservazione dell'identità)
Il Giorno Internazionale dei Rom si celebra in onore del primo incontro internazionale, che avvenne l'8 aprile 1971, vicino a Londra. Tra i promotori ricordiamo Grattan Puxon e Donald Kenrick dall'Inghilterra, i Rom yugoslavi rappresentati da Jarko Jovanovićem, i cosiddetti Manouches rappresentati da Matéo Maximoff. Era presente anche l'Unione dei Rom-Zingari dell'ex Cecoslovacchia.
Attività del movimento internazionale Rom Parigi divenne il centro del movimento internazionale dei Rom sin dai primi anni '60. Lì ebbe sede il Comité International de Tzigane, che organizzò il primo congresso internazionale del 1971. In quell'occasione venne fondata la International Roma Union, quindi quest'anno ne ricorre il 35° anniversario.
Il congresso si svolse dal 7 al 12 aprile 1971 a Chelsfieldu, 15 Km. da Londra. Vi parteciparono delegati da 14 paesi e lì vennero adottati bandiera e simboli del movimento. La bandiera si ispirava a quella usata nel congresso di Bucarest del 1933 e poi adottata dal comitato internazionale francese. Originariamente era soltanto blu e verde. La ruota rossa (la cosiddetta chakra di Ashock) fu aggiunta come simbolo della madrepatria rom - l'India, durante il congresso. Venne approvato l'uso del termine Rom al posto di Zingaro. Fu preconizzata la collaborazione con ONU, e in particolare con l'UNESCO, per affrontare le questioni della cultura e della sua trasmissione.
Nel 1977 nacque ufficialmente l'International Romani Union. L'ONU riconobbe l'esistenza dei Rom come specifico gruppo etnico nella sua raccomandazione del settembre 1977, per prevenire le discriminazioni contro questa minoranza.
La prima azione della neonata organizzazione fu il secondo congresso, tenutosi a Ginevra nel 1978. Arrivarono circa 120 delegati da 26 paesi. Mancarono i delegati della Cecoslovacchia, che non ottennero il permesso delle autorità di recarsi all'estero. Un indubbio successo fu il riconoscimento ONU dell'IRU come OnG, a marzo 1979 nel palazzo dell'ONU di New York.
Nel 1981 il terzo congresso si tenne a Gottinga, in Germania. Lì il governo tedesco riconobbe le proprie colpe verso i Rom durante il nazismo. Poi il congresso di Varsavia nel 1990, che vide la nascita del Giorno Internazionale dei Rom. Il quinto congresso si tenne a Praga nel 2000, con oltre 250 delegati da 40 paesi, che concordarono un programma comune, uno statuto ed elessero un nuovo presidente: il dottor Emil Ščuka della Repubblica Ceca.
L'ultimo congresso avvenne nel 2004 a Lanciano, in Italia, dove venne elette nuovo presidente il polacco Stanislaw Stankiewicz.
Negli anni '80 emersero nuove organizzazioni, in particolare nell'Europa occidentale, il cui intento era la creazione di una lobby a favore degli immigrati Rom dall?Europa dell'Est e meridionale. Sulle stessi basi, venne fondato anche il Roma National Congress (RNC), con leader Rudkem Kawczynskim.
Sino al giorno d'oggi, che vede nel settembre 2005 la nascita dell'European Roma and Travelers Forum (EFRT), che è parte del corpo del Consiglio d'Europa.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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