Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 08/01/2012 @ 09:57:47, in blog, visitato 1457 volte)

Da Roma_Daily_News

Cari amici,

Desidero farvi sapere che in via sperimentale è nato un portale web primo nel suo genere in Montenegro.

Il progetto è stato sviluppato dal Consiglio Nazionale dei Rom ed Egizi in cooperazione con l'OnG "La luce sull'orizzonte" di Ulcinj. Inoltre il progetto è sostenuto del Fondo per le minoranze.

L'indirizzo è http://romski-portal.webnode.com

Potete inviare vostri articoli a tema, all'indirizzo mukovic@t-com.me e per me sarà un piacere aggiungerli al nostro sito.

I migliori saluti
Mohammed Ukovic.

(nota della redazione: per chi avesse qualche difficoltà con la lingua macedone, nella colonna a sinistra è presente il widget per la traduzione in italiano o in altre lingue)


Postovani prijatelji,

zelim da Vas obavjestim da je u crnoj Gori eksperimentalno poceo sa radom prvi Webportal ovakve vrste u Crnoj Gori.
Projekat realizuje Nacionalni Savjet Roma i Egipcana u saradnji sa NVO " Svjetlost na horizontu" iz Ulcinja. Projekat je inače podržan od Fonda za Manjine.

Adresa web portala je: http://romski-portal.webnode.com

Zamolio bih Vas, ako imate neke tekstove sa kojima želite da upoznate javnost, prosledite mi slobodno na e-mail adresu
mukovic@t-com.me, bice mi zadovoljstvo da ih apdejtujem na nasem sajtu.

Srdacan pozdrav
Muhamed Ukovic.

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Di Fabrizio (del 09/01/2012 @ 09:20:45, in Regole, visitato 1584 volte)

21luglio.com

Lunedì 16 gennaio 2012 alle ore 11.00 presso la sala della FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana) a Roma, Corso Vittorio Emanuele II, 349, l'Associazione 21 luglio illustra i contenuti del Memorandum preparato per il Comitato per l'eliminazione della discriminazione razziale dell'ONU dal titolo "Violazione della normativa nazionale, internazionale e dei diritti fondamentale dei rom e dei sinti da parte delle autorità italiane nella procedura di richiesta protezione internazionale e nella raccolta di rilievi dattiloscopici e fotografici nella città di Roma".

Il prefetto-commissario Giuseppe Pecoraro aveva dichiarato nel gennaio 2010: la procedura di raccolta dei rilievi dattiloscopici e fotografici che ha coinvolto le comunità rom e sinte a Roma serve a «dividere i buoni dai cattivi». Dai riscontri effettuati con un'indagine svolta dall'Associazione 21 luglio tra il dicembre 2009 e il gennaio 2012 appare invece evidente che tale procedura viola le norme nazionali e internazionali in materia di discriminazione etnica o razziale. Dalla lunga ricerca effettuata emerge il reale intento delle operazioni: una identificazione e schedatura di massa su base etnica. Al termine della presentazione verranno illustrate le azioni legali intraprese dall'Associazione 21 luglio.

Per prenotazioni alla presentazione scrivere a: stampa@21luglio.com

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Di Fabrizio (del 09/01/2012 @ 09:37:09, in Europa, visitato 1850 volte)

Da Bulgarian_Roma

03/01/2011 - Secondo un rapporto, interi quartieri della città di Plovdiv si stanno spostando verso Germania, Francia o Svizzera.

I Rom di Plovdiv stanno cercando una vita migliore in Europa Occidentale, secondo il giornale locale "Maritsa", con la Svizzera nel ruolo di ultima destinazione preferita tra tutte.

In Svizzera i Rom bulgari spesso chiedono asilo nei campi rifugiati per curdi, dove potrebbero ottenere riparo, cibo ed i 600 euro al mese in quanto rifugiati politici.

Di solito chiedono asilo accusando la Bulgaria di discriminazioni, spiega Yashar Asan, a capo del Comitato d'Iniziativa delle Persone in Necessità.

Secondo le sue parole, 20 tra le famiglie rom più ricche della mahala Adzhisan di Plovdiv sono emigrate in Svizzera negli ultimi 2 mesi, anche se alcuni di loro sono già in attesa di essere estradate via aerea dalle autorità svizzere.

A Stolipinovo, il più grande quartiere rom della Bulgaria, con una popolazione di circa 40.000, la città tedesca di Dortmund è vista come un posto da sogno.Secondo Asan, ogni giorno ci sono cinque autobus da 50 posti che partono ogni giorno da Stoliponovo verso Dortmund.

Asan ritiene che siano 500 le famiglie di Stoliponovo, tra le 3000 e le 5000 persone, emigrate in Francia e Germania negli ultimi dieci anni, con gli uomini occupati soprattutto nel settore edile e molte donne preda della prostituzione.

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Di Fabrizio (del 10/01/2012 @ 09:22:28, in Europa, visitato 1715 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

28 dicembre 2011

La maggior parte dei Rom si isola dalla stessa società - Svista o fatto ignorato?

La maggior parte dei Rom non è informata sui cambiamenti che stanno accadendo nella nostra società, spesso non sanno che è entrata in vigore una nuova legge, non sono interessati ai loro obblighi e responsabilità di cittadini. Semplicemente, si isolano dal resto della società. Questo è quanto affermano alcune OnG che lavorano per migliorare i diritti dei Rom [...]. Una di queste è il National Roma Centrum (NRC) di Kumanovo, che per anni ha operato nei quartieri rom di 16 città macedoni.

L'esperienza di questi anni mostra che è proprio la società che ha creato e crea tuttora stereotipi e pregiudizi sui Rom e la loro comunità. Come interpretare il fatto che questo sentimento è comune?  Perché i Rom vogliono isolarsi dalla società e non sono interessanti ai cambiamenti che vi avvengono? Cambiamenti che sono cruciali per loro e le loro famiglie, ad esempio nelle aree dell'istruzione, della sanità, dei benefici statali, della casa...?! Quanti hanno familiarità con i temi dell'esclusione/inclusione rom, dicono che le ragioni risiedono in diversi fattori - diffidenza epocale, pregiudizi, grado di istruzione dei Rom, e volontà di conoscere le persone "altre".

Il professor Rubin Zemon dell'Università statale di Ohrid pensa che l'isolamento dei Rom dalla società (intendendo qualsiasi società, non solo quella macedone) data da secoli per gli stereotipi ed i pregiudizi che le società hanno verso i Rom.

- I Rom erano e sono tuttora sensibili riguardo la loro esclusione che dura da secoli. Altri guardano ai Rom con disprezzo. Sono stati trattati come un bersaglio invece che come partecipanti nei processi. Non sono problemi di un decennio. Solo pochi Rom sono inclusi nelle nostre istituzioni. Ma, ancora una volta, non prendono parte ai processi decisionali, commenta Zemon.

Pregiudizi doppi

Puntualizza poi un altro fattore per cui i Rom, almeno in questo paese, restano consapevolmente ai margini degli eventi della società.

- sono delusi dai loro rappresentanti politici. Il soggetto politico tra i Rom è molto debole. I loro rappresentanti sono considerati dei corruttibili entrati in politica per interessi personali, invece che per lottare per il miglioramento delle condizioni di vita, aggiunge Zemon.

Secondo lui, la soluzione del circolo vizioso di sfiducia ed isolamento, risiede in un maggior coinvolgimento dei Rom nelle questioni politiche e sociali.

Il professor Zemon calcola che il "ghiaccio della diffidenza" può rompersi solo se i Rom vengono inclusi non come destinatari, ma come decisori nelle politiche sociali.

Charles Van Lith è un fotografo belga che sta prestando molta attenzione ai Rom. Ha partecipato alla creazione del Consiglio Nazionale Rom del Belgio. Sulla base di quell'esperienza, Van Lith dice che ci sono forti pregiudizi anche tra le numerose comunità belghe, [...] dovute al fatto che i Rom non si conoscono tra loro. Ma c'è anche un'altra questione:

- I Rom, ma anche gli altri - Sinti, Manush, Jenish, sono micro-comunità dentro una più grande, governate spesso da regole diverse. Personalmente penso che meno siano istruiti, più diventino isolati nel lro stesso mondo, con una noiosa tendenza a preferire la speculazione reciproca invece della verità. Ricordo ancora un Sinto-Rom, che conoscevo ed anche istruito, che criticava gli altri Rom della città dicendo che "quelli" creavano una cattiva reputazione a lui ed alla sua comunità. Dopo un certo periodo di tempo, avendo avuto lui la possibilità di conoscere meglio questi Rom, [...] si sono avvicinati e le loro relazioni sono migliorate, sottolinea Van Lith.

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Di Fabrizio (del 10/01/2012 @ 09:28:41, in media, visitato 1503 volte)

Lo video

C'era una volta un Rom piccino picciò, ma così piccolo che non era neanche Rom.

Ma lui, testardo, non si arrendeva a questa sfortuna e ripeteva sempre a se stesso che bravo Rom sarebbe stato.

Così guardava sotto i ponti, nei tombini, dentro la dispensa a cercarli, per poter dire loro con la mano sul cuore, IO VI SALVERO'.

Non se lo filava nessuno tra i vecchi crociati di cento battaglie, et male fecerunt. Perché già dal primo scontro, perso alla grande, contro Converso (un signorotto con 2 kg. di pelo sullo stomaco), il nostro eroe, che aveva fretta di trovare uno spazio suo, imparò due cose fondamentali:

  1. in Italia, chiunque può parlare, agire, fare il campione dei Rom. Non servono esperienze o studi, basta rimestare qualche concetto preso in prestito. Basta ripeterlo all'infinito come un mantra. E... se non sei un Rom, è meglio.
  2. vuoi ottenere attenzione? L'avrai: ci sarà sempre chi cerca il personaggio nuovo, meglio se sopra le righe, meglio se espone due idee in croce... perché è più facile da descrivere. Perché i media non cercano altro che la banalizzazione: da un lato i ladri, gli zozzoni, i criminali, dall'altro le povere vittime della nostra malvagità.

Rimaneva un terzo concetto su cui lavorare, tutto sotteso all'evoluzione di questa Italia negli ultimi decenni: il VITTIMISMO. Tanto più si ottiene l'interesse dei media, tanto più si deve recriminare di essere da soli, censurati, ma PURI. Perché? Ma perché gli altri, i vecchi crociati, ovviamente non vogliono ascoltare questo guerriero della domenica o peggio, complici devono essere della situazione attuale. Distinzioni? Vedere il punto 2. - è meglio non farle, col rischio di perdere la purezza e l'attenzione mediatica.

Qualche comparsata davanti alla telecamera, in fondo questa è l'epoca di youtube, e comunicati su comunicati su comunicati (che se li leggi sono tutti identici), ma inviati alle persone "giuste": cioè a chi mai si sognerebbe di rispondervi (anche se al momento non risultano all'appello l'ONU e la IV flotta). Ma almeno si porteranno a casa due risultati:

  1. ci sarà sempre qualcuno, che vuole sembrare più (o almeno) antirazzista del nostro campione, che gli darà credito. Un trafiletto su questo o quel sito-giornale-blog si rimedia sempre;
  2. solleverai comunque l'invidia (e magari la curiosità) dei vecchi crociati, a cui poter dire "Visto come le canto? Visto a chi so rivolgermi? Dilettanti voi foste."

E se nessuno rispondesse, se ci fosse un convegno dove non si sarà invitati, si potrà sempre dire (mi raccomando: petto in fuori) RAZZISTI, RAZZISTI, RAZZISTI, E' TUTTO UN COMPLOTTO... (IO VI SALVERO')

Un fenomeno mediatico, non durerà ancora molto. Che si stia già preparando il suo successore?

PS: io però al posto suo non mi sarei limitato a Nazione Rom, se davvero volevo fare impressione perché non IMPERO GALATTICO? (OK, mi son fatto prendere la mano)

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Di Sucar Drom (del 11/01/2012 @ 09:48:41, in blog, visitato 1435 volte)

Roma, attori rom al Teatro Valle con "Donne al Parlamento"
Venerdì 16 dicembre 2011 alle 21.00 lo spettacolo "Donne in parlamento", messo in scena dal laboratorio teatrale comunale Capusutta, approderà al Teatro Valle di Roma...

ENAR: un altro omicidio razzista – quanto tempo ancora prima che l'Ue agisca?
L'attacco omicida di un militante di estrema destra contro alcuni ambulanti senegalesi a Firenze, Italia, rivela l'estensione del clima di intolleranza e odio contro i migranti e le minoranze etniche in tutta Europa...

Storie di ordinaria follia
Stultifera navis, la nave dei folli, battelli che trasportano al proprio interno i folli. Sono queste le modalità con le quali le municipalità dell’alto medioevo colpiscono i lebbrosi, i folli e tutti coloro che sono considerati potenziali untori per la civiltà...

Materiali ferrosi, è in vigore la nuova normativa
La Federazione Rom e Sinti Insieme da tre anni sta chiedendo al Governo italiano una procedura semplificata, in linea con le norme europee, per regolarizzare l'attività lavorativa di acquisto / trasporto / vendita di materiali ferrosi, svolta da tantissime famiglie sinte e rom. Oggi abbiamo una buona notizia da darvi...

Storie di ordinaria follia II (uscire dalla logica del campo)
L'idea di utilizzare il "campo", come spazio nel quale rinchiudere uomini e donne nasce, dal punto di vista teorico, nel 1828, nell’opera di Filippo Buonarroti che nella "Congiura degli eguali o di Babeuf" propone la progettazione di accampamenti umani per garantire l’ordine pubblico. Mentre dal punto di vista pratico...

Lacio drom, mengor pral Fabio Norsa
Lasci improvvisamente un grande vuoto nei nostri cuori, la tua testimonianza nella ricerca della verità guiderà sempre i nostri passi. In questo momento di smarrimento abbracciamo con tanto affetto tua moglie, Licia, i tuoi figli, Aldo e Manuela, i tuoi amati nipoti e tutta la Comunità ebraica mantovana...

Lacio Drom, Fabio!
C’era una volta un giardino, nel museo di Yad Vashem, a Gerusalemme, nato per conservare la memoria dei Giusti – persone impegnatesi per salvare altre vite umane dalla furia delle persecuzioni razziali. Negli anni, sono sorti in vari Paesi molti altri giardini simili, in cui ogni albero è lì per commemorare il coragg...

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Di Fabrizio (del 12/01/2012 @ 09:33:26, in musica e parole, visitato 1753 volte)

Spazio Gloria - via Varesina 72, Como

GIOVEDI' 19 GENNAIO - Alle ore 21:00
proiezione del film LATCHO DROM di TONY GATLIF
Intenso e travolgente documentario di Tony Gatlif sui viaggi, le musiche e le danze dei gruppi Gipsy provenienti da Rajastan (India), Egitto, Turchia, Romania, Ungheria, Slovacchia, Francia e Spagna. Racconta il lungo percorso che dall'anno 1000 c.a. fino alla fine del 1900 il popolo zingaro ha intrapreso dal nord dell'India fino alla Spagna e la relativa evoluzione musicale che, raccogliendo tradizioni culturali musicali, trasforma la musica zingara, sfociando, alla fine, con il flamenco. Secondo film della trilogia che Gatlif ha dedicato ai gitani iniziata nel 1983 con 'Les Princes - L'uomo spezzato' e conclusasi con 'Gadjo Dilo - Lo straniero pazzo' del 1997.

A seguire CONCERTO acustico dei MUZIKANTI DI BALVAL, una piccola orkestra balcanica, eterogenea, multiforme che raccoglie in sé musicisti di diverse origini e bagagli culturali di lontane provenienze. Fonte d'ispirazione primaria del loro genere è la musica Rom, espressione artistica di un popolo che sa riunire in una voce sola i diversi caratteri dell'Europa balcanica. I Muzikanti sono la realizzazione di un autentico incontro di culture, che si esprime in un linguaggio musicale originale, fantasioso, libero, vitale. Ritmi incalzanti, intervalli orientaleggianti e virtuosismi si alternano a melodie struggenti dal potere evocativo, in una combinazione di esotismo ed energia che emoziona ogni tipo di pubblico. Presentano per l'occasione il loro nuovo album 'TUTTIFRUTTI', una raccolta di pezzi della tradizione Rom riarrangiati.

INGRESSO 8€ CON CONSUMAZIONE

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Di Fabrizio (del 12/01/2012 @ 09:51:13, in Italia, visitato 1270 volte)

GIOVEDÍ 19 GENNAIO ALLE ORE 11.00 - presso il NAGA, in Via Zamenhof 7/A - Milano
CONFERENZA STAMPA

Come vivono i rom a Milano: analisi delle condizioni di vita e di salute delle persone che abitano le aree dismesse e i campi irregolari

Uno studio a cura dei volontari di Medicina di Strada del Naga, pubblicato sulla rivista Epidemiologia & Prevenzione, analizza i dati sociodemografici e sanitari raccolti in 14 aree dismesse e campi sul territorio milanese tra gennaio 2009 e dicembre 2010.
In questi due anni di attività, i volontari del Naga hanno visitato 1.142 persone - circa la metà delle persone rom presenti a Milano secondo le stime ufficiali: sono stati raccolti e analizzati dati su condizioni di salute, scolarità, lavoro, abitudine al fumo e altre informazioni sociodemografiche che determinano le condizioni di vita e di salute dei rom sul territorio cittadino.

Durante la conferenza stampa i volontari di Medicina di strada del Naga illustreranno i principali risultati dell'indagine, portando alla luce dati inediti che delineano una situazione di rischio e discriminazione.

Saranno disponibili copie della rivista.

Info: Naga - 349 1603305 - 02 58102599 - naga@naga.it
Scarica l'invito alla conferenza stampa

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Di Fabrizio (del 13/01/2012 @ 09:45:01, in Italia, visitato 1618 volte)

Di quello che è successo a Torino il mese scorso: dallo stupro inventato al pogrom, sino alle recenti omertà, sappiamo parecchio. Sembra che qualcuno ci abbia preso gusto. Ora è il turno di Vicenza... c'è un brutto mondo là fuori!

VicenzaToday Torri: "Mi hanno rapito gli zingari" ma era una scusa per i compiti
Un ragazzino di 11 anni si è inventato un tentativo di sequestro per non andare a scuola senza aver fatto i compiti. Dopo tre ore confessa: aveva gettato lo zaino nel fiume
di Redazione 10/01/2012

E' tornato a casa in lacrime raccontando alla mamma che, mentre andava a scuola, gli "zingari" avevano tentato di rapirlo, riuscendo a prendergli però solo lo zaino. E' la storia inventata da un ragazzino undicenne di Torri di Quartesolo per non dover presentarsi in classe senza aver fatto i compiti. Dopo tre ore, spese da parte della polizia locale a cercare riscontri, lo studente ha "confessato": lo zaino era stato gettato nel fiume.

Mattinata movimentata a Torri, per una mamma terrorizzata che il figlio potesse finire nelle mani di pericolosi nomadi, per i vigili che per ore hanno cercato prove sul racconto di un ragazzino e per il protagonista, che non ha trovato di meglio per giustificarsi di non avere fatto i compiti a casa. Man mano che la mattina trascorreva, l'inverosimiglianza del racconto cominciava a farsi netta e l'undicenne ha confessato: mentre andava a scuola, ha gettato lo zaino dal ponte di via Marconi ed è corso a casa, inventandosi il drammatico evento. I genitori hanno promesso sonore punizioni.

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Di Fabrizio (del 13/01/2012 @ 09:59:33, in casa, visitato 1260 volte)

Repubblica.it Dove da quattro anni vivono famiglie di ex nomadi strappate alla miseria dei campi abusivi. Nessuna roulotte o alloggi di fortuna, stufe a gas e letti improvvisati. Qui tutti hanno il loro appartamento. E una serie di regole da rispettare: i figli a scuola, un lavoro, essere alla larga della criminalità. Un patto di cittadinanza con i volontari dell'Associazione Terra del Fuoco
di LORENZA CASTAGNERI


TORINO - Un condominio dalla facciata gialla alla periferia di Settimo Torinese. Un'altalena, uno scivolo e qualche altra giostrina per bambini nel piazzale davanti all'ingresso. Qui, da quattro anni, vivono famiglie Rom strappate alla miseria dei campi abusivi. Niente più roulotte o alloggi di fortuna, stufe a gas e letti improvvisati. Qui tutti hanno il loro appartamento. E una serie di regole da rispettare: mandare i figli a scuola, trovare un lavoro, tenersi lontani dalla criminalità, pulire gli spazi comuni. Diritti e doveri. E' questo il patto di cittadinanza con i volontari dell'Associazione Terra del Fuoco.

L'inizio della storia. Tutto comincia poco più di cinque anni fa a Borgaro, altro centro della cintura torinese a pochi chilometri da Settimo. In una fredda giornata di metà novembre, va a fuoco un campo nomadi. Centinaia di persone si ritrovano senza un posto in cui andare. Di loro si prende cura Terra del Fuoco. E' allora che nasce l'idea del Dado. I volontari bussano alle porte dei Comuni della zona: serve uno stabile non utilizzato che i rom possano ristrutturare per poi andarci a vivere. Si chiama autorecupero. E' una soluzione abitativa sostenibile molto diffusa all'estero ma poco in Italia. Dopo tanti no, arriva la prima risposta affermativa: è quella del sindaco di Settimo Aldo Corgiat. L'edificio di via Milano viene dato in concessione ai volontari. Il sogno diventa realtà e per tanti inizia una nuova vita. Oggi al Dado vivono 5 famiglie rom e 9 rifugiati politici.

Le testimonianze. Violeta, 22 anni, è lì da quattro. Con lei ci sono il padre, la madre, i due fratelli e la figlia più piccola. Prima stavano al campo di Borgaro. "Io non c'ero il giorno dell'incendio - ricorda - mi telefonò mia madre. Piangeva. Avevamo perso tutto". I suoi genitori ora sono commercianti ambulanti, i fratelli adolescenti vanno a scuola. Anche lei studia: "Sto cercando di prendere la licenza media". Nel frattempo si occupa della casa e della sua piccola di un anno e mezzo. L'altra, tre anni, è rimasta in Romania. "La lontananza è terribile ma qui mi trovo bene - continua - siamo perfettamente integrati". E' tranquilla Violeta, anche se sa che non potrà rimanere al Dado per sempre. Una volta raggiunta la stabilità economica il regolamento prevede infatti che le famiglie trovino un'altra sistemazione per permettere a nuovi inquilini di intraprendere il percorso di allontanamento dalle baraccopoli.

Si è riacceso il dibattito. Da qualche settimana a Torino si è riacceso il dibattito sulla condizione dei nomadi in città. Una ragazzina inventa di essere stata violentata da due Rom. E una fiaccolata di solidarietà si trasforma in un raid punitivo contro gli abitanti del campo della Continassa. Roulotte, tende, vestiti. Tutto viene dato alle fiamme. Un fatto di cronaca che ha riproposto il Dado come un esempio di buona integrazione. "All'inizio non è stato facile. Abbiamo dovuto affrontare le reticenze dei cittadini di Settimo. La gente non riusciva ad accettare che una parte di città venisse regalata agli zingari", spiega Oliviero Alotto, presidente di Terra del Fuoco. Ma loro, i volontari, non si sono arresi. E per fare breccia nel muro di ostilità che si sono trovati di fronte hanno chiesto aiuto alla vicina parrocchia di san Vincenzo Dè Paoli e alle insegnanti delle scuole cittadine. I bambini del Dado sono stati seguiti nell'apprendimento e per loro si sono aperte le porte dell'oratorio. "Poco a poco siamo riusciti a dimostrare che i rom non sono un problema ma una risorsa. Il clima è cambiato. Oggi c'è davvero integrazione".

Il Dado un modello replicabile? "Io credo di sì - risponde Alotto - E' l'unico modo per superare il problema dei campi rom abusivi. A Torino se ne parla da anni. Edifici non più utilizzati che si potrebbero ristrutturare usando l'autorecupero ce ne sono. Quello che serve è una forte volontà politica". Ma anche il coraggio di fare scelte criticabili dai cittadini può non bastare. "Perché progetti di questo tipo abbiano successo e il rispetto della legalità si accompagni alla pura integrazione servono grandi risorse economiche e una forte collaborazione tra più soggetti istituzionali. Gli enti locali non possono agire da soli", spiega Elide Tisi, assessore alle Politiche Sociali del Comune di Torino. Questioni complesse. Che, chi vive al Dado non conosce. Qui però miracolo di un'integrazione possibile continua.

(09 gennaio 2012)

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