Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 21/12/2012 @ 09:06:55, in sport, visitato 1453 volte)
Da
Roma_und_Sinti
taz.de IN BICICLETTA NELLO SLUM DEI ROM Pornopovertà illuminata?
I Rom della Slovacchia orientale erano chiaramente sopraffatti
dall'invasione ciclistica. Perché, nonostante tutto, l'incontro di un giro
ciclo-politico può dirsi riuscito. Von PAUL
HOCKENOS
Lunik IX: il complesso residenziale alla periferia di Kosice è stato
costruito tra gli anni '60 e '70. Immagine: imago/ecomedia/Robert Fishman
"Turisti tedeschi verranno in bici a visitare le baraccopoli dei Rom" mi
diceva al telefono la mia amica Juliana da Kosice. "Questa è la goccia che fa
traboccare il vaso!" mi sono alterato. Mi aspettavo le loro critiche, ma non
così in fretta. "Però, sono un giornalista," ho ribattuto, "e ci scriverò sopra.
Questa è la differenza fondamentale - o no?"
Dietro il viaggio di una settimana a tema "Tra letargia e abbandono,
rassegnazione ed auto-organizzazione: un viaggio politico in bicicletta nella
patria dei Rom nella Slovacchia orientale" c'è l'organizzazione berlinese "Politische Radreisen".
La spedizione faceva parte del "turismo politico" sempre di moda. Viaggi
istruttivi su temi politici spuntano come funghi, in particolare quelli pittati
da sinistra. Invece di sorseggiare cocktail a Maiorca o sull'Adriatico,
visitiamo baraccopoli in Honduras o le misere capanne dei lavoratori migranti in
Malesia.
L'offerta dei taz ai "Viaggi nella civiltà" si è notevolmente allargata negli
ultimi anni. Comprende dai viaggi nei luoghi dei massacri di Srebenica/Bosnia-Herzegovina,
alla guerra nella dilaniata Gaza sino al Ruanda (La vita dopo il genocidio"),
tutti sotto la guida di un taz-corrispondente esperto che risiede in loco.
One-man event
I "Viaggi politici in bici" sono un evento one-man. L'operatore è Thomas
Handrich, politologo ed già presidente della Fondazione Heinrich-Böll nell'ex
Germania dell'Est. Questo cinquantunenne ha lavorato come consulente per una OnG,
il cui scopo era permettere ai giovani Rom di prendere in mano i propri
interessi.
Il viaggio di una settimana aq piedi sui Carpazi costò 800 euro a ciascuno dei
partecipanti - senza noleggio delle biciclette. 50 euro erano destinati a gruppi
locali di giovani rom.
A differenza della mia amica Juliana ho dovuto mettermi in viaggio per iniziare
a capire che questa spedizione potesse essere corretta, ma che ciò dipendesse da
molti fattori.
Solo alcuni punti critici
La prima domanda era se il nostro viaggio fosse un voyeuristico depravato "Pornopovertà",
o avrebbe permesso un incontro reale. Alla fine del viaggio mi sono convinto che
la nostra spedizione aveva giustificazione - con alcuni limiti, alcuni punti
critici.
Sono state le motivazioni dei partecipanti ad eliminare molti dei miei dubbi.
Nell'eterogeneo gruppo c'era un componente della frazione di sinistra del gruppo
parlamentare, un docente e ricercatore sull'antiziganismo della Alice-Salomon-Hochschule,
una studentessa di sociologia che ha lavorato sul tema dei Rom migranti da
Romania e Bulgaria, un pastore la cui chiesa si occupa di rifugiati, tre
giornalisti, un berlinese di 17 anni di origine rom e un appassionato di moto,
poco interessato ai Rom.
Spiegava uno squatter di Kreuzberg che voleva affrontare i propri pregiudizi nei
confronti dei Rom. Aveva trovato lavoro come custode in un campo profughi, dove
vivono molti Rom.
Il fattore di disturbo: un grande gruppo
Anche se nessuno nel gruppo era alla ricerca di brividi a buon mercato, la prima
visita in un quartiere rom a Kosice si è dimostrata difficile. Con
l'organizzatore, i traduttori ed un operatore sociale slovacco eravamo circa 20
persone - troppe.
Siamo giunti nell'angusto ufficio del sindaco o dentro una lodevole OnG con le
nostre biciclette ed i caschi in mano, come il proverbiale elefante nel negozio
di porcellane.
Asilo nel complesso residenziale Lunik IX. Immagine: imago/ecomedia/Robert
Fishman
Una barriera insormontabile
Il muro tra "noi" e "loro" sembrava almeno di due metri di spessore. I Rom delle
campagne dell'est erano chiaramente sopraffatti dall'invasione straniera.
Chi era questa gente? E cosa volevano qui? Naturalmente, non si erano mai visti
così tanti tedeschi rivestiti di goretex ad invadere la loro scuola
professionale o il loro circolo giovanile.
Tuttavia i Rom hanno risposto a molte delle nostre domande, nella maniera più
completa. Certo, abbiamo fotografato molto - finché i Tedeschi sono
rimontati sulle loro biciclette verso l'appuntamento successivo in programma.
Ciclisti, beninteso, che non erano soddisfatti delle risposte ricevute. Un
interprete slovacco ha espresso chiaramente il disagio per la situazione. A ciò
sono seguite discussioni, critiche, autocritiche - molto pazienti, accurate,
tutto molto tedesco.
Informazioni mancanti
E' apparso chiaro che a molti partecipanti mancavano informazioni necessarie
alla comprensione. La distanza tra noi e i Rom ci metteva a disagio. Sarebbero
stati necessari maggior dialogo e sensibilità.
Il resto del viaggio è andato meglio - con poche eccezioni. L'interprete di cui
sopra si è rifiutata di tradurre alcune domande che giudicava inappropriate.
Come quando uno dei giornalisti aveva chiesto ad un Rom disoccupato come
passasse le sue giornate.
Gli stessi Rom non ci sono sembrati infastiditi. Ad una nostra domanda
specifica, ci hanno risposto che erano grati perché qualcuno da fuori si
interessava sulle loro condizioni.
Ed una sera, ben pieni di birra e salsicce alla griglia, pedalando attraverso un
insediamento rom, i bambini ci hanno applaudito come se passasse il
Tour de France.
Il gruppo mostra qualcosa di sé
Alcuni ragazzi rom hanno improvvisato uno spettacolo di danza per gli ospiti, le
truppe in velocipede si sono vendicate con alcune canzoni. La nostra performance
è stata parecchio al di sotto del loro livello - ma avevamo infranto, almeno
stavolta, il nostro ruolo passivo e mostrato qualcosa di noi.
Il momento più difficile del viaggio è stata la visita a Lunik IX. La discesa
dalla torre posta alla periferia di Kosice verso il quartiere rom, simile a come
poteva essere Manchester al tempo del primo capitalismo industriale.
Lunik IX è il più rande ed oscuro slum nell'Europa centrale. 9.000 Rom in
condizioni di assoluta povertà vivono in edifici senza finestre. L'elettricità
ed il riscaldamento sono stati tagliati da anni.
Rispetto della privacy
A Lunik IX c'erano così tanti giornalisti, che il distretto avrebbe potuto
aprire un proprio ufficio turistico, scherzava la mia amica Juliana. O vendere i
biglietti.
Per rispetto il nostro gruppo si è mantenuto fuori dagli edifici. Abbiamo invece
visitato l'asilo locale e lasciato le le aule con i regali fatti a mano dai
bambini. Uno di questi regali adorna ora la porta del mio frigorifero.
Il complesso residenziale è stato concepito per oltre 50.000 persone. Foto:
imago/Pius Koller
E' da lodare l'organizzatore del tour, perché non solo ci ha guidato nei punti
caldi, come nella tipica due giorni giornalistica nella regione. Abbiamo
incontrato Rom di diverse classi sociale e diversi stili di vita.
I nostri partner si sono presi il tempo per spiegarci l'eterogeneità della
questione rom. Abbiamo parlato con diverse persone, dagli assistenti sociali ai
creativi, i cui punti di vista ci hanno permesso di comprendere meglio la
complessa realtà di vita dei Rom.
Quando siamo andati in visita al vice-sindaco di Kosice, sapevamo molto di più
rispetto all'inizio del nostro viaggio. Abbastanza, comunque, da fargli diverse
domande spiacevoli. Così tante, che uno degli attivisti rom che ci accompagnava
durante l'incontro, ha iniziato a difendere il sindaco.
La loro OnG lavora quotidianamente con gli amministratori, che sono stati eletti
da poco. Forse il nostro intervento spiritoso avrebbe potuto danneggiarli, senza
che lo volessimo [...].
Gruppi più piccoli
Da un progetto pilota - cioè il primo viaggio ciclistico-politico tra i Rom
della Slovacchia orientale - certo non ci si aspetta che tutto funzioni. Tutti i
partecipanti concordano sul fatto che la prossima spedizione avrà bisogno di
un'introduzione migliore - prima di visitare un insediamento rom. E che i gruppi
debbano essere più piccoli.
E' stato troppo breve anche l'introduzione del tema delle politiche regionali e
politiche negli ultimi anni, intervenute nel bel mezzo del Decennio EU
dell'Integrazione dei Rom.
La prossima volta andranno discusse e aggiunte regole sulle fotografie da
scattare, sulle domande scomode e sul ruolo dei giornalisti. Questi ultimi,
devono aggregarsi come gli altri giornalisti? O per loro vale il codice adottato
per gli altri turisti politici?
Da turisti a moltiplicatori
Per me questi viaggi sono un successo. Ogni viaggiatore, tutti i viaggiatori,
hanno oggi una visione più chiara del complesso quadro dei Rom e di uno dei
problemi più gravi d'Europa, di quanto potrebbero ottenere da uno sguardo sulla
globalità dei media.
Quasi tutti hanno appreso qualcosa, che sarà utile al proprio lavoro politico o
professionale. Siamo partiti tutti come turisti - e ritornati come
moltiplicatori.
Cosa può significare, in generale, per il turismo politico? Dipende da come
funziona. E da chi. E perché. In ogni caso, sono necessarie molte discussioni su
questi temi.
Traduzione dall'inglese: Rüdiger Rossig
Di Fabrizio (del 22/12/2012 @ 09:09:10, in Italia, visitato 1290 volte)
Con i migliori auguri da: Gruppo sostegno
Forlanini, Consulta Rom e Sinti, Naga, European Roma Rights Centre (ERRC).
Milano, 20.12.2012 -
Gentili tutti,
in merito all'insediamento informale di via Dione Cassio, temiamo che l'avvenuto
accordo con la proprietà per la messa in sicurezza dell'area una volta
allontanati gli attuali abitanti sia la prova dell'accelerazione delle procedure
di sgombero dello stesso insediamento.
Come già in passato, esprimiamo forti perplessità sulla procedura utilizzata,
soprattutto per quel che riguarda il futuro dei soggetti sottoposti a sgombero.
Vi proponiamo pertanto le seguenti considerazioni e domande.
- Non ci risulta che si sia proceduto ad alcuna comunicazione
preliminare dei tempi di questa operazione.(1)
- Non ci risulta sia stata fatta alcuna comunicazione
preliminare delle destinazioni dei singoli e dei nuclei
familiari. Non riteniamo né civilmente accettabile né
operativamente efficace procedere per via imperativa a questa
comunicazione nello stesso momento dello sgombero. Si è già
verificato in numerose precedenti occasioni – e tra l’altro
anche con gli stessi soggetti coinvolti in questo caso – come la
proposizione contestuale allo sgombero di una sistemazione
alternativa si riveli inutile(2)
- Sempre in base ai fallimenti passati, crediamo che questa comunicazione avrebbe
una ricezione certamente diversa se fosse effettuata da soggetti differenti
dagli agenti della polizia locale, che gli abitanti del campo conoscono solo per
la loro opera di sorveglianza e controllo (funzioni, sia ben chiaro, legittime),
talvolta espletata con modalità fortemente invasive come quelle dei controlli
notturni, alla luce delle torce elettriche. Essi sono percepiti - sulla scorta
di una lunga esperienza, che risale alle scorse amministrazioni - come esecutori
degli sgomberi, e tutt’al più come interlocutori in casi conflittuali o critici.
Per questo motivo tali operatori non si prestano, indipendentemente dalla loro
condotta, a essere inquadrati come referenti utili alla relazione/comunicazione
e quindi ad una soluzione positiva. Non essendo d’altra parte lecito delegare
implicitamente o esplicitamente tale compito alle associazioni attive in quel
campo, occorrono invece figure competenti sul piano della mediazione sociale e
culturale che abbiano ottenuto col tempo una riconoscibilità autonoma in quel
contesto.
- L'unica sistemazione alternativa attualmente prevista per chi ha subito gli
sgomberi sarebbe quella di via Barzaghi, non fosse che in realtà questa
struttura da un lato è già stracolma e dall'altro è caratterizzata da una
cronica non-soluzione delle problematiche dei singoli e dei nuclei lì ospitati,
come ben sanno gli abitanti dei campi. Quindi ci domandiamo, posto che la
soluzione di via Barzaghi pare impraticabile, se ve ne sia un’altra credibile.
Se per ipotesi tutti gli abitanti volessero aderire ad una proposta di alloggio
alternativa, dove sarebbero ospitati?
- Riteniamo inoltre inammissibile l’idea che il Comune possa evitare di offrire un
alloggio alternativo giustificandosi col fatto che queste famiglie non avevano
accettato l’offerta di sistemazione nella struttura di via Barzaghi in occasione
dello sgombero del luglio 2012 dall’insediamento di via Gatto/via Cavriana,
poiché proprio le modalità di quello sgombero minarono irrimediabilmente la
credibilità della proposta.
- La ricaduta prevedibile di un allontanamento privo di alternative praticabili
perché non convincenti, in un periodo climaticamente pessimo, non può che essere
una sicura, ulteriore dispersione degli insediamenti, con conseguente sensibile
peggioramento delle condizioni di vita e sconvolgimento degli esili margini di
socializzazione positiva conquistati attraverso la scolarizzazione - pur
precaria - tentata con alcuni minori.
- Cosa accadrà ai rom che non lasceranno spontaneamente l’area occupata?
- Come è emerso da recenti riunioni dedicate al tema sicurezza in zona
Ungheria-Mecenate, e ricordando il totale fallimento di una squallida
manifestazione neofascista a ciò dedicata, siamo sicuri che quello della
presenza dei rom non sia il problema prioritario per la vivibilità della zona né
tantomeno l’unico, ma semmai il più immediato e facile “capro espiatorio”.
Davanti a tali prospettive, vi proponiamo queste riflessioni, certi che essi
pongano fortemente in dubbio il carattere risolutivo di provvedimenti come
quelli a cui vi state apprestando in termini di civiltà ed efficacia.
Senza voler negare le gravi condizioni sanitarie ed ambientali
dell’insediamento, la considerazione di questi aspetti critici e l'acuta
consapevolezza della difficile situazione climatica ci spingono invece a
proporvi una gradazione nel tempo dello sgombero, con l'immediata attivazione,
invece, di specifici e civili dispositivi di “riduzione del danno”, come la
connessione all'acqua, l'installazione di servizi igienici, l'attivazione di un
servizio di ritiro dell'immondizia, la fornitura di coperte e generi di
conforto. Vi invitiamo a riflettere sul fatto che la situazione di illegalità di
un insediamento non può né deve impedire procedure analoghe a quelle attivate
per altri soggetti nel contesto di un piano antifreddo.
Quanto sopra detto per il campo informale di via Dione Cassio viene inoltre
chiesto anche per gli altri insediamenti informali presenti a Milano. Ci
risultano infatti sgomberi eseguiti la scorsa settimana nella zona di Bacula
senza la presenza di assistenti sociali né l’offerta di proposte alternative per
le famiglie.(3)
Confidiamo che questi argomenti trovino ascolto e ci mettiamo a disposizione per
un incontro, insieme alle rappresentanze stesse dell'insediamento.
Se la situazione dovesse precipitare, prenderemo pubblicamente una posizione
ferma, sulla base delle considerazioni qui avanzate.
Grazie dell'attenzione
Un saluto cordiale
Gruppo sostegno Forlanini, Consulta Rom e Sinti, Naga, European Roma
Rights Centre (ERRC).
Lettera indirizzata a:
- Giuliano Pisapia
sindaco di Milano
- Marco Granelli
assessore alla Sicurezza e coesione sociale
- Pierfrancesco Majorino
assessore alle Politiche sociali
- Mirko Mazzali
presidente Commissione sicurezza e coesione sociale
- Marco Cormio
presidente Commissione politiche sociali
- Anita Sonego
presidente Commissione pari opportunità
- Loredana Bigatti
presidente Consiglio di zona 4
Note:
- Al riguardo si veda il CESCR General Comment n. 7, art. 15
(b), (c), disponibile sul sito
http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/959f71e476284596802564c3005d8d50
ed i par. 37 – 44 tratti da IMPLEMENTATION OF GENERAL ASSEMBLY
RESOLUTION 60/251 OF 15 MARCH 2006, ENTITLED “HUMAN RIGHTS
COUNCIL” - Report of the Special Rapporteur on adequate housing
as a component of the right to an adequate standard of living,
Miloon Kothari,
http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G07/106/28/PDF/G0710628.pdf?OpenElement
- Si consideri il CESCR General Comment n. 7, art. 16,
disponibile sul sito
http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/959f71e476284596802564c3005d8d50
- Daniela Fassini, “Rom, due sgomberi sotto la neve”,
Avvenire, 17 Dicembre 2012, disponibile sul sito
http://www.santegidio.org/pageID/64/langID/it/itemID/10449/Rom_due_sgomberi_sotto_la_neve.html
Di Fabrizio (del 23/12/2012 @ 09:05:08, in scuola, visitato 1443 volte)
Il 50% dei nuovi utenti delle biblioteche appartengono alle minoranze
[...] lo dice all'agenzia "Focus" Trendafil Meretev, di "Biblioteche
globali".
"Ha provocato grande interesse tra i bulgari che rom e turchi trovino le
librerie un posto molto interessante," dice Trendafil Meretev. "Anche se in un
primo momento è quasi un gioco, vanno lì per l'accesso ai libri e ad altri tipi
di servizi forniti dalle biblioteche. Inoltre, imparano a comunicare meglio tra
di loro, ed essendoci molti altri bambini, la biblioteca diventa un luogo di
attività sociale per tutti gli utenti."
Ha aggiunto che un buon esempio di ruolo moderno delle biblioteche pubbliche
sono i paesi nordici - Finlandia, Svezia, Danimarca ed in occidente - Inghilterra
e Paesi Bassi.
"Ci sono molti esempi di biblioteche pubbliche valorizzate, in cui le persone
sono realmente attive. La direzione delle nostre biblioteche lascia molto a
desiderare, confrontata con quelle simile in Europa occidentale, soprattutto
negli Stati Uniti. Per esempio, negli USA il 65% della popolazione frequenta le
biblioteche, mentre in Bulgaria la percentuale è inferiore al 10%. Anche questo
è importante," ha concluso.
Di Fabrizio (del 24/12/2012 @ 09:09:06, in Regole, visitato 1591 volte)
Da
Hellenic_Roma
NEWEUROPEonline I Rom greci vincono caso sui diritti umani
| DECEMBER 12, 2012 - 5:36PM | BY STANISLAVA GAYDAZHIEVA
EPA/ROBERT GHEMENT
La Corte Europea sui Diriiti Umani (CEDU) ha dichiarato oggi che le
autorità greche hanno mancato di integrare i
bambini rom nel normale sistema scolastico. Questo si pone anche come
discriminatorio nei loro confronti.
I ricorrenti nel caso Sampani ed Altri contro la Grecia erano 140
rom, tutti di cittadinanza greca, che denunciarono in tribunale l'iscrizione
dei loro figli nel XII istituto di scuola primaria di Aspropyrgos, frequentato
esclusivamente da bambini della loro comunità e con un livello di istruzione
inferiore a quello delle altre scuole.
La XII scuola elementare venne aperta venne aperta nel 2008, per sostituire
una annessa alla X, frequentata principalmente dai bambini rom, ma aperta anche
a quelli non-rom. Le venne assegnato lo stesso bacino di utenza, come gli
istituti IX e X.
Tuttavia, a causa del deterioramento estivo dello stato delle strutture scolastiche,
il ministero dell'istruzione ha chiesto al sindaco di Aspropyrgos ed al prefetto
dell'Attica occidentale di approvare la fusione tra il XII e l'XI istituto. Il
prefetto ha rifiutato per motivi sociali, culturali ed educativi.
Il difensore civico è poi intervenuto, dichiarando che la mancata
applicazione del DPR n. 201/1998 - secondo il quale tutti gli alunni che
risiedono nel particolare bacino di una scuola devono essere trasferiti lì -
anche se non richiesto dai loro genitori- aveva avuto l'effetto di trasformare
il XII istituto in una "scuola ghetto", dato che nessun alunno non-rom vi è
stato iscritto.
Secondo la CEDU c'è stata una forte presunzione discriminante contro i
ricorrenti, per aver iscritto ai loro figli alle classi speciali in un edificio
separato dal X istituto, oltre ad una serie di incidenti a sfondo razziale
provocati da genitori non-rom.
Per terminare, la corte ha ritenuto che la Grecia debba pagare 1.000 euro ad
ogni famiglia ricorrente, per danni non-pecuniari e 2.000 euro, sempre a
famiglia, per spese e costi.
Di Fabrizio (del 25/12/2012 @ 09:10:47, in scuola, visitato 1614 volte)
IlSole24ore 21 DICEMBRE 2012 - 10:18 Il futuro dei consumi di
Roberto La Pira Riceviamo e pubblichiamo questa testimonianza:
La temperatura in questi giorni gira intorno allo zero. Neve, freddo, nebbia. Mi
telefona Florina e mi chiede un paio di scarpe n° 36, le sue si sono bagnate con
la neve e non si sono più asciugate, a "temperatura ambiente" non è possibile.
Da una settimana non va a scuola perché non ha le scarpe. Vive con i genitori
nello scheletro di una fabbrica non terminata.
Ho della frutta e qualche panettone, vado a trovare Luminita e i suoi figli. Mi
offre un caffè, entro nella baracca rischiarata dall'alcool che brucia in una
lattina scoperchiata di aranciata; il sistema di sicurezza è la pentola dentro
cui la lattina è posta. Albert, sette anni toglie il quaderno dallo zaino per
farmelo vedere; tratti incerti, un po' troppo per un bambino che fa la seconda,
ma gli brillano gli occhi quando parla dei compagni e della sua maestra. Entra
anche Monica, che ha iniziato l'asilo quest'anno.
Chi sono questi bambini che vivono in baracca, senza luce, senza riscaldamento,
senza acqua e spesso con poco cibo? In quale città siamo?
Siamo a Milano, periferia est, ma qualunque altra periferia andrebbe benissimo
perché i luoghi disprezzati diventano casa per tanti bambini, per i loro papà e
per le loro mamme, che non hanno altra possibilità se non quella di "occupare
abusivamente" ciò da cui chiunque di noi si tiene assolutamente lontano.
Sono i miei amici rom che ci abitano. Anche per loro il freddo, la fame, la
mancanza di elementi primari sono duri e brutti. Non vivono lì perché è la loro
indole, vivono lì perché la loro povertà non consente altro. Unica speranza è
che le forze dell'ordine non distruggano anche la poca protezione che una
baracca può offrire. Incontro questi bambini e i loro genitori a scuola, li
incontro andando a trovarli, accompagnandoli a fare le vaccinazioni, ascoltando
le loro storie e i loro sogni, che sono quelli di tutti noi.
Cara Florina, le scarpe ora non le ho, ciò che arriva riparte subito, ma te le
cerco in fretta. Di bambini come lei e Albert, Monica, ce ne sono tanti a
Milano, arrivano a scuola con tanta fatica addosso, con tante difficoltà, ma
anche con tanta voglia di farcela, e i loro genitori fanno il possibile per fare
sì che la storia bella della scuola continui, e che i loro figli siano come gli
altri bambini.
Storie che vanno sostenute innanzitutto guardando questi bambini con occhi
diversi e apprezzando la loro fatica. Storie che, se accompagnate, rendono
Milano una città più giusta e aprono strade di cittadinanza a bambini altrimenti
destinati all'esclusione.
Chi volesse aiutare i bambini delle baraccopoli milanesi, può scrivere a
santegidio.rubattino@gmail.com
Flaviana Robbiati
Di Fabrizio (del 27/12/2012 @ 09:00:03, in lavoro, visitato 1765 volte)
strill.it Sabato 22 Dicembre 2012 19:15 Comunicato stampa dell'Opera
Nomadi di Reggio Calabria:
Il 20 dicembre 2012 il Consiglio Provinciale ha approvato un importante
regolamento che permette la gestione dei rifiuti non pericolosi in forma
ambulante come previsto dal Testo Unico Ambientale, Dlgs 152/2006 articolo
266 comma 5.
Questo provvedimento è molto interessante per diversi motivi. Crea le condizioni
perché anche i cittadini con reddito basso possano realizzare legalmente delle
attività lavorative nel settore della gestione dei rifiuti destinati al riciclo.
Sviluppa del lavoro con il quale dei rifiuti non pericolosi verranno riciclati,
senza che questo comporti un aggravio per le tasse dei cittadini.
Il regolamento in riferimento al Testo Unico sull'Ambiente stabilisce che la
licenza di un cittadino che si costituisce come ditta ambulante possa prevedere
assieme alle altre attività di ambulantato esercitate anche la gestione, con
modalità semplificate, di piccoli quantitativi di rifiuti non pericolosi .
In questo momento di grave crisi il regolamento consentirà a tanti ambulanti di
integrare le loro attività, ma soprattutto a tutti coloro che gestiscono senza
licenze i rifiuti metallici di regolarizzare questa attività che da sempre
costituisce una risorsa per la raccolta differenziata.
La richiesta di questo regolamento è stata avanzata dall'Opera Nomadi
nell'ambito della campagna di lotta al razzismo contro i Rom, denominata Dosta!,
che è stata realizzata a Reggio Calabria dall'Ufficio Nazionale Antirazzismo il
5/6 dicembre u.s. ed è stata ospitata nella sede dell'ente Provincia.
L'associazione ha potuto avanzare questa richiesta grazie alla collaborazione
offerta da Carlo Berini e da Radames Gabrielli, responsabili della Federazione
Rom e Sinti insieme, i quali hanno fornito tutte le informazioni necessarie
sullo stesso regolamento già applicato con successo dalla Provincia di Bolzano e
sull'articolo 266 del Testo Unico sull'Ambiente che prevede una semplificazione
degli adempimenti per la gestione dei rifiuti non pericolosi in forma ambulante
.
La motivazione che ha spinto l'Opera Nomadi è stata la necessità di
regolarizzare l'attività di gestione rifiuti metallici realizzata dai rom in
tutto il territorio provinciale. Attività che ad oggi costituisce il lavoro
principale di questo gruppo, ma che, fino ad oggi, non è stato possibile
regolarizzare a causa delle condizioni onerose imposte dalla normativa generale
di settore. L'articolo 266 offre però una via percorribile per la
regolarizzazione.
E' chiaro che questo provvedimento, pur essendo stato richiesto per un gruppo di
persone, è rivolto a tutti i cittadini della provincia di Reggio Calabria,
perché porterà benefici non solo a coloro ( rom e non ) che realizzano attività
di commercio ambulante ma all'intera comunità per la questione dei rifiuti.
Difatti potrà essere uno degli strumenti utili alla costruzione di un
sistema-rifiuti moderno finalizzato a potenziare il riciclo ed il riuso dei
rifiuti, riducendo il conferimento nelle discariche e negli inceneritori.,
Riconoscendo l'utilità di questo regolamento l'ufficio di presidenza del
Consiglio provinciale ha trasmetto il provvedimento alla Regione Calabria
invitando gli organi del governo regionale ad applicarlo anche a livello
regionale.
Data l'importanza che questo provvedimento riveste per il nostro territorio
riteniamo doveroso ringraziare per la sua approvazione tutti i Consiglieri
provinciali, il presidente Dr Raffa, la Consigliera di Parità D.ssa Daniela De
Blasio, il dirigente del settore ambiente Ing. Barbaro, il responsabile del
procedimento Dr Postorino, ma in modo particolare il presidente del Consiglio Dr
Eroi che ha accolto e promosso questa iniziativa .
Reggio Calabria, 22 dicembre 2012
Il presidente: Sig. Antonino Giacomo Marino
Sull'argomento, anche
ilDispaccio.it
Di Fabrizio (del 28/12/2012 @ 09:08:03, in Europa, visitato 1496 volte)
Da
Roma_Benelux
Rom: la discriminazione
positiva è controproducente, stima un senatore par
Michel Tendil -
Intégration
Publié le jeudi 13 décembre 2012
L'evacuazione dei campi illegali, i villaggi d'inserimento, gli aiuti al
rimpatrio... Niente di tutto ciò risolve il problema dei Rom, stima il senatore
Michel Billout in un rapporto reso pubblico il 23 dicembre. Dove chiede di
uscire dalle misure di discriminazione positiva ed invita l'Unione Europea a
semplificare le misure di aiuto.
Proseguono le espulsioni di Rom dai campi illegali, ma senza portare niente
di duraturo, dice il senatore comunista Michel Billout in un rapporto reso
pubblico il 13 dicembre. "Ogni volta che c'è uno sgombero, non si fa altro che
spostare il problema da un quartiere all'altro, incrementandolo," spiega.
Raggruppandoli, "finiamo col ritrovarci insediamenti di 400 Rom e oltre,
sistemati in vere e proprie bidonville... Così diventa più difficile per gli
attori locali trovare delle soluzioni." Secondo il senatore, la circolare 12
agosto 2012, che impone una diagnosi dei bisogni prima di qualsiasi espulsione
ed una sistemazione alternativa, nel pratico non viene rispettata.
Vittime di tratta
Il senatore, il cui rapporto è stato adottato settimana scorsa dalla
commissione affari europei, ha anticipato la decisone del ministro degli interni
di interrompere gli aiuti finanziari ai ritorni volontari. In effetti Manuel Valls
ha dichiarato venerdì 7 dicembre che questi aiuti avevano "effetti perversi",
creando "un circuito tra la Romania e il nostro paese" e che per questo andavano
cancellati. Di questi 300 euro per adulto e 100 euro a bambino, nel 2011 hanno
beneficiato 10.608 persone, di cui una maggioranza di Rumeni, un costo compreso
tra i 5 e i 10 milioni di euro per anno. Ma "hanno creato una vera boccata
d'aria", dice il senatore. "Non c'è da sorprendersi quando si sa che il
biglietto del bus tra Romania e Francia è di circa 60 euro", indica nel suo
rapporto. In cambio, il senatore propone di destinare più fondi per
l'inserimento di quanti intendano creare attività economiche di ritorno nel loro
paese d'origine. Questo aiuto garantisce che "il ritorno sia una scelta
effettiva, inscritta in un progetto di vita". 80 famiglie dovrebbero
beneficiarne in virtù di un accordo firmato il 12 settembre durante la tappa di
Manuel Valls a Bucarest.
Il senatore si difende dall'accusa di "buonismo". Secondo lui, la presenza
dei Rom in Francia (tra i 15.000 e i 40.000 secondo le stime, tenuto conto
dell'assenza di statistiche) non è esente da problemi. "Non nego che oggi ci
siano reti criminali che operano con i Rom, ma penso che la gran parte dei Rom
siano vittime dello sfruttamento della prostituzione, di reti che impieghino
bambini ed adolescenti, in particolare per furti e borseggi...", tiene a
precisare. Senza parlare del furto di metallo in cui queste reti si sono
specializzate. Recentemente l'Osservatorio Nazionale sulla Delinquenza e le
Risposte Penali (ONDRP) ha allertato sulla
portata di questo fenomeno esploso negli ultimi anni, soprattutto riguardo
la rete ferroviaria. Attualmente si è svolto a Montpellier un processo
eccezionale a carico di una rete di 41 Rom accusati di aver rubato circa 400
tonnellate di rame tra il 2010 e il 2011...
"Riserve indiane"
Ma per Michel Billout "non si può combattere il reddito illegale senza
favorire il reddito legale." Ma, secondo lui, esistono molti ostacoli.
Soprattutto nel mercato del lavoro. Il senatore chiede alla Francia di eliminare
tutte le disposizioni transitorie che limitano sino alla fine del 2013 l'accesso
al mercato del lavoro: titolo di soggiorno, autorizzazione al lavoro. Se
degli accorgimenti sono già stati presi, come la soppressione della tassa dovuta
all'Ufficio Francese dell'Immigrazione e dell'Integrazione (OFII) e
l'allargamento dell'elenco dei mestieri, mantenere queste disposizioni
transitorie "appare profondamente discriminatorio e difficilmente
comprensibile", insorge Michel Billout che paragona nella sua relazione, i
10.000 rumeni o bulgari attivi ai "330.000 lavoratori stranieri -a basso costo-
che hanno lavorato in Francia nel 2012 nel quadro delle operazione aggiudicate a
prestatori stranieri." Cifre provenienti dal ministero del Lavoro, ma sminuite
dallo stesso,
che ora parla di 145.000 dipendenti distaccati.
Soltanto che spesso i Rom non hanno i livelli di qualificazione richiesti.
Oltre ad un migliore accesso all'istruzione secondaria ed all'università, come
"problema reale", il senatore incoraggia il ricorso a futuri posti di lavoro.
Michel Billout rifiuta ogni misura di "discriminazione positiva" che secondo
lui si rivelerebbe "controproducente". Si mostra prudente riguardo ai villaggi
d'inserimento, spesso presentati come una panacea: "Se si vuole creare delle
riserve indiane accettabili, ci si sta sbagliando," considera. Più in generale,
c'è bisogno di strategie nazionali per l'inclusione dei Rom, che Bruxelles ha
chiesto a tutti gli stati membri, preferendo loro le politico del "diritto
comune". Chiede in cambio all'Unione Europea di semplificare il proprio sistema
di aiuti attraverso i Fondi sociali Europei. Spiega che in Francia, un consiglio
generale ha dovuto mobilitare "cinque funzionari per sei mesi" per completare un
documento sui finanziamenti ai villaggi d'inserimento. Complessità spesso
proibitive per le associazioni e le comunità, soprattutto nei paesi d'origine:
la Romania non usufruisce che del 10% dei suoi crediti.
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