Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 22/03/2006 @ 00:20:00, in Italia, visitato 2515 volte)
Il tempo ha valori di conversione differenti, questo si sa. Passare dalla teoria alla pratica è quello che frega.
Il programma del campo per le elezioni è nato dopo un mese di discussioni con le famiglie. Un altro mese (quasi due), è passato cercando chi in zona e in città potesse essere interessato al confronto. Poi, tutti si svegliano nello stesso momento: oggi ci sarà il primo incontro con Legambiente, domani con l'Arci.
Martedì scorso c'è stata l'occasione di presentare il nostro lavoro al candidato sindaco e ai partiti che ne appoggiano la candidatura. E' andata meglio del previsto, ad un certo punto ho perso il filo del discorso, ma doveva essere finito lì vicino. I signori partiti, tutto ad un tratto hanno deciso di appoggiarci, e d'improvviso ci vogliono persino candidare. E va bene che in campagna elettorale non si butta niente... ma per prudenza si era già concordato con chi candidarsi. Comunque, è deciso che può essere un programma Open Source
Che altro? Speravo che martedì mi accompagnasse qualcuno del campo, e invece all'ultimo momento mi son ritrovato da solo. Peccato, ci fosse stata la loro presenza tutto il discorso sarebbe stato ascoltato con attenzione anche maggiore. E così ho dovuto sbrigarmela da solo col rinfresco finale...
A proposito di valore di conversione del tempo e di esaurimento nervoso: si discute per un mese e alla fine si concorda - vedere come avere un ruolo e un tetto regolare all'interno del parco dove si vive da anni. Il più entusiasta di tutti salta fuori con l'idea di acquistare una cascina in una zona diversa da quella su cui si discute dall'inizio. Da una settimana proviamo a spiegargli che l'idea c'entra come i cavoli a merenda, lui mantiene lo stesso entusiasmo ed è convinto di avere già il finanziamento in tasca. O forse è lui a voler convincere noi.
(nell'immagine, le prove della gioiosa macchina di guerra)
Di Fabrizio (del 22/03/2006 @ 15:55:25, in Italia, visitato 1858 volte)
Leggo sul blog di Sherif el Sebaie:
Fra poche settimane i cittadini italiani saranno chiamati a votare il nuovo governo. Circa 3 milioni di stranieri regolarmente residenti in Italia non lo potranno invece fare, nonostante rappresentino il 9% della forza lavoro, paghino tasse e contributi e/o investano soldi in Italia contribuendo alla crescita di questo paese. Per la Destra essi si materializzano solo quando fanno la fila per tre giorni davanti agli uffici postali. Di conseguenza, non è loro permesso esprimere un'opinione non solo sull'operato del governo del paese dove si dipanano le loro vite, dove investono i loro soldi, dove sognano un futuro, ma non potranno nemmeno rispondere, con lo strumento del voto, a chi li offende quotidianamente e gratuitamente. I cittadini italiani però lo possono fare. Per se stessi, innanzitutto. Ma anche per i loro vicini di casa o per i loro colleghi di lavoro stranieri che vivono nello stesso paese, svolgono gli stessi lavori, pagano le stesse tasse, aiutano i propri familiari nei paesi di origine mentre subiscono ogni tipo di insulto e di angheria, ogni tipo di ricatto e di sfruttamento garantito e perpetuato da leggi che i cittadini italiani stessi possono cambiare. La possibilità di ritrovarsi per altri cinque anni alla mercé della Lega e delle svariate espressioni neofasciste che sono confluite ultimamente nella coalizione della Destra, mi riempie di orrore per le nostre esistenze, i nostri investimenti materiali e affettivi e il nostro stesso diritto alla vita in questo paese. Ma quello che mi preoccupa ancora di più è vedere alcuni cittadini italiani - di sinistra o vicini ai suoi ideali - esternare la loro volontà di astenersi dal voto mentre intere popolazioni vengono bombardate dalle Destre proprio con la scusa di regalare loro questo diritto. L’astensione è una prospettiva orribile per chi deve subire una miriade di provvedimenti e di esternazioni a dir poco umilianti senza possibilità di cambiare le cose in meglio per sé stesso e per tutti. Ritengo che le idee espresse nel programma dell'Unione in materia di immigrazione siano un balsamo capace di lenire ferite che rischiano di incancrenirsi irrimediabilmente. Quindi, cari amici italiani, se non volete votare per voi stessi, fatelo almeno per noi. Se non avete a cuore i vostri interessi, abbiate pietà almeno delle nostre esistenze, della nostra dignità umana calpestata ogni santo giorno. Adottate i nostri voti e quelli dei nostri figli. Andate a votare, per il bene dell'Italia.
Sherif El Sebaie, Il Manifesto, P.12
Per aderire alla campagna "Adotta il voto di un immigrato", si può ripubblicare il testo della sopra riportata "Lettera agli italiani" pubblicata oggi (Martedi 21 marzo 2005, giornata mondiale contro il razzismo), ripubblicare la vignetta del mitico Mauro Biani* o esporre - sui propri siti e blog - il banner della campagna
Di Fabrizio (del 23/03/2006 @ 08:02:39, in Italia, visitato 1976 volte)
Una “nuova primavera” sta per abbattersi sul “campo di via Triboniano” a Milano, senza il contorno di fiori e celebrazioni rituali, come quella che in genere si festeggia l’8 aprile, giornata di festa internazionale per molte comunità rom in ogni parte del mondo.
Da oltre 6 anni infatti, centinaia di rom rumeni sono qui costretti a vivere in condizioni disastrose e inumane, ai margini estremi di una periferia le cui case si fermano là dove arriva la fermata del tram. Più oltre, lungo un percorso di centinaia e centinaia di metri a piedi, solo un posto caldo d’inverno per i senza fissa dimora e in lontananza gli slum dei baraccati.
Eppure il tanto decantato avvio dei lavori di ristrutturazione del campo, previsti per lunedì prossimo, non sarà un’occasione per rimediare alla più infelice e inutile opera pubblica degli ultimi dieci anni rivolta ai rom, ma l’ennesimo, incontrastato episodio di una politica apertamente “differenziale” dell’amministrazione comunale, che separa e discrimina i rom da tutti gli altri concittadini milanesi.
Duemila metri quadrati, ripuliti velocemente dopo il disastroso incendio di due settimane fa, accoglieranno alla rinfusa almeno duecentocinquanta persone, i cosiddetti “storici”.
Gli altri, quasi altrettanti, seguiranno probabilmente la sorte occasionale di chi scappa inseguito dalla costante minaccia di un fermo di polizia, di una separazione dai familiari, di un’espulsione.
Non importa chi essi siano, o quali storie portino con sè, siano essi bambini che vanno a scuola o che non ci vanno, donne e uomini, giovani e anziani.
In fondo a destra, se non hai i “documenti” esci dal campo, dritto davanti a te, se ce li hai o sei più furbo degli altri, ti aspetta per i prossimi 6 mesi un’area priva di tutto, a cominciare dai bagni (ma ne sono stati promessi di quelli chimici), di acqua (quante fontanelle ci saranno? E’ la domanda che ci verrebbe da rivolgere alla Sig.ra Molteni, consigliere comunale della Lega Nord, che in una sua visita al campo di via Barzaghi ebbe una volta a dire che una, sì, propria una sola fontanella, per le esigenze di settanta persone era più che sufficiente), e le docce? Nessun allacciamento, anche solo provvisorio, è previsto alla corrente elettrica, né la predisposizione di un minimo impianto antincendio.
Ma accade proprio a Milano?…
Opera Nomadi Sezione di Milano - il Vicepresidente Maurizio Pagani
Rif: l'inchiesta di settimana scorsa
Di Fabrizio (del 27/03/2006 @ 10:39:09, in Italia, visitato 2398 volte)
... E dopo via Idro, gli interventi arriveranno in via Negrotto e via Novara. In totale, 600mila euro stanziati dal Comune... (Il giornale a giugno 2005 op. cit.)
Da una settimana sto cercando di capire che fine abbiano fatto quegli euro. Niente: in via Negrotto e via Novara non si è mosso niente... e se la situazione non fosse "tragica ma non seria", verrebbe da dire che son stati fortunati!
Alcune domande: Se 600mila euro sarebbero dovuti servire per intervenire in tre campi, in via Triboniano la stessa somma viene spesa per la messa in sicurezza di un campo solo. Un vero e proprio buco nero. La scorsa puntata, descriveva la cementificazione di un'area grande quanto una singola piazzola, dove sarebbero state ammucchiate (in quale sicurezza?) circa 80 persone in container revisionati oltre 10 anni fa.
Ad inizio mese, l'incendio che ha tolto tutto e messo per strada 200/300 persone. Qualcuno dev'essersi pur chiesto "Messa in sicurezza? Vediamo se avanza qualche spicciolo!" Morale: è tornata la ruspa e praticamente ha spianato lo spazio di un campo di calcio, proprio accanto a dove ora sono accampati i superstiti. E dove potranno essere accolti solo quanti risiedono lì da almeno 4 anni.
PS: In questi stessi momenti sta avvenendo l'ennesimo trasloco al campo Triboniano-Barzaghi. Sto provando a raccogliere testimonianze in loco. Ci aggiorniamo.
Di Fabrizio (del 28/03/2006 @ 10:19:31, in Italia, visitato 2064 volte)
L'operatrice scolastica Donatella Torresini, architetto e professoressa di matematica in pensione è deceduta il giorno 23 marzo alle ore 06.15 all'ospedale di Padova dopo un intervento al cuore. Valida collaboratrice, ha sempre lavorato per l'Opera Nomadi seguendo con molta professionalità i Rom e i Sinti che frequentano le scuole medie. Da sempre impegnata su tutti i fronti contro le ipocrisie e...
Rovigo. Apre sabato 24 marzo uno sportello gratuito di consulenza legale per cittadini migranti (e Rom). “Siamo fra i promotori di questa iniziativa – spiega Maria Angela Zerbinati dell’Opera Nomadi – perché la questione legale è fondamentale per tutti i Rom considerati “stranieri”, anche se nati in Italia, presenti in Polesine. Anche se la legge attuale, la "Bossi-Fini", permette pochi appigli”...
Gioco e coloro. Un’immagine da colorare con corposa manualità per stare un po’ tra sé e sé: per pitturare il mondo e la propria anima: è un concorso alla fantasia. Nell’occasione si presenta la storia dei sei topolini che studiavano per diventare sapienti ma si erano fermati alla classe dei saccenti. Una categoria diffusa nella società a partire dall’ignoranza che sta alla radice della supponenza...
Gentile Candidata/o,
come Lei sa le Minoranze Nazionali Sinte e Rom, denominate “zingari” e “nomadi” in maniera dispregiativa ed etnocentrica, sono ancora oggetto di discriminazione, emarginazione e segregazione.
Le discriminazioni sono estese a tutti i campi, dal pubblico al privato, pertanto l’emarginazione e la segregazione economica e sociale dei Sinti e dei Rom si trasforma in discriminazione etnica.
In Italia le molteplici comunità rom e sinte, presenti in Italia da seicento anni, non sono ancora riconosciute come Minoranze Nazionali e pertanto non beneficiano dei diritti che questo status prevede.
Le politiche sociali rivolte alle popolazioni sinte e rom tendono apertamente all’inclusione sociale, all’integrazione, all’assimilazione.
Rare sono le realtà dove le comunità sinte e rom sono considerate protagoniste sociali e dove sono attuate politiche di interazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale, riconoscendo le loro società, le loro culture e le loro lingue sinte e romanés.
L’Italia nega ai Sinti e ai Rom l’applicazione della Convenzione Quadro per le Minoranze Nazionali e nega la Carta Europea sulle Minoranze Etnico Linguistiche che tutela le lingue minoritarie.
I novantamila Sinti e Rom Italiani vedono in molti casi negato il diritto alla residenza, il diritto alla sanità, il diritto alla scuola, il diritto al lavoro.
Inoltre, in Italia si costruiscono ancora i “campi nomadi”, luoghi di segregazione che concentrano gli individui contro la loro volontà.
La maggioranza dei Comuni ha emanato delle ordinanze di “divieto di sosta ai nomadi” che, in palese contrasto con il dettato costituzionale (articoli 3 e 16), negano il diritto di circolare e soggiornare liberamente sul territorio nazionale ai soli Cittadini Italiani riconosciuti come “nomadi”, “zingari” o “girovaghi”.
In questa situazione drammatica i Rom provenienti da Bosnia, Confederazione Yugoslava, Croazia, Bulgaria, Romania, Polonia, Ungheria subiscono oltremodo politiche discriminatorie, emarginanti e segreganti. Famiglie intere scappano dai loro paesi d’origine per i conflitti etnici e le guerre civili e l’Italia nega loro i più elementari diritti.
Segregati nei “campi nomadi” delle grandi città italiane, e non solo, i Rom Europei vivono situazioni inumane senz’acqua, luce e servizi igienici, costretti a mendicare per le strade il sostentamento giornaliero.
La situazione è talmente grave che anche la Chiesa Cattolica è “scesa in campo” pochi settimane fa, come avrà letto, denunciando il razzismo e la xenofobia di cui sono bersaglio queste popolazioni.
Ancora oggi in Italia non è riconosciuto il Porrajmos, la persecuzione razziale subita dai Sinti e dai Rom durante il fascismo e il nazismo che ha portato allo sterminio della metà dei Sinti e dei Rom in Europa.
Chiediamo che ai Sinti e ai Rom Italiani sia riconosciuto lo status di Minoranze Nazionali e che siano considerati protagonisti nelle scelte politiche e sociali del loro Paese. Chiediamo siano attuate e favorite politiche di interazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale.
Inoltre, chiediamo che siano attuate politiche di accoglienza a favore dei Rom Europei, presenti attualmente in Italia e si concerti una politica europea capace di rimuovere le cause che provocano la loro immigrazione nel nostro Paese.
Per queste ragioni chiediamo il Suo impegno, nella prossima legislatura, per promuovere leggi che facciano proprie le disposizioni della Raccomandazione n.1557/2002 del Consiglio d’Europa.
Istituto di Cultura Sinta - Associazione Sucar Drom - Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Mantova
Rif:
Di Fabrizio (del 31/03/2006 @ 10:25:21, in Italia, visitato 2881 volte)
Per chi s'è perso le lezioni di giornalismo di Tikla (agosto scorso), ecco un nuovo redattore:
Vi ricordate di Xavier, il nipote di zio Kalderosh? Bravo ragazzo, ma non sa rubare, non ha mai avuto un lavoro e non brilla certo per intelligenza, ha il curriculum perfetto per diventare giornalista. In questi giorni è a Roma per fare un po' di pratica. Ci scrive:
Ciao zio e ciao Kumpanja tutta!
Ho fatto tutto come mi avete detto, e adesso lavoro come addetto stampa per la campagna elettorale. Qua però ci sono due schieramenti, e non mi ricordavo bene chi mi avevate indicato, così ho scelto quello di destra (a leggere la cronaca giudiziaria, questi ci sanno fare di computer).
Vi parlerò della persona che in questi giorni è diventato il mio idolo: si chiama Gianni Alemanno. E' un fiero difensore delle nostre più antiche tradizioni: "cacciare i nomadi fuori dalla realtà metropolitana: se sono nomadi vengono e se ne vanno", sottolinea Alemanno, "non rimangono qui vent'anni". (19/3/06) e dopo aver detto così, potrebbe persino diventare sindaco. Credo che mi piacerebbe lavorare come sindaco...
Senti senti zio, cosa ho scoperto: Gianni Alemanno nasce a Bari nel 1958 ma già nel 1970 lascia la Puglia natia e arriva a Roma. Ha solo12 anni, così mi pare, ma già allora capisce che la politica ha bisogno di lui. Roma, negli anni '70 era una città difficile e Gianni si appoggia ad una banda originaria della città, dove i giovani più ricchi di iniziative sono Teodoro Bontempo e Francesco Storace. La banda si fa rispettare: quanto a teste spaccate non è seconda a nessuno, neanche ai nostri parenti a Roma arrivati sempre in quel periodo. Ci tengono alla reputazione: se (dicono) noi ci specializziamo nel riciclo delle autoradio, si dice che alcuni elementi della loro banda abbia pericolose vicinanze con quelli della Magliana. Insomma, gente che ci capisce.
Alemanno, basta guardarlo in faccia, si tiene lontano dalla violenza spicciola: un po' di giornalismo, la laurea in ingegneria, la politica, insomma, fa di tutto per non lavorare e ci riesce pure bene. Le teste calde vanno e vengono, qualcuno come Storace si ricicla dalle parti della TV, poi in regione, poi alla sanità, anche Alemanno, più discreto, è uno che non lo schiodi e anche se in posizioni di secondo piano riemerge sempre. Altro che vent'anni!
E Roma? Cambiano i sindaci, la città cambia molto più lentamente. Nella capitale è arrivato Veltroni il buono: quello che da giovane faceva il giovane comunista e da vecchio il giovane americano. Veltroni il buono incappa, come tutti, nei Rom. Parla di lavoro e solidarietà, ma sui campi fa un po' di confusione: i Rom li prende da una parte e li sposta dall'altra, come se giocasse a dama.
La periferia di Roma, se possibile, è ancora più dura di quando arrivò Alemanno. Rom ed estremismo di destra. Alemanno spera di guardarla dall'alto, lasciandola ad una banda sola, la sua, che non se va. I Rom, lontano dalla città: Tivoli e Vetralla sono avvertite!
Di Fabrizio (del 04/04/2006 @ 09:37:48, in Italia, visitato 2634 volte)
Ad una settimana
dal trasloco, ho telefonato a Ernesto Rossi di Aven Amenza, per sapere come
è cambiata la situazione:
L'area del trasloco è praticamente una spianata non asfaltata ottenuta con
materiale di recupero per far filtrare l'acqua piovana. Il giorno stesso del
trasloco sono arrivati 12 bagni chimici. Come previsto già nella prima mattinata
di settimana scorsa, l'area predisposta non poteva accogliere tutti i residenti.
Facendo una stima approssimativa, attualmente "ospita" circa 150/200 persone;
circa altre 200/250 (quelli che risultano residenti, ma da meno di 4 anni) sono
accampate in un prato ricavato all'ultimo momento.
Facile prevedere che il prato finirà allagato alle prime piogge. In compenso
la prima area attrezzata è fornita di un solo punto di prelievo idrico (l'acqua
viene prelevata da un tubo), i tecnici comunali stanno valutando se vale la pena
prevedere un altro sistema sempre di tubi di plastica, per avere qualche punto
di prelievo in più. Mancano totalmente le bocchette anti-incendio, davanti ad
alcune roulottes ci sono degli estintori, parte dei quali sono quelli
distribuiti dal Comune anni fa. In ogni caso, su tutta l'area non ci sono
allacciamenti alla corrente elettrica e non sono previsti per tutta la durata
dei lavori.
Nessuna variazione riguarda la situazione igienica: 3 cassoni per la raccolta
dei rifiuti, che sono svuotati in maniera irregolare.
Si suppone che il gruppo dei Rom rumeni rimarrà in questa situazione per
circa 6 mesi, quindi i lavori di sistemazione dovrebbero terminare entro la data
prevista (14/09/06).
La spesa rientrerà nei 611.349,78 euro stanziati. Tuttora, il Comune non ha
fornito planimetrie o relazioni su come sarà l'area al termine dei lavori. Si sa
solo che verrà attrezzata con container, come nel settore adiacente dei Rom
Khorakhané, quindi si presume con pezzi vecchi di una quindicina d'anni. Ultima
annotazione per chi sinora era in roulotte o ha perso le sue proprietà
nell'incendio dell'8 marzo scorso: i container vengono forniti vuoti e ogni
assegnatario dovrà provvedere al mobilio.
L’Ulivo risponde alla lettera aperta che abbiamo inviato a tutte le forze politiche impegnate nella campagna elettorale per le elezioni del 9 e 10 aprile 2006.Dopo alcuni contatti con la sede nazionale dell’Ulivo, Romano Prodi ha confermato l’impegno preso con Yuri Del Bar, nell’incontro tenuto a Mantova il 15 aprile 2005, di considerare le problematiche vissute dai Sinti e dai Rom Italiani ed Europei, in particolar modo il mancato riconoscimento ai Sinti e ai Rom Italiani dello status di Minoranze Nazionali. L’Ulivo, dopo aver inviato la nostra lettera a tutti i propri candidati, ci ha chiesto di essere ricontattato, ad elezioni avvenute, per portare in parlamento la Raccomandazione 1557/2002 del Consiglio d’Europa. Naturalmente siamo strafelici. I Consigli Direttivi
- Istituto di Cultura Sinta
- Associazione Sucar Drom
- Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Mantova
Ci impegnamo a informarvi se avremo contatti positivi con le altre forze politiche nazionali presenti a queste elezioni.
Di Fabrizio (del 05/04/2006 @ 14:21:43, in Italia, visitato 1854 volte)
Apparso ieri su Indymedia. Ho chiesto all'autore il permesso di ripubblicarlo e possibilmente di tenerci aggiornati sul mistero dei Rom scomparsi. Rimango dell'opinione che la gente non è biodegradabile, e che da qualche parte debba rispuntare...
Censura sul ghetto ferroviario di roma nord
DOVE SONO FINITI GLI "ZINGARI" DELLA STAZIONE NUOVO SALARIO? Non sento più nulla riguardo alla faccenda degli 'zingari' che abitavano nei vagoni della stazione Nuovo Salario, soprattutto dopo lo sgombero avvenuto a fine agosto, se non erro...dove sono finiti i 400 e più individui che 'abitavano' in condizioni penose in quei vagoni merci? E dove finiscono i più di 100 minorenni che stavano con le loro 'famiglie' in quella disumana situazione? Io sono andato a vedere nel giugno scorso, coi miei occhi, dopo un colloquio con Teresa Ellul del IV Municipio e un altro colloquio (telefonico) con Paolo Cento, che mi aveva anticipato il rischio dello sgombero. Ho passeggiato, accompagnato da un ferroviere, tra i corridoi pieni di merda (nel senso letterale), immondizia a cielo aperto e batterie rubate, tra i vagoni aperti di cui vedevo solo materassi pieni di muffa buttati alla meno peggio, giovani muscolosi giocare a carte mentre aspettavano il 'turno' di ritorno degli altri, più tanti altri vagoni misteriosamente chiusi. Casualmente ci sono capitato il giorno dopo la visita del prefetto Serra, prefetto di Roma (così mi hanno detto i ferrovieri) che ci è andato 'protetto' da due elicotteri, a quanto pare. Questo nel giugno 2005. Il ferroviere che mi ha gentilmente fatto da 'guida' (altrimenti me la sarei rischiata da solo) mi ha raccontato come questi poveracci arrivassero con dei camion dalla Romania, con un cartello con su già scritto il numero del vagone loro assegnato (!!!), per poi finire a lavorare in nero in qualche cantiere e/o industria di altre zone della Capitale... A quanto pare tutte cose vere, documentate da un operatore filmaker indipendente (non ne faccio qui il nome), che ha avuto il pregio di vedere i suoi filmati trasmessi dalla TV di Stato, in Romania, per scoraggiare appunto l'emigrazione clandestina. Poi, in piena estate, lo sgombero. E ora? Quei ragazzi, quei bambini? Sapevo, come sanno tutti i bravi educatori, che venivano lavati, puliti e vestiti prima di un qualche 'appuntamento' con misteriosi individui con belle Mercedes, dietro lauti compensi (alla famiglia). Non sono favole, né film. Gira in questi giorni su Internet un grosso allegato con fotografie di un feto di bimba abbandonato per strada, in Cina, per i noti problemi demografici e di discriminazione verso le nate donne. Grande è lo sdegno di chi l'ha ricevuto, da quello che ho potuto sentire in giro, ma dei vagoni di Nuovo Salario, nessuno sa più nulla? Dello sgombero, che ottiene solo l'effetto di sparpagliare la microcriminalità e la disperazione, nessuno si informa presso il Municipio IV o il Comune di Roma? Scusa la lunghezza, ma invito tutti i lettori di AmicoQua (e i cittadini del IV) a chiedere conto ai nostri dipendenti municipali che cosa è successo, e di dirlo chiaramente. Inutile se no, che tra qualche settimana ci lamentiamo per i 'furti slavi' o le 'violenze degli immigrati' che sono terminologie mediatiche comode a nascondere solo atteggiamenti politici ancora da chiarire. Francesco Melozzi , Educatore - Pedagogista
romalibera.blog.tiscali.it
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