Di Fabrizio (del 27/09/2010 @ 09:09:46, in Italia, visitato 1988 volte)
Segnalazione di Marco Brazzoduro
Associazione per la difesa dei diritti dell'infanzia -
www.21luglio.com
COMUNICATO STAMPA
Roma: l'Associazione 21 luglio chiede la sospensione del piano di sgomberi
perché viola i diritti dell'infanzia rom
Il 30 agosto 2010, a Roma, a seguito di un rogo nell'insediamento informale de
La Muratella che aveva provocato la morte di un bambino rom di tre anni, è stato
convocato un vertice in prefettura sullo stato del Piano Nomadi della capitale e
sullo sgombero degli "insediamenti abusivi". A conclusione del vertice è stato
comunicato che nella settimana successiva sarebbe iniziato lo sgombero dei 209
insediamenti informali della capitale censiti dalla polizia municipale. Gli
sgomberi dovrebbero coinvolgere almeno duemila persone, tra cui, secondo una
stima dell'Associazione 21 luglio, circa 800 sarebbero minori.
"Abbiamo predisposto un piano per la chiusura progressiva degli accampamenti
abusivi, offrendo accoglienza a tutti quelli che ne hanno bisogno- ha spiegato
alla stampa un rappresentante dell'amministrazione comunale - Un'assistenza alloggiativa verrà garantita almeno per le donne e i bambini" (La Repubblica, 30
agosto 2010). Durante un incontro con l'Associazione 21 luglio un altro
rappresentante dell'amministrazione comunale ha chiarito che l'obiettivo degli
sgomberi è quello di "rincorrere gli sgomberati" per rispondere alla "pressione
della pubblica opinione".
Le operazioni di sgombero sono iniziate mercoledì 8 settembre vicino il Ponte
delle Valli (IV Municipio) proseguendo, secondo programma, con il ritmo di 3-4
sgomberi a settimana.
Gli osservatori dell'Associazione 21 luglio hanno seguito alcune operazioni di
sgombero per individuare i tempi e le modalità di intervento. Il personale del
comune di Roma ha proposto sistemazioni alternative che prevedevano la divisione
delle famiglie. Alle donne e ai bambini sgomberati è stata offerta l'accoglienza
all'interno dei circuiti assistenziali del comune di Roma. Secondo le
informazioni raccolte dall'Associazione 21 luglio la maggior parte delle
famiglie sgomberate sono state ospitate presso l'edificio dell'ex ente Cellulosa
di via Salaria, 971 che già dal 12 novembre 2009 aveva accolto centinaia di rom
provenienti dall'insediamento informale di Casilino 700, da altri insediamenti
della capitale (Centocelle, via Labaro, via Papiria, via Naide, via Dameta) e
dalla struttura di accoglienza di via Amarilli.
Il 29 giugno di quest'anno l'Associazione 21 luglio aveva segnalato in un
comunicato stampa diverse violazioni dei diritti dei minori all'interno della
struttura formulando raccomandazioni al sindaco della città di Roma.
Successivamente un rappresentante del comune di Roma ha assicurato in
un'intervista radiofonica che all'interno del centro di Via Salaria, 971 veniva
garantita a tutti un'adeguata assistenza sanitaria e socio-legale e che si era
provveduto a "creare separè tra uomini e donne".
L'Associazione 21 luglio ha quindi raccolto testimonianze, interviste e
materiale documentale dai rom ospitati.
Attualmente gli ospiti sono circa 300, tutti rom di cittadinanza romena. I
170
minori stimati dall'associazione vivono con le loro famiglie in sei stanzoni.
Non essendoci pareti divisorie ogni famiglia ha utilizzato stracci e teli di
nylon per salvaguardare la propria privacy. L'aria è insalubre per il poco
ricambio e la scarsa luminosità mentre vistose macchie di umidità sul soffitto
testimoniano le infiltrazioni di acqua che, quando piove, allaga il pavimento.
Alcune giovani mamme con figli neonati hanno affermato di non ricevere
pannolini, latte in polvere ed omogeneizzati di cui necessitano. Tutti gli
ospiti intervistati hanno segnalato la pessima condizione dei servizi igienici,
delle docce e dei lavabo. Sono state raccolte testimonianze sui mucchi di
immondizia e masserizie depositate all'esterno e non raccolte dagli addetti alle
pulizie. Nelle camerate la luce viene spesso lasciata accesa tutta la notte. La
sicurezza della struttura è affidata a giovani dipendenti di una cooperativa
specializzata in giardinaggio senza alcuna esperienza in ambito sociale. Per i
bambini mancano spazi per il gioco, per lo studio e per le attività
ludico-formative. Le norme per la sicurezza sono totalmente violate ed i venti
rom trasferiti dall'insediamento informale de La Muratella dopo il rogo in cui
era deceduto il bambino di tre anni, corrono probabilmente gli stessi rischi di
incendio di quelli che avrebbero corso nelle baracche in cui alloggiavano.
Per tutti i minori il processo di scolarizzazione era stato drasticamente
interrotto nell'anno scolastico 2009-2010. Quest'anno, nella prima settimana
dall'apertura delle scuole, risulta che siano solo 10 i minori frequentanti la
vicina scuola di Castel Giubileo. Gli ospiti hanno riferito di non ricevere
alcun tipo di assistenza sociale e/o legale.
Nel corso dei numerosi contatti con le famiglie accolte si è constatato che la
struttura di accoglienza di via Salaria, 971 è probabilmente l'unica struttura
del comune di Roma in cui l'accesso viene negato senza l'autorizzazione
rilasciata dal V Dipartimento del Comune di Roma. Secondo le informazioni e la
documentazione raccolta, la struttura sembra non essere in possesso dei
requisiti previsti dalla legge regionale n. 41/2003, che disciplina l'ambito
delle strutture di accoglienza sul territorio laziale, e non rispettare le
disposizioni previste dalla normativa vigente in materia edilizia,
igienico-sanitaria e di prevenzione incendi. In assenza di una specifica
assistenza socio-legale sicuramente non vi è un chiaro percorso progettuale
familiare che orienti e tuteli il futuro dei nuclei accolti.
Giova a questo punto ricordare che la Convenzione Internazionale per i diritti
dell'Infanzia e dell'Adolescenza di New York dispone che:
"gli Stati devono garantire il diritto alla vita alla sopravvivenza e allo
sviluppo del fanciullo" (art. 6)
"gli Stati parti devono riconoscere il diritto di ogni fanciullo a un livello di
vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale,
morale e sociale (…). Gli Stati parti adottano adeguati provvedimenti, in
considerazione delle condizioni nazionali e compatibilmente con i loro mezzi,
per aiutare i genitori e altre persone aventi la custodia del fanciullo ad
attuare questo diritto e offrono, se del caso, un'assistenza materiale e
programmi di sostegno […]. ( art. 27).
Di fatto le violazione dei diritti segnalate all'interno dell'ex cartiera di via
Salaria contravvengono anche l'articolo 30 della Carta Sociale Europea secondo
il quale "ogni persona ha diritto alla protezione dalla povertà e
dall'emarginazione sociale".
L'Associazione 21 luglio chiede al sindaco della città di Roma on. Gianni
Alemanno che:
1. VENGA SOSPESO IL PIANO DI SGOMBERI in quanto non prevede una reale situazione
alternativa così come previsto dalle convenzioni internazionali.
2. All'interno del Centro di Via Salaria, 971 siano pienamente rispettati i
DIRITTI DEI MINORI in conformità alla Convezione ONU sui Diritti dell'Infanzia e
dell'Adolescenza e alle altre norme internazionali e nazionali, e in particolare
che in ogni provvedimento riguardante i minorenni si tenga conto del "superiore
interesse del minore" come considerazione preminente rispetto ad ogni altra;
3. Siano adottate tutte le misure necessarie perché ai minori rom presenti nella
struttura di via Salaria, 971 siano garantiti LA STESSA PROTEZIONE E GLI STESSI
DIRITTI riconosciuti ai minori cittadini italiani, secondo quanto stabilito
dalla Convezione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (artt. 20, 22)
e dalla legislazione nazionale, con riferimento all'immediato collocamento in
una struttura di accoglienza adeguata, al diritto alla salute e all'istruzione,
al diritto al gioco, e siano predisposti adeguati spazi specificamente destinati
ai minori.
Minacce ad alcuni membri della Commissione cantonale nomadi
Due denunce sono state inoltrate al Ministero pubblico
Una lettera minatoria é stata recapitata ad alcuni membri della commissione
cantonale ticinese nomadi. "Ve la faremo pagare", si può leggere, tra l'altro.
In precedenza, all'inizio dell'estate, una missiva di minacce era arrivata
anche al presidente della commissione, Ermete Gauro, il quale, dopodomani,
sentirà i suoi colleghi per decidere che seguito dare alla vicenda.
Nel frattempo due denunce sono state inoltrate al ministero pubblico. La
commissione cantonale nomadi ha il compito di approfondire le problematiche
legate al periodico transito di zingari nel nostro cantone. Tra i suoi
obbiettivi vi è tra gli altri formulare proposte per la messa a disposizione di
aree di sosta.
Si da il caso che conosca la persona minacciata, le ho
scritto per sapere cos'era successo. Ecco il suo racconto:
Ciao Fabrizio,
è successo che ho ricevuto una lettera anonima con minacce. Questo perché
faccio parte della commissione cantonale nomadi il cui compito è di trovare aree
di sosta e sensibilizzare la popolazione. Visto quanto sta accadendo devo
ammettere che il secondo obbiettivo è ancora ben lungi dall'essere raggiunto.
Non c'è molto da aggiungere se non che il clima qui è degenerato. Ormai c'è chi
pensa di sfruttare lo scontento della gente deviandolo sui rom. I quali rom qui
non costituiscono assolutamente un problema. Ci sono alcuni gruppi (che al
massimo raggiungono il numero di 150 persone) che viaggiano e si autosostentano
con il commercio di tappeti e si fermano in Ticino per qualche settimana. Dal
punto di vista economico sono perfettamente autosufficienti senza dover
ricorrere a pratiche quali l'elemosina o altri stratagemmi. Tempo addietro
sorgeva il problema della sporcizia lasciata sui campi dopo la partenza.
Sporcizia dovuta al fatto che i campi non erano attrezzati: una canna
dell'acqua, niente gabinetti, ritiro dell'immondizia non organizzato. Ora benché
il solo campo rimasto non sia per niente l'ideale (hanno messo qualche latrina "toitoi")
anche quel problema è praticamente risolto in quanto i nomadi riescono
ciononostante a lasciare il luogo in condizioni decenti. Quindi chi fomenta
l'ostilità gioca sulle fantasie ancestrali dei sedentari e non poggia per nulla
su fatti concreti. Hanno fatto gran rumore sull'arresto di due ragazzine
minorenni rom a Chiasso e Como che portavano sul treno un trolley con dentro una
cassaforte forzata ma non ancora aperta. Si trattava di ragazzine che
rientravano in Italia provenienti dalla Svizzera tedesca e che di fatto non
avevano nulla a che fare con il Ticino. Ti ho già scritto della pagina del
"Mattino della Domenica" della Lega Bignasca del 12 corrente. Se la cosa ti è
sfuggita ti metto di nuovo il link:
Il Mattino online
All'inizio pochi hanno reagito. Il primo è stato il direttore della "Regione
Ticino" Caratti con un editoriale forte dal titolo "Quando diremo basta?".
Qualcuno di notte ha imbrattato la porta della sede della Lega e ha piantato una
croce con il nome del Bignasca. C'è stata anche una manifestazione del centro
sociale il Mulino. I ragazzi sono stati molto bravi hanno fatto il presidio
davanti alla Lega leggendo poesie di Primo Levi e altre contro il razzismo.
Reggevano un cartello "Il lavoro rende liberi? Chiedetelo a Bignasca". Un
vecchietto di 87 anni (Edouard Wahl) ha camminato per un'ora in via Nassa a
Lugano (la via più elegante della città) portando un cartello "Solidarietà ai
Roma". Bertoli, segretario del partito socialista ha chiesto agli altri partiti
di riunirsi per far fronte al degrado del clima sociale. Con qualche
tentennamento e distinguo alla fine si sono riuniti per discuterne. Tra l'altro
il rappresentante della Lega nel governo cantonale si è dissociato e ha
deplorato la pagina del giornale del suo partito. Quanto alla lettera anonima
(...) ho sporto denuncia.
Caro Fabrizio, per la lettera non ho paura ma provo disgusto. Ciao
silvana
Ah, volevo aggiungere che stasera (domenica 26 settembre ndr) dalle
17.00 alle 18.30, insieme al vecchietto di cui ti ho scritto nella mail, faremo
un presidio davanti al Municipio di Locarno con un cartello "Pro Rom non
Pogrom". Lo so che è una goccia in confronto al mare di ciò che andrebbe fatto.
Ciao
silvana
Eccolo qui il vecchietto Edouard Wahl che manifesta davanti al Municipio di
Locarno.
Košice, 20/09/2010 - Tra pochi giorni, DikTV, la
prima stazione televisiva europea rom su internet, lancerà le sue trasmissioni
di prova. Questa è una stazione televisiva su internet che trasmetterà solo in
lingua romanì e prodotta per tutti i Rom. Il progetto televisivo su internet è
volto primariamente a quei Rom che hanno una fluente lingua nativa o che la
stanno apprendendo.
"Come giornalisti rom abbiamo deciso di creare questo spazio virtuale a cui
invitare in visita Rom di tutto il mondo. Consideriamo fondamentale che tutti i
Rom abbiano la possibilità di usare la loro lingua nativa e di vedere come
vivono veramente i Rom negli altri paesi. La nostra "vision" è che i Rom possano
trovare ciò che cercano sul nostro sito, quello che richiedono per sapere chi
sono e la loro identità, cosicché siano orgogliosi di essere Rom," ha detto
Jarmila Vaňová, direttrice dei programmi di DikTV.
Vaňová ha sfidato tutti i Rom a compromettersi nella creazione del progetto.
"Stiamo lanciando DikTV su internet senza nessun appoggio finanziario esterno,
senza sovvenzioni. Facciamo tutto su base volontaria, solo per mostrare che noi
Rom siamo capaci di fornire giornalismo professionale e di unirci, che siamo una
nazione di gente coinvolta nel fare la storia d'Europa e del mondo, e che
semplicemente non è possibile manipolarci come un giocattolo. Un modo possibile
di abbattere tutti i muri che la maggioranza sta costruendo contro di noi è di
unirci, imparare dalla nostra storia, conoscere la nostra lingua e cultura,
semplicemente creare questo mondo virtuale che è il nostro dominio," ha
dichiarato Vaňová.
Il progetto lancerà le proprie operazioni sperimentali alla fine di settembre.
La televisione internet rom DikTV sarà parte di un più vasto portale che opera
nella televisione internet, Quanti interessati a contattare gli organizzatori
del progetto come potenziali partner o che vogliano in altre forme supportare il
progetto possono scrivere a:diktv@mecem.sk
Gipsy Television è un'unica televisione su internet di quattro paesi del
cosiddetto gruppo di Visegrad. Dato che il nostro principale obiettivo è di
sostenere la minoranza nazionale romanì nei campi della politica sociale,
istruzione, assistenza sanitaria, diritti umani e discriminazione. Lo strumento
principale per raggiungere il nostro obiettivo è la produzione di lavori
audiovisivi. Nei limiti delle nostre attività miglioreremo la consapevolezza
pubblica sulle comunità zingare marginalizzate.
Vogliamo cooperare con soggetti che lavorino nel campo degli zingari, ma anche
con media non-zingari. Promuoviamo la mobilità dei nostri reporter, lo scambio
di esperienze, una mobilità transnazionale dei lavori audiovisivi e la creazione
di reti.
E Gipsy Television si jekh unikatno romaňi internetoskeri televizija andro thema
save pes rakinen andre Višgratsko štarutňi. Amaro bučikano dikhiben pes zathovel
pro oda kaj the sikavas šukariben pal o manuša saven hiňi romaňi nacia /pal o
roma/ andro phučibena pal o socialno politika, sikľarďipen /edukacia/ sasťipen,
manušakere hakaja the pal lengero phageripen - diskriminácia. Akada savoro kamas
the kerel avka kaj keraha audio vizulano buťi /šuňiben thaj dikhiben pal o
internetos/.
Kamas akala amara televizijaha the dochudel oda kaj o gadže the dhiken pro roma
šukareder jakhenca, pro roma save hine čore, bi búčakere, bi khereskere -
marginalizovano roma. Kamas the kerel jekhetaňi šukar buťi - varesavi kooperacia
savore aver instututenca save keren buti andro media prej kalo roma /romane thaj
naj romane media/. Rakinaha pes pro oda kaj amare editora šaj phirkerena odoj
kaj pes vareso kerela interestantno pal o roma. Keraha amari buťi thaj
jekhetaňiben /netvorko prejkalo salo slovačiko them.
Di Fabrizio (del 28/09/2010 @ 09:42:59, in Europa, visitato 3523 volte)
by Paul Polansky
[continua]
EULEX
(immagine da
daylife.com) Il generale in pensione Yves de Kermabon mentre prega
(spero) per salvare (spero) i bambini rom e askali di Mitrovica dai soldati
francesi, dal dr. Bernard Kouchner, dall'ONU, dal governo del Kosovo e... dall'EULEX.
IL PREMIO IN-GIUSTIZIA: disgrazia questa Missione dell'Unione Europea in
Kosovo sul Ruolo della Legge che rivendica il suo scopo principale
nell'assistere e supportare le autorità del Kosovo sul ruolo della legge e si
riserva il diritto di perseguire i seri crimini che il governo del Kosovo
ignora. EULEX viene disonorata con questo premio per avere rifiutato di
considerare "la negligenza di massa verso l'infanzia" nei campi di Mitrovica
come un "serio crimine", nonostante le 86 morti sino ad oggi.
Dato che era risultato impossibile durante quasi undici anni di coinvolgere
qualsiasi agenzia ONU o il governo del Kosovo, soprattutto il Ministro della
Salute, nel salvare i bambini che muoiono di avvelenamento da piombo negli ex
campi UNHCR, inviai una mail a Yves de Kermabon, capo della missione EULEX,
chiedendogli un incontro per discutere su cosa EULEX potesse fare.
Ex generale francese, che una volta comandava la Legione Straniera in
Cambogia e poi le forze NATO in Kosovo, Kermabon rifiutò di vedermi.
Con l'aiuto di amici impegnati nel salvare questi bambini, facemmo ricorso al
suo capo UE, la baronessa Catherine Ashton, ed alla fine ottenemmo un
appuntamento per vedere il procuratore capo del generale Kermabon, Theo Jacobs,
e tre componenti della sua squadra. Non fu un ricevimento caloroso. Erano troppo
ritrosi per ricevermi o soltanto riluttanti di dovermi vedere.
Il procuratore capo Jacobs non fece nessun tentativo di dare inizio alla
riunione, così gli chiesi se avesse ricevuto il nostro promemoria legale che gli
avevo inviato per posta elettronica il giorno precedente. Con riluttanza mi
disse di sì ma non fece nessun commento. Così tirai fuori tutti gli altri
documenti che avevo portato e iniziai a passarglieli.
Il primo era un comunicato OMS del settembre 2009 che ancora una volta
chiedeva l'immediata evacuazione e cure mediche. Dissi che l'OMS ne chiedeva
l'evacuazione dal novembre 2000 e che da allora aveva inviato richieste simili.
Nessuna risposta da EULEX: nessuna domanda, nessun commento.
Ho poi consegnato il rapporto del difensore civico al primo ministro del
Kosovo inviato ad aprile 2009, in cui il difensore civico chiedeva l'immediata
evacuazione e chiedeva una risposta entro 30 giorni. Non venne mai ricevuta
nessuna risposta da parte del primo ministro. Dissi che il nuovo difensore
civico il giorno prima aveva visitato i campi ed avrebbe inviato un rapporto
simile chiedendo l'evacuazione e cure mediche. Nessun barlume di vita da parte
dei convocati EULEX seduti davanti a me.
Poi consegnai loro il rapporto di Thomas Hammarberg, il Commissario per i
Diritti Umani del Consiglio d'Europa, che chiedeva l'evacuazione dei campi e
cure mediche. Uno dello staff di Jacobs seduto di fronte a me disse che la
settimana seguente avrebbe posto maggior pressione al governo del Kosovo perché
facesse qualcosa.
Allora diedi loro il rapporto di Human Rights Watch (77 pagine) e per finire
un'altra copia del nostro memorandum legale di 46 pagine.
Dissi che avevamo fatto pressioni sull'UNMIK per un'evacuazione e cure
mediche già dal novembre 2000 e naturalmente senza ottenere niente. Eravamo ora
a febbraio 2010. Dissi che probabilmente era impossibile portare in giudizio lo
staff ONU a causa della loro immunità, ma volevamo comunque farlo per gli
amministratori del campo, Norwegian Church Aid e KAAD. Fornii allora loro degli
esempi di "negligenza premeditata" commessa da entrambi gli amministratori del
campo, enfatizzando il rifiuto di NCA di riportare le morti nel campo e mai
chiedendo alimenti o trattamento medico per avvelenamento da piombo; e KAAD, che
oltre a ciò aveva colpevolmente interrotto la dieta speciale per Ergin e suo
fratello.
Dissi che ci doveva essere giustizia. Per quello ero venuto da loro.
Jacobs disse che un'azione sotto il loro mandato era impossibile. Loro erano
lì essenzialmente per monitorare il sistema giudiziario del Kosovo. EULEX si
incaricava personalmente di pochissimi seri crimini. Anche se il nostro caso
fosse stato possibile sotto il loro mandato, non l'avrebbe accettato perché
sarebbero occorsi anni per trovare se qualcuno fosse responsabile. Dissi che
avevamo tutte le prove che servivano. Dissi che l'OMS si era offerto di fornire
tutti gli elementi di prova e che io ed i nostri avvocati potevamo fornire nomi
e prove della negligenza criminale.
Jacobs disse che non si trattava di un caso criminale, ma di una questione
politica. Disse che l'unica maniera per noi era di mettere più pressione
politica sul governo del Kosovo per risolvere questa questione politica.
Non ero d'accordo e parlai a lungo sulla storia di questo caso: il dr.
Kouchner che mette i Rom su di un terreno contaminato, promettendo che sarebbero
stati spostati entro 45 giorni; dissi che la squadra medica ONU aveva
raccomandato l'evacuazione nel novembre 2000 e la disintossicazione in Polonia,
ma che Kouchner aveva opposto il veto; dissi a Jacobs che il mio team aveva
portato la famiglia di Mustafa in Germania, sottoponendo a TAC tutti i bambini,
che trovò Denis di 7 anni col fegato di un sessantenne alcolizzato, a causa
dell'avvelenamento da piombo secondo i dottori tedeschi; dissi di come io e il
mio staff avessimo raddoppiato i livelli di piombo che causano danni cerebrali e
che anche noi avessimo dovuto essere disintossicati. Menzionai come tutti
stessero rimproverando ai Rom di avvelenarsi da soli smaltendo le batterie delle
auto, ma che i campioni su 66 bambini del campo mostravano di avere 36 altri
metalli pesanti che non si trovavano nelle batterie delle macchine. Continuai ma
non vidi nessun barlume di interesse nelle persone sedute di fronte a me. Era
ovvio che non mostravano alcuna compassione per la sofferenza di questa gente...
questi zingari.
Parlai per 50 minuti, raccontando loro ogni tragedia che era successa nei
campi dal 1999. Se fosse dipeso da loro, il meeting sarebbe finito dopo cinque
minuti.
Alla fine, Jacobs era abbastanza esasperato con me che cercavo di rendere
questo un caso criminale. Continuò a dire che era una perdita di tempo. Quella
era una questione politica e io dovevo trovare un modo di fare pressione sul
governo del Kosovo, non su EULEX.
Alla fine gli chiesi se non fosse stato un serio crimine. Mi rispose di no.
Disse che era un serio problema, ma perché lui lo definisse un serio crimine
prima avrebbe dovuto investigare e questo avrebbe preso anni. Anche così, disse,
sarebbe stato difficile trovare i responsabili di persona. Dissi che se questa
situazione fosse avvenuta in qualsiasi città europea ed il sindaco, il capo
della polizia e gli incaricati alla sanità pubblica non avessero immediatamente
evacuato l'area, sarebbero finiti in prigione per negligenza verso l'infanzia.
Il procuratore capo si limitò a fissare davanti a sé.
Il suo staff concordò con lui. Questa era una questione politica e dovevamo
porre maggiore pressione sul governo del Kosovo. Dal 1999 al 2008 non era
possibile. Ora che il Kosovo aveva l'indipendenza, dovevano mostrare di
meritarsela.
La donna seduta di fronte a me continuò a ripetere che Thomas Hammarberg
sarebbe venuto la settimana prossima. Era molto alterato perché il governo del
Kosovo non aveva seguito le sue raccomandazioni di sei mesi prima, quando era
stato lì l'ultima volta, di evacuare i campi. Disse che avrei dovuto incontrarlo
durante la sua visita.
Lasciai loro due nostri DVD: Kosovo Blood e la manifestazione del campo di
Osterode ad aprile 2009. Lascia anche loro due copie del mio libro UN-Leaded
Blood che immediatamente loro coprirono con le loro carte, nel caso qualcuno
potesse vederne la copertina.
Fui molto educato nel ringraziarli per avermi ricevuto, ma spero di aver
mostrato con la mia espressione quanto frustrato io fossi dalla loro mancanza di
umanità e compassione, e soprattutto dalla loro mancanza di interesse nel
cercare giustizia per questa povera gente che aveva sofferto la peggiore
tragedia di ogni minoranza in Europa nell'ultima decade. Così come non c'è
misericordia per i nostri bambini romanì negli affari targati Mercy Corps, né
nessun interesse nel salvare i nostri bambini da parte dell'OnG Save the
Children... non c'è nemmeno nessun interesse nella giustizia per questi ragazzi
del Dipartimento Giustizia di EULEX.
Riconoscimenti
Durante questi undici anni per portare l'attenzione sulla sofferenza e la
tragedia dei Rom/Askali scaricati dall'ACNUR e dall'UNMIK su terreni
contaminati, non molte persone od organizzazioni sono state con noi durante la
lunga tirata. Quelli che hanno iniziato con noi e tuttora stanno contribuendo:
Argentina e Miradija Gidzic, e Jacky Buzoli. Tutti e tre sono Rom e sentono una
dedizione profonda per aiutare la loro gente. Sono anche stati curati per
avvelenamento da piombo, a causa del loro lavoro nei campi. Nel 2005, si è
aggiunta Dianne Post, un avvocato americano che non solo ha dedicato il suo
tempo (gratuitamente) per difendere questi bambini rom/askali, ma ha anche
offerto il proprio denaro per comprare aiuti. Lo stesso anno, Yechiel Bar Chain
donò dei fondi per comprare le prime medicine per curare quanti avevamo fatto
uscire dai campi. Il dr. Bader di Milwaukee, WI, si unì quell'anno per
finanziare i nostri viaggi a Belgrado. Inoltre comprò un pezzo di terra per la
famiglia di Jenita Mehmeti e finanziò la pubblicazione di UN-Leaded Blood e la
realizzazione del documentario Gipsy Blood. Dan Lanctot che fece il film donò il
proprio lavoro. Anche il dr. Klaus Runow si unì a noi nel 2005 per raccogliere i
primi campioni di capelli dei bambini nel campo, registrando che [i bambini] non
solo erano avvelenati da piombo, ma soffrivano anche di altri 36 metalli
pesanti. Per strada sono arrivati contributi ed appoggio dalla Società per i
Popoli Minacciati, JDC, Mary Ellen Salinas, Linda Johnson, Jennifer Clayton-Chen
ed il suo gruppo a Monaco (Germania), Fed Didden, Nidhi Trehan, ed il dr.Sasha
Maksutovic. I contributi a questo libro includono: Bernie e Suzie Sullivan, John
Munden, Graham Crame e Dianne Post.
Due anni fa la nostra campagna navigava in cattive acque finché Bernie
Sullivan organizzò il KMEG (Gruppo di Emergenza Medica del Kosovo) ed introdusse
nuovi attivisti, in particolare Valerie Hughes che spinse il senatore irlandese
David Norris a parlare (e continua a farlo) a favore dei nostri bambini zingari.
Molti giornalisti e media importanti come Bild Zeitung, Aljezzera, BBC, ZDF,
ARTE TV, la TV australiana (Dateline), The Sun, The Guardian, l'International
Herald Tribune, ed il Washington Times hanno informato il pubblico su questi
bambini che stanno morendo. Sono arrivati in aiuto due altri avvocati: Bob
Golten, professore in Diritto Umanitario all'Università di Denver, che ha
scritto lettere a Mercy Corps e ad NCA, richiamandole alle loro responsabilità;
e Nichola Marshall, in rappresentanza dello studio legale Leigh Day di Londra,
che si è unito a Dianne Post nel richiedere un risarcimento dall'ONU per i campi
rom/askali.
Ironicamente, non molte organizzazioni romanì si sono unite alla nostra lotta
ma recentemente due hanno vigorosamente raggiunto la causa: l'Associazione
Britannica delle Donne Zingare e Patrin GB. Sono certo di essermi dimenticato di
menzionare molti altri che ci hanno aiutato in questo percorso e chi ora sta
contribuendo. Ma loro sanno nel loro cuore che cosa hanno fatto. Tristemente, la
nostra campagna di undici anni non ha salvato molti bambini. Quando abbiamo
iniziato c'era una possibilità di salvare la maggior parte di loro da danni
irreversibili al cervello. Ora tutti ce li hanno. Un dottore mi ha detto che
abbiamo perso un'intera generazione di bambini dei campi. Forse anche una
seconda generazione dato che molti di questi bambini non vivranno abbastanza da
avere dei bambini a loro volta. Ma ancora stiamo combattendo per loro, per un
risarcimento e per la giustizia. Sfortunatamente, non possono mangiare la
giustizia.
Titolo originale: DEADLY NEGLECT
di Paul Polansky
Prima edizione
71 pagine
Tiratura: 1.000 copie
Editore: Kosovo Roma Refugee Foundation (KRRF)
traduzione in italiano di Fabrizio Casavola
Di Fabrizio (del 28/09/2010 @ 12:51:07, in Italia, visitato 2801 volte)
Care amiche e amici,
da luglio i Sinti del Quartiere Terradeo di Buccinasco sono oggetto di una
indegna campagna di stampa denigratoria, basata su motivazioni fasulle.
Invio il comunicato stampa che stiamo distribuendo come Associazione, con
allegato un approfondimento di ciò che abbiamo fatto e che stiamo facendo, con
preghiera di pubblicazione o diffusione. [...]
Cordiali saluti da Ernesto Rossi,
presidente dell'associazione "Apertamente di Buccinasco", costituita da sinti e
volontari.
Mentre infuria nel Parlamento Europeo un drammatico scontro fra il
Presidente francese Sarkozy e il Presidente della Commissione UE, Barroso, per
la decisione della Francia di espellere centinaia di ROM;
mentre nei grandi centri urbani del nostro Paese, a partire da Roma e Milano, da
tempo, con una intensificazione negli ultimi mesi, vi sono continui sgomberi di
campi abusivi e non, di Rom e Sinti:decine dall'inizio dell'anno, ripetuti sulle
stesse persone, stroncando percorsi lavorativi e scolastici;
in una cittadina di prima cintura della Provincia di Milano, Buccinasco, è in
corso da anni una positiva sperimentazione di INCLUSIONE SOCIALE di una
minoranza etnica.
Questa minoranza è composta da 20 famiglie SINTE, per un totale di 100 persone,
la metà delle quali sono minori.
Alla fine dello scorso anno, per volere congiunto dell'Amministrazione Comunale
e dell'Associazione Apertamente è stato costituito un Tavolo di Lavoro presso il
Comune di Buccinasco, cui partecipiamo regolarmente, presieduto oggi
dall'Assessore competente.
La missione dichiarata del gruppo di lavoro è quella di monitorare ed
individuare eventuali difficoltà e suggerire soluzioni ai problemi emersi
all'interno della locale Comunità Sinta o fra questa ed il resto della comunità
buccinaschese; e recentemente per supportare gli incontri in corso fra
l'Amministrazione Comunale, la Prefettura ed il Parco Agricolo Sud.
Il fatto più eclatante, salito più volte agli onori della cronaca locale nelle
scorse settimane, è stato quello delle "casette" esistenti da oltre dieci anni
all'interno del Q.re Terradeo, dove abitano le famiglie Sinte, e mai normate per
questioni burocratiche dalle varie Amministrazioni Comunali e Provinciali che
nel tempo si sono succedute.
La Giunta Comunale di Buccinasco ha votato il 23.08.2010 un'importante Delibera
di Indirizzo riguardante la stabilizzazione della Comunità Sinta.
Dal Tavolo è arrivato il suggerimento di far incontrare il Prefetto di Milano e
l'Amministrazione Comunale, com'è poi avvenuto di recente, trovare una soluzione
a questo annoso problema. Prossimamente sarà coinvolto anche il Parco Sud.
Ricordiamo per l'ennesima volta che il terreno, sul quale sorge il campo delle
famiglie Sinte, è di proprietà del Comune, che nel 1994 con una delibera di
Giunta, lo ha dato loro in uso.
Il terreno si trova nel Parco Agricolo Sud.
Nel 2005 da parte dell'allora Amministrazione Comunale vi è stato un corposo
intervento, cofinanziato dalla Provincia di Milano, per migliorare le condizioni
di vita dei Sinti residenti. E si è strutturato il terreno come un campeggio: ad
ognuna delle 20 famiglie è stata assegnata una piazzola ed è stato firmato un
regolare contratto della durata di 10 anni, rinnovabile. In questo contratto
sono anche previsti precisi diritti e doveri.
La maggior parte delle 6 casette in legno, in sostituzione delle caravan, è
stata costruita tra il 1994 e il 2004.
La prima richiesta di regolarizzazione delle casette da parte della
Amministrazione Comunale al Parco Agricolo Sud risale al 2005.
Nel 2009 il Prefetto di Milano, nominato Commissario Straordinario per "
l'emergenza nomadi dal Ministro degli Interni Maroni, ha stanziato 100.000 euro
dell'apposito fondo del Ministero, per finanziare un progetto di ultimazione dei
lavori da tempo previsti al Q.re Terradeo. Questo importo è gestito direttamente
dalla Prefettura.
Dal mese di luglio la presentazione da parte di un Consigliere regionale di
un'Interrogazione, probabile frutto di non verificate informazioni, ha prodotto
una serie di articoli giornalistici, in alcuni dei quali si ventilava
addirittura la chiusura del campo Sinti di Buccinasco.
Vorremmo ricordare
- che l'Associazione "Apertamente di Buccinasco" è stata formata per metà da
Sinti abitanti il campo e per l'altra metà da volontari che da anni lavorano
insieme a questi nostri concittadini;
- che i Sinti di Buccinasco sono da sempre Italiani, ex giostrai, come lo sono
gli Orfei, i Togni, i Medrano ecc., e sono residenti in modo stabile a
Buccinasco dall'inizio del 1980;
- che i bimbi sono stati tutti vaccinati nel tempo, a cura dell'Assistente
sanitaria, che fa parte anch'essa del Consiglio della nostra Associazione;
- che l'istruzione dei minori e di alcuni adulti è seguita, da anni, da altri
volontari coordinati da alcune insegnanti e da un'ex Preside, anch'essi facenti
parte dell'Associazione, che operano in collaborazione con altri soggetti
all'interno della scuola di Buccinasco, frequentata dai bambini per tutto il
periodo dell'obbligo, e da quest'anno con qualche accesso alle superiori;
- che l'Associazione Apertamente collabora con le tre Parrocchie, le Caritas
locali e numerose altre Associazioni di Buccinasco e partecipa regolarmente alle
iniziative collettive come la Festa dei Popoli, la Festa delle Associazioni,
oltre a tenere annualmente dal 2004 una Festa dei Sinti;
- che l'Associazione Apertamente è da tempo in rete con altre Associazioni che
si occupano di Sinti e Rom: Casa della Carità, Naga, Caritas Ambrosiana, Padri
Somaschi, Arci, ecc., le quali costituiscono da anni il Tavolo Rom. Essa
collabora inoltre attivamente con l'Università della Bicocca e quella di Pavia;
- altri volontari accompagnano i giovani Sinti all'inserimento nel mondo del
lavoro: in una congiuntura economica difficile per tutti, si sono conseguiti
significativi risultati (e, purtroppo, abbiamo avuto persino un cassintegrato.
Su questi problemi l'Associazione Apertamente collabora con lo Sportello Lavoro
e cinque Agenzie Interinali, con due Cooperative Sociali, la locale Banca del
Tempo e Buccinbici; con queste due ultime abbiamo realizzato alcuni Progetti
finalizzati ad attivare posti di lavoro;
- Inoltre, Apertamente collabora con le Istituzioni: il Comune di Buccinasco ed
i Comuni limitrofi, e con la Provincia di Milano ed il Parco Sud. Apertamente ha
costituito a Buccinasco, in convenzione con quest'ultimo il Punto Parco Terradeo,
che gestiamo in collaborazione con altre Associazioni.
Conclusioni:
L'Associazione Apertamente, per promuovere la conoscenza della vera situazione
del Quartiere Terradeo di Buccinasco (Campo Sinti ) e delle avanzate
sperimentazioni d'inserimento sociale in corso, si rende disponibile ad incontri di approfondimento e a promuovere
visite al Terradeo, anche per facilitare la conoscenza diretta dei suoi
abitanti.
L'Associazione ha approntato della documentazione cartacea, e sono inoltre
disponibili numerose foto in formato digitale sullo evolversi nel tempo di
questa Comunità e degli eventi negli anni realizzati e consultabile in loco su
appuntamento.
Quanto sopra è a disposizione, su richiesta, di:
Amministrazioni Pubbliche, Forze politiche, Giornalisti, Associazioni
culturali e di Volontariato, Operatori del settore, Direzioni Didattiche ,
Istituti scolastici e Università, Persone di buona volontà.
Per Associazione Apertamente di Buccinasco
Ernesto Rossi, Presidente cell. 3338628466, e-mail:
meg.rossi@tin.it
Di Sucar Drom (del 29/09/2010 @ 09:29:12, in Italia, visitato 1987 volte)
Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari"
o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono
veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma
non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli
sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da
discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In
maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex
Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori
sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per
questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una
roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di
battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria
storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo
i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra.
Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che
occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può
rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda
la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi
sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze
e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia,
accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video,
momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi. Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Mantova:
Venerdì 8 ottobre, ore 21.00, Teatro Bibiena
CONCERTO: DJANGO'S CLAN
Nel centenario della nascita di
Django Reinhardt, genio della musica jazz
europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la tecnica per vivere la musica
e l'arte del più grande musicista sinto
Sabato 9 ottobre, Teatreno (piazza don Leoni, di fronte stazione fs)
- ore 10.30, SPETTACOLO TEATRALE "LETTERA" della compagnia
Theatre Rom, rivolto
alle scuole superiori;
- ore 17.00, Dibattito pubblico
- ore 19.30, Aperitivo
- ore 21.15, SPETTACOLO TEATRALE "LETTERA" della compagnia
Theatre Rom
Gli eventi sono organizzati dall’associazione Sucar Drom e dalla Federazione Rom
Sinti Insieme, in collaborazione con: l'UNAR, l'Assessorato alle politiche
Sociali della Provincia di Mantova, il Comune di Mantova e l'Istituto di Cultura
Sinta.
LA CAMPAGNA DOSTA!
L’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell’ambito delle sue
attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e
sinte, ha lanciato per l’anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA ("Basta" in lingua Romanì) è stata già promossa dal Consiglio
d’Europa e dalla Commissione Europea nell’ambito del terzo programma congiunto "Equal Rights and Treatment for Roma". La campagna DOSTA è stata già realizzata
con successo in cinque paesi dell’Europa dell’Est: Albania, Bosnia e Herzegovina,
Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è
di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria. La Campagna non è
mai stata diffusa in Italia e intento dell’UNAR sarà quello di studiare
strumenti, metodologia e messaggi costruiti dalla campagna, per un loro
adattamento in lingua italiana contestualizzato all’ambito storico e culturale
italiano, oltre alla promozione e valorizzazione di eventi e prodotti realizzati
da associazioni rom e sinte rivolte alla sensibilizzazione sulle difficoltà di
inclusione sociale, abitativa, educativa e lavorativa delle comunità Rom.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni
rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione
Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all’interno di un Tavolo di
coordinamento ROM istituito e coordinato dall’UNAR e collaborano alla
pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi
previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle
iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli
stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una
strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna saranno quelli di:
- favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella
storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze,
eventi pubblici e campagne sui media;
- promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di
discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo
del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di
dibattito
Berlino, 23/09/2010 - Nonostante i dinieghi del cancelliere tedesco, Angela
Merkel, la Germania ha continuato a deportare persone di etnia rom e sinti verso
il Kosovo.
Secondo i resoconti della stampa tedesca, la deportazione di circa 10.000 Rom
e Sinti [...] è basata su di un accordo col Kosovo firmato a settembre 2009.
Il presidente francese Nicolas Sarkozy ha detto in un recente vertice UE che
la Germania prevede anche di smantellare i campi nomadi, ma la Merkel ha
immediatamente smentito ciò, senza menzionare il controverso accordo col Kosovo.
La Germania sta deportando un numero crescente di ex rifugiati dal conflitto
nei Balcani, secondo la OnG Pro Asyl.
Secondo l'OnG, 213 persone sono state deportate nei primi quattro mesi dell'anno
verso il Kosovo, che ha dichiarato la propria indipendenza nel febbraio 2008.
Interrogata da parlamentari della sinistra, l'amministrazione Merkel ha
ammesso che 53 di loro erano Sinti o Rom. Nel 2009, la Germania ha deportato 51
persone in Kosovo.
Pro Asyl ha confermato che di 12.000 membri di minoranze etniche kosovare che
vivono in Germania, 5.000 sono bambini e adolescenti.
"...in Kosovo affronteranno un isolamento sociale e discriminazioni diffuse,"
ha detto Pro Asyl, basandosi su uno studio dell'UNESCO che mostra come oltre il
70% dei minori deportati lascia la scuola.
Anche se la Germania ha negato qualsiasi rischio per i deportati in Kosovo,
il Consiglio Centrale dei Sinti e Rom in Germania ha confermato le critiche. "La
situazione della sicurezza in Kosovo è ancora critica," ha detto l'attivista
Herbert Heuss.
Mercoledì il Consiglio d'Europa ha invitato la Germania ha fermare le
deportazioni di Sinti e Rom.
Di Fabrizio (del 29/09/2010 @ 13:13:00, in media, visitato 3740 volte)
Vi invitiamo a partecipare alla II° edizione della rassegna di film "HO
INCONTRATO ZINGARI FELICI" (Maladilem Bachtale Romenca - da Upre Roma inno
nazionale degli zingari), organizzata dall'Associazione La Conta in
collaborazione con il Circolo ARCI Martiri di Turro, con l'Associazione Aven
Amentza – Unione di Rom e Sinti, con l'Associazione ApertaMente e con
la Redazione di Mahalla – Rom e Sinti da tutto il mondo (...), che ci
sarà, con ingresso gratuito, con tessera Arci, a partire da lunedì 4 ottobre
2010, alle ore 21.00 al Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta 14 a Milano.
PROGRAMMA DELLA RASSEGNA
· Lunedì 4 ottobre 2010 alle 21,00 - "Miracolo alla
Scala" di Claudio Bernieri – Italia - 2009 - Presenta la serata il regista
Claudio Bernieri con la partecipazione di Ernesto Rossi - Associazione "Aven
Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e
Fabrizio Casavola studioso e scrittore di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il
mondo – Milano
· Lunedì 25 ottobre 2010 alle 21,00 - "Pretty Diana"
di Boris Mitic – Serbia - 2003 – Presentano la serata Ernesto Rossi -
Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente
di Buccinasco" e Fabrizio Casavola studioso e scrittore di Mahalla - Rom e Sinti
da tutto il mondo – Milano;
· Lunedì 22 novembre 2010 alle 21,00 – "Swing" di
Tony Gatlif - Francia/Giappone - 2002 – Presentano la serata Ernesto Rossi -
Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente
di Buccinasco" e Fabrizio Casavola, studioso e scrittore di Mahalla - Rom e
Sinti da tutto il mondo – Milano
· Lunedì 20 dicembre 2010 alle 21,00 - "Train de Vie"
di Radu Mihaileanu – Francia/Belgio/Romania/Israele/Paesi Bassi - 1998 -
Presentano la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom
e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e Fabrizio Casavola,
studioso e scrittore di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo – Milano
Quattro film ironici e divertenti da non perdere. Quattro storie di rom,
sinti, gitani e nomadi, per conoscere meglio le loro culture, le loro passioni e
le loro condizioni di vita in Europa.
Vi saremo grati se vorrete dare diffusione elettronica all'iniziativa di cui
sopra e/o diffondere la stessa tra le persone che possono esservi interessate.
Vi ringraziamo in anticipo.
MIRACOLO ALLA SCALA di Claudio Bernieri – Italia -
2009 Il film racconta la strada verso l' integrazione nella società milanese di
una bambina rom che sogna di diventare una ballerina della Scala. E' la storia
della vita dei musicisti rom che suonano sui mezzi di trasporto milanesi, ma che
sognano un palcoscenico vero. La musica è la vera "mediatrice culturale" tra una
tradizione e una cultura che appare sempre più come archeologia culturale "pasoliniana",
prima dell'omologazione, e la società moderna, che non sa dialogare con questa
cultura "altra". E' come se il mondo cinematografico di "Accattone" apparisse
alla periferia delle fiction e degli spot pubblicitari.
Il film è interpretato dal musicista rom "Director" Marian Badeanu e dai suoi 2
figli, Loredana e Ciprian, con la partecipazione di decina di suonatori
provenienti dal campo nomadi di via Barzaghi-Triboniano. A mezza strada tra il
documentario-film e un remake di "Miracolo a Milano" di De Sica e Zavattini, è
uno spaccato neorealista della dura vita dei rom milanesi, sempre in bilico tra
integrazione e marginalità sociale.
Tutto incomincia quando il preside della scuola frequentata dai bambini zingari
milanesi si accorge che una di loro, Loredana, ha ambizioni artistiche e sogna
la Scala: Loredana racconta nel suo diario le vicende del campo.
Durate tre anni, le riprese hanno coinvolto trecento attori non professionisti
che vivono - o vivevano - nel campo nomadi di via Barzaghi-Trimboniano a Milano.
PRETTY DIANA di Boris Mitic – Serbia - 2003 Nel bel mezzo di un quartiere dormitorio c'è un'enorme, dimenticata chiesa
ortodossa in costruzione. La chiesa si affaccia, dall'autostrada, su di un campo
di zingari fuggiti dalla guerra in Kosovo. Degli strani veicoli entrano ed
escono dall'accampamento… Niente a che vedere con la mano di Dio, si tratta di
pura magia gitana che mostra un eclatante esempio di attivismo sostenibile.
Considerate solitamente come un prestigioso oggetto da collezionisti, le
classiche automobili Citroën vengono qui trasformate in futuristiche macchine
ecologiche alla Mad Max. Tutto tranne il motore viene rimosso dallo chassis, un
improvvisato cassone sul retro, e il resto dipinto con colori splendenti e
decorato con buffi gadgets … Così bello, che anche i bambini piccoli vogliono
guidare. Uno sguardo intimo osserva quattro famiglie rom da una "favela" di
Belgrado che si guadagnano da vivere vendendo cartoni e bottiglie che raccolgono
con le loro "risorte" Dyane. Questi moderni cavalli sono più efficaci dei
carrelli, ma cosa più importante – sono sinonimo di libertà, speranza e stile
per i loro proprietari artigiani … Perfino le batterie della macchina sono usate
come generatori di energia per avere luce, guardare la TV e ricaricare i
cellulari! Praticamente il sogno di un alchimista …Ma la polizia non sempre
trova divertenti questi strani veicoli…"
"Pretty Dyana" ha partecipato a numerosissimi festival tra i quali si ricordano:
Amsterdam (IDFA), Goteborg Film Festival, Belgrade Doc&Short Film Fest,
Documenta Madrid, RomaDocFest (audience award), Sarajevo Film Festival (human
rights award), Dokufest Prizren (best documentary), Cinemambiente Torino, Berlin
Europe in Motion, Zagreb Human Rights Film Festival, World Social Forum Porto
Alegre, Bilan du cinéma ethnographique Paris, Mar del Plata Film Festival,
Encuentros del Otro Cine Ecuador, Fajr Film Festival Teheran, Wiesbaden Go East
Film Festival, Riddu Riddu Film Festival Tromso Norway.
SWING di Tony Gatlif – Francia/Giappone - 2002 Un viaggio nel mondo degli zingari e della loro musica. Max, un ragazzino di
dieci anni, scopre di avere una passione per il jazz manouche, una musica nata
dalla fusione del jazz anni Trenta e la tradizione gitana. In vacanza con la
nonna, Max si reca nei quartieri degli zingari per comprare una chitarra.
Conoscerà Miraldo che gli insegnerà a suonare e a comprendere la cultura
manouche e si innamorerà di Swing, una ragazzina della sua età.
Se forse ama troppo il mondo che racconta, Gatlif lo conosce però assai bene, e
non scivola mai nel folklore. Nel ruolo di Miraldo c'è Tchavolo Schmitt,
leggendario chitarrista gitano che interpreta quasi se stesso; il film, a
tratti, diviene anche un rispettoso documentario su di lui.
TRAIN DE VIE di Radu Mihaileanu –
Francia/Belgio/Romania/Israele/Paesi Bassi – 1998 Una sera del 1941 Schlomo, chiamato da tutti il matto, irrompe allarmato in
un piccolo villaggio ebreo della Romania: i nazisti, fa sapere, stanno
deportando tutti gli abitanti ebrei dei paesi vicini e fra poco toccherà anche a
loro. Durante il consiglio dei saggi, che subito si riunisce, Schlomo tira fuori
una proposta un po' bizzarra che però alla fine viene accolta: per sfuggire ai
tedeschi, tutti gli abitanti organizzeranno un falso treno di deportazione,
ricoprendo tutti i ruoli necessari, gli ebrei fatti prigionieri, i macchinisti,
e anche i nazisti in divisa, sia ufficiali che soldati. Così riusciranno a
passare il confine, ad entrare in Ucraina, poi in Russia per arrivare infine in
Palestina, a casa. Il folle progetto viene messo in atto, il treno parte tra
speranza e paura. Gli inconvenienti non mancano, e non sono solo quelli che
arrivano da fuori (i controlli alle stazioni) ma, inaspettatamente, anche
dall'interno del gruppo: Mordechai, falso ufficiale nazista, comincia a dare
ordini sul serio, e, all'opposto, il giovane Yossi abbraccia l'ideologia
comunista, proclama che la religione è morta e instaura nei vagoni le cellule
marxiste-leniniste. A un certo punto vengono fermati da un altro treno, che però
risulta pieno di zingari che avevano escogitato lo stesso stratagemma. Procedono
allora tutti insieme, fino all'arrivo sulla linea di confine con le bombe che
sparano dalle parti opposte. Ormai possono considerarsi salvi. Come già
all'inizio, appare in primo piano il viso del matto, che informa sui successivi
destini di alcuni dei protagonisti, tutti viventi tra Russia, Palestina,
America. Ma poi l'immagine si allarga e il viso di Schlomo, il matto, guarda da
dietro un reticolo di filo spinato. Sullo sfondo, la lugubre sagoma di un campo
di concentramento.
Di Fabrizio (del 30/09/2010 @ 09:40:19, in Italia, visitato 1899 volte)
BRESCIAOGGI.itLA QUESTIONE NOMADI. In seguito all'approvazione in Consiglio comunale del
nuovo regolamento
Galletti: "Pagheranno le utenze sono bresciani e vogliono restare" Maione: "Ma
non in un campo: a Brescia non ne esisteranno più" 26/09/2010
Un'immagine di via Orzinuovi 108, dove vivono nei caravan FOTOLIVE
Pronti a firmare il patto di cittadinanza. Lo precisano i sinti del campo di via
Orzinuovi 108. Restare lì tutto inverno nelle condizioni attuali del campo,
però, per loro è una prospettiva nera. Per questo si dicono decisi a rispettare
gli accordi che sottoscriveranno con l'amministrazione: il campo verrà
bonificato e loro pagheranno regolarmente i consumi di energia e acqua e gli
altri servizi comunali, stimati in duemila euro annui. Accettano il regolamento
votato ieri dal consiglio comunale, ma non capiscono, e con loro anche il
segretario Damiano Galletti della Cgil, perché nel giro di un anno e anche se
rispetteranno i patti, debbano lasciare la città. "Si sentono bresciani -
sottolinea Galletti - e ci tengono a restare. Per questo rispetteranno gli
accordi. Ma cacciarli mi pare una speculazione sulla pelle di cittadini
bresciani, perché tali sono. Non sono qui impropriamente".
Galletti non cerca contrapposizioni: "Lasciamo ad altri la polemica politica".
Ma ci tiene a precisare alcune cose. Ad esempio "che il trasferimento di alcune
famiglie a Guidizzolo è saltato non perché le prime rate al Comune, acquirente
del terreno, non sono state pagate. Vero che non sono state pagate ma perché
Brixia Sviluppo non aveva chiesto la Dia, la dichiarazione di insediamento
abitativo al comune di Guidizzolo e perché la gente del luogo non li voleva e
aveva eretto muri pur di non farli arrivare". La verità sinti è che "noi avevamo
già versato 2700 euro di caparra, ma prima delle rate volevamo la sicurezza
della residenza che invece non c'era". Comunque afferma il capofamiglia Quirini
"se domani ci dicessero che si può andare a Guidizzolo noi saremmo ben contenti
di partire".
Sono meno contenti invece quelli che dovrebbero trasferirsi nel campo di
emergenza di via Borgosatollo. I rapporti con i nomadi di etnia rom non sono
idilliaci. Anche se - sottolinea Galletti - di questa eventualità di
trasferimento di alcune famiglie non eravamo stati informati. Lo apprendiamo
ora". Ma è evidente che il sindacalista nutra dubbi sulla legittimità di un
allontanamento nel giro di un anno, una prospettiva che tra l'altro non sembra
il migliore degli incentivi per far pagare ora le utenze a chi in passato non si
era distinto proprio per puntualità.
GALLETTI comunque mette in guardia dal trasformare la vicenda di 108 sinti in un
caso di emergenza sociale, perché non lo è. "A Brescia in totale i nomadi sono
solo trecento, nulla insomma che desti allarme". E pensa che non si debbano
trascurare i molti segnali di integrazione: "C'è una percentuale del cento per
cento di frequenza dei bambini sinti nelle scuola bresciane". E Barbara Sobardi
Danesi di Arci Ragazzi esibisce una pagella media di un alunno sinti piena di
bei voti. E ricorda i programmi di inserimento sociale, di doposcuola e di
imprenditoria femminile che stanno funzionando.
L'assessore ai Servizi Sociali, Giorgio Maione, ricorda per contro che "è vero
che i sinti non poterono trasferirsi nelle 13 casette realizzate per loro dalla
vecchia amministrazione" perché quella nuova si affrettò a cambiare destinazione
d'uso, destinandole a campo d'emergenza per famiglie disagiate. Ma aggiunge che
"nessuno di loro aveva pagato i debiti delle utenze, condizione senza la quale
non avrebbero potuto trasferirsi". E ribadisce "che i sinti trovino il modo di
vivere qui, ma non in campi nomadi perché Brescia li chiude tutti".
24/09/ 2010 - Connect-R è l'ultimo fenomeno ad uscire sulla scena Hip-Hop
rumena. Il suo ultimo singolo "Still" è un grande successo, al numero uno nelle
classifiche rumene. Cantautore, ballerino, attore e produttore, Connect-R è
eclettico, mescolando rap, hip-hop, soul, R'n'B e reggae.
Ha detto ad Euronews: "Il mio nome è il mio obiettivo; collegare persone,
musica, stati mentali; questo è stato il mio punto di partenza. Non ho mai
studiato musica, ma suono il piano e canto senza preparazione formale, senza
sforzo. Senza dubbio è qualcosa con cui sono nato, ed è un gran vantaggio,
penso. Ma sono cresciuto con attorno a me un tipo di musica completamente
differente: Chuck Berry, Aretha Franklin, Elvis Presley, molto rock and roll,
blues e jazz. Penso che ciò che sto facendo adesso è il risultato di una fusine,
tra il talento naturale di base della mia nazione e l'educazione musicale datami
da mio padre."
La sua fusion è molto commerciale, e non se ne vergogna. E' parte del suo
progetto.
Ma non lo ferma dal lanciare un messaggio, come quando "Burning Love"
recentemente è stata nominata Canzone Rumena dell'Anno.
La notte delle premiazioni Connect-R l'ha detto forte: è uno zingaro, e ne è
fiero!
"E' necessario coraggio, perché in Romania ci sono un sacco di pregiudizi
contro di noi. Mi sono detto, -questo è il momento ideale per dire che uno
zingaro che non si conforma agli stereotipi esiste, accidenti-. Ho voluto
mostrare al mondo che non ha senso usare la parola -zingaro- come un insulto, e
mostrare alla gente come me che possiamo agire differentemente."
"Mi ha colpito così spesso questo muro di pregiudizio," dice. "Guardo su
YouTube e vedo migliaia di commenti, forse milioni, come, - Sì, è una bella
canzone, canta bene, le parole sono buone, il messaggio vale, balla bene...
peccato sia uno zingaro-. Bene, IO SONO uno zingaro."
Meccanico prima di sfondare con la musica, Connect-R non fa la vittima quando
si tratta di parlare degli altri membri della sua comunità. Quando gli venne
chiesto sulla controversia attorno all'espulsione dalla Francia dei Rom, ha
espresso il suo disgusto non sull'atteggiamento francese, ma su quello dei
deportati.
"Mi sono tenuto molto vicino alle mie radici, faccio ancora poco, ma solo un
poco, oggi quando confronto il passato a ciò che sta accadendo adesso. Prima i
Rom avevano tante attività differenti in tutte le arti, nella poesia, ma gli
zingari di oggi sono cambiati. E' doloroso, molto doloroso da vedere. Stanno nei
sobborghi delle grandi città europee e ci fanno vergognare di loro. Pochi anni
fa Sarkozy appoggiò l'entrata della Romania nella UE, così non penso che quanto
stia facendo ora sia premeditato. A rischio di deludere i miei compagni,
appoggio quel che sta facendo, è un'eccellente iniziativa."
L'unica risposta ai problemi di oggi, insiste Connect-R, è l'istruzione. O la
musica:
"C'è una leggenda che dice che Dio consegnò a tutti la propria carriera:
artigiani, pittori e decoratori, dottori ed ingegneri - condivise tutto.
L'ultimo in coda era lo zingaro, con le piume tra i capelli, fresco di pollaio,
perché al solito era stato pigro, e chiese a Dio -cosa mi darai?-. Dio rispose
-Non ho lasciato niente, sei arrivato troppo tardi!- Così lo zingaro iniziò ad
andarsene, ma visto che Dio è buono, lo richiamò dicendogli: -aspetta un
secondo, ho qualcosa per te-, e gli diede un violino. Dovrebbe essere come una
legge. La musica è una delle nostre più grandi qualità, e dobbiamo lavorarci."
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