Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Buongiorno,
mi chiamo Simona e lavoro per una compagnia teatrale di Como, TEATROGRUPPO
POPOLARE, presente da anni sul territorio della provincia con proposte legate a
temi di interesse sociale e culturale: la compagnia nasce come associazione, con
l'obiettivo di promuovere una cultura di pace e rispetto delle diversità,
valorizzando l'incontro con l'altro attraverso una relazione mediata dal
linguaggio teatrale.
Tanti sono gli interrogativi che stimolano la nostra ricerca, tante le
perplessità che dialogano con la nostra "artistica" razionalità nel quotidiano
lavoro di messa in scena della vita che ci circonda e delle storie che la
animano.
Vi scrivo per sottoporre alla Vs. attenzione uno spettacolo teatrale che ci
accompagna da qualche anno, ma che - drammaticamente - rimane attuale e
significativo giorno dopo giorno.
Il titolo dello spettacolo è "La
farfala sucullo" (premio "Teatro e Shoà" 2007): ambientato in un
campo di concentramento, vede il protagonista zingaro raccontare la propria
vicenda di reclusione personale affiancato da un musicista (cantante del gruppo
Sulutumana -
www.sulutumana.net) e il suono di una fisarmonica. Lo spettacolo non
richiede particolari strutture o spazi dedicati e si presta a essere messo in
scena anche presso istituti scolastici.
E' una rappresentazione molto suggestiva, che nell'alternarsi di parole e
musiche riesce a trovare un canale comunicativo coinvolgente e partecipato: una
proposta culturale che possa offrire conoscenza e quindi muovere le coscienze,
perché il razzismo nasce in maggior luogo là dove si ignora.
In
allegato la scheda tecnica.
Per approfondimenti e curiosità, invito a visionare il sito nel quale trovare
informazioni sugli spettacoli (ci sono anche alcuni stralci video dello
spettacolo in questione), oltre che la storia e i riferimenti dettagliati sulla
compagnia.
Vi ringrazio per l'attenzione e rimango in attesa di un gentile riscontro
Simona Sabia
www.teatrogruppopopolare.it
334.2207596
Da
Mundo_Gitano
Uno dei gruppi meno conosciuti del nostro paese sono i gitani. Sappiamo di
loro, li abbiamo visti, ma non sappiamo quando arrivarono in Perù né come
vivono, né quali sono i loro costumi. Carlos Pardo-Figueroa laureato alla PCUP e
docente alle Università Ricardo Palma e di Ceprepuc, ha realizzato un'inchiesta
interessante che unisce documentari ed etnografia.
Per conoscere meglio la storia dei gitani in Perù, ripropongo l'intervista
che fece "Punto Edu" alcuni giorni addietro.
Plaza
San Martín (Lima, anni 60)
Qual'è la storia dei gitani in Perù? Ce lo racconta questo ricercatore
dell'Istituto Riva-Aguero e membro della
Gypsy Lore Society, istituzione
internazionale di studi gitani.
A partire di 1951, l'Istituto Riva-Aguero della nostra Università, offre tre
borse di studio per la ricerca, a membri ordinari della suo istituto. Nel 2007,
tra i beneficiari c'era Carlos Pardo-Figueroa Thays, per il suo progetto sui
gitani nel nostro paese. Iniziò a lavorare nel gennaio 2008, raccogliendo
informazioni orali tramite interviste e attingendo ad archivi giornalistici.
Poi, dopo l'elaborazione dei dati di carattere etnografico, sintetizzò i suoi
risultati in un "essai"il quale fu completato con del materiale audiovisivo di
matrimoni, feste d'addio al celibato, il quale rifletteva le tradizioni dei
gitani in Perù.
L'inchiesta si è conclusa nel novembre scorso e si spera di farne un libro.
Quali sono gli obiettivi di questa indagine?
Abbiamo due obiettivi principali. Il primo, storico è di approfondire la
conoscenza di questa etnia così poco conosciuta nel nostro paese: come
arrivarono, si stabilirono e divennero peruviani. Poi, ho proposto
un'inquadratura di carattere etnografico e antropologico: descrivere alcuni
elementi fondamentali della cultura dei gitani (matrimonio, religione, cibi,
musica, parentado). Per questo ho proposto che dei due assistenti di ricerca
concessi dall'IRA, uno sia di storia (Gabriella Adianzén) e l'altro di
antropologia (Maria Elena Gushiken) ambedue provenienti dall'Università.
Da dove proviene questo interesse per i gitani?
Mi sono preoccupato di studiare le
minoranze etniche in Perù, che si inseriscano
in una tendenza storiografica che esiste a partire degli anni ottanta. Ci sono
molte pubblicazioni sui cinesi, giapponesi, italiani, tedeschi... ma c'è stato
poco interesse verso i gitani. A questo si somma un fatto circostanziale: nelle
carte che mia madre conservava in casa, ho trovato un ritaglio di giornale il
quale parlava dell'esistenza di un progetto del 1952, il quale mirava
all'espulsione dei gitani del Perù. Questo destò la mia curiosità. Sarà anche un
terzo elemento, il fatto che vivo nel distretto di La Victoria, nel quale si
concentrano i pochi gitani che si trovano attualmente a Lima.
foto: Parco dell'Esposizione, vicino al Teatro La Cabana – Lima anni 50
Se vogliamo prendere caratteristiche dai gruppi che lei ha menzionato, come si
può definire un gitano?
C'è una miscela enorme di culture dietro ai Gitani, però ci sono dei fili
conduttori. Io li definisco come un'unione di gruppi etnici i quali condividono
alcuni elementi, come abitudini migratorie, lingua o il fatto di essere
organizzati in una società patrilineare, cioè che si organizzano in funzione
dell'autorità maschile. Un quarto elemento è un'intensa endogamia, legata a una
sorte di orgoglio razziale. Loro ci tengono a sposarsi tra di loro, appartenenti
allo stesso gruppo e così a mantenere la consapevolezza del proprio lignaggio e
preservarlo.
Si possono definire come una nazione, un gruppo etnico transnazionale e
multinazionale, perché nei loro spostamenti hanno raccolto le caratteristiche
dei luoghi che li hanno accolti. Prevale anche l'immagine del gitano esoterico,
incluso quella dell'imbroglione. Molte di queste descrizioni provengono dalla
letteratura spagnola. Quando domandiamo loro cosa pensano di quello che si dice
di loro, dicono che a volta "i giusti pagano per i peccatori". Sono consapevoli
di vivere in zone marginali e dello stile di vita che conducono, però bisogna
essere cauti nel generalizzare.
Così come scrivevano i giornali del secolo scorso, le donne gitane erano
impegnate principalmente nella divinazione. Sono ancora , nella maggior parte
dei gruppi, dedite all'esoterismo, questa è l'immagine più diffusa che ne
abbiamo.
A quali conclusioni è arrivato?
Che nel paese ci sono una diversità di gruppi gitani, e che la maggior parte di
loro appartiene al gruppo Rom, dell'Europa dell'est. Riguardo alla storia, ci
sono documenti che indicano che potrebbero essere arrivati nel XVI secolo,
perché poi, ci furono delle normative che cercavano di evitare che continuassero
a venire, a causa dell'immagine negativa che davano, e che veniva rafforzata
dalla letteratura, oltre che per le accuse, come furti e imbrogli. In quanto
all'aspetto etnografico, hanno una serie di particolarità, ma tuttavia almeno
dall'inizio del XX secolo, fanno parte della società peruviana e sono totalmente
integrati. Con questo non significa che abbiano perso le loro tradizioni; così
come non possiamo dubitare che sono gitani, tanto meno possiamo dubitare che
sono peruviani.
Da
Bulgarian_Roma
Carissimi,
Il 30 dicembre scorso una Romnì bulgara è stata rapita a Rotterdam.
La ragazza è scomparsa il 30.12.2010. L'ultima volta è stata vista a
Slinge, Rotterdam. Se avete notizie, prego contattate 0031624986313 o chiamate
immediatamente la polizia nel vostro paese. Si chiama Monika Tanova, ha 25 anni,
è alta 1,65, lunghi capelli neri/castano scuri ed occhi marroni.
Ulteriori informazioni ai seguenti link:
Breve video in lingua olandese, con sottotitoli in bulgaro:
Grazie in anticipo per l'aiuto e la collaborazione.
Roberto Marinov - rob_marinov@yahoo.com
Domenica 6 marzo dalle 12.00 alle 13.00 - Piazza degli Zingari (zona Monti),
Roma
Per ricordarli a un mese dalla scomparsa, nell’incendio dell’insediamento in cui
abitavano.
La sera di domenica 6 febbraio perdevano la vita nell’incendio che ha bruciato
la loro abitazione Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia, quattro bambini rom che
vivevano a Roma con la propria famiglia, alloggiati in un riparo di fortuna in
un accampamento nei pressi della Via Appia.
...Per non dimenticarli, e per ricordare tutte le persone che hanno perso la
vita in questi anni negli accampamenti in cui molte comunità rom e sinte in
Italia sono costrette ad abitare, la Sezione Italiana di Amnesty International,
la Fondazione Migrantes, l’Associazione 21 Luglio e Popica invitano tutti a
portare un fiore bianco a Piazza degli Zingari, luogo che testimonia i secoli di
storia comune che uniscono la città di Roma alle comunità rom e sinte.
Se non potrete essere presenti fisicamente, vi chiediamo di manifestare la
vostra vicinanza facendo recapitare dei fiori bianchi tra le 12.00 e le 13.00
tramite un servizio di consegna fiori a domicilio oppure contattando i fioristi
della zona: http://bit.ly/fioristi_monti
Per spedire i fiori utilizzate i seguenti dati:
NOME E COGNOME: Fabio Ciconte (incaricato di Amnesty International)
INDIRIZZO: Piazza degli Zingari
LOCALITA': Roma
RECAPITO TELEFONICO: 3287284402
CAP: 00184
PAESE: Italia
ORARIO: mattina (tra le 12 e le 13)
Per informazioni: ufficiostampa@21luglio.com
- L'appuntamento su
Facebook
Segnalazione di Susanna Calti
Terra generatrice di vita, terra in cartapesta che contiene vita in varie
forme, e testi su pergamena in lingua romanes, rumena, serbo-croata e italiana,
realizzata dal gruppo di lavoro dei bambini di origine culturale rom residenti
all’interno del Villaggio Attrezzato di via di Salone a Roma, insieme alle
educatrici della Cooperativa Ermes Gessima Besson e Serena Stazi. BELLO!
La più giovane, una ragazzina, sgranocchia un pezzo di focaccia:
Sono arrivati alle 7 di mattina. Ti lasciano sotto la pioggia. Dovevo
scaldare il latte per mio figlio di 4 mesi e non potevo, perché avevano tolto
l'elettricità. Ma intanto davano da mangiare ai cuccioli di cane. "Che carini!"
dicevano.
La più anziana è come un fiume in piena. Ci conosciamo da oltre 20
anni; i miei figli e i suoi nipoti sono praticamente cresciuti assieme. Mi
investe con frammenti di frase, ripetendomi cose che io e lei sappiamo a
memoria.
Mi hanno portato via la mia casetta. Capisco se fosse stata rubata, ma
l'avevo pagata tutta coi miei soldi.
Ho 62 anni, sono italiana e non rubo. Quando io e mio marito avevamo un
negozio, ci siamo dissanguati con le tasse, e siamo finiti qui.
Mi hanno messo per strada solo perché sono una zingara. Mi cacciano e non ho
più dove andare.
Mi hanno detto vai via, e poi mi hanno chiesto "Dove dormirai stanotte?".
"Sotto quell'albero," ho risposto,.
Ma ti rendi conto? Sono cardiopatica, ho il pace-maker e mi hanno dovuto
mettere nell'ambulanza perché stavo male, e la dottoressa mi ripeteva che dovevo
andare via. Ma con che cuore?? Io ho forse cacciato di casa quella dottoressa?
Se avessi rubato, non sarei qui. Ma se fossi stata una ladra o una
extracomunitaria, avrei avuto un aiuto.
Vorrei avere un mitra qua tra le mani. Farei una strage, credimi, ho perso
ogni speranza.
I miei vestiti, sono nella casa che mi hanno sequestrato, ed io sono qui...
Eppure questo campo l'ho fatto anch'io, sono andata in piazza assieme a tutti
quando chiedevamo acqua e luce. Guardami in che condizione sono...
E poi ricomincia, arrabbiandosi con me, con i politici, con i
giornalisti. Deve sfogarsi, sa che nessuno vuole ascoltarla.
Io, forse ho fatto troppa abitudine a ragionare, mediare, spiegare. Ma
poi torno a casa con la stessa rabbia di questa gente e mi stanco di dover
essere sempre diplomatico. Non servirà a nulla, ma uno sgombero sono
persone, beni, affetti, sicurezze, che ogni volta sono messi in discussione.
Ecco cosa state leggendo.
Segnalazione di Isabella Bianchi
Buongiorno a tutti
per il giorno Mercoledi 23 Marzo alla Pizzeria "La tegliata" è prevista una cena
di autofinanziamento per far sterilizzare la canina molossoide del campo nomadi
di Livorno che ha partorito i 12 cuccioli..(forse qualcuno di voi conosce la
storia, in alternativa si trova pubblicata anche sulla home di Ginevra Dini che
se ne sta amorevolmente prendendo cura).
La cifra da raccogliere si aggira alle 200 euro e se si riuscisse a superare la
somma i soldi raccolti serviranno alla sterilizzazione di gatte randagie delle
colonie di Livorno.
"La Tegliata " si trova in via della Campana 17 poco dopo il Germoglio ed il
menu comprende:
-antipasto con torta di ceci
-pizza a scelta
-Fanta o Cocacola o acqua
-piccolo dolce
-caffè
Euro 15,00
Nel totale è gia compresa una piccola somma per la causa.
Partecipate numerosi e coinvolgete amici!!!!!!!!!
Si prega di confermare in
bacheca la partecipazione alla pizzata dato che dovrò prenotare, per coloro
che non possono partecipare ma che desiderano contribuire ugualmente è possibile
lasciare la propria quota direttamente alla pizzeria o in alternativa al
veterinario (Dott.Riccardo Lazzeri, via Filippo Venuti 3)
Grazie!
Da
Roma_Daily_News
Sunday's Zaman By MUHLİS KAÇAR
Strasburgo, 27/03/2011 - La potenziale candidatura di una persona di origine rom
nel partito di governo in Turchia alle prossime elezioni nazionali, ha avuto eco
attraverso il Congresso dei Poteri Locali e Regionali durante l'incontro di
questa settimana al Consiglio d'Europa.
Un funzionario dell'ufficio della rappresentanza speciale del segretario
generale per le questioni rom al Consiglio d'Europa, ha definito
l'iniziativa un grande passo avanti per affrontare i problemi che i Rom
vivono in Turchia come anche in Europa in condizioni sfavorevoli.
L'invito del Partito Giustizia e Sviluppo (AKP) ad un famoso interprete rom
turco a partecipare alle prossime elezioni a deputato per il nuovo Parlamento,
ha ricevuto un caloroso benvenuto da Eleni Tsetsekou,
del gruppo di supporto della rappresentanza speciale del segretario generale per
le questioni rom al Consiglio d'Europa, durante un'intervista esclusiva con Sunday’s Zaman
Strasburgo, dove si teneva la 20a sessione del Congresso dei Poteri
Locali e Regionali.
Tsetsekou ha detto che ciò è significativo per l'iniziativa rom in Turchia.
Ha detto che era presente anche quando il Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan
ha presentato le iniziative del suo governo per i Rom, di fronte ad oltre 16.000
Rom l'anno scorso. L'incontro pubblico ha avuto luogo ad Istanbul il 14 marzo
2010, dando speranza agli stimati 2 milioni di Rom che vivono in Turchia.
A ulteriore supporto di tali iniziative, il primo ministro ha invitato un
importante artista di origine rom, ampliamente conosciuto col soprannome di "Balik"
(Pesce) Ayhan,
Ayhan Küçükboyacı, nelle liste dell'AKP per le prossime elezioni generali
di giugno. Parlando di questa preliminare candidatura,
Küçükboyacı ha datola sua disponibilità e ringraziato il primo ministro per
l'invito ed anche per mantenere la sua promessa sulle iniziative rom. Parlando
alla stampa della sua candidatura, ha detto che i problemi dei Rom sono tanti e
che questa iniziativa sarebbe per loro una grande sicurezza.
Uno degli argomenti trattati durante la 20a sessione a Strasburgo
questa settimana, c'è stata la situazione dei Rom in Europa, che è stata
discussa con la partecipazione di
Jeroen Schokkenbroek, segretario generale della rappresentativa speciale per le
questioni rom al Consiglio d'Europa. Nel suo discorso Schokkenbroek ha portato
l'attenzione sui significativi problemi che le comunità rom affrontano nella
maggior parte d'Europa nell'accesso all'assistenza sanitaria ed all'impiego,
condizioni abitative sotto la norma, segregazione ed istruzione di scarsa
qualità per i bambini rom, sgomberi forzati ed atti di ostilità, violenza e
discorsi d'odio, compresi politici a livello nazionale e locale. Inoltre, ha
ribadito che l'universalità dei diritti umani, inclusi quelli sociali ed il
divieto di discriminazione, rimane spesso una teoria che non si applica ai Rom.
Ha fatto anche il punto sull'attuale crisi economica nel senso che rischia di
aggravare seriamente la situazione.
Tsetsekou ha definito l'invito del primo ministro ad una persona di origine
rom per un seggio al Parlamento come un grande passo. Ha anche condiviso le sue
osservazioni sui Rom di Turchia con Sunday’s Zaman, dicendo che la comunità è
molto attaccata allo stato turco. Ha detto: "Vogliono essere chiamati prima
Turchi e poi Rom. Questo dimostra che la loro cultura è riconosciuta dai
Turchi."
Ha anche portato le questioni dei Rom in Turchia nel passato. ricordando le
difficoltà in materia di comunicazione con le autorità. Ha detto che ora nel
governo ci sono persone disposte ad ascoltare e pronte ad intervenire quando
vengono chiamate, aggiungendo che simili iniziative devono ora essere puntellate
da passi concreti in termine di fornire alloggi adeguati, istruzione, assistenza
sanitaria ed impiego.
Secondo statistiche non ufficiali, ci sono trai 15 ed i 20 milioni di Rom in
Europa. E' abbastanza difficile avere numeri accurati, considerando il modo in
cui i Rom vivono fuori dalla società maggioritaria. Uno dei dibattiti durante la
20a sessione del Congresso dei Poteri Locali e Regionali a Strasburgo
riguardava come raggiungere i Rom a livello locale e regionale, dato che sono
quelle autorità che sono in prima linea nel servizio alle persone. La fornitura
di alloggi dignitosi, istruzione, sanità e sevizi per l'impiego sono esempi di
ciò che le autorità regionali e locali dovrebbero assicurare ai segmenti
vulnerabili della società.
In Turchia si stima ci siano circa 2 milioni di Rom, secondo "Reaching the Romanlar;
un rapporto sugli studi di fattibilità che -mappa- le comunità rom ad Istanbul",
uno studio condotto dal Network Studi Romanì Internazionale (IRSN) e
sponsorizzato dal British Council turco. Vivono soprattutto ad Istanbul ed Adana,
ma i Rom in Turchia sono sparsi in tutto il paese. Tsetsekou dice che ci sono
quasi 80 associazioni Rom in Turchia e che questo pone dei problemi in termine
di mantenimento del coordinamento tra di loro.
Aggiunge che l'integrazione positiva dei Rom in Turchia potrebbe anche
costituire un esempio per altri paesi europei interessati dalla loro presenza, e
che si dovrebbero organizzare più incontri per condividere queste buone
pratiche.
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