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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 21/05/2009 @ 17:27:23, in Italia, visitato 2923 volte)

MILANO – 23 MAGGIO 2009 MANIFESTAZIONE NAZIONALE CONTRO LA CRISI E CONTRO IL RAZZISMO!
Campagna Nazionale "Da che parte stare"

La crisi colpisce duro, la crisi colpisce tutti: donne e uomini, italiani e migranti. Eppure, per rispondere alla crisi, il governo produce e sancisce differenze. È razzismo istituzionale: la legge Bossi-Fini e il "pacchetto sicurezza" inseguono il sogno di una forza lavoro usa e getta, vogliono ridurre i migranti e le migranti alla perenne espellibilità. Tutti i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione, sospesi dal lavoro e licenziati vedono ogni progetto di vita frantumarsi di fronte ai loro occhi. Tra i lavoratori, i precari con contratti a termine e senza garanzie sono messi alla porta per primi. Tra i lavoratori, i migranti vivono una doppia precarietà, sanno che il permesso di soggiorno non sarà rinnovato, la clandestinità è una minaccia più vicina, l’espulsione una possibilità sempre presente. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Il razzismo istituzionale colpisce duro: il Governo Berlusconi, con la Lega Nord in prima fila e buona parte dei media, hanno dato il via ad una campagna di odio che si indirizza prevalentemente contro i "clandestini" ma criminalizza tutti i migranti giustificando il loro sfruttamento. La proposta di un "contributo" per il rinnovo dei permessi – che si aggiunge al furto dei contributi previdenziali e pensionistici che non possono essere ritirati – mostra che il salario dei migranti è considerato risorsa sempre disponibile. Si tratta di denaro che, con quello di tutti i lavoratori, pagherà nuovi Centri di identificazione ed espulsione. E mentre il razzismo istituzionale si legittima sul corpo delle donne facendo strada a ronde e linciaggi popolari, la violenza continua nelle case, i tagli alla scuola e al welfare pretendono di rinchiudere tutte le donne tra le mura domestiche, riservando alle migranti solo un posto da "badanti". Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

La crisi mostra spietatamente che lo sfruttamento non conosce differenze: tutti hanno mutui e affitti da pagare, l’incubo del giorno dopo. Il razzismo istituzionale impedisce però ai migranti di sperare persino nelle già povere "misure anticrisi". Ammortizzatori sociali, piani edilizi, bonus bebè non li riguardano: devono solo pagare, e farlo in silenzio. L’abolizione del divieto di denunciare i migranti irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie è l’espressione più meschina di una strategia che vuole produrre una clandestinità politica oltre che legale. Impedire di certificare la nascita dei figli e delle figlie dei migranti senza documenti pone un’ipoteca sulle prossime generazioni. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Contro i colpi duri della crisi e del razzismo istituzionale, la risposta deve essere altrettanto forte. È ora di scegliere DA CHE PARTE STARE, e tutti e tutte siamo chiamati in causa. Le organizzazioni autonome dei migranti, che in questi anni hanno tenuto alta la lotta contro la legge Bossi-Fini, le associazioni e i movimenti antirazzisti, i sindacati, tutti siamo tenuti a schierarci contro questa politica del razzismo. Fino a quando i migranti saranno esposti al ricatto, tutti saranno più ricattabili. È tempo di ritessere il filo della solidarietà, di avviare in ogni territorio una nuova grande azione concreta di lotta capace di opporsi a un attacco alle condizioni di vita che colpisce prima di tutto i migranti, ma non solo i migranti.

È ORA DI STARE DALLA PARTE DEI MIGRANTI E DELLE MIGRANTI. Per questo, facciamo appello a tutti i lavoratori, le lavoratrici, gli studenti e le studentesse, le associazioni e i sindacati, affinché siano parte di questa lotta. Con questo appello inizia il percorso per una mobilitazione che arrivi a una grande manifestazione nazionale il 23 maggio a Milano, una città del nord dove più evidenti sono le caratteristiche dell’offensiva del razzismo istituzionale e più marcati gli effetti della crisi. Affinché gli effetti della legge Bossi-Fini non amplifichino quelli della crisi, NOI CHIEDIAMO:

- che i permessi di soggiorno siano congelati in caso di licenziamento, cassa integrazione, mobilità, sospensione dal lavoro;

- che i migranti, così come tutti quei lavoratori che non usufruiscono di ammortizzatori, partecipino alla pari di ogni altro lavoratore a ogni misura di sostegno e vedano salvaguardati i contributi che hanno versato;

- che i migranti e tutti i lavoratori possano rinegoziare i loro mutui in caso di perdita del lavoro; il blocco degli sfratti per tutti i lavoratori e le lavoratrici nella stessa condizione, perché sappiamo che un migrante senza contratto di locazione è un lavoratore clandestino;

- il mantenimento del divieto di denuncia dei migranti senza documenti che si rivolgono alle strutture sanitarie e della possibilità di registrare la nascita dei loro figli;

- il ritiro della proposta di un permesso di soggiorno a punti e di qualunque tipo di "contributo" economico, sia esso di 80 o di 200 €, per le pratiche di rinnovo dei permessi.

- il blocco della costruzione di nuovi centri di identificazione ed espulsione, l’utilizzo dei fondi stanziati per iniziative a favore di tutti i lavoratori colpiti dalla crisi, la cancellazione di ogni norma che preveda l’allungamento dei tempi di detenzione, la chiusura dei CIE.

- la garanzia di accesso al diritto d’asilo e il blocco immediato dei respingimenti alla frontiera in attesa della promulgazione di una legge organica in materia.

PER ADESIONI: da.che.parte.stare@gmail.com

SITO INTERNET: www.dachepartestare.org

FACEBOOK: "Da che parte stare – Milano 23 Maggio 2009"

Coordinamento immigrati Brescia
Coordinamento migranti Bologna e provincia
Rete migranti Torino
MayDay Milano
Impronte – Rete per la libertà di movimento Roma
Rete 28 aprile
Associazione Città migrante – Reggio Emilia
Coordinamento migranti FIOM-CGIL – Parma
Coordinamento lavoratori immigrati CGIL – Reggio Emilia
Coordinamento immigrati CGIL – Brescia
Coordinamento migranti FIOM-CGIL - Bologna
Associazione diritti per tutti – Brescia
Sportello Illegale CSOA Gabrio – Torino
Cittadinanza globale – Verona
Coordinamento migranti basso mantovano
Sinistra critica - movimento per la sinistra anticapitalista
Laboratorio femminista Kebedech Seyoum
CSOA Casaloca – Milano
Coordinamento Nord sud del mondo
Associazione culturale "Carlo Giuliani" - San lazzaro - Ozzano (BO)
Comitato di solidarietà con profughi e migranti – Torino
Asociación Real Juvenil – Milano
Case di Plastica – Milano
Assocafé (Asociación Cultura Arte Fuerza al Exterior) – Milano
Associazione Antigone Lombardia – Milano Città Aperta
Sinistra Critica – Milano
Rete Antirazzista Campana
Coordinamento Immigrati Bergamo
Lavoratori migranti FIOM - Bergamo
Rete Antirazzista Catanese
CUB
Coordinamento migranti Verona
Le radici e le ali ONLUS – Milano
Carta
Agenzia per la Pace –Valtellina,Valchiavenna e Alto Lario
Rete Milano Città Aperta
Ass.ne Todo Cambia – Milano
Coordinamento Nazionale Migranti FIOM
Sinistra critica Calabria
Sinistra critica Firenze
Il Coordinamento lavoratori della Scuola "3 ottobre"
Cobas Scuola – Cosenza
Associazione Arcobaleno insieme senza frontiere – Sondrio
Associazione I Rom per il futuro – Torino
SdL intercategoriale
Csa Magazzino 47 – Brescia
Sinistra critica – Mantova
Scuola Popolare Migranti – Cologno Monzese
Partito della rifondazione comunista Sinistra Europea
Partito della rifondazione comunista Lombardia
Partito della rifondazione comunista - Federazione di Milano
Associazione ALFABETI Onlus – quartiere S. Siro Milano
Rete italiana di solidarietà con il popolo kurdo – Milano
Comunità kurda – Milano
L’Alternativa – San Paolo d’Argon (Bg)
Rete nazionale sicurezza sul lavoro – Ravenna
Associazione culturale Umoja – Parma
CISDA FVG – sportello operativo Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afgane – Trieste
USI
AIT – Lavoratrici e lavoratori anarchici
Casa editrice agenzia X
Coordinamento donne contro il razzismo
Unione Migranti Sondrio
Coordinamento Rifugiati e Migranti di Amnesty
NAGA – Milano
Centro Interculturale Donne Native-Migranti Trama Di Terre – Imola
Associazione Interculturale Dawa – Modena
Cantiere - Milano
Comitato per non dimenticare Abba e per fermare il razzismo
Comitato in supporto dei rifugiati di Milano
Attac – Napoli
Associazione Ambulatorio Medico Popolare di Via dei Transiti 28 – Milano
Attac Italia
Coordinamento Attac – Milano
Laboratorio sociale "la città di sotto" – Biella
Associazione Itaca – Corsico
Confederazione Cobas – Torino
Collettivo Climax – Milano
Associazione vittime ed ex vittime della tratta del Progetto la ragazza di Benin City
Radio Ciroma – Cosenza
Centro delle Culture Milano
Terre Libere – Lista per la Provincia di Bologna
Area programmatica Lavoro Società - CGIL nazionale
Comunità Carlo del Prete
Giovani Comunisti – Milano
Rete 25 aprile- partigiani in ogni quartiere
Assolei Sportello donna Onlus – Roma
XM24 – Bologna
Associazione Mosaico Interculturale
Associazione Senegalese "SUNUGAL" – Venezia
Casa di Mattoni – Fermo
Un ponte per…
Attac Perugia
Cascina Autogestita Torchiera Senz’Acqua
Associazione Famigliari e Amici di Fausto e Iaio
Assemblea Permanente NO F-35
Circolo Prc Francesco Vella – Palermo
Circolo Migranti "Amal"- Prc Genova
ANPI – Cassano d’Adda
Partito d’Alternativa Comunista
Vag 61 – Bologna
Collettivo La Rosa Bianca – Rozzano
Associazione Fulbè – Bergamo
SOKOS - Associazione per l’assistenza a emarginati e immigrati – Bologna
Collettivo femminista figlie femmine – Bologna
Consultoria Autogestita – Bologna
Comitato antifascista della zona 8 di Milano
Coordinamento stranieri – Vicenza
Altra Città Lista Civica di Donne Bologna
Comitato Intercomunale per la Pace del Magentino
Emergency
Rete Scuole Senza Permesso – Milano
Scuola d’italiano per stranieri – Baobab
Rivista "Guerre&Pace"
Coordinamento Diversi Uguali – Arezzo
Sinistra Critica – Verona
Associazione Cittadini senza Confini - Certaldo (FI)
ANPI – Catania
Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza per il Comunismo Milano
PIAM ONLUS - Progetto Integrazione Accoglienza Migranti – Asti
Proletaria comunicazione militante
Gruppo Migranti della Seconda Casa di Reclusione Milano-Bollate
Associazione Culturale "L’Officina del Futuro" - Lodi
Coordinamento Vittime della Globalizzazione – Lodi
Centro Occupato Autogestito T28 – via dei Transiti 28 Milano
Collettivo "Prendiamo la Parola" – Milano
ANPI – Treviso
Comitato No Expo – Milano
Associazione Casa della Sinistra Zona 4 – Milano
Associazione Xenia – Bologna
Altragricoltura
Gruppo Prometeo, Facoltà di medicina e chirurgia – Bologna
Retescuole.net
Associazione "Intorno al Cerchio" – Bologna
RSU ASP. E. Brignole
Collettivo studentesco ‘Aca Toro – Mantova
Lilliput Studenti Indipendenti – Associazione Studentesca Università Bocconi
ANPI sezione Gallaratese, Trenno, Lampugnano "A. Poletti e caduti di Trenno" - Milano
ANPI sezione "Quarto Oggiaro" - Milano
ANPI sezione "Codè Montagnani Marelli" - Milano
ANPI sezione Vialba, Musocco "A. Capettini" – Milano
ANPI sezione Barona - Milano
Associazione Zastava – Brescia per la Solidarietà Internazionale Onlus
Rete Antifa Nord Ovest Milano
Partito Comunista dei Lavoratori
Centro Open Mind GLBT – Catania
G.A.S. (Gruppo di Acquisto Solidale) TAPALLARA – Catania
Associazione Altro diritto, Centro di documentazione su carcere marginalità e devianza - Firenze
Associazione Apertamente – Biella
Iniziativa Femminista Europea (IFE)
Leoncavallo Spazio Pubblico Autogestito
Partito umanista – Prato
Collettivo Vagabondi di Pace
Network antagonista torinese, Csoa Askatasuna, Csa Murazzi
Un’Altra Bassano – lista comunale di sinistra di Bassano del Grappa
Coordinamento Migranti FIOM Piemonte
Lavoratori migranti FIOM Mantova
Ashiwa – Quarto
Comunità Burkinabè di Quarto BA-YIRI
Socialpress
FabioNews
Statunitensi contro la guerra – Firenze
Coordinamento nazionale dell'associazione Italia-Nicaragua
Centro Studi "Anna Seghers"
SISA - Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente
CDO - Stella Rossa Rugby Milano
Lista Aperta Candelo Democratica - Candelo (BI)
Nuovi partigiani della pace sezione Giorgio Caralli – Biella
Partito Umanista Milano
Slai Cobas per il sindacato di classe – Milano
Donne in Nero Milano

ADESIONI INDIVIDUALI
Roberto Vassallo – RSU FIOM – Almaviva finance – Milano
Antonello Tiddia - RSU Carbosulcis rete 28 aprile CGIL
Guerrino Donegà – Resp. Dipartimento Politiche Sociali e Immigrazione CGIL - LECCO
Vincenza Perilli – Bologna
Silvio Messinetti (Avvocato)
Davide Colace – Cosenza
Sandra Cangemi (Giornalista) – Milano
Antonio Fusaro
Alessio Tenaglia
Maddalena Celano
Bruno Ambrosi
Chiara Dall’Asta
Alma Masè – Trieste
Simona Valmori
Issa Diallo – Verona
Thiam Mbaye NIANG – Venezia
Luciano Muhlbauer – Consigliere regionale della Lombardia, Prc
Umberto Bardella
Stefano G.Ingala (Responsabile cittadini Immigrati PRC Biella)
Marco Sansoé - Laboratorio sociale "la città di sotto", Biella
Riccardo Casolo (medico)
Cristina Liverani - Sindacalista CGIL E.R.
Igor Gianoncelli - segretario FILLEA CGIL Sondrio
Massimiliano Piacentini – Lucca
Annamaria Rivera (antropologa e attivista antirazzista)
Giovanni Ozino Caligaris (Candidato per Candelo Democratica Lista Aperta)
Eugenio Viceconte - Roma
Annalisa Frisina (ricercatrice sociologia, Università di Padova)
Carlo Olivieri (medico umanista)
Devi Sacchetto (ricercatore, Università di Padova)
Francesca Vianello (ricercatrice, Università di Padova)
Giorgia Morera
Susanna Magistretti
Anna Viola
Catia Bianchi
Marco Fabio Fachini - Responsabile Ufficio Immigrazione CGIL Sondrio
Franco Cilenti – direttore Periodico "Lavoro e Salute" Torino
Franco Fortunato (architetto, Biella)
Marina Pensa – Segretaria CGIL Sondrio
Casadra Cristea – Bologna
Daniele Barbieri (giornalista, Imola)
Claudia Mantovan (Dipartimento di Sociologia Università di Padova)
Leonardo Angelini (psicologo – psicoterapeuta, Reggio Emilia)
Maura Zai – Candelo
Rosanna Pignata (candidata per Candelo Democratica lista aperta)
Fabio Surace
Luciana Spagnoli - Ufficio Migranti CGIL di Monza e Brianza
Luca Mandreoli - Ufficio Migranti CGIL di Monza e Brianza
Donatella Rizzo – Segretaria CGIL FP Liguria
Franco Pezzolo – Segretario CGIL FP Genova
Sonia Gobbi
Giuseppe Mosconi (Università di Padova)
Lucia Re (Ricercatore in Filosofia del diritto, Università degli studi di Firenze)
Emilio Santoro (Dipartimento di Teoria e Storia del Diritto, Università di Firenze)
Laura Davì
Renato Sassi (ingegnere)
Piero Maestri (Consigliere Provinciale di Milano Sinistra Critica)
Giuseppe Campesi (Università di Firenze)
Mariagrazia Dell’Oro
Max Hirzel (Associazione Apertamente – Biella)
Alvise Sbraccia (Università di Bologna)
Anita Pignataro (Insegnante in pensione – Este, Padova)
Giovanni Raneri (School of Arts, Histories and Cultures, University of Manchester)
Danilo Zolo (Docente di filosofia del diritto e del diritto internazionale – Università di Firenze)
Nicolò Bellanca (Dipartimento di scienze economiche, Università di Firenze)
Meriam Rattin (Insegnante – Asmara, Eritrea)
Ferruccio Gambino (Professore associato, Università di Padova)
Fulcro Valtellini
John Gilbert (Presidente Direttivo Toscano FLC-CGIL)
Fabrizio Casavola (Redazione di Mahalla)
Alberto Zola (Assessore a Cooperazione, Partecipazione e Pace,
Trasporti, Turismo, Università - Biella)
Caterina Di Francesco - Curtatone (MN)
Massimo De Giuli – Milano
Andrea Favario – Biella
Massimiliano Tomba (Università di Padova)
Marinella Sanvito
Martina Brighenti
Maddalena Antonini (Segreteria CGIL F.P. di Trieste)
Alessandro Heller (CGIL-FP del Comune di Trieste)

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Di Fabrizio (del 22/05/2009 @ 09:10:48, in musica e parole, visitato 1758 volte)

Dopo "Lela pala tute", Madonna ci riprova nel tour 2009 con "Doli Doli", che sarà in tour con il Trio Kolpakov

 (cliccare QUI se il video non si vede bene)

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Di Fabrizio (del 22/05/2009 @ 09:22:21, in musica e parole, visitato 2125 volte)

Un progetto "sponsorizzato" da UPRE ROMA è una scuola di teatro. Il testo che segue è di Dijana Pavlovic

UPRE ROMA, in italiano ALZATEVI ROM, come dice il nome stesso, è un occasione per i Rom e per i Sinti di alzare la testa raccontando se stessi, la propria cultura e la propria realtà senza tabù, i propri valori e i disagi di un inserimento sociale mancato, ma anche le proprie chiusure e la propria divisione in due, tra il loro mondo di esclusione e il mondo dei gage, al quale partecipano soltanto attraverso la televisione, e molto spesso attraverso il peggio che la televisione può offrire alla società. Per questo la modalità scelta è proprio quella teatrale, che assomiglia al luccichio e al meccanismo delle trasmissioni televisive e avvicina il sogno dei giovani, non solo rom, di essere protagonisti di "Amici" di Maria De Filippi, ma allo stesso tempo non propone quel mondo, ma un mondo sincero di sentimenti veri e profondi, ed è una vera occasione di espressione artistica. Quella espressione artistica che è necessaria per poter dialogare tra culture diverse, conoscersi non solo attraverso dati, cronaca nera e luoghi comuni, ma scambiare una parte della propria esperienza e della propria anima – capirsi. Il teatro può diventare la messa in scena dei propri vissuti, all'interno di un gruppo, con il supporto di alcuni principi di presenza scenica derivati dall'arte dell'attore e rendere armonico il rapporto tra corpo, voce, mente nella relazione con l'altro, gli altri, sé stesso e la propria creatività interpretativa.

A tutto questo si aggiunge un valore simbolico: quello di ritornare alle proprie origini e la cultura dello spettacolo viaggiante, dei circhi e di arte di strada, per poi fare uno salto di qualità e trasformarlo in un potente mezzo di comunicazione.

Oltre che promuovere la cultura rom, con questo progetto si vuole realizzare uno strumento di comunicazione e di dialogo, dare uno spazio e la possibilità di esprimersi ai giovani rom, e infine riuscire a creare una compagnia teatrale con vita autonoma in grado di offrire anche i mezzi di sostegno per chi vi partecipa. Per questo sono previste paghe e rimborsi spese per i frequentatori del corso, come motivazione per arrivare alla fine del progetto e per legare una passione a una prospettiva di una possibile vita professionale.

Il progetto consiste in tre parti:

* la selezione di adolescenti e giovani a partire da 14 anni attraverso un provino davanti a una commissione, tenendo presenti quattro discipline: canto, ballo, musica e recitazione. Si intende selezionare al massimo otto persone tra ballerini, cantanti, musicisti e attori.

* il corso di recitazione, canto, ballo e musica. Si prevede una durata di 40 ore distribuite in un mese, nelle quali i frequentatori del corso insieme agli esperti di teatroterapia (Alessandro Pecini) insegnanti professionisti della Scuola Civica Paolo Grassi (Tatiana Olear e Ambra D'Amico) affronteranno con il metodo dell'improvvisazione teatrale le proprie esperienze di vita e i temi fondamentali della propria cultura. Per gli allievi musicisti sono previsti interventi di musicisti rom (come Jovica Jovic) e non rom (come Maurizio Dehò), finalizzati all'arrangiamento della musica tradizionale e/o alla composizione di nuovi brani e testi che successivamente verranno usati nello spettacolo. Per i ballerini è previsto l'intervento di coreografi.

* preparazione e prove per uno spettacolo teatrale e il debutto. Un periodo di 20 giornate lavorative nelle quale si mette insieme il lavoro svolto nella fase precedente con la regia di Dijana Pavlovic.

Costi del progetto:

I fase: non ha costi

II fase:
Rimborso spese viaggi allievi: € 800 (€100 a attore)
Paghe allievi: € 800 (€100 a attore)
Insegnanti gettone presenza: € 2.000 (40 ore di insegnamento)
Eventuale affitto spazio: € 2.000
--------------
€ 5.600

III fase:
Paghe attori spettacolo: € 2.400 (€300 a attore)
Costi regia e assistente regia: € 4.000
Scenografia, costumi, luci, tecnico luci: € 6.000
Spazio prove (teatro): € 3.000
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€ 15.400

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Di Fabrizio (del 22/05/2009 @ 09:49:13, in casa, visitato 1719 volte)

Il Messaggero.it

ROMA (21 maggio) - È stato arrestato dagli agenti della polizia municipale lo zingaro Sinti, di origine italiana, Pietro Setrow, di 38 anni, che stamani, nel tentativo di opporsi alla demolizione della villa abusiva in costruzione a Fontana Candida e di proprietà della sua famiglia, ha minacciato di suicidarsi.

Per bloccare l'uomo dal portare a termine gesti estremi, uno degli agenti diretti dal comandante Antonio Di Maggio, è rimasto ferito. L'uomo dovrà rispondere di aggressione e lesioni a pubblico ufficiale.

«Hanno colpito noi perché siamo zingari. Qui tutti hanno costruito in modo abusivo, tutti hanno pagato qualcuno, anche chi oggi è qui ad abbattere la nostra casa, anche i vigili urbani, perché non vedesse. Non abbiamo più pagato e ci hanno colpiti». È lo sfogo di uno dei componenti la numerosa famiglia di sinti italiani. La villa abbattuta avrebbe dovuto «ospitare una trentina di persone del clan». Gli zingari hanno spiegato di avere comprato il terreno in quella zona «perchè ci avevano detto che si poteva costruire abusivamente e, infatti, tutti sono abusivi».

La villa di circa 300 metri quadrati e del valore di circa 900 mila euro, era già stata sequestrata tre volte. L'edificio era stato poi dissequestrato per l'abbattimento alcuni giorni fa dal pm Assunta Cocomello della procura di Roma.

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Di Fabrizio (del 23/05/2009 @ 09:21:05, in Europa, visitato 1573 volte)

Da Roma_Francais

Gli "Zigani" ritrovano pezzi di memoria Swissinfo.ch par Isabelle Eichenberger

Passaporto svizzero di Thedo ed Anna B. annullato nel 1931 e mai rinnovato (Archivi federali svizzeri)

La Svizzera non è mai stata tenera con la "sua" gens du voyage e s'è superata durante la II Guerra per liquidare il problema degli Zigani che scappavano dallo sterminio nazista. Un libro infine chiarisce questa zona d'ombra della politica dei rifugiati.

Primo caso illustrato: l'attuale presidente dell'associazione yéniche di Svizzera, Robert Huber, è stato internato nel penitenziario di Bellechasse a 17 anni, in mezzo ai criminali, giusto perché faceva parte di questa minoranza di "asociali".

Secondo caso: Anton Reinhard, giovane Sinto tedesco rifugiato in Svizzera, espulso nel 1944 verso la Germania, dove fu ucciso nel 1945.

"Perseguitati già sotto l'Ancien Régime, gli Yénich e gli altri "Zigani" hanno sofferto molto nel XX secolo. Con l'arrivo del nazismo, la discriminazione s'è mutata in persecuzione". Thomas Huonker è uno dei migliori specialisti della gens du voyage in questo paese.

Assieme a Regula Ludi, ha scritto "Roms, Sintis et Yéniches – La 'politique tsigane' suisse à l'époque du national-socialisme", per la Commissione indipendente di esperti "Svizzera - II Guerra mondiale" (CIE).

Alla  pubblicazione del rapporto finale nel 2002, la CIE aveva rinunciato a tradurre i suoi studi in francese ed italiano. Ora è cosa fatta grazie alle Edizioni Pace Deux.

Fonti rare

Le pubblicazioni su questa popolazione sono rare come le fonti ufficiali, perché gli "Zigani" hanno una tradizione orale ed erano registrati solamente sui registri della polizia (che sono segreti). Questo statuto giuridico particolare fa sì che gli storici lavorano soprattutto con le testimonianze. Inoltre, le famiglie spesso sono state separate e le tradizioni familiari perdute. Bisogna quindi rendere omaggio alla pazienza dei due storici.

A differenza dei Rom e dei Sinti di origine indiana, gli Yénich sono una minoranza autoctona dalla notte dei tempi e si stima che il 10% sia ancora nomade. "Sono cittadini svizzeri dal 1851, ma sono rimasti una sospetta" spiega Thomas Huonker. E poi "dal 1926 c'è stata quell'azione Enfants de la Route de Pro Juventute per neutralizzare gli Yénich e sterilizzarli, separare le famiglie ed affidare i bambini a famiglie o case d'accoglienza".

Thomas Huonker, storico e specialista degli Yénich (swissinfo)

"Razze straniere"

Quanto ai Sinti e ai Rom, sono stati ugualmente sospetti ed indesiderabili. "Sono stati sistematicamente cacciati dalla Svizzera, tranne tra il 1848 e il 1888," prosegue lo storico. "Dal 1906, la frontiera per loro si è chiusa e non avevano il diritto di viaggiare in treno. Le autorità non volevano questo gruppo culturale nel paese. Questa terribile tradizione è durata sino al 1972 e non si è interrotta neanche durante l'Olocausto."

Questa gente è stata assimilata alle "razze straniere" della dottrina ariana dei nazisti. Le autorità svizzere erano informate delle persecuzioni, ma non hanno lo stesso accordato l'asilo alla gens du voyage. Hanno continuato ad espellerle e sterilizzarle.

"Erano sottoposti ad una procedura di registrazione," prosegue Thomas Huonker. "Gli uomini erano internati per mesi nei penitenziari (a Witzwil, Bellechasse, ecc.) o in clinica psichiatrica e la loro famiglia nelle case dell'Armée du Salut o della Caritas. Li si riuniva solo per espellerli."

Un'antica maledizione

Perché questo accanimento? Per Thomas Huonker, è il problema classico delle minoranze, un'antica maledizione, come quella degli ebrei o degli indigeni nei paesi colonizzati. "Una volta rinchiusi nello stereotipo della minoranza senza voce, è molto difficile uscirne perché i pregiudizi persistono, la maggioranza insiste nel trattarli da stranieri." Questi meccanismi sociologici perseguitano la gens du voyage.

Le cose hanno cominciato a cambiare negli anni '70, dopo la denuncia dello scandalo di Enfants de la route. Ma è occorso tempo. Solo nel 1987 il presidente della Confederazione, Alfons Egli, ha presentato scuse ufficiali alla gens du voyage. Adesso resta loro da ritrovare il loro passato sparpagliato ai quattro venti.

"Gli Yénich hanno domandato ricerche ufficiali dal 1975. Si sono dovuti attendere vent'anni perché cominciassero. In effetti ci sono state resistenze ad aprire gli archivi, soprattutto da parte della Pro Juventute, delle polizie cantonali e delle istituzioni psichiatriche", racconta lo storico.

Lo yénich è stato riconosciuto come una lingua nazionale ma, politicamente, questa minoranza è assente dal paesaggio. "Provano a fare parlare di loro per difendere la loro perpetua ricerca di terreni d'accampamento (vedi QUI ndr), ma non sono rappresentati nelle istanze politiche, come gli Uranais o gli Appenzellois. Ce ne sono uno o due nei Grigioni che hanno responsabilità comunali, ma si definiscono come grisoni, non come yéniche", spiega ancora Thomas Huonker.

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Di Fabrizio (del 23/05/2009 @ 09:44:23, in musica e parole, visitato 2031 volte)

"Che tu possa essere sano e fortunato" è il saluto che sinti, rom, gitani si scambiano ad ogni incontro. Ed è lo stesso saluto che ha aperto, alla facoltà di lettere di Palermo, la presentazione di "Yek dui trin..Rou(t)e", il libro che raccoglie racconti, esperienze e progetti con il popolo Rom di Palermo. Cinque anni di incontri, di timori superati, di battaglie,o difficili da racchiudere in 130 pagine. Sfogliandole però si entra in uno spaccato di vita e si varca la soglia del pregiudizio e del luogo comune per entrare nella cruda esistenza di una comunità che giorno dopo giorno prova a difendere identità e radici e cerca una cittadinanza negata nonostante 20 e più anni di residenza. "Venite a dormire nel nostro campo per due o tre giorni per conoscerci" è l’invito provocatorio di Hasan Salihi, musicista rom kossovaro, rappresentante della comunità di Palermo. "Trovereste tante sorprese ma vi imbattereste anche con i nostri nemici: i topi, le fogne a cielo aperto, l’assenza totale di servizi".

La parola residente, cittadino suona strana e sembra quasi il tradimento di quella che comunemente è considerata la vocazione di questo popolo:il nomadismo. "Anche questo è un pregiudizio duro a morire" spiega Alexian Santino Spinelli, docente di cultura rumena all’università di Chieti, poeta e musicista rom( in foto). "In realtà il popolo romanì è una nazione senza territorio, ma in Italia ben il 70% dei rom vi risiede stabilmente". Il professore fa un excursus storico delle vicende del suo popolo e racconta la fuga dall’India, le persecuzioni sotto il nazismo, il loro sterminio sotto l’indifferenza di tutti. "Quale è stata la nostra arma di difesa? Una mano tesa che chiede insistentemente. Chiede l’elemosina per sopravvivere, ma chiede anche una sicurezza, domanda una patria e una dignità negata". Le parole cadono come macigni nell’aula magna di lettere, dove alcuni operatori sociali denunciano l’assenza delle istituzioni e l’utilizzo improprio delle risorse che la comunità europea ogni anno destina ai campi nomadi. "Solo per Roma vengono assegnati due milioni di euro ogni anno: ho chiesto case per la mia gente e anche per i romani, ma nessuna risposta è mai arrivata, ci si disperde in mille progetti che non risolvono i nostri problemi". "In realtà manca il coraggio di passare da una società multietnica ad una comunità interculturale dove i rom non sono mediatori, ma rappresentanti di un popolo e protagonisti del loro presente", conclude Nazzareno Guarnieri, rom abruzzese, presidente della Federazione italiana rom e sinti. A Palermo in questi cinque anni si è molto investito in questa direzione, dai tornei sportivi, ai laboratori di conoscenza, alla lotta alla dispersione scolastica, ma molto resta da fare per sollevare questo velo che inevitabilmente separa la città dal campo.

Manca il coraggio di mettersi in cammino al fianco di questo popolo e forse la presentazione di questo libro prova a tracciare un sentiero comune percorribile da tutti: rom e palermitani insieme, provando ad essere per una volta tutti "figli del vento", come cantava De Andrè.

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Di Fabrizio (del 24/05/2009 @ 09:14:02, in Italia, visitato 1626 volte)

Dal blog del circolo Pasolini di Pavia

Lunedì 25 maggio 2009 ore 11.30 presso il Naga in via Zamenhof 7a

"Ordinanza storica del TAR di Milano sui sinti italiani di Gambolò: accolto il ricorso presentato dal Naga e sospeso lo sgombero coattivo. Le differenze sono una ricchezza culturale da tutelare, non da tollerare."

Intervengono:
Pietro Massarotto avvocato e presidente del Naga
Franco Ovara Bianchi cittadino italiano di origine sinti, residente in Gambolò

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Di Fabrizio (del 24/05/2009 @ 09:47:14, in scuola, visitato 1824 volte)

Data di pubblicazione dell'appello: 14.05.2009

"Cosa significa per te scuola speciale?" "Scuola speciale è la scuola zingara."
(Bambina rom di 12 anni, allieva della scuola elementare speciale di Pavlovce nad Uhom)

Ogni bambino ha diritto all'istruzione senza discriminazione. In Slovacchia, un gran numero di bambini rom vede negato questo diritto.

La maggior parte è obbligata a frequentare "scuole speciali" o classi per bambini con disabilità mentali, o viene segregata in scuole o classi ordinarie per soli rom, dove studiano un programma ridotto in un isolamento virtuale dagli altri alunni. Studi indipendenti stimano che circa l'80% dei bambini che frequentano le scuole speciali della Slovacchia sono rom.

Le scuole speciali destinate a bambini con disabilità mentali forniscono ai bambini rom programmi di qualità inferiore e ridotti. Esiste uno scarto di quattro anni tra i programmi delle scuole primarie speciali e ordinarie, ciò significa che i bambini di dieci anni nelle scuole primarie speciali apprendono un'alfabetizzazione di base.

"Nella settima classe della scuola speciale ho imparato le stesse cose che avevo imparato nella scuola ordinaria"
(Ragazzo rom di 14 anni, che si è scoperto essere collocato erroneamente in una scuola speciale).

Una scuola speciale di Pavlovce nad Uhom è una delle scuole segregate di fatto in Slovacchia dove il 99,5 % dei circa 190 alunni sono bambini rom. Secondo una ricerca di Amnesty International, questa non è un'eccezione. L'Organizzazione teme che il modo in cui sono condotti gli accertamenti e i criteri utilizzati per collocare un bambino in una scuola speciale possano equivalere a una discriminazione, poiché, di fatto, non tengono conto delle differenze culturali e linguistiche.

Amnesty International ritiene che in Slovacchia migliaia di bambini rom siano collocati erroneamente in scuole speciali o segregati in scuole per soli rom.

Il fallimento del governo slovacco nel fornire un'istruzione adeguata a tutti i bambini rom compromette il loro futuro nel campo dell'istruzione e nelle prospettive lavorative e aumenta la marginalizzazione e la povertà delle persone di etnia rom.
Amnesty International sollecita il governo slovacco a porre fine alla discriminazione razziale nell'istruzione e ad affrontare le gravi violazioni del diritto all'istruzione per i bambini rom.

 Guarda il video sui bambini rom in Slovacchia (in inglese)

Firma subito l'appello

Dušan Čaplovič
Deputy Prime Minister for Human Rights and Minorities
Sekcia ľudských práv a menšín, Úrad vlády Slovenskej republiky
Nám. slobody 1
813 70 Bratislava
Slovakia
Fax: +421 2 52 491 647
Email:
podpredseda@vlada.gov.sk 

Egregio Vice primo ministro,

Le scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione circa l'alto numero di bambini di etnia rom segregati in scuole e classi speciali in Slovacchia.

Secondo la nuova Legge sulla scuola, la discriminazione nell'istruzione, particolarmente la segregazione, è illegale. Tuttavia, nessuna misura è stata ancora presa per assicurare che questa proibizione sia attuata nella pratica. La esortiamo, quindi, a rivedere il mandato del Centro nazionale slovacco per i diritti umani al fine di assicurare che si conformi agli standard degli altri organismi sui diritti umani che monitorano la legge anti-discriminazione e la sua attuazione. Il Centro dovrebbe avere l'autorità avviare indagini proprie, di indagare sulle denunce individuali e raccomandare soluzioni; di monitorare e sanzionare la segregazione.

La sollecitiamo, inoltre, a raccogliere in modo sistematico i dati, disaggregati in base al genere e all'etnia, importanti per poter monitorare la portata della segregazione e riuscire ad eliminarla.

Inoltre, La esortiamo a definire la categoria degli studenti di provenienza da ambienti socialmente svantaggiati, termine comunemente usato per i bambini rom, in modo che si possano distinguere dagli studenti con disabilità mentali. Nessun bambino senza una reale disabilità mentale provata dovrà mai più essere collocato in una scuola speciale.

Le ricordiamo, infine, che la scuola elementare speciale nella cittadina di Pavlovce nad Uhom resta una scuola segregata per soli rom; molti bambini di etnia rom vi sono stati collocati erroneamente e si vedono negare un'istruzione di qualità. Siamo a conoscenza del fatto che questo caso è giunto all'attenzione del governo slovacco, la sollecitiamo, dunque, a cogliere questa opportunità e ad assicurare che il nuovo anno scolastico metta fine all'istruzione segregata per i bambini rom di Pavlovce nad Uhom.

La ringraziamo per l'attenzione.

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Di Fabrizio (del 24/05/2009 @ 09:47:54, in Italia, visitato 2555 volte)

Ricevo da Watching the Sky Group

COMUNICATO STAMPA - Gruppo EveryOne: "I dati che diffonde sono immaginari e rientrano in una vergognosa propaganda. Siamo costernati di fronte alle esternazioni xenofobe del Pd milanese, basate su vili pregiudizi nei confronti di una minoranza tutelata nell'Unione europea. Presenteremo un esposto alla Procura per istigazione all'odio razziale".

Milano, 22 maggio 2009. La sezione milanese del Partito Democratico, in controtendenza rispetto alla sinistra europea, scaglia un attacco contro i Rom a Milano, giudicando le azioni di polizia e le innumerevoli espulsioni attuate durante la giunta Moratti come "una politica per la sicurezza inesistente".

"Il sindaco, dopo la visita di Maroni," afferma la consigliera del PD Carmela Rozza, "ha sostenuto che i Rom a Milano, sarebbero scesi da 5.000 a 3.500 in un anno. Non è vero, perché sono ancora più di 5.000". Ma al Pd non basta contestare i numeri. "Violando le Direttive europee e la stessa Carta dei diritti fondamentali nell'Ue," spiegano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, leader del Gruppo EveryOne, " gli esponenti del Pd milanesi, per bocca del loro capogruppo Pierfrancesco Majorino, sollevano ancora riguardo ai Rom un'emergenza sicurezza che è solo una vile strumentalizzazione politica. I Rom a Milano sono meno di 2.500 e sono in continuo calo. I dati forniti dal sindaco sono molto più vicini alla realtà. Il Pd dovrebbe protestare contro le azioni poliziesche simili a pogrom, che colpiscono a un ritmo quotidiano famiglie innocenti, mettendole in mezzo alla strada e causando una morìa di esseri umani, soprattutto fra i bambini, donne incinte, malati". In effetti, visitando gli insediamenti autorizzati e quelli cosiddetti "abusivi", si fa fatica a raggiungere le 1.500/2.000 unità. "Ma non è tutto, " prosegue EveryOne, "perché almeno mille fra i Rom che sopravvivono a Milano circondati da odio razziale, violenza e abbandono, vorrebbero rientrare in patria, ma non hanno il denaro per rinnovare i documenti e pagarsi il biglietto. Abbiamo chiesto personalmente, durante incontri faccia a faccia, all'onorevole Gianfranco Fini, Presidente della Camera, e all'onorevole Alfredo Mantovano, sottosegretario del ministro dell'Interno, di stanziare fondi per rendere possibili i rimpatri volontari. A Milano, bastavano 150 mila euro. Li hanno negati, ma ne hanno stanziati 10 milioni per mettere in sicurezza i campi-ghetto e sgomberare brutalmente e senza alternative sociali gli insediamenti ancora esistenti". I dati sulla presenza dei Rom sul territorio milanese derivano da un attento e preciso monitoraggio, confermato nel corso delle visite che il Gruppo EveryOne ha condotto recentemente a Milano, accompagnando due delegazioni di studiosi, politici e attivisti con il massimo grado di competenza sulla cultura e la vita del popolo Rom nell'Unione europea: da Viktoria Mohacsi a Istvan Fenyvesi, da Katalin Barsony alle rappresentanze dell'OSI, dell'ERRC e del Coordinamento Sa Phrala. Il Gruppo EveryOne ha inviato una lettera di protesta ai vertici del Pd italiano e del Pse contro le dichiarazioni degli esponenti del Pd milanese, improntate alla calunnia etnica e all'istigazione all'odio razziale. Contemporaneamente, hanno presentato un esposto presso la Procura della Repubblica di Milano prefigurando gli estremi degli stessi gravi reati contro l'umanità.

Gruppo EveryOne
roberto.malini@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com
www.annesdoor.com
331 3585406

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Di Fabrizio (del 25/05/2009 @ 09:10:16, in Europa, visitato 1610 volte)

Da Nordic_Roma

Helsingin Sanomat First published in print 16.5.2009  Il sindaco Pajunen vuole una nuova legge per proibire l'accattonaggio By Jussi Pajunen (sindaco di Helsinki)
Un libro di Kimmo Oksanen pone il fenomeno nel contesto europeo

Un nuovo libro del giornalista Kimmo Oksanen, Kerjäläisten valtakunta – Totuus kerjäävistä romaneista... ja muita valheita (Il Regno dei Mendicanti - la Verità dei Rom Mendicanti e Altre Bugie) è un libro di mio gradimento.

Non è una proclamazione. Non contiene alcuna singola verità.

Pone un fenomeno che esiste di fronte ai nostri occhi nel quadro europeo di riferimento. E, soprattutto, racconta dei Rom che mendicano, che sono tra noi. Sta al lettore tirare le conclusioni. Il testo si divide in due parti: Finlandia ed estero.

Per me, gli eventi ad Helsinki ed in Finlandia sono riportati circa nella stessa maniera che ho sperimentato nel mio ruolo di Sindaco di Helsinki.

Gli eventi partono dall'inizio del 2007, quando Romania e Bulgaria diventano membri della UE. Un gruppo di Rom mendicanti dalla Romania ha fatto sbarco ad Helsinki.

Nelle nostre strade siamo costretti a testimoniare ad un fenomeno estero. Qualcosa che è familiare a chi ha viaggiato, ma nel contempo è strano vederlo sui nostri marciapiedi.

Molti sentono che è un affronto alla società del welfare che noi apprezziamo così tanto. "Qui nessuno deve mendicare."

Oksanen da una faccia ai mendicanti Rom. Sono persone proprio come noi. Persone che hanno sviluppato il loro proprio modello per sopravvivere nei secoli. Mendicare è la loro professione. Mendicare non è illegale in Finlandia.

Non tutti i Rom sono mendicanti. La maggior parte di loro sono cittadini ordinari che soffrono povertà e discriminazione.

Questo appare nella parte del libro che riguarda la Romania. Ci sono anche gruppi di Rom che commettono crimini.

Secondo Oksanen, non ci sono segni di una più vasta invasione di crimine Rom. In altri paesi europei è norma.

Una parte interessante del libro riguarda un paragone tra le nostre azioni e la realtà di certi paesi europei. Si stima che ci siano circa 200 mendicanti Rom in Finlandia. In Italia, le stime parlano di 70.000 Rom dalla sola Romania.

Paura e fenomeni razzisti contro gli immigrati scuotono le fondamenta della democrazia in quel paese. Qui in Finlandia, e ad Helsinki, siamo molto lontani [da quei fenomeni].

I mendicanti nelle nostre strade sono una parte minima rispetto all'Italia. Fortunatamente per noi.

Il libro dettaglia la storia dei mendicanti nelle nostre strade. Da una parte, la storia della gente che mendica e dall'altra, le reazioni ufficiali a questo fenomeno.

I diversi dipartimenti della Città di Helsinki sono perciò in una posizione chiave. Posso dire di provare un tiepido senso di orgoglio che molti incaricati cittadini hanno reagito prontamente alla forte crescita della popolazione migrante nella nostra città.

E' una buona idea di essere proattivi. Così agendo, possiamo essere preparati a confrontarci con un aumento dei crimini. D'altra parte, tenere la questione in forte considerazione può avere un effetto diretto nel prevenire l'aumento ulteriore del fenomeno dell'accattonaggio.

Oksanen descrive le reazioni dei vari gruppi ai mendicanti che arrivano nel nostro paese. Da molti quartieri inaspettati arrivano resistenze.

Il fatto che loro stessi non vogliano avvalersi dei nostri servizi di welfare, per molti è duro da capire.

Ho smesso di pensare quanto del nostro modello di welfare si è inavvertitamente mutato dall'essere un benefattore ad essere sistema chiuso.

Kimmo Oksanen offre una vasta considerazione nel suo libro alla domanda su come aiutare i Rom nel loro paese. E' facile concordare col suo pensiero. Il Consiglio Cittadino di Helsinki recentemente ha approvato la strategia per l'attuale termine elettorale, richiedendo la progettazione di una responsabilità globale della città.

Il mio personale punto di vista sull'accattonaggio per strada è chiaro. Non voglio che questo tipo di professione si radichi qui. Non è parte della nostra cultura.

Sarebbe bene se l'accattonaggio fosse contro la legge. Sfortunatamente non abbiamo cercato e testato le ordinanze cittadine a nostra disposizione . Sarebbero uno strumento più flessibile. "Non si può mendicare o sollecitare".

Ma... ogni mendicante Rom deve avere lo stesso valore di ogni altro essere umano. Potrebbe essere uno di noi. Ognuno di noi potrebbe essere uno di loro.

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