Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 28/04/2008 @ 09:24:04, in Europa, visitato 2275 volte)
L'ambasciata tedesca di Pristina seguirà due progetti per le comunità
Rom, Askali ed Egizia nel Kosovo.
Questi progetti istruiranno le donne e sensibilizzeranno sul traffico di
persone e gli abusi sessuali nelle comunità, particolarmente vulnerabili a
questi rischi. Il governo tedesco finanzierà il progetto con 13.000 €.
I progetti saranno condotti dall'OnG Prosperità, che per la prima volta si
rivolgerà specificatamente alle donne di queste comunità sull'argomento del
traffico di persone e relativi rischi.
Il secondo progetto riguarderà i casi di abuso sessuale. Riguarderà le
risorse disponibili per le donne nei casi di abusi o violenze sessuali.
Le tre comunità riceveranno assistenza dal governo tedesco come parte del
Patto di Stabilità.
Entrambe i progetti saranno lanciati lunedì a Gjakova da Hans-Dieter
Steinbach, ambasciatore tedesco in Kosovo.
http://www.newkosovareport.com/20080426908/Society/Germany-to-help-in-minority-women-trafficking-and-violence-awareness.html
SIEC. Actualidad Étnica, Bogotá, D.C. 23/04/2008. Le Nazioni Unite
avvertono che la diversità linguistica si vede minacciata in tutto il mondo e
che i popoli indigeni sentono questa minaccia con particolare intensità tanto
che circa 600 idiomi sono spariti. Il documento preparatorio al dibattito sulla
questione degli idiomi indigeni, da realizzarsi il 24 aprile 2008 come parte del
settimo periodo delle sessioni del Foro Permanente per le Questioni Indigene
delle Nazioni Unite, contiene i diritti linguistici e varie raccomandazioni per
proteggere e promuovere gli idiomi indigeni.
La settima sezione del Foro Permanente per le Questioni Indigene si riunirà
nella sede delle Nazioni Unite a New York dal 21 aprile al 2 maggio 2008. Le
Nazioni Unite sostengono che "secondo l'UNESCO, circa 600 idiomi sono spariti
nell'ultimo secolo ed altri seguono sparendo, al ritmo di un idioma ogni due
settimane. Se non si farà niente per lottare contro le tendenze attuali, è
probabile che entro la fine del secolo oltre il 90% degli idiomi mondiali sarà
sparito."
Le Nazioni Unite avvertono che ogni volta sono meno i bambini che apprendono
l'idioma indigeno in forma tradizionale, dai genitori ed antenati; "Anche quando
la generazione paterna parla la lingua indigena, non tende a trasmetterla ai
figli. Ogni volta è più frequente che soltanto gli anziani utilizzino gli idiomi
indigeni."
Davanti a questo rischio imminente l'ONU sottolinea l'importanza di
proteggere gli idiomi indigeni ed esige dagli Stati, dai governi e dalla società
un reale compromesso; "salvare gli idiomi è una questione che riveste somma
urgenza ed è fondamentale per assicurare la protezione dell'identità e della
dignità dei popoli indigeni e per salvaguardare il loro patrimonio
tradizionale."
Secondo la massima istanza internazionale in materia di Diritti Umani, gran
parte dell'enciclopedia dei conoscimenti tradizionali indigeni che suole
trasmettersi oralmente da una generazione all'altra, corre il rischio di
perdersi per sempre come conseguenza dell'erosione linguistica; "Questa perdita
è irreparabile e non rimpiazzabile. Le norme consuetudinarie dei popoli indigeni
si fondano sull'idioma e se questo di perde, il popolo non può capire le proprie
leggi ed il proprio sistema di governo che sottintende alla sopravvivenza
futura."
Le Nazioni Unite enfatizzano il fatto che la perdita degli idiomi indigeni
significa non solamente la perdita delle conoscenze tradizionali ma anche della
diversità culturale, che riguarda l'identità e la spiritualità dei popoli e
delle persone. "Le diversità biologiche, linguistiche e culturali sono
inseparabili e si rafforzano reciprocamente, di modo che quando si perde una
lingua indigena, si perdono anche i conoscimenti tradizionali su come conservare
la diversità biologica del mondo e far fronte al cambio climatico ed altri
problemi ambientali."
Diritti linguistici
In questo aspetto l'ONU assicura che "I diritti linguistici non sono
adeguatamente riconosciuti in molti paesi e frequentemente le legislazioni e le
politiche nazionali li lasciano a lato. Alcuni idiomi ricevono un riconoscimento
ed uno statuto ufficiale mentre alla maggioranza degli idiomi, specialmente
quelli indigeni, viene negato il riconoscimento giuridico. Gli idiomi e le
persone che li parlano sono rifiutati e vengono fatti sentire inferiori, ciò da
luogo a politiche e pratiche discriminatorie."
Però non basta il diritto base per conservare e utilizzare il proprio idioma;
le Nazioni Unite sostengono che i diritti linguistici dei popoli indigeni
includono: "Il diritto a ricevere educazione nella lingua materna. Il diritto
che gli idiomi indigeni siano riconosciuti nelle costituzioni e nelle leggi. Il
diritto a non essere discriminati per motivi di lingua ed il diritto a creare
mezzi di comunicazione nella lingua indigena e ad averne accesso."
Protezione e promozione degli idiomi linguistici
Le Nazioni Unite segnalano che la Dichiarazione delle Nazioni Unite Sui
Diritti dei Popoli Indigeni, approvata l'anno scorso dall'Assemblea Generale,
insieme ad altre norme pertinenti i diritti umani, propone la base per formulare
politiche e norme relative alla promozione ed al rafforzamento degli idiomi
indigeni. "Per la sopravvivenza e lo sviluppo degli idiomi indigeni si
richiedono la volontà e gli sforzi dei popoli indigeni, come pure l'applicazione
di politiche di appoggio, specialmente nel campo dell'istruzione, da parte degli
Stati Membri."
Questi sono alcuni dei mezzi che, secondo le Nazioni Unite, si devono
adottare per proteggere e promuovere gli idiomi indigeni:
- Garantire il diritto all'educazione nell'idioma materno per i bambini
indigeni.
- Assegnare fondi e ricorsi necessari per conservare e sviluppare gli
idiomi indigeni, specialmente per l'istruzione.
- Tradurre negli idiomi indigeni leggi e testi politici chiave, in modo
che i popoli indigeni siano nelle condizioni migliori per partecipare nelle
sfere politiche e giuridiche.
- Stabilire programmi di immersione in un idioma per i popoli indigeni,
tanto per bambini che adulti.
- Aumentare il prestigio degli idiomi indigeni, favorendone l'uso
nell'amministrazione pubblica e nelle istituzioni accademiche.
- Utilizzare gli idiomi indigeni in modo che vengano mantenuti vivi e
siano trasmessi da una generazione all'altra.
Tomado de:
http://www.etniasdecolombia.org/actualidadetnica/detalle.asp?cid=6645
Di Fabrizio (del 30/04/2008 @ 09:08:03, in Regole, visitato 2396 volte)
Da
Hungarian_Roma
Il sig. Horvath è di origine Rom, figlio di un sopravissuto all'Olocausto ed
in patria è spesso stato vittima di violenze da parte della polizia e degli
skinheads, incluso un accoltellamento quasi fatale. Sua moglie e suo figlio
stanno chiedendo al governo canadese di fermare il suo ingiusto rimpatrio da una
nazione in cui si era rifugiato.
Al termine dell'articolo, c'è una lista di cose che è possibile fare. Giovedì
1 Maggio ci sarà una dimostrazione alle 14.00 davanti al Consolato Ungherese di
Toronto (425 Bloor Street East - Sherbourne subway). Abbiamo elencato altri
consolati ungheresi (Calgary, Winnipeg, Vancouver) ed un'ambasciata (Ottawa) nel
caso qualcuno volesse organizzare manifestazioni simili.
Grazie!
Toronto Action for Social Change, tasc@web.ca, (416) 651-5800
By Colin Perkel, Canadian Press
TORONTO - Adolf Horvath, 51 anni, è un rifugiato rom terrorizzato di essere
rimandato in Ungheria si nasconde mentre sua moglie ed il figlio fanno appello
al ministro federale della giustizia per riconsiderare la sua estradizione.
[...] In vista dell'imminente estradizione, Horvath è sparito da cinque
settimane.
"Ho perso mio padre" dice suo figlio Adam, 13 anni e studente a Toronto,
mentre le lacrime gli rigano il volto. "Non ho futuro senza mio padre, non posso
vivere senza di lui. Se andrà in Ungheria, può essere ucciso e io non lo
voglio."
Horvath ha ragione di aver paura di essere rimpatriato. E' stato
ripetutamente assalito e minacciato in Ungheria, dove gli abusi sui Rom sono
comuni. Durante un attacco a casaq sua, gli skinheads lo colpirono e
accoltellarono di fronte alla moglie terrorizzata, Erika di 36 anni, e al figlio
Adam, che allora aveva 2 anni e mezzo. "Quasi l'ammazzavano," dice Erika Horvath.
"Anch'io sono stata colpita."
Horvath lasciò l'Ungheria per il Canada nel 1999. Sua moglie ed il figlio
ottennero lo status di rifugiati e le autorità canadesi nel 2004 decisero che a
causa della sa origine rom c'era "più di una possibilità di persecuzione."
Come risultato, il Canada l'ha ritenuto "persona bisognosa di protezione,"
cosa che avrebbero dovuto precludere il suo ritorno in Ungheria.
Tuttavia, in risposta alla richiesta del governo ungherese di estradizione,
il Ministro della Giustizia Rob Nicholson ha deciso che la cosa sarebbe dovuta
essere decisa in tribunale.
Nel prendere la sua decisione, Nicholson ha contato in parte sulle
informazioni dell'allora ministro dell'immigrazione, Monte Solberg, che
concludeva dicendo che Horvath affrontava rischi di abusi una volta ritornato in
patria. Tuttavia, Solberg ha deciso che Horvath potrebbe contare in Ungheria
sulla protezione statale e quindi potrebbe essere estradato.
Dice Ronald Poulton, avvocato di Horvath: "Tutto ciò è ridicolo. E'
imbarazzante che il governo canadese prenda questa decisione. Se gli succederà
qualcosa, riterrò responsabile il governo canadese."
Laszlo Bakos, dell'ambasciata ungherese ad Ottawa, dice di non avere
conoscenze di prima mano sui maltrattamenti, ma aggiunge che Horvath non
dovrebeb aver paura di fare ritorno. Dice: "Non ci sono casi di tortura in
Ungheria."
Il mese scorso la Corte Suprema del Canada non ha dato motivi di sostenere le
decisioni degli altri tribunali minori. Ciò significa che, a meno di un
cambiamento del ministro della giustizia, Horvath ha esaurito ogni mezzo legale
per rimanere in Canada.
Piuttosto che ricorrere contro l'estradizione, Horvath si è nascosto ed è
scomparso. "Avrebbe fatto così chiunque, giusto?" dice Erika.
Aggiunge: "Onestamente, non capisco. Se qualcuno cerca protezione dal paese
da cui scappa, perché vogliono rimandarlo indietro?"
Horvath ha consegnato al tribunale documenti che indicano che le richieste
ungheresi tendono solo a nascondere le accuse alla polizia. Ci sono inoltre
nuovi documenti che suggeriscono che l'Ungheria ha chiesto l'estradizione per
accuse mai poste.
La famiglia ora prega Nicholson di terminare il processo di estradizione.
"Ho ancora incubi dove la polizia picchia la mia famiglia," Ha scritto Adam
al ministero, ricordando il disegno che fece quattro anni fa dove un poliziotto
rideva mentre picchiava suo padre.
"Sarò disperato per il resto della mia vita se dovrà andare."
Un portavoce del Dipartimento di Giustizia dice che Nicholson non avrebbe
commentato.
I Rom sono stati spesso perseguitati in Europa, con decine di migliaia di
loro morti per mano dei nazisti.
Sia il Dipartimento di Stato USA che Amnesty International hanno notato che i
Rom affrontano maltrattamenti e persino torture per mano della polizia o dei
razzisti.
Poulton, che ha denominato il rischio di danno al suo cliente in Ungheria
"estremamente acuto," ha detto che è preoccupato per la famiglia.
Take Action: Stop Mr. Horvath's Forced Removal to Persecution and Cruel
Treatment
1. Call and write Justice Minister Rob Nicholson, ask how Canada can forcibly
return a person in need of protection to the country from which he needs
protection? Ask that the extradition of Adolf Horvath by halted. (613) 995-1547,
Fax: (613) 992-7910, nichor@parl.gc.ca, Nichor1@parl.gc.ca
2. Call and write Hungarian Embassy (613) 230-2717, PVastagh@kum.hu, FBanyai@kum.hu, LBakos@kum.hu, and Consulate of Hungary,
hungarian.consulate@bellnet.ca (416) 923-8981.
Politely ask that they communicate to their government your desire to see them
drop the extradition against Adolf Horvath, especially since the two
complainants in the case against Mr. Horvath recanted their evidence, saying
they only made the allegations under police pressure. PLEASE leave a message if
you get the answering machine.
Embassy of the Republic of Hungary
299 Waverley Street, Ottawa, Ontario K2P 0V9
Tel.: (613) 230-2717
Fax: (613) 230-7560
Consulate General of the Republic of Hungary in Toronto
425 Bloor Street East., Suite 501, Toronto, Ontario M4W 3R4
Tel.: (416) 923-8981
Fax: (416) 923-2732
hungarian.consulate@bellnet.ca
Calgary
Honorary consul: Mr. Arthur Szabo
400, 1111 - 11th Avenue SW , Calgary, Alberta, T2R 0G5
Tel.: (403) 229-1111/ # 313
Fax: (403) 245-0569
huconsul@mac.com
Vancouver – Honorary Consulate General
Honorary consul general: Mr. André Molnár
1770 West 7th Ave. Suite 412, Vancouver, BC V6E4P5
Tel: (604) 730-7321
Fax: (604) 730-7339
Vancouver
Honorary consul: Mr. Zoltan Vass
Suite 310 - 885 Dunsmuir Street, Vancouver, BC, V6C, 1N5
Tel: (1) (604) 909-3750
Fax: (1) (604) 608-1027
E-mail: zvass@tradingpostfinancial.com
Winnipeg – Honorary Consulate
Honorary consul: Mr. Thomas Frohlinger
Suite 301, 204 Kennedy Street, Winnipeg, Manitoba R3C 1T1
Telephone: (204) 956-0490;
Fax: (204) 947-3747
frohlinger@pkf-law.com
Di Sucar Drom (del 01/05/2008 @ 11:01:32, in blog, visitato 1839 volte)
Alba (CN), abbattute tre casette in via di edificazione
Ruspe in azione al “campo nomadi” di Alba il 24 aprile 2008 con Carabinieri e
Polizia Municipale per demolire tre piccole casette, in via di edificazione ad
opera dei componenti di tre famiglie sin...
Assisi (PG), è vietato chiedere l'elemosina
È la città santificata dall'apostolo della povertà, ma Francesco mica era un
accattone. Assisi è serafica, però s'arrabbia se dietro la mano tesa a chiedere
elemosina scorge il professionismo della mendicità. E poi i bivacchi, brutto
spettacolo sulle scalinate s...
Berlusconi: più poteri al Sindaco di Roma
Berlusconi a pochi giorni dall’insediamento a Palazzo Chigi parla di Roma e
naturalmente dei “campi nomadi”, contestando implicitamente al centro-sinistra
romano di aver speso troppi soldi per i Rom, contro i pochissimi soldi per
l’emergenza abitativa dei ro...
Torino, desolazione e violenza in un "campo nomadi"
Avanza a passo d’uomo l’autobus, facendo lo slalom tra le buche di uno sterrato.
Le donne e i bambini s’affacciano dai finestrini del bus, un cenno con la mano,
un’occhiata alla baracca ormai disabitata. I poliziotti, in assetto
antisommossa, se ne stanno appoggiati alle porte, pronti ad intervenire in ...
Verona, Tosi: i "nomadi" sono pericolosi
Flavio Tosi, neo deputato e Sindaco di Verona, è stato intervistato da La
Padania che ha pubblicato l’intervista il 25 aprile scorso. Naturalmente il tema
è l’immigrazione e in particolare i “nomad...
I Rom pagano sempre più degli altri Cittadini
Erano appena arrivati in via Giovanni Verga quando i carabinieri hanno ordinato
lo sgombero. È durata una notte appena la permanenza a Montesilvano (PE) di
alcune famiglie rom residenti ad Appignano del Tronto, legati da stretta
parentela a Marco Ahmetovic, ...
Roma, trionfa Alemanno
Terremoto a Roma, trionfa Alemanno. Basterebbe partire da qui, dal titolo scelto
dai principali giornali italiani per annunciare la vittoria di Gianni Alemanno.
Le parole non sono mai casuali, esprimo...
Roma, Alemanno si prepara a cacciare da Roma tutti i "nomadi", compresi i
Cittadini Italiani
«Volete sapere come sarà la mia Roma? Sarà una città più sicura, più
partecipata, con più rispetto per i cittadini. Sarà una città con più sviluppo,
con più socialità e tutele per i diritti di tutti. E sarà una grande capitale
europea e mediterranea. I miei primi tre impe...
Una ventata razzista e forcaiola attraversa l'Italia
Sono francamente ammirato dall' impassibilità con la quale tanti commentatori
analizzano i flussi elettorali, esaltano la radicale semplificazione del sistema
parlamentare, assumono la Lega come riferimento, si chiedono se siamo entrati
nella Terza Repubbli...
Opera (MI), Ettore Fusco commenta il suo successo elettorale
Quella notte, il 21 dicembre 2006, Ettore Fusco (38 anni, leghista) si mise a
capo di una manifestazione popolare contro il “campo nomadi” provvisorio di
Opera, allestito dalla Protezione Civile. In quella notte tragica presero fuoco
anche alcune ten...
Una sfida per le associazioni sinte e rom
Il risultato elettorale italiano è desolante perché sono uscite vincitrici tutte
quelle forze politiche, sia di centro-sinistra ma soprattutto di centro-destra,
capaci di mischiare populismo e retorica razzista. Ce...
Di Fabrizio (del 02/05/2008 @ 09:12:02, in Europa, visitato 1943 volte)
Da
Roma_Daily_News
30 Aprile 2008 - In una lettera (qui la
traduzione in romanes in formato .doc) inviata ai membri della delegazione
del Parlamento Europeo per le relazioni con i paesi del sud-est Europa, le OnG
rom hanno espresso il loro disappunto sulla recente visita della delegazione in
Kosovo. Il gruppo formato da Romano Them, Forum del Kosovo per gli
Askali ed Egizi e Durmish Aslano dice di provare grande
disappunto perché la delegazione non ha trovato il tempo di incontrare i
rappresentanti delle organizzazioni della società vivile rom.
Le OnG ricordano che la comunità rom in Kosovo è diventata il più grave danno
collaterale nel conflitto del Kosovo, e che continuano la discriminazione ele
violazioni dei diritti umani contro i Rom e gruppi similari. Quindi, le OnG si
lamentano della mancanza di rapporto da parte della comunità internazionale
verso i Rom e gruppi similari, puntualizzando che non sono stati inclusi nei
processi di negoziazione.
Nella loro lettera, le OnG contestano la dichiarazione della delegazione
secondo cui la nuova costituzione è un modello in termini di protezione dei
diritti delle minoranze. In riferimento ai commenti sottoposti da Romano Them
e altre OnG nel contesto della consultazione pubblica circa la costituzione,
puntualizzano che la maggior parte delle salvaguardie incluse nella costituzione
per la protezione delle minoranze si svuoteranno nel caso dei Rom, dato che già
oggi i diritti esistenti, come quello di ricevere educazione nella madrelingua,
non sono rispettati nel caso della comunità Rom.
Sottolineano che la comunità rom in Kosovo è oggi troppo indebolita e troppo
esposta per proteggere effettivamente i propri diritti, ed invitano la
delegazione del Parlamento Europeo al dialogo su come preservare i diritti della
comunità Rom in Kosovo.
Romano Them
See also:
EP: Back from Kosovo, Pack calls for reconciliation on ground (PR, 21.04.08)
EP: EP delegation to Kosovo welcomes new constitution (PR. 21.04.08)
Di Fabrizio (del 03/05/2008 @ 08:42:23, in casa, visitato 2296 volte)
Da
British_Roma - USTIBEN REPORT
Stanno demolendo Sulukule, il più antico quartiere rom in Turchia, e
deportando la cosiddetta "armata del diavolo" dall'Italia. Ma in mezzo a questa
deriva anti-zigana in Europa, la bandiera sventola ancora sopra
Dale Farm, il villaggio dei Viaggianti che rifiuta di morire.
Mentre un elicottero della polizia lo sorvola minaccioso, questa settimana
gli operai si affrettano a completare la costruzione del nuovo centro
comunitario del villaggio. Aprirà ufficialmente sabato 3 maggio.
Il centro è stato fondato dall'Essex County Council, che vorrebbe che il
consiglio di Basildon terminasse la sua politica anti-Viaggianti. D'altra
parte, il leader tory Malcolm Buckley ha tagliato i suoi legami con Consiglio
dell'Essex sull'Uguaglianza Razziale, sponsor di attività per la gioventù ed
altre iniziative che avranno luogo nell'edificio.
Lord Avebury, membro dell'UK All-Party Parliamentary Group sulla Traveller
Law Reform, taglierà il nastro alla cerimonia inaugurale. L'architetto
dell'originale Caravan Sites Act, da tempo si muove per la promozione dei
350.000 Nomadi e Viaggianti britannici.
"Speriamo che Buckley possa vedere il lato positivo di quanto stiamo facendo"
dice Richard Sheridan, presidente del Gypsy Council. "I nostri giovani
beneficeranno dei programmi del centro."
Intitolato a san Cristoforo, il santo patrono dei Viaggianti, Sheridan dice
che l'edificio sarà benedetto durante il fine settimana dal rete della
parrocchia ed usato come cappella dai residenti cattolici.
ASPETTANDO IL VERDETTO
Esaminato da due segretari di stato, il soggetto di tre inchieste pubbliche
sta ancora aspettando il verdetto di un giudice dell'Alta Corte, Dale Farm ha
mostrato una resistenza che sorprende persino i suoi amici.
In pochi credevano che Dale Farm potesse sopravvivere con sulla testa cinque
milioni si euro spesi negli ultimi tre anni per la sua demolizione. Per la
verità alcuni, particolarmente il Traveller Education Service, sembra aver
abbandonato i ragazzi in età della scuola secondaria. Molti di loro sono rimasti
senza scuole da frequentare.
Ma il termine è arrivato per questa comunità ed il suo centro. Uno dei primi
corsi offerti per i giovani sarà di informatica di base.
Di Sucar Drom (del 04/05/2008 @ 13:19:26, in blog, visitato 2048 volte)
Milano, la presentazione del libro di Marco Impagliazzo
Lunedì 5 maggio, alle ore 18, presso la Fondazione Lazzati in Largo Corsia dei
Servi 4 a Milano, la Comunità di Sant'Egidio organizza la presentazione del
libro "Il caso zingari", a cura di Marco ...
Gambolò (PV), il nuovo Sindaco vuole fare un referendum sul "campo nomadi"
Ribaltone in Comune: col nuovo sindaco Elena Nai, 37 anni, avvocato, il
centrodestra passa dall’opposizione in maggioranza. E batte col 50,3% dei voti
il centrosinistra del sindaco uscente Francesco Marinone che ha avuto il 39,8, e
tutti i 5 seggi di minoranza. Neanche un seggio per il consigliere uscente
Luciano Saino ...
E se il "politically correct" creasse solo ulteriori barriere?
Il mondo sempre più “politically correct” delle grandi multinazionali americane
serve davvero a garantire le donne e le minoranze di un equo trattamento e
possibilità di carriera?...
Lucca, le famiglie rom raccontano il maxicontrollo
Secondo quanto riportato dalle forze dell’ordine, che hanno operato il maxi
controllo al campo di via delle Tagliate, l’operazione non è stata accolta con
ostilità, complice forse l’invito a bere...
Sgomberi & sgomberi...
Godeva (TV), sgombero di un “campo nomadi”. Ieri pomeriggio i Carabinieri di
Conegliano e la Polizia Locale di Godega hanno fatto sgombrare cinque camper di
“nomadi” che si erano fermati nella zo...
Lucca, "democracia" filma la demolizione di un "campo nomadi"
Prometeogalley di Milano cresce e apre una seconda sede espositiva a Lucca. La
direttrice, Ida Pisani, celebra il ritorno nella cittadina toscana -dove sei
anni fa aveva iniziato la sua attività espositiva e culturale- presentando, per
la prima volta in Italia, una mostra personale del collettivo spagnolo Demo...
Ricevo da Roberto Malini
L'assessore Dolores Madaro, che ha portato a Napoli la ragazzina prodigio,
salvandola dalla persecuzione: "Rebecca esprime l'anima del popolo Rom". Il
Gruppo EveryOne: "Un talento che ci ricorda quello del grande artista Otto
Mueller. Un simbolo contro il razzismo". Genova e Napoli si stringono intorno a
Rebecca e propongono nuovi progetti di integrazione per i Rom in Italia. La
premiazione al Teatro Verdi, nel corso della Giornata Shakerata.
Domani, 6 maggio, si terrà a Genova la IV edizione del Concorso interculturale
sulla creatività espressiva “Caffè Shakerato”, promosso dall’Istituto
Alberghiero Nino Bergese di Genova “Scuola Ambasciatrice di Buona Volontà
UNICEF” in sinergia con il Comune di Genova e l'UNICEF. Il Concorso
internazionale ha coinvolto migliaia studenti di Istituti di ogni ordine e grado
e ha visto la partecipazione di ben 15 scuole genovesi e liguri, dell’asilo
Interetnico Oasis, della Scuola Laboratorio di ricerca e sperimentazione
teatrale del Teatro delle Nuvole, del Gruppo EveryOne, del Carcere maschile di
Marassi – sezione a custodia attenuata, del circolo Arci “8 marzo” e anche di
realtà di altre regioni italiane. Il Tema del concorso, articolato nelle sezioni
pittura, video, poesia e prosa è la “Distanza”. La giuria ha assegnato il Premio
UNICEF 2008, riservato alle arti plastiche, alla dodicenne Rom romena Rebecca
Covaciu, che ha presentato la serie di opere grafiche "...e per tetto le
nuvole". La ragazzina, che è seguita dal Gruppo EveryOne, è stata recentemente
adottata dal Comune di Napoli, per volontà dell'Assessore alla Memoria Dolores
Madaro, che da anni si impegna per la comunità Rom partenopea, dopo aver
raccolto l'eredità di Anna Maria Cirillo, la "Nanà dei nomadi", indimenticata
presidentessa di Opera Nomadi scomparsa nel 2003. "Rebecca Covaciu possiede un
talento straordinario," dichiarano i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini,
Matteo Pegoraro e Dario Picciau, "un talento che ha sviluppato senza insegnanti,
disegnando e dipingendo all'interno di baracche, case abbandonate o sotto i
ponti, dove tante volte la sua famiglia è stata costretta a rifugiarsi,
perseguitata da razzismo e politiche intolleranti. Quando l'assessore Dolores
Madaro ha conosciuto il suo caso, ha voluto togliere la famiglia da una
condizione tragica, accogliendola immediatamente a Napoli, dove Opera Nomadi, il
Centro Lima e la Protezione civile vegliano su di loro. Rebecca adora luci e
colori e la sua arte trasmette speranza. Ricorda, sotto certi aspetti, l'opera
di un grande pittore Rom del primo '900: Otto Mueller". L'assessore Dolores
Madaro accompagnerà Rebecca a Genova, dove la giovanissima pittrice riceverà il
prestigioso riconoscimento. "E' una ragazzina speciale, intelligente, intuitiva,
piena di talento" commenta Dolores Madaro. "E' importante che la giuria abbia
deciso di premiarla, perché Rebecca è la dimostrazione del contributo culturale
e artistico che i Rom hanno offerto all'Europa attraverso i secoli, nonostante
la lunga persecuzione cui sono stati e sono tuttora sottoposti". Il Gruppo
EveryOne, insieme a Dolores Madaro e alle associazioni che si occupano della
comunità Rom di Napoli, presenterà nei prossimi giorni all'Unione europea il
"Progetto Romanesia - dai campi di qualità alle aree abitative permanenti", per
consentire ai Rom di Napoli di vivere in condizioni migliori, punto di partenza
per la loro integrazione positiva. Napoli è città di accoglienza, ma servono
risorse per trasformare i piani di integrazione in una realtà che possa servire
di esempio all'Italia intera. Non è un caso che la premiazione di Rebecca
avvenga a Genova, che è un'altra città impegnata a sostituire la politica della
persecuzione a quella dell'integrazione effettiva. La premiazione di Rebecca
Covaciu avverrà all'interno dell'iniziativa "Una Giornata Shakerata" - che si
svolgerà presso il Teatro Verdi, a partire dalle 9.30 - presentata da Davide
Mancini, alla presenza di autorità politiche, culturali e scolastiche.
info@everyonegroup.com
www.everyonegroup.com
www.annesdoor.com
Di Fabrizio (del 06/05/2008 @ 15:47:12, in Regole, visitato 2070 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Belgrado, 06 Maggio 2008 – "Inclusione Sociale ed Accesso ai
Diritti Umani di Rom, Askali ed Egizi nei Balcani Occidentali" è il titolo di un
progetto UNHCR finanziato dall'Unione Europea e lanciato in Serbia in
collaborazione con l'UNICEF e PRAXIS col supporto del Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali, il Segretariato Rom all'Agenzia per i Diritti Umani
delle Minoranze, il Centro delle Risorse Umane e l'OCSE. Lo scopo principale del
progetto è la registrazione gratuita nei registri civili di nascita, e la
susseguente registrazione ed assistenza legale a domicilio per i Rom dispersi
dal Kosovo, quelli rimpatriati dall'Europa Occidentale e tutti i Rom attualmente
non registrati.
La mancanza di documenti personali è uno dei più gravi problemi
nei Balcani Occidentali - conseguenza dei turbolenti anni '90. Questo problema
si è aggravato ulteriormente nella fine degli anni '90, con l'arrivo dei
dispersi dal Kosovo, dove molti dei registri pubblici erano stati danneggiati o
distrutti. Questo problema affligge direttamente la popolazione Rom a causa
delle frequenti migrazioni, povertà e marginalizzazione - la mancanza di
documenti impedisce la piena interazione nella comunità locale e l'accesso ai
basici diritti civili.
Secondo le stime vivono in Serbia dai 100.000 ai 500.000 Rom. Di
questi, 23.000 sono ufficialmente registrati dispersi interni (IDP) dal Kosovo.
Un significativo numero di loro, a causa della mancanza di documenti , non è in
grado di esercitare i propri diritti basici nel campo della sanità,
dell'istruzione e del lavoro.
Uno degli obiettivi del progetto è una campagna di informazione
pubblica sul bisogno e sul significato della registrazione alla nascita.
L'obiettivo è anche di sottolineare l'importanza dei documenti nell'accesso ai
diritti economici e sociali di base. Questa campagna di informazione è rivolta
alla popolazione rom ed ai rappresentanti locali e nazionali. Il progetto durerà
18 mesi e coprirà 20 municipalità dove sono stati identificati i bisogni dei
cittadini rom per questa forma di assistenza.
La locale OnG PRAXIS, partner di lungo termine dell'UNHCR, si
incaricherà di fornire aiuto legale e di fornire i documenti necessari.
"La repubblica di Serbia ha preso una serie di impegni
all'interno del Decennio dei Rom, di cui la Serbia assumerà la presidenza a
giugno. L'Obiettivo nazionale di Sviluppo del Millennio e la Strategia di
Riduzione della Povertà rappresentano le basi per risolvere i problemi di molti
gruppi marginalizzati. Con questo progetto, l'UNHCR si unisce agli sforzi del
governo per alleviare le posizioni dei Rom - la categoria più vulnerabile della
popolazione serba" dice Lennart Kotsalainen, rappresentante dell'UNHCR in
Serbia.
"Ogni bambino ha il diritto ad un nome ed alla nazionalità ed il
diritto alla protezione dall'essere deprivato della propria identità. La
registrazione alla nascita è fondamentale per assicurare questi diritti. Il
bambino che non è registrato alla nascita corre il rischio di essere tagliato
fuori dalla società. Per questo l'UNICEF in coordinamento con l'UNHCR ha
lanciato il progetto "Registrazione Universale alla Nascita in Serbia". Il
progetto contribuirà ad una visione a lungo termine ed all'impegno del governo
Serbo, che è di ottenere la registrazione alla nascita e l'accesso ai servizi
universali." ha detto Maria Luisa Fornara, deputato UNICEF per la Serbia.
Di Fabrizio (del 07/05/2008 @ 09:23:30, in media, visitato 2048 volte)
Da
Roma_Daily_News
Budapest, 6 maggio 2008: In Trappola - la Storia Dimenticata dei Rom di
Mitrovica
è stato nominato al Festival della Televisione 2008 di Monte Carlo come miglior
documentario.
Il 10° episodio di Mundo Romani, la serie co-prodotta dalla Fondazione
Romedia e Duna Television Ungherese che esplora la vita dei Rom nel mondo, sarà
proiettato come miglior documentario al prestigioso Festival della Televisione
di Monte Carlo a giugno.
Il documentario è stato girato tra agosto e dicembre 2007 a Mitrovica, ai
confini tra il Kosovo albanese e serbo e trasmesso il 2 febbraio 2008 da Duna
Television. Mentre il mondo si focalizza sul nuovo paese europeo, il film
presenta la storia dimenticata della seconda più vasta minoranza del Kosovo, i
Rom. Dopo che le loro case e vite furono distrutte dal ritorno degli estremisti
Albanesi nel 1999, circa un migliaio di Rom, la maggior parte bambini, sono
rimasti intrappolati tra i
rifiuti tossici del più grande complesso minerario della ex Jugoslavia. In
periodi di tensioni inter-etniche crescenti nel ribollire delle guerre
balcaniche, Mundo Romani da voce a chi non ne ha e rivela la storia shoccante
del più grande disastro ecologico dell'Europa moderna.
Il film è dedicato alla memoria dei 28 uomini, donne e bambini morti a
causa dell'avvelenamento da metalli nei campi di Mitrovica.
The Romedia Foundation and Duna Television Hungary present
A film by Katalin Bársony
Editor-in-chief, reporter
Katalin Bársony
Cinematography
Sándor Cs. Nagy
Nándor Hevesi
István Komár
József Nagy-Bozsóky
Translation
Gyula Vamosi
Editor
Péter Kohut
Producer
Judit Ordódy
Agnes Daróczi
Line producer
Zsigmond Kemény
Sound
Balázs Balogh
István Perger Jr.
Expert
Ágnes Daróczi
Marion Kurucz
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