Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 05/02/2007 @ 10:26:38, in Europa, visitato 1550 volte)
E' uscito l'aggiornamento di gennaio 2007 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
Di Daniele (del 05/02/2007 @ 10:21:27, in Europa, visitato 1941 volte)
Il Gipsy king esiste. Ed è europeo
Intervista a Florin Cioaba dopo l'ingresso della Romania in Europa: "Spero nella Ue. Ma rispetti le tradizioni rom"
Florin Cioaba vive in un sobborgo di Sibiu, in Romania. Cioè in un Paese che, dal 1° gennaio, è entrato a far parte della grande famiglia europea. E proprio da quest'anno, l'Europa può contare circa 12 milioni di rom che adesso otterranno, anche a Bruxelles, più visibilità per i loro diritti. Signor Cioaba, ci spieghi il motivo del titolo che detiene: “Re internazionale dei Rom”. La famiglia Cioaba, ufficialmente riconosciuta, guida già da parecchie generazioni il popolo dei Rom. Negli anni Sessanta mio padre Ion Cioaba ha cercato di integrare i Rom nella società, sia a livello nazionale che internazionale. Agli inizi degli anni Novanta i Rom hanno voluto un re che li rappresentasse e che si battesse per i loro diritti e così mio padre da “Bulibascha”, che in lingua rom significa “capo”, è diventato re. Dopo la sua morte, nel 1997, ho ereditato io il titolo di re internazionale dei Rom. Con l’entrata della Romania nell’Ue cosa potrebbe cambiare per il suo popolo? Già dal 2000 l’Ue sta cambiando il destino dei Rom in Europa. Dal 2004 abbiamo il European Rom and Travellers Forum, una sorta di miniparlamento, di cui anch’io faccio parte in qualità di Vicepresidente dell’Unione dei Rom. Per me l’Ue rappresenta una nuova via e una nuova speranza. In quali paesi il problema Rom è più impellente? Nessun Paese europeo ha una legislazione che discrimina i Rom, però nella vita di tutti i giorni e anche nella politica locale veniamo discriminati. L’ultimo rapporto della Ue lo evidenzia, persino con una tendenza crescente. Sono preoccupato per questo, così come per le cure mediche e la situazione abitativa dei Rom. Bisogna intervenire con una certa urgenza. Quali sono concretamente le sue richieste? Ogni Paese europeo segue una strategia. Anche in Romania ce n’è una, che in parte è stata realizzata: in alcune scuole elementari e in un’università di Bucarest viene insegnata la lingua rom, ma spesso i programmi offerti dalla Ue non vengono realizzati, perché non sono graditi alla maggior parte della popolazione. La maggioranza dei rumeni si lamenta che le vostre tradizioni non sono compatibili con quelle di una Ue moderna, ad esempio per quanto riguarda i matrimoni combinati di minorenni. Ma la nostra tradizione esiste già da millenni: e l’Unione Europea, a confronto, è molto giovane! Ora che viviamo nel nuovo millennio e che da poco facciamo anche parte della Ue, qualcosa naturalmente dovrà cambiare, sono assolutamente d’accordo. Ma il cambiamento non deve avvenire bruscamente e con la polizia fuori dalla porta. Ultimamente ci sono state campagne informative sul tema dei matrimoni combinati di minorenni e molti hanno capito che non si possono far sposare i bambini. Anche Lei ha dovuto presentarsi davanti al Parlamento Europeo quando ha fatto sposare sua figlia Ana Maria, appena 13enne. Il mio caso era un pò più delicato. La Bbc aveva mentito, dicendo che mia figlia era stata costretta con botte e minacce a sposarsi. E l’intervento della signora Nicholson [Emma Nicholson, europarlamentare e referente per la Romania, ndr] è stato giusto. Era la sua funzione. Ma quando le ho raccontato che una nostra tradizione vecchia di secoli richiede che nostra figlia si sposi già a quell’età, lei ha capito e anch’io ho capito qualcosa. Il fidanzamento è stato rotto e l’abbiamo fatta sposare a 15 anni: questo è permesso. Come pensa di riuscire a conciliare tutti gli interessi delle diverse tribù del suo popolo? Questa è la mia maggiore preoccupazione. Quando mio padre, subito dopo la rivoluzione, ha fondato l’Unione dei Rom, tutti hanno aderito. Ma già alcuni mesi più tardi alcuni si erano divisi e organizzati in altri partiti o unioni e oggi, 16 anni dopo, ci sono più di 250 organizzazioni Rom nel nostro Paese. Sto cercando di creare una rappresentanza unificata dei Rom. Ma so già che durerà al massimo fino alle prossime elezioni! In Romania ci sono due diverse proposte sul metodo di integrazione dei Rom: alcuni sostengono il rafforzamento di questa minoranza etnica attraverso la creazione di proprie scuole, altri sperano che i Rom vengano trattati come i rumeni. Lei cosa ne pensa? In confronto a prima i Rom sono già ben integrati nella società rumena. Abbiamo professori universitari, abbiamo i nostri giornali, i nostri rappresentanti al governo. I Rom non hanno bisogno di chissà quale programma di integrazione teorico o economico da parte dell’Unione Europea, ma di piani per l’occupazione. Mancano posti di lavoro che permettano ai Rom di dedicarsi ai loro antichi lavori secolari.
Brigitta Gabrin - Hermannstadt (Sibiu) - 2.2.2007 | Traduzione: Michela Del Mistro
Di Fabrizio (del 04/02/2007 @ 09:17:28, in casa, visitato 2021 volte)
Da Slovak_Roma
Attualmente i Rom in Slovacchia stanno sperimentando un'ondata di sgomberi forzati; secondo un rapporto di martedì 23 gennaio 2007 della Milan Simecka Foundation, Centre on Housing Rights and Evictions (COHRE) ed European Roma Rights Centre (ERRC).
Il rapporto, che mostra come una combinazione di vari fattori stia guidando i Rom dalle loro case verso aree più segregate, è stato lanciato in una speciale tavola rotonda con i rappresentanti dei Rom e delle organizzazioni della società civile ed i Ministeri delle Costruzioni e dello Sviluppo Regionali, Lavoro, Famiglia ed Affari Sociali, Giustizia, Affari Stranieri, l'Associazione per le Municipalità Locali e il Centro Nazionale Slovacco per i Diritti Umani, tra gli altri.
I partecipanti hanno discusso i principali fattori che sono emersi dai casi concreti del rapporto, incluso:
- Emendamenti al Codice Civile del 2001, che indebolisce la posizione legale degli inquilini delle case municipali. Non è più richiesto il parere del tribunale per lo sgombero ed è stato significativamente ridotto l'obbligo della municipalità nel provvedere ad un alloggio alternativo.
- Le riforme radicali al sistema dell'assistenza sociale nel 2004, che includevano una revisione fondamentale dei permessi abitativi e il diritto per i disoccupati, indeboliscono le capacità degli inquilini indigenti, i Rom in particolare, di pagare regolarmente l'affitto e le spese accessorie.
- La storica negligenza nel problema di chi no paga l'affitto e la resistenza delle autorità locali nell'adoperare meccanismi per assistere i Rom nel pagamento dei debiti, ad esempio con l'istituzione di un fondo speciale.
- La pratica ingiusta della fatturazione eccessiva degli inquilini Rom sui programmi di utilità, per i servizi quali acqua ed energia.
- Le municipalità spostano i Rom dalle zone centrali, spesso con false pretese come la sicurezza degli edifici, e li piazzano in edifici nuovi ma segregati e di bassa qualità alle estreme periferie oppure in edifici poveri acquistati in piccoli villaggi. Questa pratica si applica anche a quei Rom che pagano regolarmente l'affitto e che hanno diritto, secondo la legge, ad una sistemazione alternativa di pari valore.
Gli oratori delle organizzazioni internazionali hanno espresso le loro preoccupazioni perché questi fattori violano i diritti umani sottoscritti dalla Slovacchia, quali quelli della casa, della sicurezza sociale, rispetto per l'uguaglianza. La tavola rotonda ha discusso particolarmente la proibizione internazionale degli sgomberi forzati. Ciò richiede che gli sgomberi siano attuati esclusivamente in "circostanze eccezionali". In particolare le leggi internazionali ed europee richiedono che debba esserci;
- una giustificazione molto forte per uno sgombero;
- la ricerca di alternative fattibili agli sgomberi che vedano la partecipazione degli interessati;
- un dovuto processo;
- una sistemazione alternativa adeguata allo sgombero;
- senza nessuna discriminazione in ognuno di questi passaggi.
D'altra parte, in molti dei casi riportati, mancano queste caratteristiche. Gli esempi includono:
Zilina
La municipalità. il cui sindaco è leader del partito di destra Nazionale Slovacco, ha annunciato il 6 novembre 2006 la sua intenzione di sgomberare abitanti, la maggior parte di loro sono Rom, da un appartamento in città alle "celle UNIMO" (cubiculi temporanei), costruite in un'altra località. Il loro edificio è in via di demolizione per far posto al parcheggio di un hotel. Solo gli inquilini con regolare contratto hanno il diritto ad un cubiculo, anche quando questo non corrisponda al valore dell'alloggio lasciato.
Kosice
Il 16 ottobre 2006, una famiglia rom è stata sgomberata dall'appartamento comunale nonostante fosse lì regolarmente dal 1987 ed in regola coi pagamenti dell'affitto e delle spese. Un rappresentante del municipio ha comunicato che l'edificio non era sicuro e che la famiglia doveva spostarsi per un periodo limitato. Ha proposto un appartamento sostitutivo a Lunik IX (un ghetto Rom). La famiglia ha concordato con la rilocazione temporanea, ma non a Lunik IX. In seguito, il rappresentante a chiesto al capo-famiglia, che è analfabeta, di firmare un documento relativo al servizio dell'acqua corrente. Invece, era il contratto d'affitto per Lunik IX. Nonostante le proteste, la famiglia è stata sgomberata. Non ci sono stati altri sgomberi per gli altri inquilini non-Rom, e nessuno di loro ha avuto comunicazione di problemi di sicurezza.
Sabinov
Il comune ha costruito 24 appartamenti a basso standard nella località segregata di Telek, che è a 3 Km. dalla città e manca di servizi pubblici. Il sindaco ha dichiarato apertamente l'intenzione di segregare i Rom, "Questi nuovi edifici saranno sufficientemente lontani dalle case non-Rom". A giugno 2005, 24 famiglie rom sono state sgomberate dall'edificio comunale in piazza Libertà e sistemate a Telek. Tra loro c'erano famiglie che pagavano regolarmente l'affitto e avevano investito soldi per migliorare i loro appartamenti. Precedentemente queste famiglie avevano provato ad acquistare gli appartamenti dove vivevano, ma il comune non aveva risposto. Anche dei non-Rom sono stati trasferiti, ma a loro sono state fornite case di standard adeguato. Dopo lo sgombero le loro case sono state vendute ad alti funzionari comunali [...]
Un riassunto del rapporto in inglese può essere scaricato QUI
Di Sucar Drom (del 03/02/2007 @ 09:57:52, in blog, visitato 1666 volte)
Offanengo (CR), don Oreste Benzi dalle famiglie giostraie
Lo abbiamo visto tante volte in tv, quell’anziano prete romagnolo, un telefonino
cellulare per tasca, rosario sempre tra le mani, lunga tonaca nera e lisa,
sguardo trafiggente e parlantina sciolta: è don Oreste Benzi che mercoledì 24 è
stato a Offanengo nel pomeriggio a celebrare una messa nell'insediamento delle
famiglie dello spettacolo viaggiante.
Don Oreste ha accettato l’invito di "Qu ...
Milano, giornalista di Repubblica per due giorni con i Rom di via Triboniano
Fabio Gatti fa scuola (policlinico e viaggi della speranza) e Sandro De
Riccardis, giornalista di Repubblica, tenta di emularlo senza grande
convinzione. Infatti il buon De Riccardis non vive un mese in un "campo nomadi"
ma solo due giorni e quindi cade inevitabilmente in alcuni stereotipi.
Un esempio: "«Vivo qui con mia moglie e le mie tre bimbe - dice - altri due
figli sono in Romania»...
Mantova, presentato il periodico giovanile d'informazione sinta
Oggi pomeriggio a Mantova, alla presenza della stampa locale, è stato presentato
"Learco Guerra News - Mengar Papieri": il periodico giovanile d'informazione
sinta, realizzato dai bambini e dagli adolescenti sinti mantovani. Il periodico
sarà distribuito gratuitamente nelle scuole e negli uffici pubblici.
Alla presentazione erano presenti diversi "giornalisti in erba": Sabrina, Dylan,
Massi ...
Bolzano, continua la polemica sul quartiere Firmian
Continua la polemica sulle diverse situazioni presenti e future nel quartiere
Firmian. Dopo l'attacco da parte di esponenti della Lega Nord locale
all'iniziativa del Comune di Bolzano di inserire una micro area per la famiglia
Gabrielli, ora la polemica scoppia tra Ipes e Provincia di Bolzano sugli
inserimenti di famiglie Rom, Sinte ed Immigrate negli alloggi popolari.
Il presidente dell’Ip...
Roma, anche i ciclisti chiedono lo sgombero dei Rom
In questi giorni sembra che nel quartiere Magliana di Roma ci sia un problema
molto serio: la ciclabile! Pubblichiamo la lettera di un cittadino che è stata
ripresa in questi giorni da Fausto Bonafaccia di Bici Roma. Bonafaccia ha
scritto un articolo, pubblicato da ...
Venezia, condannati per propaganda di idee fondate sulla superiorità razziale
Colpevoli! È questa la sentenza del Tribunale d’Appello di Venezia nei confronti
dei sei militanti leghisti veronesi (Flavio Tosi, Matteo Bragantini, Luca
Coletto, Maurizio Filippi, Enrico Corsi e Barbara Tosi) che avevano chiesto, con
una raccolta di firme, lo sgombero dell’insediamento dei Sinti Italiani,
residenti a Verona.
Il processo di appello si è svolto ieri mattina nell’aula bunke...
Roma, seminario dell'Opera Nomadi
Il seminario "I Rom/Sinti e le Metropoli", organizzato dall'Opera Nomadi che si
doveva tenere il 15 e 16 dicembre 2006, si terrà a Roma il 10 e 11 febbraio
2007.
Sabato 10 febbraio dalle ore 9.30 alle ore 19.30 si terrano i Gruppi di Lavoro,
così suddivisi:
- GRUPPO DI LAVORO N. I "HABITAT": "La cultura dell'Abitare", presso via dei
Ramni n. 4 (nei pressi della Stazione Termini),...
Di Fabrizio (del 03/02/2007 @ 09:44:55, in Italia, visitato 2158 volte)
Ricevo e porto a conoscenza:
Mi chiamo Giuseppe Spinelli. Sono
direttore volontario di un centro studi che si interessa di educazione
ambientale (www.cseaam.org).
Vorrei proporre di lavorare insieme per:
1. scambi internazionali di giovani in campo culturale per fare conoscere meglio
l'identità europea e il rispetto verso l'ambiente e le culture
2. festa di primavera in Calabria
Al punto 1: organizzare in Calabria scambi giovanili di rom, sinti provenienti
dall'Europa. Fine incontrarsi e fare vedere ai rom locali cosa si può fare ed è
stato fatto per farsi conoscere, e partecipare alla vita degli stati di cui si
fa parte. Se va bene, allora aiutatemi ad inoltrare un programma a diverse
associazioni rom e sinti (o altri) europee per vedere se presentando il progetto
all'unione si possono avere i fondi per i viaggi.
al punto 1 ci sono anche i viaggi in altri paesi stranieri:
invio quanto ho richiesto ad altre associazioni di giovani:
Cari amici,
ho due possibilità di inviare giovani:
5-8 marzo ad Ankara su ecologia (seminario di approfondimento per animatori dei
gruppi giovanili). Ho due posti disponibili.
7-13 marzo ad Ankara su musica popolare (si tratta di suonare uno strumento e
collaborare alla festa che si farà). ho due posti disponibili.
Non occorre passaporto. Il visto di ingresso costa 10 euro rimborsabili. età:
18- 26 anni.
In ambedue i casi il rimborso è del 70% sul biglietto di viaggio classe
economica. Lo stare è a carico dell'organizzazione.
Fammi sapere subito. Gius
Fammi sapere subito se qualcuno vuole partecipare. Infatti se si pagano i
biglietti subito si spende di meno.
al punto 2. Ho un pezzo di terra a Seminara in Calabria. Potrei pensare di
metterlo a disposizione per una festa di primavera per tutti coloro che
volessero parteciparvi e permettere una conoscenza reciproca tra rom, sinti e
non.
Se la cosa può interessare, facciamoci vivi. altrimenti, arrivederci in altre
migliori occasioni.
Giuseppe Spinelli (mi conosce Alex Spinelli).
contattare per email: cseaam3@libero.it
Di Fabrizio (del 02/02/2007 @ 09:53:53, in Europa, visitato 2048 volte)
Da
Roma_und_Sinti
Le associazioni Rom e Sinti in Europa affermano che continuano le
discriminazioni razziali che portarono alla morte circa 500.000 appartenenti ai
due gruppi nell'Olocausto della II guerra mondiale.
Le associazioni chiedono a Ban Ki-moon, Segretario Generale ONU, un
rappresentante speciale che difenda e sviluppi misure pratiche per proteggere i
diritti dei Rom e Sinti che attualmente vivono in Europa.
Sono tra i 10 e i 12 milioni i Rom e Sinti sparsi nei diversi paesi europei,
dalla Polonia all'Olanda. I loro rappresentanti hanno assistito alla
commemorazione internazionale presso la sede ONU.
Durante una conferenza stampa hanno affermato che Rom e Sinti continuano ad
essere "vittime di pogroms, uccisioni a sfondo razziali ed altri atti di
violenza."
"Spesso, attacchi simili sono emanati dalle stesse forze dell'ordine," dice
Romani Rose, una dei rappresentanti. "Solo di rado gli autori di questi atti
vengono perseguiti."
Rose appartiene all'associazione dei Rom e Sinti di Heidelberg, in Germania.
Laila Weiss dice che i Rom e Sinti in Olanda sono "seriamente" discriminati a
scuola, soffrono di alti tassi di disoccupazione e non sono considerati
minoranza etnica.
Una dichiarazione del Consiglio Centrale dei Sinti e Rom Tedeschi e di altre
organizzazioni afferma che le minoranze etniche sono tuttora marginalizzate e
discriminate in diversi paese europei.
"E' uno scandalo, indegno degli stati europei, che sono fondati sulla
protezione dei diritti umani" dice la dichiarazione.
© 2007 DPA
Di Fabrizio (del 01/02/2007 @ 09:27:20, in Europa, visitato 2115 volte)
Da Roma_Francais
Nella bidonville rom di Radnevo, costruito con lamiere piantate nel fango, quasi tutti gli abitanti sono disoccupati. Molti bambini si divertono attorno alle donne che penano sotto il peso dei secchi di biancheria o riserve d'acqua, in mezzo ad uomini giovani. Radnevo di cui la Comunità rom rappresenta il 10% della popolazione - la media nazionale in Bulgaria -, offre l'immagine peggiore che si ha dei Rom. Tuttavia questa città di 26.000 abitanti garantisce il 12% del prodotto interno lordo del paese grazie alle sue miniere di carbone, ed il suo tasso di disoccupazione è inferiore a 6 %.
In questi giorni di gennaio, dove la Bulgaria ha raggiunto l'Unione europea con una popolazione rom valutata dal Consiglio d'Europa in 700.000 persone, la questione di questa Comunità si impone all'Europa in tutta la sua complessità, religiosa, etnico e sociale.
In previsione dell'entrata nell'Unione, le Comunità locali bulgare hanno sviluppato politiche d'integrazione dei Rom, resi sedentari dal 1958. Ma, nonostante i programmi debitamente enunciati e votati n vigore nei nove paesi dell'Europa centrale, come il decennio d'integrazione dei Rom 2005-2015, i, i risultati sono poco visibili.
I Rom della Bulgaria non vivono tutti nelle stesse condizioni misere di quelli della Comunità di Radnevo, c'è anche un'elite rom a Sofia, ma queste zone al margine delle città sono ancora numerose in Bulgaria.
La visualizzazione politica spesso, come a Radnevo, è stata molto poco seguita con effetto. Così, dopo le dichiarazioni del sindaco, Nontcho Vodenitcharov, "l'integrazione dei Rom è una priorità", solo sei case sono state costruite tra il 1992 ed il 1997, mentre 70 erano previste inizialmente. E queste opere murarie sono già danneggiate, non avendo i Rom altri mezzi che le loro assegnazioni per mantenerle. Il sindaco è tuttavia fiero della sua politica e presenta come un successo il fatto che, "dal 2005, i Rom iniziano a pagare l'elettricità e l'acqua". Ma ci si lagna del resto.
"ABBIAMO POCA SPERANZA"
Per Rosa, 45 anni e cinque bambini, Rom di Radnevo, "La Bulgaria non fa nulla per noi, l'Europa... si vedrà."
"Il miglioramento delle infrastrutture nelle città beneficerà i Rom come gli altri." Per il resto, in base a ciò che è avvenuto in Ungheria ed in Repubblica ceca, abbiamo poca speranza ", spieghia Margarita Matache dell'associazione Romani Criss, in Romania, dove i problemi si pongono in modo simile."
Infatti, per integrare la Comunità rom, in Bulgaria come altrove, la volontà politica non è l'unica condizione necessaria. Uno degli obiettivi di Sofia era in particolare di fare partecipare i Rom alla politica d'integrazione, ma l'eterogeneità della Comunità ha creato un problema di rappresentatività. In Bulgaria, i Rom sono cristiani - ortodossi o evangelisti -, musulmani o atei. Cinque secoli d'occupazione ottomana ed alcuni decenni di sovranità sovietica hanno lasciato i loro segni.
A Fakulteta, la zona rom di Sofia, i 40.000 abitanti sono per lo più cristiani. Svetanka una pensionata di 60 anni, che vive lì da trenta anni è sempre stata cristiana. Ortodossa all'origine, partecipa oggi ad una delle otto chiese evangeliche che vi sono nate in quest'ultimi anni. A Plovdiv, la seconda città della Bulgaria, "su 44.000 Rom, 40.000 sono musulmani" indica Teodora Krumova, attivista dell'associazione Amalipe, a Sofia.
I Rom, che si raggruppano in Yerlis, Kardarashs, Rudaris o Millets, parlano bulgaro, romani, rumeno o turco. Alcuni di lingua turca, i Millets (musulmani di lingua turca) si rivendicano del resto piuttosto turchi che Rom.
Di fronte a questo mosaico di identità, si comprende meglio il fallimento delle parti politiche roms da federare ai loro elettori. Così, i Kardarashs, che sono i più attivi nella politica, non sono sempre riconosciuti dagli altri gruppi. È del resto sotto l'etichetta socialista che si riunisce l'unico deputato rom, Toma Tomov, del Parlamento bulgaro.
Dal 1989, il migliore risultato ottenuto da una parte rom che si presentava come tale è stato di un po' più dell'dell'1% per Euroroma nel giugno 2005. "Le divisioni sono così tanto forti tra i gruppi, che i Rom non ottengono mai rappresentanze parlamentari (come Comunità rom)", spiega semplicemente Tchetin Kazak, della parte "turca" della coalizione governativa - movimento dei diritti e libertà, che conta numerosi Rom nelle sue file. I Turchi che rappresentano il 10% della popolazione hanno 34 deputati al Parlamento di Sofia.
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