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Di Fabrizio (del 01/03/2011 @ 09:42:19, in conflitti, visitato 1949 volte)

Osservatorio Balcani e Caucaso - di Isotta Galloni 21 febbraio 2011

Già nel 2003 l'Unmik e il Tpi erano in possesso di testimonianze dettagliate su presunti rapimenti e uccisioni di civili kosovari (soprattutto serbi) operati in territorio albanese dall'Uck, anche per espiantare organi da "piazzare" sul mercato. E' quanto emerge da documenti "riservati e sensibili" pubblicati la settimana scorsa. Un nuovo tassello che rende sempre più urgenti indagini approfondite

Non si trattava di semplici sospetti. Dal 2003 la missione delle Nazioni Unite in Kosovo, Unmik, e il Tribunale penale internazionale per i crimini nella ex Jugoslavia con sede all'Aia (Tpi), erano in possesso di testimonianze dettagliate, rilasciate da persone direttamente coinvolte, sui presunti trasferimenti e soppressioni di prigionieri civili, principalmente serbi, messo in campo in territorio albanese dall'Esercito di liberazione del Kosovo (Uck), dopo la fine del conflitto contro Belgrado, il 12 giugno 1999. Scopo di buona parte di questi omicidi sarebbe stato quello di espiantare organi da "piazzare" sul mercato internazionale dei trapianti.

E' quanto emerge da un documento Unmik "riservato e sensibile" che è stato pubblicato – oscurato nelle parti riconducibili all'identità dei testimoni – il 16 febbraio scorso dalla tv France 24 e l'agenzia di stampa italiana, Tmnews. La stampa locale ed internazionale ha ampiamente ripreso la notizia.

Questa la pista investigativa esplicitata nei documenti emersi, datati fine 2003: "i rapiti (in Kosovo), poi trasferiti in Albania centrale, sono stati spostati ancora, in piccoli gruppi, in una casa privata a sud di Burrel convertita in una clinica improvvisata. Qui equipaggiamento e personale medico venivano usati per estrarre organi dai prigionieri, che poi morivano. I resti venivano sepolti nelle vicinanze. Gli organi trasferiti all'aeroporto Rinas nei pressi di Tirana e imbarcati per l'estero".

Come emerso a seguito dell'interesse sollevato dalla pubblicazione del 16 febbraio, una copia del documento era stata in realtà già pubblicata dal quotidiano serbo 'Press', sul proprio sito web, il 28 gennaio 2011.

Dunque quasi venti giorni – un'era geologica per i tempi giornalistici – durante i quali una notizia di tale peso resta inspiegabilmente 'congelata': fatti salve due riprese dell'altro quotidiano serbo Politika e dell'agenzia Tanjug, non vi è traccia dello scoop di Press, tanto nella stampa locale che extra regionale. Il perché è solo uno degli interrogativi legati alla pubblicazione del documento.

Il contenuto dei documenti Unmik trapelati
Il documento Unmik non si può definire propriamente un report: sfogliandolo, si comprende che si tratta, piuttosto, di un collage di parti di diverse documentazioni, sottratte al medesimo dossier, e riunite in un corpo unico di 30 pagine, la cui numerazione è infatti ricostruita manualmente a penna, invece che seguire quella informatica di un unico file.

Il 30 ottobre 2003, l'allora capo missione del Tpi a Skopje e Pristina, Eamonn Smyth, trasmette all'Aia - al collega Patrick Lopez Terres, capo della sezione Indagini - una serie di informazioni "confidenziali, non circolabili" che ha appreso, a sua volta, il giorno precedente da Paul Coffey, direttore del dipartimento Giustizia Unmik. Date, orari, tragitti, nomi e cognomi di vittime e presunti carnefici.

E luoghi. Dal documento emerge infatti che nel 2003 gli investigatori non erano solo in possesso delle coordinate Gps, ormai di pubblico dominio, della tristemente nota 'casa gialla', presunto luogo materiale degli espianti che più testimoni riconoscono, anche se ridipinta di bianco, tra dieci fotografie: "era pulito è c'era un odore molto forte di medicinale. Mi ha ricordato quello di un ospedale, dolciastro e mi ha dato fastidio", racconta un testimone (pag. 10/30).

Le descrizioni raccolte vanno ben oltre, consentendo agli inquirenti di localizzare almeno tre siti in territorio albanese di presunte fosse comuni delle vittime (pagg. 15 e 16/30).

"Parliamo anche dei dispersi, delle indicazioni che vi sarebbero fosse comuni in tre aree dell'Albania settentrionale", scrive nel 2008 l'ex procuratore capo Tpi, Carla Del Ponte, nel suo libro denuncia 'La caccia. Io e i criminali di guerra' (Milano, Feltrinelli, 2008, pag.297). "Così, alla fine – riferisce Del Ponte del buco nell'acqua a cui portò nel 2004 il sopralluogo in Albania del Tpi – i procuratori e gli investigatori sui casi dell'Uck decidono che le prove per procedere sono insufficienti. Senza le fonti e senza un modo per identificarle e rintracciarle, senza i corpi, e senza prove che colleghino indiziati di alto livello a questi atti, tutte le strade di indagine sono sbarrate".

Eppure in queste pagine ci sono fonti e sono identificate, anche se gli autori vi si riferiscono sempre, per ragioni di sicurezza, attraverso numeri e lettere e precisano che "la loro credibilità non è testata" e che "non hanno mai assistito alle operazioni chirurgiche" (pag 29/30).

Ci sono i corpi. "Questa volta ho visto i corpi avvolti in coperte grigie dell'esercito. Ho sentito l'odore del sangue, dunque so che erano freschi. (...) Le fosse erano già scavate quando siamo arrivati. Due corpi per ogni fossa. Ho impiegato un'ora e mezza per finire" è il drammatico resoconto di un trasferimento di cadaveri dal Kosovo in Albania (pag. 7/30).

Ci sono le vittime. "Erano civili, serbi, paesani (...) Ho pensato che sarebbero stati uccisi, ma vi erano ordini rigorosi di non trattare male i prigionieri, di non picchiarli e dare loro cibo e acqua" (pag. 11/30). O ancora, "anche delle ragazze furono portate nella casa (la casa/clinica) e usate come 'pezzi di ricambio'. Ricordo di essere stato molto triste perché erano ragazze albanesi" (pag 10/30).

Ci sono i medici, tra i quali viene riconosciuto da più fonti "un arabo". I campioni di sangue, le cartelle cliniche.

Ci sono gli organi. "Dalla prima coppia di serbi vennero estratti solo due reni e poi vennero uccisi. L'intenzione era di lanciarsi sul mercato. In seguito si erano organizzati molto meglio e incassavano 45.000 dollari a persona", riferisce un testimone. "Normalmente – prosegue – volavano (gli organi) su voli di linea per Istanbul il lunedì e il mercoledì ". Lo scalo di partenza era quello tiranese di Rinas, dove "alle persone che vi lavoravano venivano dati dei soldi per chiudere gli occhi e stessa storia a Istanbul" (pag. 25/30).

Ci sono nomi e cognomi: "Ramush e Daut Haradinaj" - l'ex premier kosovaro e il fratello - insieme ad almeno altre tre persone, vengono infatti indicati da un testimone come architetti del macabro crimine. "L'operazione è stata sostenuta da un uomo legato alla polizia segreta albanese operativa del precedente governo di Sali Berisha", ricostruisce inoltre, nel suo sommario, l'allora capo missione del Tpi a Skopje e Pristina, Smyth (pag. 2/30). Così, Del Ponte aveva riferito nel suo libro del "possibile coinvolgimento di servizi segreti albanesi" (p. 297).

Reazioni e domande in cerca di risposta
Il nome che non compare mai è invece quello di Hashim Thaci, neo riconfermato premier di Pristina, il quale sarebbe invece implicato secondo il rapporto pubblicato lo scorso dicembre dal senatore svizzero presso il Consiglio d'Europa, Dick Marty. "No – ha confermato a France24 - non conoscevo il documento e non l'avevo mai visto. D'altra parte mi erano noti i fatti descritti". Perché mai in oltre due anni di indagini, nessuno ha condiviso con Marty queste informazioni? "Siamo in diritto di interrogarci sull'efficacia della cooperazione internazionale", risponde lui stesso.

Tra tante domande, infatti, c'è una certezza: "Unmik ovviamente conosceva il documento perché lo ha generato, è in corso una indagine sulla fuga di notizie", ha confermato l'ambasciatore Zannier a Tmnews. Ma il capo di Unmik precisa anche che "la missione Eulex dispone del documento che è stato trasmesso al Capo dipartimento Giustizia EULEX dell'epoca (Alberto) Perduca ed al procuratore capo di EULEX dr Jacobs, nel marzo 2009". Pertanto, "gli elementi contenuti nel rapporto del 2009 non sono stati nascosti", conclude il diplomatico italiano che guida la missione Onu in Kosovo.

"E' vero che Unmik trasmise nel 2009 la documentazione sui crimini di guerra che venne a sua volta inoltrata alla Procura speciale del Kosovo (Spkr, mista Eulex-magistrati locali, competente esclusiva per crimini di guerra e altre fattispecie, ndr)", conferma a Osservatorio Perduca, oggi Procuratore aggiunto a Torino. "Sulla base di quelle informazioni, nel luglio 2009 Eulex chiese ed ottenne dal magistrato autorizzazione ad avviare un'indagine sul traffico d'organi: l'indagine è partita, resta aperta la questione dei risultati a cui ha condotto".

Servono prove, servono i corpi e il solo posto dove cercare è l'Albania. Un Paese membro della Nato, che ambisce al suo posto nell'Unione europea, ma da cui la Comunità internazionale non è mai riuscita ad ottenere l'autorizzazione a scavare nei presunti siti delle fosse comuni. O, invece, non ha mai voluto, non con la forza e le pressioni necessarie perlomeno? Al di là degli adempimenti formali, è lecito pensare che sia ancora in piedi quel 'muro di gomma' sostanziale denunciato dalla Del Ponte nel suo libro?

Lo stesso che ha impedito ieri al Tribunale dell'Aia, oggi alla missione Eulex di cercare un riscontro probatorio di informazioni tanto preziose, quanto vane ai fini giudiziari finché resteranno nient'altro che pezzi di carta 'confidenziali'? Lo stesso dietro cui si nasconde Tirana, giustificandosi di non essere stata né parte, né teatro dei conflitti balcanici degli anni novanta?

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Di Fabrizio (del 01/03/2011 @ 09:50:42, in Europa, visitato 2237 volte)

"Una ventata di ottimismo" da Orhan Tahir S - (

1. Crei una OnG perché vuoi cambiare la situazione nel tuo paese.

2. Contatti un'Organizzazione Donatrice e quelle gentili persone ti dicono "Dacci un progetto".

3. Elabori il progetto, secondo le richieste del Donatore.

4. In realtà dai informazioni al Donatore - qual è la situazione nella tua città, quanti Rom vivono là e, la cosa più importante - COSA HAI IN MENTE, COSA VUOI FARE, SEI PERICOLOSO, PUOI FARE UNA RIVOLUZIONE DOMANI?

5. Se vedono che puoi essere pericoloso ti danno i soldi, e ti rendono dipendente.

6. Dopo 5, 6, 8 o 10 anni COMPRENDI che questo sistema NON FUNZIONA, CON I TUOI PROGETTI NON PUOI CAMBIARE NIENTE! VEDI CHE  TI USANO.

7. Provi a cercarti un altro lavoro, vuoi indipendenza, ma non hai mai fatto altro, in tutta la tua vita hai fatto PROGETTI e non hai esperienze professionali in altri campi. Conosci soltanto parole come: "Integrazione", "Inclusione", "Discriminazione", "Povertà", "Piattaforma", "Decennio", bla, bla, bla...

8. Alla fine pensi di non aver altra possibilità se non di lavorare in Matrix, anche se tu Matrix la odi. Sai che non puoi cambiare niente. Hai bisogno di fare ciò che ti dice la "brava gente". Questa brava gente si occupa dei Rom, loro sanno meglio cos'hanno bisogno i Rom.

9. Tu sei parte dell'Ipocrisia e sviluppi politiche che rendono la tua comunità più dipendente dai Donatori, dalla UE e dai Fondi Governativi. Quindi sei uno strumento nelle loro mani. Gli piaci perché sei il loro Animale da Laboratorio.

10. NON PUOI FARE LA RIVOLUZIONE PERCHE' LA GENTE ATTORNO A TE VUOLE I SOLDI ED HA SUBITO IL LAVAGGIO DEL CERVELLO.

Alla fine scopri che alcuni non-Rom nel tuo paese sono diventati molto ricchi, perché hanno usato le informazioni dai tuoi progetti per scrivere rapporti e proporre politiche. Sono consulenti ben pagati ed invitati dappertutto. Poi scopri che qualcuno di loro lavora per i Servizi Segreti ed i Donatori lo sanno molto bene.

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Di Fabrizio (del 02/03/2011 @ 09:49:33, in Italia, visitato 1747 volte)

sabato 5 marzo dalle 14.30 alle 17.30
Provincia di Roma, Palazzo Valentini, sala della Pace - via Quattro Novembre, 119, Roma


Ne discutiamo insieme a:

Sen. Pietro Marcenaro, Pres Commissione per i diritti umani

Sen. Roberto Di Giovan Paolo

Paolo Ciani, comunita' S. Egidio

Nazzareno Guarnieri, Presidente Federazione Romanì,

Giogio De Acutis, Casa dei diritti sociali.

Fulvia Motta, responsabile Rom e Sinti, Caritas Roma,

Claudio Graziano, responsabile nazionale immigrazione, Arci

Daniele Ozzimo, consigliere comunale, Vice Presidente Commissione politiche sociali di Roma.

Questo seminario e' organizzato insieme al gruppo Pd della Provincia di Roma

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Di Fabrizio (del 02/03/2011 @ 09:53:59, in Kumpanija, visitato 1743 volte)

Da Bulgarian_Roma

Carissimi,

Il 30 dicembre scorso una Romnì bulgara è stata rapita a Rotterdam.

La ragazza è scomparsa il 30.12.2010. L'ultima volta è stata vista a Slinge, Rotterdam. Se avete notizie, prego contattate 0031624986313 o chiamate immediatamente la polizia nel vostro paese. Si chiama Monika Tanova, ha 25 anni, è alta 1,65, lunghi capelli neri/castano scuri ed occhi marroni.

Ulteriori informazioni ai seguenti link:

Breve video in lingua olandese, con sottotitoli in bulgaro:

Grazie in anticipo per l'aiuto e la collaborazione.

Roberto Marinov - rob_marinov@yahoo.com

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Porto a conoscenza un'importante iniziativa milanese. Anche se resto perplesso: ancora un incontro PER i Rom e i Sinti, ma dopo tanti anni ci sarebbe bisogno di qualcosa CON i Rom e i Sinti. E se dopo tutto questo tempo non si trova qualcuno di loro in grado di rappresentarli e interloquire col comune e le associazioni, probabilmente c'è bisogno di un serio esame di coscienza (anche da parte dello stesso Tavolo Rom).

Il tavolo Rom ritiene fondamentale in questa fase proporre alle realtà del tavolo ed i servizi e le cooperative sociali che operano nel campo dell’inserimento lavorativo di persone Rom e Sinti nel nostro territorio, una mezza giornata seminariale.

La giornata di studio l’abbiamo pensata con una apertura da parte del Tavolo Rom, e:

una relazione di Antonio Verona, responsabile mercato del lavoro della CGIL milano, che presenterà tutti gli strumenti di mediazione e di formazione disponibili per la costruzione di un percorso lavorativo, con un accenno anche ai servizi presenti sul territorio.

Una esposizione da parte tutti i soggetti che si sono misurati e si continuano a misurare con progetti di inserimento lavorativo di Rom e Sinti, avendo cura di presentare sia i punti di forza che quelli di fragilità

Una esposizione da parte di servizi e cooperative che abbiano fatto esperienze concrete di progetti di inserimento lavorativo.

Abbiamo invitato a questo seminario un responsabile del mercato del lavoro della provincia che possa interloquire con noi sugli aspetti tecnici.

L’obiettivo del seminario è comunque quello di riprendere una trattativa con l’Assessore Del Nero che in più di una occasione si è dimostrato disponibile ad incontrare il Tavolo Rom su aspetti concreti riguardanti il lavoro.

Il seminario si tiene il giorno 10 marzo alle ore 9,30 presso la Camera del Lavoro di Milano corso di Porta Vittoria 43 sala Buozzi.

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Di Sucar Drom (del 03/03/2011 @ 09:40:19, in Italia, visitato 2134 volte)

Assemblea del 2 marzo 2011, Brescia

La Federazione riunisce e coordina ventidue associazioni rom e sinte presenti in tutta l’Italia. La federazione è riconosciuta dal Governo italiano e dalla Presidenza della Repubblica. L’incontro di oggi è stato organizzato per discutere e verificare il lavoro svolto nel 2010 e decidere le prossime iniziative e i prossimi impegni della federazione.

I presidenti delle associazioni hanno plaudito al lavoro svolto nella Campagna Dosta!, promossa dal Consiglio d’Europa e dal Dipartimento per le pari Opportunità della Presidenza del Consiglio. La federazione ha realizzato incontri, concerti, spettacoli teatrali, manifestazioni, dibattiti, mostre fotografiche e tanto altro in diverse Città italiane, quali: Milano, Bolzano, Mantova, Brescia, Prato, Rimini, Piacenza, Vicenza, Bari… A Venezia grazie al lavoro della federazione nella Campagna Dosta! è stato costituito l’Osservatorio sulle discriminazione con il supporto del Comune di Venezia e dell’UNAR, l’Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale del Ministero delle Pari Opportunità.

La federazione ha poi partecipato a diverse iniziative istituzionali, quale la commemorazione del Giorno della Memoria al Quirinale su invito diretto del Presidente Napolitano.

L’Agenzia europea contro il razzismo (FRA) ha scelto la federazione come suo partner per l’Italia per realizzare in tutta l’Italia una ricerca sul livello di razzismo percepito e vissuto da sinti e rom. Saranno effettuate, entro maggio 2011, mille interviste a rom e sinti in tutto il Paese.

Inoltre, il Dipartimento di Stato americano ha invitato la Vice Presidente della federazione Dijana Pavlovic a Washington per discutere sul razzismo e sulle discriminazioni vissute da sinti e rom in Italia.

La federazione ha fissato la propria assemblea elettiva del 2011 in cui verrà eletto il nuovo consigli direttivo. I Consiglieri della Federazione hanno discusso le motivazioni che hanno portato il Presidente Radames Gabrieli a dimettersi. Dopo un confronto serrato tra tutti i Consiglieri e il Presidente dimissionario, il Consiglio direttivo ha respinto all’unanimità le dimissioni.

La federazione è estremamente preoccupata per le notizie drammatiche che giungono da tutta l’Italia. Ringraziamo il Presidente della Repubblica per le parole espresse dopo la morte di quattro bambini rom a Roma. Chiediamo al Governo italiano di dare una svolta alle politiche fin qui messe in atto, uscendo dalla logica sicuritaria e affermando il riconoscimento dello status di minoranze linguistiche a tutti i sinti e i rom e mettendo in campo serie politiche per il lavoro e per la casa. Chiediamo al Ministero del Welfare di fissare un incontro per studiare un piano nazionale.

La federazione ha discusso a lungo sulla grave situazione dei sinti e dei rom a Brescia che si trascina da alcuni anni. Dopo la vicenda accaduta il 14 febbraio nel campo sinti di via Orzinuovi 108 di Brescia la federazione a deciso di intervenire per contrastare il provvedimento del Comune di Brescia che intende spostare tre famiglie sinte nel villaggio per l’emergenza abitativa.
Contrastiamo questa decisione per questi motivi:
1) Le famiglie che vivono oggi nel villaggio di Borgo Satollo sono in una situazione di grave sovraffollamento che pregiudica la situazione igienico sanitaria dello stesso villaggio, sarebbe quindi doveroso che le tre casette siano assegnate alle famiglie numerose che già vivono nel villaggio;
2) Le famiglie sinte in questi anni hanno investito risorse importanti per comprarsi autonomamente un’abitazione (case mobili) senza chiedere assistenza al Comune;
3) Le famiglie sono pronte ad impegnarsi per sottoscrivere dei mutui per l’acquisto di terreni dove ogni famiglia può vivere in pace, questo progetto si è fermato dopo che il Comune Brescia non si è impegnato per risolvere il contrasto politico amministrativo con il Comune di Guidizzolo (MN), lasciando cadere la possibilità che quattro famiglie potessero trovare una soluzione seria e soddisfacente.

L’azione del Comune di Brescia il 14 febbraio, togliere l’energia elettrica a tutte le famiglie sinte, è stato un provvedimento barbaro e medioevale che ha messo a repentaglio la vita di due bambini. Una gravissima forma di discriminazione.

La federazione organizzerà una manifestazione a Brescia in cui presenterà alla Città proposte serie per risolvere il problema abitativo vissuto dalle famiglie sinte e rom. Chiediamo a tutte le associazioni, a tutte le organizzazioni e a tutta la società civile di partecipare all’organizzazione della manifestazione.

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Di Fabrizio (del 03/03/2011 @ 20:11:00, in Italia, visitato 2368 volte)

Stamattina presto, oltre un centinaio di poliziotti in tenuta antisommossa, accompagnati da vigili del fuoco, ruspe, ambulanza e diversi camion, si sono presentati al nostro campo, per sgomberare 4 nuclei familiari, ivi residenti da quando è stato formato. Una delle famiglie sfrattate aveva anche presentato ricorso amministrativo a settembre ed un successivo ricorso al TAR contro il comune di Milano per un precedente avviso di sgombero [vedi QUI]. A nessuno è stata consegnata notifica scritta per questo sgombero, come invece previsto dalla legge.

Le roulottes e le case mobili degli sfollati sono state portate via dai vigili, e quindi le famiglie non hanno dove andare. Prima hanno potuto portarsi via i loro beni. Tutti erano accampati ai margini esterni del campo, perché la piazzola loro assegnata era stata occupata in precedenza da abusivi. L'assurdo è che queste famiglie abusive sono rimaste al loro posto.

Accompagnati da altri componenti del campo, gli sfrattati si sono presentati in Casa della Carità (che ha la gestione del campo), ma non sono stati ricevuti per assenza dell'incaricato. A tuttora nessuno di Casa della Carità è intervenuto sul posto.

Inoltre una ruspa ha demolito la cabina elettrica che serviva tutto il campo, a causa di alcuni allacciamenti non regolari; col risultato che ora tutto il campo è senza elettricità (anche chi aveva un regolare contatore). In molte famiglie manca anche la legna per scaldarsi. Nel frattempo piove su giusti e ingiusti.

I vigili hanno detto che torneranno lunedì prossimo per smantellare altre tre case.

La brutalità degli innumerevoli sgomberi contro gli insediamenti abusivi, si sta quindi trasferendo anche verso i campi sosta comunali, quelli che si vorrebbe chiudere col famoso "Piano Nomadi", che in due anni non si è concretizzato, nonostante le somme a disposizione (13 milioni di euro) per incapacità dello stesso Comune. In mancanza di idee, il Comune maschera la sua incapacità rendendo la vita impossibile ai Rom e ai Sinti cittadini e perseguendo una lenta politica di logoramento.

Con l'occasione, smentiamo quanto affermato dal parlamentare europeo Borghezio in un suo comunicato su Agenzia Parlamentare: nonostante tutto, il campo di via Idro c'è ancora, a fare da specchio alle contraddizioni sue, del suo partito e della maggioranza che governa Milano.

Per informazioni:
Fabrizio Casavola, 347-717.96.02 info@sivola.net
Antonio Braidic, 338-771.28.56

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Di Fabrizio (del 04/03/2011 @ 09:34:50, in Italia, visitato 1649 volte)

Link per chi legge da Facebook

Intendo dire, evitando gestacci e scurrilità che magari verrebbero naturali. Vediamo la performance di Dijana Pavlovic e Jovica Jovic in questa impresa quasi impossibile.

Tratto da "L'almanacco del Gene Gnocco" del 20 febbraio 2011

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Di Fabrizio (del 04/03/2011 @ 09:53:44, in Kumpanija, visitato 1565 volte)

Domenica 6 marzo dalle 12.00 alle 13.00 - Piazza degli Zingari (zona Monti), Roma

Per ricordarli a un mese dalla scomparsa, nell’incendio dell’insediamento in cui abitavano.

La sera di domenica 6 febbraio perdevano la vita nell’incendio che ha bruciato la loro abitazione Raul, Fernando, Sebastian e Patrizia, quattro bambini rom che vivevano a Roma con la propria famiglia, alloggiati in un riparo di fortuna in un accampamento nei pressi della Via Appia.

...Per non dimenticarli, e per ricordare tutte le persone che hanno perso la vita in questi anni negli accampamenti in cui molte comunità rom e sinte in Italia sono costrette ad abitare, la Sezione Italiana di Amnesty International, la Fondazione Migrantes, l’Associazione 21 Luglio e Popica invitano tutti a portare un fiore bianco a Piazza degli Zingari, luogo che testimonia i secoli di storia comune che uniscono la città di Roma alle comunità rom e sinte.

Se non potrete essere presenti fisicamente, vi chiediamo di manifestare la vostra vicinanza facendo recapitare dei fiori bianchi tra le 12.00 e le 13.00 tramite un servizio di consegna fiori a domicilio oppure contattando i fioristi della zona: http://bit.ly/fioristi_monti

Per spedire i fiori utilizzate i seguenti dati:
NOME E COGNOME: Fabio Ciconte (incaricato di Amnesty International)
INDIRIZZO: Piazza degli Zingari
LOCALITA': Roma
RECAPITO TELEFONICO: 3287284402
CAP: 00184
PAESE: Italia
ORARIO: mattina (tra le 12 e le 13)

Per informazioni: ufficiostampa@21luglio.com - L'appuntamento su Facebook

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Di Fabrizio (del 05/03/2011 @ 09:18:34, in casa, visitato 2092 volte)

Da British_Roma (notizie precedenti di una vertenza decennale)

Idebate.org By Grattan Puxon SENZATETTO ALLEATI DEI VIAGGIANTI PER EVITARE GLI SFRATTI DI CONSTANT

28/02/2011 - Gli ufficiali giudiziari privati, come Constant & Co., sul cui teppismo le autorità faranno dipendere un crescente esercito di senza casa, possono attendersi un rafforzamento dell'opposizione.

Gli indesiderati della Grande Società, pronti al disprezzo permanente, hanno formato un'alleanza e stanno reagendo.

Settimana scorsa a Bristol, gli occupanti barricati in un edificio governativo abbandonato, hanno contrastato con successo gli incaricati di Constant. Hanno issato uno striscione dove dicevano che Constant riceverà un caldo benvenuto a Dale Farm.

L'incidente è seguito ad una riunione tenutasi il mese scorso a Dale Farm, quando i Viaggianti ed i loro nuovi alleati hanno steso un piano per difendere la comunità contro il forte assalto guidato da Constant. Questo sgombero costerà 13 milioni di sterline.

Ci si aspetta che Tony Ball, leader del consiglio di Basildon, indichi martedì [1 marzo] le sue intenzioni, quando si confronterà con i rappresentanti di Dale Farm a Westminster in un incontro ospitato dal deputato conservatore John Baron. Preferiranno la conciliazione o la distruzione?

Sul tavolo ci sarà il piano del Gypsy Council per fornire un parcheggio alternativo per i caravan degli abitanti di Dale Farm che perderanno la casa, sul terreno offerto dalla Homes and Communities Agency, agenzia governativa (ma indipendente) sopravvissuta ai tagli della Coalizione.

"Andremo nei nuovi siti," commenta Richard Sheridan, presidente del Gypsy Council. "Ma non saremo spinti per strada, fuori dalla nostra terra senza un posto dove andare."

La loro posizione sarà significativamente rinforzata settimana prossima, da una visita a Dale Farm del comitato consultivo sulla protezione delle minoranze nazionali del Consiglio d'Europa. Assieme a due organismi ONU, per qualche tempo hanno monitorato la situazione.

La prova di forza sarà inevitabile se la sessione straordinaria del consiglio di Basildon il prossimo 14 marzo ratificherà l'opzione di sgombero. "Abbiamo la volontà politica," si è vantato Baron. "Non mi importa di quanti gruppi dei diritti umani si oppongono."

*************************

TRAVELLER HOMELESS ACTION

Giorno di mobilitazione a Dale Farm il 14 marzo dalle h. 14.00, culminante con protesta di fronte al Basildon Centre alle 19.00 in coincidenza con il consiglio straordinario che voterà sui 13 milioni di sterline dello sgombero.

More information from: Dale.farm@btinternet.com - (+44) 01206 523528

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