L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
Di Fabrizio (del 06/01/2012 @ 09:30:51, in lavoro, visitato 1586 volte)
SARTORIA JELESAN (clicca sull'immagine per vedere un
campione della produzione)
Le produzioni di Jelena e Sanela, figlia e nuora di Jovica JOVIC
Vi presentiamo qui di seguito le produzioni della sartoria Rom di Jelena e
Sanela, rispettivamente figlia e nuora del maestro di musica Jovica Jovic.
Tutti i prodotti si possono acquistare con recapito a domicilio ed i prezzi sono
comprensivi della spedizione:
sacchettini con lavanda profumata per armadi e cassetti € 5;
sacchetti rettangolari imbottiti con semi di miglio, da scaldare e mettere sul
collo (antidolorifici) € 10;
borse a tracolla (sia in cotone che in lana), tutte double-face € 12;
borse portatorte o portateglie € 12;
grembiuli € 15;
tovaglie da € 20 a € 25 a seconda della misura;
trapunte matrimoniali patchwork double-face da € 80 a € 100 a seconda della
misura;
trapuntine per bambini e bebè patchwork double-face € 50.
Sofia, 23/01/2012 - Il 23% della forza lavoro è di
origine rom, secondo i dati della Banca Mondiale. Siamo fortemente convinti che
sia economicamente intelligente investire nell'istruzione e inclusione dei Rom,
ha detto Philippe le Houérou, vice presidente della Banca Mondiale per
Europa ed Asia Centrale, durante una conferenza a Sofia sull'integrazione rom, è
quanto riporta FOCUS News Agency.
Si è congratulato con il
governo bulgaro per la sua strategia nazionale. L'ha descritta come un segnale
di impegno molto forte.
L'ambasciatore danese Kaare Janson ha detto che la
questione dell'integrazione rom è importante tanto per la Bulgaria che per
l'Europa.
La Bulgari potrebbe essere un esempio con i suoi cambiamenti, ha
detto l'ambasciatore, aggiungendo che molti paesi non hanno ancora elaborato
strumenti per l'integrazione dei Rom.
Radio BulgariaC'è discriminazione nel mercato del lavoro bulgaro? Author: Milka Dimitrova
Sono tutti Bulgari in cerca di un lavoro, con pari opportunità? Una
ricerca dell'Open Society Institute risponde alla domanda, in qualità di partner
di Eguaglianza come un Passo del Progetto di Progresso. Gli altri partecipanti
all'iniziativa sono il ministero del lavoro e delle politiche sociali e la
commissione per la protezione contro le discriminazioni.
18/01/2012 - Il sondaggio è stato condotto su un campione di 1.200 persone in
tutto il paese. Sono poi state intervistate altri 400 di altre etnie e 400
portatori di disabilità, dice la direttrice di programma Maria Metodieva. La
ricerca si occupa di atteggiamento e opportunità di carriera, in base a 5
criteri: età, disabilità fisiche, etnia, religione e preferenze sessuali.
"Le conclusioni del sondaggio sono le seguenti: l'esistenza di disabilità
fisiche è la ragione principale di limitate opportunità di carriera, seguite da
età ed etnia. Circa 2/3 dei Rom ed il 28% delle persone con disabilità dicono di
essere stati respinti in quanto candidati ad un impiego. I giovani, tra i 18 ed
i 23 anni ed i Bulgari, tra i 46 e 60 anni, sono il gruppo più colpito nel
mercato del lavoro. Un intervistato su quattro di questo gruppo ha ammesso di
aver sperimentato personalmente un'attitudine negativa da parte della società o
dei datori di lavoro, proprio a causa dell'età. Ci sono cioè delle differenze
sociali nel mercato del lavoro e questo è abbastanza normale."
Ai giovani spesso vengono offerti lavori senza contratto formale, continua
Maria Metodieva. Lo conferma circa il 37,5 degli intervistati. Anche chi ha più
di 45 anni, o è in procinto di andare in pensione, ha difficoltà nel trovare un
lavoro. Oltre il 36% dice che le donne hanno più difficoltà degli uomini
nell'ottenere determinate posizioni. Anche l'etnia gioca un ruolo nei negoziati
di lavoro. Circa il 60% dei Rom dice di essere stati rifiutati come candidati
per un lavoro, a causa della loro etnia. Quanti hanno contratti di lavoro sono
soprattutto i bulgari, seguiti dai turchi di Bulgaria, mentre appena il 54% dei
Rom può "usufruire" di contratti simili.
Tuttavia, il sondaggio mostra che l'istruzione è il principale discrimine.
Migliore è l'istruzione, maggiore il livello di impiego, sicurezza sociale e
stipendio.
"La nostra ricerca mostra che il livello d'impiego di chi ha un livello
d'istruzione basso o primario, è di appena il 16%. Solo il 23% di chi ha
un'istruzione basica ha un impiego. Contemporaneamente lavora quasi il 70% di
chi ha una laurea. Quindi, le politiche per la riduzione delle differenze
sociali nell'assunzione, dovrebbero essere finalizzate ad un investimento per
un'istruzione migliore, sulle base delle esigenze delle imprese e delle
compagnie private."
Anche una sessualità non tradizionale influenza il processo della ricerca di
un lavoro. Oltre il 40% degli intervistati pensa che un orientamento sessuale
non tradizionale sia un ostacolo nella competizione dentro il mercato lavorale,
in quanto i datori di lavoro non si fidano di questi candidati. Alla
domanda "Quale persona non assumereste mai?" il 32% risponde "un Rom", oltre il
25% non assumerebbe omosessuali, quasi il 18% rifiuterebbe le donne in
gravidanza e l'11% non prenderebbe persone con disabilità.
Di Fabrizio (del 20/02/2012 @ 09:19:22, in lavoro, visitato 1279 volte)
Tzigania Tours (TzT) è
un'organizzazione senza scopo di lucro, che porta il turismo nelle comunità rom
tradizionalmente ostracizzate di Romania. Il nostro prodotto ed il suo lavoro
sono rom al 100%, anche se esiste un forte interesse internazionale sui Rom.
Siamo la prima e unica agenzia turistica in tutta Europa
specializzata in questioni rom.
TzT presenta la vita reale. Invitiamo a vedere i Rom come sono realmente. Non
troverete "arte performativa" nei nostri piani Tzigania, ma soltanto forti dosi
di realtà traboccante di zingari che indulgono nel loro naturale stile di vita
bohemienne.
La nostra ricerca ha trovato che mentre quasi tutti sanno dei Rom - pochi
sanno qualcosa su di loro al di là delle immagini poco lusinghiere o altrimenti
romantiche, veicolate dagli schermi televisivi. Ancora più scoraggiante che nove
turisti su dieci che visitano la Romania, sono soggetti ai molti livelli degli
stereotipi negativi, dei miti e/o esagerazioni che circolano sui Rom: che sono
sporchi, rubano, che detestano il lavoro, ecc. I nostri programmi offrono ai
turisti l'opportunità di incontrare e di conoscere per gradi i Rom in un
rapporto uno-a-uno, nel loro ambiente naturale e prendendo le loro decisioni...
Quello che troverete potrebbe sorprendervi.
Però, il nostro programma non è disegnato esclusivamente a vendere
divertimenti e riscoprire ricordi; la nostra forza propulsiva è più profonda. I
nostri obiettivi a lungo termine e ciò che ci aiuta a motivarci nel far
progredire lo status-quo attuale della segregazione sociale dei Rom, è di
aiutare a cambiare la mentalità di entrambe le parti in causa. Non è soltanto la
prospettiva dei non-Rom ad essere negativamente influenzata dagli stereotipi, ma
i Rom stessi soffrono di paura e diffidenza verso i "gagé" (i non-Rom). Tutti
hanno da guadagnare da queste esperienze uno-a-uno.
Quella è metà dei nostri obiettivi... I nostri progetti intendono anche
contribuire al miglioramento delle comunità fiscalmente prosciugate con
l'introduzione di una nuova forma di reddito: il turismo. Oggi, le entrate nelle
comunità zingare marginalizzate in Romania provengono principalmente dal sistema
assistenziale. Anche se nei quartieri zingari c'è abbondanza di manodopera e di
competenze, non ci sono investimenti, per cui i risultati sono la stagnazione e
la sopravvivenza giorno per giorno. Portare il turismo nelle comunità è il
nostro trampolino per stimolare l'economia zigana e suscitare nuovo interesse
per queste comunità abbandonate, la sua gente, le loro abilità ed i prodotti
romanì.
Di Fabrizio (del 04/03/2012 @ 09:21:29, in lavoro, visitato 2716 volte)
Repubblica.itNuovo regolamento in arrivo: ci saranno esibizioni fino a
mezzanotte e meno burocrazia. Sono previsti anche spazi espressamente riservati
agli spettacoli degli artisti di strada di ILARIA CARRA
Alcuni non pagheranno più nulla per occupare il suolo pubblico, palco temporaneo
delle loro esibizioni: un'esenzione dalla Cosap per favorire la creatività
di mimi, giocolieri e musicisti. Potrebbe essere diverso, invece, il futuro di
ritrattisti e cartomanti: loro forse la tassa dovranno pagarla ma, di sicuro,
sarà inferiore a quella di oggi, che in certi casi arriva anche ai 6mila euro
all'anno. È una delle novità della riforma dell'arte di strada milanese. Non
l'unica. Nelle intenzioni, c'è quella di ravvivare la città e la sua creatività:
così, d'estate, si pensa a esibizioni fino a mezzanotte, un'ora in meno durante
la settimana (oggi le regole sugli orari sono più arbitrarie). E poi di
aumentare gli spazi, con la creazione di zone franche per l'arte di strada.
Il regolamento attuale risale al 2000. Dopo aver abbandonato l'idea di un
registro per la categoria, si è deciso di rivedere l'intero impianto normativo.
Lavoro realizzato da due consiglieri comunali, Luca Gibillini (Sel) e Filippo
Barberis (Pd), con la collaborazione della Fnas (Federazione artisti di strada)
e della Piccola scuola di circo. La bozza è pronta, dalla prossima settimane
inizierà l'iter nelle commissioni comunali (Cultura, prima, e poi Commercio) e,
nelle intenzioni, potrebbe essere licenziata dal Consiglio comunale già per la
metà di aprile.
Nel testo sono specificate le due tipologie coinvolte: le espressioni artistiche
di strada, quelle che non prevedono un corrispettivo per la prestazione, salvo
la libera offerta col cappello a terra, e quindi giocolieri, mimi, musicisti
(anche street band), madonnari, acrobati, danzatori. E i mestieri artistici, dal
ritrattista dei Navigli al cartomante di Brera che, invece, vengono pagati.
Con le nuove regole, e l'aiuto dei consigli di zona, si dividerà la città in
varie sezioni: aree aperte a tutti gli artisti, altre dove non si potrà suonare,
altre ancora riservate più a pittori e ritrattisti che a giocolieri e musicisti.
E poi, zone di espressione estemporanea, dove ci si potrà esibire senza bisogno
di alcun permesso. In più, si eliminano anche alcune stranezze: un artista di
strada potrà esibirsi, per esempio, in coppia o con gruppo, cosa che oggi è
vietata. «Uno dei problemi in assoluto a Milano è il tema degli spazi, sia
chiusi ma anche aperti — rileva Gibillini — : con queste nuove regole vogliamo
dare più aree per la cultura, dare lavoro e rivitalizzare le strade della città
che ultimamente sono più morte».
Nella proposta di riforma, si snellisce anche la procedura burocratica per
ottenere i permessi: oggi, il mimo di turno deve fare richiesta ogni settimana
e, cosa molto singolare, attendere gli esiti di un sorteggio, visti i pochi
spazi disponibili per l'arte di strada. In futuro, l'idea è di attribuire un
permesso che valga tre mesi, trascorsi i quali l'artista deve cambiare zona per
una sana turnazione. La competenza, poi, non sarà più dei vigili urbani: per
sottoscrivere la dichiarazione d'attività, l'artista si recherà a uno sportello
di un servizio civico (si pensa a quello di Informa Giovani). In una seconda
fase, verrà anche attivato un sito per permettere agli artisti di prenotarsi
online e ai milanesi di scoprire, se vogliono, dove possono trovare l'arte di
strada di cui hanno voglia.
Di Fabrizio (del 09/03/2012 @ 09:09:24, in lavoro, visitato 1549 volte)
Dagli all'untore! [...]
Da il Mattino del 23 febbraio apprendiamo della brillante "Operazione della
polizia municipale nei campi rom di Napoli: stop alla 'rivendita' di materiale,
come capi di abbigliamento, prelevato dai cassonetti di rifiuti lungo le strade
della città. «Impressionanti» vengono definite le condizioni igieniche delle
baracche, infestate da topi. Personale composto da 150 unità, diretto dal
comandante, generale Luigi Sementa, è impegnato dalle prime ore del mattino per
inibire l'immissione nelle strade della città di capi d'abbigliamento, utensili
ed oggetti di scarto prelevati dai rom dai cassonetti dei rifiuti e rivenduti
senza nessun trattamento igienico sanitario e, quindi, con rischio per la salute
pubblica e degli stessi rom.
Le tonnellate di mercanzie sequestrate, si legge in una nota dei vigili urbani,
sono state immediatamente distrutte dai compattatori dell'Asia, presenti sul
posto, per evitare qualsiasi forma di recupero. Sono stati inoltre sottoposti a
sequestro i mezzi utilizzati come ricettacoli di spazzatura, che al momento
sono: 524 carrozzine, 45 motocarri Ape, 97 veicoli trovati senza targhe,
documenti e copertura assicurativa, 12 auto risultate rubate, e migliaia di
pezzi d'auto di dubbia provenienza." Ebbene si! C'è qualcuno (una parte
dell'umanità) che vive degli scarti dell'altra parte. Certo questo può
infastidire "malamente" e risultare intollerabile, ma tant'è!
In realtà per il popolo Rom, grande protagonista del Riutilizzo in Italia i
tempi che stiamo vivendo non sono tempi felici. Un decennio di pratiche legali
legate a mercatini del riutilizzo e raccolta di materiali ferrosi e rifiuti
ingombranti (esemplificative le "buone pratiche" di Mestre, Roma e Reggio
Calabria) rischia di finire definitivamente nel dimenticatoio sopratutto in
vista delle varie competizioni elettorali. La certezza è che le attività di
riutilizzo operate dalle Comunità rom raggiungono un volume ed un valore
ambientale, economico, sociale e culturale che non sarà possibile occultare a
lungo. Sicuramente, accanto ad altre, saranno queste le attività virtuose che
garantiranno a questo popolo un futuro di integrazione economica e sociale e una
vita più piena e più degna.
L'attività di recupero e riutilizzo dei Rom è aumentata in modo considerevole in
questo PERIODO DI CRISI GENERALE E DI RECESSIONE ECONOMICA, soprattutto grazie
al lavoro delle ultime comunità che si sono inserite in questo settore (rumene e
bulgare). Ma nonostante il grande servizio che i Rom rendono all'ambiente e le
innovazioni normative nazionali ed europee che sanciscono l'importanza delle
reti locali di riutilizzo, non è ancora registrabile da parte delle
amministrazioni locali e centrali nessun vero segnale di voler regolarizzare il
fenomeno.
Mentre le presenze di rigattieri Rom all'interno di mercati regolari sono sempre
più sporadiche (pur rimanendo significative), i mercati spontanei sono sempre
più sottoposti a sgomberi, multe e sequestro delle merci. Gli operatori
dell'usato Rom sono sotto attacco in tutta Italia: nei mercati delle periferie
romane come nel centrale e famoso mercato di Porta Portese; nel mercatino
dell'usato vicino lo stadio San Nicola di Bari così come nel mercato di Bonola
(Milano); nel mercato del Porto antico di Genova, così come in quello di Piazza
Garibaldi a Napoli o in quello che si sviluppa tra via Aldo Moro e via Salvo
D'Acquisto a Cava dei Tirreni.
Nonostante i problemi di pulizia o decoro che sono principalmente attribuibili
alla mancanza di adeguate regole nell'approvvigionamento e nell'esposizione
delle merci, non c'è dubbio che in tema di riutilizzo il segmento dei Rom è tra
i più virtuosi e lungimiranti. Il 7 Maggio del 2011 il Corriere del Mezzogiorno
riportava le dichiarazioni degli oncologi Antonio Marfella e Giuseppe Comella,
che all'interno di una relazione preparata per l'Isde –Associazione Medici per
l'Ambiente, non esitano ad affermare che i rom sono gli unici ad aver compreso
«la ricchezza diffusa che potrebbe provenire dall'Oro di Napoli: i rifiuti
urbani», poiché sono in grado di recuperare fino al 90% dei mucchi di spazzatura
che si trovano a rovistare ai lati delle strade.
Anche se oggettivamente Ambientalista, per i Rom la pratica del riutilizzo
rimane profondamente e principalmente un'attività Economica: grazie alla vendita
di merci usate circa il 10% di questa comunità riesce ad avere un lavoro e un
reddito onesto, e oggi i Rom sono il vero primo anello della filiera dell'usato.
Se negli anni ‘80 le Comunità dell'ex Yugoslavia avevano determinato un forte
ribasso sul mercato dei prezzi dell'usato imponendo una ristrutturazione delle
attività degli altri rigattieri (italiani e migranti di altre etnie),
attualmente questa dinamica è prodotta dai rom rumeni e bulgari. Questi ultimi
riescono ad adottare prezzi bassissimi a causa di una molteplicità di fattori,
tra i quali segnaliamo:
a) Condizioni abitative di estremo disagio senza servizi (e costi) essenziali
come acqua, luce e riscaldamento;
b) Il frequente insediamento in luoghi urbani che si trovano a ridosso dei
mercati; vicinanza che riduce le spese legate alla ricerca delle merci e il loro
trasporto (sia l'usato da vendere al mercato che i materiali ferrosi da vendere
ai rottamatori).
L'usato Rom non è monolitico e presenta sfaccettature e diversità anche
importanti: si va dai "frugatori" che rovistano i cassonetti (soprattutto quelli
localizzati in zone popolari) agli svuotacantine che sgomberano cantine e
soffitte e agli operatori che ricevono in donazione beni tecnologicamente
superati da negozi e magazzini, o libri da biblioteche, librerie e privati.
Al loro fianco ci sono gli eredi dei "ferrivecchi", che laboriosi come
formichine spalmano la loro attività su tutto il territorio cercando materiali
ferrosi da rivendere ai rottamatori per qualche centesimo di euro al chilo.
Quest'ultima tipologia di operatore è attualmente la più tartassata, con multe
di migliaia di euro e frequenti sequestri dei mezzi e dei materiali raccolti.
Anche nel settore "ferrivecchi" la normativa è molto farraginosa e controversa.
A tal proposito è illuminante un recente articolo dell'avvocato Marilisa Bombi "Cenciaoli
e ferrivecchi: Condannati al carcere dalla semplificazione" che nella sua
conclusione afferma che "sarebbe quanto mai necessario un intervento del
legislatore di modifica della disposizione in materia ambientale, nel senso che
l'articolo 266, comma 5, del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152, Norme in materia
ambientale, dovrebbe essere modificato nei termini qui di seguito indicati: 5.
Le disposizioni di cui agli articoli 189, 190, 193 e 212 non si applicano alle
attività di raccolta e trasporto di rifiuti effettuate dai soggetti iscritti al
registro imprese, per l'attività già disciplinata dall'art. 121 del Testo unico
di pubblica sicurezza ed abrogato dall'art. 6, d.P.R. 28 maggio 2001, n. 311,
limitatamente ai rifiuti che formano oggetto del loro commercio".
Roma 23 febbraio 2012
Aleramo Virgili
Rete di sostegno mercatini rom di Roma
Vicepresidente Rete ONU
"Ho visto anche degli zingari felici" è il titolo di un originale seminario
tenutosi nei giorni scorsi presso la Sala della Crociera di Roma. Nel tentativo
di ribaltare la questione, si è scelto di partire, almeno una volta, non da cosa
la società possa fare per i rom, ma da cosa i rom hanno da offrire alla
società. Centro dell'incontro, l'esperienza della "Antica Sartoria Rom", una
cooperativa di sarte modelle rom che produce capi di alta moda e abiti di scena
per teatri dell'Opera di mezza Europa: sono loro ad aver fornito i vestiti ai
cantanti lirici e ai danzatori che hanno aperto il convegno eseguendo arie
tratte dalla "Carmen" di Bizet. Ora, la sartoria è a rischio chiusura: si
ripongono speranze nella strategia nazionale di inclusione di Rom, Sinti e
Camminanti ufficializzata il primo marzo. Il servizio di Luca Attanasio:
real -
mp3
D. – Carmen Rocco, direttrice dell'Antica Sartoria Rom: un
primo risultato del seminario "Ho visto anche degli zingari felici"?
R. – Tante persone, convinte del fatto che gli zingari vogliano lavorare, che
non è vero che gli zingari stanno in giro ad elemosinare perché sono dei
nullafacenti.
D. – Come si è inserita nel mercato la vostra cooperativa?
R. – L'Antica Sartoria Rom, finalmente si è guadagnata una nicchia di mercato e
noi tentiamo in ogni modo di mantenerla. In questo momento, sta per realizzare i
costumi per l'opera rossiniana dell'‘Italiana in Algeri'".
D. – Ma rischia di chiudere. Mancano la sede e i fondi per formare nuove
sarte...
R. – La nostra sede è del tutto fatiscente. Si allaga, è senza metà del soffitto
e le fogne sono scoperte... Noi avremmo delle commesse: le persone in grado di
fare questo genere di lavoro, su misura, ad altissima precisione attualmente,
nell'Antica Sartoria Rom, sono tre che hanno ricevuto una formazione
professionale adeguata per costumista-sarto. Senza fondi per la formazione non è
possibile.
D. – Signora Nadia Dumitru, lei ha imparato un mestiere…
R. – Sì: mi sento una sarta, felice di questo lavoro. Non avrei mai pensato di
diventare una sarta ed è una cosa molto bella. Fare vedere alle persone che
siamo capaci di fare di tutto: molti non si fidano perché pensano che noi non
vogliamo lavorare, che vogliamo soltanto "integrare"… Ma noi abbiamo la
possibilità.
D. – Dr. Monnanni, lei è direttore generale dell'Unar,
l'Ufficio nazionale anti-discriminazioni razziali: la speranza di questo popolo
risiede nella nuova strategia nazionale di inclusione…
R. – Si tratta di un atto inedito con cui il governo italiano chiude una fase –
quella dell'emergenza nomadi – per avviare una nuova politica, condivisa con le
comunità rom e sinti e con tutta la società civile, per avviare un quadro
strutturale di inclusione sociale e lavorativa dei rom e dei sinti.
D. – Casa, istruzione, accesso ai servizi sanitari e lavoro…
R. – Sono i quattro assi voluti dalla Commissione europea e sono i quattro
pilastri dell'inclusione. Per la prima volta, l'Italia si dota di una cabina di
regia guidata dal ministro Andrea Riccardi, che coinvolgerà il Ministero
dell'interno, del Lavoro, della Salute e dell'Istruzione. L'inclusione sociale e
lavorativa si realizza attraverso una costante presenza e un costante utilizzo
di tutte le risorse, a partire da quelle comunitarie che sono per lo più
inutilizzate. (gf)
Novinite.comIl programma "LAND - Source of Income" ha fornito
assistenza finanziaria ad 80 famiglie rom, perché possano avviare un business
agricolo. Photo by money.bg
08/03/2012 - 80 famiglie rom della regione di Plovdiv nella Bulgaria
meridionale hanno ricevuto assistenza finanziaria per dare avvio ad un business
agricolo.
Il programma "LAND - Source of Income" col sostegno della fondazione
America for
Bulgaria sta offrendo schemi di microcredito a basso interesse, così che le
famiglie rom senza terra possano acquistare terreno ed attrezzature agricole ed
avere accesso ad una determinata somma di capitale circolante.
Alcuni dei partecipanti al programma hanno sviluppato progetti che hanno
ottenuto sovvenzioni del programma operativo gestito dal fondo statale per
l'agricoltura.
[...] L'iniziativa ha già contribuito alla creazione di piccole imprese agricole
a Perushtitsa, Parvomai e nei villaggi attorno a Plovdiv e Pazardzhik.
Ilia Iliev, del villaggio di Chaloukovi vicino a Plovdiv ha comprato a basso
interesse 32 decari (cfr.
Wikipedia
ndr.) di terra arabile, che rimborserà in 5 anni alla fondazione.
Verrà inaugurato un corso professionale per i Rom di Erenler, provincia di
Sakarya, grazie alla cooperazione tra il comune, il Centro Turco d'Impiego ed il
Centro Istruzione Pubblica di Erenler. Il corso, aperto alle donne Rom tra i 18
ed i 30 anni, durerà 60 giorni ed i tirocinanti saranno istruiti sulle macchine
tessili.
Il tirocinio verrà retribuito con 15 lire (8 $). Il progetto, studiato per
superare le barriere che i Rom affrontano nel settore dell'impiego privato, è
stato presentato alle Romnià nell'incontro introduttivo da Abdülvahit Uygar,
direttore del Centro Istruzione Pubblica di Erenler: "Abbiamo liberato le aule
per voi. E' un progetto proprio per voi. Vi prepareremo per una
specializzazione. Crediamo in voi. Presto avrete successo."
Il tasso di occupazione tra i Rom nel settore tessile, cresce di giorno in
giorno, soprattutto nelle grandi città. E' sottinteso che i Rom formati
attraverso corsi professionali, avranno maggior opportunità in un settore in cui
c'è troppa concorrenza.
The Guardian 26 marzo 2012: Il viaggio di una Romnì da venditrice di The Big Issue
in the North al pranzo con la regina - Ramona Constantin
ottiene il Diamond Jubilee bunfight dal municipio di Manchester, meno di un anno
fa vendeva la rivista per strada - di
Ciara
Leeming *
Ramona Constantin - ora occupata come interprete di comunità, assistente
giovanile e familiare ed assistente scolastica. Photograph: Ciara Leeming
Vendeva The Big Issue
in the North per le strade della Manchester metropolitana meno di un
anno fa, ma ora ha cenato con i reali.
L'ex venditrice di strada Ramona Constantin, 27 anni, era nel gruppo
selezionato di ospiti invitati settimana scorsa al pranzo di gala nel municipio
di Manchester, alla presenza della regina e del principe Filippo. La sua
inclusione è stata un riconoscimento per quanto da lei conseguito dopo il suo
arrivo in città dalla nativa Romania due anni fa.
Constantin, che è Rom, non ha ricevuto nessuna educazione formale e parlava
un po' di inglese prima di arrivare in GB. Per 18 mesi ha venduto The Big Issue
in the North di fronte alla biblioteca centrale di Manchester - a pochi metri
dal municipio - e quando l'edificio chiuse per restauri, [andò] al centro di
Rochdale. In tutto quel periodò migliorò il suo inglese e fu invitata a
prender parte ad un progetto pilota per giovani adulti rom, gestito
dall'associazione che dirige il giornale, il consiglio comunale ed agenzie
partner. Ora lavora come interprete di comunità, assistente giovanile, familiare
e scolastica.
L'invito al pranzo da parte del sindaco - assieme ad altri operatori sociali,
figure comunitarie e volontari - è stato un grande riconoscimento. Dice:
Essere invitata è stata una cosa incredibile - è stata anche l'unica volta
che mia mamma e la mia famiglia - che sono ancora in Romania, han detto di
essere orgogliosi di me. Tutti hanno sentito parlare della regina d'Inghilterra,
e la mia famiglia e la comunità possono vedere che devo fare buone cose per
essere invitata ad un evento tanto importante. Sono anche molto fiera di me
stessa che la regina, o chi lavora con lei, mi abbiano voluto parte di questa
celebrazione.
Mi è piaciuto l'edificio, ed è stato fantastico essere nella stessa stanza
con gente così importante. Là c'era gente di diverse culture, ma ero l'unica
Rom, e questo mi ha fatto sentire molto speciale. Mi ha motivato a continuare
nel mio lavoro e cercare di ispirare la gante della mia comunità a coltivare le
proprie aspirazioni.
E' buffo pensare che meno di un anno fa vendevo The Big Issue in the North
per strada fuori da quell'edificio, ma dimostra che chiunque può ottenere ciò
che ha in mente.
I Rom sono la più grande e marginalizzata minoranza etnica in Europa.
Cospicue comunità dei paesi dell'Europa Orientale vivono ora nel nord.
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