Di Fabrizio (del 08/03/2012 @ 09:22:30, in Regole, visitato 3159 volte)
In un articolo firmatoda Carlo Stasolla, ieri vi avevamo parlato della
campagna
di raccolta firme che l'Associazione 21 luglioha lanciato contro lo sgomberto
forzato e illegale dei cittadini romanì di Roma. Sotto, lo spot che spiega tutti
i motivi dell'iniziativa, che ha due solide basi: la prima è il rispetto dei
diritti umani e delle convenzioni internazionali; la seconda l'applicazione di
una sentenza del Consiglio di Stato, che ha stabilito che il piano per
l'Emergenza Rom è illegale, frutto di pura fantasia propagandistica.
Alla sentenza avrebbe dovuto immediatamente seguire la soppressione del Piano
Nomadi del Comuni di Roma e dunque lo stop immediato agli sgomberi che, invece,
procedono a gonfie vele spinti dal vento della propaganda più becera, razzista e
populista.
L'appello lanciato dall'Associazione 21 Luglio ha in poche ore raccolto
centinaia di firme. Tra gli altri, hanno appoggiato la campagna anche
intellettuali ed artisti: Moni Ovadia, Erri De Luca (autore, tra l'altro, di un
video-appello), Susanna Tamaro, Giorgio Parisi (fisico, premio Boltzmann), Alex
Zanotelli, Valerio Mastandrea e Sabina Guzzanti. Anche il Teatro Valle Occupato
ha aderito all'iniziativa.
Proprio in merito alla campagna dell'Associazione 21 luglio alcuni esponenti
politici della maggioranza hanno pensato di dire la loro. Tra gli altri, spicca
l'onorevole Fabrizio Santori (presidente della Commissione Sicurezza di Roma
Capitale).
"Prendiamo atto con il dovuto rispetto dell'appello lanciato dal mondo della
cultura sottoscritto da molti intellettuali, anche non romani, che si sgolano
lanciando anatemi contro gli sgomberi dei rom. E' dunque questa l'occasione per
rompere finalmente le barriere ideologiche, per non chiudersi dietro frasi fatte
e slogan già detti e trovare finalmente una soluzione al problema. Rilancio la
proposta dell'albo della solidarietà. Chi vuole dare una casa e un lavoro ai rom
si faccia avanti e si iscriva nell'albo che da mesi abbiamo proposto. Invece di
gridare allo scandalo gli intellettuali passino ai fatti e offrano una fattiva
collaborazione ospitando i rom nelle proprie case, seconde e terze abitazioni, e
propongano eventuali offerte di lavoro. Chi invece ha ottenuto in via
privilegiata una casa di enti a prezzi modici, la metta a disposizione dei
bisognosi e ristabilisca così l'uguaglianza sociale che tanto propugna".
(clicca sull'immagine per ingrandirla ndr)
Poi Santori, evidentemente non soddisfatto, ha pensato bene di rincarare la
dose:
"La giunta Alemanno - ha affermato in una nota - è legittimata dal voto popolare
a procedere con gli sgomberi e con l'allontanamento dal territorio dei nomadi
che si accampano illegalmente in città. Invitiamo chi contesta questa volontà a
lasciare il lusso delle proprie abitazioni e dei propri quartieri signorili,
dei
paesaggi incontaminati e dei celesti silenzi, per condividere con migliaia di
romani quello che resta dei loro, di quartieri, in preda alle scorribande dei
rom e al modo tipico della stragrande maggioranza dei nomadi di vivere nel
degrado, nella sporcizia e nell'illegalità".
Ma come è possibile che si permetta a un amministratore pubblico di utilizzare
un linguaggio così razzista e populista? E come è possibile che
l'amministrazione comunale continui, dopo quasi 4 mesi, a ignorare una sentenza
del Consiglio di Stato che vieta espressamente l'applicazione delle iniziative
dell'Emergenza Rom?
Noi l'abbiamo domandato a Moni Ovadia, uno dei primi firmatari dell'Appello
dell'Associazione 21 luglio. Moni Ovadia è attore, drammaturgo, scrittore,
compositore e cantante tra i più impegnati del nostro Paese.
- Signor Ovadia, secondo il presidente della Commissione Sicurezza di Roma
Capitale lei - insieme a tutti gli altri intellettuali - dovrebbe mettersi in
casa i rom, anziché firmare petizioni contro gli sgomberi forzati...
- Guardi, non ho parole. Siamo a livello di "retrobar dello sport". Questo
Santori dovrebbe dimettersi subito perché oltre a utilizzare un linguaggio
offensivo non sa che il 75% dei rom sono cittadini italiani, e che gli altri
sono comunque cittadini comunitari, in quanto tali titolari di dignità e
diritti. Questi politici di destra, questi nostalgici del ventennio
mussoliniano, lo dicano chiaramente se alla Costituzione italiana preferiscono
la legislazione nazista, o quella fascista. Cosa vogliono fare dei rom?
Bruciarli vivi?
- Lei è ebreo, ha narrato più volte lo sterminio e conosce lo stigma, la
discriminazione...
- Facevano così anche con noi ebrei: ci sgomberavano da un luogo all'altro prima
di mandarci nei campi di sterminio. Ora i politici fanno i carini e i simpatici
con noi per aggraziarsi gli Stati Uniti e Israele: chissà se questo Santori
direbbe le cose che ha detto dei rom anche di un ebreo: chissà se avrebbe il
coraggio di dirmi "sporco ebreo". Per i romanì invece si permette di farlo
perché sa che il populismo in Italia paga, anche in termini di consenso
elettorale. Ma guardi, personalmente ho firmato quell'appello ritenendolo un
dovere morale. Noi auspichiamo soluzioni serie, umane, dignitose, non facciamo
propaganda.
- Anche perché gli sgomberi dei rom a Roma sono costati 6 milioni di
euro.
- Con quel denaro avrebbero potuto risolvere seriemente il problema
dell'emergenza abitativa. Ma le dico anche altro: il prossimo anno a Roma si
eleggerà il nuovo sindaco e sicuramente assisteremo ad altre dichiarazioni come
quella di Santori.
- Nella sua orchestra suonano musicisti rom...
- Non solo: io ospito abitualmente i miei musicisti a casa, come ha suggerito il
presidente della Commissione Sicurezza. I miei musicisti sono rom rumeni, sono
artisti eccezionali. Mi permetta di consigliare a Santori un libro: si intitola
"Rom Genti Libere", l'ha scritto il mio amico Santino Spinelli, docente
universitario, intellettuale e rom.
Di Fabrizio (del 07/03/2012 @ 09:46:21, in media, visitato 1356 volte)
Dopo che nella "civilissima" Milano un pensionato è stato letteralmente
sbranato da un branco di cani randagi, molti giornali avevano notato la
"sospetta" vicinanza del luogo dell'agguato con uno storico campo sosta
milanese. Qualche giornale aveva persino raccolto le testimonianze degli
abitanti del campo, i quali dicevano di temere anche per i propri figli, quando
dovevano andare a scuola.
ANSA:Non sembra, al momento, che gli animali siano di
coloro che abitano in due campi nomadi della zona. Qualcuno ha
dei cani in alcune baracche ma li tiene legati.
Repubblica:"i nomadi hanno solo cagnolini piccoli, non
ne abbiamo mai visti di grossa taglia negli accampamenti". Anche
gli inquirenti per ora non hanno elementi per affermare che i
cani appartengano ai rom.
Corriere della Sera:Anche i nomadi del campo a fianco
dell’omicidio erano visibilmente spaventati: «Temiamo per i
nostri bambini» è il coro univoco di rom, contadini e abitanti
di Muggiano, nonostante fiocchino accuse reciproche.
Ma si sa, la parola di questi ZINGARI vale quanto una banconota da tre euro,
ed ecco che ci si mettono
Libero ed il
Giornale.
Leggo: Associazione Canili, branco killer viene da campi nomadi Si tratta di aree, continua l'Associazione, "dove le istituzioni non
entrano, niente vigili, niente polizia, niente Asl. Abbiamo cercato di risolvere
noi il problema (siamo una piccola associazione, ma il problema era molto piu'
grande di quanto pensassimo) entrando noi stessi nei campi soli, senza
protezioni. Tra l'altro, come in tutte le associazioni animaliste, non vi sono
uomini e per delle donne entrare a discutere in un campo rom non e' bello".L'associazione chiede "di non demonizzare e strumentalizzare i
cani, esseri buoni per natura..."
Ammetto di voler bene a (quasi) tutti gli animali, ma di essere un
po' stupido: mi sembra che per non demonizzare i cani, si stia demonizzando
qualcun altro...
«Ma almeno durante l’ex giunta Moratti gli sgomberi abusivi erano continui,
bisogna puntare sulla prevenzione e il contenimento del fenomeno» afferma
l’assessore alla Sicurezza della Provincia Stefano Bolognini...
Ricordo bene il "mitico" De Corato: 500 e passa sgomberi ed i Rom "abusivi"
erano sempre gli stessi: rimbalzati da Bacula alla Bovisa, poi a Chiaravalle e
san Dionigi, e ancora a Rubattino, Forlanini e Segrate. Ruspe, vigili,
poliziotti, centinaia di migliaia di euro spesi, sono stati il ritratto di una
"figuraccia politica pazzesca" (leggetelo con accento fantozziano): gli
stessi Rom rispuntavano sempre e dovunque.
L'attuale assessore Granelli, zitto zitto, qualche sgomberino l'ha fatto (e
ha già buttato un
occhio su Bacula), non è da escludere che l'innalzamento delle temperature
risvegli le sue "turpi
voglie". Forse sarà più indeciso, o soltanto più realista, ma intanto questi
"abusivi" sono ancora gli stessi di 1, 2, 5, (10?) anni fa.
Mi vengono spontanee due considerazioni:
Si sgombera (con i nostri soldi, ricordiamolo) gente che nel frattempo manda
a scuola i figli, quando capita lavora. Sempre gli stessi, in una assurda gara a
chi resiste di più. Ogni sgombero è una PUGNALATA ad un processo di integrazione
interrotto tante di quelle volte, che è sempre più difficile trovare la voglia e
le risorse comuni per riprenderlo. Ci sarà mai un amministratore pubblico col
coraggio di investire (nei fatti, non a parole) nella fiducia in questa
popolazione, invece che considerarla un eterno nemico disarmato?
Gli sgomberi, se portassero a risultati tangibili, sarebbero un'opzione
BRUTALE ma REALISTA. Ma risultati non ne portano. Ci sono bambini rom di pochi
anni che ne hanno già subiti decine, è come se avessero fatto una vaccinazione
(e mi immagino con quale fiducia nelle istituzioni potranno crescere). Quegli
sgomberi sono rivolti ai nostri cervelli e alle nostre pance: soltanto per darci
l'illusione di essere più forti e civilizzati, di saper essere REATTIVI
ma non proattivi! In realtà, del risultato finale di uno/cento
sgomberi, sembra non importare a nessuno: amministratori, Rom, cittadini; gli
unici che se la prendono (a ragione!) sono quei pochi volontari sfigati che ogni
volta devono ricominciare.
L'articolo del Giornale termina con questa perla (la sottolineatura è
mia, e sintetizza, più che la reale pericolosità sociale del fenomeno, le
paranoie di certi concittadini):
Un altro sos arriva dai residenti della zona 8. Hanno disegnato la mappa
degli insediamenti e le zone da «bollino rosso» sono Roserio, il pendio del
Ponte Palizzi e l’area nelle vicinanze del Palasharp. «I nomadi - denuncia
Enrico Salerani, il capogruppo della Lega nel consiglio di zona - organizzano
grigliate e danze tipiche della cultura gitana».
Di Fabrizio (del 06/03/2012 @ 09:58:01, in Italia, visitato 2047 volte)
Milano, 2 marzo 2012. Venerdì 16 Marzo dalle ore 18.00, presentazione della
mostra "La vita di Rebecca" (con le opere e la presenza di Rebecca Covaciu) e
del libro "Il silenzio dei violini" di Roberto Malini e Paul Polansky (ed. Il
Foglio Letterario). Un’occasione per parlare di arte e cultura Rom in
compagnia di Rebecca Covaciu, Giuseppe Como, Preside del Liceo Boccioni, e
Roberto Malini, autore e co-presidente del Gruppo EveryOne, organizzazione
internazionale per i diritti umani promotrice della cultura Rom e di ideali di
pace e convivenza fra i popoli. Il poeta e difensore dei diritti umani
autograferà il libro.
Domenica 11 marzo 2012, alle ore 9,30 presso l'Auditorium "M. Borghi" Cascina
Marchesa corso Vercelli 141, Torino, il Circolo culturale Antonio Banfo presenta
un'incontro per discutere le proposte volte al Superamento dei campi nomadi.
L'amministrazione comunale e l'ATC devono occuparsi giorno per giorno dei
problemi di rapporto tra Nomadi e cittadini torinesi, nonchè della grave
situazione degli insediamenti autorizzati e spontanei nel territorio.
Il Circolo culturale Antonio Banfo ritiene doveroso ragionare di un problema
così importante, così come lo è la presenza di Rom e Sinti lungo la Stura.
Francesco VERCILLO, presidente "Circolo A. Banfo", discute con:
Pietro MARCENARO Presidente Commissione Senato Tutela e promozione dei diritti
umani
Andrea STARA Consigliere regionale proponente della pdl n° 151 (13/07/2011)
"Norme per le minoranze nomadi in Piemonte"
Pio CAON Ufficio Pastorale Migranti Torino
Ramo MUJKIC Presidente Associazione Romano ILO
Partecipano:
Ilda CURTI Assessore all’Integrazione Comune di Torino
Nadia CONTICELLI, Presidente Circoscrizione 6
Paola BRAGANTINI, Presidente Circoscrizione 5
Elvi ROSSI, Presidente ATC
Non fatevi prendere in giro dal titolo, non mi sono montato la testa. Anzi, è
probabile che la confusione sia maggiore del solito così, dopo avere passato la
cera nella roulotte vorrei mettere in ordine anche in testa. Chi mi aiuta?
E' dal
rogo di Torino del dicembre scorso, che quella di dare un volto al "razzista
fatto in casa" è diventata una mia personale ossessione, che ha sovente
"ammorbato" la Mahalla.
Ammorbato...?? A dire il vero ho notato, con stupida
soddisfazione, che dopo anni a dibattere dei temi più disparati, se per
caso le stesse cose le scrivo adoperando la parola magica "razzismo",
aumentano visite e commenti; insomma, sembra che quella parola piaccia a molti
lettori.
Purtroppo, mentre la situazione del razzismo in Italia si fa sempre più
preoccupante (soprattutto per chi
la osserva da fuori Italia), la parola in sé è talmente abusata che riesco a
scriverne principalmente attraverso PARADOSSI. Come questi:
In realtà, non mi interessa la disputa accademica, ma individuare un numero
TOT di cause, per trovare le possibili vie d'uscita, senza doversi
nascondere dietro parole nobili come SOLIDARIETA', DIALOGO, COMPRENSIONE, la
stessa DIRITTI, che
col tempo sono diventate altrettanto abusate e quindi innocue. Più o meno questa
la sintesi a cui ero giunto:
Il razzismo rimane vivo, vegeto e pericoloso (vedi Torino e Firenze il
dicembre scorso). Ma come elemento "chimico" allo stato puro è percentualmente
raro, e se devo considerarlo una forma di idiozia, è perché dopo Hitler, la
decolonizzazione, la sconfitta politica del KKK negli anni '60, ha perso il suo
ruolo storico.
Esistono, ed in tempo di crisi si rafforzano, situazioni di crisi non
affrontate dalla mediazione politica classica. Rimescolamento dei confini e dei
mercati, circolazione autonoma od indotta di persone, sono da un lato UNA delle
cause della crisi, dall'altro forniscono una via di sfogo contro chi può essere
aggredito-calunniato-discriminato senza possibilità di difendersi. Quindi un un
razzismo SPURIO e DIFFUSO, contaminato da altre motivazioni, in pratica continua
l'atto (individuale-collettivo) razzista, in assenza di chi si dichiari tale o
riconosca il proprio razzismo.
Ma per essere VIA DI SFOGO, occorre un quotidiano "lavoro ai fianchi" attraverso
giornali, tv, internet, le stesse istituzioni (generalizzando: chi dovrebbe fare
il cane da guardia della crisi), per fornire al cittadino medio questo nemico
interno od esterno che dovrebbe essere la causa del malessere. Chi svolge questo
lavoro "d'informazione-propaganda", è tutt'altro che scemo, viene retribuito per
ciò che fa, è (che Gramsci mi perdoni...) un intellettuale organico ad
una causa, e questa non è tanto il razzismo quanto il superamento "in senso
reazionario" della crisi.
Il razzismo non come FINE, ma come MEZZO. In quanto tale, i suoi confini sono
mobili, come si conviene ad una guerra di posizione. Ma il razzismo come mezzo,
significa che, da Göbbels in avanti, il razzismo "scientifico" è un laboratorio
politico di ciò che prima o poi riguarderà tutti. Da un lato, è quello che
recita con parole semplici la famosa poesia di Niemöller (ricordate? Prima
vennero a prendere gli zingari...), dall'altro me ne resi conto
circa sei anni fa, quando iniziarono ad arrivare notizie inquietanti dalla
Val Susa. Allora facevano clamore le rivolte urbane a Parigi, oggi sta
succedendo ad Atene, l'estate scorsa fu la volta di Londra, in Val di Susa non è
cambiato molto... E poi ripensai anche a
Genova 2001.
Vorrei chiedervi, gentili lettori, che effetto fa sentirsi parte di un
esperimento da laboratorio condotto su Rom e Sinti,
di cui sarete le
prossime cavie? Voi, che magari siete contro la sperimentazione
sugli animali... E così rendersi conto FINALMENTE, che comprendere,
dialogare (e magari solidarizzare) con questa gente non è "buon cuore", ma farsi
prestare una potente SFERA DI CRISTALLO per leggere il vostro futuro (e studiare
il comune passato).
Perché, capitelo se volete salvare la pelle, non
avete la certezza di stare a
destra o sinistra, dovete piuttosto immedesimarvi nei panni di un bersaglio
mobile nella Sarajevo anni '90, preda di cecchini nascosti dalle cento bandiere,
pronti contemporaneamente a sorridervi o spararvi a seconda del momento.
Gli ultimi pensieri vanno alle cronache che arrivano dalla Val di Susa,
immaginandomi come la descriverebbe la stampa "libera" se al posto di Chiomonte
i fatti riguardassero una sperduta località in Venezuela, Russia, Uganda, Corea
del Nord... Così come nel razzismo mediatico esistono il poliziotto buono ed il
poliziotto cattivo, anche riguardo alla TAV ci sono i ragionevoli (Corriere,
Repubblica, Stampa) che se devono dare del cretino ai
rivoltosi lo fanno sottovoce e con educazione, e quelli che ragionevoli non
riescono proprio ad esserlo (tipo Libero o il Giornale).
Così finisce che la ce la prendiamo con gli ultimi, perché sintetizzano
quello che i primi non scrivono. Tutti e due, con un metro differente, non danno
spazio a quello che sarebbe un PRINCIPIO OVVIO, se lo scopo fosse quello
dichiarato, cioè: la fine delle violenze ed il dialogo, nell'interesse generale
della nazione.
Però, quel Cretinetti a tutto tondo, mi riporta ad una similitudine
con "chi non è razzista, ma vuole che lo diventino gli altri". Mi viene
in mente, inizio anni '90 circa, i miei figli erano piccoli, ed alla TV
assistevano impassibili a sbudellamenti vari nei cartoni animati; ma avevano
terrore quando per caso erano ripresi Ferrara o Sgarbi con la bava alla
bocca. Eppure, tralascio ogni considerazione politica-morale, a saperli
prendere sanno essere persone, non dirò squisite ma educate e ragionevoli, a
volte
addirittura di larghe vedute.
Quel Cretinetti, non spiega niente delle ragioni PRO TAV, è il
corrispondente calcistico di un fallo commesso lontano dalla palla e a gioco
fermo. Lo scopo è perpetuare LA CREAZIONE DEL NEMICO, ma attenzione: il
bersaglio è doppio (e mobile, oserei dire CULTURALE). Da una parte, chi vuole essere convinto
che basta essere NO TAV per diventare pericolosi terroristi; dall'altra, chi
condivide le ragioni della protesta tenderà a rinchiudersi in una difesa
AUTISTICA e sempre PIU' A RISCHIO DI DERIVE VIOLENTE: semplificando: un atteggiamento del tutto simile e speculare al razzismo.
E' impedire il dialogo, o quella pallida speranza che ne resta, lo
scopo. Io, nonostante sia convintamente NO TAV, trovo che quel che manca (ora,
sei anni dopo il primo articolo) sono le condizioni per dibattere civilmente (e
confrontandosi su dati e prospettive REALI) tra le due ragioni. Noto una cosa
che mi fa paura quanto il progredire del cantiere o il comportamento della
polizia: l'intolleranza crescente fra due fazioni di cittadini, per altro tra
loro simili.
Cittadini, ripeto, come cavie di un esperimento sociale. Cittadini, e
finalmente chiudo con i ragionamenti, che da Rom e Sinti possono imparare
(eccolo: il confronto necessario) come resistere INTELLETTUALMENTE a
manganellate e giornalisti, senza dover portare odio (ma anche senza considerare stupido l'avversario) perché, ricordatelo,
il domani non è mai sicuro, ma case, carovane e baracche ci saranno ancora,
amministratori, politici e pennivendoli invece passano... PASSANO TUTTI.
Di Fabrizio (del 04/03/2012 @ 09:21:29, in lavoro, visitato 2724 volte)
Repubblica.itNuovo regolamento in arrivo: ci saranno esibizioni fino a
mezzanotte e meno burocrazia. Sono previsti anche spazi espressamente riservati
agli spettacoli degli artisti di strada di ILARIA CARRA
Alcuni non pagheranno più nulla per occupare il suolo pubblico, palco temporaneo
delle loro esibizioni: un'esenzione dalla Cosap per favorire la creatività
di mimi, giocolieri e musicisti. Potrebbe essere diverso, invece, il futuro di
ritrattisti e cartomanti: loro forse la tassa dovranno pagarla ma, di sicuro,
sarà inferiore a quella di oggi, che in certi casi arriva anche ai 6mila euro
all'anno. È una delle novità della riforma dell'arte di strada milanese. Non
l'unica. Nelle intenzioni, c'è quella di ravvivare la città e la sua creatività:
così, d'estate, si pensa a esibizioni fino a mezzanotte, un'ora in meno durante
la settimana (oggi le regole sugli orari sono più arbitrarie). E poi di
aumentare gli spazi, con la creazione di zone franche per l'arte di strada.
Il regolamento attuale risale al 2000. Dopo aver abbandonato l'idea di un
registro per la categoria, si è deciso di rivedere l'intero impianto normativo.
Lavoro realizzato da due consiglieri comunali, Luca Gibillini (Sel) e Filippo
Barberis (Pd), con la collaborazione della Fnas (Federazione artisti di strada)
e della Piccola scuola di circo. La bozza è pronta, dalla prossima settimane
inizierà l'iter nelle commissioni comunali (Cultura, prima, e poi Commercio) e,
nelle intenzioni, potrebbe essere licenziata dal Consiglio comunale già per la
metà di aprile.
Nel testo sono specificate le due tipologie coinvolte: le espressioni artistiche
di strada, quelle che non prevedono un corrispettivo per la prestazione, salvo
la libera offerta col cappello a terra, e quindi giocolieri, mimi, musicisti
(anche street band), madonnari, acrobati, danzatori. E i mestieri artistici, dal
ritrattista dei Navigli al cartomante di Brera che, invece, vengono pagati.
Con le nuove regole, e l'aiuto dei consigli di zona, si dividerà la città in
varie sezioni: aree aperte a tutti gli artisti, altre dove non si potrà suonare,
altre ancora riservate più a pittori e ritrattisti che a giocolieri e musicisti.
E poi, zone di espressione estemporanea, dove ci si potrà esibire senza bisogno
di alcun permesso. In più, si eliminano anche alcune stranezze: un artista di
strada potrà esibirsi, per esempio, in coppia o con gruppo, cosa che oggi è
vietata. «Uno dei problemi in assoluto a Milano è il tema degli spazi, sia
chiusi ma anche aperti — rileva Gibillini — : con queste nuove regole vogliamo
dare più aree per la cultura, dare lavoro e rivitalizzare le strade della città
che ultimamente sono più morte».
Nella proposta di riforma, si snellisce anche la procedura burocratica per
ottenere i permessi: oggi, il mimo di turno deve fare richiesta ogni settimana
e, cosa molto singolare, attendere gli esiti di un sorteggio, visti i pochi
spazi disponibili per l'arte di strada. In futuro, l'idea è di attribuire un
permesso che valga tre mesi, trascorsi i quali l'artista deve cambiare zona per
una sana turnazione. La competenza, poi, non sarà più dei vigili urbani: per
sottoscrivere la dichiarazione d'attività, l'artista si recherà a uno sportello
di un servizio civico (si pensa a quello di Informa Giovani). In una seconda
fase, verrà anche attivato un sito per permettere agli artisti di prenotarsi
online e ai milanesi di scoprire, se vogliono, dove possono trovare l'arte di
strada di cui hanno voglia.
Di Fabrizio (del 03/03/2012 @ 09:02:48, in Kumpanija, visitato 1863 volte)
Serata organizzata dall'Associazione La Conta, in occasione
della ricorrenza dell'8 MARZO 2012, alle ore 20,45 di
giovedì 8/03/2012, con ingresso libero e gratuito, alla CGIL
Salone di Vittorio in Piazza Segesta 4, con ingresso da Via Albertinelli 14
(discesa passo carraio) a Milano.
In particolare la serata sarà dedicata donne Rom e Sinti attraverso i racconti,
le storie, le testimonianze di Dijana Pavlovich, attrice e mediatrice culturale,
e di altre donne Rom e Sinti. Sarà serata di unità multiculturale ed inclusiva
dei Rom e dei Sinti della nostra città e non solo, per conoscere meglio le loro
passioni, la loro condizione e la loro cultura e per contribuire ad annullare il
pregiudizio e la marginalità. La serata si concluderà con un buffet
offerto a tutti i presenti.
Mi chiamo Yvonne Slee e faccio parte della comunità romanì di Coffs
Harbour. Sono migrata in Australia nel 2005, arrivando dall'Europa. Impiego il
mio tempo, sin dall'arrivo in Australia, come scrittrice, attivista ed
educatrice.
La foto di una romnì e della sua famiglia è stata scattata nel 1907, poco
dopo il loro arrivo a Brisbane su di un battello salpato dalla Grecia.
Foto esemplare, che si potrebbe adoperare per l'Open Project ABC Now
and Then, volto a mostrare la storia di una comunità australiana.
La storia dei Rom data almeno 1000 anni addietro al tempo del loro esodo
dall'India, dove gli invasori islamici, guidati da Mahmoud of Ghazni,
allontanarono a forza i nostri antenati dalla patria natia. Altre informazioni
potete trovarle sul mio
sito dedicato
alla storia delle comunità rom e sinti.
I Rom hanno trascorso centinaia di anni nell'Europa delle perduranti guerre,
attraverso mancanza di comprensione per la nostra cultura, pregiudizi e
difficoltà. Cercavano un futuro migliore per loro ed i loro figli. I Romnì erano
sulle navi che per prime arrivarono in Australia nel 1788, e da allora sono
stati migranti.
Dopo la II guerra mondiale, molti Romanì guardavano all'Australia come una
nuova patria, arrivandovi con barche da 5 kg., portando seco le loro capacità di
calderai, artigiani del legno, ramai ed addestratori di cavalli.
Negli anni '50, '60 e '70 si sono visti accampati sulla costa orientale
dell'Australia, in posti come Nudgee Beach vicino a Brisbane e sulla costa Nord
Sud ovest da Orange fino a Mildura.
Usavano grosse macchine americane per trainare le loro grandi carovane
argentee, dove vivevano mentre svolgevano lavori stagionali presso fattorie,
orti, stalle o viaggiando con le fiere di divertimento, accampandosi in tendoni.
Quei giorni nomadi sono ormai finiti da tempo. La maggior parte dei Romanì
residente in Australia vive e lavora in città e paesi di tutto questo suo vasto
continente. Non pochi hanno studiato sino all'università, diventando professori
ed insegnanti.
Mio marito e io siamo entrambi Romanì, e viviamo a Coffs Harbour con i nostri
tre figli. Siamo arrivati in Australia nel 2005 dall'Europa. Mi piacciono le
nostre tradizioni, molte delle quali di radice indiana. La mia preferita è la
cucina romanì, che con quella indiana condivide l'uso di svariate spezie.
Mi piacciono anche i balli e le canzoni ed imparare la nostra lingua. La
parola romanì discende dal sanscrito, e così molti vocaboli della nostra lingua.
Abbiamo centinaia di parole hindu usate nel romanés.
Ci sono 12 milioni di romanì che vivono in Europa, 2 milioni nelle Americhe e
circa 25.000 in Australia. Sono orgogliosa di essere una di loro.
Ora sono cittadina australiana e ritengo che l'Australia continuerà a
beneficiare dell'avere una società multiculturale, dove le varie ed interessanti
differenze tra tutte le culture creeranno una maggior tolleranza e comprensione
nel nostro mondo e tra le persone che vi convivono.
Di Sucar Drom (del 02/03/2012 @ 09:05:39, in blog, visitato 1508 volte)
Roma, Anime Smarrite
"Caro sindaco Gianni Alemanno, gli volevo dire grazie per avermi mandato via dal
Paradiso e di avermi messo nell'inferno, di avermi rovinato l'infanzia mia e dei
miei amici" (lettera di P., 14 anni). Giovedi 16 febbraio alle ore 16,00, in via
Milazzo, 11, presso la Sala Vo...
Lotta al razzismo, l'Ecri non promuove l'Italia!
La Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza (ECRI) ha pubblicato
il suo nuovo rapporto relativo all'Italia. Il Presidente ad interim dell'ECRI,
François Sant'Angelo, ha osservato che, nonostante i progressi registrati in
alcuni campi, è ancora necessario un maggiore impegno per comba...
Rom e Sinti, l'Assemblea elettiva della Federazione Rom e Sinti Insieme
L'Assemblea elettiva della Federazione Rom e Sinti Insieme, composta dai
Presidenti delle associazioni, gruppi e cooperative aderenti, si è riunita a
Mantova al Museo Diocesano di piazza Virgiliana, oggi 24 febbraio 2012, per
rinnovare le cariche sociali, come previsto dallo Statuto. E' stato eletto Yuri
Del Bar alla carica di Presidente d...
Consiglio d'Europa, i diritti umani di rom e sinti sono violati in Europa
"In numerosi paesi europei, i rom e i sinti sono ancora privati dei diritti
umani essenziali e sono vittime di lampanti episodi di razzismo. Sono nettamente
svantaggiati rispetto ad altri gruppi di popolazione nel campo dell'istruzione,
dell'occupazione, dell'accesso a un alloggio decente e all'assistenza sanitaria.
La loro speranza di vita è inferiore alla media e il loro tasso di mortalità
infantile...
L'Italia presenta la "Strategia nazionale d'inclusione dei rom sinti e
caminanti"
In queste ore il Governo italiano sta presentando a Bruxelles la "Strategia
nazionale d'inclusione dei rom sinti e caminanti", documento redatto con urgenza
negli ultimi due mesi per il disinteresse dimostrato dal precedente Governo dopo
la Comunicazione 173 del 5 aprile 2011...
Roma, appello nazionale: "Il diritto all'alloggio non si sgombera"
"Profonda preoccupazione per le azioni che l'amministrazione comunale sta
attuando negli ultimi due anni allontanando, in più di 400 sgomberi forzati e
con un altissimo costo economico (più di 6 milioni di euro), le comunità rom
dagli insediamenti informali con il fine esclusivo di spostarle da una parte
all'altra della città fino al s...
Luci e ombre per i sinti e i rom in Italia e in Lombardia
Il 30 gennaio scorso è stato presentato a Mantova il IV Rapporto di Articolo 3
Osservatorio sulle discriminazioni. Il Rapporto 2011 è costituito da un libro e
un cd allegato in cui si offre uno spaccato sula situazione mantovana e lombarda
sul tema dell'antidiscriminazione. Alla presentazione hanno...
Rom e Sinti, l'Italia volta pagina con la Strategia Nazionale
E' da poche ore disponibile nella pagina web del Punto di Contatto dell'UNAR
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale ed Etnica) il documento
"STRATEGIA NAZIONALE D'INCLUSIONE DEI ROM, DEI SINTI E DEI CAMINANTI ATTUAZIONE
COMUNICAZIONE COMMISSIONE EUROPEA N.173/201", deliberato dal Consiglio dei
Ministri venerdì scorso. Il documento è corredato da 3 allegati...
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