Qualche anno fa, provai a descrivere
cosa
era una Mahalla e come intendevo trasportarla in un blog. Col tempo e
l'esperienza ho aggiunto a quelle informazioni iniziali, un discreto database di
articoli e di fonti a cui attingere.
Pensavo che questo bastasse a tirare avanti "onestamente", mettendoci la
passione necessaria.
Non basta... tantomeno se uno è come me un "cane sciolto", senza
associazioni, chiese o partiti a coprirgli le spalle. Prima o poi salterà sempre
fuori qualcuno a chiederti: "Ma tu non sei Rom/Sinto/Kalé ecc. (cioè: e
allora perché lo fai?)" A volte la domanda può essere assolutamente ingenua
e legittima, altre può essere piena di sottintesi (si va dal "Di che ti
immischi?" al "Lascia che -se la sbrighino-ce la sbrighiamo- da soli").
Con, sottinteso al sottinteso: "o ti conformi, o finisci isolato" assolutamente bipartizan.
Tornando alla domanda iniziale "Perché lo fai?", ognuno come
persona singola avrà le proprie motivazioni, e se sono personali, non ci sono
motivi per spiegarle qua. Aggiungo che caratterialmente, di fronte alle critiche
anche motivate, ho sempre dato ascolto a tutti, ma poi alla fine decido con la
mia testa. In fondo, sempre di un blog
si tratta, che non ha alcun potere di influire sulle scelte altrui, a meno che
non lo voglia lo stesso lettore.
Vorrei invece rispondere alla domanda in maniera oggettiva (non so se ne sarò
capace): il perché sta nella testa di chi legge. A molti sembrerà che qui si
parli SOLO di Rom e Sinti (e nei fatti è così). Nella mia testa invece cerco di
descrivere una società dove NOI e questi popoli interagiamo, a volte in maniera
conflittuale, altre volte cercando la convivenza e il rispetto reciproco. Se
dovessi estremizzare: non esiste alcun problema "Rom e Sinti" (con buona
pace di specialisti ed esperti), esistono invece dei problemi che riguardano
tanto NOI che LORO, e di conseguenza questi problemi possono risolversi SOLO con
uno sforzo congiunto.
La grande scommessa (mi rendo conto che mi sto allargando e non sto più
ragionando sul ruolo di questo blog) è poter mantenere le rispettive
differenze di pelle, costumi, organizzazioni sociali, superando la falsa
distinzione tra un NOI e un LORO. Siamo entrambe parti in causa di un problema,
che può risolversi usando le altrui differenze.
Questi miei ragionamenti magari stanno in piedi nella sola teoria, ma ci sono
grosse difficoltà nel metterli in pratica. La difficoltà più grande è nel
riconoscere l'altro: in Italia Rom e Sinti sono numericamente insignificanti
(circa 150.000 su oltre 56 milioni di abitanti), quindi nella pratica sono poche
le persone che conoscono "in realtà" qualcuno di loro. Mancando la conoscenza
diretta, si tende a supplire con un'immagine: per cui i Rom e Sinti devono
essere PER FORZA o ladri, o sporchi, o pigri oppure (ma
cambia poco) delle povere vittime che non sanno difendersi da sole,
sempre bisognose di qualcuno di NOI a fare da paladino. Ci saranno anche quelli, ma se davvero fossero tutti così,
LORO non potrebbero MAI essere interlocutori affidabili.
Avendone conosciuto diciamo qualche centinaio, posso invece affermare
(e tento di dimostrarlo quando scrivo) che sono PERSONE con sentimenti,
aspettative, che ragionano, hanno una visione del mondo che GIA' ADESSO si
intreccia con la nostra. Aggiungo, dato che non mi ritengo
BUONISTA: sono davvero uguali a NOI; cioè possono essere razzisti, gretti,
disonesti come qualsiasi gagé (e viceversa). Se sono discriminati è perché
qualsiasi tipo di società ha bisogno di qualcuno da mettere all'indice.
Quindi, come scrivevo ad un'amica qualche settimana fa: Non sono Rom, ma col
tempo ho imparato che la cosa ha pochissima importanza. Sono convinto che quando
loro staranno meglio e avranno riconosciuta la dignità a cui tutti hanno
diritto, starà meglio anche la mia gente.
Mi è piaciuta la risposta di quell'amica: e' esattamente il nostro
concetto che esprimiamo con la frase "quando ci sara' l'acqua nel deserto,
allora nessuno piu' avra' sete". Perche' quando anche l'ultimo dei reietti avra'
di che vivere tutta l'umanita' stara' meglio.
Termino aggiungendo di essere felice di aver scritto tutta questa somma di
(?) ...banalità colossali, perché mi accorgo di averle sempre pensate, sin da giovane. Sono
soddisfazioni, non trovate?