Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 01/12/2010 @ 09:31:02, in scuola, visitato 1592 volte)

Corriere della Sera Sgomberi e crisi: a Milano aumentano i ragazzi in difficoltà. Eppure in alcuni casi basterebbe poco

MILANO - L'elenco dei desideri di Cristina ha solo un punto: "Numero uno, la scuola". Quello che ti piace di più? "La scuola". E poi? Concede: "La maestra". Per tornare subito al principio: quello che hai perso nell'ultimo sgombero? "La scuola". Si può continuare con le domande, la risposta è sempre la stessa. Da quando Cristina, due anni fa, ha scoperto banchi, libri, compagni di classe e soprattutto insegnanti, non vuole altro. Il suo cruccio, ora che vive in strada, da un giardinetto a un parcheggio, in movimento continuo, è aver perso un mese di lezioni, e non avere la certezza di riuscire a seguirne ancora.

LA CARTELLA A SCUOLA - L'elenco degli sgomberi di Cristina ha 19 punti. Ne aveva letti 17 la maestra Flaviana Robbiati al programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano "Vieni via con me". Da allora, tre settimane fa, la bambina e i suoi parenti, rom romeni, sono stati allontanati altre due volte, l'ultima giovedì. E ora si aggirano a bordo di un camioncino aperto, in un quartiere a Nord di Milano. Il totale fa 19 sgomberi in un anno, da quando a novembre 2009 è stato smobilitato per la prima volta l'accampamento abusivo di via Rubattino. Cristina era stata iscritta nel 2008 alle elementari di via Cima, in zona Lambrate, e col nuovo anno scolastico era in "quinta A - rivendica con un certo orgoglio - con Linda e Marco", a quanto pare i più simpatici tra i compagni. Ora che è a Nord, servirebbe il nulla osta per il trasferimento, ma se poi si sposta ancora? La cartella nel dubbio è rimasta in via Cima, perché già due volte è andata persa tra ruspe e vigili, una volta per la verità ha pure preso fuoco nel campo. Per sicurezza ora è custodita dalla maestra Loredana.

QUEI PELOUCHE DIMENTICATI - Ai giocattoli ci ha già rinunciato. Dieci anni compiuti lo scorso 30 ottobre, Cristina ha maturato un certo distacco coi pupazzi e gli orsacchiotti, dopo aver perso le sue cose in uno dei numerosi accampamenti che ha cambiato. E quando riceve in regalo una volpe di peluche, la tiene un po' e poi la passa alla sorellina di due anni. Altra cosa che ha smarrito in uno dei numerosi "traslochi", e che ci vogliono soldi e tempo per rifare, è il passaporto. Il problema ovviamente è a monte, nei soldi. Papà Costel, già nonno a 46 anni, si dispera per questa figlia che vuole andare a scuola e lui non è in grado di mandarcela. Anche perché vagare significa avere poche cose, e acqua scarsa. "Le hanno detto che puzza, io ho vergogna per lei". Che nonostante gli stenti cerca di vestirsi bene, degli stivali di gomma blu lucidi, un jeans che le ha passato la zia con una cintura di paillettes verde acqua, un giubbino arancione senza maniche che non sembra l'ideale per la neve, ma è pulito e le sta bene. In Rubattino andava alle docce della parrocchia e della polisportiva, e aveva i capelli sciolti e puliti. "Qui c'è l'acqua calda", dice Cristina entrando in un bar. Pizza e Coca Cola e poi molte volte a usare il rubinetto della toilette. Sotto la pioggia, senza un tetto, si finisce per appassionarsi a cose che per altri sono scontate. Non è una vita facile, e il papà lo sa.

MAESTRE E MAMME MOBILITATE - "Costel lavora per una cooperativa edile - spiegano Stefano e Tamara della Comunità di Sant'Egidio, che seguono la famiglia -, un pochino guadagna, ma il problema è, per lui come per altri casi simili, un avviamento all'autonomia abitativa che passi da un affitto calmierato". Insomma, trovare una casa. Anche nelle sue condizioni, senza busta paga e senza domicilio fisso, e con i pregiudizi nei confronti dei rom che è inutile negare. Una prima soluzione concreta, propongono da Sant'Egidio (insieme alle maestre e alle mamme dei compagni di classe), potrebbe essere una borsa di studio per Cristina. Un assegno mensile legato alla frequenza scolastica della bambina che nei fatti diventa anche un aiuto alla famiglia e innesca un circolo virtuoso. "Nessuno vuole difendere gli accampamenti rom - dice Stefano - ma è sbagliato pensare che queste persone vogliano essere "nomadi". Desiderano invece integrarsi, e le esperienze che abbiamo fatto con altre famiglie lo dimostrano". Di avviso diverso l'amministrazione milanese, soprattutto il vicesindaco con delega alla Sicurezza Riccardo De Corato, per il quale i rom hanno dimostrato incapacità a inserirsi, propensione alla delinquenza e dovrebbero "tornare a casa". E anche lui ha delle prove a sostegno della sua posizione.

"VOGLIO FARE LA DOTTORESSA" - Tenendo da parte le polemiche, restano le giornate al freddo di Cristina, e la sua incredibile voglia di scuola. "Sono bambini deprivati da molti punti di vista - riflette Silvia Borsani, che è stata la sua maestra durante uno dei molti spostamenti -. La scuola diventa un luogo importante, dove si ha l'occasione di imparare e di costruire un futuro diverso da quello delle proprie madri. Il luogo dell'amicizia, del gioco e della possibilità di tornare a fare i bambini. E anche il luogo delle regole, dove si apprendono gli elementi fondamentali della convivenza civile. Dove Cristina può dire "da grande voglio fare la dottoressa" (parole sue) e avere la speranza che si avveri.

IL SOSTEGNO DEL NON PROFIT - Un caso come quaranta altri bambini del gruppo di rom più o meno identificati con il vecchio insediamento di Rubattino, scolari che fanno fatica a raggiungere la scuola e che vivono in condizioni estreme. Può essere un inizio. Per partecipare alla raccolta fondi per una borsa di studio a Cristina si può scrivere o telefonare: santegidio.milano@gmail.com; 02.86.45.13.09 (risponde una segreteria). Oppure fare un bonifico all'Iban: IT73J0200801739000100909828, causale: borsa di studio bambina rom.

Alessandra Coppola

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Di Fabrizio (del 01/12/2010 @ 09:32:11, in Europa, visitato 1729 volte)

La Voce della Slovacchia

Luník IX, Košice

Nelle elezioni di sabato per il rinnovo dei consigli comunali e distrettuali di tutta la Slovacchia sono risultati eletti anche un certo numero di consiglieri e primi cittadini di etnia rom.

Due erano i partiti che li rappresentavano: il Roma Initiative Slovacco (Romská iniciativa Slovenska-RIS) che è riuscito a far eleggere 52 dei suoi consiglieri come sindaci ed il Partito di Coalizione Rom (Strana romské koalice-SRK) che ne ha invece espresso 50.

In 22 località del paese sono stati eletti dei sindaci “zingari”. Cinque di loro appartengono ad SRK mentre RIS ne ha espresso due.

I due partiti hanno genericamente corso separati, tranne che nella città di Bystrany dove il candidato comune, František Žiga, ha vinto.

Una grossa sorpresa è venuta fuori dalle urne a Jarovnice, dove il precedente sindaco (un gentile) sarà rimpiazzato da Florián Giňa di SRK.

E’ una “zingara” anche Mária Oračková (del partito LS-HZDS) che è stata eletta sindaco di Lomnický.

Nelle comunità Rom. anche quest’anno, si sono paventati brogli e compravendite di voti. Intimidazioni sarebbero avvenute nel quartiere Luník IX di Košice mentre a Kráľovský Chlmec i voti dei cittadini Rom sarebbero stati comprati per 5 euro l’uno.

Il sospetto di brogli riguarderebbe anche le città di Martin e di Žiar, dove autobus privati avrebbero accompagnato al voto gruppi di Rom.

Questa la lista dei sindaci Rom:
Valkovňa (Brezno): Rudolf Pokoš, SMER
Hubice (Dunajská Streda): Štefan Radics, SMER
Jurské (Kežmarok): Eduard Pompa, NEKA
Podhorany: Jozef Oračko, ĽS – HZDS
Stráne pod Tatrami: Gustav Bačo, MOST – HÍD
Luník IX (Košice): Dioníz Slpečík, SDKÚ-DS, KDH, SMK-MKP
Nitra nad Ipľom (Lučenec): Tivadar Berky, SDKÚ-DS
Blatné Remety (Michalovce): Vladimír Sliško, SRK
Jarovnice (Prešov): Florian Giňa, SRK
Barca (Rimavská Sobota): Richard Szajkó, SRK
Cakov: Karol Bari, SDKÚ-DS
Hodejov: Štefan Illéš, SRK
Hostice: František Rácz, SDKÚ-DS, SMK-MKP, RIS
Kesovce: Aladár Szajkó, SMK-MKP
Martinová – Eugen Radič, RIS
Sútor – Tibor Balog, HZD
Šimonovce – Ernest Lakatoš, HZD
Vieska nad Blhom – Attila Lakatoš, SRK
Bystrany (Spišská Nová Ves): František Žiga, SRK, RIS, SSS
Richnava: Vladimír Pokuta, RIS
Žehra: Ivan Mižigár, NEKA
Lomnička: Mária Oračková, ĽS-HZDS

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Di Fabrizio (del 01/12/2010 @ 15:27:30, in Kumpanija, visitato 1476 volte)

MILANO: Spettacolo teatrale BRAT (Fratello) sino al 5 dicembre

Cari tutti,

PORTANDO IL COUPON (.pdf in allegato, da stampare) ALLA CASSA DEL TEATRO TIEFFE POTETE RITIRARE 2 BIGLIETTI AL COSTO DI 10 € L’UNO (1 biglietto intero = 22 €)

Per prenotazioni: 02 36592544 oppure  info@tieffeteatro.it

PS io l'ho visto martedì, bello! : - ) saluti!
PPS: grazie a Ivana per la dritta!

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Di Fabrizio (del 02/12/2010 @ 09:51:49, in Europa, visitato 1553 volte)

Da Romanian_Roma

FOCUS News Agency

Bucarest, 27/11/2010 - Informa AFP, in una ricerca presentata sabato a Bucarest, che nell'ultima decade i Rumeni sono diventati più tolleranti verso i loro compatrioti rom.

"I risultati mostrano un netto aumento del livello di tolleranza verso i Rom, come pure un aumento dei contatti tra le due comunità nella vita quotidiana", ha detto ad AFP Mirel Palada, direttore della Compagnia di Ricerca Sociologica, che ha condotto la ricerca assieme all'OnG Pro Democratia.

Più di tre quarti dei 1.500 intervistati hanno detto che non si preoccuperebbero se una persona rom vivesse nella loro città. Nel 2002, solo il 62% lo affermava.

Quasi i due terzi - contro solo il 41% nel 2002 - hanno detto che non gli dispiacerebbe di essere amici con un Rom rumeno.

Inoltre appaiono in crescita i contatti tra Rom e non-rom nella vita quotidiana.

Quasi i due terzi degli intervistati hanno detto di avere un collega rom a lavoro, comparati al 27% di otto anni fa.

Ma i pregiudizi contro i Rom sono rimasti forti col 44% che afferma di associare la minoranza ai furti e l'82% che ammette di avere una fiducia limitata verso di loro.

La comunità rom rumena è la più grande d'Europa. Le cifre ufficiali dicono sia di 530.000, ma alcuni gruppi la pongono oltre i 2,5 milioni, spiegando che la maggior parte dei Rom non si dichiara per paura delle discriminazioni.

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Di Fabrizio (del 02/12/2010 @ 09:57:55, in Italia, visitato 2014 volte)

Segnalazione di Sara Palli

Pisanotizie

Per la quinta puntata dedicata alle seconde generazioni, Pisanotizie ha incontrato Ambra e Mina, due sorelle di etnia rom di 15 e 14 anni nate in Italia. I loro genitori sono arrivati dal Kossovo per fuggire alla guerra. Oggi vivono insieme ai loro 5 fratelli e sorelle a Pisa

Per la quinta puntata di Seconde generazioni - nuovi cittadini crescono, Pisanotizie ha incontrato le "figlie" di uno dei popoli più perseguitati della storia. Dalle legge della Repubblica di Venezia, che alla metà del '500 decretarono l'impunità per coloro che recavano danno a uno zingaro, passando per gli studi di Cesare Lombroso, che nelle caratteristiche fisiche dei cosiddetti zingari vedeva l'incarnazione dell'idea di "uomo delinquente", fino ad arrivare alle persecuzioni perpetrate dal nazi-fascismo: deportati, destinati ad essere cavie di esperimenti medici, furono circa 500 mila gli uomini, le donne, i bambini di etnia rom e sinti che persero la vita nel porrajmos, il divoramento, come chiamano il genocidio che ha colpito il loro popolo.
E se oggi condanniamo con fermezza l'ideologia che diede vita a tale sterminio, i pregiudizi che identificano gli "zingari" con ladri, non solo di cose ma anche di bambini, in un popolo nomade, e per questo non avente diritto a fissa e dignitosa dimora, appaiono ancora ben radicati.


Ambra e Mina sono di etnia rom. La prima nata a Pescara 15 anni fa, la seconda a Livorno 14 anni or sono. Entrambe sono cresciute a Pisa, dove Ambra è arrivata quando aveva un anno, tanto che Mina con fervore e una punta di orgoglio esclama: "Sono pisana".
La loro famiglia proviene dal Kossovo. Come molti Rom provenienti dalla ex Jugoslavia, i loro genitori sono arrivati in Italia quando nei Balcani infuriava la guerra. Da 13 anni vivono al campo di Coltano insieme ai loro 5 fratelli: "Prima - spiega Ambra - stavamo in roulotte, poi in una baracca. Aspettavamo che ci assegnassero una casa, ma quel giorno non è arrivato".

Quando incontriamo Ambra è da poco tornata dalla Francia, dove ha trascorso un mese in visita da zii e cugini. Dopo aver concluso le scuole medie l'anno scorso, sembra attendere di raggiungere l'età legale per mettersi in cerca di lavoro: "Il mio sogno sarebbe lavorare in un ristorante, come cuoca o come cameriera". In realtà Alisa, sua cognata, ventidue anni, dubita che essere assunta in un ristorante corrisponda alle reali aspettative di Ambra. Per lei sogna un futuro migliore, che le consenta di avere una casa e un lavoro che le dia non solo uno stipendio, ma anche gratificazione personale. Per questo vorrebbe che riprendesse gli studi: "Anche io ho smesso di studiare molto giovane e in parte me ne sono pentita. Ma mi sono innamorata e a 17 anni sono fuggita dalla provincia di Perugia dove vivevo con la mia famiglia, per venire qui e sposare suo fratello. Oggi ho tre figli di cui occuparmi, una famiglia e sono serena. Ma se questa scelta è stata giusta per me, non è affatto detto che lo sia anche per lei".

Almeno per quest'anno, Ambra esclude la possibilità di iscriversi alle scuole superiori. Se studiare non era la sua passione, dal punto di vista della socializzazione le scuole medie sono state tutt'altro che un problema. Espansiva e solare, Ambra in tre anni è riuscita non solo a conquistare l'affetto e l'amicizia di molti compagni di classe, ma anche, ci tiene a dirlo, "di tutta la scuola".
Un'espansività che a quanto pare è un tratto distintivo delle due sorelle. "Ora che mia sorella ha finito la scuola - ci dice Mina - in quanto a popolarità ho preso io il suo posto. Quando entro in classe mi dicono che con me arriva l'allegria".
Mina frequenta la III media, e se la matematica le crea non pochi problemi, la sua passione al momento sembra essere lo studio della storia. Per il suo futuro ha piani molto precisi: "Mi iscriverò alla scuola alberghiera per conseguire il diploma triennale. Ma da grande farò la parrucchiera". Una scelta che ha ragioni ben precise. Se da un lato una certa influenza arriva da una normale vanità adolescenziale - "ho i capelli ricci e non mi piacciono - ci dice - vorrei sempre farmi la piega per averli lisci" - dall'altro a spingerla in questa direzione sono le acconciature con cui le donne rom si ornano in occasione delle feste tradizionali.

La famiglia di Mina e Ambra è di fede musulmana e in casa c'è grande attesa per il giorno in cui verrà festeggiato il più piccolo dei loro nipoti, in occasione della sua circoncisione. Sono proprio le feste e la musica, insieme al romanes, lingua che insieme all'italiano si parla in casa, le manifestazioni della cultura rom con cui le due sorelle sono più in contatto. Se Ambra ama tutti i generi musicali, compresa la tecno e la house, le sue preferenze vanno alla musica rom.

La vita al campo di Coltano trascorre per le due sorelle in compagnia di familiari e amici con cui soprattutto Ambra, libera da impegni scolastici, trascorre la maggior parte delle sue giornate. Per questo motivo nei suoi progetti non sembra avere posto quello di trasferirsi altrove: "Tutto sommato qui mi trovo bene, ormai sono abituata e questa è la mia casa. Lasciarlo significherebbe separarmi dalle amiche. Credo che ne sentirei troppo la mancanza".

Se talvolta, ammettono, qualcuno ha tentato di farle sentire da meno, Mina e Ambra non hanno mai avuto particolari problemi a frenare parole offensive rivolte verso di loro. E in questo la solidarietà degli amici non è mai mancata. Ambra, soprattutto, sembra aver imparato presto che "esistono persone che non sono disposte ad accettarci e che, in quei casi, la scelta migliore può essere semplicemente non frequentarle".
Ma essere di etnia Rom e vivere in un campo comporta il doversi scontrare con luoghi comuni, pregiudizi e attacchi che, confessa Ambra, fanno soffrire. "Ciò che non tollero - spiega - è che sovente parlano senza averci mai incontrati, ci giudicano senza conoscere".

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Di Fabrizio (del 03/12/2010 @ 09:22:48, in Italia, visitato 2141 volte)

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Di Sucar Drom (del 03/12/2010 @ 09:41:35, in Italia, visitato 2584 volte)

Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari" o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra. Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia, accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video, momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.
Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Venezia:

Giovedì 9 dicembre 2010, ore 21:00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San Francesco della Vigna - Castello

PROIEZIONE DEL FILM: "Io, la mia famiglia rom e Woody Allen" di Laura Halilovic, a cura di: Studenti del Master in Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del Centro Europeo Inter-Universitario (EIUC)

Venerdì 10 dicembre 2010, ore 21.00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San Francesco della Vigna - Castello
CONCERTO: Django's Clan. Nel centenario della nascita di Django Reinhardt, genio sinto della musica jazz europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la tecnica.

Lunedì 13 dicembre 2010, ore 21.00 Teatro Aurora - Marghera
SPETTACOLO TEATRALE: "Rom Cabaret" di e con Dijana Pavlovic.

Lunedì 20 dicembre 2010, ore 18:30 Scoletta dei Calegheri, Campo S. Toma Venezia
WORKSHOP: "io non discrimino – l’esperienza degli osservatori contro le discriminazioni razziali". Intervengono: Massimilano Monnanni – Direttore UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), Gianfranco Bettin – Assessore Politiche Giovanili e Pace, Carlo Berini – Federazione Rom e Sinti Insieme, Alessandra Sciurba – Associazione SOS Diritti

Tutti gli eventi sono ad INGRESSO GRATUITO

Gli eventi sono organizzati dalla Federazione Rom e Sinti Insieme e dalla Rete Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia, in collaborazione con il Centro Pace del Comune di Venezia e l'UNAR.

Il Festival Dosta si inserisce nella manifestazione DIRITTI PER TUTTI – IO NON DISCRIMINO, organizzata dalla Rete Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia e comprende anche i seguenti eventi:

Sabato 4 dicembre 2010, dalle ore 16.00 alle 22.00 e Domenica 5 dicembre 2010 dalle ore 12.00 alle 20.00, Ca Foscari Auditorium, Campo Santa Margherita
"Building bridges: connecting through diversity". Una serie di dibattiti e proiezioni di Corti e Lungometraggi organizzato dagli Studenti del Master in Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del Centro Europeo Inter-Universitario (EIUC) con sede al Lido, in collaborazione con l’ Università Cà Foscari e il Circuito Off Venice Internation Short Film Festival.

Martedì 7 dicembre 2010, ore 19.30 Campiello delle erbe, S. Polo 2003
"L'asilo negato di fronte alle mura della fortezza Europa" a cura dell’Associazione Metricubi.
Intervengono: Marco Ferrero, avvocato, membro dell'Associazione di studi giuridici sull'immigrazione (ASGI) e Nicola Grigion, progetto Melting Pot Europa.

Giovedì 9 dicembre, ore 17.15 Teatro dei Frari Venezia
IO DECIDO. Primo incontro per l’avvio di un percorso di democrazia partecipativa nel Comune di Venezia. Vieni anche tu a decidere il futuro della nostra Città.

Venerdì 10 dicembre 2010
Č il giorno in cui ricorre l'anniversario della firma della dichiarazione universale dei diritti umani avvenuta a Parigi il 10 dicembre 1948 ma è anche il giorno in cui Zaher, ragazzo afgano è morto qui a Venezia proprio il 10 dicembre di due anni fa. Zaher è morto perchè i diritti umani ancora oggi nelle nostre Città, nel nostro paese non sono riconosciuti.
Sabato 11 ore 12.00 nel piazzale antistante il Porto la rete Tuttiidirittiumanipertutti invita la cittadinanza a ricordare la morte di Zaher.

LA CAMPAGNA DOSTA!
L’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell’ambito delle sue attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e sinte, ha lanciato per l’anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA ("Basta" in lingua romanes) è stata già promossa dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea nell’ambito del terzo programma congiunto "Equal Rights and Treatment for Roma". La campagna DOSTA è stata già realizzata con successo in cinque paesi dell’Europa dell’Est: Albania, Bosnia e Herzegovina, Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all’interno di un Tavolo di coordinamento ROM istituito e coordinato dall’UNAR e collaborano alla pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna sono quelli di:
- favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze, eventi pubblici e campagne sui media;
- promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di dibattito

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Di Fabrizio (del 04/12/2010 @ 09:06:20, in Europa, visitato 1518 volte)

Segnalazione di Alberto Panaro

Lo scorso luglio il governo Sarkozy stabiliva la possibilità per le autorità francesi di espellere i rom non su base individuale ma sulla base della loro etnia. Il governo d'Oltralpe aveva deciso nello specifico di chiudere 300 campi rom ed espellere dal Paese i loro abitanti. La Commissione Europea aveva accusato l'esecutivo francese di violazione della normativa europea sui migranti nelle leggi nazionali; per tanto aveva dato a Parigi un ultimatum per modificare il provvedimento in linea con le normative comunitarie, pena l'apertura ufficiale della procedura d'infrazione e le conseguenti sanzioni pecuniarie. L'ultimatum europeo è scaduto lo scorso 15 ottobre. Com'è andata a finire? La Francia ha risposto nell'ultimo giorno a disposizione, assicurando di voler cambiare la legge in questione, in modo conforme alla direttiva europea 2004/38, sulla libera circolazione dei cittadini del'Unione europea, oggetto del contendere secondo la Commissione Ue. Quindi la Francia avrebbe sostanzialmente ammesso di aver autorizzato delle espulsioni illegali. La Commissione europea, quindi, ha dichiarato che non aprirà nessun procedimento penale contro la Francia, esprimendo soddisfazione per la retromarcia del governo Sarkozy e per il progetto francese per l'applicazione della direttiva europea. Viviane Reding, vicepresidente dell'esecutivo Ue, ha comunque ribadito che la Commissione intende esaminare come gli stati membri impiegano i fondi comunitari stanziati ad hoc per l'integrazione dei cittadini di etnia rom. E proprio pochi giorni dopo, il 20 ottobre, il Consiglio d'Europa è tornato nuovamente ad occuparsi della questione, votando una risoluzione contro le discriminazioni ai danni delle minoranze, nella quale è stato stralciato il riferimento al ‘caso' francese. In Europa vivono infatti tra i 10 e i 12 milioni di rom e sinti e la questione della loro integrazione e del rispetto dei loro diritti non riguarda solo Parigi. Thomas Hammarberg, commissario dei diritti umani del Consiglio d'Europa ha nuovamente ricordato le violazioni del nostro Paese: «l'Italia ha arrestato ed espulso un numero notevole di rom romeni in questi ultimi anni». Ma mentre continuano a siglarsi testi e risoluzioni che inneggiano genericamente al rispetto dei diritti del popolo rom, è evidente come i Paesi membri continuino ad essere restii ad applicare puntualmente le normative europee e i leader ad abbandonare le loro strategie di propaganda xenofoba e razzista. Tutto ciò mentre sta per concludersi il 2010, anno in cui si celebrano i 60 anni della Convenzione europea dei diritti dell'uomo e a poche settimane dal 2011, Anno europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva.

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Di Fabrizio (del 04/12/2010 @ 09:14:53, in sport, visitato 1629 volte)

Segnalazione di Bogdan Kwappik

cliccare sul logo per vedere il filmato

Il calcio come mezzo di riscatto sociale. Con questo obiettivo nel 2001 nasce in Sudafrica la “Homeless world cup” (Hwc), il mondiale di calcio dei senzatetto. Un progetto che ogni anno coinvolge circa 25mila giocatori: uomini e donne sopra i 16 anni che nell’anno precedente al mondiale hanno vissuto da ‘homeless’. Tra le vivaci e coloratissime immagini dell’edizione 2009, che ha portato a Milano circa 500 giocatori provenienti da 48 nazioni, il filmato ripercorre la storia della Hwc con un testimone d’eccezione, il presidente e fondatore Mel Young. Un occasione per osservare da vicino un torneo che negli ultimi anni ha aiutato il 70% dei partecipanti a cambiare vita, liberandosi dalla dipendenza da droga o alcool e trovando una casa dove vivere.

di Cecilia Lulli e Matteo Tommaso Mombelli
Categoria: TV
Durata: 14’ 21”
Trasmesso su: Inedita

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Di Fabrizio (del 05/12/2010 @ 09:07:33, in Regole, visitato 1620 volte)

di Alessandro Capriccioli

Intervista a Piercamillo Falasca, vicepresidente di Libertiamo, l'associazione di cultura politica vicina a Benedetto Della Vedova e a Futuro e Libertà.

Allora, Piercamillo, a quanto pare c'è una bella magagna da svelare, o sbaglio?

In effetti sì: due parlamentari del PDL, Barbara Saltamartini e Vincenzo Piso, hanno presentato un emendamento al Decreto Sicurezza, con cui chiedono di estendere le misure preventive di polizia ai mendicanti.

Ah. E l'alzata d'ingegno gli è venuta così oppure...

Oppure. Pare che si siano mossi su suggerimento del sindaco Alemanno.

Ok, mettiamo ordine. Stiamo parlando di tutti i mendicanti?

Non proprio: il testo recita "alle persone che, in modo ripugnante, arrecano disturbo ai passanti".

E scusami, che si intende per “disturbo” e "modo ripugnante"?

Vuol dire, e leggo, "o avvalendosi dell'ausilio di animali, ovvero simulando deformità o malattie, o adoperando altri mezzi fraudolento per destare l'altrui pietà". Si tratta praticamente della cosiddetta "mendicità invasiva".

Ho capito: ma nella sostanza cosa rischierebbero questi poveracci?

Conseguenze pesanti: foglio di via obbligatorio, sorveglianza speciale, obbligo di soggiorno.

Mi pare agghiacciante...

Direi di sì: questa disposizione farebbe rientrare dalla finestra quel reato di mendicità che era uscito dalla porta del nostro ordinamento penale con l'abrogazione del 1999, ma in precedenza era già stato parzialmente cassato dalla Corte Costituzionale.

In effetti, a occhio e croce, era una legge un tantino illiberale...

No, di più: era una delle norme più esemplificative della concezione fascista del diritto penale, legato alla criminalizzazione di modi di essere e stili di vita piuttosto che di fatti lesivi di beni giuridici degni di tutela.

E quando l'approverebbero, questo capolavoro?

Domani inizia la discussione del Decreto Sicurezza alla Camera... ...

e quando finisce non si sa...

Già. Sai cosa? Saltamartini e Piso scommettono in modo propagandistico sul fastidio che i mendicanti producono all'occhio e alla pancia dei cittadini comuni. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensino di questa schifezza, e come voteranno, quanti nel PDL si autoproclamano difensori dei valori cristiani.

Insomma, a quanto pare siamo alle solite...

Purtroppo sì. Questa maggioranza continua ad essere garantista con i potenti e giustizialista con i pezzenti.

Con buona pace dei valori cristiani.

Amen.

30 novembre 2010

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