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La situazione delle donne Rom in Europa
Di Fabrizio (del 07/10/2006 @ 10:28:40, in Europa, visitato 2616 volte)

In occasione dell'Incontro dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa - Human Dimension Implementation (riassunto - articolo originale: Roma_Rights)

Varsavia, 3 ottobre 2006 - Contatti: Ostalinda Maya Ovalle: + 36 70 602 58 31

Negli anni recenti, l'attenzione di attivisti di strada, gruppi della società civile, governi e organizzazioni internazionali, è cresciuta l'attenzione alla violazione dei diritti fondamentali delle donne romani. Ci sono anche sviluppi positivi. Per esempio, il Parlamento Europeo ha adottato recentemente il rapporto sulle situazione femminile rom nel continente. Nonostante alcuni passi positivi, rimangono preoccupazioni: le Romni affrontano la pressione nelle famiglie e nella comunità, spinte ad aderire ad abitudini e tradizioni degradanti. Nel contempo, soffrono di aperta discriminazione nel campo dei diritti umani fondamentali da parte delle autorità, come nel caso delle sterilizzazioni forzate. Nonostante le pressioni, le donne hanno iniziato ad alzare la voce e denunciare gli abusi. [...]

Sterilizzazione forzata
La pratica è [stata] comune a diverse paesi europei. Alcuni (la Svezia, per esempio) hanno stabilito un meccanismo di compensazione per le vittime, ma ancora non riconoscono l'aspetto razzista di queste pratica. In alcuni paesi dell'Europa Centrale e Orientale, la pratica è continuata sino ad oggi.

La situazione della Repubblica Ceca e della Slovacchia è invece di una pratica sistematica e tuttora centinaia di donne non hanno ottenuto risarcimento. Diversi i motivi, tra cui:

  1. l'eugenetica che continua ad influenzare le politiche mediche in quei paesi;
  2. una generica mancanza di rispetto della volontà delle pazienti;
  3. "preoccupazione" per l'alto livello delle nascite tra i Rom.

[...] Questa pratica è continua dalla fine degli anni '70. Sinora, nessuna azione da parte di quei governi è stata sufficiente per un adeguato indennizzo alle vittime, o anche per assicurare la fine definitiva di questa pratica.

Nella Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria alcune donne vittime di sterilizzazione forzata, con risultati limitati. [...]

Violenza domestica
In una recente ricerca condotta su 237 donne romani, oltre il 70% delle intervistate afferma essere stata vittima di violenze da parte del partner o di altri membri della famiglia. La media nazionale è del 23%. La gran parte di questi incidenti non viene denunciata per un diversi motivi:

  1. La violenza contro le donne è accettata in alcune famiglie romani.
  2. La paura di essere isolate e svergognate dalla famiglia e dalla comunità.
  3. Gli autori di questi atti di violenza raramente sono giudicati responsabili di ciò, e questo scoraggia le donne nel cercare aiuto legale.
  4. Le donne temono un'ulteriore vittimizzazione se si rivolgono alla polizia o all'esterno [della comunità].

Si aggiunga che esiste un numero di difficoltà pratiche che rendono impossibile alla donna di fuggire da questa situazione; incluso la mancanza di sistemazioni alternative, l'incapacità economica di badare a se stesse e/o la mancanza di opportunità d'impiego.

Nonostante queste barriere, alcune romnià, spesso in situazione disperata, hanno iniziato a sfidare la violenza domestica. Occorre aggiungere che i loro sforzi non hanno sinora ottenuto grande successo. Da parte della legge le reazioni sono state tiepide, a volte rinunciando ad accogliere le denunce o addirittura minacciando o insultando le donne. Delle 237 intervistate, 34 hanno triportato le violenze subite alla polizia; 20 (il 59% di queste) hanno subito lì trattamenti razzisti o degradanti. Solo in 5 casi (15%) la polizia è intervenuta. Una donna ha raccontato che quando D.D., 43 anni, ha chiesto aiuto alla polizia dopo essere stata picchiata da un membro della famiglia, le è stato risposto: "Voi zingari vi picchiate tra voi tutto il tempo. Dovete risolvere la questione tra di voi"

Matrimoni tra bambini
Questi matrimoni continuano impunemente in diversi paesi europei, [...] con tutta la serie di abusi dei diritti umani a cui sono associati.

In un caso recente, portato all'attenzione da ERRC, nelle regione di Caras Severin in Romania, M.S., bambina rom di 10 anni, è stata venduta ai genitori di D.M., ragazzo di 17 anni. [...] Le autorità rumene indagando sul caso, hanno acconsentito a ritenerlo un caso di adozione da parte dei genitori di D.M.. Apparentemente, le autorità non hanno indagato oltre. A 12 anni, M.S. ha dato la luce ad un bambino con parto cesareo, e il dottore le disse che non avrebbe più potuto avere altri figli. A questo punto i genitori di D.M. si sono rivolti a quelli di M.S., per inadempienza del contratto stipulato. Il conflitto è degenerato in violenza tra le due famiglie e le autorità rumene sono state allertate per la seconda volta. A questo punto la polizia ha accusato D.M., che nel frattempo aveva compiuto 19 anni, del crimine di traffico di persona e rapporti sessuali con una minorenne. D.M. ha ora di fronte un lungo periodo di prigione. Nessun provvedimento è stato adottato per le violenze susseguitesi tra le due famiglie.

Il caso è un esempio estremo di eventi che riguardano migliaia di giovani e bambini ogni anno. Come in questo caso, quasi senza eccezione le vittime sono abbandonate a se stesse e/o si tralascia di proseguire gli indiziati. Mentre mancano sforzi da parte delle autorità locali o internazionali e anche i gruppi della società civile non si esprimono o scoraggiano la discussione su questi temi.

I matrimoni combinati tra minori espongono le ragazze ad abusi sessuali e sfruttamento, precludono il percorso scolastico, vanificando il diritto all'educazione e diminuiscono le possibilità d'impiego. Inoltre ha un significativo impatto sulla situazione sanitaria delle bambini e dei figli che possono mettere al mondo. Crescono difatti il tasso di mortalità per parto e i rischi di complicazioni durante la gravidanza [...] Le vittime di matrimoni infantili sono estremamente dipendenti dal marito e dalla sua famiglia e perciò ad alto rischio di povertà e/o ulteriore sfruttamento in caso di qualsiasi rottura successiva alla famiglia. Sono inoltre più vulnerabili alla violenza domestica [...]

Traffico di persone
Povertà, discriminazione e marginalizzazione sono quei fattori che rendono le donne Rom e i loro bambini particolarmente vulnerabili al traffico di persone. Molti Rom affrontano una lotta continua per le loro esigenze di base, come il cibo e la casa e hanno difficoltà ad ottenere i documenti personali (ad esempio il certificato di nascita) necessari per accedere ai servizi essenziali. Inoltre, la tradizione patriarcale pone le donne in un ruolo subordinato agli uomini e in queste comunità le donne sono particolarmente a rischio di traffico di persone. Particolare attenzione va fornita nel combattere il traffico di ragazze, indirizzate alla mendicità e a volte allo sfruttamento sessuale. In alcuni casi questi traffici nascondono mancanza di conoscenza e disinformazione da parte delle famiglie. Gli stati dovrebbero operare per eliminare tutti  i fattori (interni ed esterni) che rendono i Rom particolarmente vulnerabili a questi commerci, incluso la lotta alla corruzione e l'identificazione delle vittime. Dovrebbe essere depenalizzata la situazione delle vittime nel caso di ingresso illegale e sviluppati programmi specifici per il loro rientro nei paesi di origine nel massimo rispetto della dignità e della sicurezza delle vittime.

Ineguaglianza
Le Romnià affrontano una discriminazione in base alla razza e al sesso. In diversi paesi d'Europa si riportano discriminazione come segregazione scolastica e nel lavoro. [...] Un recente studio condotto da Open Society Institute, prova che il 54% delle romnià in Romania sono impiegate nell'economia informale senza accesso ai servizi sociali e ad altre forme di protezione. Un rapporto pan-europeo del 4 ottobre di ERRC mostra le discriminazioni patite nel campo della sanità. Gli sviluppi nel campo delle leggi anti-discriminazione in Europa negli anni recenti, non hanno ottenuto risultati accettabili dalle romnià.

Le politiche rivolte all'ineguaglianza tra uomini e donne difficilmente si occupano di questo aspetto. Ciò può dipendere dalla scarsa rappresentazione politica delle donne rom. In Ungheria due di loro sono state elette al Parlamento Europeo e danno una voce importante alle romnià. La disattenzione europea ricalca quella degli stati nazionali, dove nessuna di loro è eletta al Parlamento nazionale e anche a livello locale la loro voce è assente.

Conclusioni
Il progresso nel campo dei diritti umani per i Rom è impossibile senza significativi avanzamenti nel campo dei diritti delle donne. Gli abusi sistematici portati nel nome dei "valori tradizionali" devono terminare. [...] Il coraggio delle romnià nello sfidare la violenza e le violazioni dei diritti umani è ad oggi appoggiata solo da poche OnG, di fronte al silenzio dei governi, delle stesse famiglie e della comunità. [...]