[...] il 17 novembre si svolgerà una marcia di un vasto fronte dei gruppi di
estrema destra (si attendono 2.000 persone) nel città di
Litvinov (Repubblica Ceca settentrionale), precisamente nel quartiere Janov,
abitato principalmente da Rom.
Ci sono già stati degli scontri in precedenza.
Nel video (in lingua ceca), è documentato lo scontro verbale tra le
due parti. Come si vede alla fine, la Polizia si comporta amichevolmente coi
nazisti e questa settimana un Rom è stato accusato di razzismo e discorsi
razziali. Nessun estremista di destra, uomo o donna - c'erano anche loro, è
stato incriminato.
Stavolta, la municipalità e la polizia non hanno trovato nessuna ragione per
proibire la manifestazione e nei giorni scorsi, gli estremisti hanno fatto
propaganda su internet alla manifestazione.
Sono un produttore cinematografico austriaco, di origine ceca, e sto
terminando un documentario su una famiglia Rom. Sarà il seguito di Romane Apsa -
Lacrime Romanì, un documentario che feci 5 anni fa.
Sto seguendo la crescita dell'anti-ziganismo e del razzismo nella Repubblica
Ceca ed in Slovacchia.
A Litvinov, ci sarà una grande copertura dei media.
Ieri ho preso parte a una discussione in un articolo a proposito di questa
marcia su
http://www.aktualne.cz/ e hanno minacciato di spararmi se avessi continuato
ad esprimere le mie opinioni. Sto valutando quali misure legali prendere.
Sono scosso e sconvolto dagli sviluppi nel mio ex paese, la Cecoslovacchia.
Alcuni militari e poliziotti sono stati sospesi a causa della loro vicinanza con
l'estrema destra.
Nella città di Brno, i militanti di estrema destra minacciano i Rom nelle
strade in cui vivono. I neonazisti manifestano in varie città ogni fine
settimana, e la polizia combatte il movimento antifascista. Il cantante
Daniel Landa
canta di razza Bianca ed è molto popolare. Il popolare giornale "Lidove Noviny"
annincia uno "studio" del Delnicka strana (partito Laburista), che intende
provare che i Rom dovrebbero tornare in India. Ho contattato il giornalista, era
convinto di aver fatto bene ad annunciare lo studio.
La Repubblica Ceca assumerà la presidenza dell'Unione Europea l'anno
prossimo.
19 novembre 2008, BUDAPEST (Reuters) - L'uccisione di due Rom in un assalto
con granate nell'Ungheria meridionale mercoledì scorso ha dato luogo ad una
disputa tra l'ombudsman delle minoranze e la polizia, che dice che è prematuro
parlare di pregiudizio razziale.
L'attacco ha avuto luogo nella notte di martedì a Pecs, 250 km. a sud di
Budapest, quando una granata è stata gettata dentro una casa da una
finestra.
La polizia della contea di Baranya dice che sono stati uccisi un uomo e una
donna, ed i loro due figli hanno riportato lievi ferite.
"Escludiamo la possibilità che ci sia stato un movente razziale," ha detto
alla Reuters Peter Zsobrak, portavoce della polizia di Baranya.
"Non c'è nessuna indicazione che la famiglia fosse il bersaglio di un attacco
etnico," ha aggiunto, dicendo che un'unità speciale sta investigando, ma la
motivazione appare essere una vendetta.
Durante la conferenza stampa, Erno Kallai, ombudsman in carico ai diritti
delle minoranze etniche e nazionali, ha accusato la polizia di essere saltata
alle conclusioni.
"Non sappiamo se questo crimine abbia o no motivazioni razziali. Ma non è
compito della polizia passare alle conclusioni prima che siano terminate le
indagini," ha detto.
L'Ungheria ha una delle più vaste comunità Rom [...] nell'Europa dell'Est,
che compongono dal 5 al 7% dei 10 milioni di abitanti.
Kallai ha rilasciato una dichiarazione in cui dice che è allarmante la serie
di recenti attacchi verso i Rom ungheresi.
"L'etnia delle vittime ed il tipo di crimini ci portano a pensare che questi
attacchi non sono una coincidenza. I Rom, che vivono alla periferia della
società, che sono i più vulnerabili, che sono soggetti a pregiudizio, sono sotto
attacco," recita la dichiarazione.
All'inizio del mese due Rom erano stati colpiti a morte durante un attacco a
due case nel villaggio nord-orientale di Nagycsecs (VEDI
ndr), ma la polizia dice che non ci sono collegamenti tra quel fatto e
l'attacco di martedì.
A giugno, delle molotov erano state lanciate in tre case rom a Patka, a ovest
di Budapest, mentre a luglio erano stati sparati colpi contro tre case rom a
Galgagyork, vicino a Budapest. Non ci sono stati feriti.
Uno studio di ottobre, del Political Capital think tank, commissionato dalla
Fondazione Ungherese Anti-Razzismo, ha trovato che la forza crescente
dell'estrema destra ungherese coincide col pregiudizio crescente contro i Rom.
"Una... significativa minaccia è il rafforzamento del conflitto tra i Rom e
la società non-Rom, che è il conflitto sociale più importante del nostro paese,"
dice lo studio.
(Reporting by Krisztina Than and Balazs Koranyi; editing by
Michael Roddy)
Alcuni dei dimostranti erano a volto coperto -
VIDEO
La polizia anti rivolta della città ceca di
Litvinov
ha ingaggiato una battaglia sanguinosa con i dimostranti di estrema destra che
cercavano di raggiungere il quartiere rom.
I poliziotti, alcuni a cavallo, hanno tentato di far retrocedere con i
manganelli e gas i circa 500 rivoltosi, che hanno risposto con lancio di pietre
e molotov.
Sette dimostranti e sette poliziotti sono rimasti feriti negli scontri.
La violenza è esplosa durante la marcia del Partito dei Lavoratori lunedì
scorso, festa pubblica nella Repubblica Ceca.
E' stato visto almeno un poliziotto ferito a terra con del sangue in faccia,
ed una macchina della polizia è stata data alle fiamme.
Circa 1.000 poliziotti sono stati dispiegati per controllare i manifestanti.
"La polizia ha cercato di far indietreggiare i dimostranti al percorso
prestabilito, ma questi hanno iniziato a lanciare bottiglie incendiarie," ha
detto Jarmila
Hrubesova, portavoce della polizia.
In seguito sono state arrestate circa 15 persone.
La grandemente impoverita popolazione Rom della Repubblica Ceca da tempo è
bersaglio dell'estrema destra e molti Rom in questo paese di 10 milioni di
persone lamentano un'endemica discriminazione razziale.
Dicono gli analisti che i gruppi di destra come il Partito dei Lavoratori non
sono riusciti ad attecchire nella politica nazionale nell'ultima decade.
Budapest, 27 febbraio (MTI) - Il direttore dell'Ufficio Nazionale
Investigazioni ha detto venerdì alla stampa che la polizia ungherese ha
stabilito connessioni tra i recenti attacchi contro i Rom, alcuni dei quali
finiti in omicidi.
Gli investigatori affronteranno procedure disciplinari per gli errori che
hanno compiuto durante la più recente uccisione di un Rom e di suo figlio, dice
il risultato di un rapporto pubblicato venerdì.
"Le prove sin qui scoperte suggeriscono che abbiamo a che fare con una
serie di crimini, i cui autori [provengono] dal medesimo circolo di
criminali", ha detto Attila Petofi dell'Ufficio Nazionale Investigazioni.
Ha detto che nell'insieme sono stati esaminati sette attacchi, in cui sono
stati uccisi quattro Rom.
Nello sviluppo dei collegamenti, la polizia ha fermato e presto interrogherà
un sospetto per un attacco con granate ad una famiglia Rom di cinque persone a
Pecs (Sud Ungheria) nel novembre dell'anno scorso, in cui furono uccisi i
genitori, ha detto Istvan Hazi, alto funzionario presso l'unità omicidi al
Quartiere Generale della Polizia.
Nel recente omicidio di un uomo e di suo figlio di cinque anni, i poliziotti
sono stati trovati colpevoli nelle loro azioni quando sono apparsi inizialmente
sulla scena del crimine, ha detto Sandor Armos, capo della polizia della contea
di Pecs. Il Rom e sue figlio sono stati colpiti a morte mentre fuggivano dalla
loro casa data alle fiamme all'inizio di settimana scorsa.
Armos ha detto che un rapporto completato venerdì, ha trovato che i
poliziotti non hanno condotto indagini sulla scena del delitto a crimine appena
avvenuto. Hanno ignorato le pallottole sparate dall'arma dell'uccisione che
successivamente sono state scoperte ad appena alcuni metri dalla casa. Ha
aggiunto che, d'altra parte, la polizia non è colpevole per non aver
inizialmente trattato il caso come omicidio, perché sia i medici che gli esperti
presenti sul luogo diedero loro rapporti che non indicavano evidenza di
omicidio.
Le organizzazioni rom hanno accusato la polizia di essere inadatta nel
risolvere il caso,dato che inizialmente non l'hanno trattato come omicidio.
Il primo ministro Ferenc Gyurcsany ha chiesto un'inchiesta per stabilire se
l'azione della polizia è stata inadeguata riguardo gli attacchi contro la
popolazione rom e sollevato le forze di polizia nelle aree dove i disaccordi tra
gruppi rom e no hanno causato problemi.
Da Karin Bachmann, corrispondente di WZ - 06/03/09 Ungheria: squadre della morte contro i Rom? La polizia cerca gli assalitori seriali
Budapest - Nel caso dei due Rom uccisi vicino a Budapest, cresce l'evidenza
che sia stato un atto di assassini seriali. Questo è quanto ha detto giovedì
davanti ai giornalisti Tibor Draskovics, Ministro della Giustizia. Nella notte
del 23 febbraio, bombe molotov vennero lanciate contro la casa della famiglia
Csorba. Mentre scappavano furono sparati dei colpi, e così morirono Robert
Csorba, 27 anni e suo figlio di quattro anni e mezzo. L'assassinio ha
causato orrore in tutta la nazione, e il funerale di martedì ha riunito molta
gente e solidarietà. Vi ha preso parte anche il pubblicista András Biró,
vincitore del Premio Nobel Alternativo.
Quel crimine è parte di una serie di seri atti criminosi di violenze contro i
Rom. Secondo Draskovics, tutte queste azioni sono successe in maniera simile. I
crimini che accaddero prima, successero ad una distanza di due o tre minuti
dall'autostrada M3. L'autostrada era sorvegliata, ragione per cui probabilmente
gli autori dell'assassinio fecero la "scelta pragmatica" di attaccare un
villaggio accanto all'autostrada M5. Non necessariamente il crimine deve avere
un retroterra di destra, perché, diversamente da Tatárszentgyörgy, la
paramilitare Magyar Garda non marciò da quelle parti. I media ungheresi hanno
speculato su "squadre della morte" indipendenti, senza nessun collegamento con
la scena dell'estrema destra ed ha seguaci in 4 delle 19 contee ungheresi.
Nel contempo, la Magyar Garda ha annunciato uno spiegamento a Szikszó vicino
alla città industriale di Miskolc per il 14 marzo. Gli esperti temono che
possano esserci scontri con i Rom in occasione con l'anniversario della
Rivoluzione Ungherese.
Nel 1939, cercando di sfuggire alla guerra civile seguita al colpo di stato
fascista del generale Franco, un milione di rifugiati varca il confine francese
con la Spagna.
Fra di essi vi sono anche molte famiglie rom, che giunte in territorio francese
finiscono nelle mani delle autorità locali e vengono rinchiuse in campi di
concentramento lungo le spiagge del Mar Mediterraneo, in luoghi oggi divenuti
meta di villeggiatura per i francesi. Da questi campi, tra il 1940 ed il 1944,
gli uomini vengono trasferiti dalle autorità francesi verso i campi nazisti.
Molti di essi riescono però a fuggire e a dare vita ad un movimento di
resistenza contro il fascismo, del quale pochi anni dopo i soli francesi, alla
vigilia della Liberazione, prenderanno tutto il merito.
Le donne ed i bambini rimangono a soffrire la fame, il freddo, le malattie e la
furia del mare, che regolarmente ne inghiotte a centinaia fra le sue onde. Nel
1944, dovendosi infine sbarazzare dei campi di concentramento, le autorità
francesi li rispediscono in Spagna dentro a carri bestiame.
Oggi, un produttore cinematografico catalano, Felip Solé, ha deciso di ricreare
gli eventi di questa "storia infame" in una pellicola con un budget limitato. Ha
chiesto ai figli, alle figlie e ai nipoti di quei rifugiati di partecipare alla
produzione di tale documento.
Molti di essi hanno risposto positivamente all'appello, e tra questi vi è mia
sorella a rappresentare la nostra famiglia.
Al telefono mi ha solo detto che: "... è stata un'esperienza tremenda,
avvolti dal freddo e dalla neve durante le riprese, alla fine nessuno di noi
riusciva a parlare; rom o no, ci gettavamo tutti nelle braccia gli uni degli
altri, e piangevamo...".
Volevo soltanto lasciarvi i miei auguri per questa Pasqua, ma ho trovato
delle brutte notizie sul nostro popolo in Cile: un gruppo di circa 300 gadje
lo scorso giovedì hanno bruciato le tende e 4 veicoli dei Rom a Puerto Montt,
Cile meridionale.
A BOTTIGLIATE: Zingari arrabbiati Helena e Andre Beissel con una
delle bottiglie lanciate sui loro camion mentre era parcheggiato all'Invercargill's
Gala St reserve nel fine settimana ROBYN EDIE/The Southland Times
Zingari esasperati dicono che i giovani di Invercargill continuano ad essere
i peggiori del paese e lanciano delle bottiglie contro di loro.
Circa 60 zingari e le loro famiglie in 30 case mobili erano in città nel fine
settimana pasquale per l'annuale Fiera Zingara.
Viaggiano per paesi e città attraverso il paese per otto mesi all'anno,
intrattenendo e vendendo i loro articoli.
Gli zingari hanno parlato ieri a The Southland Times dicendo che teppisti di
Invercargill hanno guidato sino al loro campo a lato del Queens Park, gridando,
lanciando uova e bottiglie verso i loro caravan e suonando i clacson per
tutte le notti della loro sosta.
Sono pure entrati nel campo ed hanno picchiato contro le case mobili [...]
Dicono gli zingari che è stata anche rubata una bicicletta.
Gli abusi ricorrono annualmente per gli zingari che visitano la città, solo
Palmerston North è paragonabile, mentre Gore ha visto casi simili nel passato,
dicono.
"Questo è il paese peggiore della Nuova Zelanda. Temiamo a venire qui, questo
è male," dice la chiromante Helena Beissel.
Il manager della fiera, Gavin Mackenzie, dice di ritenere che siano circa
"dai 10 ai 20 dannati idioti... ma tutti gli altri qui ci rispettano."
"Se non buttano uova, sono bottiglie di birra. Se si va a Gore, ti lanciano
addosso conigli morti."
Le azioni sono state condannate da chi ieri visitava la Fiera Zingara, con
Vanessa Sandford che dice che tutti hanno credenze e stili di vita differenti,
ma che devono comunque essere rispettati.
Il proprietario della giostra della fiera, Cam Taylor, dice che i residenti
di Invercargill sono stati meravigliosi e quando si è zingari qualche abuso c'è
sempre da aspettarselo.
"La realtà è che non siamo tutti idioti drogati."
Gli zingari dicono di non aver contattato la polizia.
Il sergente maggiore Olaf Jensen, di Invercargill, ha detto che la polizia
non può arrestare i colpevoli se non le si racconta cosa è successo.
Ha aggiunto che contatterà gli zingari e vedrà se la polizia può aiutarli.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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