Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 01/12/2010 @ 09:31:02, in scuola, visitato 1592 volte)
Corriere della Sera Sgomberi e crisi: a Milano aumentano i ragazzi in
difficoltà. Eppure in alcuni casi basterebbe poco
MILANO - L'elenco dei desideri di Cristina ha solo un punto: "Numero uno, la
scuola". Quello che ti piace di più? "La scuola". E poi? Concede: "La maestra".
Per tornare subito al principio: quello che hai perso nell'ultimo sgombero? "La
scuola". Si può continuare con le domande, la risposta è sempre la stessa.
Da quando Cristina, due anni fa, ha scoperto banchi, libri, compagni di classe e
soprattutto insegnanti, non vuole altro. Il suo cruccio, ora che vive in strada,
da un giardinetto a un parcheggio, in movimento continuo, è aver perso un mese
di lezioni, e non avere la certezza di riuscire a seguirne ancora.
LA CARTELLA A SCUOLA - L'elenco degli sgomberi di Cristina ha 19 punti.
Ne aveva letti 17 la maestra Flaviana Robbiati al programma di Fabio Fazio e
Roberto Saviano "Vieni via con me". Da allora, tre settimane fa, la bambina e i
suoi parenti, rom romeni, sono stati allontanati altre due volte, l'ultima
giovedì. E ora si aggirano a bordo di un camioncino aperto, in un quartiere a
Nord di Milano. Il totale fa 19 sgomberi in un anno, da quando a novembre 2009 è
stato smobilitato per la prima volta l'accampamento abusivo di via Rubattino.
Cristina era stata iscritta nel 2008 alle elementari di via Cima, in zona
Lambrate, e col nuovo anno scolastico era in "quinta A - rivendica con un certo
orgoglio - con Linda e Marco", a quanto pare i più simpatici tra i compagni. Ora
che è a Nord, servirebbe il nulla osta per il trasferimento, ma se poi si sposta
ancora? La cartella nel dubbio è rimasta in via Cima, perché già due volte è
andata persa tra ruspe e vigili, una volta per la verità ha pure preso fuoco nel
campo. Per sicurezza ora è custodita dalla maestra Loredana.
QUEI PELOUCHE DIMENTICATI - Ai giocattoli ci ha già rinunciato. Dieci
anni compiuti lo scorso 30 ottobre, Cristina ha maturato un certo distacco coi
pupazzi e gli orsacchiotti, dopo aver perso le sue cose in uno dei numerosi
accampamenti che ha cambiato. E quando riceve in regalo una volpe di peluche, la
tiene un po' e poi la passa alla sorellina di due anni. Altra cosa che ha
smarrito in uno dei numerosi "traslochi", e che ci vogliono soldi e tempo per
rifare, è il passaporto. Il problema ovviamente è a monte, nei soldi. Papà
Costel, già nonno a 46 anni, si dispera per questa figlia che vuole andare a
scuola e lui non è in grado di mandarcela. Anche perché vagare significa avere
poche cose, e acqua scarsa. "Le hanno detto che puzza, io ho vergogna per lei".
Che nonostante gli stenti cerca di vestirsi bene, degli stivali di gomma blu
lucidi, un jeans che le ha passato la zia con una cintura di paillettes verde
acqua, un giubbino arancione senza maniche che non sembra l'ideale per la neve,
ma è pulito e le sta bene. In Rubattino andava alle docce della parrocchia e
della polisportiva, e aveva i capelli sciolti e puliti. "Qui c'è l'acqua calda",
dice Cristina entrando in un bar. Pizza e Coca Cola e poi molte volte a usare il
rubinetto della toilette. Sotto la pioggia, senza un tetto, si finisce per
appassionarsi a cose che per altri sono scontate. Non è una vita facile, e il
papà lo sa.
MAESTRE E MAMME MOBILITATE - "Costel lavora per una cooperativa edile -
spiegano Stefano e Tamara della Comunità di Sant'Egidio, che seguono la famiglia
-, un pochino guadagna, ma il problema è, per lui come per altri casi simili, un
avviamento all'autonomia abitativa che passi da un affitto calmierato". Insomma,
trovare una casa. Anche nelle sue condizioni, senza busta paga e senza domicilio
fisso, e con i pregiudizi nei confronti dei rom che è inutile negare. Una prima
soluzione concreta, propongono da Sant'Egidio (insieme alle maestre e alle mamme
dei compagni di classe), potrebbe essere una borsa di studio per Cristina. Un
assegno mensile legato alla frequenza scolastica della bambina che nei fatti
diventa anche un aiuto alla famiglia e innesca un circolo virtuoso. "Nessuno
vuole difendere gli accampamenti rom - dice Stefano - ma è sbagliato pensare che
queste persone vogliano essere "nomadi". Desiderano invece integrarsi, e le
esperienze che abbiamo fatto con altre famiglie lo dimostrano". Di avviso
diverso l'amministrazione milanese, soprattutto il vicesindaco con delega alla
Sicurezza Riccardo De Corato, per il quale i rom hanno dimostrato incapacità a
inserirsi, propensione alla delinquenza e dovrebbero "tornare a casa". E anche
lui ha delle prove a sostegno della sua posizione.
"VOGLIO FARE LA DOTTORESSA" - Tenendo da parte le polemiche, restano le
giornate al freddo di Cristina, e la sua incredibile voglia di scuola. "Sono
bambini deprivati da molti punti di vista - riflette Silvia Borsani, che è stata
la sua maestra durante uno dei molti spostamenti -. La scuola diventa un luogo
importante, dove si ha l'occasione di imparare e di costruire un futuro diverso
da quello delle proprie madri. Il luogo dell'amicizia, del gioco e della
possibilità di tornare a fare i bambini. E anche il luogo delle regole, dove si
apprendono gli elementi fondamentali della convivenza civile. Dove Cristina può
dire "da grande voglio fare la dottoressa" (parole sue) e avere la speranza che
si avveri.
IL SOSTEGNO DEL NON PROFIT - Un caso come quaranta altri bambini del
gruppo di rom più o meno identificati con il vecchio insediamento di Rubattino,
scolari che fanno fatica a raggiungere la scuola e che vivono in condizioni
estreme. Può essere un inizio. Per partecipare alla raccolta fondi per una borsa
di studio a Cristina si può scrivere o telefonare:
santegidio.milano@gmail.com;
02.86.45.13.09 (risponde una segreteria). Oppure fare un bonifico all'Iban:
IT73J0200801739000100909828, causale: borsa di studio bambina rom.
Alessandra Coppola
Di Fabrizio (del 01/12/2010 @ 09:32:11, in Europa, visitato 1729 volte)
La Voce della Slovacchia
Luník IX, Košice
Nelle elezioni di sabato per il rinnovo dei consigli comunali e distrettuali
di tutta la Slovacchia sono risultati eletti anche un certo numero di
consiglieri e primi cittadini di etnia rom.
Due erano i partiti che li rappresentavano: il Roma Initiative Slovacco (Romská
iniciativa Slovenska-RIS) che è riuscito a far eleggere 52 dei suoi consiglieri
come sindaci ed il Partito di Coalizione Rom (Strana romské koalice-SRK) che ne
ha invece espresso 50.
In 22 località del paese sono stati eletti dei sindaci “zingari”. Cinque di
loro appartengono ad SRK mentre RIS ne ha espresso due.
I due partiti hanno genericamente corso separati, tranne che nella città di
Bystrany dove il candidato comune, František Žiga, ha vinto.
Una grossa sorpresa è venuta fuori dalle urne a Jarovnice, dove il precedente
sindaco (un gentile) sarà rimpiazzato da Florián Giňa di SRK.
E’ una “zingara” anche Mária Oračková (del partito LS-HZDS) che è stata
eletta sindaco di Lomnický.
Nelle comunità Rom. anche quest’anno, si sono paventati brogli e
compravendite di voti. Intimidazioni sarebbero avvenute nel quartiere Luník IX
di Košice mentre a Kráľovský Chlmec i voti dei cittadini Rom sarebbero stati
comprati per 5 euro l’uno.
Il sospetto di brogli riguarderebbe anche le città di Martin e di Žiar, dove
autobus privati avrebbero accompagnato al voto gruppi di Rom.
Questa la lista dei sindaci Rom:
Valkovňa (Brezno): Rudolf Pokoš, SMER
Hubice (Dunajská Streda): Štefan Radics, SMER
Jurské (Kežmarok): Eduard Pompa, NEKA
Podhorany: Jozef Oračko, ĽS – HZDS
Stráne pod Tatrami: Gustav Bačo, MOST – HÍD
Luník IX (Košice): Dioníz Slpečík, SDKÚ-DS, KDH, SMK-MKP
Nitra nad Ipľom (Lučenec): Tivadar Berky, SDKÚ-DS
Blatné Remety (Michalovce): Vladimír Sliško, SRK
Jarovnice (Prešov): Florian Giňa, SRK
Barca (Rimavská Sobota): Richard Szajkó, SRK
Cakov: Karol Bari, SDKÚ-DS
Hodejov: Štefan Illéš, SRK
Hostice: František Rácz, SDKÚ-DS, SMK-MKP, RIS
Kesovce: Aladár Szajkó, SMK-MKP
Martinová – Eugen Radič, RIS
Sútor – Tibor Balog, HZD
Šimonovce – Ernest Lakatoš, HZD
Vieska nad Blhom – Attila Lakatoš, SRK
Bystrany (Spišská Nová Ves): František Žiga, SRK, RIS, SSS
Richnava: Vladimír Pokuta, RIS
Žehra: Ivan Mižigár, NEKA
Lomnička: Mária Oračková, ĽS-HZDS
MILANO: Spettacolo teatrale
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Di Fabrizio (del 02/12/2010 @ 09:51:49, in Europa, visitato 1553 volte)
Da
Romanian_Roma
FOCUS
News Agency
Bucarest, 27/11/2010 - Informa AFP, in una ricerca presentata sabato a Bucarest,
che nell'ultima decade i Rumeni sono diventati più tolleranti verso i loro
compatrioti rom.
"I risultati mostrano un netto aumento del livello di tolleranza verso i Rom,
come pure un aumento dei contatti tra le due comunità nella vita quotidiana", ha
detto ad AFP Mirel Palada, direttore della Compagnia di Ricerca Sociologica,
che ha condotto la ricerca assieme all'OnG Pro Democratia.
Più di tre quarti dei 1.500 intervistati hanno detto che non si
preoccuperebbero se una persona rom vivesse nella loro città. Nel 2002, solo il
62% lo affermava.
Quasi i due terzi - contro solo il 41% nel 2002 - hanno detto che non gli
dispiacerebbe di essere amici con un Rom rumeno.
Inoltre appaiono in crescita i contatti tra Rom e non-rom nella vita
quotidiana.
Quasi i due terzi degli intervistati hanno detto di avere un collega rom a
lavoro, comparati al 27% di otto anni fa.
Ma i pregiudizi contro i Rom sono rimasti forti col 44% che afferma di
associare la minoranza ai furti e l'82% che ammette di avere una fiducia
limitata verso di loro.
La comunità rom rumena è la più grande d'Europa. Le cifre ufficiali dicono
sia di 530.000, ma alcuni gruppi la pongono oltre i 2,5 milioni, spiegando che
la maggior parte dei Rom non si dichiara per paura delle discriminazioni.
Di Fabrizio (del 02/12/2010 @ 09:57:55, in Italia, visitato 2014 volte)
Segnalazione di Sara Palli
Pisanotizie
Per la quinta puntata dedicata alle seconde generazioni, Pisanotizie ha
incontrato Ambra e Mina, due sorelle di etnia rom di 15 e 14 anni nate in
Italia. I loro genitori sono arrivati dal Kossovo per fuggire alla guerra. Oggi
vivono insieme ai loro 5 fratelli e sorelle a Pisa
Per la quinta puntata di Seconde generazioni - nuovi cittadini crescono, Pisanotizie
ha incontrato le "figlie" di uno dei popoli più perseguitati della
storia. Dalle legge della Repubblica di Venezia, che alla metà del '500
decretarono l'impunità per coloro che recavano danno a uno zingaro, passando per
gli studi di Cesare Lombroso, che nelle caratteristiche fisiche dei cosiddetti
zingari vedeva l'incarnazione dell'idea di "uomo delinquente", fino ad arrivare
alle persecuzioni perpetrate dal nazi-fascismo: deportati, destinati ad essere
cavie di esperimenti medici, furono circa 500 mila gli uomini, le donne, i
bambini di etnia rom e sinti che persero la vita nel porrajmos, il divoramento,
come chiamano il genocidio che ha colpito il loro popolo.
E se oggi condanniamo con fermezza l'ideologia che diede vita a tale sterminio,
i pregiudizi che identificano gli "zingari" con ladri, non solo di cose ma anche
di bambini, in un popolo nomade, e per questo non avente diritto a fissa e
dignitosa dimora, appaiono ancora ben radicati.
Ambra e Mina sono di etnia rom. La prima nata a Pescara 15 anni fa, la seconda a
Livorno 14 anni or sono. Entrambe sono cresciute a Pisa, dove Ambra è arrivata
quando aveva un anno, tanto che Mina con fervore e una punta di orgoglio
esclama: "Sono pisana".
La loro famiglia proviene dal Kossovo. Come molti Rom provenienti dalla ex
Jugoslavia, i loro genitori sono arrivati in Italia quando nei Balcani infuriava
la guerra. Da 13 anni vivono al campo di Coltano insieme ai loro 5 fratelli:
"Prima - spiega Ambra - stavamo in roulotte, poi in una baracca. Aspettavamo che
ci assegnassero una casa, ma quel giorno non è arrivato".
Quando incontriamo Ambra è da poco tornata dalla Francia, dove ha trascorso un
mese in visita da zii e cugini. Dopo aver concluso le scuole medie l'anno
scorso, sembra attendere di raggiungere l'età legale per mettersi in cerca di
lavoro: "Il mio sogno sarebbe lavorare in un ristorante, come cuoca o come
cameriera". In realtà Alisa, sua cognata, ventidue anni, dubita che essere
assunta in un ristorante corrisponda alle reali aspettative di Ambra. Per lei
sogna un futuro migliore, che le consenta di avere una casa e un lavoro che le
dia non solo uno stipendio, ma anche gratificazione personale. Per questo
vorrebbe che riprendesse gli studi: "Anche io ho smesso di studiare molto
giovane e in parte me ne sono pentita. Ma mi sono innamorata e a 17 anni sono
fuggita dalla provincia di Perugia dove vivevo con la mia famiglia, per venire
qui e sposare suo fratello. Oggi ho tre figli di cui occuparmi, una famiglia e
sono serena. Ma se questa scelta è stata giusta per me, non è affatto detto che
lo sia anche per lei".
Almeno per quest'anno, Ambra esclude la possibilità di iscriversi alle scuole
superiori. Se studiare non era la sua passione, dal punto di vista della
socializzazione le scuole medie sono state tutt'altro che un problema. Espansiva
e solare, Ambra in tre anni è riuscita non solo a conquistare l'affetto e
l'amicizia di molti compagni di classe, ma anche, ci tiene a dirlo, "di tutta la
scuola".
Un'espansività che a quanto pare è un tratto distintivo delle due sorelle. "Ora
che mia sorella ha finito la scuola - ci dice Mina - in quanto a popolarità ho
preso io il suo posto. Quando entro in classe mi dicono che con me arriva
l'allegria".
Mina frequenta la III media, e se la matematica le crea non pochi problemi, la
sua passione al momento sembra essere lo studio della storia. Per il suo futuro
ha piani molto precisi: "Mi iscriverò alla scuola alberghiera per conseguire il
diploma triennale. Ma da grande farò la parrucchiera". Una scelta che ha ragioni
ben precise. Se da un lato una certa influenza arriva da una normale vanità
adolescenziale - "ho i capelli ricci e non mi piacciono - ci dice - vorrei
sempre farmi la piega per averli lisci" - dall'altro a spingerla in questa
direzione sono le acconciature con cui le donne rom si ornano in occasione delle
feste tradizionali.
La famiglia di Mina e Ambra è di fede musulmana e in casa c'è grande attesa per
il giorno in cui verrà festeggiato il più piccolo dei loro nipoti, in occasione
della sua circoncisione. Sono proprio le feste e la musica, insieme al romanes,
lingua che insieme all'italiano si parla in casa, le manifestazioni della
cultura rom con cui le due sorelle sono più in contatto. Se Ambra ama tutti i
generi musicali, compresa la tecno e la house, le sue preferenze vanno alla
musica rom.
La vita al campo di Coltano trascorre per le due sorelle in compagnia di
familiari e amici con cui soprattutto Ambra, libera da impegni scolastici,
trascorre la maggior parte delle sue giornate. Per questo motivo nei suoi
progetti non sembra avere posto quello di trasferirsi altrove: "Tutto sommato
qui mi trovo bene, ormai sono abituata e questa è la mia casa. Lasciarlo
significherebbe separarmi dalle amiche. Credo che ne sentirei troppo la
mancanza".
Se talvolta, ammettono, qualcuno ha tentato di farle sentire da meno, Mina e
Ambra non hanno mai avuto particolari problemi a frenare parole offensive
rivolte verso di loro. E in questo la solidarietà degli amici non è mai mancata.
Ambra, soprattutto, sembra aver imparato presto che "esistono persone che non
sono disposte ad accettarci e che, in quei casi, la scelta migliore può essere
semplicemente non frequentarle".
Ma essere di etnia Rom e vivere in un campo comporta il doversi scontrare con
luoghi comuni, pregiudizi e attacchi che, confessa Ambra, fanno soffrire. "Ciò
che non tollero - spiega - è che sovente parlano senza averci mai incontrati, ci
giudicano senza conoscere".
Di Fabrizio (del 03/12/2010 @ 09:22:48, in Italia, visitato 2141 volte)
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Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari"
o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono
veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma
non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli
sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da
discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In
maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex
Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori
sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per
questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una
roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di
battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria
storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo
i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra.
Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che
occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può
rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda
la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi
sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze
e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia,
accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video,
momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.
Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Venezia:
Giovedì 9 dicembre 2010, ore 21:00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San
Francesco della Vigna - Castello
PROIEZIONE DEL FILM: "Io, la mia famiglia rom e Woody Allen" di Laura Halilovic,
a cura di: Studenti del Master in Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del
Centro Europeo Inter-Universitario (EIUC)
Venerdì 10 dicembre 2010, ore 21.00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San
Francesco della Vigna - Castello
CONCERTO: Django's Clan. Nel centenario della nascita di Django Reinhardt, genio
sinto della musica jazz europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la
tecnica.
Lunedì 13 dicembre 2010, ore 21.00 Teatro Aurora - Marghera
SPETTACOLO TEATRALE: "Rom Cabaret" di e con Dijana Pavlovic.
Lunedì 20 dicembre 2010, ore 18:30 Scoletta dei Calegheri, Campo S. Toma Venezia
WORKSHOP: "io non discrimino – l’esperienza degli osservatori contro le
discriminazioni razziali". Intervengono: Massimilano Monnanni – Direttore UNAR
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), Gianfranco Bettin – Assessore
Politiche Giovanili e Pace, Carlo Berini – Federazione Rom e Sinti Insieme,
Alessandra Sciurba – Associazione SOS Diritti
Tutti gli eventi sono ad INGRESSO GRATUITO
Gli eventi sono organizzati dalla Federazione Rom e Sinti Insieme e dalla Rete
Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia, in collaborazione con il Centro Pace del
Comune di Venezia e l'UNAR.
Il Festival Dosta si inserisce nella manifestazione DIRITTI PER TUTTI – IO NON
DISCRIMINO, organizzata dalla Rete Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia e
comprende anche i seguenti eventi:
Sabato 4 dicembre 2010, dalle ore 16.00 alle 22.00 e Domenica 5 dicembre 2010
dalle ore 12.00 alle 20.00, Ca Foscari Auditorium, Campo Santa Margherita
"Building bridges: connecting through diversity". Una serie di dibattiti e
proiezioni di Corti e Lungometraggi organizzato dagli Studenti del Master in
Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del Centro Europeo Inter-Universitario
(EIUC) con sede al Lido, in collaborazione con l’ Università Cà Foscari e il
Circuito Off Venice Internation Short Film Festival.
Martedì 7 dicembre 2010, ore 19.30 Campiello delle erbe, S. Polo 2003
"L'asilo negato di fronte alle mura della fortezza Europa" a cura
dell’Associazione Metricubi.
Intervengono: Marco Ferrero, avvocato, membro dell'Associazione di studi
giuridici sull'immigrazione (ASGI) e Nicola Grigion, progetto Melting Pot
Europa.
Giovedì 9 dicembre, ore 17.15 Teatro dei Frari Venezia
IO DECIDO. Primo incontro per l’avvio di un percorso di democrazia partecipativa
nel Comune di Venezia. Vieni anche tu a decidere il futuro della nostra Città.
Venerdì 10 dicembre 2010
Č il giorno in cui ricorre l'anniversario della firma della dichiarazione
universale dei diritti umani avvenuta a Parigi il 10 dicembre 1948 ma è anche il
giorno in cui Zaher, ragazzo afgano è morto qui a Venezia proprio il 10 dicembre
di due anni fa. Zaher è morto perchè i diritti umani ancora oggi nelle nostre
Città, nel nostro paese non sono riconosciuti.
Sabato 11 ore 12.00 nel piazzale antistante il Porto la rete
Tuttiidirittiumanipertutti invita la cittadinanza a ricordare la morte di Zaher.
LA CAMPAGNA DOSTA!
L’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell’ambito delle sue
attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e
sinte, ha lanciato per l’anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA ("Basta" in lingua romanes) è stata già promossa dal Consiglio
d’Europa e dalla Commissione Europea nell’ambito del terzo programma congiunto "Equal
Rights and Treatment for Roma". La campagna DOSTA è stata già realizzata con
successo in cinque paesi dell’Europa dell’Est: Albania, Bosnia e Herzegovina,
Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è
di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni
rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione
Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all’interno di un Tavolo di
coordinamento ROM istituito e coordinato dall’UNAR e collaborano alla
pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi
previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle
iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli
stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una
strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna sono quelli di:
- favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella
storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze,
eventi pubblici e campagne sui media;
- promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di
discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo
del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di
dibattito
Di Fabrizio (del 04/12/2010 @ 09:06:20, in Europa, visitato 1518 volte)
Segnalazione di Alberto Panaro
Lo scorso luglio il governo Sarkozy stabiliva la possibilità per le autorità
francesi di espellere i rom non su base individuale ma sulla base della loro
etnia. Il governo d'Oltralpe aveva deciso nello specifico di chiudere 300 campi
rom ed espellere dal Paese i loro abitanti. La Commissione Europea aveva
accusato l'esecutivo francese di violazione della normativa europea sui migranti
nelle leggi nazionali; per tanto aveva dato a Parigi un ultimatum per
modificare il provvedimento in linea con le normative comunitarie, pena
l'apertura ufficiale della procedura d'infrazione e le conseguenti sanzioni
pecuniarie. L'ultimatum europeo è scaduto lo scorso 15 ottobre. Com'è andata a
finire? La Francia ha risposto nell'ultimo giorno a disposizione, assicurando di
voler cambiare la legge in questione, in modo conforme alla direttiva europea
2004/38, sulla libera circolazione dei cittadini del'Unione europea, oggetto del
contendere secondo la Commissione Ue. Quindi la Francia avrebbe sostanzialmente
ammesso di aver autorizzato delle espulsioni illegali. La Commissione europea,
quindi, ha dichiarato che non aprirà nessun procedimento penale contro la
Francia, esprimendo soddisfazione per la retromarcia del governo Sarkozy e per
il progetto francese per l'applicazione della direttiva europea. Viviane Reding,
vicepresidente dell'esecutivo Ue, ha comunque ribadito che la Commissione
intende esaminare come gli stati membri impiegano i fondi comunitari stanziati
ad hoc per l'integrazione dei cittadini di etnia rom. E proprio pochi giorni
dopo, il 20 ottobre, il Consiglio d'Europa è tornato nuovamente ad occuparsi
della questione, votando una risoluzione contro le discriminazioni ai danni
delle minoranze, nella quale è stato stralciato il riferimento al ‘caso'
francese. In Europa vivono infatti tra i 10 e i 12 milioni di rom e sinti e la
questione della loro integrazione e del rispetto dei loro diritti non riguarda
solo Parigi. Thomas Hammarberg, commissario dei diritti umani del Consiglio
d'Europa ha nuovamente ricordato le violazioni del nostro Paese: «l'Italia ha
arrestato ed espulso un numero notevole di rom romeni in questi ultimi anni». Ma
mentre continuano a siglarsi testi e risoluzioni che inneggiano genericamente al
rispetto dei diritti del popolo rom, è evidente come i Paesi membri continuino
ad essere restii ad applicare puntualmente le normative europee e i leader ad
abbandonare le loro strategie di propaganda xenofoba e razzista. Tutto ciò
mentre sta per concludersi il 2010, anno in cui si celebrano i 60 anni della
Convenzione europea dei diritti dell'uomo e a poche settimane dal 2011, Anno
europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva.
Di Fabrizio (del 04/12/2010 @ 09:14:53, in sport, visitato 1629 volte)
Segnalazione di Bogdan Kwappik
cliccare sul logo per vedere il filmato
Il calcio come mezzo di riscatto sociale. Con questo obiettivo nel 2001 nasce
in Sudafrica la “Homeless world cup” (Hwc), il mondiale di calcio dei
senzatetto. Un progetto che ogni anno coinvolge circa 25mila giocatori: uomini e
donne sopra i 16 anni che nell’anno precedente al mondiale hanno vissuto da
‘homeless’. Tra le vivaci e coloratissime immagini dell’edizione 2009, che ha
portato a Milano circa 500 giocatori provenienti da 48 nazioni, il filmato
ripercorre la storia della Hwc con un testimone d’eccezione, il presidente e
fondatore Mel Young. Un occasione per osservare da vicino un torneo che negli
ultimi anni ha aiutato il 70% dei partecipanti a cambiare vita, liberandosi
dalla dipendenza da droga o alcool e trovando una casa dove vivere.
di Cecilia Lulli e Matteo Tommaso Mombelli
Categoria: TV
Durata: 14’ 21”
Trasmesso su: Inedita
Di Fabrizio (del 05/12/2010 @ 09:07:33, in Regole, visitato 1620 volte)
di Alessandro Capriccioli
Intervista a Piercamillo Falasca, vicepresidente di Libertiamo, l'associazione
di cultura politica vicina a Benedetto Della Vedova e a Futuro e Libertà.
Allora, Piercamillo, a quanto pare c'è una bella magagna da svelare, o sbaglio?
In effetti sì: due parlamentari del PDL, Barbara Saltamartini e Vincenzo Piso,
hanno presentato un emendamento al Decreto Sicurezza, con cui chiedono di
estendere le misure preventive di polizia ai mendicanti.
Ah. E l'alzata d'ingegno gli è venuta così oppure...
Oppure. Pare che si siano mossi su suggerimento del sindaco Alemanno.
Ok, mettiamo ordine. Stiamo parlando di tutti i mendicanti?
Non proprio: il testo recita "alle persone che, in modo ripugnante, arrecano
disturbo ai passanti".
E scusami, che si intende per “disturbo” e "modo ripugnante"?
Vuol dire, e leggo, "o avvalendosi dell'ausilio di animali, ovvero simulando
deformità o malattie, o adoperando altri mezzi fraudolento per destare l'altrui
pietà". Si tratta praticamente della cosiddetta "mendicità invasiva".
Ho capito: ma nella sostanza cosa rischierebbero questi poveracci?
Conseguenze pesanti: foglio di via obbligatorio, sorveglianza speciale, obbligo
di soggiorno.
Mi pare agghiacciante...
Direi di sì: questa disposizione farebbe rientrare dalla finestra quel reato di
mendicità che era uscito dalla porta del nostro ordinamento penale con
l'abrogazione del 1999, ma in precedenza era già stato parzialmente cassato
dalla Corte Costituzionale.
In effetti, a occhio e croce, era una legge un tantino illiberale...
No, di più: era una delle norme più esemplificative della concezione fascista
del diritto penale, legato alla criminalizzazione di modi di essere e stili di
vita piuttosto che di fatti lesivi di beni giuridici degni di tutela.
E quando l'approverebbero, questo capolavoro?
Domani inizia la discussione del Decreto Sicurezza alla Camera... ...
e quando finisce non si sa...
Già. Sai cosa? Saltamartini e Piso scommettono in modo propagandistico sul
fastidio che i mendicanti producono all'occhio e alla pancia dei cittadini
comuni. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensino di questa schifezza, e come
voteranno, quanti nel PDL si autoproclamano difensori dei valori cristiani.
Insomma, a quanto pare siamo alle solite...
Purtroppo sì. Questa maggioranza continua ad essere garantista con i potenti e
giustizialista con i pezzenti.
Con buona pace dei valori cristiani.
Amen.
30 novembre 2010
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