Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 05/10/2007 @ 08:59:49, in Europa, visitato 2297 volte)
Da
Romanian_Roma
Ancora, il Ministro della Sanità Pubblica (MSP) non ha programmi per la
comunità Rom, questo perché ritiene che il disagio e la sofferenza non abbiano
niente a che fare col retroterra etnico dei singoli. Dal 2001, anno in cui la
Romania ha adottato la normativa europea, che proibisce la classificazione su
base etnica, non ci sono dati ufficiali sul problema della sanità tra i Rom.
Abbastanza sorprendentemente, gli incaricati statali dicono spesso che i Rom
sono il gruppo privilegiato delle strategie governative per promuovere la sanità
e combattere la povertà. D'altra parte, non c'è molto che il ministro può fare
per la gente di
Ferentari. Dice Hanna Dobronauteanu ex consigliera per i problemi Rom
nel MSP "Al momento, l'area non è una priorità del MSP. Le cose potrebbero
cambiare solamente se l'Autorità per la Sanità Pubblica di Bucarest (ASPB) o
alcune OnG identificassero problemi specifichi ed arrivassero ad un piano
concreto per migliorare le condizioni dell'area".
Ma ora a Ferentari - nell'assenza di un sostanziale sforzo a lungo termine da
parte del governo - solo progetti ed iniziative delle OnG ottengono risultati,
limitati nello scopo.
Centinaia di migliaia di euro sono stati spesi per ogni tipo di programmi,
dalla lotta alla tubercolosi all'educazione sessuale (per uomini e donne) e
piani familiari, prevenzione del cancro al seno ecc. Ma tutto ciò è ancora
distante dal raggiungere risultati visibili.
"I programmi portati avanti finora dovrebbero essere soltanto l'introduzione
ad una grande, coerente campagna destinata a richiamare i complessi problemi di
salute della popolazione Rom di Ferentari. Di certo sono stati molto utili, ma
non sempre sono stati focalizzati sui bisogni più stringenti. Dietro, le vere
cause, che sono la povertà, la disoccupazione, la mancanza di scolarità" secondo
Alina Constantinescu, lavoratrice sociale dell'organizzazione sociale "Doctors
of the World". Ammonisce: "Inoltre, da quando la Romania è diventata stato
membro della UE, gli USA e gli altri stati occidentali hanno cessato di
finanziare progetti, ritenendo la Romania ormai in grado di risolvere i suoi
problemi da sola. Cosa di cui dubito..."
Nell'indirizzare le tematiche Rom, il MSP supporta solamente i mediatori
sanitari, che sono membri della comunità locale, per facilitare la comunicazione
tra popolo e medici.
Perciò, i 500 mediatori sanitari che lavorano in tutta la Romania - tutte
donne - devono entrare nelle case delle persone, identificare i problemi e
cercare le soluzioni.
Infatti, quello che fanno non è solo occuparsi dei problemi relativi alla
sanità, ma anche aiutare i Rom ad ottenere documenti di identità o certificati
di nascita o riportare i loro problemi sociali alle autorità.
Anche se, con l'aiuto dei mediatori sanitari, sono state prese misure
significative, i problemi sono lontani dall'essere risolti. Primariamente, sono
impiegati per un periodo limitato, di solito un anno, e poi i loro contratti di
lavoro sono estesi per un altro anno, rendendo il lavoro meno sicuro. Poi il
loro salario - pagato dall'Autorità per la Sanità Pubblica - è lontano dal
motivarli, ammontando ad appena 400 RON (Euro 125) o meno al mese. Le
comunicazioni con i medici non sempre sono facili.
Inoltre, ci sono problemi legati all'accesso dei servizi sanitari pubblici.
Il MSP dicono che sono stati implementati,ma le OnG locali sono di opinione
differente. Daniel Radulescu, di Romani Criss, dice: "Anche se ora più persone
sono registrate, questo non significa che hanno ottenuto un pari accesso ai ai
servizi forniti. Molto spesso, i Rom ci informano che i dottori mostrano
attitudini razziste.
Anche Ervin Szekely, segretario statale del ministero, conferma l'esistenza
di casi simili. "Siamo stati recentemente informati su una donna Rom che ha
consegnato un reclamo per non avere ricevuto adeguata assistenza medica riguardo
ai seri problemi avuti con la nascita di suo figlio. Al medico sono state
imposte sanzioni, non per un atto di discriminazione, ma per avere mancato nel
provvedere adeguata assistenza medica. Così non è stato sanzionato per
discriminazione, perché è difficile da provare."
Romani Criss riporta anche istanze di segregazione in ospedale - che in
Romania è illegale - ma ammette che casi simili sono difficili da provare.
"Discriminazione e segregazione per lungo tempo non sono state tra le nostre
priorità. D'altra parte, stiamo pianificando come includere questi fenomeni nel
nostro lavoro di ricerca", dichiara Erwin Szekely.
DIVERS - www.divers.ro
Investigation published by Marian Chiriac, editor of DIVERS news bulletin
country, and Daniel Ganga, a freelance journalist of Roma origin.
This article is part of the Public Health Journalism and Roma Program, the
second edition, coordinated by Center for Independent Journalism Bucharest, and
supported by the Open Society Institute – New York.
Leggendo gli articoli che informano sugli attacchi razzisti in Italia,
onestamente non riesco a vedere l'efficacia di tutti i processi politici ed
attività iniziate dalle istituzioni europee.
Promuovere il dialogo interculturale, affermare l'azione contro il razzismo,
promuovere la società democratica, aumenta la domanda su cosa stia succedendo al
popolo Rom in Europa.
In Italia scoppiano bombe molotov contro la comunità Rom, in Slovacchia dei
Rom sono stati uccisi ed ancora non ci sono reazioni ufficiali. I Rom dal Kosovo
vivono ancora nella paura di essere deportati in un paese che non offre
condizioni di vita basiche e sicure.
Ma ancora i paesi europei non considerano il fatto degli esistenti atti
discriminatori e del razzismo che quotidianamente crescono contro i Rom.
La tematica della segregazione è ancora presente in molti paesi, i bambini
Rom non sono accettati dagli insegnanti, molti i pregiudizi dagli altri
genitori. Viviamo nel XXI secolo, la debolezza della società sono i pregiudizi,
gli stereotipi e il razzismo.
La lotta per i diritti umani diventa lotta per sopravvivere di differenti
minoranze senza stato.
Quindi la domanda è se stiamo perdendo questa lotta o ci siamo trasformati in
marionette che servono a chi compie operazioni di diverso profilo.
Devlesa
Elezovski Asmet
Roma National Congress
Email: asmetelezovski@yahoo.com
Di Fabrizio (del 03/10/2007 @ 09:43:02, in media, visitato 1946 volte)
Vi segnalo questa importante iniziativa che la CISL di Milano organizza
domani pomeriggio (3 ottobre alle 16.30 in Via Tadino 23) per sensibilizzare
all'interno ed all'esterno sul tema dei Rom, con la proiezione del Film
Opera Gagia.
Invitiamo a partecipare numerosi per non far calare l'attenzione.
Maurizio Bove.
Di Sucar Drom (del 02/10/2007 @ 09:44:15, in blog, visitato 1984 volte)
Rom e Sinti, un popolo di troppo?
Mercoledì sera, 26 settembre, alcuni di noi hanno partecipato alla trasmissione
l’Infedele, condotta da Gad Lerner. Il titolo della trasmissione “zingari: un
popolo di troppo”. Dobbiamo confessare abbiamo subito pensato male, dopo aver
letto il titolo scelto per la trasmissione, ma Lerner si è di certo riscattato
conducendo una trasmissione che pensiamo abbia fatto riflettere molti. L’incipit
della tr...
Milano, ritorno alla tolleranza zero
Da fenomeno secondario a priorità assoluta nell’agenda istituzionale, la
presenza dei Rom a Milano viene spregiudicatamente sopravvalutata, in
assenza di una informazione libera e attendibile, correggendo al rialzo cifre
assolute che per la loro esiguità sarebbero poco più che inconsistenti. Ecco
quindi che poche migliaia di persone, circa 5.000, diventano per l’Ammi...
Livorno, solidarietà a Victor Lacatus e Menji Clopotar
Il più celebre specialista delle culture Rom e Sinti, l'antropologo belga Alain
Reyniers (in foto), ha deciso di stigmatizzare nelle giuste sedi le violazioni
dei Diritti Umani compiute dalle autorità italiane nei confronti dei genitori
dei bambini Rom morti nel rogo di Livorno lo scorso 10 agosto. Lo ha comunicato
lo stesso Reyniers ad Aisha Ayari, membro del Gruppo Every...
Il Governo italiano apre la caccia al Rom rumeno
Sui Rom nascerà un gruppo di lavoro tra ministero per la Solidarietà sociale,
Agenzia nazionale rumena per i Rom e Governo rumeno. La prima verifica del
lavoro svolto è fissata a fine ottobre con un incontro a Bucarest. Lo ha
annunciato il ministro per la Solidarietà sociale Paolo Ferrero che ha ricevuto
oggi una delegazione del Governo rumeno, guidata dal Segretario di St...
Bolzano, il Sindaco si impegna a chiudere il "campo nomadi" entro il 2008
Entro la fine del 2008 il villaggio rom di Castel Firmiano sarà smantellato. Lo
ha promesso il sindaco alle famiglie, 27 in tutto, che da undici anni vivono
sopra la vecchia discarica. Luigi Spagnolli, assieme all’assessore Patrizia
Trincanato, sabato è salito al villaggio, per incontrare le famiglie e spiegare
tempi e modi del trasferimento. Ciò per quanto riguarda il breve e medio
termine. Ma ha spiegato anche il piano di sicurezza per l’imm...
Quando la stampa alimenta il razzismo
Pubblichiamo il discusso articolo di Alberto Ronchey (in foto), pubblicato dal
Corriere della Sera il 29 settembre scorso. Noi di sucardrom crediamo
irresponsabile continuare ad alimentare paure e stereotipi con grida allarmiste
o con “cronache” di chi, come Montanelli, durante la guerra d’Africa si “univa”
con delle bambine dodicenni e lo giustificava anni dopo in televisione con la
solita frase razzista oggi in bocca ai nostrani pedofili: “per loro è normale,
dimostrano più anni delle nostre bambine”. Le tesi di Ronchey sono estremamente
gravi perchè riassumono un pensiero già espresso negli anni Venti da chi poi
condurrà allo sterminio la metà dell'intera popolazione rom e sinta...
Di Fabrizio (del 01/10/2007 @ 10:23:23, in Europa, visitato 2254 volte)
Da
Altrenotizie.org
Domenica, 30 Settembre 2007 - 13:30 - di Elena Ferrara
Nuovi, importanti e significativi passi in avanti nelle comunità dei 10 milioni
di Rom sparsi nel mondo. Ora è la volta della Bulgaria e della Russia e i
settori interessati sono quelli della televisione e del teatro. Tutto comincia
nella città bulgara di Vidin, nella parte nord occidentale del paese, dove
vengono organizzati i primi studi di una televisione tutta Rom. Si chiama
RomaTv ed è la prima emittente a carattere etnico. Ha come obiettivo quello
di contribuire all’integrazione della comunità zingara nella società bulgara e
nello stesso tempo cerca di sfatare molti miti di stampo negativo sui Rom che
sono stati costruiti nel corso degli anni. Alle trasmissioni vengono invitati
esponenti della comunità, ospiti stranieri, studiosi della storia Rom, psicologi
ed esponenti della vita locale. Si cerca di far uscire dal ghetto una minoranza
che è da sempre emarginata dal punto di vista mediatico e, quindi, da qualsiasi
tipo di “integrazione televisiva”. Per ora il raggio d’azione dell’emittente
è limitato ad alcune zone abitate prevalentemente da Rom, ma l’obiettivo
generale è quello di raggiungere un pubblico sempre più vasto uscendo anche dal
ristretto campo della tematica zingara. In pratica l’obiettivo degli
organizzatori di questa televisione consiste nello scendere sul terreno della
competitività con le altre società televisive.
Tutto questo perché esiste un problema di autoghettizzazione. Lo fa notare
Georgi Lozanov, esperto di media ed informazione, che è uno degli intellettuali
bulgari più autorevoli. E’ lui che punta a ricordare che il dare spazio ad una
comunità nel mondo mediatico significa aiutarla a modernizzarsi ma che, nello
stesso tempo, si rischia di dare vita ad un fenomeno negativo. Questo perchè nel
momento in cui una televisione di nicchia diviene l'intero mondo mediatico di
riferimento della comunità Rom, gli altri media non riescono a trovare canali
comunicativi che possano giungere fino alla stessa comunità. I Rom - rileva
Lozanov - hanno sempre più bisogno di un confronto, di una mediazione tra il
loro mondo e quello degli altri. E così il compito di questa emittente locale
consiste proprio nel tentare il miracolo della collaborazione e della
sensibilizzazione culturale.
Va ricordato che in Bulgaria la “questione zingara” è stata sempre un problema
aperto anche per il duro sistema socialista. E chi, allora, li chiamava
“zingari” rischiava una multa. Perchè si puntava ad assimilarli ai bulgari per
legge. Rifiutando così di ammettere l’esistenza ufficiale di una minoranza. Ma
le nuove condizioni “europee” stanno sempre più portando la Bulgaria a ripensare
ai propri rapporti con la comunità zingara, cercando di attuare un processo di
incontro che non annulli le tradizioni. Rispettando le suddivisioni sia su base
religiosa - professano la fede musulmana, cristiano ortodossa e vi sono anche
gruppi che appartengono a chiese protestanti - sia linguistica dal momento che
parlano differenti dialetti bulgari, il turco od il vlachi che è un dialetto
d'origine romena. Ed è a tutte queste tematiche che si riferisce la nuova tv.
Altra storia è quella che riguarda il teatro Rom, in Russia. Qui esiste già una
ben radicata tradizione che viene oggi portata come esempio a livello
internazionale. E tutto prende le mosse dalle recenti manifestazioni in onore
del 75mo anniversario del “Teatro zingaro, lirico-musicale” di Mosca che hanno
assunto un carattere eccezionale. Ai festeggiamenti sono intervenuti i massimi
esponenti dell’amministrazione presidenziale e i deputati della commissione
culturale della Duma. A fare gli onori di casa per questo singolare appuntamento
è stato un rappresentate di spicco della comunità zingara della Russia, il
cantante e regista Nikolaj Slicenko che dal 1977 è impegnato in questa campagna
di affermazione culturale dei Rom. Il teatro dove lavora - il “Romen” - è
appunto un vero e proprio laboratorio. Attori e cantanti sono tutti appartenenti
alla comunità zingara e portano sulla scena le migliori tradizioni della loro
arte.
Intanto in Russia - parallelamente - si va sempre più sviluppando l’attività
organizzativa dei Rom. Si è già svolto il congresso delle associazioni di tutti
gli zingari che si trovano nel territorio della Csi (in gran parte quello
dell’ex Urss) e si è formata una “Federazione delle autonomie zingare”. Alla
guida di questa importante struttura si trovano lo studioso Georghij Demetr che
si occupa della vita e della storia degli zingari dell’Europa centrale e il
regista capo del teatro “Romen”, Slicenko. E sempre in Russia - dove la
questione Rom sta assumendo una rilevanza nazionale - si rivedono, in
particolare, i vecchi regolamenti del periodo sovietico e si accettano le
situazioni che si sono andate “codificando” in questi ultimi anni. Esce uno
studio dei politologi Aleksej Muchin e Jana Zdorovez che, testimoniando i
progressi dei Rom russi, fornisce una serie di chiavi di interpretazione per
conoscerne a fondo la loro società. Si apprende così che gli zingari sono
presenti in tutto il territorio nazionale ed hanno precise organizzazioni locali
che si occupano dei tanti problemi che sorgono in relazione alle mutate
condizioni socio-economiche del Paese. In particolare nella città di Tver esiste
una associazione chiamata “Romanimos” che pubblica libri per i Rom nelle loro
lingue ed ha già presentato una edizione della Bibbia. Molte altre iniziative di
carattere sociale e culturale si segnalano in varie città siberiane. Ma è il
teatro moscovita “Romen” che fa comunque tendenza destando la maggiore
attenzione.
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