Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 08/05/2010 @ 17:05:29, in media, visitato 1606 volte)
viaemilianet.it Un'immagine della comunità sinti di Reggio Emilia Appartengono alla comunità rom proveniente da India e Pakistan che abita a
Reggio Emilia. E, con una macchina usa e getta in mano, hanno fotografato la
loro quotidianità. Questi scatti sono ora riuniti in una mostra collegata a
"Fotografia europea 2010", che punta a smontare alcuni stereotipi
REGGIO EMILIA, 7 MAG. 2010 - Siamo abituati a vederli
immortalati tra le baracche, in immagini che diventano spesso il simbolo del
degrado e dell'emarginazione, ma la vita dei sinti, i rom provenienti da India e
Pakistan, non è riconducibile unicamente a questo contesto. Le numerose foto che
li ritraggono, quasi sempre realizzate nei campi nomadi, spesso non
restituiscono la realtà della vita quotidiana in queste aree considerate
“marginali” alla città. Chi vi abita, molte volte non si è sentito rappresentato
da queste immagini, poiché il campo è un luogo di vita, fatto di tante persone,
momenti e situazioni, difficili da rendere in pochi scatti.
Per questo l’Assessorato comunale alle Politiche sociali di Reggio Emilia
ha deciso di utilizzare la fotografia come veicolo di maggiore conoscenza e, in
collaborazione con SpaceLab, ha promosso un laboratorio nel corso del quale i
giovani sinti hanno imparato a fotografare e hanno sperimentato le proprie
capacità, con l'aiuto di macchine ‘usa e getta’. Nancy, Nico, Sharon, Wendy,
Donovan, Justine, Kevin, Simon, Nicola, Johnny, Tania, Giosuè, Daniel, Dani,
Tibi – questi i nomi dei fotodilettanti sinti - si sono messi all’opera, hanno
scelto chi, cosa e come fotografare e hanno prodotto molte immagini del campo
nel quale vivono.
Ne è uscita una mostra che restituisce un luogo di relazioni e legami
tra giovani, adulti, bambini e anziani, di vita di una comunità. Un luogo poco
conosciuto della città. L'esposizione, dal titolo “Ia divas sucar du Sinti” ("Un
giorno bello dei Sinti"), è tra le esposizioni collegate a "Fotografia europea
2010" e sarà inaugurata [domani], sabato 8 maggio, alle ore 11, nello Spazio km
129. Resterà aperta sino a domenica 13 giugno con i seguenti orari: da lunedì a
giovedì dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18 - venerdì dalle 9 alle 13 - sabato
dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30 - domenica dalle 17 alle 19.30.
L’ingresso è gratuito.
Per informazioni contrattare lo Spazio km 129, in Piazza Prampolini
1/F. Telefono: 0522 456711, e-mail:
alfa.strozzi@municipio.re.it
Di Fabrizio (del 09/05/2010 @ 09:10:17, in Europa, visitato 1587 volte)
Segnalazione di Giancarlo Ranaldi (per chi non si ricorda la
storia
QUI)
In
questo link, scovato nei meandri del Web, Mirela racconta del suo rientro in
Romania, subito dopo la morte di Petru.
[...]
Maria Cristina ha reso comprensibili per noi le sue parole:
Una piccola casa ed un dolore enorme è tutto ciò che è rimasto a Mirela. Dopo la
sua morte, le sorti di Mirela e dei suoi due figli sono stati riconsegnati alla
pietà dei parenti.
"Ho aspettato che una mia sorella mi portasse qualcosa da mangiare è così
oggi io ed i miei due bambini abbiamo mangiato". Lei e Petru avrebbero
voluto rinnovare la loro casa per offrire ai loro figli condizioni di vita
migliori. Ma non sono più arrivati a farlo. "(Petru) Aspettava di poter offrire
un futuro bello ai bambini." Quando ha scoperto che un rumeno gli tende un mano,
Mirela è rimasta senza voce. Credeva che tutta la gente fosse indifferente, come
coloro che non l’hanno aiutata quando Petru è stato falciato dalle pallottole
sparate dai mafiosi a Napoli. "Vorrei ringraziare con tutto il cuore loro per
pensare anche a noi. Siamo rimasti davvero... non so come potrò sopravvivere con
due bambini."
Alecu Marian: "Come uomo, e non come direttore di una multinazionale,
sono stato commosso da quello che è successo. Ho visto in tv un uomo che è morto
tra non-uomini. Pensiamo di poter rifare completamente la casa. Li faremo una
casa decente nella quale essi possano abitare."
Mirela ed i due bambini, Ricardo di 6 anni, e Petronela di 10, ringraziano la
persona che li ha tolti alla povertà. Mirela ha però un problema da risolvere.
Deve restituire 3000 euro, i soldi prestati per seppellire il suo marito.
Nota finale di Giancarlo Ranaldi: ... ed ancora grazie a Maria
Cristina Serban, che ha curato per noi la traduzione.
Questo video è la testimonianza certa dell'infamit.à
che è stata commessa con quella stupida cerimonia commemorativa, per una
morte che non li appartiene.
Per questo il prossimo 24 maggio bisognerebbe essere in tanti davanti al
Tribunale di Napoli, quando inizierà il processo contro i presunti assassini
di Petru.
Per un bisogno di "Giustizia" gridando che nulla sarà dimenticato, chiedendo
che venga compiuto ogni sforzo per arrivare, in tempi certi,
all'accertamento delle responsabilità. Chiedendo, da subito, l'attivazione
dei meccanismi per i benefici economici previsti dal Fondo Nazionale per le
vittime delle mafie.
Chiedendo, infine, che quella fisarmonica rinchiusa nella teca, simbolo
dell'ipocrisia di chi l'ha imprigionata, venga subito "liberata" e
restituita alla Famiglia.
in data Venerdì 14 Maggio, dalle ore 20:30 alle ore 22:00 nell’Aula rossa
dell’Istituto “LORENZO GIGLI” di Rovato (BS) siete invitati a partecipare alla
proiezione di un lungometraggio realizzato in seno alla scuola da parte degli
studenti, intitolato
LE MEMORIE DELLA VECCHIA GĂGẾ
Progetto DASMI YA VAST
TRAMA
Tia è uno zingaro di etnia rom, che vive in un campo nomadi facendo il
giostraio. Frequenta saltuariamente la scuola, sebbene assuma l’incarico di un
compito molto complesso da svolgere: la Shoah, anche se lo fa più per compiacere
la ragazza della quale è innamorato, che per convinzione personale. Un giorno al
campo viene consegnata una lettera, che in realtà è destinata alla Vecchia gagé
che abita lì vicino. Incaricato dalla madre di recapitargliela, Tia inizia con
questa Vecchia (come egli affettuosamente la chiama) una frequentazione assidua
e quotidiana, che diventa amicizia e confidenza profonda. La Vecchia - ex
insegnante in pensione – lo aiuta nell’esecuzione del compito assegnato a scuola
ed egli la ripaga aiutandola nei lavori nei campi. Attraverso la lettura di un
fantomatico diario di testimonianze scritto da una ragazzina sopravvissuta alla
Shoah, Tia scopre che il proprio padre, un tempo internato nello Zigeunerlager e
vittima come molti altri della Porrajmos è in realtà proprio quel bambino del
quale quella strana Vecchia racconta dalle pagine bianche di quel quaderno che
custodisce con tanta cura. Quale segreto misterioso nasconde quella Vecchia?
Cosa sta cercando di comunicargli? E perché proprio a lui?
NON MANCATE!!!
DOMENICA 16 MAGGIO DALLE 18,00:
PRESSO LA SALA CIVICA COMUNALE A GARBATOLA DI NERVIANO (MI)
Proiezione del film-documentario Opera Gagia (del regista Antonio Bocola)
Intervento di Maurizio Pagani (Opera Nomadi Milano, associazione promotrice
della partecipazione diretta di Rom e Sinti nel confronto con le istituzioni per
la tutela dei loro diritti )
A seguire Aperitivo con Buffet e concerto di musiche balcaniche.
Iniziativa organizzata dal Collettivo Oltre il Ponte in collaborazione con
Convergenza delle Culture Milano.
Cosa sappiamo noi "gagè", di questo popolo dopo cinque secoli di convivenza?
L’ 8 Aprile era la Giornata Mondiale del popolo Rom qualcuno se n’è accorto?
Il primo passo verso un "Integrazione senza assimilazione" è la conoscenza
reciproca, per combattere stereotipi e pregiudizi, che scopriremo essere
clamorosamente falsi.
Diffidiamo dai media che contribuiscono a creare, con un’informazione distorta,
la convinzione che la maggior parte dei rom in Italia siano rumeni e vivano nei
campi, troppo spesso l'errore di un singolo porta alla condanna di un popolo
intero.
Vogliamo ricordare a chi urla "…mandiamoli a casa loro" che il 60% di Rom e
Sinti presenti sul nostro territorio hanno la cittadinanza italiana e quindi
sono già a casa loro!
Condanniamo la politica degli sgomberi e dei campi che non fa altro che creare
emarginazione e clandestinità.
Di Fabrizio (del 10/05/2010 @ 09:43:47, in casa, visitato 1929 volte)
Segnalazione di
Alberto Maria Melis
L'Unità di Massimo Franchi
La notizia è di ieri. Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, in qualità però di
delegato per l'emergenza nomadi, ha pubblicato un bando per l'acquisto di aree
private da attrezzare a campi rom. Non trovando (o trovando pochissime) aree
comunali da riconvertire, l'unica soluzione è pagare qualche privato disposto a
vendere o affittare (a prezzo d'oro naturalmente) al Comune il suo terreno.
Il Nimby (Not in my back yard, non nel mio giardino) passa dalle centrali
nucleari e le discariche di rifiuti ai campi rom. Nessun municipio romano (di
destra e di sinistra) si è detto disponibile: troppo forte la paura di trovarsi
la gente in piazza ad urlare contro "gli zingari che rubano e portano le
malattie".
E così le migliaia di rom RESIDENTI a Roma (i Bartali di oggi) sono ancora alle
prese con una vera e propria deportazione senza fine. Finito lo show televisivo
della chiusura del Casilino '900 (il più grande campo di Roma, ora a
disposizione dei costruttori per l'ormai proverbiale speculazione edilizia) ci
sono famiglie che sono state spostate in strutture con persone di etnia diversa,
riavvicinando nuclei in guerra fino a pochi anni fa, allontanando i bambini a 25
km dalla scuola in cui andavano con gioia e profitto.
Ora finalmente le cose si metteranno a posto. A guadagnarci saranno i soliti
noti: gente piena di soldi che abita in centro, a debita distanza dai campi
stessi. Guadagnano sui rom e sulla paura. E sono contenti.
Di Fabrizio (del 10/05/2010 @ 09:48:57, in casa, visitato 1600 volte)
ERRC - European Roma Rights Centre (organizzazione internazionale che lavora per
combattere le violazioni e le discriminazioni dei diritti dei rom) e NAGA hanno
inviato una lettera alle principali istituzioni di tutela dei diritti umani,
europei ed internazionali, per l’ondata, senza precedenti, di sgomberi forzati
di famiglie rom e sinti a Milano.
Dal momento che, nel solo 2010, le autorità milanesi hanno ordinato ed eseguito
almeno 61 sgomberi forzati, lasciando più e più volte le famiglie rom e sinti
per la strada, ERRC e NAGA hanno richiesto con urgenza al Commissario per i
Diritti Umani del Consiglio d’Europa, allo Special Rapporteur ONU
sull’abitazione e all’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali, di
denunciare pubblicamente le gravissime violazioni di diritti umani e di
organizzare una missione di emergenza in Italia.
Il testo completo della lettera è disponibile sul sito di ERRC: (QUI, pdf in inglese ndr). La stessa lettera è stata mandata, per
conoscenza, al Ministro degli Interni Maroni
Per maggiori informazioni
NAGA 02 58 10 25 99 - 349 16 033 05 – 349 16 02 391 -
naga@naga.it
Di Fabrizio (del 11/05/2010 @ 08:55:27, in Italia, visitato 1790 volte)
Una rondine, si diceva, non fa primavera. Ma ormai queste
rondini crescono, sono voci sempre più alte, e interroganti. L’amministrazione
comunale di Milano (e altri) tuttavia non sembra udirle. Oppure le avvelena,
come fa con l’aria l’acqua il suolo. E il clima sociale della città. La
primavera è incerta, esitante ancora, ma avanza. Ciao, Ernesto Rossi
Gent. Sig. Sindaco,
mi chiamo don Matteo Panzeri e sono un sacerdote che opera da otto anni a
Milano, zona San Siro.
Occupandomi di umanità, ho ritenuto da sempre di dovermi interessare anzitutto
di quanti sono prigionieri di varie forme di povertà.
Tra costoro, un numero molto elevato e complesso di persone, mi sono occupato
anche di Rom.
La domanda che vorrei porLe è la seguente:
il Suo vicesindaco da tempo sbandiera con soddisfazione il numero elevato di
sgomberi di insediamenti abusivi (circa 210) effettuati in due anni.
Tale affermazione, a mio avviso, è dimostrazione intrinseca di una politica
fallimentare.
Se infatti la strategia degli sgomberi avesse avuto successo, ad un certo punto
avrebbero dovuto smettere.
Inoltre se veramente, come pare, uno sgombero costa all'amministrazione circa
30.000 euro, ciò significherebbe più di sei milioni di euro spesi per un'azione
che di fatto non ha risolto il problema.
Come raccontano le iniziative di Mantova, Bologna e Venezia, politiche di più
seria ed incisiva integrazione non solo hanno permesso la dismissione dei campi
rom di quei comuni ma, a molto minor costo, hanno risolto la problematica al
punto che, come pare, non sono stati necessari ulteriori nuovi campi (a fronte
di alcun nuovo insediamento abusivo).
Non sono interessato a polemizzare: conosco la complessità della materia. Mi
chiedo solo se l'emergenza non si possa gestire in modo meno traumatico per le
persone coinvolte, meno dispendioso per l'amministrazione, meno riprovevole per
le organizzazioni internazionali e, tutto sommato, più intelligente.
Grazie per l'eventuale risposta.
Cordialmente, assicurando preghiere per Lei e i Suoi collaboratori,
don Matteo Panzeri
c/o Parrocchia S. Elena
Lunedì 17 maggio alle h. 21.00 c/o Equatore, via Marta Tana 3 , Castiglione delle Stiviere
Gipsy Blood di Paul Polansky, 2005
Toccante documentario sui campi profughi Rom di Mitrovica, gestiti all’ONU,
dove sono internate più di mille persone. Questi campi costruiti nel 1999 in
zone malsane e inquinate dovevano rimanere attivi per pochi mesi. Da allora ad
oggi tante persone sono morte a causa dell’avvelenamento da metallo pesante.
Contaminazione che colpisce in particolar modo i bambini...
Ne parliamo con Igor Costanzo, amico di Paul Polansky, colpito dai suoi racconti
sul campo di Mitrovica, è andato a visitarlo e ci parlerà di quello che ha visto
in prima persona....
Di Fabrizio (del 11/05/2010 @ 09:54:40, in casa, visitato 1484 volte)
Caro [...],
grazie per aver firmato l'appello per la sospensione e revisione del "Piano
nomadi" a Roma. Insieme a te, in Italia più di 8000 persone hanno firmato
l'appello al Prefetto Pecoraro e oltre 62.000 in tutto il mondo. Questi
risultati ci indicano quanto sia importante continuare ad opporsi all'attuazione
del "Piano nomadi" prima che possa essere replicato in altre regioni italiane e
in altri Paesi europei.
Per questo motivo porteremo il tema delle violazioni dei diritti umani nei
confronti delle comunità rom anche alla Marcia per la pace Perugia -
Assisi.
La Marcia si aprirà con una ruspa e uno striscione con la scritta "I diritti
umani non si sgomberano". La nostra sarà una presenza forte, visibile,
importante. Sarà un'occasione imperdibile per continuare a raccogliere firme e
per sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema che, in genere, si preferisce
ignorare piuttosto che affrontare.
Se hai la possibilità di partecipare e vuoi marciare insieme a noi, contattaci
all'indirizzo action@amnesty.it o al
telefono 328 7412913. Ti ricontatteremo per darti tutti i dettagli logistici e
indicarti gli appuntamenti previsti.
Se sei distante da Perugia, non ti preoccupare! La Tavola della pace ha
organizzato pullman praticamente da tutta Italia.
Unisciti a noi e potrai continuare a dare il tuo contributo per i diritti dei
rom in Italia!
Scopri cosa c'è di nuovo sulla community:
http://www.iopretendodignita.it/crazycrossing
Stamattina, per l'ennesima volta è stato sgomberato l'insediamento di
via Cavriana a Milano.
Come al solito, sono stati demoliti i loro ripari e tutti gli averi degli
occupanti sono stati distrutti. I Rom sono senza alcun riparo sopra la loro
testa, tra loro una donna gravida e con un bambino di un anno, ed un'altra con
un bambino di 3 mesi.
Il Gruppo Sostegno Forlanini, che da due anni e innumerevoli sgomberi
sta seguendo quelle famiglie, è attrezzato per ricomporre il campo, ma
rivolge un appello a tutti i cittadini: C'è bisogno URGENTE di:
Tende,
coperte, vestiario, scarpe e materassi
Contattare Fiorella 347-27.72.955
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