C'è tensione tra i Rom lavoratori agricoli, che giungono a Karasu (distretto
Sakarya - Marmara) per la raccolta delle noci, ed il mukthar della Yeni Mahalla,
O.B. Gli abitanti si lamentano che le tende dei Rom creerebbero inquinamento
visivo. Il mukthar chiede che le tende vengano tolte dall'ingresso della
Yeni Mahalla. I Rom, che lavorano e vivono in condizioni estremamente dure,
hanno paura di perdere, causa la reazione dei residenti, l'unico lavoro che
hanno durante l'estate.
Le famiglie rom di vari insediamenti in Tracia e nelle regioni egee della
Turchia, migrano ogni estate in cerca di lavoro in campagna. Durante questi
periodi possono esserci problemi con i residenti delle zone agricole. L'ultimo
esempio è quello di Karasu.
I lavoratori agricoli rom sono invitati ad andarsene dall'area dove hanno
piantato le tende, a causa dell'inquinamento visivo. Quando il governatore
locale ha rifiutato di portare avanti la richiesta, alcuni residenti hanno
iniziato una campagna dentro di lui, dicendo che "difende i Rom invece dei
residenti locali". Il mukhtar si è unito alla protesta. Inoltre, ci sono
lamentele, e si dice che il tasso delle rapine in zona sarebbe aumentato
vertiginosamente con l'arrivo delle famiglie rom. Sembra anche che i residenti
vogliano unirsi per provocare una reazione comune contro i Rom.
Le famiglie rom aspettano con ansia che le autorità giochino un ruolo di
mediazione con i residenti locali. Altrimenti, se fossero costrette ad
abbandonare prematuramente la zona, potrebbero patire la fame, non avendo
redditi alternativi.
Ci è gradito informarvi sul progredire del film sulla lingua romanì, iniziato
circa 2 anni fa ed in via di completamento entro ottobre 2012.
Il film sperimentale "Talking Letters" intende rappresentare una lingua che
è un caso straordinario di sopravvivenza alle avverse circostanze sociali,
economiche, politiche ed educative.
Mostrando testimonianze di Rom dall'Austria, Lituania, Moldavia, Romania ed
Ucraina, il film fornisce un sguardo interno sulle differenti realtà dei Rom che
- contro ogni pressione verso l'assimilazione - stanno seguendo una loro strada
nel mantenere, trasmettere e promuovere la loro lingua.
Vi invitiamo a visitare il
nostro sito
web, perché possiate condividere alcuni frammenti video e fotografie del
nostro viaggio. Potete anche lasciarci un messaggio sulla
nostra pagina Facebook.
Talking Letters team: Angelika Herta, Pavel Braila, Lilia Braila
Sono ritornato lunedì 27, dopo due anni e mezzo di (mia colpevole) assenza, nel
campo di Tor de Cenci.
La foto è relativa alla visita del 2010, quando stava prendendo piede la
minaccia della chiusura del campo.
La didascalia diceva "11" anni e nulla è cambiato, prendendo spunto dalla foto
di Tano d'Amico che documentava lo sgombero del Casilino 700 [sindaco Rutelli,
le deportazioni pro Giubileo messe in atto dal clericale ex-radicale sindaco di
sinistra (?)].
In questi due anni e mezzo qualcosa è cambiato, e molto in peggio, in quanto il
campo ha subito l'assedio violento da parte della giunta Alemanno, ed in
particolare la
rabbiosa ostilità della vicesindaco e responsabile delle
politiche sociali.
E' bene ricordare che Belviso ha costruito la sua carriera politica
sulla
promessa ai "benpensanti" del quartiere della rimozione della comunità di Tor
de' Cenci. La comunità rom, composta in buona parte di bambini ed adolescenti,
trattata come un problema di decoro urbano, monnezza da portare fuori dagli
sguardi fuori dal confine del raccordo anulare.
In questi due anni e mezzo sono successe tantissime cose. La più dolorosa
la
morte di George (11 mesi), morte evitabilissima, se chi amministra avesse avuto
a cuore la sicurezza dei residenti del campo più degli interessi elettorali.
In questi due anni e mezzo il Comune ed il Municipio hanno fatto di tutto per
portare al degrado una struttura che, con tutti i limiti degli italici campi
rom, era non disastrosa.
Nel 2010 Tor de' Cenci non era il disastro di adesso. A questo proposito c'è la
testimonianza di Marco Squicciarini (responsabile CRI per i ROM) che mi diceva:
"sono rimasto sorpreso da questo campo. spero rivedano i progetti di
smantellamento. per me ci sono altre priorità in altri campi senza luce, fogne
ed acqua". [Si veda anche :
Roma, Tor de' Cenci: una follia il progetto di
spostare le famiglie Rom a Castel Romano]
Nei mesi successivi il campo tollerato è diventato secondo Alemanno: "un campo
dichiarato inagibile dalla Asl".
Premesso che la dichiarazione di inagibilità non c'è mai stata. Il sindaco
centurione dovrebbe assumersi tutte le responsabilità di questo degrado.
Con una azione tanto dimostrativa e simbolica quanto dispendiosa ed inutile, le
ruspe hanno demolito a Tor de' Cenci i containers lasciati vuoti dalla comunità
macedone.
Un'altra parte dei residenti di Tor de' Cenci, la comunità bosniaca, non ha
ceduto alle pressioni ed è rimasta in quel che resta del campo.
Questa la situazione che ho trovato a Tor de' Cenci lunedì.
Un campo tra le macerie ed una popolazione reduce da un bombardamento, ma ancora
determinata a non andare via ed a ritrovare una vita degna nel quartiere.
Fortunatamente lunedì, a dare uno stop all'assedio, è arrivato un pronunciamento
del TAR che ha sospeso lo sgombero del Campo ed ha sancito il "dovere
dell'amministrazione di adottare tutte le misure idonee a ripristinare, almeno
temporaneamente, adeguate condizioni igienico-sanitarie nel campo Nomadi e nelle
aree circostanti".
E' una tregua ... di una battaglia che sarà lunga.
Questo BLOG sarà schierato a favore dei diritti dei residenti del campo di Tor
de' Cenci, 180 persone, di cui almeno la metà minori. Cittadini italiani e
bosniaci (ogni famiglia ha qualche componente con cittadinanza italiana) che
chiedono dignità ed il diritto alla scolarizzazione, al lavoro, alla salute ed
all'abitare.
Una giovane Rom di nome Rebecca inizia a soli sei anni un forzato e lungo
viaggio itinerante, che dal Sud America l'ha portata in Europa e infine in
Italia. Una vita la sua, intrisa di drammi e dolori. Sgomberi forzati delle
baracche, incendi nei campi di Napoli, lunghe notti all'addiaccio nei giardini
pubblici di Milano, all'interno di vagoni abbandonati. Rebecca ha però una
capacità fuori dal comune, un dono innato: comunica con i colori. Il fascino per
la pittura la attrae fin dalla nascita e disegna usando quello che trova,
bastoncini, mattonelle colorate e addirittura sassi. Finché qualcuno non le
regala una scatola di tempere. Questo è il suo primo quaderno di appunti, e
questa è la sua storia. Età di lettura: da 9 anni.
Autore/i:Rebecca Covaciu Editore:UR Editore Collana:Atena Prezzo deastore.com (info)
€ 11.70 Costo di Spedizione: 0€ GRATIS con Posta StandardDettagli Formato: Libro in brossura, illustrato Data di pubblicazione: 2012 Disponibilità (info)3 giorni lavorativi ISBN: 8897547117 ISBN 13: 9788897547112
Di Sucar Drom (del 07/09/2012 @ 09:15:14, in blog, visitato 1377 volte)
Roma, il "campo nomadi" La Barbuta ha un carattere discriminatorio
Azione legale di ASGI e Associazione 21 luglio: il Tribunale di Roma ha ordinato
lo "stop" agli ingressi delle famiglie rom, sotto accusa procedure di
assegnazione, regolamento discriminatorio e ghettizzazione...
Don Bruno Nicolini è scomparso, il ricordo di Peslingo
Don Bruno Nicolini è scomparso. Questa notizia rattrista moltissimi sinti che
l’hanno conosciuto di persona, specialmente noi sinti di Bolzano. Don Bruno è
stato il primo sacerdote che ci ha portato in casa la grande parola di Dio, io
avevo si o no 5 anni quando l'ho conosciuto...
UNAR: un silenzio assordante!
E' passato più di un mese dal mancato rinnovo del contratto al Direttore
dell'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziale ed Etniche (UNAR) e tutto
tace. Nessuna notizia dal Dipartimento per le Pari Opportunità sotto la
Presidenza del Consiglio...
Mantova, "Alain e i rom" al Festivaletteratura
Sabato 8 settembre al Festival Letteratura di Mantova sarà presentato il volume
"Alain e i rom", dalle ore 17.45, presso l'Aula magna dell’Università di
Mantova. L'evento vede la presenza degli autori Emmanuel Guibert, Alain Keler e
Frédéric Lemercier con Alberto Sebastiani, esperto di graphic novel...
Mantova, la Strategia "Men Sinti"
L'associazione Sucar Drom ha promosso nella Provincia di Mantova la Strategia
locale "Men Sinti" per attuare le indicazioni della Commissione europea,
contenute nella Comunicazione n. 173/2011. La Strategia locale "Men Sinti" è
stata promossa in un quadro di partnership esteso, su cui si è lavorato nel
2011, per incidere in maniera seria, costruttiva e profonda nella realtà
mantovana...
Sinti e Rom: il glossario
Pubblichiamo una prima bozza del glossario utilizzato dall'associazione Sucar
Drom e dall'Istituto di CulturaSinta. Questa pagina è un work in progress,
ovvero sarà integrata e modificata nel tempo in relazione agli approfondimenti e
agli studi svolti dai membri dell'Istituto di Cultura Sinta e dagli stimoli che
arriveranno dall'esterno...
Di Fabrizio (del 08/09/2012 @ 09:15:41, in Regole, visitato 1561 volte)
A Case Study of Italy - by Claudia Tavani -
Brill.com
L'uso di meccanismi che si focalizzano puramente sulla protezione dei diritti
umani individuali, è sufficiente a proteggere l'identità culturale delle
minoranze? Si può ottenere di più adottando un sistema che applichi i principi
di eguaglianza e non-discriminazione, e che comprenda il riconoscimento al
diritto collettivo dell'identità culturale. Cultura ed identità culturale
sono davvero importanti per identificare gruppi ed etnie. Ma i Rom sono un
gruppo etnico? Per rispondere alla domanda, l'Italia viene usata come caso di
studio nell'illustrare i limiti delle disposizioni anti discriminazioni e la
necessità di riconoscere il diritto collettivo all'identità culturale.
Nota biografica
Claudia Tavani, Ph.D. (2010) in Giurisprudenza, Università dell'Essex, coopera
con diverse OnG ed università, inclusa quella di Cagliari. Suoi interessi di
ricerca sono l'identità e i diritti culturali, la tutela delle minoranze, la
non-discriminazione, i diritti collettivi ed umani in generale.
Indicato
A quanti interessati alle questioni delle minoranze, all'uso dei diritti
collettivi nella tutela dell'identità culturale delle minoranze e delle istanze
di Rom e Sinti.
Table of contents
Acknowledgements;
Abstract; List of Abbreviations; Introduction
Book Outline;
1 Chapter I: An overview of the Roma and their culture
1.1 Introduction: the importance of recognising the Roma as an ethnic group;
1.2 Culture and cultural identity;
1.3 Historical background;
1.4 The Roma today: main characteristics and identification;
1.5 Conclusions: the Roma as an ethnic and transnational minority;
2 Chapter II: The definition of minority and the protection of Roma in
international law instruments
2.1 Introduction;
2.2 Article 27 International Covenant on Civil and Political Rights;
2.3 International Labour Organisation Convention 169 on Indigenous and Tribal
Peoples;
2.4 The 2005 United Nations Declaration on the Rights of Indigenous Peoples;
2.5 The Organisation for Security and Cooperation in Europe;
2.6 The Council of Europe and the Framework Convention for the Protection of
National Minorities;
2.7 The European Charter for Regional of Minority Languages;
2.8 Conclusions;
3 Chapter III: The protection of minority rights through individual human rights
3.1 Introduction;
3.2 The principles of equality and non-discrimination as a full realisation of
the rights of minorities;
3.3 The protection of minorities in the European Union;
3.4 The United Nations instruments and their jurisprudence ;
3.5 The European Convention on Human Rights and the Framework Convention for the
Protection of National Minorities;
3.6 Conclusions: de facto equality, affirmative action and special measures as
ways to protect minorities;
4 Chapter IV: Individual v. Collective rights
4.1 Introduction;
4.2 The added value of collective rights;
4.3 The protection of collective rights in international instruments;
4.4. The debate between supporters and critics of collective rights;
4.5 Collective rights and cultural identity? ;
5 Chapter V: The case of Italy
5.1 Introduction;
5.2 Background information on the Roma in Italy;
5.3 The Italian legal system;
5.4 The juridical status of the Roma in Italy;
5.5 Measures “in favour” of the Roma?;
5.6 Conclusions and final remarks;
Conclusions; Appendix I ; Appendix II; Appendix III ; Appendix IV ; Appendix V;
Bibliography; Table of Cases; Index.
€170.00 - $233.00
Author:
Claudia Tavani Category:
Human Rights and Humanitarian Law - Minority & Group Rights BIC2:
International human rights law, International law
Volume:
3 Series:
Studies in International Minority and Group Rights ISSN:
2210-2132
ISBN13:
9789004202610 Planned Publication Date:
October 2012 Edition info:
1 Version:
Hardback Publication Type:
Book Pages, Illustrations:
xiv, 380 pp. Imprint:
Martinus Nijhoff Language:
English
I Sinti in via Gramsci (Artioli) - Il Comune ha deciso di spostare alcune
famiglie del campo di via Gramsci
Reggio Emilia, 3 settembre 2012 - LA COMUNITA' sinti di via Gramsci si prepara a
traslocare. E' infatti di pochi giorni fa (precisamente del 31 di agosto) il via
libera ad un provvedimento dirigenziale del Comune che stabilisce la
realizzazione di due nuove microaree - una a San Maurizio e una sempre a Mancasale
- destinate ad ospitare le famiglie che attualmente vivono nel campo
alla periferia nord della città. Questo intervento rappresenterebbe un ulteriore
passo in avanti sulla strada del progetto, approvato dal consiglio comunale
nell'ottobre del 2007 e finito al centro di una lunga scia di polemiche,
che si
era prefissato lo scopo di migliorare le condizioni abitative della comunità sinta, «andando oltre il concetto dei campi sosta».
E così, dopo la prima microarea creata in via Felesino - a Villa Cella - si
apre ora un'ulteriore valvola di sfogo per gli abitanti del sempre più affollato
campo di via Gramsci. Sulla scia dell' ‘esperimento' di Villa Cella, il Comune
ha quindi individuato due aree idonee ad ospitare le famiglie sinti, una in via
Beretta (a Mancasale) e l'altra in via Zannoni (un'area di campagna non molto
abitata nella zona est della città, non lontano da San Maurizio).
L'INTERVENTO, si legge nel documento di piazza Prampolini, prevede
«per
ciascuna nuova microarea l' ‘urbanizzazione' di un terreno di 660 metri quadri,
la pavimentazione della zona per il parcheggio di roulotte e case mobili, la
realizzazione di 5 colonnine per l'allaccio di acqua ed elettricità, due servizi
igienici, un impianto di illuminazione e uno di smaltimento di acque di scarico
e piovane». I lavori, puntualizzano dal Comune, verranno portati a termine in
meno di un anno dal loro inizio. Per quanto riguarda i costi, si stima una spesa
di 230mila euro, finanziati per il 90% (207mila euro) da fondi regionali. Fondi
(261mila euro in tutto per la provincia di Reggio) che la giunta di viale Aldo
Moro ha sbloccato nel giugno scorso per il «miglioramento delle condizioni di
vita nei campi nomadi». Un provvedimento che ha fatto andare su tutte le furie
il capogruppo della Lega in sala del Tricolore Giacomo Giovannini («Appuriamo
che Errani ha più a cuore i nomadi che i terremotati»).
DI TUTT'ALTRO tenore invece l'accoglienza riservata alla notizia dagli
abitanti del campo sosta di via Gramsci. «Ben vengano le microaree - esulta
Silvio Truzzi, che il campo di Mancasale lo ha visto nascere -. Qui ci sono
quasi 40 ‘campine', e, quando ci siamo tutti, siamo circa in 300. E più le
famiglie si allargano, più serve spazio». Uno spazio che in via Gramsci ormai
non c'è più. «Le casette sono una attaccata all'altra . Non c'è privacy e se per
disgrazia dovesse scoppiare un incendio sarebbe un disastro. Con queste nuove
sistemazioni si potrebbero invece avere spazi idonei per vivere dignitosamente».
Qualche perplessità in più invece riguardo alle dimensioni ipotizzate per le
nuove microaree. «Per 660 metri quadri - continua Truzzi - non vale nemmeno la
pena di iniziare i lavori. Nel giro di due anni, con l'arrivo di figli e nipoti
e il conseguente ampliarsi delle famiglie, si sarebbe ancora da capo. Ne
servirebbero almeno mille». Il progetto si preannuncia comunque tutto in salita.
Il rischio è che - vista anche la non semplice situazione economica - si
scoperchi un ‘vaso di Pandora' ancora peggiore di quello di Villa Cella.
Di Fabrizio (del 11/09/2012 @ 09:13:08, in Italia, visitato 1290 volte)
Segnalazione di Pierluigi Umbriano
23/08/2012 - L'Associazione di promozione sociale "chi rom e...chi no" nasce
a Scampia (Napoli) nel 2002 e riflette un'idea di periferia come spazio in cui
stabilire relazioni significative e attivare processi pedagogici e culturali
partecipati. La sede dell'associazione è una baracca in un campo rom non
autorizzato di Scampia, spazio laboratoriale multifunzionale e autogestito, in
cui si favorisce il confronto tra i vari attori sociali del quartiere e della
città.
Barbara Pierro (Avvocato - Associazione Chi rom... e chi no)
Biagio Di Bernardo (Assistente sociale - Associazione Chi rom... e chi no)
Sergio Sala sj (Comunità dei Gesuiti di Scampia - Centro Hurtado)
Associazione di promozione sociale "chi rom... e chi no" chiromechino.blogspot.com - chirom.e.chino[at]gmail.com
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
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Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: