Di Fabrizio (del 13/12/2012 @ 09:11:37, in Italia, visitato 1564 volte)
RINO NEGROGNO Mercoledì 5 Dicembre 2012 ore 17.02 Anche Giuseppe e Maria erano accampati nella grotta
Stamattina ho aperto il giornale, diceva che cacciamo gli zingari e che tra poco
è Natale. Non ho mai capito come passa il Natale chi ci crede fortemente e creda
che sia Natale solo per i bianchi e non per i neri o, peggio, creda che chi ci
crede ne possa trarre un vantaggio ora e soprattutto dopo, tipo a Pasqua o in un
altra dimensione imprecisata. Bontà loro, non è che sia così importante,
dopotutto anche Giuseppe e Maria erano accampati nella grotta e menomale che non
erano a Trani altrimenti il 20 Dicembre dovevano sgomberare e per il Natale, per
chi ci crede, non so come sarebbe finita. Non ho mai capito, piuttosto, dove
vadano gli zingari ed i loro bambini quando vengono cacciati. Non ho mai capito,
ad esempio, se cacciandoli da dove sono, il problema si risolva, se i loro
bambini siano più felici e non debbano comunque elemosinare al freddo ed al gelo
da altre parti, se, cacciarli, non sia un bisogno forte di sfogare da qualche
parte le nostre paure, le nostre incertezze. Ho il dubbio atroce che la nostra
coscienza sia come le luci di Natale, ad intermittenza.
Mi piacerebbe organizzare, in prossimità del Natale, intorno al 20 dicembre, un
bel presepe vivente proprio nel campo rom situato in via Bisceglie. Mi
piacerebbe far vestire gli zingari da panettiere, da pastori, da lavandaia, da
falegname, riempire il campo rom di luci colorate, di musica soave, natalizia.
Mi piacerebbe metterci la grotta e dentro uno zingaro barbuto vestito da
Giuseppe ed una bella zingarella giovane vestita da Maria, tutta azzurra. Al
centro una mangiatoia con un bel piccolo zingarino, del bue e l'asinello
possiamo farne a meno, pare non ci fossero e ad i lati tanti piccoli zingarini
vestiti da angioletti, quelli c'erano, che cantano ed inneggiano al Signore. Mi
piacerebbe davvero non lo dico per sfottere. Avrei bisogno di una mano però e
per questo faccio un appello a chi ritenga di potermi aiutare. Un bel partito di
sinistra, ma di sinistra sinistra, non di quelli che fanno le primarie per
vedere chi sia più di sinistra o più di destra. Un partito di sinistra è di
sinistra senza se e senza ma, ed anche senza UDC. Meglio di no, lasciamo stare i
partiti, non sai mai chi ti può capitare. Meglio un bel parroco di una bella
parrocchia con gente altruista e piena di buona volontà così poi facciamo anche
la messa di Natale e, prometto, faccio io stesso il chierichetto insieme agli
zingari. Attendo pieno di speranza.
Il 20 dicembre però perché se aspettiamo il 24 la grotta la sgomberano, rimane
vuota e Gesù non nasce.
(AGI) - Roma, 12 dic. - Affermare che gli zingari sono "delinquenti",
"assassini" e "canaglie" e' espressione di discriminazione razziale. Lo
sottolinea la Cassazione, annullando con rinvio la sentenza con cui la Corte
d'appello di Trento aveva assolto un imputato, all'epoca dei fatti consigliere
comunale del capoluogo trentino, finito sotto processo per un intervento, tenuto
durante una seduta consiliare, con cui, secondo l'accusa, aveva diffuso "idee
fondate sull'odio e sulla discriminazione razziale nei confronti delle comunita'
Rom e Sinti". I giudici del merito avevano assolto l'imputato ritenendo che, nel
caso in esame, non si potesse parlare di propaganda di idee fondate sulla
superiorita' o sull'odio razziale ed etnico, ma piuttosto di diffamazione. Del
tutto diversa la tesi della Cassazione, secondo la quale, nell'intervento del
consigliere comunale, vanno evidenziate note razziste, come sollecitato dal pg
di Trento il cui ricorso e' stato accolto dalla Suprema Corte. Il discorso
tenuto in Consiglio comunale dall'imputato riguardava, in particolare, la
mancata frequenza della scuola da parte dei bambini nomadi: in un punto del suo
intervento, il consigliere aveva parlato di "sedicente cultura" e "discutibili
tradizioni", manifestando l'idea di fondo secondo cui "l'unica possibilita' di
salvezza per i bambini di detta etnia era quella di sottrarli alle famiglie
d'origine", si legge nella sentenza n.47894, della prima sezione penale,
operando un vero e proprio "sequestro di Stato". Per la Suprema Corte,
"l'elemento che caratterizza la fattispecie e' la propaganda discriminatoria,
intesa come diffusione di una idea di avversione tutt'altro che superficiale,
non gia' indirizzata verso un gruppo di zingari (magari quelli dediti ai furti),
ma verso tutti gli zingari indicati come assassini, ladri, pigri, canaglie,
aguzzini e via dicendo, quindi verso il loro modo di essere, verso la loro etnia
evocata espressamente, avversione apertamente argomentata sulla ritenuta
diversita' e inferiorita'". La Cassazione, nelle sue motivazioni, ricorda anche
la sentenza con cui la stessa Corte, nel 2009, confermo' la condanna, tra gli
alti, del sindaco di Verona, Flavio Tosi, per i manifesti diffusi nella citta'
scaligera, con scritto 'via gli zingari da casa nostra'. Inoltre, gli
'ermellini' ribadiscono che "la funzione di consigliere comunale non legittima
sicuramente, in esplicazione del mandato elettorale, di esprimersi con frasi di
generalizzazione" espressive di "inferiorita' legate alla cultura e tradizioni
di un popolo". L'assembla del Consiglio comunale, infine, e' "di norma
pubblica", ed i suoi lavori "sono per lo piu' oggetto di diffusione ad opera dei
mezzi informativi", rileva la Corte, "ma anche in caso contrario nulla verrebbe
meno per l'integrazione dell'ipotesi delittuosa attesa l'apertura al pubblico
dei lavori del Consiglio comunale". Sulla base dei principi fissati dalla
Cassazione, sara' la Corte d'appello di Brescia a riesaminare la vicenda. (AGI)
.
Immagine-spot-Rom-cittadiniL'Associazione 21 luglio organizza a Roma venerdì
21 dicembre 2012 alle ore 17,30 "Rom, cittadini
dell'Italia che verrĂ ", presso l'Auditorium UNICEF, via Palestro
68.
Nel corso dell'evento verrĂ presentata la campagna video "Stop
all'apartheid dei Rom".
Parteciperanno: Andrea Segre, regista e autore; Paul Polansky, poeta e attivista
per i diritti umani; Alex Zanotelli, missionario e coordinatore del Comitato
campano con i rom; Riccardo Noury di Amnesty International e Sabrina Tosi
Cambini, docente dell'UniversitĂ di Verona. Modera la serata la giornalista
Marta Bonafoni.
il giorno successivo, sabato 22 dicembre 2012 alle ore 17 a
Piazza del Popolo a Roma, l'Associazione 21 luglio sarĂ a fianco di
Amnesty International per un evento dal titolo "30.000 volte NO
al razzismo e alla discriminazione dei rom".
L'articolo in questione, che tratta di un furto in abitazione, stabilisce un
nuovo "parametro" dal quale il giornalista presuppone l'appartenenza del
ladro alla comunita' rom: "Una signora ha visto la fuga e ha dato l'allarme, ma
ormai i ladri (quello entrato in casa indossava una giacca rossa,
probabilmente si tratta di un nomade) si erano allontanati". La
divagazione del giornalista, oltre a stabilire un nesso che lascia sconcertati,
e' priva del supporto di qualunque dato fattuale e difficilmente di rilievo ai
fini dell'informazione, con l'esito di contribuire ad alimentare un
clima ostile e veicolare stereotipi negativi e penalizzanti per le
comunita' rom.
L'Osservatorio accoglie positivamente il
messaggio di scuse del direttore della Gazzetta di Modena.
Di Fabrizio (del 15/12/2012 @ 09:05:32, in casa, visitato 1668 volte)
Progetto sperimentale di smantellamento dei campi nomadi tramite
l'autocostruzione di alloggi in muratura.
Il progetto di autocostruzione "Villaggio della Speranza" nasce dalla necessitĂ
espressa dai Sinti residenti presso il campo comunale di via Tassinari 32, di
migliorare le proprie condizioni di vita, uscire dall'emarginazione e proseguire
nel percorso di integrazione giĂ iniziato con l'inserimento scolastico dei
minori.
L�Opera Nomadi di Padova-Onlus, che da anni persegue la politica dello
smantellamento dei campi nomadi comunali attraverso l'individuazione di
alternative abitative dignitose, si è fatta portavoce delle esigenze dei Sinti
con cui ha ideato e scritto il progetto e ha trovato nell'Assessore ai Servizi
Sociali Claudio Sinigaglia un convinto sostenitore.
La creazione del Villaggio della Speranza coniuga infatti le disponibilitĂ
dell'Amministrazione Comunale con il rispetto delle tradizioni sinte, ovvero la
volontĂ di vivere con le rispettive famiglie allargate. La linea della
condivisione e della responsabilizzazione dei sinti non si è fermata con la
definizione del progetto ma ha previsto la partecipazione della comunitĂ ,
rappresentata da un mediatore sinto, a tutti gli incontri tecnici con i
Referenti del Comune di Padova durante tutto l'iter del progetto.
Incaricata dal Comune come "soggetto promotore", l'Opera Nomadi ha provveduto a:
- individuare l�impresa per la costruzione degli alloggi e delle opere connesse,
previa approvazione del Settore Infrastrutture del Comune di Padova,
- seguito i Sinti nella partecipazione al corso di formazione professionale per
muratori e nella fase concreta dell�autocostruzione.
Il Settore Infrastrutture del Comune di Padova si è fatto carico della
necessaria attivitĂ di alta sorveglianza, ai fini della regolare esecuzione
dell�opera, della contabilità generale e dei conseguenti pagamenti. Sono stati
costruiti alloggi, quattro per ciascuna delle tre palazzine di due piani. Ogni
alloggio è costituito da un locale soggiorno-cottura, due camere da letto e un
bagno, il tutto per una superficie calpestabile di circa 50 mq con giardinetto
di pertinenza e posti auto coperti realizzati in struttura leggera. Il cantiere
si è aperto nel luglio 2008 e si è chiuso a novembre 2009 e la consegna delle
abitazioni è stata effettuata a dicembre 2009.
L�area e gli alloggi sono di proprietà del Comune di Padova e sono stati
assegnati in affitto alle famiglie sinte. A differenza di quanto non accade in
tutti i campi nomadi comunali in cui domina la legge dell'assistenzialismo, i
singoli nuclei hanno stipulato i contratti delle utenze a proprio nome, pagando
le relative bollette.
Domenica 23 Dicembre 2012, ore 21
Coop. Soc. Circolo Familiare di Unita' Proletaria - viale Monza 140- Milano
(salone al primo piano) - Ingresso 5,00 euro
Iniziò tutto dieci e più anni fa. Suonavano nella metropolitana, raccontarono la
loro storia nel film "Miracolo alla Scala", rappresentarono l'Italia ad un
concorso europeo in Grecia. Furono i primi a far conoscere le storie e la musica
dei Rom rumeni a Milano. Poi, come succede spesso, il gruppo si divise: qualcuno
andò a lavorare in campagna, qualcuno tornò in Romania, altri continuarono a
girare tra campi rom sempre più malmessi. Altri cammineranno sul percorso
tracciato da loro.
Ma non puoi fermare la passione che scorre nelle vene di un musicista, la
necessità di mettersi in gioco ancora una volta. Eccoli allora, a presentare
brani del repertorio romanì e del folklore rumeno, e scoprire le tante radici
che legano questo popolo alla nostra cultura dell'800 e del '900. Una serata per
ballare - certo, per riflettere - forse, per conoscersi e stare insieme nella
magica atmosfera del nostro circolo.
Di Fabrizio (del 16/12/2012 @ 09:09:47, in media, visitato 1581 volte)
"La Sangaj Rom" Est Ovest 09-12-2012.
Servizio di Nada Cok e Renato Orso su "Sangaj", un film sloveno che di cinese
non ha nulla tranne il richiamo nel titolo, eppure è pervaso da un forte
elemento esotico radicato nella cultura europea: i rom. ďż˝ la storia di una
famiglia, che attraverso l'ingegnositĂ del suo capo, che avrĂ qualche interesse
di cuore e di affari, riuscirĂ a creare un villaggio dal nome Sangaj. Girato
interamente in lingua rom, il film diretto da Marko Nabersnik ha vinto il premio
per la miglior sceneggiatura al festival di Montreal e sta riempendo le sale
cinematografiche slovene e dell'ex Iugoslavia. A breve sarĂ distribuito anche in
Francia e Germania.
Budapest, Hungary, 3.12.2012 17:17, Spiegel: la retorica dell'estrema
destra ha toccato il fondo
Czech Radio, translated by Gwendolyn Albert
La radio ceca ha pubblicato una traduzione dal tedesco in ceco di un articolo
messo online dalla rivista der Spiegel, riguardo l'estrema destra in Ungheria
(QUI
l'originale in tedesco, ndr.).
Secondo la rivista il parlamentare ungherese Márton Gyöngyösi del partito di
estrema destra "Movimento per un'Ungheria Migliore" (Jobbik) ha dichiarato
settimana scorsa in parlamento che, dato che i cittadini di origine ebraica
rappresentano un "rischio alla sicurezza", si dovrebbe compilare un elenco
nazionale dei loro componenti. Riporta der Spiegel: "Le sue dichiarazioni hanno
sollevato un'enorme ondata di indignazione, ma il governo del primo ministro
Viktor Orbán ha preso le distanze molto lentamente dal parlamentare."
Secondo il settimanale, ogni tentativo di discussione con Gyöngyösi si muta
in un'estenuante maratona di relativismo. "Non sono un antisemita," rivendica,
"ma dovete riconoscere, che quegli ebrei..." ecc. "Non sono neanche contro il
popolo romanì, ma conoscete gli zingari... e non sono nemmeno un estremista che
opera per una dittatura, ma dovete ammettere che la liberaldemocrazia ha
fallito..." Sono le argomentazioni di questo economista trentatreenne, ex
consulente fiscale. Der Spiegel riferisce che non è un estremista di destra.
Gyöngyösi è vice-presidente del gruppo Jobbik in parlamento. Il partito ha
ottenuto un abbondante 17% alle elezioni del 2010. Oggi il partito, nel paese è
il terzo per grandezza, conta 47 seggi sui 386 in parlamento.
I genitori di lavoravano per ua società ungherese di commercio con l'estero.
Il nazionalista di oggi ha passato la sua infanzia in Afganistan, Egitto India e Iraq. Jobbik
come conseguenza l'ha reso il proprio portavoce sulla politica estera.
"Gyöngyösi a volte nasconde malamente il suo piacere nella tattica di non
rispondere alle domande. Evidentemente si considera l'asso diplomatico nel suo
partito," riporta der Spiegel.
Però, la sera di lunedì scorso ha finalmente deciso di parlare in parlamento
in modo chiaro ed intelleggibile. Nel corso di un dibattito sull'offensiva
israeliana nella striscia di Gaza, ha suggerito la registrazione di tutti gli
ebrei ungheresi. Ha poi chiarito, che "gli ebrei, specialmente se sono al
governo o nel parlamento, devono essere considerati un potenziale rischio alla
sicurezza dell'Ungheria." Rivolgendosi al vice ministro agli esteri, Zsolt
Németh, ha detto: "Ritengo che una lista simile sarebbe importante soprattutto
per l'Ungheria." Németh, diplomatico di carriera nel partito di governo FIDESZ,
non ha risposto né con critico né con rifiuto a questa sfida, e neanche sembrava
molto infastidito. Ha soltanto detto che "il numero di ebrei nel parlamento
ungherese non ha niente a che fare col grave conflitto in Medio Oriente."
"Alla camera s'è svolto un dibattito puramente nazionalsocialista," ha
dichiarato da Budapest lo storico Krisztián Ungváry. Secondo lui, Jobbik si è
identificato completamente coi dogmi razzisti del nazismo. Altri partiti
estremisti in Europa non scoprono le loro carte così facilmente.
Rappresentanti delle organizzazioni ebraiche, politici ed attivisti civili
hanno reagito alle dichiarazioni di Gyöngyösi con enorme indignazione. Martedì
scorso diverse centinaia di manifestanti si sono riuniti di fronte al
parlamento, indossando stelle gialle per dimostrare contro il "fascismo
strisciante" nel parlamento ungherese. Slomó Köves, presidente del Consiglio
Unito delle Comunità Ebraiche di Ungheria, è convinto che Gyöngyösi debba essere
perseguito per le sue dichiarazioni.
Non sarebbe la prima volta che il controverso politico si scontra con la
legge. La scorsa primavera Attila Mesterházy (capo del Partito Socialista),
aveva sporto denuncia nei suoi confronti per aver negato l'Olocausto. Gyöngyösi
rigetta l'esistenza di qualsiasi legame tra le posizioni del suo partito e
l'ideologia nazista. Der Spiegel riferisce che mente clamorosamente quando fa
affermazioni simili.
Ad esempio, nell'archivio online della televisione N1, c'è un filmato in cui
alcuni membri di Jobbik chiamano Adolf Hitler "uno dei più grandi statisti del
XX secolo". La scorsa primavera, un altro parlamentare di quel partito ha
ricordato in parlamento il centotrentesimo anniversario del presunto omicidio da
parte degli ebrei di una ragazza cristiana di 14 anni nel villaggio di Tiszaeszlár.
Allora lo scandalo scioccò l'Austria-Ungheria e nella regione ci furono pogrom
periodici tra il 1882 e il 1883. L'estate scorsa venne escluso da Jobbik il
deputato Csanád Szegedi, apertamente antisemita ma di cui erano venute alla luce
le sue origini ebraiche.
Ungváry ha detto a Spiegel che le dichiarazioni di Gyöngyösi non lo
sorprendono. "Ho insistito per anni sul fatto che Jobbik fosse un partito
neonazista, nella tradizione delle Frecce Incrociate, il partito nazista che
governò l'Ungheria ai tempi di Horthy alla fine della II guerra mondiale. Il
punto chiave della nostra scena politica, tuttavia, e la mancanza di volontà da
parte del governo di fare qualcosa su Jobbik. L'atteggiamento del governo è
codardo, passivo e scandaloso," ritiene lo storico. Secondo lui esistono diverse
frange di neonazismo nell'Europa centrale, ma la maggior parte delle nazioni
stanno prendendo le distanze da tendenze simili. Tuttavia, in Ungheria i partiti
politici non hanno agito, fino a quando le organizzazioni ebraiche non hanno
iniziato a protestare con forza martedì scorso. Ricorda der Spiegel che le loro
reazioni ricordano troppo una superficiale penitenza.
I blogger che scrivono sul portale di notizie più letto in Ungheria, index.hu,
hanno sottolineato che le parole di condanna usate in questo caso, sono
esattamente le stesse adoperate in molti altri casi recenti. Nessuno del governo
si è preso il tempo per formulare una nuova dichiarazione. Secondo gli esperti
della politica lo stesso Fidesz, il partito più forte, sta spostandosi a destra
- comprensibili i suoi sforzi per attrarre i votanti di Jobbik, ma il prezzo
politico che stanno pagando è troppo alto.
Lo scorso settembre il premier Orbán di fronte agli storici monumenti nel
villaggio di Ópusztaszer ha tenuto un discorso, in cui faceva appello alla
sacrosanta natura del sangue e della terra ungheresi. Der Spiegel specifica che
le opere di autori antisemiti sono state recentemente aggiunte alla lista di
letture obbligatorie nelle scuole.
Nel corso della settimana scorsa, Jobbik ha cercato di correggere la portata
dello scandalo causato dal suo parlamentare, sostituendo la parola "ebrei" col
termine "Israeliani". Gyöngyösi ha inviato una dichiarazione ai media,
affermando che non intendeva che si compilasse una lista dei membri ebrei nel
governo e nel parlamento, ma una lista di quanti avessero contemporaneamente la
cittadinanza ungherese e quella israeliana. Ha quindi porto la mano ai
concittadini ebrei, chiedendo perdono. Antal Rogán, presidente del gruppo degli
eletti Fidesz, ha intanto compiuto i passi preliminari per introdurre sanzioni
contro future dichiarazioni simili.
In realtà, Jobbik non ha intrapreso alcuna inversione ideologica. Subito dopo
lo scoppio dello scandalo, Elöd Novak (parlamentare Jobbik) ha chiesto le
dimissioni della collega Katalina Ertsey, che ha la doppia cittadinanza
ungherese ed israeliana. Secondo le notizie odierne, Novak si è lamentato
tramite una conferenza stampa tenutasi a Budapest che "Israele ha più
parlamentari nel parlamento ungherese che alla Knesset". L'attacco alla
parlamentare, che fa parte del partito ambientalista "Un'Altra Politica è
Possibile" è avvenuto a soli quattro giorni dalla ripugnante iniziativa di Gyöngyösi.
Questa settimana Novak ha inviato una mail a tutti i parlamentari, invitandoli a
schierarsi pubblicamente contro l'opzione della doppia cittadinanza.
Inoltre, i parlamentari di Jobbik intendono pubblicare una lista dei posti in
Ungheria dove sono stati investiti "capitali israeliani". Chiedono
anche che vengano tivelati gli importi di questi investimenti. Il partito
dell'estrema destra intende anche pubblicare i trattati interstatali stipulati
con Germania e Polonia. Il capo di Jobbik, Gábor
Vona, nato Gábor Zázrivecz e di origini slovacche, sostiene che in questi
trattati esistano postille segrete tra Berlino, Budapest e Varsavia, per
chiedere a mezzo milione di ebrei residenti in quei territori di sgomberare in
caso di emergenza.
Riporta der Spiegel: "I rappresentanti delle organizzazioni ebraiche
intendono protestare domani in parlamento contro il crescente antisemitismo.
Chiedono che i parlamentari si uniscano a loro."
Di Fabrizio (del 17/12/2012 @ 09:11:00, in Kumpanija, visitato 1637 volte)
Arriva il 2013, con un regalo da MAHALLA
E' un libro che nessuno ha voluto, e non avevo voglia di inseguire altri possibili editori. A vostro rischio quindi, potete leggerlo come, quando, dove e perché vorrete. Non ho fretta.
Cocci, un po' perché ultimamente mi sento sempre più a pezzi (ma non sono l'unico, vedo), un po' perché è fatto da pezzetti di articoli disseminati lungo tutto il 2012 che volge al termine, e volevo vedere se riuniti assieme questi cocci potevano avere una logica. Non è detto: magari sono soltanto degli spunti, o neanche quello.
Sono circa 40 pagine, l'introduzione è di Alberto Maria Melis. Dite cosa ne pensate, suggerite, criticate (sono accette anche le critiche più feroci, non sono accetti i TROLL), QUA (magari leggetelo prima, però)
Buona lettura a chi ci darà un occhio, a tutti gli altri (e anche a chi lo leggerà) BUON ANNO e BUONE FESTE.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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