Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
Di Fabrizio (del 14/03/2009 @ 09:36:20, in Italia, visitato 1859 volte)
Appuntamento il 17 marzo 2009:
La Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM) attraverso i Gruppi
Immigrazione e Salute (GrIS), in collaborazione con Medici Senza Frontiere,
Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione, Osservatorio Italiano sulla
Salute Globale, organizza una giornata di protesta e mobilitazione contro il
disegno di legge sulla sicurezza in discussione alla Camera dei Deputati che
prevede la cancellazione del divieto di segnalazione per gli immigrati senza
permesso di soggiorno che si rivolgono alle strutture sanitarie per curarsi.
Con i contenuti dell'appello già presentato in occasione della discussione
dell'emendamento in Senato "Divieto di segnalazione: siamo operatori della
salute, non siamo spie", si vuole spiegare ancora una volta l'assoluta
insensatezza di tale provvedimento in termini di sanità pubblica, di economia
sanitaria, di sicurezza e di valori etici e deontologici.
Eventi in progress (12 marzo)
Roma: presidio a Piazza San Marco (Piazza Venezia)ore 9.00, conferenza
stampa ore 12 Ospedale San Camillo (GrIS Lazio, Regione Lazio, MSF, ASGI,
INMP, AMSI ed altri)
Milano: fiaccolata 18,30 via festa del perdono (GrIS Lombardia ed altri)
Bergamo: (GrIS Lombardia ed altri)
Bolzano: (GrIS Alto Adige ed altri)
Palermo: presidio 9-19 in Piazza Politeama (GrIS Sicilia, associazioni
di immigrati ed altri)
Ragusa: (GrIS Sicilia ed altri)
Siracusa:(GrIS Sicilia ed altri)
Catania: (GrIS Sicilia ed altri)
Bologna: fiaccolata (SoKos, GrIS Emilia Romagna ed altri)
Cesena: conferenza stampa (GrIS Emilia Romagna, OMCeO Cesena e Forlì,
Caritas, AVIS ed altri)
Reggio Emilia: conferenza stampa (GrIS Emilia Romagna ed altri)
Ferrara: conferenza stampa (GrIS Emilia Romagna ed altri)
Udine: presidio informativo presso il distretto sanitario + interventi
nelle radio locali (GrIS Friuli Venezia Giulia)
Trieste: presidio + intervento RAI regionale (GrIS Friuli Venezia
Giulia)
Gorizia-Monfalcone: presidi informativi (GrIS Friuli Venezia Giulia)
Torino: conferenza stampa (GrIS Piemonte, OMCeO ed altri)
Roberto è un ragazzo in gamba, ha studiato, una laurea, lavora.
Sa parlare, e racconta la sua vita e quella della sua gente:
Lavoro in un super mercato, quando hanno proposto al mio principale un
progetto per l'inserimento al lavoro dei Rom ed io lo caldeggiavo, lui mi fa: -
Roberto ma io mica posso far lavorare degli zingari -
Gli ho risposto tu non lo sai, non te l'ho mai detto, ma anche io sono Rom
esattamente come loro.
Roberto vive in quel non luogo che è il campo di Castel Romano, ha raccontato
con passione, ad un seminario organizzato alla Camera dalla UIL e dalla CGIL di
come Castel Romano, che pure è il modello che la giunta Veltroni prima e quella
Alemanno oggi hanno proposto, sia per i giovani un luogo che crea e favorisce
l'emarginazione.
E' un ragazzo in gamba Roberto, cortese, intelligente, appassionato ... perché
non sono persone come lui a dare voce al popolo Rom?
Chi ha interesse a non dar la parola a giovani così?
Di Fabrizio (del 14/03/2009 @ 09:38:15, in Italia, visitato 1772 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
DIBATTITO PUBBLICO "E prima di tutto vennero a prendere gli zingari…"
Serata dedicata all’approfondimento e alla discussione delle tematiche inerenti
la delinquenza minorile, con particolare riferimento ai nomadi e alla
popolazione romanì.
16 MARZO 2009
ORE 20,30
Villaggio Leumann - Sala delle Tessitrici
Corso Francia 269
Collegno (TO)
Programma della serata
Benvenuto dell’Associazione Costanza
Intervengono: Silvana Accossato -
Sindaco della Città di Collegno Antonio Pappalardo -
Direttore del Centro di Giustizia Minorile Piemonte,
Valle D’Aosta e Liguria Fabrizio Imeriani -
Presidente della Cooperativa Sociale San Donato Simona Branca -
Mediatrice culturale che opera nei servizi rivolti alla popolazione rom dei
Comuni di Beinasco, Orbassano e Rivalta
Video “Strada della Berlia” a cura di Sara Gardoncini
Credo che sia molto importante, in periodi come questo, approfondire le
tematiche proposte dall’Associazione Costanza. A questo riguardo è doveroso un
riconoscimento all’attenzione posta dalla Direzione del Centro di Giustizia
Minorile per l’attuazione di progetti di inclusione e reinserimento sociale dei
minori Rom:
La serata ci dà l’occasione di riflettere in modo condiviso sia sulle criticità
che sulle potenzialità di integrazione dei nuclei Rom sui nostri territori,
oltre che la possibilità di un approfondimento di tipo socio-culturale sulla
storia e sull’identità di un etnia poco conosciuta.
Un giudizio non basato ancora su stereotipi o sul sentito dire, può quindi
stimolare progetti ed attivare sinergie con il volontariato, oltre che
sensibilizzare ad un approfondimento attento di tematiche così difficili da
affrontare.
Silvana Accossato -
Sindaco Città di Collegno
Negli ultimi anni in Italia si è parlato diffusamente di rom. La popolazione
romani è una delle etnie da più tempo presenti in Italia, eppure la loro
integrazione sul nostro territorio è ancora argomento di stretta attualità.
Nell’immaginario collettivo atti criminosi e rom sono diventati un binomio
comune.
I fatti di cronaca, spesso enfatizzati dai quotidiani, evidenziano sempre più
spesso le dinamiche criminose. Diventa necessario quindi analizzare la
questione, alla ricerca di soluzioni che portino ad un vero processo
d’integrazione della comunità rom all’interno della società italiana
Associazione Costanza
“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti,
e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare”.
Di Fabrizio (del 14/03/2009 @ 09:45:44, in Europa, visitato 1567 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Rebecca Covaciu a Latcho Divano, il Festival Internazionale della Cultura
Rom
Rebecca Covaciu (vedi
ndr), la giovanissima artista Rom la cui storia ha commosso il mondo (a
parte l'Italia, che continua a negarle i diritti di bambina e di essere umano),
sarà al centro di un importante Festival internazionale di cultura Rom: Latcho
Divano, a Marsiglia dal 1° all'11 aprile 2009. "Caro Roberto Malini," scrive
Laurène Blanc di Latcho Divano a Roberto Malini, fondatore del Gruppo Watching
The Sky di cui Rebecca fa parte, "stiamo lavorando alla mostra I TOPI E LE
STELLE di Rebecca, che abbiamo fortemente voluto per il nostro Festival. La
vernice avrà luogo lunedì 6 aprile alle 16.30 presso il Badaboum Théâtre. La
compagnia del Badaboum Théâtre, che conta su un pubblico giovane è ben
conosciuta nella regione di Marsiglia ed è all'origine del progetto Latcho
Divano. Avremo un pubblico di ragazzi, famiglie e amanti della cultura Rom". Il
Festival rappresenta, come il Giorno Internazionale del Popolo Rom, l'8 aprile,
un momento di orgoglio e di celebrazione di un'origine comune, contro ogni forma
di discriminazione e razzismo. L'arte di Rebecca è il simbolo indimenticabile di
una gente che manifesta ogni giorno coraggio e fiducia nel futuro, nonostante i
tempi bui in cui vive, tempi in cui persino l'infanzia - se appartiene all'etnia
Rom - è violata ogni giorno dal razzismo e dalla barbarie di autorità che hanno
abbandonato il diritto e i valori civili. I disegni della geniale ragazzina
nascono dalla povertà della baracche e prendono ispirazione dalla persecuzione
sistematica che le Istituzioni e i media italiani conducono contro i Rom, ma
anche dalla straordinaria capacità del suo popolo di sopportare il martirio e
restare unito, senza perdere la fede in un mondo senza più intolleranza. Fra i
partner del Festival, anche il Gruppo EveryOne e il Gruppo Watching The Sky.
Di Fabrizio (del 14/03/2009 @ 12:45:23, in Italia, visitato 1495 volte)
Un comunicato dell’Associazione Razzismo Stop
Noi dell’Associazione Razzismo Stop di Venezia parteciperemo all’happening
antirazzista proposto per il 16 marzo davanti al Municipio di Mestre,
condividendone appieno i principi e gli obiettivi.
Al di là della specifica questione del villaggio per la comunità dei sinti di
Venezia, infatti, il Partito della Lega Nord strumentalizza quotidianamente le
legittime ansie e l’insicurezza dei cittadini di questo paese per promuovere
campagne razziste ed esacerbare il clima già pesante che si respira nelle nostre
città. Il fatto di proporre un referendum sui diritti di una minoranza etnica
rientra perfettamente nella linea politica di chi sta erodendo, giorno dopo
giorno, le libertà di tutti gli individui smantellando dapprima i diritti
fondamentali, su cui si basa anche la Costituzione italiana, di chi viene
costantemente criminalizzato solo in ragione della sua provenienza e della sua
nazionalità. Delegittimare e sottrarre spazi a chi ha fondato il proprio potere
politico sull’incitazione al razzismo e all’odio, arrivando anche a proporre che
i figli dei migranti irregolari non possano essere riconosciuti dai propri
genitori, o che i medici si facciano delatori nei confronti di esseri umani cui
invece hanno il diritto e il dovere di fornire cure, è un atto di democrazia e
di difesa della civiltà in un paese che si dimostra ogni giorno più spaventato e
ripiegato su se stesso.
Per questa ragione invitiamo anche tutti i cittadini e tutte le cittadine di
Venezia che hanno a cuore la difesa della democrazia e del principio di
uguaglianza, a partecipare il 16 marzo ad un’importante giornata di
contestazione di queste logiche allarmiste e securitarie che delocalizzano le
ansie di tutti per coprire la mancanza di reali alternative politiche a questo
momento di crisi generalizzata. Invitiamo la cittadinanza a non lasciarsi
spaventare dalle campagne della Lega, a riprendere parola e a riaffermare,
ciascuno con i propri modi, la nostra dignità di uomini e di donne che sognano
di poter vivere in un paese più giusto, in cui solo la convivenza civile e la
tutela dei diritti di tutti possono veramente restituire sicurezza e felicità.
Approvata la relazione dell’ungherese Kovacs (Pse) che chiede di evitare
lo sgombero dei campi, puntare invece sull’edilizia sociale, favorire il
microcredito, assumere i rom nel ''mercato sociale''
ROMA – No alla "pratica discriminatoria" dello sgombero degli occupanti dei
campi rom e sì invece a progetti concreti di "edilizia sociale", per fare in
modo che la "già drammatica situazione" della minoranza rom non peggiori
ulteriormente. E’ la posizione espressa dal Parlamento europeo che invita anche
gli Stati membri a considerare il rischio che "l’adozione di eccessive misure
nei confronti delle comunità rom finisca per comprometterne le opportunità di
integrazione". L’assemblea di Strasburgo ha approvato oggi la relazione
presentata dalla deputata ungherese Magda Kosane Kovacs (Pse) nella quale si
chiede una "strategia coordinata per l'inclusione dei rom nell'Ue", in modo
particolare per ciò che riguarda alloggi, istruzione, assistenza sanitaria e
lavoro. Il testo votato invita i governi a eliminare nei media l'odio razziale e
l'istigazione alla violenza e a promuovere la creazione di posti di lavoro, la
formazione e l'imprenditorialità, con vantaggi fiscali per chi assume lavoratori
rom e una speciale attenzione riservata all'istruzione dei bambini e
all'emancipazione delle donne. E i nuovi posti di lavoro adatti ai disoccupati
rom potrebbero essere proprio quelli del cosiddetto "mercato sociale", cioè la
sanità, l’assistenza domiciliare, la ristorazione pubblica e i servizi di
custodia dei bambini. Una vera rivoluzione, insomma, con il passaggio dal rom
percepito come ruba-bambini al rom baby-sitter.
Nello specifico, secondo l’Europarlamento per risolvere i problemi sociali ed
economici della più grande minoranza dell'Unione europea serve un "approccio
organico" e una "soluzione coordinata e a lungo termine" su casa, scuola, sanità
e lavoro. Gli Stati membri sono invitati a "migliorare la partecipazione dei rom
alle elezioni, sia come votanti che come candidati" e a riconoscere agli stessi
"pari diritti sociali e politici". Sul versante del lavoro viene messa in
risalto "la stigmatizzazione dei rom", ulteriormente aggravatasi col tempo e si
indica la reintegrazione dei rom come un obiettivo di politica sociale per il
quale è necessario "creare anche posizioni di mercato sovvenzionate": in altri
termini secondo gli eurodeputati "i sussidi volti ad aiutare i disoccupati di
lunga durata ad inserirsi nel mondo del lavoro non violano il principio della
neutralità concorrenziale", anche se in ogni caso "sovvenzionare la creazione di
posti sul mercato del lavoro per reintegrare i rom è preferibile all'erogazione
di sussidi ai disoccupati strutturali". Dal Parlamento anche l’auspicio che gli
Stati membri si adoperino per un rafforzamento della formazione professionale,
per l’aumento dei lavoratori rom nelle pubbliche amministrazioni, per facilitare
il ricorso al microcredito e per sostenere le arti e mestieri tradizionali dei
rom, che potrebbero "contribuire a preservare le specificità di questa comunità
e migliorarne le condizioni materiali e il livello di integrazione sociale".
Quanto poi ai posti di lavoro nel mercato sociale (assistenti domiciliari,
personale sanitario, badanti e baby-sitter) i deputati sottolineano che
l’occupazione dei rom in questi settori "è auspicabile soltanto in un contesto
di accettazione sociale".
Attenzione anche al mondo della comunicazione: il parlamento invita gli stati
a prendere opportuni provvedimenti "per eliminare l'odio razziale e
l'istigazione alla discriminazione e alla violenza contro i rom nei mass media e
in ogni forma di tecnologia della comunicazione" e chiede di ideare e attuare
progetti volti a combattere gli stereotipi negativi contro i rom a tutti i
livelli. La conservazione della lingua, della cultura e delle attività
tradizionale è indicata come un "valore europeo", anche se viene rifiutata la
definizione di "nazione europea senza Stato".
Di Fabrizio (del 15/03/2009 @ 09:03:55, in Europa, visitato 1555 volte)
Mi scrive Silvana Calvo dal Canton Ticino
[...] Non ho sentito né letto la notizia riguardante l'aggressione ai rom nel
canton Ginevra (QUI
ndr).
Vedrò se riesco a sapere qualcosa in più. Sarà difficile per via istituzionale
perché qui in Svizzera i Cantoni sono compartimenti stagni: ognuno è un'unità a
sé ed è poco permeabile verso gli altri cantoni. Ma in un modo o in un altro
cercherò di indagare un po'.
Invece c'è un fatto incresciosissimo capitato qui nel canton Ticino. La notte
tra il 5 e 6 di marzo qualcuno ha sparato dall'autostrada verso un accampamento
rom che sostava (con regolari permessi) sul posteggio della piscina pubblica di
Mendrisio. Ti metto alcuni link per informazione:
Si tratta di un fatto molto grave. Un colpo è penetrato in una roulotte e si
è conficcato molto vicino (taluni dicono nel materazzo, ma non ho conferma) al
letto dove dormivano dei bambini.
Da parte delle istituzioni vi è stata l'espressione di viva preoccupazione e
di condanna da parte del Presidente della Commissione Cantonale Nomadi, Ermete
Gauro.
Purtroppo più che indignazione qui si cerca di buttare la colpa sui rom stessi.
Prendendo lo spunto di un episodio nel quale due donne rom hanno spillato 40'000
franchi (ca. 28'000 euro) a una casalinga per farsi togliere il malocchio, molti
cercano di giustificare l'accaduto. Più che chiedere che i responsabili vengano
puniti si auspica che il cantone non conceda più ai nomadi sostare sul
territorio se non addirittura di non farli transitare. Ti metto qui una pagina
del Mattino della Domenica (della Lega dei Ticinesi) con rispettivo blog. C'è da
rabbrividire.
In Catalogna ci sono rinomati spettacoli di danza conosciuti come "i Gitani",
danze Zingare. Dovevano avere il compito di celebrare l'arrivo della primavera
danzando con vestiti molto colorati. A causa dell'obbligo cattolico di tenere 40
giorni di penitenza dopo il Carnevale, gli spettacoli possono essersi spostati
indietro nel periodo di Carnevale. Si sa che i Rom arrivarono in Spagna nel
1425. Chi rappresenta oggi questo tipo di danze sono gruppo folcloristici
chiamati "Esbart" in catalano. A quanto ne so, i Rom non sono soliti a far parte
di questi gruppi.
(il resto del messaggio è in catalano, spero di averlo tradotto
giusto... o quasi, ndr)
Proprio come indica il proprio nome, qualche tribù di vagabondi gitani
dovrebbe aver introdotto questa danza nella nostra terra, nella regione del Vallès.
Nel ballo antico, quello tradizionale, tutto dimostra la sua origine: il
vestiario, le forme d'interpretazione, la celebrazione delle ballate ed il
carattere allegro e fantasioso che li circonda, ben differente dalla seriosa
solennità che presiede la maggior parte delle danze catalane. Anche se è
palpabile al discendenza gitana, la nostra gente accettò di ballarlo,
convertendolo in folklore e, come sempre, è il popolo che decide cosa
incorporare nel proprio repertorio perché segua ad essere popolare. Nel corso
del tempo, sarà lo stesso popolo a dargli forme ben differenti fino a riformarlo
notevolmente, sino ad arrivare a "i Gitani" che conosciamo attualmente.
"I Gitani" non è considerato propriamente come un ballo, ma come uno
spettacolo tradizionale che si celebra annualmente nel periodo di Carnevale, in
differenti posti del
Vallès.
Secondo quanto ha detto l'8 marzo Ivica Dacic, Ministro degli Interni, il
governo serbo intende passare entro la fine di aprile una legge
anti-discriminazione a lungo discussa. Il decreto della legge è una delle
condizione per l'ingresso della Serbia nella cosiddetta lista bianca di
Schengen, che permetterà ai cittadini serbi di viaggiare senza visto nei paesi
membri UE.
Il giornale Blic ha riportato il 10 marzo che, escludendo qualsiasi "cambio
sostanziale" al testo, il comitato Per una Serbia Europea era pronto ad
appoggiare la legge. Tuttavia, ha anche riportato che il governo non la
manderà al Parlamento prima che la Chiesa Ortodossa abbia dibattuto le parti
controverse della legge nel suo Sinodo del 10 marzo.
Il governo ha adottato la bozza di legge alla fine del mese scorso, ma i
rappresentanti delle "tradizionali" Ortodossa, Romana Cattolica, Islamica,
Evangelica e altre fedi hanno obiettato sull'articolo 18, che garantisce libertà
di conversione religiosa, e sull'articolo 21, che proibisce la discriminazione
basata sull'orientamento sessuale. Il governo ha quindi portato la legge
all'esame del Parlamento.
Le OnG hanno definito antidemocratico l'intervento religioso nella
legislazione.
"Mi chiedo se dovrò chiedere ad ogni differente chiesa la loro opinione, ogni
volta che una legge sta per essere adottata," ha protestato Rasim Ljajic,
Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali. Ha anche notato che nessuno gli
ha notificato di una teleconferenza governativa in cui si è deciso di porre la
legge alla considerazione del parlamento.
Secondo il suo ministero, il gruppo che soffre maggiormente la
discriminazione in Serbia sono i Rom, con l'ineguaglianza che riguarda anche
donne e disabili.
La discriminazione contro i Rom è la più frequente dato che una gran porzione
di quella popolazione manca di documenti d'identità. I Rom non possono
esercitare il loro diritto all'istruzione e non hanno accesso all'assicurazione
sanitaria o agli assegni previdenziali.
La bozza di legge definisce i casi generali e speciali di discriminazione ed
immagina la creazione di una rappresentanza per la protezione dell'uguaglianza,
i cui membri potranno essere contattati nel caso si sperimentassero
discriminazioni. La rappresentanza potrebbe anche inviare un ammonimento o
lanciare procedimenti giudiziari contro i presunti colpevoli.
A causa del momento critico economico, la rappresentanza non inizierà i
lavori prima dell'inizio del 2010. Sino ad allora, se la legge entrerà in
vigore, i membri pubblici potranno lanciare da sé i procedimenti giudiziari.
La legge dovrebbe diffidare dalla discriminazione sulle basi della
nazionalità, religione ed età, come pure sulle basi delle differenze sessuali.
Le multe per gli atti di discriminazione, a seconda che il colpevole sia
recidivo, varieranno dai 53 ai 1.056 euro. La Serbia è l'unico paese in Europa
ancora senza una legge sull'eguaglianza di genere.
Milano 14 marzo 2009: una gradita segnalazione di Ivana K
Roman
Dijana Pavlovic - Rom Cabaret, frammenti serata "Rom e Sinti: suoni e parole
in movimento" - per cambiare musica! - Auditorio San Fedele, via Hoepli 3,
Milano alla fisarmonica il maestro Jovica Jovic
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