Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 04/10/2005 @ 05:40:16, in lavoro, visitato 1878 volte)
Da Alexandra Bojadzieva
Program Manager
Romano humanitarno khetanipe ki Republika Makedonija
- K H A M -, Tetovo
Sintesi dell'intervento effettuato all'incontro OCSE "Human Dimension Implementation Meeting"
a Varsavia, settembre 2005:
Ringraziamo per l'opportunità che ci è stata offerta di illustrare un
argomento come quello della disocuupazione tra i Rom, su cui la mia associazione
si batte da 8 anni.
Il nostro impegno è dovuto al considerare la questione
"occupazione" strategica per l'effettiva partecipazione dei Rom al
processo democratico in Macedonia. La disoccupazione nel nostro paese è estesa
alle diverse comunità, sia maggioritarie che minoritarie; questo non toglie che
i Rom siano il gruppo più colpito dal fenomeno. Se gli indici sociali riportano
un preoccupante 40% di disoccupazione generale, ciò ha effetti deleteri nella
stabilità di tutto il paese. Ma tra i Rom il tasso ufficiale è del 70%.
Studi di settore (USAID Labour Market Review of Macedonia - Feb. 2005)
indicano chiaramente che alla base il numero dei Rom in cerca di impiego è
uguale a quello delle altre comunità, ma il tasso di occupazione è
drammaticamente distante.
Nella società macedone dove l'economia è fragile e instabile, i Rom pagano
il basso livello di scolarizzazione, e la discriminazione dei lavori non
specializzati, ma anche la scarsa conoscenza dei loro diritti, l'estesa povertà
e l'esclusione sociale. E' per questo che difficilmente hanno accesso ai
programmi statali di sviluppo economico.
In questo senso, ci sono sforzi per ridurre i divari esistenti, tanto da
parte statale che degli attori internazionali. Ma tutti questi tentativi sono
gestiti senza il coinvolgimento degli interessati (sia Rom che altre minoranze).
Di conseguenza, anche in questi casi si replicano situazioni di esclusione ed
emarginazione dei soggetti più deboli.
Noi chiediamo al Governo:
- Implementazione del Piano d'Azione sottoscritto in occasione del Decennio
dei Rom - in particolare l'introduzione di programmi specifici e urgenti
per la minoranza Rom.
- Aumentare l'accesso e la partecipazione nei programmi nazionali di
impiego.
Ai soggetti internazionali, con particolare riguardo verso l'Unione Europea:
- Monitorare la partecipazione dei soggetti interessati ai programmi di
sviluppo, perché non si replichino i gap esistenti.
- Che venga data priorità ai programmi indirizzati alla scolarizzazione e
all'occupazione dei Rom in Macedonia.
Di Fabrizio (del 31/10/2005 @ 00:33:35, in lavoro, visitato 2680 volte)
Ho notato, che nel vecchio blog
mi capitava spesso di scrivere di lavoro, ma che da qualche tempo latitano le
notizie.
Due recenti segnalazioni:
Da Sucar Drom:
Il Progetto di ricerca europeo, intitolato I Rom ed il sistema economico, si prefigge di studiare i meccanismi di inclusione/esclusione dei Rom e Sinti nel sistema economico ed educativo, e di rilevare eventuali iniziative finalizzate al loro inserimento formativo e lavorativo, nonché miranti a combattere ogni forma di discriminazione in tali percorsi specie nell’ambito di lavoro.
continua
da Romanian
Roma
BRAILA - La partnership tra il Gruppo Comunitario di
Iniziativa Rom, il comune e l'amministrazione distrettuale di Braila ha
permesso la nascita di un forno. Il progetto è stato finanziato dall'Unione
Europea per 52.000 EUR e si sviluppato negli ultimi 10 mesi.
Trattasi di forno da pane, che darà lavoro alla locale
comunità Rom e coinvolge anche le presenze nella campagne.
DIVERS
Infine, ricordo che altre opportunità sono presenti nella
borsa/mercato della Mahalla, LA
TIENDA, dove potete anche pubblicare gratuitamente i vostri annunci.
Sul resto, ci si aggiorna
Di Fabrizio (del 20/11/2005 @ 13:31:51, in lavoro, visitato 1907 volte)
Il servizio raccoglierà le denunce e le segnalazioni dei lavoratori edili
di Sara Trentini
Parte il 1° ottobre il NUMERO VERDE (800981800) gratuito per accogliere le denunce dei lavoratori, cercare di prevenire il continuo ripetersi di infortuni mortali e promuovere la regolarizzazione nei cantieri edili. E' la nuova iniziativa lanciata dalla Fillea Cgil, il sindacato delle costruzioni, contro il lavoro nero e gli infortuni in edilizia. Al Numero Verde (800981800) risponderà, dalle 12 alle 14 e dalle 16 alle 18 un Call Center che provvederà a dare risposte rapide e ad intervenire nel modo più opportuno. L'iniziativa risponde alla situazione di grave emergenza nella quale versa il settore delle costruzioni: ad oggi sono 169 le morti bianche in edilizia, lo stesso numero di vittime riscontrato nel 2003, mostrando come la piaga delle morti bianche non accenni a diminuire. Nella triste classifica degli infortuni mortali nei cantieri la nostra regione è al terzo posto, con 17 morti nel 2004.
"Molte sono le denunce che pervengono al sindacato - sottolinea il Segretario Generale della Fillea Cgil, Franco Martini - ma tante altre potrebbero aggiungersi rompendo il muro di ricatti e condizionamenti dietro il quale si cela il vasto esercito dei lavoratori in nero e clandestini. Anche per questo - continua Martini - il numero verde si offre come strumento di tutela in più per coloro che subiscono le peggiori condizioni di vita nei cantieri. Dietro ogni risposta che verrà dal numero verde, c’è un sindacato pronto ad intervenire per affrontare e risolvere i problemi concreti in cantiere e per affermare i diritti dei lavoratori, a partire da quello della sicurezza".
Per informazionihttp://www.filleacgil.it
Di Fabrizio (del 23/11/2005 @ 09:15:46, in lavoro, visitato 1945 volte)
CACAK - Mercoledì 16 novembre 16.37 - Sono comuni le discriminazioni tra i richiedenti lavoro che siano di etnia rom o disabili. Sasa Obradovic, direttore dell'Amministrazione Nazionale dell'Impiego di Cacak, dice che ciò può essere vero, anche se [invece] non sussistono discriminazioni di genere. "Le discriminazioni di genere non sono un problema a Cacak, dato che il 53% degli occupati è di sesso femminile e il 47% maschile, ma esistono discriminazioni verso i Rom e chi ha disabilità specifiche." Ha aggiunto che la sua amministrazione sta sviluppando un programma per l'impiego di persone disabili, che coinvolgerà tanto gli addetti dell'amministrazione che i datori di lavoro, con l'approntamento di spazi di lavoro specifici e il pagamento dell'80% dello stipendio alla persona disabile.
Di Fabrizio (del 30/11/2005 @ 05:06:42, in lavoro, visitato 3036 volte)
MIERCUREA CIUC - L'associazione etnoculturale "Concordia" della città di Balan, congiuntamente al municipio e al Gruppo Comunitario di Iniziativa dell'Etnia Rom, ha ottenuto un finanziamento Phare per la formazione professionale. Per sette mesi, 15 Rom tra i 18 e i 50 anni di età, frequenteranno un corso teorico-pratico per muratori e carpentieri. Nel periodo di formazione, lavoreranno come pre-salariati all'edificazione di un polo industriale a Miercurea Ciuc. Gli studenti verranno seguiti dall'Agenzia per l'Impiego di Harghita, perché alla fine del corso possano trovare un impiego. Robert Kovacs, di "Concordia", dice che i 15 Rom sono stati cooptati perché erano senza fonte di reddito e senza sbocchi professionali, causa la mancanza di formazione e le discrfiminazione nel mondo del lavoro. Il costo del progetto sarà di 15.000 Euro Fonte: Romanian_Roma
Di Fabrizio (del 02/12/2005 @ 15:11:35, in lavoro, visitato 2192 volte)
GALATI - Circa una ventina di mediatrici sanitarie di origine rom, in otto località nel distretto di Galati, hanno preso parte ad un corso di formazione sui metodi contraccettivi, organizzato dal Dipartimento di Sanità Pubblica (DSP). L'azione coinvolge anche i volontari della Croce Rossa nelle scuole superiori di "Sf.Maria", "Emil Racovita" e "Dimitrie Cuclin" di Galati. Fonte: Romanian_Roma
Di Fabrizio (del 18/12/2005 @ 11:58:32, in lavoro, visitato 1675 volte)
DROBETA-TURNU SEVERIN - L'Agenzia Distrettuale per il Lavoro e l'Impiego (AJOFM) della provincia di Mehedinti (Romania meridionale) ha dato inizio il 2 dicembre scorso a un programma di monitoraggio sui Rom senza lavoro. Nelle 10 comunità presenti nella provincia, che conterebbe 16.000 persone secondo stime non ufficiali, gli impiegati dell'agenzia valuteranno il loro status sociale e li coinvolgeranno in corsi di formazione a seconda delle richieste degli operatori economici locali. "Secondo i dati forniti dai municipi dell'area, il 35% dei Rom è in cerca di lavoro. Alcuni sindaci hanno richiesto sussidi che permetterebbero di creare da subito 180 posti di lavoro, ma questo rimane insuffiuciente rispetto alla domanda di Mehedinti", secondo il direttore di AJOFM, Gheorghe Clement. L'agenzia ha intanto individuato 100 posti vacanti o intende assegnarli tramite 12 corsi brevi di formazione. Fonte: Romanian_Roma
Di Fabrizio (del 20/12/2005 @ 14:55:15, in lavoro, visitato 4465 volte)
Un argomento già trattato in un vecchio post, che mischiava cantieri, campi di calcio e campi sosta. Vite da Cantiere.Nuovi schiavi e caporali a Milano e in Lombardia nel Millennio della globalizzazione.di Luigi Lusenti e Paolo PinardiContributi di don Luigi Ciotti, Franco De Alessandri, Guglielmo Epifani e Franco MartiniEdizioni Comedit 2000 - euro 13,00E’ la nuova pubblicazione di Comedit 2000, la piccola casa editrice milanese che fa dell’indagine sociale e della conoscenza del territorio il presupposto della propria militanza. Insieme agli amici dell’Arci e di Libera e della rivista il ponte della Lombardia, promotori della Carovana Antimafie, e ai sindacalisti della Fillea Cgil della Lombardia si è voluto approfondire e far conoscere all’intera città la realtà del cantiere edile, paradigma nel suo sfruttamento e nella sua precarizzazione del lavoro di oggi e della società globalizzata. In alcune piazze di Milano alle sei del mattino era possibile incrociare decine se non centinaia di ragazzi e adulti marocchini o egiziani, rumeni o albanesi, in attesa del caporale che dopo veloce contrattazione smistava il suo carico umano in uno dei tanti cantieri della nostra città e regione; ora, dopo diverse denunce e iniziative sopratutto dei sindacalisti e della Carovana Antimafie, il mercato delle braccia è diventato più sotterraneo, ma non meno efficace. Del resto questo dell’edilizia è uno dei pochi settori trainanti di questa economia in declino: grandi infrastrutture come la Tav o la nuova Fiera, il recupero delle aree dismesse come il Portello o l’Innocenti, i piccole e medi cantieri di una politica urbanistica milanese e lombarda a dir poco sfrenata per cui si costruisce dappertutto sotto (i box) e sopra (mansarde); l’importante è dar fiato alla bolla speculativa del mattone, poi si vedrà. E allora perchè stupirsi se delle persone, spesso senza permesso di soggiorno, vengono reclutati a 3 euro all’ora con il caporale che spesso ne trattiene più della metà, se nei nostri cantieri si raggiungono percentuali di lavoro nero pari al 40% e in alcuni casi oltre la metà; buona parte di questa città rischia di essere un cantiere precarizzato che oggi c’è e domani non si sa: i giovani dei call center, i lavoratori dei centri commerciali e di molti servizi o agenzie, le migliaia di co.co.co e dei nuovi rapporti di lavoro della legge 30 perfino tantissime partite Iva. Perchè stupirsi se dei ragazzi vengono sbattuti nei cantieri, senza formazione e senza nessuna misura di sicurezza: siamo il paese con la più alta percentuale di incidenti sul lavoro; situazioni assurde come il simulare incidenti stradali o risse tra marocchini, quando si verificano gravi e spesso mortali infortuni nei cantieri periferici, sono meno rari di quel che si pensa; in quelli più grandi e importanti si ha la fortuna di un immediato soccorso e di un commento sui giornali del giorno dopo. Queste vite da cantiere sono raccontate nel libro; il mercato delle braccia, l’infiltrazione delle varie mafie è documentato da semplici lavoratori, sindacalisti, magistrati e associazioni. Le classi dirigenti, i ceti politici di Milano e Lombardia nelle varie consultazioni elettorali, primarie comprese, farebbero bene ad interrogarsi del perchè siamo giunti a questo punto e se non è il caso di fermarsi e invertire la rotta. *************************************************************** Anzichè tenere i tuoi libri fermi e inutilizzati, falli circolare! rendili utili ! Abbiamo bisogno, soprattutto oggi, di tutte le sapienze e culture possibili Rivolgiti a noi, ilponte.it via delle leghe 5 - Milano MM1 Pasteur - tram 1 via Venini tel. 02.28.22.415 - fax 02.28.22.423
Di Fabrizio (del 28/12/2005 @ 10:36:12, in lavoro, visitato 2128 volte)
"Le voci sulla nostra integrazione sono largamente esagerate"
Di: Deyan Kolev - fonte Bulgarian_Roma
Un terzo dei Rom non ha esperienza lavorativa, intendo non ha mai lavorato con contratto a tempo indeterminato. Questi alcuni dei risultati di una ricerca condotta dal Centro Amalipe sui dati dell'Agenzia per le analisi sociali, l'UNPD e la Banca Mondiale. Il 66,1% dei Rom che non hanno mai avuto un lavoro sono donne. Sono dati "shoccanti" se comparati a tutti i rapporti sulle iniziative governative "di successo" per l'integrazione dei Rom e l'uguaglianza di genere.
Cosa significa? parafrasando Mark Twain, che le voci sull'integrazione dei Rom sono state largamente esagerate. Questi dati, riportati con alcuni errori da diversi giornali, necessitano di alcuni chiarimenti.
Per iniziare, la maggior parte di questo terzo di Rom che non ha mai avuto un lavoro sicuro, vuole lavorare legalmente! La stesa ricerca mostra che il 90% dei Rom preferisce un lavoro permanente al vivere di assistenza sociale.. Quindi non è serio motivare l'alta percentuale di Rom disoccupati con la semplice poca voglia di lavorare o "pigrizia innata". Sono spiegazioni facili, ben accette all'orecchio di un vasto pubblico, in ogni caso non riflettono la realtà e la ricerca lo dimostra chiaramente. Nella cultura patriarcale rom il lavoro e la diligenza sono valori esattamente come nella cultura patriarcale bulgara: non potrebbe essere differentemente, visto che i Rom si sono sempre guadagnati da vivere nei secoli con lavori tradizionalmente artigiani, spesso i più duri e più sporchi.
Secondo: la mancanza di scolarizzazione non può essere l'unico fattore motivante di una così alta percentuale di mancanza di esperienza lavorativa. Senza dubbio, la scuola è un fattore importante (non è una coincidenza che il 64% di chi non ha mai trovato lavoro no ha terminato l'8° grado!), ma questo non è il solo dato rilevante. Ancora più sorprendente il secondo fattore: più del 98% di questo gruppo ha meno di 39 anni! E' la generazione entrata in età lavorativa dopo i cambiamenti del 1989. I Rom "del periodo socialista" senza lavoro, sono soltanto l'1,6%. Insomma, la società bulgara democratica del XXI secolo, esclude di più di quella totalitaria del XX secolo! Le ragioni possono essere...
Terzo: la disoccupazione è un chiaro sintomo del gap di sviluppo tra le diverse regioni e i differenti tipi di insediamento - un problema che non ha basi etniche. Circa l'80% dei Rom disoccupati vive in villaggi e piccole città. La liquidazione dell'agricoltura cooperativa socialista dove molti di loro erano occupati, li ha lasciati senza altri sbocchi nel mercato del lavoro. Le stesse ragioni valgono anche per i Bulgari delle medesime aree (non nella stessa percentuale). La transizione ha completato ciò che già si sta va sviluppando nell'ultimo periodo del comunismo: la marginalizzazione dei villaggi e dei piccoli insediamenti dalla vita economica reale.
Last but not least, occorre grande attenzione alla discrepanza di genere nell'impiego tra i Rom. Due terzi tra la i Rom mai attivi sono donne. Una ragione risiede nel conservatorismo della comunità e nel ruolo che tradizionalmente viene riservato alle donne. E' un problema che non va sottaciuto, magari rifugiandosi nella strenua difesa della tradizione. Se la tradizione è quella che preserva il senso della comunità, deve comunque adattarsi all'attualità, senza arrestare lo sviluppo di quel 56% di comunità che è costituito da donne.
Se un terzo dei Rom non ha accesso al mercato del lavoro, non è un problema della sola comunità. I numeri stupiscono perché mpostrano sembra ombra di dubbio che la Bulgaria è percorsa da buchi neri di cosmica ineguaglianza tra i differenti gruppi sociali, etnici, persino generazionali. Chiudere gli occhi è un modo per cadere dentro questi stessi buchi.
Di Fabrizio (del 11/01/2006 @ 10:31:54, in lavoro, visitato 2383 volte)
Da Radio Praha
Nuovo sistema di controllo per raccogliere dati sulla comunità rom
[05-01-2006] By Rob Cameron
La Repubblica Ceca conta una vasta minoranza rom, che vive ai margini della società. Ma è sempre stato problematico calcolare le stime su questa minoranza, come problematiche sono sempre state le misure governative per affrontare la loro marginalità sociale. In settimana il governo ha annunciato una serie di piani per compilare schemi anonimi che possano rendere il quadro della situazione. Rob Cameron ha chiesto il perché di questo schema a Czeslaw Walek, capo del Consiglio Governativo per le Tematiche Rom.
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"Vorrei dire, che la risposta è ovvia: per controllare quanto abbiano effetto le misure che il governo sta sviluppando per aiutare quelle fasce di Rom socialmente escluse, per controllare come vengono spesi i soldi in questo campo e sapere se ci sono effettivi miglioramenti nelle comunità interessate.”
Quindi, per fare un esempio, se qualcuno con l'aspetto apparentemente rom, si presenta all'Ufficio di Collocamento per cercare lavoro, lì troverà un incaricato che metterà una croce sulla casella “Rom”. Funziona così?
"Assolutamente no! Le uniche informazioni le raccoglieremo per scopi sociologici. Dipende dal tipo di ricerca, di solito si svolgono tramite questionari o interviste di massa. I dati dell'Ufficio Statistico sono ufficiali, dal censimento. Le informazioni provenienti da altre istituzioni, come i ministeri, sono soprattutto riguardo schemi e piani di lavoro.”
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Czeslaw Walek, photo: www.romea.cz
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Ciononostante, durante l'ultimo censimento soltanto in 11.000 si sono dichiarati Rom, mentre è appurato che nel paese ce ne sono 200/300.000. Non avrete problemi nel raccogliere informazioni dettagliate?
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"Direi di sì, è per questo che vogliamo combinare queste tre diverse ricerche. Se mi basassi sui soli dati dell'Ufficio Statistico, è chiaro che non sarebbero sufficienti. Quindi li leggiamo in aggiunta alle ricerche sociologiche, che verranno svolte a livello nazionale.”
Qualcuno vedrà con ostilità un simile schema, forte dei ricordi di uno spiacevole passato, come la raccolta di dati sugli Ebrei nell'anteguerra.
"Sì, può essere, ma il fatto è che abbiamo bisogno di monitorare l'efficacia delle misure e delle somme spese per la comunità rom, questa è la prima cosa. Secondariamente, se svolgeremo una buona campagna informativa, soprattutto tra i Rom, per spiegare cosa stiamo facendo, credo che causeremo meno controversie di quanto si potrebbe ritenere.”
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