Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 20/02/2007 @ 11:57:32, in Italia, visitato 1517 volte)
E' il 800.25.36.08 ed è gestito dal nucleo
operativo ecologico dei Carabinieri
In molti campi nomadi si è diffusa l'abitudine di dar fuoco, ad ogni ora del
giorno e della notte, a rifiuti di vario genere tra cui anche vecchi
pneumatici.
Per arginare tale fenomeno ed il conseguente inquinamento atmosferico è
possibile segnalare tali incendi al NUMERO
VERDE: 800.25.36.08, già operativo da oltre 5 anni, del
nucleo operativo ecologico dei Carabinieri che opera in sinergia con il
Ministero dell'Ambiente, e che interverrà tempestivamente.
Il servizio è operativo oltre che a Roma anche su tutto il territorio
nazionale.
19/02/2007
PS: Non per fare il guastafeste, ma a leggere il titolo
avevo capito che si riferisse agli
incendi
che purtroppo funestano gli accampamenti tutti gli inverni.
Di Fabrizio (del 21/02/2007 @ 09:40:35, in Italia, visitato 1609 volte)
Dove abita la convivenza? Diritti e cittadinanza per le popolazioni Rom e Sinti nel comune di Milano e nella Provincia
Milano ha vissuto, negli ultimi mesi, l’ennesima drammatica storia di esclusione; vittime principali ancora una volta alcuni cittadini stranieri (con regolare permesso di soggiorno), ci riferiamo alla trentina di famiglie rumene, circa 70 persone, di cui la metà bambini, sgomberati dal campo di via Ripamonti. Anche in questo caso, come avvenne un anno fa per la vicenda dei rifugiati di via Lecco, si è dimostrata l’incapacità della città di Milano ad affrontare con intelligenza la questione dell’accoglienza e a governare l’emergenza con previdenza e con politiche di largo respiro, trasferendo semplicemente “il problema” sul vicino comune di Opera.
Molti errori sono stati commessi nella gestione di questa situazione: manca prima di tutto un orizzonte culturale e politico di riferimento che consenta di impostare delle politiche pubbliche di inclusione credibili ed efficaci.
Non si può rimandare oltre la questione della mancanza di strutture atte ad affrontare l’emergenza, ma soprattutto ad evitarla; teniamo a sottolineare che per fronteggiare queste situazioni non servono più risorse di quelle già a disposizione, ma serve investirle meglio, evitando la dispersione e lo spreco di denaro pubblico. In particolare le politiche dei “campi nomadi” e delle soluzioni abitative separate hanno dimostrato negli anni non solo la loro inefficacia, ma anche la sistematica violazione dei diritti umani dei loro ospiti, con il conseguente doloroso avvilimento della loro dignità.
Ci preoccupa in generale, l’apparente scomparsa di un dovere pubblico alla solidarietà, un diritto-dovere collettivo che appartiene alle Città e ai suoi cittadini. Sempre più spesso viene a mancare una cultura propria dell’accoglienza che sappia farsi carico anche delle contraddizioni esistenti, ma che trovi appunto nella solidarietà, e non nella paura, la chiave di lettura per la risoluzione di molte delle situazioni che si affrontano e si incontrano nelle città e soprattutto nelle metropoli come la nostra.
E’ necessario pensare ad un ampio intervento culturale, che possa modificare gli approcci delle amministrazioni, dei media, delle parti politiche e sociali di una città, ma che per primo possa arrivare ai cittadini come rassicurante percorso di conoscenza e approfondimento, capace di debellare luoghi comuni ed etichette sociali con efficacia e forza.
Teniamo a ricordare che quelli che comunemente chiamiamo “zingari” o “nomadi”, sono la minoranza etnico-culturale più discriminata d’Europa. Una discriminazione che si manifesta nella vita di tutti i giorni, nella scuola, sul lavoro, nella negazione del diritto ad un alloggio adeguato. Una discriminazione che arriva fino al rifiuto di riconoscere a questo popolo lo status di minoranza nazionale.
Di fronte al riconoscimento che gli uomini e le donne rom e sinti non sono più nomadi da molte generazioni, che i “nuovi arrivi” hanno alle spalle lunghe tradizioni di inserimenti abitativi tradizionali e che circa la metà della popolazione presente sul territorio nazionale ha la cittadinanza italiana, la nostra associazione invita il Comune, la Provincia di Milano, la Regione Lombardia, le Associazioni e i Partiti ad una riflessione e ad una scelta pubblica coraggiosa che vada verso il superamento della logica dei “campi nomadi” e di ogni forma di soluzione abitativa separata.
L’accettazione di un abitare inferiorizzato e di una condizione di cittadinanza separata e imperfetta per qualunque gruppo sociale, svilisce la stessa idea di cittadinanza e impedisce lo sviluppo di una nuova democrazia. A nessuna persona e a nessun gruppo può essere destinata una condizione di abitare inferiore o di ghettizzazione sulla base della sua provenienza, della sua cultura, della sua religione, della sua lingua, della sua condizione sociale.
Riteniamo che una nuova idea di cittadinanza debba legarsi strettamente ad una azione decisa contro ogni forma di segregazione e di subordinazione delle popolazioni che abitano la città e il territorio. Ciò è possibile solo attraverso la costruzione di percorsi di fuoriuscita dai campi e di inserimenti abitativi, condivisi e partecipati con le comunità (italiane e rom), attraverso un percorso che veda gli uomini e le donne rom partecipare attivamente alla costruzione di progetti di convivenza e promozione dell’autonomia, e non come soggetti passivi sottoposti ad una azione di tutela preventiva. Accanto a queste azioni riteniamo che sia urgente garantire a tutti coloro che mantengono uno stile di vita nomade, delle aree di transito provvisorie e temporanee attrezzate per garantire la dignità e l’accesso ai servizi, seppure per un tempo limitato.
Nell’attuale situazione di Milano e Provincia mancano completamente politiche di partecipazione dei cittadini (italiani e rom), che sappiano per tempo avviare percorsi, attivare risorse e risposte “dal basso”, per far emergere risposte collettive, pensate e mediate dal confronto e dallo scambio; in questo senso è stata estremamente significativa la chiusura del "Tavolo programmatico per il monitoraggio rom e ulteriori azioni" istituito dalla Provincia di Milano. Con questa scelta, anziché promuovere un coinvolgimento delle associazioni che operano con i Rom, nella speranza di allargare la rappresentanza alle stesse comunità presenti sul territorio, si va nella direzione opposta, escludendo l'associazionismo e il terzo settore dalla possibilità di partecipare alla definizione delle politiche nei confronti delle popolazioni rom e sinti.
A ciò si aggiunga che nelle politiche pubbliche i Rom e i Sinti sono quasi sempre assenti, manca qualsiasi forma di coinvolgimento reale nelle decisioni che li riguardano. Quello che accade, nella migliore delle ipotesi, sono parvenze di partecipazione, mentre le decisioni vengono prese altrove, da altri referenti. Nella peggiore, invece troviamo Rom e Sinti utilizzati come spauracchi o “capri espiatori” per mobilitare elettorati benpensanti, paurosi e razzisti.
Teniamo a precisare che una politica inclusiva, rispetto a quella contrassegnata da una logica di esclusione, non favorisce solamente chi in questa città è “nuovo cittadino”, ma accresce la qualità generale dell’abitare urbano, compresa la sicurezza di tutti i suoi cittadini; ciò è possibile soprattutto se si sposta l’accento sulla partecipazione anche rispetto al tema delicato della sicurezza, affinché questa non sia solo terreno di politiche poliziesche volte al controllo e alla repressione.
Di fronte alle discriminazioni subite da Rom e Sinti è lecito parlare di “razzismo istituzionale”? Se con questo termine indichiamo sistemi sociali che non riescono a confrontarsi adeguatamente con altri gruppi nazionali e / o etnico – culturali e che non promuovono riforme per attuare, oltre all’uguaglianza giuridica, l’uguaglianza di opportunità a parità di condizioni, allora ci troviamo di fronte a pratiche diffuse e radicate di razzismo istituzionale. A questo proposito ricordiamo che il Governo italiano è stato recentemente (24/04/06) richiamato dall’Unione Europea per violazione della Carta sociale europea revisionata in merito alle condizioni abitative di Rom e Sinti sul territorio italiano.
Riteniamo pertanto urgente e necessario che le istituzioni e le forze politiche del nostro territorio comincino una riflessione nei confronti delle minoranze rom e sinti partendo dal tema dei DIRITTI, confrontandosi con le “buone pratiche” sperimentate in passato dentro e fuori la Lombardia, con uno sguardo anche alla dimensione europea del fenomeno.
Di Fabrizio (del 21/02/2007 @ 10:04:14, in scuola, visitato 1636 volte)
Da
British_Roma
www.cambridge-
news.co.uk
Un TEENAGER della comunità zingara di Huntingdon ha giocato un ruolo chiave
nell'aiutare a disegnare una nuova politica per i servizi infantili nello
Cambridgeshire.
Billy Smith, studente tredicenne della Hinchingbrooke School, ha dato
suggerimenti per il piano progettato dal Cambridgeshire Children and Young
People's Strategic Partnership, e i suoi appunti figurano anche nel documento
finale.
Il piano è formulato per migliorare la vita dei giovani e delle loro
famiglie.
Include misure per ridurre il numero di bambini feriti negli incidenti
stradali, migliorare la stima di loro stessi, affrontare il bullismo, aumentare
la partecipazione nello sport, presso le comunità viaggianti, del Bangladesh e
del Pakistan [...]
Billy, che è orgoglioso della sua origine Romani, dice di essersi divertito
nel prendere parte al progetto, specialmente nel fornire il punto di vista della
sua gente.
Dice "Ho intervistato alcuni consiglieri comunali e fornito schizzi e disegni
e lavorato al manuale - The Big Plan."
Billy, che è nato nell'Essex e ha girato tutta la regione, da circa 10 anni
abita in un appartamento.
"In realtà, preferisco viaggiare, ma non puoi fermarti da nessuna parte, e
quando lo fai [...] litighi con la gente, così devi spostarti," dice. "C'è del
bene e del male in ognuno. I Viaggianti non sono tutti cattivi."
Dice Coun Shona Johnstone membro dell'assessorato per l'infanzia e per i
giovani del Cambridgeshire:
"I bambini, i giovani e le loro famiglie sono nel cuore del piano che hanno
prodotto. Quanto ci hanno detto è stato vitale nel pianificare le nostre
priorità. Il contributo di Billy e della comunità viaggiante è stato di
particolare valore"
Coun Johnstone dice che il progetto consiste nell'assicurare ai bambini e
alle loro famiglie di ricevere servizi più veloci e più effettivi, dove vivono e
a scuola e col supporto del Governo.
Il piano, indirizzato ai comuni, alla polizia, ai servizi primari, [...] alle
scuole e alle organizzazioni di volontariato, è stato realizzato [...] grazie
alla collaborazione attiva di 1850 giovani.
Di Sucar Drom (del 22/02/2007 @ 10:59:03, in blog, visitato 2418 volte)
Reggio
Emilia, micro aree e terreni privati per i Sinti
Il Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, la scorsa settimana durante il
Congresso della Margherita, ha dichiarato di voler chiudere i cosiddetti "campi
nomadi" e realizzare delle piccole microaree su base famigliare.
Alcuni giorni prima il Sindaco si era recato nel cosiddetto "campo nomadi" di
via Gramsci, dove trecento sinti vivono concentrati in una piccola area c...
Lamezia
Terme (CZ), l'associazione "Donne e Futuro" chiede attenzione per i Rom
Favela, bidonville o ghetto? Ci si può veramente sbizzarrire con la fantasia per
trovare una definizione azzeccata al "campo" Rom di Scordovillo. Il "villaggio",
un po' baraccopoli, un po' accampamento container, continua a sprofondare in un
degrado che spaventa e fa vergognare.
A mettere la ciliegina sulla torta del caos assoluto, si ci è messo anche i
maltempo di ques...
San
Remo (IM), la bella strada
Il calendario definitivo del programma di Tenda della Pace FEST, giunto alla
quinta edizione, che proporrà i suoi eventi collaterali al Festival di Sanremo,
dal 28 febbraio al 3 marzo, propone un concerto d'eccezione con Roberto Durkovic
e i Fantasisti del Metrò.
Il progetto musicale di Roberto Durkovic che si chiama "la bella strada" (sucar
drom, nelle lingue sinte) è legato alle...
Milano,
contro l'assuefazione alla barbaria quotidiana
Il libro pubblicato e poi ritirato da Ariel Toaff sugli omicidi rituali di cui
furono accusati gli ebrei nell'Europa cristiana, rivela una salutare
ipersensibilita' intorno a stereotipi che hanno favorito persecuzioni terribili.
Ci risulta intollerabile che qualcuno affermi: "Gli ebrei uccidono i bambini e
usano il loro sangue per impastare la farina del pane azzimo". Meno male.<...
Verona,
alle radici dell’Europa: Mori, Giudei e Zingari
Si è svolto presso il Polo didattico Zanotto dell’Università di Verona nei
giorni di Giovedì 15 e Venerdì 16 febbraio il convegno internazionale: "alle
radici dell’Europa, Mori, Giudei e Zingari nei Paesi del Mediterraneo
occidentale (secoli XV-XVII)".
Numerosi i relatori che dopo i saluti dell’autorità si sono succedut...
Sarzana
(SP), sgomberate le famiglie di Sinti Camminanti
Operazione della Polizia Municipale di Sarzana in collaborazione con una
pattuglia della locale stazione di Polizia. Dal Piazzale dello stadio Miro
Luperi sono state sgomberate alcune famiglie di Sinti Camminanti Siciliani,
intorno alle ore 17 di ieri.
Automobiti e relative roulottes, camper e vere case viaggianti. Almeno cinque
nuclei famigliari, per una complessiva trentina di persone tr ...
Milano,
no al "campo nomadi" in via Viano Valle
Rom in zona Ripamonti, dietrofront del Comune. In via Vaiano Valle non sorgerà
nessuna area attrezzata per Rom. Motivo? «Non si possono mettere i Rom dove già
ci sono» spiega l’assessore Mariolina Moioli ventiquattr’ore dopo aver invece
sostenuto che lì, a due passi da via Ripamonti, «non si sta costruendo nessun
nuovo campo nomadi». Come dire: una conferma della notizia preceduta dalla
smentita d...
Roma,
allarme povertà ed emarginazione
Affitti sempre più alti, tasse insopportabili, servizi cari: e così aumenta
sempre di più il rischio di scivolare nella povertà nella capitale. E anche di
finire a vivere per strada: a lanciare l'allarme è l'assessore alle Politiche
sociali del Comune, Raffaella Milano (in foto).
"Basti pensare che arrivano ai nostri servizi persone che un anno fa non
avrebbero mai pensato nemmeno lon...
Pavia,
il Comune vuole i "campi nomadi" ma non sa dove realizzarli
Campi nomadi: nessun dubbio sulla necessità di realizzarli. Soprattutto ora che
il Comune, atraverso il vice sindaco Ettore Filippi, ha indicato tempi (2009) e
costi (90mila euro). Dimenticando però di dire anche “dove”. Un’incognita che
coinvolge direttamente i quartieri. Uno in particolare: Pavia Storica, che per
sette anni ha già fatto i conti col problema.
«Il quartiere si trova già nel ...
Di Fabrizio (del 22/02/2007 @ 12:06:03, in Italia, visitato 2682 volte)
A forza di essere vento.
Lo sterminio nazista degli zingari
SABATO 03.03.07
ore 20.00
cena rom macedone
15€ bevande incluse
ore 21.00 proiezione dvd
presso il circolo Arci Blob /
via Casati 31, Arcore (MI). 039 61 69 13
info@arciblob.it
www.arciblob.it ingresso
con tessera Arci
prenotazioni entro il 23.02
Di Daniele (del 23/02/2007 @ 11:50:55, in media, visitato 2306 volte)
caro fabrizio, ti mando il
link a due articoli apparsi ieri sul manifesto....
un abbraccio!
daniele
assemblea
Dopo Opera, è difficile guardarsi allo specchio
Gad Lerner chiama Milano a discutere del caso Opera
gli zingari cacciati da Opera cercando soluzioni pratiche per uscire almeno
dall'emergenza. Molto più complicato comprendere perché sia stato possibile che
un gruppo di cittadini abbia saputo fare comunità in nome dell'odio e abbia
vinto. E infatti la domanda è rimasta inevasa
Luca Fazio
Giorgio Salvetti
L'altra sera, nella sala della Provincia di Milano, Gad Lerner, l'unico volto
noto del giornalismo italiano che ha compreso tutta la gravità del caso Opera -
«quando i rom hanno deciso di scappare, quel giorno si è consumata una sconfitta
dell'umanità» - avrebbe potuto introdurre il dibattito da lui convocato
parafrasando John Lennon: «Quelli in prima fila possono far tintinnare i
gioielli, gli altri in fondo possono anche battere le mani». La platea, chiamata
a riflettere sul perché nessuno ha impedito che un gruppo di razzisti aggredisse
70 rom, fra cui 37 bambini che vanno a scuola, pur senza poter [continua]
Profondo nord
La metamorfosi padana nasce dal senso perduto dell'esistenza
Marco Revelli
I 60 rom che erano stati ospitati nel campo provvisorio di Opera, alle porte di
Milano, «stanchi di insulti», se ne sono andati via, e non vi torneranno più.
«E' [continua]
Di Fabrizio (del 24/02/2007 @ 10:26:37, in media, visitato 3003 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale:
Autori e curatori: Gabriella Amiotti , Alessandro Rosina
Contributi: Cinzia Bearzot, Anna Maria Birindelli, Elena Dell'Agnese, Alessandro Ghisalberti, Giuseppe A. Micheli, Daniele Montanari, Rosella Pellerino, Sergio Rovagnati, Giovanna Salvioni, Laura Terzera, Teresio Valsesia, Tommaso Vitale, Giuseppe Zecchini
Collana: Equivalenze
Argomenti correlati: Storia sociale e demografica - Storia urbana e del territorio - Antropologia
Codice Volume: 570.10 Codice ISBN 13: 978-88-464-8245-7
Pagine: 176
Edizione: in preparazione, 1a
Presentazione del volume:
La questione delle minoranze, da sempre tema spinoso e ricco di implicazioni, è stata, direttamente e indirettamente, al centro dei conflitti europei del secolo appena concluso e delle maggiori tragedie a essi connesse. Non a caso l'idea di un'Europa unita si fonda sulla premessa del rispetto e della valorizzazione delle identità culturali, religiose, etniche e linguistiche. Ogni minoranza è una storia a sé stante, ciascuna con un proprio delicato, spesso instabile, equilibrio tra salvaguardia della propria identità e integrazione nel contesto più generale nel quale è inserita.
Un equilibrio sempre a rischio, messo in discussione sia da forze esterne sia da forze interne e facilmente suscettibile di strumentalizzazioni. L'accelerazione e l'estensione dei percorsi di mobilità, in una società che evolve a passi rapidi verso la globalizzazione, rende peraltro ancor più difficile la definizione dei marcatori di confine identitario: l'ampliamento dello spazio di vita può causare il collasso delle stesse coordinate fisiche di riferimento, quello "spazio vissuto" che consente di delimitare il territorio del sé.
Il volume vuole stimolare una riflessione critica su questi temi, a partire da casi concreti. Vengono a tal fine proposti alcuni approfondimenti del modo nel quale specifiche minoranze hanno declinato, nella storia e nel presente dell'Europa mediterranea, il delicato rapporto tra integrazione e identità.
Gabriella Amiotti, è docente di Geografia storica del mondo antico presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica di Milano. Ha svolto attività di ricerca su temi di storia politica, di storia della geografia e storia della cartografia nel mondo classico.
Alessandro Rosina è docente di Demografia presso la Facoltà di Economia dell'Università Cattolica di Milano. Ha svolto attività di ricerca su temi di demografia storica, di transizione alla vita adulta e di formazione della famiglia.
Indice:
Giuseppe A. Micheli, Prefazione
Nel passato
Gabriella Amiotti, Introduzione
Cinzia Bearzot, Rivendicazione di identità e rifiuto dell'integrazione nella Grecia antica (Ateniesi, Arcadi, Plateesi, Messeni)
Giuseppe Zecchini, L'identità dei Celti tra conservazione e assimilazione
Alessandro Ghisalberti, Minoranza etnica e uniformità socio-culturale: aspetti della civiltà medievale nell'area del mediterraneo
Daniele Montanari, Aspetti dell'identità ebraica in Età moderna. La Comunità mantovana
Nel presente
Alessandro Rosina, Introduzione
Giovanna Salvioni, Identità e memoria: uno sguardo alle comunità albanesi del sud Italia
Rosella Pellerino, Teresio Valsesia, Sergio Rovagnati, Le alpi ed oltre: Occitani, Walser, Ladini
Elena Dell'Agnese, Tommaso Vitale, Rom e Sinti: una galassia di minoranze senza territorio
Laura Terzera, Anna Maria Birindelli, Riflessioni sul processo di integrazione della popolazione immigrata in Italia. Il caso della Lombardia.
Di Fabrizio (del 25/02/2007 @ 10:27:30, in Europa, visitato 2617 volte)
Segnalato da Tommaso Vitale
Da Euregion.net - Saturday 24 February 2007
In Slovenia dilaga la rivolta razzista anti-rom. Scenari inquietanti per un Paese che nella prima metà del 2008 presiderà l'UE. Per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo problema, in novembre scorso ha avuto luogo una marcia, che partendo da Lubiana, ha toccato anche Trieste e Monfalcone. La famiglia Strojan La lunga marcia dei cancellati si è svolta in novembre, cominciando da Lubiana. E' passata per Trieste, dove 48 vittime della cancellazione che non si vogliono arrendere o rassegnare di fronte all'indifferenza del governo e del parlamento di Lubiana che continuano a glissare sul problema, sono state accolte in Consiglio regionale dall'assessore alla cultura e alle politiche della pace Roberto Antonaz e da alcuni consiglieri di diversi partiti della sinistra (Rifondazione, PdCI, DS e Verdi). Poi è stata la volta di Monfalcone, dove ad esprimere la propria solidarietà ai cancellati della Slovenia (ma anche a qualche cancellato italiano che si è unito alla carovana, come il giovane rom nato a Roma da genitori ex-jugoslavi Zvonko Đurđević) sono stati gli operai della Fincantieri, quelli del sindacato FIOM, con alle spalle una lunga tradizione di lotte operaie e di solidarietà interetnica. Ad applaudire il gruppo accompagnato nel loro viaggio verso Bruxelles dagli attivisti sloveni e italiani di "Karavla mir" e "Dostje" c'erano pure alcuni lavoratori del Bangladesh e del Pakistan, alcuni dei tanti che nella Monfalcone progressista e cosmopolita hanno ottenuto un diritto di domicilio esemplare rispetto ad altre realtà industrializzate. Da Monfalcone a Parigi, al parlamento francese insieme ai "sans papier" e poi a Bruxelles dal commissario Franco Frattini, accompagnati da due deputati della sinistra europea, Giusto Catania e Roberto Musacchio che avvertono: la Slovenia risolva questo problema prima di prendere in mano le redini dell'UE. Viaggio imbarazzante per il governo sloveno, che sulla marcia europea dei diseredati ex-jugoslavi preferisce per ora mordersi la lingua. Solo due i messaggi pervenuti dal mondo politico ai cancellati in procinto di partire; quello solidale del deputato socialdemocratico Aurelio Juri, e quello critico e stigmatizzante dell'eurodeputato del Partito democratico sloveno Miha Brejc. Molti cancellati, nonostante due delibere a loro favore della corte costituzionale slovena, continuano a rimanere tali, a non godere cioé di quegli elementari diritti di cittadinanza o di residenza che furono cancellati amministrativamente in una notte del 1992 e più tardi solo parzialmente riconosciuti a coloro che risucirono a mettere insieme tutta la documentazione richiesta, perlopiù andata in fiamme lì dove infuriava la guerra. La rivolta razzista Ma il problema dei cancellati è solo uno dei problemi che la Slovenia dovrà o dovrebbe risolvere prima di assumere la presidenza dell'Unione Europea nella prima metà del 2008. L'altro inquietante scenario che sembra purtroppo dilagare ed essere sfuggito di mano allo stesso governo Janša, che fin'ora lo ha ispirato e sostenuto tramite i propri commissari politici, è la rivolta anti-rom in tutta la Slovenia. Ad Ambrus c'è stato sabato scorso il primo caso di violenza, con in prima fila la testa insanguinata di un contestatario locale che assieme ad altre centinaia di compaesani bloccava le strade impedendo alla polizia l'accesso all'insediamento rom della famiglia Strojan. La polizia ha caricato ed ha colpito la testa di un locale militante del partito di governo. Negli scontri sono stati leggermente feriti anche altri paesani. Il giorno dopo ne ha fatto le spese il direttore della polizia di Lubiana, mentre Janša ed il ministro degli Interni Mate hanno chiesto scusa alla popolazione di Ambrus, dove quasi tutti votano tradizionalmente per il loro partito. I disordini erano cominciati in seguito alla notizia che la famiglia rom, ospitata nel centro di permanenza per stranieri di Postumia (25 persone di cui 21 tra donne, bambini ed un'anziana) per sfuggire al linciaggio della folla di Ambrus, si era decisa a tornare a casa propria dopo che le tante promesse del governo di trovare una sistemazione alternativa erano finite in una sommossa nazionale;da Ambrus a Mala huda, da Grosuplje a Ig, da Kocevje a Ribnica e Lubiana. Barricate, blocchi stradali persino con la partecipazione dei locali vigili del fuoco e dei loro mezzi antincendio, uomini minacciosi armati di pali e seghe a motore, pronti ad affrontare anche le unità speciali di polizia, gli skin head e le "viole", gli ultras del Maribor, pronti ad aiutare gli insorti, e una polizia tollerante e intimidita con l'eccezione dei disordini ad Ambrus di sabato, finiti con una testa rotta e le dimissioni immediate del direttore di polizia. Immagini da klu klux klan ma con dimensioni di massa da far rabbrividire anche il regista cinematografico più azzardato. Ogni ipotesi di insediamento dei rom, in qualsiasi parte del paese, persino a Lubiana, porta in strada le cosiddette "vaške straže" la cui simbologia politica rievoca direttamente il collaborazionismo filonazista nella seconda guerra mondiale. Una revansce in chiave attuale e xenofoba, su cui - salvo rare eccezioni - il mondo politico tace o balbetta, mentre la chiesa cattolica e un buona fetta dell'intellighenzia glissano pavidamente. A fare le spese della furia popolare anti-rom è stato pure il nuovo sindaco di Lubiana Zoran Janković che ha tentato di offrire una sistemazione alla famiglia Strojan nel proprio comune. E' stato fischiato e contestato aspramente dalla folla della comunità locale interessata ed ha fatto, vistosamente preoccupato, un realistico dietro front. Martedì per il solo sospetto (infondato) che nei veicoli della polizia dell'accademia di Gotenica presso Kočevje ci potesse essere uno Strojan è insorta la cittadina di Ribnica; al post odi blocco le »straže« hanno fermato persino i poliziotti e li hanno perquisiti, umiliando nuovamente lo stato di diritto. Cinquanta intellettuali di area liberal-progressista hanno richiesto intanto, in un appello a favore dei diritti dei Rom, le dimissioni del ministro degli interni Dragutin Mate cui addebitano la responsabilità diretta del caos razzista nel paese. Gli Strojan intanto aspettano nel CPT di Postumia, il governo mantiene un atteggiamento ambiguo, esibendo la propria impotenza ed umanitaria benevolenza ma senza perdere occasione di puntare l'indice su presunte divisioni in seno alla stessa famiglia e sulla "poca affidabilità" di questa al momento di trovare un accordo. La stessa sindrome dell'antisemitismo Cosa sta succedendo nella Slovenia del 2006, nel paese che tra meno di due anni dovrebbe presiedere l'Unione Europea? E' forse in preda alla sindrome di angoscia collettiva che sembra pervadere una buona fetta dei paesi dell'est europeo e che ricorda quella dell'antisemitismo nella Germania di Weimar? Dalla Polonia all'Ungheria, alla Slovenia. Com'è possibile che un paese con il reddito più alto tra quelli dei nuovi membri UE e noto per la sua tradizionale moderazione e per una proverbiale (apparente) stabilità politica, diventi ora poligono di lotte razziali e di un crescente culto del linciaggio e delle "vaške straže"?. La risposta va probabilmente cercata nella dilagante insicurezza, nel disagio che accompagna la gente in una fase di transizione particolarmente incerta, dove diventa tangibile e dolente ma anche redatto a tavolino, in nome delle leggi del libero mercato, il ridimensionamento dello stato sociale, dell'assistenza pubblica, di quella pensionistica, dei pari diritti alla scuola ed alla sanità. E poi è in arrivo l' Euro e con lui la grande paura dei rincari e dell' ulteriore perdita del potere d'acquisto. E poi Schengen e la libera circolazione all'interno dell' area, e l'arrivo della Romania e della Bulgaria e di tanti immigrati più giovani e più fertili. Insomma la percezione è quella di un sommovimento tettonico epocale che sta angosciando il piccolo individuo, sempre più insicuro e che cerca nella propria rassicurante comunità tradizionale un rifugio, da difendere ad ogni costo, anche con le seghe a motore. La classe politica al potere è impegnata ormai da alcuni anni a spiegare alla gente che l'assistenzialismo sociale va ridotto al minimo, cominciando dai settori più "parassitari". E l'idea del "parassita sociale", responsabile del malessere generalizzato, s'insinua nell' immaginario collettivo della gente che cerca e trova il capro espiatorio nei più deboli. Emira è bosniaca e lavora alla TV pubblica come donna delle pulizie con un contratto precario; entra nello studio tutta imbronciata e borbotta: "Maledetti Zingari, loro non lavorano e incassano l'assistenza sociale. Ed io qui a sgobbare! Maledetti!". Fonte: www.osservatoriobalcani.org
Di Fabrizio (del 26/02/2007 @ 09:43:59, in casa, visitato 2883 volte)
Ustiben report DALE FARM DI FRONTE ALLA DECISIONE FINALE By Grattan Puxon
Il Governo UK rigetta l'appello finale dei residenti di Dale Farm e spiana la strada per l'abbattimento della quinquennale e più estesa comunità di Nomadi e Viaggianti della Gran Bretagna. Durante lo scorso inverno un centinaio di famiglie hanno atteso con ansia il responso del Ministro per le Comunità Ruth Kelly - mentre montavano le proteste anti-zigane guidate dal deputato John Baron.
Queste dimostrazioni, nelle quali i sostenitori del neo-fascista National Party hanno avuto un ruolo preponderante, hanno avuto il risultato di aumentare gli attacchi razzisti ai Viaggianti, bambini inclusi. Attualmente non si registrano tentativi di sgombero, nell'attesa del giudizio della magistratura sulla decisione finanziata con cinque milioni di euro dal consiglio comunale di Basildon per radere al suolo Dale Farm. Questo è previsto non prima di luglio. Giudizio a parte, Basildon intende avvalersi dei servizi della Constant & Co., la compagnia privata specializzata negli sgomberi di Zingari.
Nei mesi scorsi è stata impegnata nella distruzione di varie piccole proprietà di Zingari nel distretto di Basildon.
Queste attività, assieme alle spese legali, sono costate circa un milione di euro [...] Nel rigettare il diritto dei Viaggianti a risiedere nelle proprie aree di proprietà, Ruth Kelly nel contempo ha sottolineato che gli sgomberati saranno forzati a vivere per strada.
Di Fabrizio (del 27/02/2007 @ 09:54:00, in Regole, visitato 6005 volte)
Da Roma_Italia
Di: Blaga Bangieva - http://international.ibox.bg/news/id_692666547
Non sta aumentando il numero di nomadi sugli aerei in volo verso l'Italia da Sofia e Bucarest. Non c'è afflusso di Bulgari e Rumeni alla frontiera italo-slovena, vicino a Trieste - la porta naturale dell'Italia per i lavoratori che arrivano dai due paesi balcanici.
Nei primi due giorni da quando Bulgaria e Romania hanno raggiunto l'UE, la vera invasione non arrivava da fuori , ma dall'interno, dice la pubblicazione "Balkans". Il rapporto è collegato con le notizie di ieri che a Torino l'ultimo nato del 2006 ed il primo del 2007 erano Rumeni.
Rumeni e Bulgari hanno già adesso gli stessi diritti di Francesi, Tedeschi e Spagnoli.
Il "Corriere della Sera" ha accennato alle loro speranze che la UE non si dispiaccia di questa espansione.
Inoltre OnG italiane come "Caritas" e la Fondazione "Iniziative ed esami delle società multi-etniche" sono in competizione nel fare prognosi su quanti Rumeni e Bulgari arriveranno in Italia.
Le aspettative variano tra i 60 e i 105 mila in corsa verso l'Italia. Non è facile fare pronostici esatti, ma gli Italiani mostrano di aver timore degli Zingari, che sono circa il 2,5% della popolazione totale dei due paesi balcanici.
Secondo il "Corriere della Sera" il governo italiano starebbe considerando un disegno di legge sugli Zingari che arrivano in Italia, la maggior parte senza documenti.
Il giornale poi afferma che a Capodanno, da tutti i centri di permanenza temporanea, sono stati rilasciati i Bulgari e i Rumeni, arrestati perché con documenti irregolari o col permesso di residenza scaduto.
|