L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
Di Fabrizio (del 05/01/2011 @ 09:23:52, in Italia, visitato 2043 volte)
Sui recenti eventi a Sesto Fiorentino (leggi
QUI e
QUI) segnalo questa lettera di Franco Marchi
Egregio sindaco Gianassi,
Ho letto con piacere la missiva inviata a don Alessandro Santoro (leggi
QUI
ndr).
Le avevo scritto un altro messaggio, e penso che ne abbia ricevuti molti e che
non possa rispondere a tutti, considero quanto scrive a don Alessandro come
una risposta a me e ad altri che le hanno scritto. Ed altri leggeranno la mia
missiva a Lei per semplificare le comunicazioni, cosa che so che è cosa alla
quale Lei tiene per come vedo che ha organizzato e razionalizzato la stessa.
Come le scrivevo ho letto la sua breve biografia sul sito del comune e non le
nascondo che mi piace. E proprio per questo, in questa missiva che leggerà la
sua segreteria sarò franco e spero conciso.
Trovo una sorta di affanno nel leggerla. Un affanno che forse nasce dal fatto
che dal 1990 i trasferimenti agli enti locali territoriali sono in continuo calo
e per un amministratore che desidera amministrare in forma corretta è fonte sia
di ansia sia di limiti che a volte possono costringere a delle scelte nel
destinare le risorse.
A Quaracchi non può e non deve vivere nessuno, sottoscrivo questa sua
affermazione, ma lo sgombero senza alternative porta a conseguenze gravi ed
immediate in chi ci abita e che ritiene che essa sia la miglior soluzione
possibile. Come Lei sa nella piccola comunità vivono anche bambini, anziani e
malati che hanno diritti in quanto persone, riconosciuti da leggi europee ed
italiane. Ho letto su un foglio elettronico locale interventi di suoi elettori
che descrivono la piccola comunità come "difficile", ma fatta di persone che
hanno diritti. Condivido quanto hanno scritto, e Le ricordo che le soluzioni e
le risorse non devono essere solo del suo comune, ma, il problema deve essere
affrontato con il grande comune sul confine, Firenze, e altri soggetti pubblici
e gruppi di volontariato. Si lamenta che Sesto è stato lasciato solo ad
affrontare gravi problemi, ma adesso che Quaracchi è esploso come problema,
penso che possa avere la forza di risolvere l'emergenza attraverso la sua lunga
esperienza e i valori che l'hanno portato in politica. Non diventi un nuovo De
Corato toscano, ma segua la tradizione della sua terra che fra le molte cose fu
il primo stato, come Granducato, che abolì la pena di morte e che fu con un suo
conterraneo, Filippo Mazzei, l'ispiratore della parte più bella della
costituzione statunitense, ovvero il diritto alla felicità.
Come scrivevo prima non è la crisi economica che taglia le gambe agli enti
locali ma la scelta di ridurre i trasferimenti dal 1990 da parte di tutti i
governi che si sono susseguiti. Lei scrive:
"Non si tratta di cinismo, ma di responsabilità. Cinici sono tutti quanti
ritengono si debba fare tutto per tutti." e anche "A loro, come a tutti i
cittadini di Sesto devo il mio impegno prioritario, senza distinzione né di
razza né di etnia."
Mi permetta di contraddirla su due punti. Gli stranieri come gli italiani sono
cittadini di Sesto, pagano tasse e gli stranieri comunitari possono votare e
venire eletti. La comunità non deve essere divisa fra gli uni e gli altri. Lei
oltre che persone amministra un territorio con le sue caratteristiche e i suoi
problemi.
Scrive anche: "Purtroppo io non ho soluzioni". Credo che convenga con me che le
soluzioni vadano cercate, e a volte con difficoltà, senza accettare una
soluzione, quella di adesso, che peggiora e di molto le condizioni di un gruppo
di persone. Riunisca intorno ad un tavolo amministratori, con le loro
frustrazioni per non poter dare alcune risposte, e associazioni con i loro
sogni. È probabile che ci si possa avvicinare alla miglior soluzione possibile,
e chi non verrà a quel tavolo convocato da Lei se ne assume le responsabilità.
Porti ad un livello collettivo quello che sente come sua responsabilità il dover
scegliere fra creare o tagliare.
Concludo dicendo che mi ha fatto sorridere quando ha scritto: "Capisco anche
come sia più facile e di maggior colore, e certo di maggior risonanza, attaccare
un Sindaco radicato nei valori della sinistra piuttosto che i rappresentanti del
Governo, ma io mi assumo, e per intero, soltanto le responsabilità che ho..."
I comportamenti più discriminanti sono fatti da amministratori del centrodestra,
una minoranza del centrosinistra, però, non è da meno. A Padova un paio di anni
fa alcuni consiglieri del PD, uno comunale ed altri circoscrizionali,
organizzarono una raccolta di firme contro i rom, in poche ore smisero dopo
l'intervento del sindaco Zanonato. Non abbia timori, non è più facile attaccare
un sindaco di sinistra, per me è sicuramente più difficile perché penso ai tanti
che si assumono oneri nel rapporto con alcuni cittadini che pochi, anche nel
centrodestra fanno.
La prego pertanto a non credere che non vi siano soluzioni.
1931 Inizio dei disordini contro le due "razze straniere non-europee" in Germania
(Ebrei e "zingari") da parte dell'Ufficio Informazioni NS (NS-Auskunftei)
dell'"SD del Reichsführer-SS" a Monaco.
1933 Richiesta da parte dell'"Ufficio Razza e Insediamento" (Rasse- und
Siedlungsamt) delle SS a Berlino per la sterilizzazione degli "zingari e
mezzi zingari".
Dal 1934 Ci sono tentativi da parte delle agenzie per escludere Sinti
e Rom dalle organizzazioni professionali.
15 settembre 1935 Promulgazione delle "Leggi Razziali di Norimberga" (Nürnberger Rassegesetze).
Frick, ministro degli interni del Reich dice il 3 gennaio 1936: "Di regola, le
razze indipendenti in Europa includono, a parte gli Ebrei, solo gli zingari".
Vengono interdetti i matrimoni misti tra Sinti e non-Sinti.
Novembre 1936 Istituzione dell'"Unità di Ricerca sull'Igiene Razziale" (Rassehygieneinstitut)
sotto la guida del dr. Robert Ritter al ministero degli interni del Reich.
Dal 1936 Sinti e Rom sono deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald,
Mauthausen e Ravensbrück.
Agosto 1938 Il dr. Adolf Würth, "ricercatore sulla razza" per Himmler, dice "Per noi la
questione zingara è primariamente una questione di razza. Proprio come lo stato
nazionalsocialista ha risolto la questione ebraica, così dovrò sistemare pure la
questione zingara".
1 ottobre 1938 Assorbimento del nazionalsocialista "dipartimento di polizia zingara" a
Monaco da parte del Dipartimento di Polizia Criminale del Reich (dal 27
settembre 1939: V Dipartimento dell'Ufficio Principale di Sicurezza del Reich, o
RSHA /Reichssicherheits hauptamt/) sotto il comando dell'SS-Oberführer Arthur
Nebe, ora superiore anche a Ritter. La deportazione di Ebrei e "zingari" è
attuata da Adolf Eichmann nella Sezione IV B4. La Gestapo requisisce le
proprietà di Sinti e Rom, rubate loro con la deportazione.
8 dicembre 1938 "Decreto base" di Himmler allo scopo di avviare a soluzione la questione
zingara riguardo l'esistenza della razza". Lo RSHA "accerta"
l'affiliazione "zingara" sulla base dei "rapporti sulla razza" di Ritter.
Dal marzo 1939 Nel "Vecchio Reich" vengono emessi ordini per la marcatura speciale di Sinti
e Rom e vengono istituite "carte d'identità razziali". Nel "Governatorato
Generale vengono forniti passaporti gialli per Ebrei e "zingari" con una "J" o
una "Z" nera.
21 settembre 1939 Conferenza dei capi dipartimento dei polizia della sicurezza e dei capi
degli Einsatzgruppen, o gruppi di azione speciale, sotto la presidenza di Heydrich,
sulla preparazione della deportazione dei "rimanenti 30.000 zingari" dal
territorio del Reich verso la Polonia.
13 ottobre 1939 L'SS-Hauptsturmführer Braune informa Eichmann che l'SS-Oberführer Nebe vuole
sapere "dove mandare gli zingari di Berlino".
16 ottobre 1939 Lo "SD Danube" informal'SS-Oberführer Nebe che "tre o quattro vagoni per
zingari possono essere aggiunti al primo trasporto ebraico" che lascerà Vienna
il 20 ottobre 1939. "I trasporti lasciano regolarmente Vienna, Mahr-Ostrau e
Katowice".
17 ottobre 1939 "Decreto Confinamento" (Festschreibungserlaß) di
Himmler. I 21 "uffici zingari" di
Königsberg, Praga, Vienna e Monaco per Amburgo, sotto l'Ufficio Principale
Sicurezza del Reich, devono erigere campi assembleari simili a quelli di
concentramento in preparazione per il trasporto ai campi di sterminio.
30 gennaio 1940 Heydrich tiene una conferenza con i capi delle SS sulla deportazione di
"tutti gli Ebrei nel nuovo Ostgaue e 30.000 zingari dai territori del Reich e
dall'Ostmark come l'ultimo movimento di massa nel Governatorato Generale".
27 aprile 1940 Ordini di
Himmler per le prime deportazioni di intere famiglie. A maggio i treni della
deportazione con 2.800 Sinti e Rom tedeschi nel "Governatorato Generale" partono
da Amburgo, Colonia e Hohenasperg vicino a Stoccarda.
1940 Nel campo di concentramento di Lackenbach a sud di Vienna, i corpi di Sinti
e Rom assassinati vengono sepolti in fosse comuni nel cimitero ebraico, gli
altri verranno deportati attraverso il ghetto di Lodz nel campo di
concentramento di Kulmnhof nel 1941.
Dal maggio 1941 Nella Serbia occupata si devono indossare bracciali
gialli identificativi con la parola "zingaro". Nei ghetti e nei campi di
concentramento della Polonia occupata, Sinti e Rom devono indossare bracciali
con la lettera "Z".
7 agosto1941 Un ordine di Himmler dichiara che il "Dipartimento di Polizia Criminale del
Reich userà i rapporti di razza per decidere" su ulteriori deportazioni di Rom e
Sinti tedeschi nei campi concentramento. L'"Unità di Ricerca sull'Igiene
Razziale" produrrà circa 24.000 "rapporti" entro la fine del 1944.
Dall'estate 1941 Sinti e Rom sono sistematicamente colpiti nelle zone orientali dai
cosiddetti
Einsatzgruppen come pure da unità della Wehrmacht e della Ordnungspolizei. Otto Ohlendorf
, capo dell'SS Einsatzgruppe dichiarerà al processo di Norimberga: "Non c'era
nessuna differenza tra zingari ed Ebrei, lo stesso ordine si applicava ad
entrambi".
10 ottobre 1941 Conferenza sulla "soluzione della questione ebraica" e sugli "zingari da
evacuare" nel Protettorato di Boemia e Moravia, tra i capi delle SS
Heydrich, Frank, Eichmann e Günther.
Gennaio 1942 5000 Sinti e Roma dal ghetto di Lodz sono assassinati nelle camere a gas del
campo di sterminio di Kulmhof. Tutte le famiglie sinte e rom della Prussia
orientale, la maggior parte contadini con aziende agricole e bestiami propri,
sono deportati nel campo di concentramento di Bialystok e da lì nel 1943 ad
Auschwitz.
7 luglio 1942 Il Reichskommissar per l'Ostland sugli "zingari": "Intendo che siano
trattati alla stregua degli Ebrei".
29 agosto 1942 Elogio per l'amministrazione militare tedesca in Serbia: là, con l'aiuto
delle camere a gas, "le questioni ebrea e zingara sono state risolte".
14 settembre 1942 Thierack, ministro della giustizia del
Reich, verbalizza in una discussione con Goebbels: "Riguardo allo sterminio
della vita asociale, il dr. Goebbels è dell'opinione che Ebrei e zingari siano
semplicemente da sterminare. L'idea dell'annientamento attraverso il lavoro è la
migliore". Il 18 settembre 1942 Thierack discute con Himmler, Streckenbach e
altri capi SS l'attuazione dei programmi nelle iniziative delle SS, delle
fabbriche d'ami tedesche e dei campi di concentramento.
2 dicembre1942 Lettera segreta dal capo della cancelleria del partito, Martin Bormann, dal
"quartiere generale del Führer" ad Himmler nell'Ufficio Principale di Sicurezza
del Reich, che asserisce che "il Führer non approverebbe" che "zingari"
individuali fossero esclusi dalle "attuali misure" di sterminio per "ricerche
sui costumi tedeschi".
16 dicembre 1942 "Decreto di Auschwitz" di Himmler per la deportazione di 22.000 Sinti e Rom
europei, inclusi gli ultimi 10.000 dai territori del Reich, nella sezione del
campo di concentramento di
Auschwitz-Birkenau denominato "campo zingaro".
Maggio 1943 Il dr. Josef Mengele diventa SS dottore del campo di Auschwitz. La sua prima
azione è di mandare gassati diverse centinaia di Sinti e Rom. Continua le sue
"ricerche sui gemelli", sostenuto dall'Associazione Ricerca Tedesca (Deutsche
Forschungsgemeinschaft) e dall'Istituto Kaiser Wilhelm, attraverso l'uccisione
di bambini ebrei e sinti. Anche in altri campi di concentramento, Sinti e Rom
sono vittime di agghiaccianti esperimenti medici.
16 maggio1944 Il tentativo del comandante del campo di concentramento di mandare i
rimanenti 6.000 Sinti e Rom del "campo zingari" nelle camere a gas, fallisce di
fronte alla resistenza degli uomini, armati di vanghe, bastoni epietre.
2 agosto 1944 Dissoluzione del "campo zingaro" di Auschwitz-Birkenau. Dei 6.000 Sinti e
Rom superstiti a luglio 1944, 3.000 sono deportati in altri campi di
concentramento, gli altri 3.000 vengono uccisi nella notte tra il 2 e il 3
agosto.
Maggio 1945
Il numero di Rom e Sinti uccisi nei campi di concentramento e dagli SS Einsatzgruppen
alla fine della guerra è stimato in mezzo milione. Dei 40.000 Sinti e Rom
tedeschi ed austriaci registrati dai nazisti, oltre 25.000 vennero assassinati.
I Sinti della famiglia di Radames Gabrielli sono pronti a mettersi in
proprio: gestiranno il bar Righi, grazie a un affitto molto inferiore ai prezzi
di mercato
BOLZANO. Prima il corso per gelatai, approvato nel 2009 dalla giunta
provinciale, costato complessivamente 222 mila euro e finanziato dal Fondo
sociale europeo; poi lo stage, adesso i Sinti della famiglia di Radames
Gabrielli sono pronti a mettersi in proprio: gestiranno il bar Righi, la
struttura che si trova sui prati del Talvera vicino all'omonimo campo da calcio.
Realizzato dalla Provincia e dato in concessione al Comune, il complesso dispone
di bar e ristorante. Di recente la giunta comunale ha deliberato l'affidamento
della gestione del Righi alla cooperativa Aquila. Il tutto all'interno del
progetto di inserimento lavorativo autonomo di cittadini Sinti residenti in
città. Il canone di subconcessione annuale è stato stimato dagli uffici comunali
in 12.300 euro annui, che però sarà dimezzato in base alla scopo sociale della
concessione che andrà avanti fino al 31 ottobre 2012. Il contratto è stato
stipulato con Radames Gabrielli, in qualità di presidente della cooperativa
Aquila. L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto finanziato dal Fondo
sociale europeo «Sintengre Avarpen - il lavoro dei Sinti». Alla coop l'obbligo
di versare una cauzione pari alla metà del canone pagato.
Il bar, chiuso da circa un anno, dovrebbe riaprire fra qualche settimana
grazie ad un'iniziativa destinata a far discutere esattamente com'era successo
due anni fa con il corso per gelatai pensato e voluto proprio per la famiglia
Gabrielli.
In precedenza, per circa cinque anni, il bar è stato gestito da Stefano Pizzo
della cooperativa Cs2a: canone d'affitto 1.800 euro al mese contro i 512 chiesti
oggi ai Gabrielli. «Noi - spiega Pizzo - più volte avevamo fatto presente che
1.800 euro al mese erano troppi: il bar è decentrato e proprio per questo il
funzionamento è strettamente legato alle partite di baseball e di calcio. Anche
in estate il giro è limitato, perché per la sua collocazione risente molto del
vento che spira dalla Val Sarentina. Vedo però che ora ai Sinti il Comune
concede un prezzo speciale: è chiaro che dovendo pagare un canone che è meno di
un terzo del nostro la musica cambia».
Prevedendo le critiche, in Comune difendono l'iniziativa: «È sbagliato - dice
l'assessore alle politiche sociali Mauro Randi - fermarsi all'aspetto economico.
Questa è una grossa sfida per i Sinti: dovranno mettersi in gioco e dimostrare
di sapersela cavare da soli. E comunque, se è vero che si rinuncia ad incassare
un canone più elevato, è altrettanto vero che si risparmierà sui sussidi
economici concessi ai meno abbienti. È un investimento che si fa pensando al
futuro: queste persone devono imparare a diventare autosufficienti. Verseranno i
contributi e un domani avranno una pensione». Anche l'assessore Patrizia
Trincanato, che ha sempre seguito i problemi dei nomadi, è fermamente convinta
della bontà dell'iniziativa: «Tutti si lamentano del fatto che i Sinti non
lavorano, questa è l'occasione per dimostrare il contrario».
Occuparmi della Lega Nord di Buccinasco mi risulta sempre imbarazzante. La
loro inconsistenza politica farebbe quasi tenerezza se non fosse pericolosa per
la civile convivenza e la serenità del nostro Comune. Ne parlo oggi perché ho
letto l'ennesimo articolo sul quotidiano Il Giorno. Ma cosa dice la
Lega Nord di Buccinasco per bocca del suo portavoce Nando Uggeri (nella foto)?
Parla del nuovo piano regolatore? Parla della crisi economica e delle centinaia
di famiglie di Buccinasco in difficoltà? Del lavoro? Della disoccupazione?
Dell'ambiente a rischio? Della viabilità? Del federalismo?
Macché! Indovinate un po'?!
Sì avete indovinato, Nando Uggeri ci parla - come sempre - del nostro campo
Sinti (clicca
QUI +
QUI +
QUI link interni) al
Q.re Terradeo esprimendo le sue
deliranti preoccupazioni.
E di cosa è preoccupato? Si preoccupa del successo delle politiche di
integrazione e di una delle pochissime iniziative positive della Giunta Cereda (PDL
+ Comunione & Liberazione), cioè della realizzazione di una "ciclofficina"
(clicca
QUI 250 Kb pdf) con i soldi stanziati dal Ministro
leghistaRoberto
Maroni a cura della Prefettura di Milano (clicca
QUI 130 Kb pdf).
Un progetto unico ed esemplare, qualcosa di cui essere orgogliosi, qualcosa che
sta funzionando da decenni, indipendentemente dal colore politico delle
Amministrazioni che si sono succedute, anzi, tutto è cominciato negli anni '90
con la prima Giunta Lanati (Forza Italia) con la Lega Nord in maggioranza.
Caspita ragazzi ! Figuriamoci se ci fossero stati dei veri problemi cosa
avrebbero detto e scritto!
Probabilmente il sogno dei leghisti locali sarebbe quello di avere, anche a Buccinasco, un bel campo
Rom, delle fatiscenti baracche, illegalità, sporcizia e
malattie.
Magari un posto da sgomberare con tanto di telecamere e scontri con la Polizia
(vedi il caso di Opera), con delle belle roulotte in giro per la città e
postulanti bambini sporchi e scalzi davanti alle nostre Parrocchie ...
Risolvere i problemi? I "padani" romanamente se ne fregano! Per ottenere che
cosa? Facile: un pugno di voti in più alle prossime elezioni.
Speriamo e lavoriamo seriamente in modo che i loro sogni non si realizzino mai a
Buccinasco Italia, speriamo che voi elettori sappiate tenerli lontani dai posti
di comando... altrimenti sapete già cosa vi aspetta.
Niente di personale.
Rino Pruiti Consigliere comunale di opposizione (seria)
Buccinasco MI www.rinopruiti.it
E' morto a Roma per una grave forma di tumore Paolo Pietrosanti, membro del
Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento, transnazionale e
transpartito. Nato nel giugno del 1960, giornalista e scrittore, è stato storico
militante e dirigente radicale sin dalla fine degli anni '70. Iniziò il suo
impegno politico partecipando attivamente all'organizzazione delle iniziative
antimilitariste e nonviolente dei Radicali e della Loc (Lega degli Obiettori di
Coscienza) negli anni '70 e '80, subendo anche un arresto a Comiso. Autore di
analisi e documenti sulla nonviolenza e sulla lotta al razzismo e
all'antisemitismo, è stato tra i più grandi diffusori in Italia del pensiero di
Gandhi e Martin Luther King, autore tra l'altro di pubblicazioni, libri,
interventi sui metodi della disobbedienza civile e della nonviolenza passiva. E'
stato più volte candidato tra i capilista radicali alle elezioni europee,
politiche e amministrative. Tra i principali temi che da sempre hanno
caratterizzato il suo impegno, la campagna per la salvezza dalla pena di morte
in Usa di Paula Cooper, quella per i diritti del popolo Rom, le azioni contro le
dittature comuniste dell'Europa centro-orientale. Per queste ultime in
particolare fu arrestato a Varsavia nel 1986 e subito dopo espulso. E' stato
rappresentante all'Onu dell'Unione Internazionale dei Rom, oltre che Presidente
onorario della prima organizzazione europea del popolo Rom. Tra i promotori del
Partito Radicale Transnazionale alla caduta del muro di Berlino, si trasferì dal
'90 al '93 a Praga, dove nacque un nucleo molto attivo di radicali impegnati sui
temi transnazionali.
A causa della malattia perse la vista e dal 2000 si è battuto per la
trasmissione della cultura e dei testi in formato audio-digitale a beneficio dei
non vedenti, alla cui conclusione positiva dette un contributo determinante
durante l'ultimo Governo Prodi, quando ebbe l'incarico dal Ministero dei Beni
Culturali di trattare con gli editori la relativa convenzione.
E' possibile portare l'ultimo saluto presso la Clinica Villa Speranza (Via
della Pineta Sacchetti, 235 – Roma) fino alle ore 12 di sabato 8 gennaio. I
funerali si svolgeranno in forma strettamente privata.
Prossimamente verrà svolta a Roma una cerimonia laica in sua memoria.
Di Fabrizio (del 09/01/2011 @ 09:36:59, in scuola, visitato 1682 volte)
CorriereFiorentino.it Una storia dove tutti sembrano più buoni, un po' da
libro Cuore, ma tocca accontentarsi, e buon ritorno a scuola
Un ragazzino di dieci anni scrive al sindaco: «Non potreste mettere più
pulmini, così anche noi rom possiamo andare a scuola come gli italiani?»
«Caro sindaco, ho 10 anni e abito al campo rom del Masini, vicino al viadotto
Indiano. Faccio la quinta, e la scuola mi piace. Però c'è una cosa che mi
dispiace molto: il pulmino ci porta a scuola solo alle 10 ed il pomeriggio
dobbiamo andare via prima, così perdiamo quasi tre ore di lezione al giorno».
Inizia così la lettera inviata a Matteo Renzi da un bambino rom. Una missiva
che, ieri mattina, il sindaco ha menzionato come uno dei più bei ricordi del
2010. Parole, quelle del piccolo studente di una primaria fiorentina, che hanno
sortito quasi subito l'effetto sperato. Il Comune ha infatti provveduto a
potenziare il servizio dei cosiddetti pullman gialli, consentendo così al gruppo
di alunni di arrivare in orario.
«Vado anche abbastanza bene, sono il più bravo della classe nel calcolo mentale
- scrive Marco (nome di fantasia ndr) al sindaco - io cerco di studiare, ma
tante volte arrivo a scuola e non capisco di cosa parlano perché hanno già
incominciato da un'ora. Non potreste mettere più pulmini, così anche noi rom
possiamo andare a scuola come gli italiani?» . Una richiesta a cui il sindaco ha
risposto dopo poche ore: «Ho chiesto all'assessore all'educazione, di provare a
vedere se riusciamo a migliorare il servizio. Mi raccomando: tu continua a
studiare alla grande!» . Soddisfatto anche il preside della scuola, Doriano
Bizzarri: «Andiamo fieri di questo progetto organizzato assieme al Quartiere 4
e, nonostante i primi disagi, siamo soddisfatti della risposta del Comune -
spiega- un ottimo presupposto per favorire l'integrazione, non solo a parole» .
Il trasporto scolastico che serve i campi rom della città rientra infatti in un
progetto più ampio, che prevede la distribuzione omogenea dei bambini e dei
ragazzi su tutto il territorio comunale, evitando che certi istituti si
trasformino in ghetti. «A moltissimi dei bimbi rom piace molto venire a scuola
ed è difficile che vi rinuncino- ragiona il preside Bizzarri - oltretutto, in
questo modo, dopo continueranno a frequentare le medie della stessa zona, perché
non si vogliono staccare dagli amici delle elementari» . Una buona notizia, che
si conclude con le parole tipiche della dolcezza disarmante di un piccolo
studente: «Caro sindaco, io sono un bambino rom e tu sei una persona importante
eppure mi hai risposto. Ti voglio dire che il servizio è migliorato molto. Anche
i miei amici sono contenti. Loro non lo sanno che è perché ti ho scritto, non
l'ho detto, ma io lo so. Farai il sindaco per molto tempo vero?» .
In una videolettera al sindaco di Firenze Matteo Renzi, al sindaco di
Sesto Fiorentino Gianni Gianassi e al presidente della Regione Toscana
Enrico Rossi.
Ecco il testo della videolettera che ho scritto:
Caro Sindaco di Firenze Matteo Renzi, sindaco di Sesto Fiorentino Gianni
Gianassi, presidente della regione Toscana Enrico Rossi, ho deciso di rivolgermi
a voi con questa videolettera.
E' freddo. In questi giorni di gennaio il clima è rigido. Una banalità
metereologica che per alcuni rappresenta la differenza fra la sopravvivenza e
l'abbandono della vita.
"E' il suo tempo", dicono i saggi, "è inverno", e conformano le azioni al clima.
D'inverno non si semina e non si ara la terra, la si lascia riposare. A gennaio
non si dovrebbero abbattere baracche travestite da case senza prevedere un
alloggio alternativo per i suoi abitanti Rom. Eppure è quello che rischia il
campo di Quarracchi. Due baracche sono state distrutte nei giorni scorsi e sei
delle persone che vi abitavano le sto ospitando nel mio minuscolo teatro, Cabina
Teatrale; con l'aiuto di don Alessandro Santoro e della Comunità delle Piagge.
Vi chiedo una dichiarazione dello stato di emergenza che permetta alla
protezione civile di aprire un tendone riscaldato, almeno per il periodo
invernale.
Non voglio credere a chi dice che la vita degli esseri umani senza tessera
elettorale non vi interessa. Io credo invece che l'abbiate in testa ma non
abbiate trovato la strada per incrociarla con il cuore.
La politica che sogno non raccoglie voti dalla disgregazione del tessuto
sociale, ma rammenda le ingiustizie intrecciando la speranza al cambiamento.
Matteo Renzi, Gianni Gianassi, Enrico Rossi, in più occasioni avete mostrato di
apprezzare le raccolte fondi a favore dell'ospedale pedriatico Mayer. Anch'io
guardo con ammirazione e gratitudine a questo ospedale d'avanguardia per i
nostri figli, per questo vorrei che consideraste la possibilità di evitare che
altri bambini rom possano essere costretti al ricovero per mancanza di una
struttura di emergenza che permetta loro, cittadini del mondo, di ripararsi dal
freddo.
Se davvero un bambino rom vale come un bambino italiano, non c'è motivo per cui
non permettiate al vostro pensiero di fidanzarsi con l'accoglienza.
La povertà non si ferma con una ruspa e non si estromette dalla storia
edificando un muro. Io so che alcune di queste scelte sono politicamente
difficili, non sono facili, ma quelle vite, quelle esistenze, hanno la feroce
urgenza dell'adesso.
Non c'è libertà se Firenze sceglie la guerra contro i suoi abitanti costruendo
un sistema di privilegi basato sull'esclusione.
Non c'è sicurezza, nello scegliere la guerra contro chi arriva in Italia per
lavorare ed è costretto ad elemosinare un briciolo della nostra felicità.
La democrazia non si esaurisce nello svolgimento delle elezioni, ma si
concretizza nella costruzione di una società che ponga le persone prima degli
oggetti, la vita prima della "roba".
Oggi mi piacerebbe respirare il sudore delle migliaia di giovani che nel
novembre del 1966 arrivarono a Firenze per spalare il fango e i detriti della
più grande alluvione capitata nella città di Dante.
Abbiamo bisogno della solidarietà espressa da quei tanti fiorentini che
abitavano sopra e nei pressi del carcere delle Murate e che quel giorno
d'alluvione accolsero i detenuti nelle loro abitazioni, dopo che le guardie
aprirono le celle perché non facessero la "fine del topo".
Oggi abbiamo bisogno delle Chiese, che aprano le porte delle canoniche e la casa
del Signore.
Oggi vorrei rivivere la decisione di quel circolo Arci che aprì i suoi spazi al
primo piano per ospitare in salvo le mucche degli allevatori.
Anche oggi abbiamo bisogno di quelle stanze, anche se non sono le mucche, a
dover essere salvate. Possiamo riuscirci scrollando dalle nostre spalle l'apatia
dell'indifferenza, del "vorrei ma non posso", del "non tocca a me" o del "ma
cosa vuoi che possa farci?"
Li chiamano "zingari", ma io in quelle persone, in quelle mani grandi, gonfie di
vita, in quei tagli alle dita, in quelle ferite ai polpastrelli, riconosco le
mani di mio nonno contadino. In quello strenuo attaccamento alla vita, in quella
lotta per la sopravvivenza riconosco l'urgenza del nascere di ogni bambino.
E in quelle braccia, in quelle gambe, in quegli occhi, in quel naso, riconosco
l'unica razza, quella umana.
Non è impossibile. E' necessario, costruire un'accoglienza.
Ed è questo quello che vogliamo. Per noi, per tutti noi.
Di Fabrizio (del 10/01/2011 @ 09:21:37, in media, visitato 2112 volte)
7 gennaio 2011 Siccome si sa che gli zingari rubano i bambini, allora Denise Pipitone può
essere anche quella ragazzina ritrovata nel 2008 in Grecia. Così almeno dicono
durante Quarto Grado, condotta da Salvo Sottile, nel servizio di ricostruzione
del caso di Denise, dove affermano testualmente che in Grecia viene ritrovata (e
si mostrano le foto) una ragazzina rom che somiglia tantissimo alla scomparsa,
ma poi la zingara che la conduceva per mano "scompare nel nulla con la bimba, la
cercano in tutti i campi rom ma non la trovano".
Mica vero. Era stata ritrovata sull'isola di Kos una bimba di otto anni che
somigliava a Denise, scomparsa quattro anni fa (il 1 settembre 2004) a Mazara
del Vallo mentre giocava in pieno giorno nel giardino della sua casa. L'Interpol
aveva anche arrestato una donna di trent'anni (una rom albanese) che si faceva
passare per la madre della bimba, ma non parlava italiano. A portare gli agenti
dalla bambina, una turista italiana che aveva acquistato da lei un braccialetto
era rimasta colpita dalla somiglianza. Così almeno era stata raccontata la
storia, con dovizia di particolari fantasiosi, dai giornali italiani il giorno
prima. Il giorno dopo, la doccia fredda: l'esame del Dna ‘scopre' che la bimba
era proprio figlia dell'albanese che diceva di esserne la madre. Tu guarda il
caso, alle volte.
La polizia ha fatto sapere che dall'esame del dna è emersa "una compatibilità
ereditaria" tra la bambina e la zingara albanese arrestata, che aveva sempre
affermato di esser sua madre. "Al 99% non è Denise bensì la figlia
dell'albanese" dicono dalla Grecia dopo avere avuto i risultati, ancora
informali, dell'esame. "I risultati ufficiali li avremo domani, attendiamo
ulteriori disposizioni della magistratura"
scriveva il Giornale. A Mediaset si vede che, a distanza di due anni, ancora non
se ne sono fatti una ragione.
Nell'ambito delle manifestazioni per il Giorno della Memoria 2011 sono in
programma quattro incontri sui temi della cultura e dell'attualità Rom in
Italia, con uno sguardo sulle politiche di maggior successo per un'integrazione
nel rispetto delle differenze.
L'iniziativa è promossa dalla Fondazione Anci Ideali (Fondazione Europea delle
Città) ed è realizzata dall'associazione RomSinti@Politica in collaborazione
con le più importanti federazioni delle associazioni Rom, enti locali ed altre
organizzazioni italiane ed europee (in Spagna, Belgio e Romania). Capofila
dell'intero progetto è Cittalia (Fondazione Anci Ricerche).
A Torino l'organizzazione dell'iniziativa è curata da IDEA ROM ONLUS in
collaborazione con il Museo Diffuso della Resistenza e con il patrocinio del
Comune e della Provincia di Torino.
Il corso è rivolto ad amministratori e funzionari pubblici, ONG che lavorano con
i Rom, rappresentanze ed associazioni di Rom, scuole (dirigenti, docenti,
studenti interessati), giornalisti e professionisti dei media. Beneficiari
diretti dell’azione sono i Rom che vivono nei territori coinvolti mentre quelli
indiretti sono i cittadini nella loro generalità.
Il modulo formativo è gratuito e prevede i seguenti incontri:
Venerdì 28 gennaio 2011 ore 15/18 - Sala Colonne Palazzo Civico, p. Palazzo di
Città 1 - Torino Risoluzione dei conflitti, stereotipo e pregiudizio: il ruolo degli schemi
cognitivi e dei processi di categorizzazione. Conducono il dott. Gabriele Guazzo (coordinatore del progetto – Cittalia) e
il dott. Dimitris Argiropoulos (Università di Bologna). Presenta l'incontro e
modera gli interventi il prof. Nanni Salio (Presidente del Centro Studi
"Domenico Sereno Regis" di Torino).
Venerdì 11 febbraio 2011 ore 15/18 - Museo Diffuso della Resistenza, c.
Valdocco 4/A - Torino Legislazione locale, regionale, nazionale ed europea su discriminazione e
razzismo. Conduce il dott. Marco Brazzoduro (Università di Roma). Presenta l'incontro
e modera gli interventi il dott. Lorenzo Trucco (Presidente nazionale dell'ASGI
- Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione).
Venerdì 25 febbraio 2011 ore 15/18 - Museo Diffuso della Resistenza, c.
Valdocco 4/A - Torino Identità: storia, politica e cultura. Conduce il dott. Nazzareno Guarnieri (presidente Federazione Romanì).
Presenta l'incontro e modera gli interventi don Fredo Olivero (Responsabile del
Servizio Migranti della Caritas Diocesana di Torino).
Venerdì 11 marzo 2011 ore 15/18 - Sala Colonne Palazzo Civico, p. Palazzo di
Città 1 - Torino Mediazione culturale e partecipazione attiva: metodologia e progettualità. Conducono il dott. Nazzareno Guarnieri (presidente Federazione Romanì) e il
dott. Dimitris Argiropoulos (Università di Bologna). Presenta l'incontro e
modera gli interventi il dott. Filippo Furioso (Dirigente Scolastico
dell'Istituto Comprensivo "Leonardo da Vinci" di Torino).
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: