Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 04/10/2006 @ 10:45:07, in Europa, visitato 2050 volte)
1/10/2006- Un ultra-nazionalista i cui seguaci intonano slogan come
"trasformiamo gli zingari in sapone" è emerso come il secondo candidato per
popolarità alle elezioni presidenziali in Bulgaria. Anche se Volen Siderov,
leader del partito Ataka, non è favorito alle elezioni di questo mese, i
sondaggi suggeriscono che avrebbe abbastanza voti da sfidare il favorito Georgi
Parvanov, in un secondo turno elettorale. Il suo seguito ha allarmato Bruxelles
per il prossimo ingresso della Bulgaria nell'Unione Europea. Durante un raduno
nella città di Dobrich, Siderov, che è un ammiratore di Jean-Marie Le Pen -
leader del Fronte Nazionale francese, ha infiammato i suoi supporters che
intonavano il suo nome inframmezzato ad aggressivi slogan retorici contro le
minoranze. "La Bulgaria ai Bulgari" è diventata la parola d'ordine del suo
partito, che alle elezioni dell'anno scorso ha ottenuto l'8%. I partiti delle
minoranze, soprattutto quelli che rappresentano le etnie turca e rom, sono
particolarmente preoccupati. Siderov ha colpito l'opinione popolare con le
accuse di criminalità a circa 600.000 Rom. "Basta col terrore zingaro!" ha
urlato in TV. Katinka Barysch, del Centro per la Riforma Europea, afferma che il
populismo sta capitalizzando le disillusioni sull'ingresso in Europa.
"Ovviamente ci sono quanti che non ottengono vantaggi immediati, così spuntano
demagoghi che dicono il falso sugli zingari e altre cose simili". Siderov, 50
anni ed ex giornalista, è imputato dal tribunale per discriminazione etnica e
sessuale. Non ha nemmeno simpatia per gli acquirenti britannici: "Un gran numero
di Inglesi viene qui a comperare proprietà e si sentono i padroni perché tutto è
a buon mercato. Ma poi dicono che i Bulgari non potrebbero andare in
Inghilterra. Se l'Inghilterra pone dei limiti ai Bulgari, allora lo stesso
dobbiamo fare noi". Boyko Todorov, del Centro per gli Studi sulla Democrazia di
Sofia, dice: "C'è una generale insoddisfazione sulla politica sin qui seguita.
Questa è la ragione della sua popolarità." Ma c'è anche un'altra ragione,
osserva Todorov: "Siderov è un bravo oratore e il 99,9% dei politici bulgari è
incredibilmente noioso."
© The Times Online
Di Fabrizio (del 07/10/2006 @ 10:28:40, in Europa, visitato 2616 volte)
In occasione dell'Incontro dell'Organizzazione per la Sicurezza e la
Cooperazione in Europa - Human Dimension Implementation (riassunto -
articolo originale:
Roma_Rights)
Varsavia, 3 ottobre 2006 - Contatti: Ostalinda Maya Ovalle: + 36 70 602 58 31
Negli anni recenti, l'attenzione di attivisti di strada, gruppi della
società civile, governi e organizzazioni internazionali, è cresciuta
l'attenzione alla violazione dei diritti fondamentali delle donne romani. Ci
sono anche sviluppi positivi. Per esempio, il Parlamento Europeo ha adottato
recentemente il rapporto sulle situazione femminile rom nel continente.
Nonostante alcuni passi positivi, rimangono preoccupazioni: le Romni
affrontano la pressione nelle famiglie e nella comunità, spinte ad aderire
ad abitudini e tradizioni degradanti. Nel contempo, soffrono di aperta
discriminazione nel campo dei diritti umani fondamentali da parte delle
autorità, come nel caso delle sterilizzazioni forzate. Nonostante le
pressioni, le donne hanno iniziato ad alzare la voce e denunciare gli abusi.
[...]
Sterilizzazione forzata
La pratica è [stata] comune a diverse paesi europei. Alcuni (la Svezia, per
esempio) hanno stabilito un meccanismo di compensazione per le vittime, ma
ancora non riconoscono l'aspetto razzista di queste pratica. In alcuni paesi
dell'Europa Centrale e Orientale, la pratica è continuata sino ad oggi.
La situazione della Repubblica Ceca e della Slovacchia è invece di una
pratica sistematica e tuttora centinaia di donne non hanno ottenuto
risarcimento. Diversi i motivi, tra cui:
- l'eugenetica che continua ad influenzare le politiche mediche in
quei paesi;
- una generica mancanza di rispetto della volontà delle pazienti;
- "preoccupazione" per l'alto livello delle nascite tra i Rom.
[...] Questa pratica è continua dalla fine degli anni '70. Sinora,
nessuna azione da parte di quei governi è stata sufficiente per un adeguato
indennizzo alle vittime, o anche per assicurare la fine definitiva di questa
pratica.
Nella Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria alcune donne vittime di
sterilizzazione forzata, con risultati limitati. [...]
Violenza domestica
In una recente ricerca condotta su 237 donne romani, oltre il 70% delle
intervistate afferma essere stata vittima di violenze da parte del
partner o di altri membri della famiglia. La media nazionale è del 23%. La
gran parte di questi incidenti non viene denunciata per un diversi motivi:
- La violenza contro le donne è accettata in alcune famiglie romani.
- La paura di essere isolate e svergognate dalla famiglia e dalla
comunità.
- Gli autori di questi atti di violenza raramente sono giudicati
responsabili di ciò, e questo scoraggia le donne nel cercare aiuto
legale.
- Le donne temono un'ulteriore vittimizzazione se si rivolgono alla
polizia o all'esterno [della comunità].
Si aggiunga che esiste un numero di difficoltà pratiche che rendono
impossibile alla donna di fuggire da questa situazione; incluso la mancanza
di sistemazioni alternative, l'incapacità economica di badare a se stesse
e/o la mancanza di opportunità d'impiego.
Nonostante queste barriere, alcune romnià, spesso in situazione
disperata, hanno iniziato a sfidare la violenza domestica. Occorre
aggiungere che i loro sforzi non hanno sinora ottenuto grande successo. Da
parte della legge le reazioni sono state tiepide, a volte rinunciando ad
accogliere le denunce o addirittura minacciando o insultando le donne. Delle
237 intervistate, 34 hanno triportato le violenze subite alla polizia; 20
(il 59% di queste) hanno subito lì trattamenti razzisti o degradanti. Solo
in 5 casi (15%) la polizia è intervenuta. Una donna ha raccontato che quando
D.D., 43 anni, ha chiesto aiuto alla polizia dopo essere stata picchiata da
un membro della famiglia, le è stato risposto: "Voi zingari vi picchiate tra
voi tutto il tempo. Dovete risolvere la questione tra di voi"
Matrimoni tra bambini
Questi matrimoni continuano impunemente in diversi paesi europei, [...] con
tutta la serie di abusi dei diritti umani a cui sono associati.
In un caso recente, portato all'attenzione da ERRC, nelle regione di
Caras Severin in Romania, M.S., bambina rom di 10 anni, è stata venduta ai
genitori di D.M., ragazzo di 17 anni. [...] Le autorità rumene indagando sul
caso, hanno acconsentito a ritenerlo un caso di adozione da parte dei
genitori di D.M.. Apparentemente, le autorità non hanno indagato oltre. A 12
anni, M.S. ha dato la luce ad un bambino con parto cesareo, e il dottore le
disse che non avrebbe più potuto avere altri figli. A questo punto i
genitori di D.M. si sono rivolti a quelli di M.S., per inadempienza del
contratto stipulato. Il conflitto è degenerato in violenza tra le due
famiglie e le autorità rumene sono state allertate per la seconda volta. A
questo punto la polizia ha accusato D.M., che nel frattempo aveva compiuto
19 anni, del crimine di traffico di persona e rapporti sessuali con una
minorenne. D.M. ha ora di fronte un lungo periodo di prigione. Nessun
provvedimento è stato adottato per le violenze susseguitesi tra le due
famiglie.
Il caso è un esempio estremo di eventi che riguardano migliaia di giovani
e bambini ogni anno. Come in questo caso, quasi senza eccezione le vittime
sono abbandonate a se stesse e/o si tralascia di proseguire gli indiziati.
Mentre mancano sforzi da parte delle autorità locali o internazionali e
anche i gruppi della società civile non si esprimono o scoraggiano la
discussione su questi temi.
I matrimoni combinati tra minori espongono le ragazze ad
abusi sessuali e sfruttamento, precludono il percorso scolastico,
vanificando il diritto all'educazione e diminuiscono le possibilità
d'impiego. Inoltre ha un significativo impatto sulla situazione sanitaria
delle bambini e dei figli che possono mettere al mondo. Crescono difatti il
tasso di mortalità per parto e i rischi di complicazioni durante la
gravidanza [...] Le vittime di matrimoni infantili sono estremamente
dipendenti dal marito e dalla sua famiglia e perciò ad alto rischio di
povertà e/o ulteriore sfruttamento in caso di qualsiasi rottura successiva
alla famiglia. Sono inoltre più vulnerabili alla violenza domestica [...]
Traffico di persone Povertà, discriminazione e
marginalizzazione sono quei fattori che rendono le donne Rom e i loro
bambini particolarmente vulnerabili al traffico di persone. Molti Rom
affrontano una lotta continua per le loro esigenze di base, come il cibo e
la casa e hanno difficoltà ad ottenere i documenti personali (ad esempio il
certificato di nascita) necessari per accedere ai servizi essenziali.
Inoltre, la tradizione patriarcale pone le donne in un ruolo subordinato
agli uomini e in queste comunità le donne sono particolarmente a rischio di
traffico di persone. Particolare attenzione va fornita nel combattere il
traffico di ragazze, indirizzate alla mendicità e a volte allo sfruttamento
sessuale. In alcuni casi questi traffici nascondono mancanza di conoscenza e
disinformazione da parte delle famiglie. Gli stati dovrebbero operare per
eliminare tutti i fattori (interni ed esterni) che rendono i Rom
particolarmente vulnerabili a questi commerci, incluso la lotta alla
corruzione e l'identificazione delle vittime. Dovrebbe essere depenalizzata
la situazione delle vittime nel caso di ingresso illegale e sviluppati
programmi specifici per il loro rientro nei paesi di origine nel massimo
rispetto della dignità e della sicurezza delle vittime.
Ineguaglianza Le Romnià affrontano una
discriminazione in base alla razza e al sesso. In diversi paesi d'Europa si
riportano discriminazione come segregazione scolastica e nel lavoro. [...]
Un recente studio condotto da Open Society Institute, prova che il 54% delle
romnià in Romania sono impiegate nell'economia informale senza accesso ai
servizi sociali e ad altre forme di protezione. Un rapporto pan-europeo del
4 ottobre di ERRC mostra le discriminazioni patite nel campo della sanità.
Gli sviluppi nel campo delle leggi anti-discriminazione in Europa negli anni
recenti, non hanno ottenuto risultati accettabili dalle romnià.
Le politiche rivolte all'ineguaglianza tra uomini e donne
difficilmente si occupano di questo aspetto. Ciò può dipendere dalla scarsa
rappresentazione politica delle donne rom. In Ungheria due di loro sono
state elette al Parlamento Europeo e danno una voce importante alle romnià.
La disattenzione europea ricalca quella degli stati nazionali, dove nessuna
di loro è eletta al Parlamento nazionale e anche a livello locale la loro
voce è assente.
Conclusioni Il progresso nel campo dei diritti
umani per i Rom è impossibile senza significativi avanzamenti nel campo dei
diritti delle donne. Gli abusi sistematici portati nel nome dei "valori
tradizionali" devono terminare. [...] Il coraggio delle romnià nello sfidare
la violenza e le violazioni dei diritti umani è ad oggi appoggiata solo da
poche OnG, di fronte al silenzio dei governi, delle stesse famiglie e della
comunità. [...]
Di Fabrizio (del 17/10/2006 @ 10:41:03, in Europa, visitato 1966 volte)
BARBULESTI - Questo comune, nella provincia di Ialomita, è la prima ed unica località con un'amministrazione e un sindaco Rom.[...] Il più importante partito romani in Romania, Pro-Europe Ethnic Roma, ha vinto le elezioni locali tenutesi l'8 ottobre. Sindaco, vice-sindaco e la maggioranza degli eletti provengono da quel partito.
Circa il 95% degli abitanti del comune di Barbulesti sono di etnia rom. Ion Cutitaru, il nuovo sindaco, in passato è stato consigliere e vice-sindaco. Le sue priorità saranno la raccolta di fondi per riparare ed equipaggiare le scuole del comune, in vista dell'ingresso della Romania nell'Unione Europea. Inoltre intende dotare Barbulesti di una stazione di polizia ed una gendarmeria
Fonte: Romanian_Roma
Di Fabrizio (del 18/10/2006 @ 10:51:49, in Europa, visitato 1639 volte)
COMUNICATO GIORNO INTERNAZIONALE PER LO SRADICAMENTO DELLA
POVERTA'
- Oltre il 10% dei 72 milioni di poveri in Europa sono persone gitane.
- Malgrado i miglioramenti, gran parte delle famiglie gitane spagnole si
trovano in situazione di povertà ed esclusione sociale.
- I pubblici poteri hanno l'obbligo di rimuovere gli ostacoli che
impediscono il pieno esercizio della cittadinanza di molte persone gitane,
tramite politiche di inclusione e di lotta contro la povertà, che promuovano
il reale incorporamento sociale della popolazione gitana spagnola.
(Lunedì, 16 ottobre 2006) Nel "Giorno Internazionale per lo
sradicamento della povertà", la Fundación Secretariado Gitano (FSG) vuole
richiamare l'attenzione sulla situazione della comunità gitana europea e, in
particolare, di quella spagnola che nonostante gli sforzi e i progressi per una
piena integrazione, continua ad essere uno tra i gruppi col più alto tasso di
povertà e di rischio d'esclusione.
La situazione precaria nell'accesso alla formazione e all'impiego,
l'insufficiente attenzione del sistema educativo verso gli alunni gitani e la
discriminazione che colpisce questa comunità, sono alcuni dei fattori che stanno
alla base della realtà di povertà ed esclusione di gran parte dei gitani.
- I dati dello Studio Popolazione Gitana ed Impiego elaborato da FSG con
l'appoggio del Fondo Sociale Europeo mostrano che solo il 51% della
popolazione occupata di questa comunità è salariata, comunque in condizioni
più precarie della media spagnola. Si notano alti tassi di disoccupazione
(13,4%) e di occupazioni sommerse e senza protezione (24%).
- La bassa qualificazione tra i maggiori di 16 anni (il 70% non ha
terminato la scuola dell'obbligo) e l'elevata percentuale di alunni che non
finalizzano l'insegnamento e non accedono ad altre opportunità di formazione
lavorativa sono uno scoglio per lo sviluppo della comunità gitana e
contribuiscono a mantenere in futuro la situazione di povertà. L'80% che
inizia un corso di formazione, abbandona prima di terminare il corso,
secondo uno studio di FSG in collaborazione con il Centro de Investigación y
Documentación Educativa e l'Instituto de la Mujer.
- La persistenza dell'isolamento e della segregazione abitativa mostrano
situazioni in cui non si garantiscono i diritti basici delle persone che
vivono lì e contribuiscono ad esacerbare la povertà e l'esclusione sociale.
- La persistente discriminazione in molte sfere della vita quotidiana
verso i gitani, vulnera i diritti fondamentali, impedendo la ricezione di un
trattamento egualitario nell'accesso ai diritti, alle risorse e ai beni di
cui godono il resto dei cittadini e si tramuta in una barriera invalicabile
perché possano prosperare lo sradicamento della povertà e dell'esclusione.
Queste barriere e problemi strutturali che la maggioranza al momento non è
capace di superare devono essere affrontati con urgenza se si vogliono
raggiungere gli obiettivi di coesione sociale e di sradicamento della povertà
enunciati nella strategia di Lisbona.
In questa Giornata Internazionale per lo Sradicamento della Povertà"
intendiamo lanciare un appello alle differenti amministrazioni perché assumano
impegni concreto che permettano di produrre cambi significativi nella situazione
della comunità gitana.
- Mezzi concreti ed obiettivi realistici nei piani di Inclusione Sociale,
su scala nazionale, autonoma e locale.
- Elaborare un Programma specifico per ridurre l'abbandono scolare,
promuovere la continuità scolastica e i collegamenti verso la formazione
occupazionale.
- Sviluppare le opportunità positive contemplate nelle direttive europee e
nella legislazione spagnola che proibiscono la discriminazione. Creazione
del Consiglio per la Promozione e l'Eguaglianza di Trattamento.
- Sradicamento urgente dei nuclei isolati e segregati.
- Utilizzo dei Fondi Strutturali nel periodo 2007-2013 includendo nei
Programmi Operativi mezzi diretti all'inclusione sociale e allo sradicamento
della povertà della minoranza gitana.
La piena integrazione delle persone gitane nell'uguaglianza delle opportunità
è una sfida europea. La coesione sociale dei 25 paesi e la costruzione di
una cittadinanza europea, passa dall'impegno dei governi nel preservare la
dignità, l'uguaglianza, l'equità e la garanzia dei diritti delle persone della
comunità gitana europea.
Ulteriori informazioni:
Fonte:
Mundo_Gitano
Di Fabrizio (del 19/10/2006 @ 10:51:49, in Europa, visitato 1521 volte)
Diversity YES Intolerance NO. è una petizione promossa dal gruppo
socialista nel Parlamento Europeo che verrà presentata a dicembre 2006 al
Premier europeo in carica. In inglese, si può sottoscrivere a questo link:
http://www.pes.org/content/view/712/1700036/lang,en/
Di Fabrizio (del 20/10/2006 @ 10:15:24, in Europa, visitato 1481 volte)
Intervento de "La voce dei Rroms" alla conferenza dell'OSCE
| 17 ottobre 2006
Intervento di Saimir MILE, moderatore del gruppo di lavoro rrom sul Piano
d'azione e portavoce dell'associazione "la voce dei Rroms"
Ambasciatori onorati,
Signore e signori,
Cari amici e colleghi,
Come moderatore del gruppo rrom di lavoro sul piano d'azione e come attivista dei diritti umani che vive in Francia da 10 anni,
vorrei richiamare la vostra attenzione su un fatto che avevo citato in
occasione della seduta di lavoro sulla democrazia e le elezioni. I discorsi e le
discussioni nelle riunioni sulla dimensione umana dell'OSCE danno generalmente
l'impressione che i paesi dell'Ovest garantirebbero un aiuto ai paesi
dell'Est nei processi di democratizzazione di questi ultimi. Faccio parte di
quelli che rifiutano di vedere questo scambio come a senso unico, tanto più che,
vivo in Francia, sono testimone di tutta una serie di problemi che rimangono
invisibili, o nei migliori dei casi, inascoltati nelle riunioni dell'OSCE.
Soprattutto dal 2003, la situazione della popolazione rrom in Francia, dei Rroms di nazionalità francese e di quelli
aventi una nazionalità straniera, si sta deteriorando in modo inquietante. Ho
fatto riferimento due giorni fa dell'esclusione legale dei Rroms francesi della
vita politica, attraverso una discriminazione creata dalla legge francese. Devo
aggiungere a ciò il criminalizzazione della sosta dei caravan al di fuori delle
aree designate, che in pratica non esistono quasi, la violenza regolarmente
esercitata dalla polizia su Rroms, Sinté e Kalé, francesi e
stranieri, in occasione delle espulsioni, l'estorsione dei Rroms da parte di
poliziotti, che senza alcun mandato, estorcono loro somme di denaro e i documenti d'identità, e l'elenco
sarebbe ancora lungo.
Così, in questa mia doppia posizione, allo stesso tempo come
attivista rrom che vive in Francia e come persona impegnata a livello
internazionale per i diritti umani, vorrei presentare le raccomandazioni
seguenti all'OSCE, ai suoi stati partecipanti ed inoltre, una serie di
raccomandazioni specifiche per la Francia:
Raccomandazioni all'OSCE ed alle sue istituzioni:
-
Riconoscere il popolo rrom riferendosi alla sua identità,
evitando la sua stigmatizzazione sociale, modificando il paragrafo 72 del Piano d'azione come
segue : "prevedere di adottare misure volte a garantire il rispetto, la
protezione e la promozione del rromani e del suo insegnamento, come pure della
cultura rrom come parte integrante del patrimonio culturale europeo". Tale era
la formulazione proposta dal gruppo rrom di lavoro sul piano d'azione, una
questione ribadita alla conferenza di Cordoue sull'antisemitismo e le altre forme
d'intolleranza.
-
Associare, quindi, il gruppo di lavoro rrom al Piano d'azione, nella sua messa
in opera, la sua valutazione e la sua revisione. Delegare ed accordare il
bilancio necessario sulle questioni rroms e per organizzare
il "gruppo 2018 ", che si sostiene sull'esperienza e la competenza del gruppo
rrom di lavoro sul Piano d'azione.
-
Includere progressivamente i problemi d'ordine sociale che affrontano Rroms e Sinté
nelle attività rispettive dell'OSCE.
Raccomandazioni agli stati partecipanti:
-
Adottare meccanismi di partecipazione che si basino sulle raccomandazioni del
gruppo rrom di lavoro, in particolare sul principio di prossimità.
-
Adottare misure concrete per utilizzare interamente le risorse umane esistenti
fra Rroms e Sinté, finanziando programmi d'insegnamento per allargare e
consolidare un'elite rrom, capace di agire come un partner reale nella messa in
opera delle politiche.
-
Utilizzare ragionevolmente il metodo di determinazione degli obiettivi specifici
dei Rroms e Sinté con le politiche sociali, per rispondere ai problemi specifici
incontrati da questa popolazione, evitando l'aumento dell'ostilità fra quelli
che, che appartengono alle popolazioni maggioritarie, parte dello
stesso segmento sociale, esclusi economicamente e socialmente.
Raccomandazioni specifiche per la Francia:
-
Ritirare le disposizioni della legge finanziaria 2006 che istituisce una
tassa d'abitazione per i caravan, discutibile nel suo principio stesso (il
caravan non è riconosciuto come alloggio nei termini dei vantaggi sociali che un
alloggio procura) ed esorbitante nel suo importo (3 volte superiore alla
tassa d'abitazione applicata agli alloggi nel centro di Parigi).
-
Riconoscere la presenza sul suolo francese di una popolazione rrom come una
componente della diversità sociale e dell'identità nazionale francese.
-
Adottare una posizione politica chiara e misure concrete per
fermare la violenza poliziesca esercitata gratuitamente su Rroms e Sinté, siano di
nazionalità francese o straniera.
-
Riformare il funzionamento della "Commissione consultiva della
gens du voyage" per ottenere una partecipazione reale ed una legittimità di questa
struttura.
-
Realizzare le aree d'accoglienza necessarie, come previste dalla legge,
tenendo debitamente conto della domanda legittima delle persone interessate ad
avere accesso a terreni familiari.
-
Finanziare delle borse di studio per i candidati, francese e stranieri, agli studi di
lingua e civilizzazione rromanies, come un mezzo di soluzione duratura
a tutta una serie di problemi regolarmente identificati in Francia ed in misura
maggiore, in Europa.
-
Garantire una parità di trattamento, attraverso un equilibrio nell'aiuto
finanziario alle associazioni "amiche degli zingari" ed alle associazioni rroms, fondata sulla competenza ed il potenziale rispettivi di queste associazioni.
Di Fabrizio (del 31/10/2006 @ 20:00:11, in Europa, visitato 2348 volte)
E' uscito l'aggiornamento di ottobre 2006 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
Di Fabrizio (del 01/11/2006 @ 10:25:09, in Europa, visitato 1862 volte)
I cugini.... Les Rroms acteurs
Occupazione d'un'agenzia EDF a Saint-Denis | 29 octobre 2006 (EDF è come l'ENEL ndr)
A seguito della decisione d'espulsione comuicata ai Rroms che abitano in un locale abbandonato appartenente all'EDF a Sain-Ouen, èseguita la reazione degli occupanti, sostenuti dall'associazione "La voix des Rroms" e dal comitato locale d'appoggio. La decisione presa il 12 ottobre scorso, lasciava 2 giorni agli occupanti per lasciare i locali. E' stata notificata in francese agli interessati in francese il 14, cioè il giorno stesso in cui scadeva il termine [...]
Questa la lettera che assieme abbiamo redatto:
Saint-Ouen, le 27 octobre 2006 - Lettera al responsabile del servizio di contenzioso di EDF
Signore e Signori
Siamo un gruppo di Rroms, e il Tribunale di Saint-Ouen ci intima di lasciare l'immobile che occupiamo da diversi mesi, situato al 21 di rue Ardoin. Teniamo ad informarvi che non possiamo conformarci a questa decisiome, per evidenti ragioni. In effetti non abbiamo alcun altro luogo dove andare, senza parlare dei bambini che vanno a scuola e che hanno bisogno di un posto umanamente parlando per fare i loro doveri, o ancora delle persone ammalate per cui un riparo è ancora più essenziale che per gli altri.
Teniamo ad informarvi che dalla nostra installazione in questo immobile, abbiamo fatto tutto il possibile perché non si degradasse e che continueremo i nostri sforzi in questo senso per tutto il tempo che ci rimarremo.
Noi occupiamo in questo momento un'agenzia EDF e siamo determinati a prolungare questa azione sino a quando non otterremo un impegno chiaro e fermo da parte vostra nel non richiedere l'esecuzione forzosa della decisione d'espulsione nei nostri confronti. Ne va del rispetto dei nostri diritti più fondamentali come dell'immagine di servizio pubblico che compete a EDF.
Per due ore abbiamo atteso un responsabile che venisse a discutere con noi. E' stato preceduto dalla polizia, me nel compenso, con loro non ci sono stati problemi. Hanno deciso di presidiare lo spiazzo davanti all'agenzia sino alla fine della decisione e di giocare un ruolo di intermediari, anche se a noi non sembra necessario.
********
Una delegazione composta da rappresentanti delle famiglie, da "La voix des Rroms", dal comitato di sostegno e da "solidarité sans papiers 93" che ci hanno raggiunto, ha discusso col rappresentante di EDF. Abbiamo richiesto la sospensione dell'espulsione alla fine dell'inverno, ma questa richiesta non è stata accettata. Il rappresentante di EDF ci ha proposto un nuovo incontro martedì 31 ottobre, dopo una consultazione con gli altri responsabili dell'impresa, per calcolare quanto tempo ancora i Rroms potranno rimanere in luogo, sapendo che ladilazione sarà più breve del termine dell'unverno.
A suivre donc...
Di Fabrizio (del 06/11/2006 @ 10:01:21, in Europa, visitato 1483 volte)
2 novembre 2006 - 13.59 I nomadi in Svizzera sempre più allo stretto
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I difensori degli zingari chiedono un piano d'azione contro la discriminazione dei nomadi. Secondo loro, la situazione è peggiorata e il recente rapporto pubblicato dal governo propone misure insufficienti. |
l problema più acuto, rileva la Commissione federale contro il razzismo, riguarda lo stazionamento dei nomadi. Mancano in effetti decine di aree di transito e di sosta.
"Nel nostro paese i nomadi con e senza cittadinanza svizzera subiscono discriminazioni. La Costituzione svizzera e il diritto internazionale sanciscono l'obbligo di non discriminazione; eppure negli ultimi anni il problema dello stazionamento dei nomadi si è leggermente acuito."
Lo sostengono la Commissione federale contro il razzismo (CFR) e la fondazione "Un futuro per i nomadi svizzeri", che giovedì hanno chiesto un'azione determinata per eliminare le discriminazioni nei confronti dei gitani.
Il problema principale resta la mancanza di aree d'accoglienza, hanno sottolineato le due organizzazioni.
Proposte insufficienti In un rapporto presentato a metà ottobre, lo stesso governo svizzero ha del resto riconosciuto che la rete attuale è insufficiente. Oggi esistono 12 aree di sosta e 44 di transito. Per rispondere ai bisogni dei nomadi svizzeri bisognerebbe creare altre 29 aree di sosta e 38 di transito. Inoltre, sarebbero necessarie ancora una decina di grandi aree di transito per gli zingari stranieri. Il Consiglio federale non ha però ritenuto necessario modificare la legge sulla pianificazione del territorio, stimando che quella attuale offre già possibilità sufficienti per creare aree di sosta, e ha rinunciato a stanziare mezzi finanziari supplementari. Le proposte presentate nel rapporto per migliorare la situazione non sono soddisfacenti, hanno deplorato la fondazione e la CFR. Il Tribunale federale ha sancito che i cantoni devono mettere a disposizione un numero sufficiente di aree per i nomadi, ma nella realtà ciò non avviene.
Volontà politica I motivi sono la mancanza di coraggio e di volontà politica a livello comunale, cantonale e federale, la penuria di incentivi politici e finaziari e i pregiudizi della popolazione, sostengono le due organizzazioni. "In Svizzera abbiamo il diritto di viaggiare, ma non di fermarci", ha riassunto il rappresentante dei nomadi svizzeri May Bittel. Per correggere il tiro in maniera "sistematica e sostenibile", la fondazione e la CFR chiedono al Consiglio federale di elaborare insieme alla Conferenza dei governi cantonali e alla Conferenza svizzera dei direttori delle pubbliche costruzioni, della pianificazione del territorio e dell'ambiente un piano d'azione. Mettere a disposizione i terreni dell'esercito – nei prossimi anni ne saranno venduti circa 10'000 – può essere una prima risposta, ha indicato il presidente della fondazione Werner Niederer. Sul lungo termine, però, anche i cantoni devono prendere delle iniziative, ha aggiunto.
Incentivi finanziari Un'altra rivendicazione è che i nomadi possano installarsi legalmente per qualche giorno in ogni comune, anche al di fuori delle aree ufficiali. Le autorità devono rinunciare ad intervenire contro le persone che si stabiliscono su suolo privato quando il proprietario è d'accordo. Per rendere possibile la creazione di aree adeguate, la Confederazione deve inoltre creare un sistema d'incentivi finanziari. Senza un sostegno federale, l'operazione rimarrà di competenza dei cantoni e dei comuni, "con i risultati poco concludenti che sappiamo", ha osservato ancora Niederer. La fondazione e la CFR sperano che la situazione migliori nettamente nei prossimi cinque anni. In caso contrario bisognerà trovare una soluzione vincolante a livello federale, ossia una legge che obblighi a procedere ai cambiamenti necessari entro un termine stabilito. Dei miglioramenti si impongono, poiché le condizioni di vita precarie di questa minoranza sono contrarie al diritto svizzero e internazionale, ha dal canto suo ricordato il presidente della CFR Georg Kreis. swissinfo e agenzie
Di Fabrizio (del 07/11/2006 @ 10:33:09, in Europa, visitato 1824 volte)
Roma, 5 novembre 2006 - E' cominciato questa mattina dall'aeroporto di Fiumicino il ''viaggio della Memoria'' per 230 studenti delle 57 scuole superiori romane, accompagnati dal sindaco di Roma Walter Veltroni, che li portera' a visitare il campo di sterminio nazista di Auschwitz. Il volo dell'Alitalia, diretto a Cracovia, e' decollato poco prima delle 10.30. Tra gli studenti ci sono quattro ragazzi islamici, di origine marocchina, e, per la prima volta, anche quattro studenti della ''Scuola Germanica'' e tre ragazzi Rom, che vedranno i luoghi in cui furono sterminati migliaia di zingari. La visita ad Auschwitz si ripete da cinque anni, da quando e' iniziato il progetto ''Noi ricordiamo'', promosso dal sindaco, dall'assessorato alle politiche educative del comune, dalla Comunita' ebraica di Roma, in collaborazione con l'Associazione Nazionale ex Deportati. Con tale progetto, oltre 10mila ragazzi e ragazze hanno seguito percorsi di studio, ricerca e di approfondimento sugli avvenimenti storici legati alla Shoah.
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