Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 18/07/2013 @ 09:02:54, in Italia, visitato 1333 volte)
14 luglio 2013 | Sergio Bontempelli su
CORRIEREIMMIGRAZIONE
L'Italia si è dotata di una "strategia nazionale di inclusione", ma i problemi e
gli sgomberi rimangono. Se n'è parlato a Cecina.
C'era un volta l'emergenza nomadi. C'era un volta l'allarme sicurezza, con il
suo inevitabile contorno di allontanamenti, espulsioni, ordinanze comunali
variamente creative. C'erano una volta i Sindaci-sceriffi, nemici giurati di rom
e sinti e promotori degli sgomberi nei "campi nomadi".
Davvero tutto ciò si può declinare al passato? Davvero si può dire "c'era una
volta", sottintendendo che "oggi non c'è più"? Di questo si è discusso venerdì
scorso nella cornice del Meeting Internazionale Antirazzista di Cecina,
organizzato ogni estate dall'Arci e giunto quest'anno alla diciannovesima
edizione.
C'era una volta l'emergenza nomadi, dicevamo. Con un
decreto del Maggio 2008,
l'allora Governo Berlusconi dichiarò lo stato di emergenza "in relazione agli
insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e
Lombardia". Come se i rom e i sinti - i cosiddetti "nomadi" - fossero una
calamità naturale, da cui difendersi come ci si difende da un terremoto, da
un'inondazione, da un incendio...
Ecco, l'emergenza nomadi è davvero consegnata al passato: si può dire, dunque,
"c'era una volta", come nelle fiabe. Alla fine del 2011, infatti, il Consiglio
di Stato - accogliendo il ricorso dell'Errc, il Centro Europeo per i Diritti dei
Rom - aveva dichiarato illegittimi i decreti del Governo Berlusconi; nel
frattempo la Commissione Europea aveva invitato tutti gli Stati Membri ad
elaborare proprie "strategie nazionali per l'inclusione delle popolazioni rom".
Che è un po' come dire "smettete di fare sgomberi, smettete di costruire
campi-ghetto, e avviate politiche di inserimento sociale"...
Bacchettato dalla magistratura italiana, ripreso per le orecchie dall'Unione
Europea, il Governo non aveva mollato l'osso: in gran segreto, il 15 febbraio
2012, l'esecutivo guidato da Mario Monti
aveva presentato ricorso contro la
decisione del Consiglio di Stato. Se avesse vinto quel ricorso, l'emergenza
nomadi sarebbe ancora in vigore...
Il gesto del nuovo premier aveva mandato su tutte le furie numerose associazioni
che si battono per i diritti umani, visto che proprio Monti era apparso, almeno
su questi temi, più aperto del suo predecessore.
In ogni caso, lo "scivolone" dell'allora Presidente del Consiglio non ha
prodotto risultati apprezzabili. Nel maggio 2013, infatti, è arrivata la
sentenza della Corte di Cassazione, che ha confermato la pronuncia del Consiglio
di Stato e che ha dunque eliminato - stavolta definitivamente - l'emergenza
nomadi.
La "strategia nazionale di inclusione" c'è...
La cosiddetta "strategia nazionale di inclusione" è in vigore da più di un anno.
Si articola in quattro assi di intervento (istruzione, lavoro, salute e casa), e
definisce alcuni obiettivi: favorire la frequenza e il successo scolastico dei
ragazzi rom e sinti; promuovere l'inserimento lavorativo e la regolarizzazione
del lavoro irregolare o precario delle comunità rom; garantire il pieno accesso
ai servizi sociali e sanitari sul territorio; superare i campi nomadi e le
"logiche emergenziali", per avviare politiche abitative a livello locale e
nazionale.
A che punto siamo con l'attuazione di questo programma così ambizioso?
Pietro Vulpiani dell'Ufficio Nazionale Anti-Discriminazioni Razziali (Unar) è
ottimista: "Certo, i problemi sono tantissimi, e siamo solo all'inizio di un
percorso", spiega all'attenta platea del Meeting Antirazzista, "ma possiamo dire
che l'Italia è più avanti di tanti altri paesi".
In effetti, pochi giorni fa
la Commissione Europea ha proposto un primo bilancio
dello stato di avanzamento delle varie "strategie nazionali", e a quanto pare
l'Italia (una volta tanto) non è il "fanalino di coda" dell'Unione. "La
Commissione", spiega Vulpiani, "ha rilevato che in molti Stati non ci sono
ancora i tavoli di lavoro con la società civile, che rappresentano il primo
passo nell'attuazione delle strategie nazionali. Il nostro paese, da questo
punto di vista, ha fatto il suo dovere".
... ma i problemi rimangono
Tutto bene, dunque? È finita la stagione della segregazione contro i rom e i
sinti? Niente affatto. Anzitutto, il bilancio della Commissione Europea non è
proprio positivo su tutti i fronti. Basta leggere la
tabellina riassuntiva
pubblicata su internet per accorgersene: nella casella "paesi che hanno promosso
misure contro le discriminazioni a livello locale", per esempio, l'Italia non
compare. Vuol dire che il nostro paese ha fatto poco o nulla per "tirare le
orecchie" a Sindaci e autorità locali...
E a Cecina si sono fatte sentire molte voci critiche. Prima tra tutte quella di
Barbara Beneforti, animatrice del Centro Anti-Discriminazione della Provincia di
Pistoia, che ha scelto di raccontare delle storie: come quella della signora
nata in Montenegro, ma arrivata in Italia in tenera età, che oggi non è
considerata né italiana né montenegrina. "Ha vissuto qui per decenni, ha fatto
figli nati e cresciuti a Pistoia", spiega Beneforti, "ma non si è mai registrata
al suo paese... così oggi non è considerata cittadina di nessuno Stato, non può
avere né passaporto né permesso di soggiorno, ma non può nemmeno tornare in
Montenegro". Tecnicamente dovrebbe trattarsi di un'apolide (cioè, appunto, di
una persona priva di nazionalità, che per questo ha diritto ad uno speciale
permesso di soggiorno), ma - spiega ancora Beneforti - "ottenere l'apolidia in
Italia è quasi impossibile. E i rom che vivono in queste condizioni sono tanti".
Sulla stessa lunghezza d'onda anche Emilio Santoro, docente di materie
giuridiche all'Università di Firenze: "Leggi sull'immigrazione restrittive e
proibizioniste, spesso anche irragionevoli e incoerenti, hanno consegnato i
migranti a una sorta di discriminazione permanente: i rom e i sinti ne hanno
sofferto più di altri".
La Toscana, terra di contraddizioni
Ospitato in una città costiera della Toscana, l'incontro non poteva non
soffermarsi anche sulle politiche varate in questa Regione. Che a quanto pare
hanno pienamente recepito lo spirito della "strategia nazionale": "Sono già
partiti i tavoli di lavoro", ha spiegato l'assessore Allocca, che segue queste
tematiche per conto del governatore Enrico Rossi, "e stiamo avviando
sperimentazioni soprattutto sulla questione abitativa, che riteniamo l'asse
prioritario nelle nostre zone".
Qui come altrove, in effetti, la marginalità dei rom e dei sinti si misura dallo
stato di segregazione residenziale in cui sono costretti a vivere: tra "campi
attrezzati" e "insediamenti abusivi" soggetti a sgomberi, la situazione non
sembra poi molto diversa da quella nazionale. "E in tempi di crisi", ha aggiunto
l'assessore, "non abbiamo molte risorse da mettere in campo, quindi è molto
difficile attuare una politica efficace".
Qualche sperimentazione sta comunque partendo. A San Giuliano Terme, in
provincia di Pisa, un piccolo finanziamento regionale consentirà ad alcune
famiglie rom di ristrutturare col proprio lavoro un immobile privato: in cambio,
il proprietario darà quell'alloggio alle stesse famiglie a un canone di affitto
agevolato. A Pistoia, il campo nomadi cittadino sarà trasformato in un piccolo
villaggio fatto di vere e proprie case, autocostruito dai rom. "Si tratta di
piccoli esperimenti, finalizzati a superare le fallimentari politiche dei campi
e degli sgomberi", spiegano Nicola Solimano e Sabrina Tosi Cambini della
Fondazione Michelucci (lo storico istituto di ricerca che da anni si occupa di
questi temi).
Ma anche in Toscana le cose procedono in modo tutt'altro che lineare. Perché
mentre la Regione si sforza di attuare la "strategia", non tutti i Comuni
sembrano andare nella stessa direzione. A Pisa, per esempio, il dibattito locale
si infiamma per il caso della "Bigattiera", il campo dove il Sindaco ha tagliato
l'acqua corrente e la luce, e dove due anni fa è stato eliminato anche il
servizio di scuolabus per i bambini. Un paio di settimane fa, un
appello firmato
da 250 personalità cittadine (tra cui l'allenatore della squadra di calcio) ha
chiesto l'immediato ripristino dei servizi tagliati. Il Comune, finora, non ha
risposto, e i segnali dati dall'amministrazione sembrano contrastanti. La strada
per l'inclusione dei rom e dei sinti, in Toscana come altrove, è ancora lunga...
Di Fabrizio (del 19/07/2013 @ 09:04:02, in Italia, visitato 1481 volte)
Mi chiederete: perché dare questo immeritato risalto all'ennesima presa
di posizione di Forza Nuova? Forse che voi lettori di Mahalla siete così sprovveduti da non
sapere cosa dicono e cosa fanno? E no, signori miei, ho i miei motivi:
- Avete presente quel galantuomo di Kalderoli? Sì, proprio
quello che può dire di tutto e offendere tutti, per la sola ragione che è
parlamentare e non un "pirla qualunque". Sembra che a lui non
gliene si perdona una. Scordatevi per un momento la sua faccia
scimmiesca, la cravatta verde, le guanciotte rubizze...
immaginatelo quando si contorce nelle giustificazioni dopo
l'ennesima cazzata, non vi ricorda un certo estremismo
di destra? MA GUARDATE, NON CE L'ABBIAMO CON LORO!
- Ci possono essere cento ragioni per essere contro Forza
Nuova (prima fra tutte, la sua stessa ragione d'essere). Ma il
linguaggio che adopera è ancora più pericoloso: nessuno
pubblicamente ammetterà di fare comunella con questi PARIA della
democrazia, ma sotto-sotto, con parole e concetti molto più
educati, può capitare anche a qualche campione di democrazia di
ripetere acriticamente i loro concetti.
-
FORZA NUOVA diffusa, scrivevo tempo fa, e altrettanto
pericolosa: è la destra estremista (in tutta Europa) che negli
slogan urla ZINGARI AL ROGO, ma poi chi ha dato fuoco agli
insediamenti rom a Opera (MI), Ponticelli (NA) e a Torino
(dicembre 2011), sono persone normalissime, i "pirla qualunque",
appunto.
14 Luglio 2013 -
Lecce - La Federazione Provinciale di Forza Nuova Lecce, ha diffuso la seguente
nota:
"E' notizia di queste ore che a Lecce la giunta comunale stanzierà un milione di
euro per dare case popolari per i nomadi di campo Panareo. In un momento di
crisi senza precedenti dal dopoguerra ad oggi con migliaia di leccesi che
perdono il lavoro, con anziani che rovistano nei cassonetti per cercare da
mangiare, con prestiti che non vengono concessi a piccoli e medi imprenditori,
con giovani che o non trovano lavoro o sono condannati ad un precariato eterno,
la giunta comunale salentina, in nome del politicamente corretto, e tralasciando
centinaia di altre priorità per la città, stanzia un milione di euro per le case
ai nomadi. Forza Nuova non ci sta e ribadisce prima gli italiani, prima i
leccesi.
Chissà perché, c'è sempre (e sempre ci sarà) qualcosa di più urgente, di
più pressante. "Le priorità sono altre" dicevano sempre i vecchi politici 30
anni fa. E mai si sarebbero immaginati che il loro difendere lo status quo,
resistesse in questi antagonisti dalle zucche rasate e dai bicipiti gonfi. LA
CASA E' UN DIRITTO, ha sempre urlato la sinistra extraparlamentare, LA CASA E'
UN DIRITTO DEGLI ELETTI, di chi è nato in un determinato posto, senza aver altro
merito se non quello, appunto di essere nato.
Questa gente dietro una facciata di apparente povertà, ha nei suoi illegalissimi
accampamenti, macchine di alta cilindrata, antenne paraboliche che i cittadini
leccesi possono solo sognarsi, gli uomini sono dei veri e propri parassiti che
mandano donne e bambini a mendicare, mentre loro si riempiono di alcool, e se a
fine giornata non portano una cifra di soldi adeguata sono botte da orbi;
gestiscono l'usura, il furto del rame, e molti di loro hanno decreti di
espulsione che aggirano mettendo un anno dopo l'altro in cinta le loro donne, e
causa cure mediche quindi non vengono espulsi, grazie a pochi medici e avvocati
compiacenti, ma altrettanto fraudolenti come gli stessi zingari. Questo
provvedimento è altamente razzista nei confronti degli italiani che lo sono per
sangue e per cultura, e che nei secoli hanno difeso con la propria vita questa
terra. Forza Nuova darà vita sul territorio ad una campagna di mobilitazione
popolare per impedire a questa scellerata amministrazione di compiere un gesto
tanto insano quanto volgare nei confronti della cittadinanza leccese, vilipesa e
offesa da chi l'attenzione non la mette nei confronti dei propri cittadini, ma
sperpera il pubblico denaro versato col sudore e col sangue, e lo dona a
parassiti senza scrupoli. Non riconosciamo come Italiani gli eventuali zingari
che hanno la cittadinanza del bel paese, in quanto comunità che d'Italiano non
ha nulla: costumi, storia, abitudini e umanità".
Sembra che nascere dell'etnia sbagliata sia una vera e propria piaga
sociale. Si capisce perché dirlo non fa fine in un comunicato ufficiale, ma che
con premesse simili si rimpiangano i campi di zio Adolfo. Se mettiamo assieme i
due paragrafi, Lecce si divide in poveri buoni (la brava gente di Lecce) e
poveri cattivi. Allora, LA CASA non è più UN DIRITTO (lo sapevo che sotto c'era
il trucco), ma una specie di premio per la nazionalità. Ah sì, c'è poi il rebus
dei Rom e dei Sinti che sono di cittadinanza italiana (anzi, la Puglia fu una
delle prime regione dove arrivarono a cavallo del Rinascimento, quando l'Italia
nemmeno esisteva), ma la cosa viene comunque liquidata con le stesse parole.
L'insegnante di FORZA NUOVA si arroga il diritto di giudicare cosa possono
essere "costumi, storia, abitudini e umanità" italiane, come un esame a cui non
vuole ammettere altri se non i già diplomati. E non capisce, oppure lo capisce
benissimo - ma è vittima di una provvidenziale amnesia, che non riconoscere il cambiamento che c'è già in casa, condannerà gli esclusi ad avere le uniche
possibilità di sopravvivenza (sì, anche gli esclusi hanno quell'istinto) nella
vita asociale così ben descritta. E condannerà gli inclusi ad avere sempre più
paura, senza uscire dalla miseria.
Ma poi, anche i ragazzini crescono (sì, cresce anche il
Kalderoli), e tutto il loro populismo diventa burocratese,
discorsi da gente con la cravatta, magari hanno persino cambiato
partito o movimento. Vorrei che leggeste anche quanto segue, per
quanto sia noioso, e nonostante si faccia fatica a leggerlo
perché... è la nostra memoria che vorremmo rimuovere, siamo NOI
che l'abbiamo accettato senza fiatare. Provate a
sostituire qualche termine, e capirete perché la memoria è così
dolorosa: REGIO DECRETO
LEGGE 5 settembre 1938 - XVI, n.1390
Provvedimenti in difesa della razza nella scuola
fascista
VITTORIO EMANUELE III
PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA' DELLA NAZIONE
RE D'ITALIA E IMPERATORE D'ETIOPIA
Visto l'art. 3 n.2, della legge 31 gennaio 1926-IV, n.100; Ritenuta la
necessità assoluta ed urgente di dettare disposizioni per la difesa della razza
nella scuola italiana; Udito il Consiglio dei Ministri; Sulla proposta del
Nostro Ministro Segretario di Stato per l'educazione nazionale, di concerto con
quello per le finanze;
Abbiamo decretato e decretiamo;
- Art. 1. All'ufficio di insegnante nelle scuole statali
o parastatali di qualsiasi ordine e grado e nelle scuole non
governative, ai cui studi sia riconosciuto effetto legale, non
potranno essere ammesse persone di razza ebraica, anche se siano
state comprese in graduatorie di concorso anteriormente al
presente decreto; né potranno essere ammesse all'assistentato
universitario, né al conseguimento dell'abilitazione alla libera
docenza.
- Art. 2. Alle scuole di qualsiasi ordine e grado, ai cui
studi sia riconosciuto effetto legale, non potranno essere
iscritti alunni di razza ebraica.
- Art. 3. A datare dal 16 ottobre 1938-XVI tutti gli
insegnanti di razza ebraica che appartengano ai ruoli per le
scuole di cui al precedente art. 1, saranno sospesi dal
servizio; sono a tal fine equiparati al personale insegnante i
presidi e direttori delle scuole anzidette, gli aiuti e
assistenti universitari, il personale di vigilanza delle scuole
elementari. Analogamente i liberi docenti di razza ebraica
saranno sospesi dall'esercizio della libera docenza.
- Art. 4. I membri di razza ebraica delle Accademie, degli
Istituti e delle Associazioni di scienze, lettere ed arti,
cesseranno di far parte delle dette istituzioni a datare dal 16
ottobre 1938-XVI.
- Art. 5. In deroga al precedente art. 2 potranno in via
transitoria essere ammessi a proseguire gli studi universitari
studenti di razza ebraica, già iscritti a istituti di istruzione
superiore nei passati anni accademici.
- Art. 6. Agli effetti del presente decreto-legge è
considerato di razza ebraica colui che è nato da genitori
entrambi di razza ebraica, anche se egli professi religione
diversa da quella ebraica.
- Art. 7. Il presente decreto-legge, che entrerà in vigore
alla data della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del
Regno, sarà presentato al Parlamento per la sua conversione in
legge.
Il Ministro per l'educazione nazionale è autorizzato a presentare il relativo
disegno di legge.
Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia
inserito nella raccolta delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a
chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a San Rossore, addì 5 settembre 1938 - Anno XVI
Vittorio Emanuele, Mussolini, Bottai, Di Revel
Di Fabrizio (del 06/08/2013 @ 09:04:31, in Italia, visitato 1207 volte)
di
Centro Sociale Sos Fornace su
MilanoinMovimento
Un'opera essenziale per Expo 2015
Il 15 luglio scorso le ruspe sono entrate in azione nell'insediamento rom di via
Monte Bisbino al confine con Baranzate. In un paio di giorni buona parte delle
case costruite dagli stessi abitanti, che avevano acquistato quei terreni
trent'anni fa, sono diventate un cumulo di macerie per fare spazio allo svincolo
Expo previsto dal secondo lotto del collegamento tra la SS11 all'altezza di
Molino Dorino e l'A8 Milano - Laghi. Si tratta di un'opera considerata
essenziale nel dossier di candidatura di Expo 2015, che devasterà la città di
Pero all'altezza della fermata della MM1 Molino Dorino (formalmente territorio
di Milano, ma sul confine con il Comune di Pero) tagliando in due il centro
abitato, e proseguirà con un tunnel sotto l'area di Cascina Merlata per poi
riemergere dietro al Cimitero Maggiore dove si diramerà una viabilità di
servizio funzionale al nuovo quartiere residenziale previsto dall'adp di Cascina
Merlata. Il tutto per un costo complessivo di 150 milioni di euro di cui 30
milioni a carico di Regione, Provincia e Comune di Milano; più o meno quanto il
Comune di Milano conta di ricavare dall'aumento degli abbonamenti ATM che
scatteranno a settembre per ripianare i buchi di bilancio.
Un'offerta che non potevano rifiutare
Il 21 dicembre 2011 Infrastrutture Lombarde spa notifica gli espropri alla
famiglie di via Monte Bisbino e stabilisce un prezzo di esproprio pari a 7 euro
al metro quadro in quanto la destinazione d'uso di quei terreni all'epoca era
agricola. Successivamente - nel maggio 2012 - il Comune di Milano approva il
PGT, che rende quei terreni edificabili permettendo ai nuclei familiari
interessati dall'esproprio di rinegoziare gli indennizzi. A questo punto,
l'offerta di Infrastrutture Lombarde spa sale a 30 euro al metro quadro per i
proprietari dei terreni, più un'indennità aggiuntiva di 70 euro al metro quadro
per le famiglie occupanti decisa con un provvedimento straordinario del
Commissario Unico di Expo Giuseppe Sala e, il giorno della consegna degli
assegni, i funzionari di Infrastrutture Lombarde spa si presentano con ruspe e
forze dell'ordine al seguito per mettere subito in chiaro alle circa 200 persone
interessate dall'esproprio, che si trattava di un'offerta che i rom non potevano
rifiutare.
Dopo lo sgombero
Successivamente allo sgombero, alcune famiglie hanno acquistato i terreni ai
lati del tratto espropriato. Altri hanno preso delle abitazioni in affitto a
Baranzate; abitazioni trovate non senza difficoltà (per usare un eufemismo),
perché nell'Italia razzista che vede il vice presidente del Senato dare
dell'orango a un Ministro della Repubblica perché nera, mentre altri le lanciano
delle banane mentre parla dal palco della festa del PD, se sei rom nessuna ti
affitta un'abitazione a meno che tu non abbia un terzo che garantisca, meglio se
un ente pubblico. Per cui quando le agenzie immobiliari capivano che si trattava
di rom, gli appartamenti risultavano "magicamente" non più disponibili
obbligando le famiglie rom a cercare qualcuno che affittasse in nero delle
abitazioni. Una volta finiti i soldi ricevuti come corrispettivo dell'esproprio
l'alternativa per le circa 200 persone sgomberate sarà la strada.
Expo 2015 e la pulizia etnica dei rom
Quando nel 2009 l'ex sindaco di Rho, Roberto Zucchetti, presidente del Patto del
territorio nord ovest Milano in vista di Expo 2015 - a cui ha aderito anche il
Comune di Baranzate - incontrò l'allora sindaco di Milano Letizia Moratti nella
sua qualità di commissario straordinario per l'Expo, chiese che in vista del
grande evento vi fosse un "raccordo operativo sulle azioni nei confronti dei
campi nomadi" tra i comuni del Patto e quello di Milano. lo sgombero di via
Monte Bisbino si inserisce in questo quadro - ma anche quelli di via Triboniano
e via Barzaghi interessati dalla viabilità di accesso al sito Expo, oltre a via
Novara dove sorgerà uno dei parcheggi remoti per l'esposizione universale.
L'insediamento di via Monte Bisbino si trova da un punto di vista amministrativo
sul territorio del Comune di Milano, ma essendo sul confine con il Comune di
Baranzate è questo a dover affrontare l'emergenza generata dallo sgombero
effettuato per fare spazio allo svincolo per Expo.
Marco Granelli, assessore alla sicurezza del Comune di Milano, ha garantito al
Comune di Baranzate l'impegno dell'amministrazione Pisapia per impedire che si
stabilizzino altri insediamenti, anche attraverso l'inserimento dei rom nei
progetti di integrazione che il Comune di Milano ha già in itinere. La verità,
però, è che non esiste alcuna strategia sociale della giunta Pisapia - rispetto
a progetti di integrazione e di inserimento scolastico e lavorativo - perché
quando si parla di rom l'unica strategia adottata dalle amministrazioni locali è
quella dello struzzo, che ha come corollario quello di delegare alla Prefettura
e alla Questura il compito di risolvere la questione con l'uso della forza
pubblica.
Pubblicato da Furio_MiM il 5 agosto 2013.
Di Fabrizio (del 13/08/2013 @ 09:00:05, in Italia, visitato 1586 volte)
Dignità o decoro? Sono indeciso.
Fa caldo, e allora
queste sono le notizie agostane tipiche. Non dalla sola Firenze.
Il buon borghese che è in me sussurra sottovoce: E' GIUSTO... E c'è anche
un IPERFANTOZZI, nascosto da qualche parte, che vorrebbe urlare: Sbraniamoli (o
almeno assetiamoli).
Però, lontano dall'est, mi arriva un altro sussurro:
un anno dopo la morte di Shemo
la moglie mi chiese di andare a prendere
due grandi pietre
da un fiume limpido
in montagna
per la tomba di suo marito
secondo la tradizione dei Rom
i morti non hanno acqua in cielo
a meno che qualcuno non metta
due grandi pietre di fiume
sulla loro tomba
senza le pietre
sono costretti ad elemosinare l'acqua
il che va bene sulla terra
ma non in cielo
- PAUL POLANSKY - Pietre tombali
Di Fabrizio (del 16/08/2013 @ 09:08:09, in Italia, visitato 1578 volte)
Tre giorni fa,
la prima puntata. Sulla questione sbarcano anche ANSA e FORZA NUOVA di
Pesaro.
14 agosto, 20:26 -
Nomadi si lavano con acqua benedetta
In santuario Pesaro. Forza Nuova, 'Spregio religione e fedeli'
"Un gesto ignobile in spregio alla religione cattolica e al sentimento dei
fedeli, nonché in odio alla cultura e alla tradizione italiana". Così Forza
Nuova sull'episodio che ha visto protagoniste alcune nomadi che nel Santuario
della Madonna delle Grazie a Pesaro si sono lavate con l'acqua benedetta per poi
tornare tranquillamente a chiedere l'elemosina. Sul posto, su richiesta del
priore, è anche intervenuta la polizia, ma quando gli agenti sono arrivati delle
donne non c'era più traccia.
Come faceva notare l'amica che ha segnalato la notizia, dovrebbe essere la
stessa religione di quello che lavava i piedi alle peccatrici... Comunque, aggiungeva un commento, inquietante il fatto che dopo il lavacro le donne siano
letteralmente scomparse. Potrebbe trattarsi di ACIDO molto potente (lascio in sospeso di che acido stia cianciando).
Di Fabrizio (del 28/08/2013 @ 09:07:43, in Italia, visitato 1863 volte)
(27 agosto 2013) - Vedi anche
Lombardia, una proposta di legge regionale razzista
In una lettera inviata al Ministro per l'Integrazione Cécile Kyenge,
l'Associazione 21 luglio esprime profonda preoccupazione per un recente progetto
di legge sui rom avanzato da due consiglieri della Regione Lombardia. "Norme
discriminatorie e lesive della dignità umana", afferma l'Associazione.
Il progetto di legge che ha motivato la lettera al Ministro è il n. 0059 ed è
stato presentato lo scorso 23 luglio dai due consiglieri regionali lombardi
Riccardo De Corato e Francesco Dotti del gruppo Fratelli d'Italia. Il testo ha
per oggetto "Regolamentazione e disciplina degli interventi sulla presenza delle
popolazioni nomadi e di etnia tradizionalmente nomade o semi-nomade nel
territorio lombardo" e detta norme in materia di alloggio, accesso ai servizi
socio-sanitari e accesso educativo scolastico.
Tali norme, secondo l'Associazione 21 luglio, "sono lesive della dignità umana e
gravemente discriminatorie nei confronti dei circa 8.500 rom e sinti che vivono
in Lombardia".
La proposta legislativa, in più, si basa ancora una volta sull'assunto infondato
che identifica gli appartenenti alle comunità rom e sinte come "nomadi"
ponendosi quindi in aperto contrasto con la "Strategia Nazionale di Inclusione
dei Rom, Sinti e Camminanti", adottata dal Governo italiano in sede europea nel
febbraio 2012, secondo cui tali comunità sono da considerarsi "ormai
sedentarie".
Sul tema dell'abitare il progetto di legge non prevede per i rom e i sinti
lombardi alcuna soluzione abitativa diversa dalle "aree di transito" e dalle
"aree di sosta", sebbene la Strategia Nazionale in maniera ripetuta raccomanda
come "è un'esigenza sempre più sentita dalle stesse autorità locali il
superamento dei campi Rom, in quanto condizione fisica di isolamento che riduce
la possibilità di inclusione sociale ed economica delle comunità rom e sinte".
Anche sul tema dell'accesso ai servizi sociosanitari il progetto di legge
lombardo non sembra rispettare i contenuti della Strategia Nazionale la quale
rileva la necessità di mettere in pratica "una efficace politica sanitaria in
grado di rilevare i bisogni sanitari della popolazione e la reale fruizione
delle prestazioni". Il progetto legislativo, infatti, si limita alla
predisposizione di verifiche quadrimestrali delle condizioni igienico-sanitarie
degli insediamenti.
Per quanto riguarda l'accesso ai servizi scolastici il testo prevede
l'introduzione di corsi di educazione civica e la redazione di un report nel
quale sia attestata la frequenza scolastica dei minori rom con lo scopo di "evidenziare la
vera integrazione di coloro che intendono sottostare alle
leggi". Di contro, la Strategia Nazionale afferma che "per promuovere
l'inserimento sociale dei minori Rom, Sinti e Camminanti sembra importante
sostenere interventi mirati a destrutturare l'etichettamento sociale che
ostacola di fatto l'inserimento sociale".
Nella proposta di legge presentata - si legge nella lettera indirizzata
dall'Associazione 21 luglio al Ministro Kyenge - "sono ravvisabili elementi
discriminatori basati sull'appartenenza etnica dei soggetti destinatari". Essa,
inoltre, "intende reiterare un approccio già ampiamente abusato nel passato
recente, che ha avuto come esito la creazione di una dimensione abitativa
istituzionale parallela riservata a soli rom, tradottasi in molteplici
violazioni dei diritti fondamentali di queste comunità".
Secondo l'Associazione 21 luglio, la Strategia Nazionale di Inclusione di Rom, Sinti e Camminanti rappresenta un importante baluardo dei diritti delle comunità
rom e sinte in Italia e il suo contenuto non può essere tralasciato dagli
amministratori locali. Il superamento dei "campi nomadi" e la ricollocazione dei
rom e dei sinti in alloggi adeguati è il primo principio da salvaguardare e
nessuna proposta di legge ha la legittimazione di muoversi in direzione diversa.
Una lettera di preoccupazione sul progetto di legge della Regione Lombardia è
stata inviata dall'Associazione 21 luglio anche al Punto di Contatto Nazionale
per la Strategia Nazionale d'Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti presso
l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali (UNAR).
Sinti in viaggio per il diritto e la cultura Pubblicato da Claudio
Gennari a 09:50 -
27 agosto 2013 Gazzettadimodena.it
Il bilancio dopo i primi mesi da ministro dell'integrazione. "Non solo Ius Soli,
in questi 100 giorni ho preparato importanti progetti per i giovani, il dialogo
tra religioni e i diritti" strategia nazionale d'inclusione dei Rom, Sinti e
Camminanti.
di Andrea Marini
Fino all'anno scorso c'era anche lei tra le decine di volontari quotidianamente
impegnati nei turni tra gli stand, i ristoranti, o a distribuire materiale a
Ponte Alto. Ecco quindi che quella di oggi per Cecile Kyenge, ministro modenese
dell'Immigrazione nel governo Letta, sarà una serata speciale. Sarà lei infatti
a tagliare il nastro della festa provinciale del Pd. Una festa che cade a
ridosso della scadenza dei primi 100 giorni di vita del govern o delle larghe
intese, in cui il suo nome è stato citato un numero di volte probabilmente
minore soltanto a quello di Letta, per via della sua battaglia per favorire
l'integrazione degli stranieri e per lo Ius Soli .
Ministro, bentornata a Modena. Con quale bilancio di questa sua esperienza?
"Sono molto soddisfatta. In questi 100 giorni sono riuscita a lavorare sull'idea
di un cambiamento culturale della società e su progetti ben specifici
dall'integrazione delle politiche migratorie, in senso molto ampio, e di
integrazione delle minoranze, tra le diversità. E in ultimo sulle politiche
giovanili e per le adozioni internazionali, settori per me nuovi ma in cui c'è
tanto da fare"
La cosa che l'ha resa più orgogliosa?
"È stata quella di aver posto con forza un tema che è diventato un punto
fondamentale nel Paese: la cittadinanza al di là della nazionalità. Una nuova
cittadinanza e una nuova convivenza, un nuovo modo di coesione sociale.
Evidenziare un punto fondamentale: ci sono diritti e doveri in tutti i settori.
Ponendo all'attenzione la questione delle seconde generazioni, fondamentale per
tutto il territorio".
Le è stato utile il bagaglio di esperienza accumulato sui temi come immigrazione
e integrazione qui a Modena, da sempre avanti su questo settore?
"Direi che l'esperienza, il bagaglio che mi sono portata dietro è importante e
aiuta a concretizzare alcuni progetti del ministero. Soprattutto sul fronte
dell'integrazione, quanto fatto a Modena mi risulta utile; così come è utile
confrontarlo con il cammino e i percorsi di altre realtà italiane. Su Modena è
stato importante il progetto di formazione, sensibilizzazione approccio
multiculturale, il settore sanitario, così come la preparazione degli operatori
della scuola, ma anche per gli studenti, i giovani. Questo percorso locale e
regionale mi aiuta, sono molto fiera di portare avanti le buone pratiche di
questo territorio".
E la cosa che più l'ha ferita in questi 100 giorni?
"Occorre distinguere tra i due piani: personale e istituzionale. Sul piano
personale ho sempre tenuto a non farmi trascinare e toccare da offese e
provocazioni alla mia persona. Cerco di far capire che serve un cambiamento
culturale che riguarda tutta la società non ci si deve riferire a una sola
persona. Ma tutti insieme si deve lottare per combattere razzismo, xenofobia e
altre discriminazioni. Ecco quindi che sul piano istituzionale, al di là della
mia persona, sto lavorando per far sì che chi riveste una carica istituzionale
sia protetta e rispettata, proprio per il ruolo istituzionale che riveste e
perché abbia gli strumenti per fare bene il suo lavoro".
Cosa le è mancato in più in questi mesi della vita normale. Nel rapporto con la
famiglia, le figlie.
"Sicuramente l'autonomia, la semplice quotidianità. Quanto alla famiglia sono
fiera del supporto molto forte che mi sta dando. Noi siamo sempre stati molto
insieme, ora hanno capito che è un po' più difficile, sono spesso lontano, ma mi
stanno agevolando molto.
Le manca il lavoro da oculista a Modena?
"Soprattutto il contatto con i miei pazienti, perché andava oltre la
professione. Si diventava un po' i confidenti. Sento la mancanza di questo
contatto umano. Anzi approfitto della Gazzetta per mandare un caro saluto a
tutti i miei pazienti e far presente loro che pur essendo nel ministero li penso
spesso e me li ricordo uno a uno".
In questi mesi del suo lavoro si è parlato praticamente solo di Ius soli, ma lei
fa anche altre cose. Ad esempio?
"La prima cosa che affronteremo a settembre sarà il rilancio del servizio
civile nazionale Uscirà un bando nazionale per il quale abbiamo trovato i fondi
per 92 milioni per impegnare 15mila 500 giovani, 14mila 500 per un servizio nel
sociale e partecipare a progetti di coop sociali, 850 per progetti di
cooperazione internazionale. Poi un'altra quota, circa 300, per l'assistenza ad
invalidi civili o non vedenti o ciechi civili, di questo progetto sono
orgogliosa. Dopo un anno e passa di immobilismo si è ripreso a lavorare in
questo settore con un segnale del Senato, che ha approvato un ulteriore milione
per il servizio civile".
Si occupa anche di politiche giovanili. Come vede la situazione dei giovani in
Italia.
"È inutile nascondere il momento difficile. Posso assicurare, come ha più volte
ribadito il presidente Letta, che loro sono tra le priorità del governo. Sono
tanti i progetti interministeriali. Ad esempio stiamo per lanciare la creazione
di un Fondo rotatorio per concedere mutui a giovani coppie e single con figli.
Con apertura anche per i lavoratori atipici. Ad oggi lo stanziamento è di 50
milioni ma potrà salire a 110 entro il 2015. Il tutto in concerto con il
ministro Lupi e la collaborazione dell'Abi. In pratica lo Stato sarà Garante dei
mutui di giovani coppie e single con figli, anticipando anche le somme che
giovani e single si impegneranno poi a restituire ".
E che altro?
"Daremo un'occasione di lavoro a tanti giovani neolaureati che impegneremo
assumendoli per lavorare al piano straordinario per l'informatizzazione e
digitalizzazione del patrimonio artistico nazionale".
È vero che il decreto del fare ha snellito le procedure per ottenere la
cittadinanza?
"Questa norma riguarda prima di tutto il fatto di mettere i diritti al centro
dell'attenzione. I giovani stranieri, in possesso dei requisiti, al compimento
del 17 esimo anno e 6 mesi di età riceveranno una lettera che li informa di
questa possibilità Per avere la cittadinanza non basterà presentare solo la
residenza, ma si potrà testimoniare il proprio percorso all'interno del paese si
potrà con i certificati scolastici e poi c'è l'obbligo agli enti locali di usare
gli strumenti informatici per velocizzare le procedure".
E sul fronte delle religioni e della discriminazione?
"Abbiamo avviato un percorso per il piano triennale contro la discriminazione
razziale a settembre terremo un incontro con le Associazioni e i ministeri
interessati, le Regioni, gli enti locali e le associazioni sindacali e dei
datori di lavoro. Inoltre con il supporto dell'Unar – Ufficio Nazionale
antidiscriminazione razziale, sono in fase di monitoraggio l'avvio dei tavoli
regionali e locali per l'attuazione della strategia nazionale d'inclusione dei
Rom, Sinti e Camminanti. Ma lavoriamo anche sull'inclusione delle diverse
religioni con iniziative congiunte in tema d'integrazione tramite il dialogo
interreligioso. E ci saranno tavoli europeo e incontri all'Onu, a New York".
Uno dei problemi, anche a Modena, è la gestione dei tanti minori stranieri non
accompagnati che giungono nelle varie città.
"È la nuova emergenza, noi siamo mobilitati anche per supportare il lavoro degli
enti locali, anche dal punto di vista economico e ricordo anche il lavoro che
stiamo facendo sul fronte delle adozioni internazionali".
Questo governo durerà per riuscire a fare tutte queste cose?
"Mi auguro di sì. Io fino a quando saremo in carica lavorerò su tutti questi
progetti".
Pessano con Bornago
Dopo le meritate vacanze, torniamo con due incontri di sicuro interesse.
Conoscere per non discriminare, due iniziative ideate e organizzate
dall’associazione La bottega che non c’è trasformeranno il territorio di Pessano
con Bornago in uno spazio aperto, dove riflettere sui numerosi pregiudizi che
circondano il popolo Romaní.
Due momenti di storia, letture, testimonianze, musica, che aiutano a sovvertire
le abitudini, a sottrarsi ai condizionamenti, per non smettere mai di dare
concretezza alla parola solidarietà, per non smettere mai di migliorare la
nostra società in un continuo confronto di idee, coscienze, culture e religioni
che danno significato e valore a ogni nostra scelta.
La bottega che non c'è
Venerdì 20 settembre 2013 - Ore 20.30. Sala Consiliare in Piazza della
Resistenza
1. Conoscere attraverso la storia. Relatore: Ernesto Rossi, dell'Associazione ApertaMente.
2. Testimonianze dell'Associazione Mamme e Maestre di via Rubattino.
3. Testimonianze del progetto Taivé.
4. Proiezione del film documentario Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen.
5. Musica tzigana del brillante duo de l'Orchestra dei Popoli Vittorio Baldoni.
Domenica 29 settembre 2013 - Ore 16.30. Cortile della Biblioteca Comunale
6. Conoscere attraverso la poesia e la musica. Lettura di brani e poesie di
Papuska e di Mariella Mehr a cura del gruppo Polvere di Storie.
7. Musica del violinista George Moldoveanu.
8. Performance di Jovica Jovic.
9. Cabaret di Luca Klobas.
10. Mostra pittorica di Rebecca Covaciu.
Durante il primo e il secondo incontro saranno allestite la Mostra fotografica
della Caritas ambrosiana e un Buffet tradizionale che solleticherà i nostri
palati, con tanti fragranti e appetitosi assaggi.
Di Fabrizio (del 22/09/2013 @ 09:06:24, in Italia, visitato 1569 volte)
- Ti ho sentito! Sei un razzista!
- Chiii? Io??? Ma come ti permetti! Ti denuncio!
- Hai detto che i Rom sono sporchi e ladri!
- Perché, non è vero?
- Certo che è vero, ma tutti sono sporchi se NON POSSONO lavarsi, e i
ladri sono dappertutto.
- Sei sicuro? Perché allora sui giornali si parla solo dei Rom?
- E tu, quanti giornali diretti da un rom conosci?
- Ma che c'entra, scusa... I giornali fanno il loro mestiere.
- E allora io lo dico alla mia mamma, anzi: lo scrivo all'UNAR e pure
alla Corte Costituzionale!
- E dopo?
- Mah, che ne so io?
- Sai quanto m'importa, sai cosa cambia.
- Credo che anche tu sia molto sporco e molto ladro.
- Ma come ti permetti! Io, prima di tutto sono italiano, poi sono andato a
scuola e ho persino una casa, un mutuo e un lavoro.
- Puoi anche avere la macchinina e l'amante, ma per un inglese o un
brasiliano sarai solo il solito italiano "pizza, mafia e mandolino".
- Certo che all'estero sono dei razzisti...
- C'è sempre qualcuno più a nord di te.
- Per fortuna, c'è sempre qualcuno più a sud!
- L'importante è farlo sapere, schierarsi, denunciare.
- L'importante è mantenere qualcuno con cui prendersela, qualcuno che non si
schieri. Che non ci tolgano il diritto di lamentarci e protestare!
- Ecco, sei il solito razzista che in realtà vuol passare da vittima.
- E tu il solito parolaio. Anche tu hai paura di "loro".
- Io non ho paura di nessuno. Io le canto chiare.
- Ma finché "loro" stanno zitti, tu avrai il palcoscenico tutto per te. Tanto,
cosa vuoi che importi? UNAR o no, IO sono l'italiano della situazione, IO (e
anche te, ammettiamolo) ho il diritto di stabilire chi sono gli altri. "Loro",
no.
- Sei più razzista di quanto pensavo.
- Sono condannato, come te, a non volere che niente cambi. Però, posso sempre
lamentarmi, e di questi tempi non è poco.
- Sogno a volte un paese NORMALE, che se ti lamenti puoi anche
cambiarlo.
- Potremmo anche esserlo. O possiamo far finta di esserlo.
- Far finta?
- Ti spiego. In un paese NORMALE, se la Corte Costituzionale dice una cosa, la
si rispetta. Da noi, è importante che questa Corte ci sia, decida e si esprima,
e poi tutti insieme a mangiare un piatto di rigatoni.
- Alla maniera dei Rom?
- Loro, le regole che si danno le rispettano. Noi manco quello. Ma sì, un po'
come loro, l'importante è preservare e non cambiare, e al diavolo se tra qualche
anno l'Italia se la saranno pappata gli stranieri.
- Ma sei razzista o antirazzista? Mi stai facendo venire il mal di
testa!
- Diritto di dire comunque come la pensi, anche se è una cazzata. Ricordi?
- Mi sembra di sì...
- Si comincia con l'UNAR e quelle cose lì. Chiamala, una specie di
DEREGULATION politica, per cui hai un controllore che anche se non controlla,
non cambia niente. Allora, se per caso hai stabilito che dopo tot gradi di
giudizio ti riconoscono colpevole e non puoi più stare in Parlamento, credi che
qualcuno ci faccia caso?
- Ma io volevo capire se eri razzista o no...
- Certo che lo sono. Ma voi non siete messi meglio. Quella vicenda dei gradi di
giudizio, da quando sta andando avanti? Sono solo i suoi che la stanno tirando
per le lunghe? O c'è qualcuno dall'altra parte che non ha nessuna fretta di
togliere le castagne dal fuoco?
Di Fabrizio (del 23/09/2013 @ 09:06:26, in Italia, visitato 1710 volte)
19/09/2013
Lunaria.org
Campi sosta, autorizzati o tollerati, villaggi attrezzati o
della solidarietà o più genericamente "campi nomadi": sono questi gli spazi che
le politiche istituzionali hanno privilegiato in Italia per "ospitare" i rom, sinti e camminanti nelle nostre città. Cambiano le denominazioni ma il risultato
è comune: la segregazione non solo
spaziale e abitativa, ma anche sociale e
culturale delle persone che vi risiedono. Le risorse pubbliche investite nei
campi sono ingenti. Il rapporto ne propone una ricognizione analizzando la
realtà di tre grandi città italiane: Napoli, Roma e Milano. Le informazioni
raccolte possono offrire argomentazioni di supporto a chi tra le comunità rom,
nella società civile e nelle amministrazioni pubbliche denuncia l'urgenza di
ripensare completamente le politiche di inclusione sociale e abitativa delle
popolazioni rom, cancellando dalle nostre città la vergogna dei "campi nomadi".
Roma, mercoledì 25 settembre, ore 10.30
Fondazione Basso, via della Dogana Vecchia 5 Roma Berenice, Compare, Lunaria e OsservAzione ti invitano alla presentazione di
Segregare costa. La spesa per i 'campi nomadi' a Napoli, Roma e Milano
Partecipano: Antonio Ardolino, Ulderico Daniele, Donatella De Vito, Claudio
Graziano, Caterina Miele, Grazia Naletto, Annamaria Pasquali, Cristina Santilli,
Francesca Saudino, Manuela Tassan.
I partecipanti riceveranno una copia del rapporto.
Per partecipare alla presentazione è necessario iscriversi entro il 24 settembre
inviando una mail a: comunicazione@lunaria.org
Segregare costa è stato realizzato grazie al sostegno di
Open Society Foundations
Info: antirazzismo@lunaria.org
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