Segnalazione di Sara Palli
Pisanotizie
Per la quinta puntata dedicata alle seconde generazioni, Pisanotizie ha
incontrato Ambra e Mina, due sorelle di etnia rom di 15 e 14 anni nate in
Italia. I loro genitori sono arrivati dal Kossovo per fuggire alla guerra. Oggi
vivono insieme ai loro 5 fratelli e sorelle a Pisa
Per la quinta puntata di Seconde generazioni - nuovi cittadini crescono, Pisanotizie
ha incontrato le "figlie" di uno dei popoli più perseguitati della
storia. Dalle legge della Repubblica di Venezia, che alla metà del '500
decretarono l'impunità per coloro che recavano danno a uno zingaro, passando per
gli studi di Cesare Lombroso, che nelle caratteristiche fisiche dei cosiddetti
zingari vedeva l'incarnazione dell'idea di "uomo delinquente", fino ad arrivare
alle persecuzioni perpetrate dal nazi-fascismo: deportati, destinati ad essere
cavie di esperimenti medici, furono circa 500 mila gli uomini, le donne, i
bambini di etnia rom e sinti che persero la vita nel porrajmos, il divoramento,
come chiamano il genocidio che ha colpito il loro popolo.
E se oggi condanniamo con fermezza l'ideologia che diede vita a tale sterminio,
i pregiudizi che identificano gli "zingari" con ladri, non solo di cose ma anche
di bambini, in un popolo nomade, e per questo non avente diritto a fissa e
dignitosa dimora, appaiono ancora ben radicati.
Ambra e Mina sono di etnia rom. La prima nata a Pescara 15 anni fa, la seconda a
Livorno 14 anni or sono. Entrambe sono cresciute a Pisa, dove Ambra è arrivata
quando aveva un anno, tanto che Mina con fervore e una punta di orgoglio
esclama: "Sono pisana".
La loro famiglia proviene dal Kossovo. Come molti Rom provenienti dalla ex
Jugoslavia, i loro genitori sono arrivati in Italia quando nei Balcani infuriava
la guerra. Da 13 anni vivono al campo di Coltano insieme ai loro 5 fratelli:
"Prima - spiega Ambra - stavamo in roulotte, poi in una baracca. Aspettavamo che
ci assegnassero una casa, ma quel giorno non è arrivato".
Quando incontriamo Ambra è da poco tornata dalla Francia, dove ha trascorso un
mese in visita da zii e cugini. Dopo aver concluso le scuole medie l'anno
scorso, sembra attendere di raggiungere l'età legale per mettersi in cerca di
lavoro: "Il mio sogno sarebbe lavorare in un ristorante, come cuoca o come
cameriera". In realtà Alisa, sua cognata, ventidue anni, dubita che essere
assunta in un ristorante corrisponda alle reali aspettative di Ambra. Per lei
sogna un futuro migliore, che le consenta di avere una casa e un lavoro che le
dia non solo uno stipendio, ma anche gratificazione personale. Per questo
vorrebbe che riprendesse gli studi: "Anche io ho smesso di studiare molto
giovane e in parte me ne sono pentita. Ma mi sono innamorata e a 17 anni sono
fuggita dalla provincia di Perugia dove vivevo con la mia famiglia, per venire
qui e sposare suo fratello. Oggi ho tre figli di cui occuparmi, una famiglia e
sono serena. Ma se questa scelta è stata giusta per me, non è affatto detto che
lo sia anche per lei".
Almeno per quest'anno, Ambra esclude la possibilità di iscriversi alle scuole
superiori. Se studiare non era la sua passione, dal punto di vista della
socializzazione le scuole medie sono state tutt'altro che un problema. Espansiva
e solare, Ambra in tre anni è riuscita non solo a conquistare l'affetto e
l'amicizia di molti compagni di classe, ma anche, ci tiene a dirlo, "di tutta la
scuola".
Un'espansività che a quanto pare è un tratto distintivo delle due sorelle. "Ora
che mia sorella ha finito la scuola - ci dice Mina - in quanto a popolarità ho
preso io il suo posto. Quando entro in classe mi dicono che con me arriva
l'allegria".
Mina frequenta la III media, e se la matematica le crea non pochi problemi, la
sua passione al momento sembra essere lo studio della storia. Per il suo futuro
ha piani molto precisi: "Mi iscriverò alla scuola alberghiera per conseguire il
diploma triennale. Ma da grande farò la parrucchiera". Una scelta che ha ragioni
ben precise. Se da un lato una certa influenza arriva da una normale vanità
adolescenziale - "ho i capelli ricci e non mi piacciono - ci dice - vorrei
sempre farmi la piega per averli lisci" - dall'altro a spingerla in questa
direzione sono le acconciature con cui le donne rom si ornano in occasione delle
feste tradizionali.
La famiglia di Mina e Ambra è di fede musulmana e in casa c'è grande attesa per
il giorno in cui verrà festeggiato il più piccolo dei loro nipoti, in occasione
della sua circoncisione. Sono proprio le feste e la musica, insieme al romanes,
lingua che insieme all'italiano si parla in casa, le manifestazioni della
cultura rom con cui le due sorelle sono più in contatto. Se Ambra ama tutti i
generi musicali, compresa la tecno e la house, le sue preferenze vanno alla
musica rom.
La vita al campo di Coltano trascorre per le due sorelle in compagnia di
familiari e amici con cui soprattutto Ambra, libera da impegni scolastici,
trascorre la maggior parte delle sue giornate. Per questo motivo nei suoi
progetti non sembra avere posto quello di trasferirsi altrove: "Tutto sommato
qui mi trovo bene, ormai sono abituata e questa è la mia casa. Lasciarlo
significherebbe separarmi dalle amiche. Credo che ne sentirei troppo la
mancanza".
Se talvolta, ammettono, qualcuno ha tentato di farle sentire da meno, Mina e
Ambra non hanno mai avuto particolari problemi a frenare parole offensive
rivolte verso di loro. E in questo la solidarietà degli amici non è mai mancata.
Ambra, soprattutto, sembra aver imparato presto che "esistono persone che non
sono disposte ad accettarci e che, in quei casi, la scelta migliore può essere
semplicemente non frequentarle".
Ma essere di etnia Rom e vivere in un campo comporta il doversi scontrare con
luoghi comuni, pregiudizi e attacchi che, confessa Ambra, fanno soffrire. "Ciò
che non tollero - spiega - è che sovente parlano senza averci mai incontrati, ci
giudicano senza conoscere".