Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
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Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 29/10/2007 @ 09:00:10, in media, visitato 2429 volte)

OPERA GAGIA
Prosegue il ciclo “Contro l’identità contro” con un docu-film sulla vicenda dei rom a Opera
Martedì 30 ottobre 2007, ore 21


Auditorium San Fedele
Via Hoepli 3/B – Milano
Martedì 30 ottobre Popoli organizza una serata tutta dedicata alla cultura rom con la proiezione del documentario Opera Gagia di Antonio Bocola (regista di Fame Chimica). Il documentario racconta l’arrivo di un gruppo di rom, nel dicembre 2006, nel comune di Opera e le reazioni della popolazione. La proiezione del video, prodotto dalla Provincia di Milano, sarà seguita da un dibattito con la partecipazione dello stesso regista, di Tommaso Vitale, docente di Sociologia nell’Univeristà di Milano-Bicocca, di esponenti della Caritas Ambrosiana, della Casa della Carità, della Comunità di Sant’Egidio, dell’Opera Nomadi e rappresentanti delle comunità rom di Milano.
L’evento, realizzato in collaborazione con il mensile di ricerca e intervento sociale Aggiornamenti Sociali, avrà luogo nell’Auditorium San Fedele, in via Hoepli 3/B, a Milano. La serata è a ingresso libero.
L’iniziativa è il secondo appuntamento del ciclo di incontri che Popoli, il mensile internazionale dei gesuiti, propone con l’obiettivo di incontrare e conoscere le diverse culture presenti sul nostro territorio. Lo scopo è andare oltre la frequente strumentalizzazione del concetto di identità, usato per giustificare arroccamenti e chiusure. “Contro l’identità contro”, questo il titolo della serie di serate, rifiuta questo approccio e intende invece promuovere una “identità aperta”: aperta a conoscere, riflettere, con-vivere.
Il ciclo si è aperto con lo spettacolo di “cabaretnico” Strangers in the night, realizzato dagli attori stranieri del laboratorio di Zelig Cabaret, e si concluderà mercoledì 7 novembre con una tavola rotonda dedicata all’incontro-scontro tra Occidente e Islam. Gli eventi hanno il contributo della Provincia di Milano e di Banca Etica e il patrocinio della Regione Lombardia.
Milano, 25 ottobre 2007

Per informazioni:
Popoli 02.86.352.1
ufficiostampa@popoli.info - www.popoli.info

Marta Zanella
Ufficio stampa Popoli e Aggiornamenti Sociali
02.86.352.583

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Di Fabrizio (del 29/10/2007 @ 21:58:08, in Italia, visitato 2561 volte)

Ricevo da Dijana Pavlovic


PRIMI IMPORTANTI RISULTATI DEL DIGIUNO PER I BAMBINI ROM
DOMANI, MARTEDÌ 30 OTTOBRE, LA PROTESTA CONTINUA. I DIGIUNANTI INCONTRERANNO DAVANTI A PALAZZO MARINO IL SEGRETARIO GENERALE CGIL ONORIO ROSATI.

Venerdì scorso, 26 ottobre, abbiamo annunciato alla stampa l’iniziativa del digiuno per i bambini Rom Silvia, Adelina, Sincera, Decibal. I quattro bambini e la loro madre Simona dal venerdì precedente, 19 ottobre, erano stati espulsi dal dormitorio pubblico di viale Ortles, in quanto si erano assentati due giorni. Per la cronaca: si erano dovuti recare a Roma per trovare un parente malato.
Sabato 27 ottobre sia il “Corriere della Sera” sia “la Repubblica”, sia agenzie di stampa avevano dato notizia dell’iniziativa di protesta.
Lo stesso sabato la Casa della Carità, su richiesta dell’assessore Mariolina Moioli, ha deciso di accogliere i quattro bambini e la loro madre, che da una settimana erano costretti all’addiaccio.
Quest’oggi, lunedì 29 il primo gruppo di digiunanti si è ritrovato in Piazza della Scala, davanti al Comune di Milano, dando comunque vita all’iniziativa programmata. Se è infatti vero che si è trovata una sistemazione a Silvia, Adelina, Sincera, Decibal e Simona, è altrettanto vero che nella loro precedente condizione, quella dell’addiaccio, si trovano numerosi altri bambini. Così come è vero che la sistemazione si è resa disponibile solo dopo l’annuncio del digiuno di protesta.
Al presidio di quest’oggi davanti al Comune, con i digiunanti, erano presenti anche Silvia, Adelina, Decibal, Sincera con il loro padre, Luciano: pur se ora loro hanno ottenuto un posto per dormire al coperto, sanno bene che centinaia di altri bambini sono ancora costretti a vivere in situazioni inaccettabili, prodotte dalla violenta politica degli sgomberi senza alternative messa in atto da mesi dal Comune di Milano.
Nel pomeriggio, i digiunanti, i quattro bambini e alcuni rom sono entrati a Palazzo Marino per assistere al consiglio comunale.
L’altro risultato ottenuto dalla mobilitazione è che quattro consiglieri comunali (Patrizia Quartieri, Basilio Rizzo, Marco Granelli, Aldo Brandirali), in difformità dal previsto ordine del giorno, sono intervenuti, chi per associarsi alla nostra denuncia, chi per prenderne atto.
Domani, martedì 30 ottobre, proseguiremo la protesta e il digiuno, trovandoci nuovamente in Piazza della Scala a partire dalle ore 12.
Alle 12,20 i digiunanti incontreranno il segretario generale della Camera del Lavoro di Milano, Onorio Rosati

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Di Fabrizio (del 30/10/2007 @ 09:14:29, in Regole, visitato 2240 volte)

Il tribunale regionale ha sancito che gli ex poliziotti Marek Vrastil e Karel Berousek devono le loro scuse ad una famiglia Rom per essersi introdotti nel loro appartamento e aver attaccato alcuni dei suoi componenti.

Non dovranno però pagare il rimborso di 300.000 corone, come richiesto dalla famiglia.

Assieme ad un terzo uomo, i due ex poliziotti si erano introdotti a forza nell'appartamento nel 2003. Per questo, nel 2005 erano stati sospesi dal servizio.

Secondo il verdetto odierno, Vrastil e Berousek dovranno fare scuse scritte alla madre e al figlio, ma non alla figlia.

Dice il giudice Vera Adamkova: "Vrastil deve scusarsi con i due membri della famiglia per essersi illegalmente introdotti nell'appartamento, averli attaccati verbalmente e fisicamente, oltre ad averli insultati."

"Berousek deve scusarsi per essersi introdotto nell'appartamento e aver osservato passivamente il comportamento di Vrastil," aggiunge Adamkova.

[...] Vrastil è stato condannato a 20 mesi di carcere e alla sospensione per quattro anni. Tuttora insiste a dichiararsi innocente.

Berousek è stato condannato a 12 mesi e alla sospensione per tre anni.

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Di Fabrizio (del 31/10/2007 @ 09:09:35, in sport, visitato 2587 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

http://www.uefa.com/uefa/keytopics/kind=2/newsid=607987.html

La UEFA si è unita alla Federazione Calcio Croata nel fornire supporto ad un campionato mondiale di giocatori Rom.

Il torneo si è svolto a Spalato ed ha schierato otto nazionali - Austria, Bosnia-Herzegovina, Brasile, Croazia, Ungheria, Italia, India e Slovenia. L'associazione nazionale Croata ha supportato l'evento come parte delle attività contro il razzismo nel progetto UEFA Unite Against Racism. La Bosnia-Herzegovina  ha vinto la finale ai rigori contro la forte squadra ungherese, dopo che la partita era terminata 1-1. Il trofeo è stato consegnato dall'ambasciatore Indiano della Croaziia.

[...] "L'evento è stato un primo passo per una migliore integrazione della comunità Rom nel calcio istituzionalizzato" ha detto Patrick Gasser,  che rappresentava la UEFA all'evento a Spalato.

©uefa.com 1998-2007. All rights reserved.

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Di Sucar Drom (del 01/11/2007 @ 09:40:23, in blog, visitato 1621 volte)

Cassazione, la giustizia è uguale per tutti ma per i Rom immigrati...
Linea dura della Cassazione nei confronti dei Rom immigrati che forniscono false generalità e hanno precedenti penali. La Suprema Corte ha deciso che non possono patteggiare la pena ottenendo, così, la sospensione condizionale della condanna in forza della scelta d...

Biennale di Venezia, ultimi giorni per visitare il padiglione rom "paradise lost"
Ultimi giorni per visitare Paradise Lost, il padiglione d’arte contemporanea rom allestito alla 52° Edizione della Biennale di Venezia. Fino al 21 novembre potrete visitare il padiglione, presso il Palazzo Pisani, dove troverete dipinti, video e installazioni realizzati da quindi...

Prato, non siamo razzisti ma...
Le ragioni addotte dall'assessore ai servizi sociali sulla opportunità di trasformare il campo nomadi di via Pollative in un villaggio nomadi spiegano all'opinione pubblica soltanto una parte del problema e cioè quella di garantire servizi essenziali e dignità a perso...

La via italiana per una scuola interculturale
Presentate le linee guida del ministero della Pubblica Istruzione. Corsi di italiano come seconda lingua, formazione per insegnanti e dirigenti, accordi sul territorio per evitare scuole-ghetto. Con oltre mezzo milione di bambini e ragazzi stranieri tra i banchi, la scuola italiana si attrezza per accoglierli al meglio, con una "via italiana all'intercultura", come si chiama il documento preparato da...

Lamezia Terme (CZ), regolarizzare la raccolta dei materiali ferrosi
È una delle poche attività dei Rom: raccogliere ferro vecchio e rivenderlo a peso. Un'opera di riciclaggio che aiuta l'ambiente. Loro però hanno un problema e ieri l'hanno esternato al vicesindaco Elvira Falvo che ha anche la delega per i problemi dei Rom: le "Apine" a tre ruote (in foto) con cui raccolgono i rifiuti ferrosi non hanno l'autori...

Riforme, serve un clima politico di forte responsabilità
"Per affrontare una stagione di riforme occorre un clima politico di grande e forte responsabilità, trasversale agli schieramenti politici". Lo ha evidenziato il deputato Roberto Nicco (gruppo Minoranze linguistiche), intervenendo oggi in aula sulla riforma costituzionale. Nel suo intervento il deputato valdostano, dopo aver sottolineato "come da ormai troppi anni si discuta in Italia di riforme co...

Emilia Romagna, la legge 47/1988 determina le politiche
"Le politiche della Regione Emilia-Romagna sui nomadi sono volte all'inclusione sociale di una minoranza di persone legalmente residenti nei Comuni della nostra Regione". Così l'assessore alle Politiche sociali e immigrazione della Regione, Annamaria Dapporto, risp...

Bologna, romancero gitano
Proprio a Bologna dove è partita due anni fa la caccia al Rom rumeno è stato presentato, in prima nazionale, ''Romancero gitano'', l'ultimo lavoro della danzatrice-coreografa Cristina Hoyos, alla direzione del Ballet Flamenco de Andalusia, ad inaugurare il 25 ottobre, la stagione teatrale 2007/2008 dell'Arena del Sole - Teatro Stabile di ...

Padova, i Sinti chiedono di non essere cacciati
Dovevano essere sgomberati alcuni giorni fa ma i servizi sociali hanno concesso loro una proroga di altri dieci giorni. Si tratta delle famiglie di sinti veneti, Basso e Udorovich, che da un paio di mesi stazionano con quattro roulotte vicino al campo nomadi di via Tassinari laterale di corso Australia. «Nella nostra famiglia - ha affermato Gaetana Basso - abbiamo tre bambini e un altro nascerà a dicembre. Il Comune vuole che andiamo via, ma noi non sappiamo dove. Di cer...

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Di Fabrizio (del 02/11/2007 @ 09:03:45, in casa, visitato 2130 volte)

L'ANTIZIGANISMO IN EUROPA.
L'AZIONE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A TUTELA DELLE MINORANZE ROM E SINTE.

Interviene: Eva Rizzin
Introduce e coordina: Tommaso Vitale

Partecipano alla discussione: Giorgio Bezzecchi (Opera Nomadi Milano), Massimo Bricocoli (Politecnico di Milano), Laura Centemeri (Università di Milano), Simone Tosi (Università di Milano Bicocca).
Giovedì 8 novembre, h 10:00
dipartimento di sociologia e ricerca sociale
Aula Pagani
III piano, edificio U7
via bicocca degli arcimboldi 8
MIlano

Seminario mensile di studio e riflessione sulle politiche per le minoranze rom e sinte
Accesso: il seminario è liibero e ad accesso gratuito, rivolto a studenti, studiosi ed attivisti
Si prega di dare conferma della presenza per posta elettronica
E-mail: laura.boschetti@yahoo.it

Eva Rizzin:
- si è laureata in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Trieste con una tesi sulla cultura della comunità dei Sinti Gackane Eftawagaria;
- ha conseguito un Dottorato di ricerca in Geopolitica e Geostrategia presso l’Università degli Studi di Trieste sul f enomeno dell’Antiziganismo nell’Europa allargata;
- appartiene alla comunità dei Sinti; collabora con OsservAzione, centro di ricerca-azione contro la discriminazione di rom e sinti;
- è membro del comitato Rom e Sinti Insieme, il primo coordinamento nazionale di Sinti e Rom, che intende riunire intorno a sé tutte le comunità presenti in Italia.

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Di Fabrizio (del 03/11/2007 @ 00:38:56, in Italia, visitato 1935 volte)

Ricevo da Dijana Pavlovic

Mercoledì 31 ottobre, al terzo giorno di digiuno, al presidio davanti a palazzo marino hanno portato la loro solidarietà Dario Fo e Franca Rame, i presidenti della Caritas, delle ACLI e dell'ARCI, la Camera del lavoro di Milano, su proposta della quale si terrà il 14 novembre una conferenza unitaria per una strategia comune. Alle 14, dopo nostra richiesta,la dottoressa Lucarelli, funzionario dell'assessorato alle politiche sociali, ci ha comunicato che l'assessore Moioli era disponibile a un incontro con una delegazione dei digiunanti. Abbiamo deciso quindi di far partecipare alla delegazione le mamme e i bambini espulsi da viale Ortles insieme con alcuni rappresentanti del campo di S. Dionigi. Al momento dell'incontro l'assessore, smentendo clamorosamente l'accordo fatto con il suo funzionario, ha dichiarato che avrebbe parlato solo con i rom presenti. A questo atteggiamento arrogante e pretestuoso anche i rom hanno risposto rifiutando di partecipare all'incontro e insieme abbiamo presidiato l'assessorato, mentre l'assessore se ne andava precipitosamente, fino all'arrivo della senatrice Franca Rame che messasi in collegamento con il sindaco Moratti otteneva il rientro dell'assessore per affrontare e risolvere il problema da noi posto. L'incontro, con la partecipazione dei rom, si concludeva con la dichiarazione della Moioli che le due donne espulse con i loro figli rientravano immediatamente in viale Ortles e con l'impegno a dare
una sistemazione definitiva agli sgomberati da S. Dionigi.
Alla luce di tutto ciò il presidio è stato sospeso mentre il digiuno di protesta prosegue a staffetta tra quanti vi hanno aderito per verificare il rispetto degli impegni presi.

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Di Fabrizio (del 04/11/2007 @ 09:32:08, in Italia, visitato 2515 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

Sono tanti i rumeni che vivono in Italia, le cifre parlano da sole, più di 640.000 : é la comunità più numerosa che vive in Italia. Quello che è successo a Roma e’ veramente orribile.

Siamo sconvolti, sono il primo a dirlo come rumeno che vive in Italia da più di dieci anni.

Come rifugiato politico e in nome della LEGA PER LA PROTEZIONE DEI DIRITTI DELLE PERSONE COMUNITARIE EXTRACOMUNITARIE E DEI RIFUGIATI POLITICI sono vicino alla famiglia, vicino alla loro sofferenza.

Sono anni che stiamo cercando di tutelare le persone più deboli, sono anni che lavoriamo perchè i diritti e la legge siano rispettati, ci stiamo domandando perchè si è arrivati fin a questo punto di odio.

Quello che io posso dire, in base alla realtà che ho conosciuto, è che i rom rumeni in questi ultimi 60 anni hanno subito, nel loro Paese di provenienza, una situazione di emarginazione e di non inserimento dovuto in gran parte dalla volontà delle stesse autorità rumene, all'incapacità con cui queste autorità hanno affrontato il problema della minoranza rom, pur essendo i rom una minoranza rappresenta anche nel loro Parlamento.

C'è poi una questione sociale che spesso viene dimenticata:lo stipendio di un operaio rumeno è di circa 150 euro, a fronte di prezzi al consumo superano addirittura quelli italiani. Il governo chiede quindi enormi sacrifici al popolo rumeno, ma nel frattempo la maggior parte dei parlamentari rumeni sono ricchissimi e la corruzione è alle stelle,e se per un rumeno è difficile sopravvivere,ancora più difficile è la condizione per i rom di fronte ad una situazione di esclusione sociale (e parliamo di una minoranza di quasi due milioni di persone).

Un altro fatto molto importante è che, vigendo in Romania un codice penale che prevede pene mostruose per qualsiasi tipo di reato, i rom, che per la maggior parte non hanno una istruzione scolastica che permetta loro di accedere ad un lavoro scappano via e i reati li commettono in Europa.

Il governo rumeno deve allora ammettere le sue colpe,la superficialità con cui fino ad ora ha affrontato il problema rom. Quello che servirebbe è un cambiamento totale dell'atteggiamento nei loro confronti. Ma qui non si parla solo del governo rumeno, perché ora il problema riguarda anche quello italiano.

In un Paese civile come l'Italia non è possibile accettare una politica di pulizia etnica, e non è giusto che si torni agli anni trentotto quando Mussolini ha espulso gli ebrei.

Lo Stato deve garantire la sicurezza del cittadino ma non emanare delle leggi che mettono a rischio intere comunità. Per questi motivi chiediamo un incontro con i rappresentanti del governo rumeno, affinché si attivi velocemente un tavolo interistituzionale coinvolgendo tute le categorie che possano contribuire a risolvere al più presto questa problema.

Serve veramente un investimento umano da parte delle autorità rumene, per avviare programmi di inserimento, incentivi statali per l'inserimento lavorativo dei rom

Con il contributo di tutti noi possiamo superare e risolvere questo tipo di problemi che noi stessi abbiamo creati.

BASTA CON LA CACCIA AI ROM, AI RUMENI, AI MIGRANTI che sono una ricchezza per il paese. Respingiamo tutte le politiche di xenofobia e di odio razziale che hanno prodotto un decreto legge varato sull'onda dell'emotività e delle pressioni della destra, un decreto che non risolve i problemi della sicurezza. Pensare che demolendo le baracche dove vivono i disperati si risolve il problema della criminalità è sbagliato.
Le leggi servono per tutelare la cittadinanza e non per creare odio.
Per questo riteniamo sbagliatissimo l'intervento di Veltroni alla TV rumena e ancora più sbagliate le risposte del premier rumeno che nella sua ignoranza della situazione non ha fatto altro che consentire alla colpevolizzazione di un intero popolo

La stragrande maggioranza del popolo rumeno è un popolo di lavoratori, umili e rispettosi, ed è il caso di ricordare che è stata proprio una donna rumena a denunciare il rom ,ma tutto questo è
passato in secondo piano.

Quanti rumeni sono morti nei cantieri dove lavoravano,nell'indifferenza e nel silenzio di uomini politici e mass media?

Per quanto tempo giornali e mass media si occuperanno dei quattro rumeni massacrati a Tor bella monaca o di quelli costretti a fuggire per evitare linciaggi?


E’ tutto sbagliato. Chiediamo collaborazione e nello stesso tempo buon senso.
Sevastian Zlotea Rifugiato politico.

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Di Fabrizio (del 05/11/2007 @ 09:32:53, in Europa, visitato 1754 volte)

Da La voix des Rroms

Circa 400 Rroms della Romania ha manifestato ieri, 31 ottobre a Saint-Denis (93) per denunciare le recenti incursioni sul dipartimento ed il diritto di lavorare regolarmente in Francia. Una delegazione è stata ricevuta alla vice prefettura di Saint-Denis dal segretario generale, la signora Bartoli ed il sig. Mathieu, capo d'ufficio, che hanno preso nota, ma non hanno potuto rispondere alle rivendicazioni, cioè la sospensione delle espulsioni ed un diritto al lavoro effettivo per questi nuovi cittadini europei.

Dal 1 gennaio 2002, i cittadini rumeni e bulgari hanno acquisito il diritto di entrare e restare nello spazio Schengen, fra cui la Francia per meno di tre mesi, senza visto. In estate 2003, cioè un anno dopo quest'apertura, il ministero dell'interno riconosceva che c'erano in Francia circa 5000 Rroms della Romania nelle bidonvilles, e questa cifra non è sensibilmente cambiata dopo. Varie volte quest'estate, il sig. Brice de Hortefeux ha dichiarato che l'entrata della Romania e della Bulgaria complicava il conseguimento dell'obiettivo quantificato di 25.000 espulsioni di stranieri, poiché il 30% degli espulsi 2006 era costituito da rumeni o bulgari. Nei fatti, si tratta di Rroms di questi due paesi con alcune eccezioni, cosa che vuole dire che 8.000 Rroms rumeni e bulgari sarebbero stati espulsi nel 2006, mentre in tutto sono tra 5000 e 6000, e sempre in Francia. Infatti, dei Rroms sono stati espulsi 2, o 3 volte nel corso dell'anno, da cui la cifra di 8.000 espulsioni, che rappresenta così circa 80 milioni di euro per il contribuente francese se si prende in considerazione la media di 10.000 euro con espulsione. E tutto ciò per rinviare persone di cui si sa pertinentemente che ritorneranno alcuni giorni dopo, poiché hanno il diritto di farlo.

Con l'entrata dei loro paesi rispettivo all'Ue, una nuova tecnica è realizzata: il ritorno volontario forzato. La polizia arriva sul terreno, lo circonda bloccando la circolazione e proibendo l'accesso ad ogni persona esterna. Accompagnata dall'ANAEM, fa firmare gli obblighi di lasciare il territorio francese e la domanda d'aiuto al ritorno, cioè 153 euro per adulto e 46 euro per bambino, sotto la minaccia d'imprigionamento. Nel corso di una riunione giovedì scorso, il prefetto di Seine-Saint-Denis ha dichiarato che non tollererà più nessun "accampamento selvaggio" sul suo territorio.

È in questo contesto che i Rroms si sono mobilitati numerosi per dare l'allarme all'opinione pubblica su questi metodi che distruggono i loro progetti, sprecando il denaro pubblico, la totalità sacrificata all'altare dell'obiettivo sacrosanto di misure di distanza dalla macchina infernale delle espulsioni massicce. Obbligati ad ottenere un'autorizzazione preventiva per lavorare regolarmente hanno chiesto anche l'alleggerimento delle procedure, che rendono questo diritto inaccessibile: un contributo di 893 euro a carico del datore di lavoro ed una procedura che dura in media 3 mesi. Le insufficienze di forze di lavoro non giustificano tale procedura, nella misura in cui gli 80.000 euro sprecati nel 2006 avrebbero potuto in gran parte coprire le spese per assumere più personale che studierebbe le cartelle e che delibererebbe entro alcuni giorni.

In seguito alla riunione con i rappresentanti della vice prefettura, hanno comunicato che attendevano un seguito a questo scambio ed alla relazione che sarebbe stata consegnata alle autorità aventi un potere di decisione. Nessun termine è stato indicato per la risposta. Alla fine della riunione, la delegazione ha segnalato che i Rroms attenderebbe una risposta entro un termine ragionevole, e che manterrebbero e rafforzerebbero la loro mobilitazione.

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Di Fabrizio (del 05/11/2007 @ 23:34:31, in Regole, visitato 1662 volte)

Un appello pubblicato in inglese (e qui sotto tradotto in italiano) con possibilità di aderire online. http://www.romanetwork.org/protest2.htm

Onorevoli Primi Ministri e Rappresentanti delle Agenzie Intergovernative

Vi scrivo per unire la mia preoccupazione a quella espressa da altri sui recenti avvenimenti in Italia.

Prima di tutto sono preoccupato che, a seguito di una campagna portata avanti da prominenti media sin dai mesi estivi, incitando il panico sui crimini commessi presumibilmente da Rumeni - ed in particolare da Rom Rumeni - il governo italiano ha votato un decreto d'emergenza che facilita l'espulsione di cittadini rumeni, con solo una protezione procedurale limitata.

Il sentimento anti-Rom è stato una caratteristica dei media italiani e romeni almeno dalla fine degli anni '90 e non è mai stato adeguatamente controllato da nessuna autorità pubblica. Un'intensa campagna - apparentemente con lo scopo di mobilitare presupposti razzisti sugli "Zingari" nel pubblico italiano in odio attivo, al fine di spingere a diminuire l'immigrazione - è stata portata avanti dai media italiani dai mesi estivi del 2007, particolarmente seguendo le morti di diversi bambini Rom della Romania in un accampamento a Livorno. Le caratteristiche di questa campagna hanno incluso racconti altamente sensazionalizzati dei crimini in Italia, come pure l'imputazione della colpa ai "Rumeni" o "nomadi" per tutti i piccoli crimini violenti e non chiarificati in Italia.

Settimana scorsa, a seguito di un brutale omicidio a Roma, nel quale il primo sospettato è un Rom della Romania, il governo ha capitalizzato l'onda di odio adottando un decreto d'emergenza che dovrebbe permettere l'espulsione dei cittadini rumeni con solo una protezione procedurale limitata. Dichiarazioni dei rappresentanti del governo indicano che questo decreto è rivolto primariamente ai "delinquenti Rumeni". Il decreto sembra permettere violazioni sistematiche dello spirito e dello scritto della Convenzione Europea sui Dritti Umani che proibisce le espulsioni collettive degli stranieri.

A seguito della pubblicazione di questo decreto d'emergenza durante la settimana tra il 29 ottobre e il 2 novembre, è apparso chiaramente che, come è avvenuto nei comuni di Roma, Milano e altrove, questo decreto è interamente e predominatamente anti-Rom; interi accampamenti sono stati smantellati, e persone con aspetto simile a Rom sono stati soggetti a rigorosi controlli di documenti - apparentemente allo scopo di determinare se dovessero essere espulsi dall'Italia. Profilazioni razziali di questo tipo violano un numero di norme delle leggi italiane ed europee. Nei giorni recenti, non c'è stato tuttavia alcuno sforzo apparente delle autorità italiane per applicare le disposizioni relative all'anti-discriminazione verso la polizia alla ricerca di "zingari da espellere".

Questi fatti indicano una preoccupate china del ruolo della legge in Italia. Pure un certo numero di risposte delle autorità fuori Italia meritano un commento.

In Romania, anche se alcuni rappresentanti pubblici hanno condannato il decreto, ci sono state anche espressioni di odio verso i Rom ad un livello veramente alto. Per esempio Cioroianu, Ministro degli Esteri ha dichiarato in un'intervista del 4 novembre 2007 riguardo alla crisi attuale: "Mi domandavo se non potremmo comperare un pezzo di terra nel deserto egiziano, dove spedire queste persone, che ci rendono noi (Rumeni) una macchietta. E' chiaro che se vanno in Italia, lì stanno bene, il clima è dolce, sentono intorno a loro una lingua latina che in qualche modo comprendono in qualche mese..."

C'è una profonda preoccupazione che gli eventi delle recenti settimane portino a un drammatico collasso delle già fragili relazioni etniche tra Rom e non-Rom in Romania. Alla luce del fatto che pogroms mortali anti-Rom sono un passato molto recente, queste preoccupazioni non sono da prendere alla leggera.

Anche le risposte a livello europeo sono state estremamente inadeguate. Il 3 novembre 2007, il Commissario per la Giustizia e le Libertà Civili, Franco Frattini, lui stesso italiano e strettamente collegato ai partiti politici italiani, ha dichiarato: "Ciò che c'è da fare è semplice. Entrare in un campo nomadi a Roma per esempio, e chiedere loro: 'Sapete dirmi dove vivete?'  Se rispondono che non lo sanno, prendeteli e rimandateli in Romania. E' così che lavorano le direttive europee. E' semplice e sicuro. La Romania non può non riprenderli, perché questo fa parte dei suoi obblighi come stato membro della EU." Ha poi chiesto all'Italia di smobilitare i campi per prevenire il rientro dei Rumeni.

Le dichiarazioni di Frattini seguono a meno di due settimane dopo che Thomas Hammarberg, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, notava, "Purtroppo le azioni di diverse autorità pubbliche... sono state acquiscenti in questa intensificazione dell'odio anti-Rom" e richiedeva con urgenza che "Gli standards europei legali e la legislazione anti-discriminazione devono essere rigorosamente rinforzate per assicurare una fine al trattamento arbitrario basato su un animo razziale contro i Rom".

Sono estremamente preoccupato dalla tollerante, persino compiacente attitudine dei governi italiano e rumeno e dell'Unione Europea (EU) in generale quando si tratta di anti-ziganismo, così come dell'assenza di una reazione EU alle dichiarazioni di alcuni politici rumeni ed italiani. E' inaccettabile che le autorità statli contribuiscano a colpevolizzare collettivamente cittadini rumeni ed abbiano un approccio docile mascherato da diplomazia verso le osservazioni xenofobe di alti funzionari.

Infine, come riportato da Le Monde il 4-5 novembre 2007,  sono preoccupato perché appare possibile l'adozione di una nuova Direttiva dell'Unione Europea che limiterebbe il diritto della libertà di movimento dei cittadini europei tra gli Stati Membri. Come osservato da Le Monde, l'attuale livello di protezione europeo tutela gli individui dalla minaccia di espulsioni forzate verso i paesi di origine, quando erompono episodi di razzismo di massa, come quelli visti nei giorni recenti in Italia. L'erosione di questi standards - ancora, come risultato dell'isteria anti-zigana - sarebbe, in poche parole, un evento sconvolgente.

La mobilitazione di uno stato per scopi esplicitamente razzisti è qualcosa, avevamo inteso, apparteneva al passato in Europa.

Vi chiedo di intraprendere tutte le azioni possibili nei poteri derivati dai vostri uffizi, per porre termine a questi atti esplicitamente razzisti, e calmare gli infiammati pubblici di Italia e Romania.

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