Di Fabrizio (del 07/09/2011 @ 09:13:15, in blog, visitato 4021 volte)
Qualche anno fa, provai a descrivere
cosa
era una Mahalla e come intendevo trasportarla in un blog. Col tempo e
l'esperienza ho aggiunto a quelle informazioni iniziali, un discreto database di
articoli e di fonti a cui attingere.
Pensavo che questo bastasse a tirare avanti "onestamente", mettendoci la
passione necessaria.
Non basta... tantomeno se uno è come me un "cane sciolto", senza
associazioni, chiese o partiti a coprirgli le spalle. Prima o poi salterà sempre
fuori qualcuno a chiederti: "Ma tu non sei Rom/Sinto/Kalé ecc. (cioè: e
allora perché lo fai?)" A volte la domanda può essere assolutamente ingenua
e legittima, altre può essere piena di sottintesi (si va dal "Di che ti
immischi?" al "Lascia che -se la sbrighino-ce la sbrighiamo- da soli").
Con, sottinteso al sottinteso: "o ti conformi, o finisci isolato" assolutamente bipartizan.
Tornando alla domanda iniziale "Perché lo fai?", ognuno come
persona singola avrà le proprie motivazioni, e se sono personali, non ci sono
motivi per spiegarle qua. Aggiungo che caratterialmente, di fronte alle critiche
anche motivate, ho sempre dato ascolto a tutti, ma poi alla fine decido con la
mia testa. In fondo, sempre di un blog
si tratta, che non ha alcun potere di influire sulle scelte altrui, a meno che
non lo voglia lo stesso lettore.
Vorrei invece rispondere alla domanda in maniera oggettiva (non so se ne sarò
capace): il perché sta nella testa di chi legge. A molti sembrerà che qui si
parli SOLO di Rom e Sinti (e nei fatti è così). Nella mia testa invece cerco di
descrivere una società dove NOI e questi popoli interagiamo, a volte in maniera
conflittuale, altre volte cercando la convivenza e il rispetto reciproco. Se
dovessi estremizzare: non esiste alcun problema "Rom e Sinti" (con buona
pace di specialisti ed esperti), esistono invece dei problemi che riguardano
tanto NOI che LORO, e di conseguenza questi problemi possono risolversi SOLO con
uno sforzo congiunto.
La grande scommessa (mi rendo conto che mi sto allargando e non sto più
ragionando sul ruolo di questo blog) è poter mantenere le rispettive
differenze di pelle, costumi, organizzazioni sociali, superando la falsa
distinzione tra un NOI e un LORO. Siamo entrambe parti in causa di un problema,
che può risolversi usando le altrui differenze.
Questi miei ragionamenti magari stanno in piedi nella sola teoria, ma ci sono
grosse difficoltà nel metterli in pratica. La difficoltà più grande è nel
riconoscere l'altro: in Italia Rom e Sinti sono numericamente insignificanti
(circa 150.000 su oltre 56 milioni di abitanti), quindi nella pratica sono poche
le persone che conoscono "in realtà" qualcuno di loro. Mancando la conoscenza
diretta, si tende a supplire con un'immagine: per cui i Rom e Sinti devono
essere PER FORZA o ladri, o sporchi, o pigri oppure (ma
cambia poco) delle povere vittime che non sanno difendersi da sole,
sempre bisognose di qualcuno di NOI a fare da paladino. Ci saranno anche quelli, ma se davvero fossero tutti così,
LORO non potrebbero MAI essere interlocutori affidabili.
Avendone conosciuto diciamo qualche centinaio, posso invece affermare
(e tento di dimostrarlo quando scrivo) che sono PERSONE con sentimenti,
aspettative, che ragionano, hanno una visione del mondo che GIA' ADESSO si
intreccia con la nostra. Aggiungo, dato che non mi ritengo
BUONISTA: sono davvero uguali a NOI; cioè possono essere razzisti, gretti,
disonesti come qualsiasi gagé (e viceversa). Se sono discriminati è perché
qualsiasi tipo di società ha bisogno di qualcuno da mettere all'indice.
Quindi, come scrivevo ad un'amica qualche settimana fa: Non sono Rom, ma col
tempo ho imparato che la cosa ha pochissima importanza. Sono convinto che quando
loro staranno meglio e avranno riconosciuta la dignità a cui tutti hanno
diritto, starà meglio anche la mia gente.
Mi è piaciuta la risposta di quell'amica: e' esattamente il nostro
concetto che esprimiamo con la frase "quando ci sara' l'acqua nel deserto,
allora nessuno piu' avra' sete". Perche' quando anche l'ultimo dei reietti avra'
di che vivere tutta l'umanita' stara' meglio.
Termino aggiungendo di essere felice di aver scritto tutta questa somma di
(?) ...banalità colossali, perché mi accorgo di averle sempre pensate, sin da giovane. Sono
soddisfazioni, non trovate?
La data dello sgombero da 18 milioni di sterline di Dale Farm, un'ex
discarica che ora ospita 90 famiglia, è stata rivelata per lunedì 19 settembre(vedi
QUI ndr). La data è trapelata alla stampa tramite una sorgente nel
consiglio [comunale].
I residenti di Dale Farm chiedono ai loro sostenitori di recarsi in loco per
aiutarli a fermare lo sgombero. Chiedono anche agli osservatori legali e dei
diritti umani ad essere presenti come testimoni. Dale Farm è
solo ad una
mezzora di treno dalla stazione di Liverpool Street a Londra.
Il consiglio [comunale] ha minacciato di bloccare le strade attorno a Dale
Farm prima dello sgombero, così raccomandiamo di arrivare quanti più giorni
prima possibile. Inoltre, c'è una gran mole di lavoro da svolgere in anticipo.
Sono disponibili posti letto in casa, ma se possibile vi chiediamo di
portare una tenda con voi, perché gli spazi disponibili sono riservati a chi ne
avesse bisogno. Siete tutti benvenuti in qualsiasi momento. Per dettagli,
QUI.
Si prega far circolare ampliamente questo appello, e promuovere l'evento
su Facebook attraverso i siti di social network.
Vi invitiamo ad iscrivervi all'avviso
via SMS (NON ESTERO - solo per la GB ndr)ed alla
nostro bollettino, perché non siamo sicuri che il consiglio [comunale] non
voglia inviare gli ufficiali giudiziari in anticipo sulla data del 19 settembre.
Il 19 settembre il Consiglio di Basildon e la coalizione di governo che
finanziano ciò, dovranno affrontare una sfida morale per spiegare a migliaia di
persone ed ai mezzi di comunicazione mondiali perché abbiano scelto di lasciare
oltre 100 bambini senza casa ed allontanarli da scuola. L'ONU ha chiesto al
governo di sospendere questo sfratto "immaturo e imprudente", dicendo che
"condizionerebbe in maniera spropositata le vite delle famiglie di zingari e
viaggianti, in particolare donne, bambini ed anziani". Lo sgombero è stata
condannato da un'ampia coalizione che comprende Amnesty International,
sindacalisti e gruppi antirazzisti.
Rivelata la data dello sgombero, gli ufficiali giudiziari e la polizia
inizieranno a chiudere gli accessi al sito la settimana del 12 settembre, ed a
portare via le carovane dal 19 settembre. Abbiamo quidi urgente bisogno di
persone che raggiungano Dale Farm dal 12 settembre, per sostenere la comunità
dal tentativo di sgombero. La data comunicata pubblicamente è il 19, ma nelle
lettere di sfratto è scritta l'intenzione di procedere anche in anticipo.
Di Fabrizio (del 08/09/2011 @ 09:25:19, in Italia, visitato 1731 volte)
La visita al campo di via Idro il 26 maggio 2011 (foto Dijana Pavlovic)
Ieri è stato reso noto il rapporto della visita in Italia a fine maggio
scorso di Thomas Hammarberg, Alto Commissario del Consiglio d'Europa per i
Diritti Umani.
Questa la
pagina del Consiglio d'Europa, a cui segue il
rapporto dettagliato. Tutto in inglese e pure lunghetto. Purtroppo mi manca
il tempo per tradurlo (ultimamente faccio fatica anche a star dietro alla
posta). Nel caso, aiutatevi con Google Translator.
Presentazione del dvd multimediale "Minor
Swing - Storie sinte", progetto di ricerca e raccolta di testimonianze
sui Sinti trentini a cura dell'associazione LXL. Giovedì 15 settembre, ore 17.30 – spazio archeologico SASS (P.zza Cesare
Battisti, Trento)
Proiezione di estratti dal dvd multimediale.
Discutono con gli autori le antropologhe Paola Trevisan, autrice di studi
e pubblicazioni sui Sinti emiliani, e Elisabeth Tauber, studiosa dei
Sinti altoatesini.
Il progetto di raccolta di testimonianze orali nei campi nomadi e nelle aree
abusive di Trento e Rovereto, curato dall'associazione LXL, è finalmente giunto
a termine dopo due anni e mezzo di lavoro. Il risultato è "Minor swing - Storie
sinte", un DVD interattivo che raccoglie 14 interviste a membri della
popolazione sinta, più una serie di altri contenuti, tra cui: un documentario
introduttivo; l'intervista a quattro studiosi che hanno affrontato il tema; un
capitolo dedicato alla documentazione storica sulla presenza di questa
popolazione sul territorio; il trailer.
Ma il cuore del DVD sono proprio le interviste: della durata di circa dieci
minuti l'una realizzate con giovani, anziani, donne, ci permettono di entrare
nella quotidiana normalità e diversità di una popolazione costretta a vivere
alle porte delle nostre città. Storie sinte sono le storie di un passato in cui
i Sinti avevano il loro posto, anche se nelle pieghe della società contadina,
grazie alla loro musica, alla vendita di oggetti e alla prestazione di servizi
indispensabili. Ma sono anche le storie dell'oggi, della difficoltà di essere
giovani e Sinti, delle gioie della famiglia, del difficile rapporto con la
società maggioritaria.
"Minor swing" è il tentativo di unire ricerca storico-sociale e utilizzo di
nuovi media, per entrare nel dibattito pubblico dando gli strumenti necessari
per andare al di là degli stereotipi.
"Quasi 12 milioni di rom in Europa: 400 mila in Francia, dove Sarkozy ha
inaugurato una politica di espulsioni molto contestata; 150 mila in Italia,
dove a livello locale e nazionale i rom sono considerati giuridicamente
"invisibili" ed emergenza di tipo sociale."
In questo video il prof. Marco Brazzoduro, docente di "Politiche sociali"
nell’ateneo di Roma, fa il punto sulla condizione dei rom nel nostro paese. "In
Italia", dice il professore, "si fa la lotta ai poveri, non alla povertà".
Emerge come, nonostante le richieste avanzate dai rom per l’attribuzione di
alloggi pubblici, il comune di Roma non abbia mai fornito né alloggio né
assistenza, e come i rom contribuiscano, lavorando nella cosiddetta "economia
sommersa" al nostro welfare "senza ricevere nulla in cambio".
(link
per chi legge da Facebook) ... con alcune considerazioni finali
Reportage web télévisé de la web tv http://www.chartres.tw -
Réalisation journaliste Eric Minsky-Kravetz.
Extrait de notre reportage sur la soirée de soutien aux expulsés du quartier du
Hanul à Saint-Denis (Seine-Saint-Denis). Le rappeur gitan Syntax venu
en soutien à la soirée chante "Monsieur le Juge..." Reportage web télévisé du
mercredi 14 juillet 2010 à Saint-Denis.
Questo video necessita di due brevi presentazioni:
Fra le poche cose riconosciute come positive ai Rom e Sinti è il talento
musicale. Ovviamente anche tra loro esistono le persone stonate, ma questo
succede con ogni stereotipo.
Sono conosciuti soprattutto per la musica balcanica, il flamenco ed
eventualmente il jazz manouche. Ma sono anche un popolo pienamente pan-europeo,
quindi le sue espressioni musicali, soprattutto nelle generazioni più giovani,
possono variare negli stili più diversi (dalla musica classica al rap, per
intenderci).
E talvolta non si tratta di semplici musicisti o compositori, ma di attivisti
culturali europei a pieno titolo, come nel caso di
Patrick Banga.
Parlando invece del contesto del video:
E' in atto da tempo un processo di coordinamento a livello europeo nelle
politiche repressive. Recentemente anche in Gran Bretagna, similmente
all'Italia, la
stampa viene ostacolata nella sua funzione di informazione quando si tratta
di sgomberi (e non solo).
Ostacolare l'informazione indipendente è solo uno dei tanti aspetti.
Ad esempio, ricordate a Milano gli "autobus della vergogna", dove sino alla primavera
scorsa venivano blindati i migranti privi di documenti? A fine mese scorso un
sistema simile è stato adoperato durante lo sgombero di un campo rom vicino
a Parigi.
Il tutto con una differenza di base: l'Italia sembra essere il laboratorio
di politiche repressive che vengono poi adottate altrove; mentre da noi
questi sistemi sollevano poche tiepide critiche, queste cose all'estero
riescono ancora a scandalizzare.
Per chi cercasse informazioni in italiano, la notizia è arrivata anche da
noi, grazie a
Giornalettismo (testata che ogni tanto incappa in qualche svarione, ma
col pregio di riprendere notizie che altrimenti passerebbero inosservate).
Al Bar Righi dal 17 settembre al 3 ottobre come a Monaco, ci sarà l'Oktoberfest
con Birre, würstel, crauti a volontà (ma anche un menù tradizionale Sinto), non
perdetevi questi eventi MA SOPRATUTTO MUSICA DAL VIVO
18 Settembre dalle ore 19.30 - Musica varia
IL GATTO & LA VOLPE / Franco Zadra & Renzo.
24 Settembre dalle ore 19.30 - Musica e Menù Sinto
NEVES E IL SUO GRUPPO / Neves, Davide, Kam
30 Settembre dalle ore 19.30 - Musica da scoprire
OMNIBUS il Gruppo musicale
Su Facebook, le
foto dell'inaugurazione e l'appuntamento per l'Oktoberfest
Dal blog
della cooperativa Aquila: VOGLIO RICORDARE AI AMICI DEL
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CHE SI POSSONO ORGANIZZARE SU PRENOTAZIONE:
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Di Fabrizio (del 12/09/2011 @ 09:04:01, in Europa, visitato 2817 volte)
Diverse notizie provenienti dalla Romania. Nella prima torna
la città di
Baia Mare: non contente di isolare l'insediamento dei Rom con un muro di
cinta (ma in Italia
non siamo messi meglio), le autorità stanno provvedendo alla demolizione e
allo sgombero di parte della comunità; la notizia arriva da
Romanian_Roma. Nella seconda, un appello di
Amnesty International dell'agosto scorso.
Nella terza, ancora da
Romanian_Roma, una singolare iniziativa in Transilvania.
Bucarest, 02/09/2011 - I gruppi per i diritti umani stanno protestando
contro i piani del sindaco Constantin Chereches volti allo sgombero di centinaia
di Rom dalle case di Baia Mare, nella Romania nord occidentale, ed alla
demolizione degli edifici.
"Il mio progetto è perfettamente legale, dato che i Rom hanno costruito
queste case senza alcun rispetto della legge", ha detto giovedì il sindaco.
"La misura si applicherà a diverse centinaia di persone che non hanno
documenti d'identità e residenza registrata a Baia Mare," ha aggiunto Chereches.
"Nessuno dovrebbe dirmi che non rispetta la legge."
L'ambasciata USA a Bucarest e diverse OnG, compresa Amnesty International,
hanno espresso il proprio sgomento.
L'ambasciatore USA Mark Gitenstein ha detto che alle famiglie dei Rom non
sono state notificati i previsti lavori di demolizione, che dovrebbero iniziare
il 5 settembre, e che il piano di sgombero ignorerebbe le loro preoccupazioni
sulla salute e sulla sicurezza.
"Facciamo eco ai sentimenti da Amnesty International ed a quanti altri hanno
dichiarato che questi sfratti e demolizioni non devono effettuarsi," ha
continuato l'ambasciatore.
Mercoledì, Amnesty International ha emesso un comunicato stampa, dicendo che:
"Ancora una volta, le autorità rumene stanno apertamente discriminando i membri
della comunità rom. Quando le autorità sgomberano le comunità rom contro la loro
volontà, senza un'adeguata consultazione, opportuno preavviso o adeguate
soluzioni abitative, violano le leggi internazionali e regionali sui diritti
umani che il governo della Romania ha sottoscritto," ha detto Jezerca Tigani,
vicedirettore di Amnesty per l'Europa.
Chereches ha reagito giovedì, dicendo che tanto l'ambasciata USA che i gruppi
dei diritti umani erano stati "male informati" e ha condannato un "tentativo
inaccettabile di porre pressione alle autorità locali."
A giugno, Chereches aveva suscitato polemiche ordinando la costruzione di un
muro cintato di tre metri di altezza e lungo 100 metri, tutto attorno agli
edifici in ci i Rom vivono in città.
Ufficialmente, la misura era per proteggere i bambini da incidenti stradali,
ma qualcuno l'ha visto come parte di una politica di ghettizzazione forzata.
La comunità rom in Romania sta lottando contro discriminazione, bassi tassi
di alfabetizzazione e disoccupazione massiccia. Ufficialmente conta circa
550.000 componenti in un paese di 21 milioni, ma è opinione diffusa che siano
almeno il doppio nel paese.
Molti di origine rom non dichiarano la loro etnia nei censimenti, a causa dei
diffusi pregiudizi che devono affrontare.
Raramente i Rom possiedono terreni e proprietà, e sono ulteriormente
svantaggiati dalla mancanza di alloggi sociali in un paese dove ormai il 97%
degli alloggi è privato.
Appelli - Proteggere il diritto all'alloggio
nella nuova legislazione della Romania
In Romania le persone più povere e svantaggiate non possono accedere a un
alloggio adeguato a causa del sistema giuridico vigente nel paese. Il diritto a
un pieno accesso a un alloggio adeguato non è riconosciuto o adeguatamente
protetto dall'attuale legislazione romena.
In tutto il paese, il modo in cui vengono condotti gli sgomberi forzati dei rom
e le minacce di sgomberi che i rom subiscono continuamente perpetuano la
segregazione razziale. Negli ultimi anni, le comunità rom sono state sgomberate
e trasferite vicino a discariche, impianti di depurazione o in aree industriali
alla periferia delle città. Quando questo accade, i rom non solo perdono le loro
case e i loro averi, ma anche le loro reti sociali, l'accesso al lavoro e ai
servizi statali.
Quando le autorità sgomberano le comunità rom contro la loro volontà, senza
un'adeguata consultazione, opportuno preavviso o adeguate soluzioni abitative,
violano le leggi internazionali e regionali sui diritti umani che il governo
della Romania ha sottoscritto, quali il Patto internazionale sui diritti
economici, sociali e culturali e la Convenzione europea per la salvaguardia dei
diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali.
Attualmente, il ministero dello Sviluppo regionale e del turismo sta rivedendo
la legislazione nazionale sull'alloggio. La prevista riforma della legge è
un'occasione per il governo della Romania per portare il proprio quadro
normativo nazionale in materia di alloggio, in linea con gli standard
internazionali e regionali sui diritti umani.
I distributori di energia solare
Phaesun GmbH di Memmingen
(Germania) ad agosto 2011 hanno portato a termine un progetto Green Power,
assieme all'iniziativa "Students in
Free Enterprise" (SIFE) dell'Università
di Regensburg.
Il progetto sostiene la popolazione rom in Romania, fornendo a 30 famiglie
nei villaggi di Rosia, Nou e Daia in Transylvania di sistemi PicoPV per
fornitura di corrente elettrica fuori rete. Phaesun ha donato i sistemi PicoPV.
Forniscono un'illuminazione elettrica affidabile e la possibilità di caricare i
telefoni cellulari e gestire altri piccoli apparecchi elettrici. Gli studenti
FISE sono stati addestrati al montaggio e alla riparazione dei sistemi Phaesun
ed hanno immediatamente trasmesso le loro conoscenze ai gestori locali del
progetto in Romania, che potranno impratichirsi sul posto.
"In Romania la popolazione rom è tuttora discriminata. Molti insediamenti non
sono collegati alla rete elettrica ed ai bambini spesso è negato l'accesso
all'istruzione, che si traduce in problemi come alti tassi di disoccupazione ed
alcolismo.", spiega Daniel Kaiser, responsabile del progetto SIFE. "Abbiamo
sviluppato un concetto olistico per sostenere le famiglie rom, incentrato su
istruzione, elettrificazione e generazione di reddito, iniziando nel marzo 2011
a realizzare il progetto. Così, siamo in grado di dare un contributo al
miglioramento a lungo termine delle condizioni di vita delle famiglie rom."
Il mantenimento del sistema è portato avanti da partner di progetto locali.
Questi includono l'amministrazione locale, l'ideatore Eginald Schlattner, come
pure due studenti di Rosia, laureandi in ingegneria elettrica, che ora sono in
grado di finanziarsi tramite una borsa di studio e la gestione di una stazione
di ricarica. Sono responsabili del buon funzionamento dei sistemi nel villaggio
e di una convenzione tra la stazione di ricarica ed i negozi di alimentari, dove
con un piccolo supplemento è possibile per le famiglie senza corrente elettrica
è possibile ricaricare i telefoni cellulari e le lampade con batterie integrate.
Spiega
Tobias Zwirner, amministratore delegato di Phaesun GmbH: "Conosciamo i problemi
che si verificano in Romania, dato che abbiamo lì già realizzato diversi
progetti relativi alla fornitura di corrente elettrica fuori rete, in
collaborazione con partner locali. La popolazione rom è spesso esclusa dai
servizi al pubblico e gli insediamenti spesso non hanno accesso alla rete
elettrica. I sistemi PicoPV per l'efficiente fornitura di piccoli carichi
offrono una buona possibilità per coprire il fabbisogno basico di elettricità de
può essere esteso secondo le richieste degli utenti."
SIFE sta per Studenti in Libera Impresa ed è un'organizzazione
internazionale di studenti che cercano di collegare l'impegno sociale con
l'attività imprenditoriale. Il gruppo SIFE dell'università di Regensburg è
attiva dal 2009 principalmente nell'Europa orientale.
Basildon è stata costruita per dare casa a chi non l'aveva - ora sta creando
centinaia di homeless. Grattan Puxon, segretario, Dale Farm Housing
Association
I diritti umani sono popolari quando riguardano altri paesi, ma non quando si
tratta di assicurarli a casa propria. Richard Howitt, parlamentare europeo
Di Sucar Drom (del 13/09/2011 @ 09:12:59, in casa, visitato 1807 volte)
Da due newsletter di Articolo 3:
A Torrazza Coste (Pavia) in pochi accettano che una famiglia rom possa
legittimamente comprare un terreno e stabilirvisi. Le continue lagnanze
dell'opinione pubblica hanno spinto il sindaco a sbilanciarsi: "Stiamo valutando
se ci sono gli estremi per un provvedimento di allontanamento legati a
ragioni di sanità pubblica". Nomadi, domani una decisione. Il sindaco:
"Pressioni per un'ordinanza di allontanamento" (Provincia pavese,
28/8). L'allontanamento della famiglia rom rappresenterebbe una gravissima
discriminazione e creerebbe un precedente pericoloso, incrinando oltretutto la
certezza del diritto. Inoltre, sono le istituzioni che dovrebbero governare i
timori della collettività o i timori della collettività che dovrebbero governare
le istituzioni?
Dopo aver evidentemente scartato la possibilità di allontanare la famiglia rom
attraverso "un provvedimento di allontanamento per ragioni di sanità pubblica",
l'amministrazione comunale di Torrazza Coste, "si sta muovendo con discrezione
per arrivare ad una soluzione pacifica che soddisfi i residenti": Firme
contro l'area nomadi. Residenti in via Moro in rivolta (Provincia pavese,
1/9). La "soluzione pacifica" consisterebbe nel tentativo dell'amministrazione
di convincere i proprietari del terreno a trovare nuovi acquirenti.
Si tratterebbe, se così fosse, di razzismo istituzionale ancora più
pericoloso, perché subdolo, mascherato dietro alle buone intenzioni di 'far
contenti i residenti'. Un tale comportamento da parte di un'istituzione
rappresenterebbe una forma di discriminazione relativamente nuova, e molto
pericolosa. Articolo 3 si impegnerà nelle prossime settimane ad approfondire la
vicenda, cercando di verificarne le dinamiche.
Chiediamo ad amici ed amiche rom un contatto con le famiglie rom bosniache
che hanno acquistato un terreno edificabile a TORRAZZA DI COSTE. Stiamo
valutando la possibilità di intervenire direttamente. QUESTA la nostra mail
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