Ciao Fabrizio,
ti mandiamo un comunicato molto importante e speriamo che lo prenderai in
considerazione.
Saluti,
Giulia e Valeria
W.A.M.
WE ARE ALL MIGRANTS!
Siamo tutti migranti!
Viale Giustiniano Imperatore 272
(Metro B – San Paolo)
Comunicato Stampa n°1
Dalla presa di coscienza della violazione dei diritti fondamentali dell’uomo;
dalla consapevolezza che nella vita di ogni persona la condizione di migrante è
sempre possibile; dalla voglia di reagire per la riaffermazione dello Stato di
diritto, rimanendo nella legalità;
NASCE W.A.M., UN’ASSOCIAZIONE, UN MOVIMENTO PER LA TUTELA, LA PROMOZIONE E
LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI UMANI FONDAMENTALI!
Sono Jsac, Kawa, Suliman, Daniel. Ognuno ha con sé la sua valigia:
all’interno il proprio dramma da raccontare.
Tutto ha inizio una settimana fa, quando a Daniel Osis Chuta viene
consegnata da parte della Cooperativa Sociale a.r.l. “Programma Integra”
una lettera per il Prof. Mati dove gli viene chiesto di lasciare
l’appartamento “CASA DI INTEGRA” viale Giustiniano Imperatore 272. A
Daniel invece la lettera con il medesimo contenuto viene consegnata dal Prof.
Saber socio e collaboratore della suddetta cooperativa.
Al portavoce del SLM (ITALIA) Suliman Ahmed non è stata necessaria
neanche la lettera di preavviso. Prima della sua partenza in CIAD (13 SETT
2005), per le elezioni del presidente del Darfur e dei portavoce del
Movimento di Liberazione del Sudan (SLM), il presidente della suddetta
cooperativa gli aveva assicurato la permanenza nella “Casa d’integra” al
suo rientro in Italia; ma al suo ritorno Suliman viene trasferito nel CENTRO
DI ACCOGLIENZA di SCORTICA BOVE n° 151 ROMA.
Hanno ricevuto l’ultimo invito a lasciare l’appartamento di viale Giustiniano
Imperatore, 272 in Roma che gli era stato “concesso” da istituzioni locali,
nazionali ed europee attraverso progetti individuali di “integrazione”.
Li avevano riappropriati della speranza di una vita migliore di quella da cui
erano fuggiti.
E, invece, ancora una volta, si ritrovano sull’orlo della precarietà
esistenziale. Raggirati da false promesse, che presagivano una tranquillità
tanto agognata, hanno ricevuto un invito ad abbandonare la casa, che finalmente
li aveva tolti dalle fredde strade capitoline, dagli stenti che questa città
impone a coloro che arrivano in clandestinità solo per
reclamare i diritti fondamentali, a cui ogni essere umano “dovrebbe” essere
ammesso a godere.
Gli avevano promesso il sostegno lavorativo ed abitativo che tutti gli Stati
democratici occidentali mirano a garantire sulle solenni carte.
Jsac, Kawa, Suliman, Daniel, e tanti altri non vogliono tornare a vivere nel
Parco delle Farfalle – Colle Oppio – né nei freddi e fetidi centri di
accoglienza del Comune di Roma. Alcuni di loro collaboravano per progetti
d’integrazione del Comune di Roma, che prevedevano la garanzia di un alloggio:
sono stati “licenziati” e invitati a lasciare l’appartamento concesso. Ad altri
era stata promessa la collaborazione continuata nel tempo: sono stati illusi!
Altri ancora, che attualmente collaborano come i primi e i secondi, hanno paura
di fare la stessa fine. Fuggivano da guerre fisiche e si ritrovano a combattere
con noi la guerra alla precarietà che risucchia sempre più persone.
Vorrebbero affrancarsi da un modello assistenziale che li sfrutta fino al
limite, ma il loro scarso potere economico non gli consente indipendenza.
Hanno cercato modesti alloggi da affittare, ma quando l’interlocutore sente
la loro voce straniera, diventa sordo.
Jsac Mati. Iracheno, oppositore del regime di Saddam Hussein, professore
all’Università di Mosul, fondatore di “Justice now” Responsabile dei diritti
umani per la Free Lance International Press . Torturato. Richiedente asilo. In
Italia dal 2003.
Kawa Saber Said. Curdo iracheno, oppositore del regime di Saddam Hussein,
professore all’Università di Soulemaniya. Minacciato dai fanatici musulmani.
Torturato. Imprigionato. Rifugiato politico. In Italia dal 2002.
Suliman Ahmed Hamed. Sudanese. Membro fondatore e portavoce in Italia del
“Movimento di Liberazione del Sudan” (S.L.M.). Presidente dell’Associazione
“Figli di Darfur”. Torturato. Rifugiato politico. In Italia dal 2003.
Per questi motivi “il fuggitivo e il privilegiato” decidono di camminare
insieme, stretti in un abbraccio lungo un progetto senza fine. Un percorso in
continua evoluzione, nell’intreccio della conoscenza dei propri compagni di
viaggio. L’insoddisfazione verso ciò che già è stato precostituito dall’alto
spinge queste persone
all’AUTO-ORGANIZZAZIONE e all’AUTO -DETERMINAZIONE
per il perseguimento di uno scopo genuino.
DIRITTO AD UNO SPAZIO DIGNITOSO ED ADEGUATO IN CUI VIVERE, LAVORARE, ESPRIMERSI.
Realtà migranti si mescolano, mantenendo la propria identità.
Rifugiati politici, italiani, studenti, torturati, oppositori a regimi politici,
storici ed ideologici, uniti nella concretizzazione di un modello alternativo di
Intercultura.
Perché un’alternativa è possibile.
ORA!
Roma 31 Marzo 2006
Info: Prof. Saber - 338.8103338, Prof. Mati 333.3898386,
Najo Azdovic
340.9756277
Nicola Depalo – 388.3609410, Francesco Palazzo – 393.2167026
Ufficio stampa: Valeria Brigida – 348. 9582943
Giulia Zanfino- 347.7303058
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