Gentilissimi, con la presente desidero presentarvi le proposte artistiche
di Alexian Santino Spinelli per l'anno 2011. Per maggiori informazioni e
contenuti come: discografia, gallery fotografica, mp3 e video vi invitiamo a
clikkare sui seguenti link:
Romano Drom Viaggio Concerto nella musica Rom con Orchestra Europea per la Pace e
Alexian Group. Musiche testi e arrangiamenti originali di Alexian Santino
Spinelli
guarda il sito
Alexian Romani Orkestar E' un fantastico viaggio con danze e musiche per
conoscere la varietà ed il grande fascino di una cultura millenaria.
Una musica romanì originale legata da sempre ai momenti più importanti della
vita: nostalgia, passione, energia, sensualità, allegria si succedono in una
colorata festa Rom da ballare e da cantare
Formazione da 18 elementi
guarda il
video
Eurotour
Un percorso musicale e canoro nella lingua romaní dei Rom abruzzesi per un
viaggio ideale attraverso l'intimità di un‚arte assolutamente originale.
(in formazione da 4 a 7 elementi)
guarda l'Alexian Group in concerto
- Malay
Gipsy
- Echi
d'Oriente
- Oci
Ciornia
Concerto per il PORRAJMOS
il genocidio dimenticato dei Rom e Sinti.
Canti e poesie della memoria in lingua romaní
clikka qui
Io Ac-Canto a Dio
Canti religiosi dei Rom italiani guarda
Alexian in concerto a Jubilmusic
Teatro Romanó
"Duj Furàtte Muló" - "Due volte morto"
dramma bilingue di Santino Spinelli e Daniele Ruzzier
Lettura scenica con musiche, canti e danze romanès originali
interpreti :
"Alexian" Santino Spinelli (Fisarmonica, canto e voce recitante)
Silvia Faugno (voce recitante, danza e percussioni)
Musiche originali di Alexian Santino Spinelli
Coreografia di Silvia Faugno
regia: Santino Spinelli guarda il
video
Su richiesta è possibile organizzare settimane culturali dedicate alla
cultura romani, possiamo realizzare:
- un'esposizione di arte storia e cultura Romani,
- seminari su storia, olocausto, lingua, cultura, tradizioni,
- corsi di aggiornamento per insegnanti,
- proiezioni film e video con dibattito,
- presentazione del nuovo libro del Dott. Spinelli "O Romano Gi - Saggi di
letteratura romanì" Roma, Edizioni Romanì, 2010,
- Concerto e/o recital Alexian
- Teatro Rom
Se siete interessati ad inserire l'evento nelle vostre programmazioni, non
esitate a contattarci,
tel. 3406278489
tel. 0872 660099
skype:alexiansantinospinelli
e-mail: spithrom@webzone.it
sarà nostra cura farvi avere al più presto un preventivo di spesa comprensivo
di cachet, viaggi, ENPALS
Per il presidente della Casa della Carità il presidio sociale non è più
nelle condizioni di aiutare le famiglie che ci abitano. Il progetto del comune
prevede di trasformarlo in un campo di transito. "Č tutto sospeso"
MILANO - "Non c'è chiarezza sul futuro del campo rom di via Idro. Così non si
può lavorare": per don Virginio Colmegna il presidio sociale gestito dalla Casa
della carità, di cui è presidente, non è più nelle condizioni di aiutare i 115 rom harvati italiani che ci abitano. Il progetto del
Comune prevede di trasformarlo in un campo di transito. "Č tutto sospeso, non
c'è idea di come sistemare chi ora ci vive".
Dopo lo sgombero di tre famiglie abusive settimana scorsa, 12
associazioni della zona (tra cui Anpi, i comitati dei genitori delle
scuole di via S. Mamete e via Russo, il Comitato Vivere in zona 2 e il
Pd locale) hanno firmato un appello in cui chiedono alla giunta Moratti
come abbia intenzione di spendere i fondi messi a disposizione dal
ministero dell'Interno. Per l'emergenza rom in tutta Milano infatti sono
stati stanziati 13 milioni di euro, di cui 5 sarebbero destinati alla
struttura via Idro per riconvertirla in un campo di transito. Progetto
che alle associazioni non piace. "Come hanno gestito i campi in questi
anni? Hanno controllato gli ingressi e garantito sicurezza a tutti?".
Il timore è che si trasformi in qualcosa di ingovernabile. "Non ci
fidiamo della Moratti, della Lega nord e delle loro promesse. Spendono i
nostri soldi solo per demolire. Anzi a loro interessa far passare in
televisione e sui giornali il messaggio che combattono l'illegalità e
sono dalla parte dei cittadini: alimentano solo la paura senza
preoccuparsi di trovare soluzioni!".
Nel campo di via Idro non esistono contatori individuali della corrente
elettrica. E così viene sospesa ogni volta che la morosità "collettiva"
del campo raggiunge livelli insostenibili. Le associazione chiedono "la posa di contatori personalizzati che li ponga nelle condizioni di pagare
le bollette o andare incontro alla sospensione della fornitura in caso
di morosità in modo individuale e non collettivo. Come in tutti i
condomini, le utenze vengono sospese solo alla famiglia morosa". (dp)
Un racconto sul razzismo ceco Prague, 6.3.2011 16:50, Slávek Pařenica, translated by Gwendolyn Albert
Cari lettori,
Grazie per la pazienza che dedicherete alla lettura di questa storia. E' una
storia reale su persone reali. Soltanto i nomi dei luoghi e delle persone sono
stati cambiati. Non comprendiamo quante storie simili si sviluppino
costantemente attorno a noi.
La maggior parte della gente non è cattiva. Non vorrebbe far del male a
nessuno - almeno non intenzionalmente. Come tutti sanno, la strada per l'inferno
è pavimentata di buone intenzioni. Stiamo tutti vivendo le nostre vite. Per la
maggior parte facciamo del nostro meglio per vivere come ci è possibile, e non
siamo abbastanza consapevoli di come siamo collegati agli altri, di come una
parola può migliorare o peggiorare la vita di qualcuno. Una parola pronunciata,
oppure no, ed una vita umana può puntare in una direzione completamente
differente.
La nostra storia inizia in un negozio di alimentari in una città di
provincia. E' un negozio piccolo e carino, ben tenuto da un proprietario
simpatico, un vecchio gentiluomo che vi ha lavorato tutta la vita. Amava il suo
lavoro sin dai giorni in cui tutto apparteneva allo stato, e nell'ambito delle
sue possibilità ha fatto del suo meglio, come gestore, per avere scorte di
prodotti freschi (anche quando la selezione era più povera), cosicché i suoi
clienti potessero sempre acquistare al meglio ed essere felici di tornare.
Sapeva benissimo che non avevano molta scelta, che non c'era una vasta gamma di
prodotti, ma anche così.
Poi venne la rivoluzione ed all'inizio degli anni '90 aprì la sua propria
attività. Era il SUO negozio di alimentari. Lo amava sinceramente e gli affari
fiorirono. Non divenne mai un miliardario, ma non gli andò mai male. Era felice.
Così questo proprietario (lo chiameremo Novotný) gradualmente ampliò la gamma
dei prodotti ed inoltre dopo il 2000 estese l'orario di apertura del negozio
[...]. Ovviamente, i suoi prezzi non potevano competere con gli ipermercati, ma
anche così aveva abbastanza clienti - grazie soprattutto all'atteggiamento del
suo staff ed alla qualità dei prodotti. Era anche accessibile a chi viveva lì
attorno.
Ad un certo punto a luglio qualcuna del suo staff andò in congedo di
maternità. Stanco di lavoro extra, il signor Novotný decise di assumere una
nuova venditrice. Mise un cartello "Personale cercasi".
Jarmila Demeterová è una zingara - così la chiamano, lei non si preoccupa se
adoperano il termine "Romnì" o "zingara". Tutti e due possono essere usati bene,
o in senso peggiorativo. Sono in cinque in famiglia. Suo padre beveva parecchio
e sua madre amava la famiglia con tutto il cuore e si prese cura di loro.
Jarmila è andata a scuola, era un'alunna nella media. Non stupida, ma neanche un
genio. Soltanto una ragazza normale - con la pelle leggermente più scura degli
altri. Terminati gli studi ha fatto apprendistato come addetta alle vendite.
Jarmila faceva la spesa regolarmente al negozio del signor Novotný. Le
piaceva lì, più che altro perché non aveva la sensazione di non essere
benvenuta. Nessuno la seguiva con sospetto mentre faceva acquisti, cosa che
accadeva di solito negli altri negozi. Da un lato capì perché era così. Sapeva
molto bene che alcuni zingari rubano e non lavorano, e comprendeva il malessere
che incontrava, la mancanza di fiducia. Ciò non significa che non la
preoccupava. In verità talvolta anche lei era stata tentata di rubare qualcosa
negli ipermercati - se tutti ti guardano come un ladro, allora diamogli una
ragione - ma non l'aveva mai fatto.
Il cartello "Personale cercasi" pendeva da diversi giorni alla porta del
negozia e Jarmila continuava a passarci davanti. Pensò che doveva chiedere del
lavoro, ma aveva paura di essere umiliata un'altra volta. Nessuno le aveva mai
detto direttamente che non l'avrebbero assunta perché era una zingara, ma a
volte gli occhi dicono più delle parole.
Alla
fine ebbe il coraggio di chiedere per il lavoro. Mentre entrava nel negozio dove
per tanto tempo aveva fattola spesa, il cuore le batteva forte, come succede a
ogni ragazza di 19 anni in cerca di lavoro.
"Capo, c'è qui una ragazza interessata al lavoro di vendita. Per favore,
aspetta qui un momento, il capo sarà qui subito."
Questo trattamento dignitoso e gradevole la sorprese, e si calmò un poco. Ci
vollero pochi secondi perché il signor Novotný uscisse dal suo ufficio, ma a
Jarmila parve un'ora.
"Salve signorina. Prego, venga nel mio ufficio."
Il signor Novotný conosceva Jarmila di vista. Sapeva che era una cliente
abituale, che era ben educata, tranquilla e vestita decentemente. Le piaceva.
Lui non era mai stato razzista. Era un uomo d'affari, ed i clienti sono clienti,
non importa il loro colore. Dopo una breve intervista, decise di dare una
possibilità a Jarmila. Concordarono un periodo standard di prova di tre mesi, lo
stipendio iniziale e le altre condizioni. Jarmila non diede molta attenzione a
questi dettagli. Era contenta di avere un lavoro, e cominciò a sognare un posto
suo dove vivere - anche se amava la sua famiglia, voleva un po' di privacy. Era
grata al signor Novotný.
Passato il periodo di prova di tre mesi, Jarmila aveva acquisito una notevole
esperienza di lavoro. Non era perfetta, ma non lo è nessuno quando si impara un
nuovo lavoro. Bisogna dire che scuola e apprendistato sono un po' differenti -
ma lei era competente ed imparava in fretta. Le piaceva lavorare per quanto il
lavoro possa essere piacevole - quasi nessuno di noi in realtà si rallegra di
andare a lavorare, ma sapete tutti cosa intendo.
Un ano dopo, Jarmila era una venditrice esperta. Era veloce, amichevole,
molte persone avevano di lei una buona opinione.
Un giorno, era al servizio dei clienti, come al solito. C'erano poche persone
nel negozio, e tra loro un gruppetto di giovani uomini.
"Vedete quella cioccolata?"
"Hm, dovrebbe stare sull'autostrada E55, non ad importunare la gente qui in
negozio. Andiamocene prima di prendere l'epatite."
I giovani non hanno parlato esattamente a voce alta, ma le loro parole sono
state udite. Gli altri clienti non ci hanno fatto attenzione. Nessuno vuole
problemi inutili. Anche Jarmila li ha ignorati, anche se si sentiva
terrorizzata. Da tempo non sentiva discorsi simili e non era abituata. Talvolta
basta qualche parola per ricordarsi molto in fretta del passato.
Non era finita. I giovani tornarono nel piccolo negozio sempre più spesso, ed
i loro attacchi si intensificarono. Una volta, il signor Novotný ne fu testimone
e si intromise.
"Signori, c'è qualche problema?"
"Non per noi, sei tu quello col problema, vecchio."
"Uscite o chiamerò la polizia."
Gente come quella di solito non ha molto coraggio. Mormorarono qualcosa del
tipo ci vediamo dopo e lasciarono il negozio.
Quando il signor Novotný tornò a lavoro il giorno dopo, c'erano graffiti su
tutta la vetrina, con scritto "Morte agli zingari", ecc.
La cosa si ripetè, ma ciò non fu il peggio. Successe che i clienti smisero di
venire. I giovani non entrarono più, ma ogni tanto vennero lasciate all'ingresso
uova e verdure marce, o altre cose simili. I clienti smisero di trovare
piacevole il negozio.
Il treno aveva lasciato la stazione e non si poteva più fermarlo.
Pochi mesi dopo, sulla vetrina apparve un cartello "IN VENDITA".
The opinions published in our Commentary section do not necessarily
reflect the standpoint or opinions of the editors of news server Romea.cz or the
ROMEA civic association.
Di Fabrizio (del 12/03/2011 @ 09:49:33, in Europa, visitato 1618 volte)
Segnalazione di Lorenzo Bagnoli
Approvata con 576 voti a favore, 32 contrari e 60 astenuti la relazione di
Lívia Járóka, popolare ungherese e unica eurodeputata rom. Il prossimo 5 aprile
la Commissione presenterà la propria versione dell'attesa Strategia
STRASBURGO - In attesa che il prossimo 5 aprile la Commissione europea presenti
la propria versione dell'attesa Strategia europea per l'inclusione dei rom,
il Parlamento europeo ha finalizzato oggi la propria proposta in materia.
Approvando con 576 voti a favore, 32 contrari e 60 astenuti la relazione di
Lívia Járóka, popolare ungherese e unica eurodeputata rom, il PPE riafferma la
necessità di assumere un approccio comune per affrontare l'integrazione
socio-economica della più vasta minoranza etnica europea. I 10-12 milioni di rom
che vivono sul territorio dell'Ue soffrono una discriminazione sistematica e
combattono contro "un livello intollerabile di esclusione" e violazioni dei
diritti umani, afferma la risoluzione degli europarlamentari. I recenti fatti,
in particolare le espulsioni da Francia e Italia, hanno ampiamente dimostrato
che la questione rom non conosce confini nazionali: l'Europa avverte quindi la
necessità pressante di prendere l'iniziativa e dettare agli Stati nazionali la
linea da percorrere. Fulcro della proposta del PPE è infatti la richiesta di
introdurre standard comunitari obbligatori di integrazione e la possibilità di
imporre penalità ai governi nazionali che non li rispettano.
La strategia proposta dal PPE si propone come innovativa in quanto si basa su
una valutazione dei fattori socio-economici legati all'emarginazione dei rom,
invece di concentrarsi esclusivamente su fattori etnici e culturali. Inoltre
Járóka propone di stilare una mappa dell'esclusione, individuando le
microregioni dove povertà e segregazione sono più accentate. Sull'occupazione,
la strategia Ue dovrà assicurare un accesso effettivo al mercato del lavoro,
oltre a misure di contrasto al lavoro sommerso e in favore dell'assunzione di
rom nell'amministrazione pubblica. Per quanto riguarda l'educazione, i deputati
chiedono ai governi nazionali di impiegare un numero maggiore di mediatori e
insegnanti rom nelle scuole per garantire l'educazione anche nella loro lingua.
Inoltre il Parlamento denuncia le "discutibili operazioni di rimpatrio" di
cittadini rom verificatesi in vari Stati membri che hanno creato un "clima di
paura e inquietudine" fra la popolazione rom, e che hanno innalzato il livello
di "razzismo e discriminazione". Per questa ragione la Strategie europea dovrà
combattere ogni forma di violazione dei diritti fondamentali, inclusi "la
discriminazione, la segregazione, i discorsi d'incitazione all'odio, il
profiling etnico, il rilevamento illegale delle impronte digitali, nonché lo
sfratto e l'espulsione illegali".
Infine il PPE chiede la creazione di enti europei di sostegno, sotto la
supervisione dell'esistente Task Force per i Rom (creata in seno alla
Commissione Ue), per assicurare un uso più mirato dei fondi europei a
disposizione dei governi nazionali e locali. I deputati chiedono poi alla
Commissione di prevedere finanziamenti ad hoc, nel quadro della politica di
coesione, per sostenere la Strategia Ue per i rom.
La Commissione dovrebbe presentare la sua proposta il 5 aprile. Il testo
dovrebbe poi passare al Consiglio europeo del 24 giugno: l'inclusione dei rom è
una delle priorità della presidenza semestrale dell'Ungheria, che ha collaborato
strettamente con la Járóka nella definizione di una strategia comune. (mm)
Di Fabrizio (del 12/03/2011 @ 09:20:11, in Italia, visitato 3017 volte)
Il mio intervento all'iniziativa di "Sinistra Ecologia e Libertà" in zona 2 a
Milano, lo scorso 10 marzo. Prima di dimenticarmi, c'è una
PREMESSA [incredibile! c'erano anche "i miei amici"]
Chi mi conosce sa già di cosa parlerò e probabilmente sta sbuffando - vediamo
di non deluderlo.
Si tratta di stretta attualità: proprio una settimana fa nel campo comunale
di via Idro sono state sgomberate 4 famiglie, 3 delle quali vi risiedevano dalla
sua formazione; una addirittura sulla carta d'identità aveva segnato proprio
"via Idro 62". In compenso, i residenti abusivi nel campo sono ancora al loro
posto.
Visto che c'erano degli allacciamenti abusivi alla cabina elettrica, è stato
divelto tutto il quadro, così hanno tolto la corrente anche a chi aveva un
regolare contatore.
RISULTATO: 4 famiglie sono a spasso per la città, forse sotto casa vostra.
Ora tutte le famiglie hanno allacci elettrici volanti, e naturalmente abusivi.
Insomma, vorrei PARLARE CHIARO con voi.
Uno si chiede se TUTTO CIO' HA UN SENSO. Io lo chiedo alla sinistra.
Perché dalla destra so cosa aspettarmi (e se lo so io, forse lo sanno anche
gli elettori); ma la sinistra, a parte protestare contro i BARBARI, cosa
propone?
C'è un equivoco buonista: SI FA FINTA CHE IL PROBLEMA NON ESISTA ed intanto
quel problema marcisce.
Questa sinistra ha idea di quanti campi nomadi ci siano in città? Quanti
siano regolari e quanti no? Quanti siano i Rom e i Sinti in città e nel
circondario?
Forse conosce solo il nome di qualche associazione che se ne occupa, perché
preferisce star zitta e delegare.
IN CITTA' NON ESISTE UNA POLITICA che affronti il problema, al limite c'è la
destra, che lo sposta di qua e di là.
COME NON ESISTE PIU' UNA POLITICA CHE SI RIVOLGA ALLE PERIFERIE.
TRADUCO IN POLITICHESE: nei giorni pari si critica DE CORATO, ed in
quelli dispari, per mancanza di idee, si finisce ad appoggiare PENATI alle
elezioni (quello che diceva "...non sono mica i Gipsy King!").
Parlando invece della zona 2, non ce ne preoccupiamo perché quei Rom siano i
più belli, ma perché sono qua da più di 40 anni.
Le proposte ci sono, mi riferisco al lavoro del TAVOLO ROM, presentato lo
scorso maggio, che fornisce indicazioni pratiche nel campo della casa e del
lavoro.
Soprattutto, non promette soldi, ma investe il necessario. Viceversa, sinora
la destra ha sbandierato somme da capogiro ("abbiamo messo sul piatto 13
milioni, non potete dire che siamo razzisti"), senza che nessuno abbia visto
un euro.
Quanto proposto dal TAVOLO ROM prevede soluzioni differenti a seconda delle
caratteristiche delle varie comunità, e può applicarsi anche al nostro
caso. Difatti in via Idro c'è chi ha già acquistato un terreno dove trasferirsi,
chi lo farebbe e chi intende rimanere se il campo fosse risistemato. Tutti
obbligati a rimanere perché il comune non ha rispettato le sue promesse di
finanziare queste 3 possibilità.
Se l'avesse fatto, il campo vedrebbe ora una cinquantina di presenze, e dal
punto di vista dei numeri sarebbe sicuramente gestibile con più facilità.
DI COSA CI SAREBBE BISOGNO? Di risistemare i bagni, collegare le colonnine
antincendio, ripristinare la cabina elettrica con contratti a forfait per le
famiglie (come da loro richiesto), di risistemare il fondo stradale perché il
campo non si allaghi quando piove. Il tutto, con gare d'appalto che finalmente siano regolari. Insomma, ROBA NORMALISSIMA, questo il guaio
in un paese dove si promettono sempre i miracoli e si dimentica l'ordinaria
amministrazione.
Esiste al campo una cooperativa che da oltre 20 anni si occupa di
manutenzione del verde. Ed è senza lavoro, anche se il campo si trova immerso in
uno dei pochi polmoni verdi della zona.
Non usciremo da questa storia, se non si capisce il valore di quest'area: una
cerniera tra il parco Lambro, il parco della Martesana e quello della Media
Valle del Lambro. Un'area che dobbiamo valorizzare, visto che non ci sono tanti
spazi verdi in zona.
Ma bisogna anche rendersi conto che il destino del campo e quello di polmone
verde sono legati tra loro. Se il campo dovesse sparire per qualche strana
ragione, sappiamo che da anni ci sono forti appetiti immobiliari su quella zona.
TERMINANDO: I rom non si limitano a rubarvi le autoradio. Non ci crederete,
leggono anche con attenzione i giornali. Una delle notizie più gettonate al
campo è quella di De Corato che giudica del tutto regolare la famosa questione
della
BATCAVERNA del figlio della Moratti. Siamo indecisi:
Ci costruiamo un rifugio antiaereo (che sarà ovviamente condonato)?
O invitiamo DE CORATO ad una grigliata?
Nel caso, fateci sapere il telefono del vicesindaco.
Di Fabrizio (del 11/03/2011 @ 12:45:07, in Kumpanija, visitato 3072 volte)
La più giovane, una ragazzina, sgranocchia un pezzo di focaccia:
Sono arrivati alle 7 di mattina. Ti lasciano sotto la pioggia. Dovevo
scaldare il latte per mio figlio di 4 mesi e non potevo, perché avevano tolto
l'elettricità. Ma intanto davano da mangiare ai cuccioli di cane. "Che carini!"
dicevano.
La più anziana è come un fiume in piena. Ci conosciamo da oltre 20
anni; i miei figli e i suoi nipoti sono praticamente cresciuti assieme. Mi
investe con frammenti di frase, ripetendomi cose che io e lei sappiamo a
memoria.
Mi hanno portato via la mia casetta. Capisco se fosse stata rubata, ma
l'avevo pagata tutta coi miei soldi.
Ho 62 anni, sono italiana e non rubo. Quando io e mio marito avevamo un
negozio, ci siamo dissanguati con le tasse, e siamo finiti qui.
Mi hanno messo per strada solo perché sono una zingara. Mi cacciano e non ho
più dove andare.
Mi hanno detto vai via, e poi mi hanno chiesto "Dove dormirai stanotte?".
"Sotto quell'albero," ho risposto,.
Ma ti rendi conto? Sono cardiopatica, ho il pace-maker e mi hanno dovuto
mettere nell'ambulanza perché stavo male, e la dottoressa mi ripeteva che dovevo
andare via. Ma con che cuore?? Io ho forse cacciato di casa quella dottoressa?
Se avessi rubato, non sarei qui. Ma se fossi stata una ladra o una
extracomunitaria, avrei avuto un aiuto.
Vorrei avere un mitra qua tra le mani. Farei una strage, credimi, ho perso
ogni speranza.
I miei vestiti, sono nella casa che mi hanno sequestrato, ed io sono qui...
Eppure questo campo l'ho fatto anch'io, sono andata in piazza assieme a tutti
quando chiedevamo acqua e luce. Guardami in che condizione sono...
E poi ricomincia, arrabbiandosi con me, con i politici, con i
giornalisti. Deve sfogarsi, sa che nessuno vuole ascoltarla.
Io, forse ho fatto troppa abitudine a ragionare, mediare, spiegare. Ma
poi torno a casa con la stessa rabbia di questa gente e mi stanco di dover
essere sempre diplomatico. Non servirà a nulla, ma uno sgombero sono
persone, beni, affetti, sicurezze, che ogni volta sono messi in discussione.
Ecco cosa state leggendo.
Di Fabrizio (del 11/03/2011 @ 09:18:37, in Italia, visitato 1957 volte)
Segnalazione di Giancarlo Ranaldi
In memoria di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando, Sebastian,
Patrizia e per Giulia che ancora vive.
Nella notte fra il 10 e l'11 agosto del 2007, quattro bambini, Eva (10 anni),
Danchiu (8 anni) e Mengji (4 anni) e Lenuca "Tutsa" (6 anni), bruciarono
vivi sotto un cavalcavia alla periferia di Livorno. Eva e Mengji erano
sordomuti. Si disse mai più.
Domenica 6 febbraio 2011, quattro bambini, Raul (4 anni), Fernando (5 anni),
Sebastian (11 anni) e Patrizia (8 anni), perdevano la vita nel tragico incendio
di uno dei tanti "non luoghi" della periferia romana. Raul e Fernando erano
sordomuti.
Sono molti i bambini Rom, presenti sul territorio italiano che, giorno dopo
giorno, rischiano la vita per il freddo, gli incendi e le malattie, e rischiano
il proprio futuro, come Giulia (6 anni), che ogni volta che vede un Vigile si fa
la pipì addosso, che negli ultimi mesi a Milano ha subito 15 sgomberi, ed oggi
vive "nascosta" ma non ha rinunciato alla Scuola, l'unico luogo che le consente
di sentirsi "bambina".
Nell'Italia dei nostri giorni, la "disperazione" si è fatta "uomo", la "povertà"
è divenuta "clandestina" e sopravvive nelle miserie dei campi Rom.
Tutto ciò premesso
IL CONSIGLIO PROVINCIALE
nel ricordare la tragica morte di Eva, Danchiu, Mengji, Tutsa, Raul, Fernando,
Sebastian, Patrizia e per Giulia che ancora vive
DELIBERA
di dare mandato al Presidente della Provincia ed all'Assessore alle Politiche
Sociali, Pace ed Immigrazione, affinché si rendano portavoce presso la
Presidenza della Repubblica, del profondo sconcerto di questo Consiglio
Provinciale;
- per sollecitare reali politiche di sostegno alla povertà, ripartendo dalle
miserie dei campi Rom, dando voce e speranza a queste persone, che oggi non
hanno rappresentanza;
- per l'attuazione di un Piano Nazionale, che superi gli egoismi locali, la cui
gestione non potrà essere demandata alle sole Amministrazioni Comunali né,
tantomeno, delegata al variegato mondo del "volontariato", ritrovando il sano
protagonismo delle Istituzioni attraverso l'attivazione, su base provinciale, di
strumenti di concertazione tra Università, Scuole di ogni ordine e grado,
Presidi Sanitari, Consultori Familiari, Uffici del lavoro, al lato delle
Famiglie, tutti insieme, per superare la triste logica dei "campi";
- per ricordare nella "Giornata della Memoria", istituita ai sensi della Legge
20 luglio 2000, n. 211, la persecuzione su base razziale, il Porrajmos
(divoramento), subita dai Cittadini italiani e stranieri appartenenti alle
minoranze Sinte e Rom;
- per sostenere l'inclusione della lingua "Sinta e Romanes", in tutte le sue
accezioni, nel patrimonio di tutela delle minoranze linguistiche storiche ai
sensi della Legge 15 dicembre 1999, n. 482;
- per riconoscere i diritti negati ai profughi dei Balcani e per dare
cittadinanza alle migliaia di minori nati in Italia;
- per ridare luce alla nostra Costituzione, laddove riconosce e garantisce i
diritti inviolabili dell'uomo e stabilisce che, noi tutti, abbiamo pari dignità
sociale senza distinzioni di sesso, religione o razza, nel caldo delle nostre
case o al freddo di un accampamento Rom.
Di Fabrizio (del 10/03/2011 @ 09:31:37, in Italia, visitato 2169 volte)
A Milano, sono da tempo in corso i preparativi per la
campagna elettorale. Anche stavolta proverò, assieme a pochi audaci, a cercare
di coinvolgere i miei amici rom, che invece non ne vogliono sapere (finché
qualche sgombero non li convince che anche loro sono parte in gioco della
partita). Intanto ripesco un vecchio
POST del 27 aprile 2004, che mi sembra ancora valido
Uno degli sport nazionali in Italia sono le campagne elettorali.
Durante questa specie di campionati interregionali, i giocatori delle varie
squadre cercano argomenti per far presa sui loro elettori. Purtroppo x noi, un
argomento che ha sempre molta presa sulla folla è la polemica contro gli
zingari brutti, sporchi e ladri. Visto che l'Italia non è ancora il Kosovo (dove
il problema zingari è stato risolto bombardandoli), non potendo parlare in
campagna elettorale di "soluzione finale o altre amenità", la polemica si sposta
spesso sul rendere impossibili gli insediamenti nomadi nel territorio. Quindi,
Rom e Sinti hanno il diritto di vivere, ma il + lontano possibile.
Questa polemica anti-zingara è manifesta in ogni periodo dell'anno, così le
elezioni svolgono la funzione di cassa di risonanza per questo e per tutta una
serie di malcontenti presenti nel corpo elettorale; ciò è dovuto anche al fatto
che gli stessi mezzi di informazione danno scarsissimo risalto alle
comunicazioni che arrivano dai Rom e dalle loro organizzazioni. Per ovviare a
questa mancanza di comunicazione, bisogna quindi utilizzare le varie occasioni
di incontri politici per "saltare fuori dai nostri buchi".
COSA FARE:
Occorre preparare un calendario delle iniziative pubbliche in programma nella
propria città, quartiere, provincia (privilegiare quelle con rinfresco – dopo
vediamo il perché). Preparare e coinvolgere una squadra di intervento nei campi
sosta (dalle 5 alle 10 persone), se possibile anche con minori. Studiare gli
interventi possibili e documentarsi – individuare chi può fare gli interventi
(consiglio di restringere il campo a 3/4 persone massimo).
OBIETTIVI DA RAGGIUNGERE: Per la comunità Rom e Sinta:
- capire che la partecipazione alla vita sociale può essere utile e divertente
- familiarizzare con le regole civili e i componenti attivi della società
Per la società gagé:
- è molto facile essere offensivi e razzisti verso chi è assente. Viceversa, se
tra il pubblico (che di solito può anche porre domande) ci sono Rom, e sappiamo
che è facile identificarli, allora i toni si ammorbidiscono, talvolta l'oratore
pur guardandoci come bestie da circo, alla fine aggiunge qualche parola di
circostanza sulle tristi condizioni degli zingari. L'importante è che lo faccia
in un'occasione pubblica.
- il razzismo è sempre la maschera di altri problemi. Dietro un campo sosta che
i cittadini non vogliono, c'è quasi sempre l'ennesimo centro commerciale, un
grattacielo, un parcheggio da costruire, quasi mai quell'area sarà a
disposizione della cittadinanza… informatevi sugli interessi immobiliari!
- i candidati si fanno belli coi soldi stanziati dagli altri (e pagati dai
cittadini). Possono dire che sono stati spesi milioni di euro per i Rom (che
quindi dovrebbero essere dei signori), o lamentarsi perché quei soldi sono stati
spesi. Informatevi su quanti soldi effettivamente hanno visto i Rom, su quanto
costa una fontanella o l'allaccio dell'acqua. Insomma, mostrarsi attenti e
partecipi, come è necessario in ogni democrazia. Se queste spese apparissero
gonfiate, proporre, nel quadro democratico, una regolare gara d'appalto, a cui
poter partecipare anche come comunità destinataria dell'intervento, nel piano di
una razionalizzazione degli investimenti. Dimostrare che in un campo vivono
manovali, camionisti, muratori, senza lavoro, che potrebbero essere in grado di
badare a se stessi.
- comprendere che se quei Rom, che sono lì a discutere, dovessero essere
cacciati, dovrebbero ricominciare con gli stessi problemi da un'altra parte,
mentre probabilmente nella stessa area o poco distante, arriveranno altre
persone, anche di un'altra etnia, ugualmente disperate. Quindi, i problemi non
cambierebbero, mentre c'è la possibilità di iniziare a risolverli. Se tra il
pubblico c'è un aspirante Bruno Vespa, coinvolgerlo nel siglare un patto con gli
elettori… non sarebbe il primo. In caso mancasse questo personaggio, servirà
qualcuno che faccia la cronaca dell'incontro (e
magari mi spedisca il riassunto [...])
La base di questi ragionamenti è che anche a livello locale, non esistono
problemi isolati, e ogni appiglio è buono tanto per presentare il "problema
zingari" in chiave positiva o viceversa negativa. Solo che "gli zingari" (e
anche il resto della popolazione) esistono indipendentemente dal fatto di essere
un problema.
NOTE AGGIUNTIVE:
Scrivevo prima di privilegiare le riunioni con rinfresco. Ecco alcune ragioni:
- chiudere la giornata in attivo e mettere qualcosa nello stomaco.
- a tavola, con calma, siamo tutti meno aggressivi e più facili a socializzare.
Quello che non si ottiene nel dibattito politico, può essere raggiunto
buttandosi sulle patatine, e ci sarà sempre qualche gagio che alla fine vi
avvicinerà e comincerà a parlarvi.
- attenzione al vino… se qualcuno non lo regge, può rovinare tutto il lavoro
fatto. Viceversa, un bicchiere offerto all'oratore (se non è astemio) può
renderlo loquace il sufficiente.
- nel caso l'iniziativa politica si svolga presso un'associazione "amica", è
possibile accordarsi per portare qualcosa di tipico al rinfresco
Rappresentanti islamici ed ebrei si oppongono all'estrema destra in Europa
- Czech Press Agency, translated by Gwendolyn Albert
Parigi, 8.3.2011 11:35, AFP riporta che i principali rappresentanti islamici
ed ebrei hanno espresso la loro comune volontà di resistere alla crescita dei
partiti di estrema destra in Europa. Durante un incontro oggi a Parigi,
hanno adottato una dichiarazione in cui dicono essere inaccettabile banalizzare
questi partiti razzisti e xenofobi, e mettono in guardia contro il crescente
pericolo che pongono alle minoranze etniche e religiose nel continente.
Il consiglio di coordinamento dei leader islamici ed ebrei da Belgio, Gran
Bretagna, Italia, Paesi Bassi, Stati Uniti ed altri paesi, hanno anche
annunciato che lanceranno una serie di eventi pubblici nelle capitali europee,
il 9 maggio in onore della Giornata d'Europa. Il consiglio ha tenuto il suo
primo incontro nel dicembre 2010 a Bruxelles.
I partecipanti alla riunione odierna, tra i cui organizzatori figura il
Congresso Mondiale Ebraico, hanno condannato il fatto che i partiti estremisti e
xenofobi nei Paesi Bassi ed altrove, sono diventati partner di governo nelle
coalizioni governative. Hanno inoltre espresso disagio sulle recenti
affermazioni di alti rappresentanti di Gran Bretagna, Francia e Germania, per
cui il multiculturalismo nei loro paesi ha dimostrato di essere un fallimento.
Dietro un anonimo cancello della periferia romana si apre un piccolo mondo
colorato, pieno di bambini. Un piccolo mondo in cui si sono rifugiate alcune
famiglie Rom espulse dai campi in cui stavano, espulse dal mondo esterno, quello
che sta oltre il cancello. «Metropolis», così è stato battezzato lo spazio in
cui vivono, occupato dopo anni di abbandono, è un'ex concessionaria di
automobili, di fatto un grande capannone al cui interno è sorto un piccolo
villaggio coperto, con casette costruite dai Rom stessi.
Ci entriamo con Militant A, rapper di Assalti frontali che nel nuovo cd Profondo
rosso (esce venerdì) racconta anche di loro, dell'occupazione di questo posto,
della scuola dove incontra quotidianamente i bambini festanti che ci attorniano,
compagni di scuola dei suoi figli. L'uscita del cd è quasi contemporanea al
secondo sciopero dei migranti denominato Un giorno senza di noi che, dopo
l'esordio dell'anno scorso, torna ad interrogarci sulle non-regole dell'economia
liberista, che sfrutta manodopera a basso costo offrendo in cambio emarginazione
e clandestinità. «Il primo Marzo - sottolinea Militant A - è un giorno di lotta
per il diritto al lavoro, alla casa, alla scuola, che sono diritti di tutti e
sono più che mai a rischio per tutti, non solo per gli immigrati».
L'emarginazione sociale è un mostro che divora le vite delle persone
fregandosene del loro passaporto, ma una cosa è certa: colpisce sempre i più
deboli e fra i più deboli Rom e immigrati ci sono sempre. «Queste persone -
continua il rapper romano - sono umanamente ricche, riescono ad avere una forza
per andare avanti che è incredibile rispetto alle condizioni in cui spesso sono
costretti a vivere.
In loro possiamo ritrovare l'umanità che noi abbiamo perso». Sono Cool questi
Rom è una canzone che Militant A ha dedicato a questa gente, a questa
occupazione, nata per rispondere a un disagio ignorato dalle istituzioni:
«Alemanno ha speso 30 milioni di euro in un anno e mezzo per non risolvere
nulla, ha solo cacciato questa gente dai posti dove vivevano».
Anche rispetto alle poche forme di assistenza nei confronti dei Rom, Militant A
ha qualcosa da dire: «L'assistenzialismo è un business per chi lo fa e che costa
alla collettività 1.000 euro al mese per ogni famiglia Rom. Con quei soldi ci si
potrebbe pagare l'affitto di una casa, ma lasciare il problema irrisolto è utile
alla propaganda politica della destra e serve a mantenere l'affare
dell'assistenza. Questa sistemazione invece non costa un euro a nessuno e
recupera anche un luogo abbandonato al degrado da anni».
Profondo rosso è, come sempre quando si parla di Assalti frontali, un album
pieno di realtà e di argomenti concreti, come nel caso di Lampedusa lo sa,
dedicata ai migranti africani ma soprattutto alla gente dell'isola.
IL CONCERTO A LAMPEDUSA «Noi siamo stati a Lampedusa - ci racconta - per un
concerto contro i Cie, che sono una vergogna in sé e in cui i migranti, grazie a
una legge del governo, possono rimanere rinchiusi, senza aver commesso alcun
reato, non più due ma sei mesi. Proprio allora ci fu l'episodio del mercantile
turco Pinar che aveva salvato dei migranti dal mare e che venne bloccato da una
corvetta militare italiana per quattro giorni. In quell'occasione morì una
giovane emigrata incinta.
Noi siamo stati al funerale e c'erano tanti lampedusani, gente di grande dignità
e umanità, che ben conosce e condivide il dramma dei disperati che approdano
sulle coste dell'isola. Anche qui: se i miliardi di euro che si spendono per i
Cie, per tenere in gabbia chi arriva sulle coste italiane in cerca di un futuro,
venissero spesi per l'accoglienza, non sarebbe meglio per tutti?
Ma per cambiare le cose bisogna partire dal basso, da noi stessi, trovare i modi
per unirsi e lottare per diritti che riguardano tutti nello stesso modo. Io con
Assalti frontali racconto queste storie e le canzoni nascono spesso da
esperienze concrete, come questa con i Rom o quella di Lampedusa, le
manifestazioni degli studenti, etc.
Per me il Rap è raccontare quello che vivo ma anche comunicare un immaginario
diverso da quello dominante, perché l'immaginario fa la differenza, è il punto
di partenza per costruire una realtà diversa». 1 marzo 2011
Nel frattempo, con Jovica Jovic alla fisarmonica e Marta Pistocchi al
violino...
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