Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Sucar Drom (del 06/01/2007 @ 16:43:47, in blog, visitato 1798 volte)
RomSinti@Politica, grazie Ministro Ferrero Abbiamo letto un post su RomSinti@Politica e vogliamo riproporlo su sucardrom perchè l'intervento di Nazzareno Guarnieri (in foto) ci sembra molto interessante e capace di aiutare le riflessioni di questi giorni. Finalmente una voce politica/istituzionale rispettosa dei Rom, il Ministro Ferrero in una intervista al Redattor...
Invito a partecipare ai forum In questi mesi sucardrom è intervenuto in diversi forum telematici offrendo alcune considerazioni sull'attuale situazione delle Minoranze Nazionali ed Europee Sinte e Rom. Attualmente stiamo intervenendo in due forum: - GenitoriChe, forum,
Di Fabrizio (del 07/01/2007 @ 09:43:05, in Europa, visitato 1997 volte)
Praga, 22. 12. 2006, 17:40 (CTK) I Rom nella Repubblica Ceca sono discriminati nel lavoro, ma anche a scuola e [nelle politiche della] casa, secondo il rapporto Raxen dell'organizzazione Gente nel Bisogno, uscito oggi.
Secondo il rapporto del Network Europeo Contro il Razzismo (ENAR), esiste nella Repubblica Ceca una discriminazione tanto latente quanto aperta, di cui i Rom sono le vittime principali. Il rapporto aggiunge che il razzismo non è [in una situazione] drammatica.
Il rapporto Raxen mostra come i Rom sono discriminati nel mercato del lavoro, soprattutto non per cause etniche, ma perché i datori in genera ritengono che non lavorino bene o in maniera regolare. Il rapporto aggiunge come i Rom si siano trasferiti [man mano] nei quartieri più periferici.
Si descrive come 80.000 Rom vivano nei ghetti. Gli esperti stimano il loro tasso di disoccupazione in 70%, confrontato al dato del resto della popolazione che è il 7%. In qualche località il tasso per i Rom è del 90-100%. [...] Un gran numero di famiglie vive principalmente degli assegni sociali.
Secondo lo studio, molti bambini Rom considerano normale che i loro genitori non lavorino o sopravvivano di welfare. Secondo una recente analisi, il lavoro è una condizione per l'integrazione dei Rom nella società. Per questo, è necessaria l'educazione superiore.
Il rapporto Raxen dice che i bambini Rom continuano ad essere "segregati" nell'educazione, in quanto a volte sono automaticamente sistemati in scuole differenziali e come risultato non ricevono adeguata istruzione. La Repubblica Ceca non ha ancora approvato una legge anti-discriminatoria, anche se la EU la richiede agli stati membri, in quanto i legislatori non hanno trovato un accordo sulla sua formulazione.
© Prague Daily Monitor
Di Fabrizio (del 07/01/2007 @ 10:10:28, in Italia, visitato 1710 volte)
Qui il bando per chi fosse interessato.
Di Fabrizio (del 08/01/2007 @ 09:51:23, in casa, visitato 1851 volte)
Da British_Roma
Una famiglia di Viaggianti ha vinto un'aspra battaglia col comune per rimanere nel sito dove viveva da tre anni.
La famiglia ha ottenuto il permesso dall'Ispettorato del Governo perché i quattro caravans restino a Dark Lane, Calow, per un periodo temporaneo di due anni, dopo che il Consiglio Distrettuale del Derbyshire Nord Est aveva rifiutato il permesso di stanziarsi.
I permessi per sei carovane erano stati rifiutati nel marzo 2004 ed erano stati concessi tre mesi per sgomberare. [La famiglia] aveva fatto ricorso contro la decisione ed il termine era stato prorogato a 12 mesi.
A marzo dell'anno scorso il numero di caravans era stato ridotto a quattro e il termine allungato a due anni.
Il consiglio comunale aveva rifiutato la decisione e richiesto al tribunale di procedere con lo sgombero. La famiglia si era rivolta in appello all'Ispettorato del Governo.
Venne argomentato che i Viaggianti avevano il permesso di rimanere a determinate condizioni, incluse le attività economiche [svolte], l'approvazione degli schemi di drenaggio e che i loro cani fossero tenuti sotto controllo.
Seguirono dozzine di lettere scritte da parte di cittadini e residenti che esplicitavano il loro dissenso alla sosta dei Viaggianti.
Alfred Newman (81 anni - di Top Road, Calow) dice: "Penso che sia una decisione sbagliata. Ci sono stati dei fastidi e tanta gente si è lamentata."
Un portavoce del Consiglio Distrettuale afferma "Il consiglio ha lavorato assieme ai cittadini per provare a risolvere il problema. Crediamo che la decisione presa dall'ispettorato sia in linea con quanto richiesto dal governo centrale, che richiede alle amministrazioni locali di individuare possibili aree per zingari e viaggianti."
jennifer.ivers@ derbyshiretimes. co.uk
Di Fabrizio (del 08/01/2007 @ 12:17:41, in blog, visitato 7264 volte)
"Colpo grosso" nelle pagine de Il Giornale. Oggi nella cronaca milanese dopo un'intervista a Ettore Martinelli [responsabile milanese per l'immigrazione dei DS - Basta con questa sinistra che fa troppi sconti ai rom (uffa)], parla di questo blog e pubblica un'altra intervista a Dijana Pavlovic, anche lei beniamina delle pagine di Mahalla. Per non farsi mancare niente, c'è anche un riquadro con foto su Don Colmegna al Natale ortodosso presso il campo di Opera.
Oggi ricopio la mia intervista, domani quella a Dijana Pavlovic:
Sempre più stanziali anche loro inaugurano un sito per parlare dei loro problemi
Ormai è chiaro a tutti: i rom hanno smesso di essere nomadi. Lo dice anche il Ministero dell'Interno (Dipartimento delle Libertà civili e dell'Immigrazione) in una ricerca pubblicata il luglio scorso. Vivono stabilmente ai margini dei grandi nuclei urbani, con spostamenti che si limitano all'area di una provincia. Eppure non hanno smesso di viaggiare, solo che lo fanno nella Rete.
Può sembrare un gioco di parole e invece è la realtà. Fabrizio Casavola, milanese [...] è stato forse il primo in Italia a interpretare questo cambiamento. Di sicuro, in Lombardia, nessuno aveva mai tentato un esperimento del genere. Quale? Pubblicare su Internet pagine dedicate espressamente alla comunità rom e sinti. "Mi sono appassionato della cultura romanes (come si chiamano nella loro lingua d'origine, ndr) nel 1989 - racconta Casavola -. Li ho conosciuti da vicino al campo di via Idro, quando facevo l'animatore tra i giovani. Sentivo il bisogno di stabilire un contatto tra noi e loro, così lontani almeno nelle apparenze. Ho iniziato a scrivere in html 7 anni fa, cominciando a maturare una rete di contatti non solo in tutta Italia ma anche in diversi paesi del mondo. In seguito ho trovato ideale la piattaforma del blog. Molto presto ho ottenuto visite e commenti, dieci volte più del normale, almeno 200 pagine al giorno. Mahalla è il nome del suo sito (www.sivola.net/dblog): così venivano chiamati i quartieri ghetto in cui hanno vissuto per secoli i rom in Europa dell'Est.
"L'idea è di passare dagli accampamenti di zingari a un villaggio virtuale globale, per raccogliere denunce e proporre soluzioni", riassume Casavola. L'intento pare sia stato raggiunto. "Tempo fa mi è capitato di ricevere via posta elettronica una lettera in bulgaro da parte di alcuni rom che vivono in Israele. L'ho girata a un gruppo di [rom] macedoni che l'hanno tradotta per poi pubblicarla in italiano sul blog. Internet permette tutto questo: confronto e dialogo. Così i rom superano in prima persona i limiti fisici delle baraccopoli, oppure si appoggiano alle associazioni di terzo settore, sollevandosi per un attimo dalla lotta al disagio quotidiano".
Il diario di Fabrizio Casavola non è, comunque, un caso isolato. In questi giorni, in cui la questione rom è tornata di grande attualità, si sono moltiplicati i contatti ad altri siti "riservati" a nomadi e affini. E' quello che succede, ad esempio, sulle pagine di Sucar Drom (www.sucardrom.blog.tiscali.it), blog di un'associazione con base a Mantova, che ha fatto registrare 93mila visite in appena un anno e mezzo di vita. "E qualcosa di simile avviene nello spazio on line gestito dall'Opera Nomadi di Milano (http://web.tiscali.it/operanomadimilano) - rivela il vicepresidente Maurizio Pagani -. Non nascondo che la cosa sorprende noi stessi. Pur in un contesto ancora di forte arretratezza tecnologica, i rom di tutta Italia stanno scoprendo lo strumento informatico per sviluppare buone pratiche di comunicazione e rivendicazione di diritti. Potenzialità enormi, considerando che in Italia oltre il 50% dei rom ha meno di 14 anni. Per loro internet può diventare un punto di partenza verso l'integrazione".
di Giacomo Susca
Di Fabrizio (del 09/01/2007 @ 09:17:41, in media, visitato 2117 volte)
Continuo con la saga del Giornale di ieri, con l'intervista a Dijana Pavlovic
"Le paure degli italiani non vanno fomentate. In questi giorni si sono moltiplicate voci su un'ipotetica invasione di neocomunitari bulgari e romeni portatori di criminalità. La paura è legata soprattutto ai rom. Dipenderà molto da come il Comune gestirà la politica sociale". Dijana Pavlovic, una bella e giovane rom che da otto anni vive a Milano. Attrice di teatro e stimata mediatrice culturale, collabora con l'Associazione Opera Nomadi. Nel 2006 si è candidata al Consiglio comunale nella lista Uniti con Dario Fo per Milano: "Non sono stata eletta - sostiene - ma è stata una bella sfida". Lei non rappresenta esattamente l'immagine che si ha dei rom: è elegante, colta, impegnata.
"Fin da piccola dovevo dimostrare di valere. Sono nata nel 1976 a Vrnjacka Banja, un paese al centro della Serbia. Mia madre appartiene all'antico gruppo etnico dei kalderas, noti per la lavorazione del ferro; mio padre è un tipico rom serbo stanziale da generazioni. Lui faceva il magazziniere e lei l'operaia nonostante una laurea in elettronica. Ai tempi di Tito tutti avevano il diritto allo studio. Io ero l'unica rom della scuola. Sono venuta a conoscenza della mia origine grazie a una compagna di classe che mi ha detto "Oggi tu hai avuto il voto più alto, ma resti una zingara". Ne fui turbata ma mia madre mi rassicurò: "C'è una cosa peggiore di esser zingari: essere maleducati Dopo il liceo scientifico mi sono laureata all'Accademia di Arte drammatica a Belgrado".
- Cosa ricorda di quel periodo?
"Erano gli anni subito dopo la dissoluzione della ex Jugoslavia. Militavo nel partito democratico contro Milosevic. Era un periodo terribile: i bombardamenti a Belgrado nel '99, mio padre chiamato al fronte e un senso d'impotenza. A quei tempi ero già in Italia. Nel '97 avevo conosciuto un attore milanese durante un festival in Montenegro. Ci siamo sposati nel '99 e l'ho seguito a Milano. Un sogno ma anche molta amarezza".
"Ero lacerato tra la preoccupazione per la mia famiglia e la volontà di rimanere in Italia. Ho superato prima l'ostacolo della lingua per poter lavorare come attrice. Ho recitato per la Rai nella fiction "La squadra" e in varie produzioni teatrali, tra cui all'Elfo e al Parenti. Senza abbandonare l'impegno sociale".
- A proposito del campo Triboniano?
In seguito all'incendio del 2006 c'è stato l'ennesimo dibattito. Non era difficile prevedere quali conseguenze avrebbe provocato raggruppare nei 3000 metri quadri di un parcheggio 500 persone con solo 8 bagni chimici, senza luce, acqua e gas, per poi abbandonarle per mesi dicendo che si trattava di una soluzione temporanea e aspettando che scoppiasse qualche altro incendio o fatto di cronaca nera per riparlarne".
- Quali sarebbero le soluzioni?
"La questione non va affrontata né con il razzismo né con un buonismo inconcludente. No va poi fomentato il panico tra i cittadini al fine di mantenere i propri voti. Ovunque ci siano stati tentativi seri di integrazione la risposta è stata positiva. E' accaduto con le Cooperative rom che lavorano e pagano le tasse e con il progetto di mediazione culturale nelle scuole elementari (18 mediatrici rom) che ha fatto triplicare il numero dei bambini che vanno a scuola (500). Questa è la strada da seguire. Lasciando che le forze dell'ordine svolgano il loro lavoro con i delinquenti rom esattamente come con i delinquenti di ogni razza, fede e colore".
di Marina Gersony
Di Fabrizio (del 09/01/2007 @ 09:50:32, in media, visitato 1882 volte)
Da l'Espresso online, la parola ai diretti interessati
La commozione di Marinko Costantin Ventila, leader del Triboniano e ortodosso Il capo dei nomadi in Duomo "Ora ci sentiamo cittadini veri" Luigi Bolognini Non sa, la signora impellicciata di leopardo che scambia segni di pace, che sta stringendo la mano al capo di quelli che forse le danno paure e angosce ogni volta che li vede nei tigì, nella vita di tutti i giorni e negli incubi notturni. I rom. Anzi, gli zingari: come Marinko Costantin Ventila, il leader del campo di via Triboniano che, anche se di religione ortodossa, ha voluto andare in Duomo a sentire di persona il discorso del cardinal Tettamanzi. E che, alla fine, è uscito con gli occhi gonfi dalla commozione. Due ore filate in piedi, giusto la schiena ogni tanto appoggiata a una transenna, in una navata laterale del Duomo, mischiato tra il pubblico ad ascoltare litanie in ucraino, giapponese, coreano e congolese e a vedere balli dello Sri Lanka, al freddo. Messa così, sembrerebbe una specie di tortura. «E invece è un momento splendido, lo aspettavo da tanto. Adesso mi sento davvero e finalmente globalizzato. Perché le parole del cardinale arrivano subito dopo che siamo diventati ufficialmente cittadini dell´Unione Europea, mentre il Comune, la Provincia, le associazioni di volontariato e quelle diocesane hanno dato una risposta eccezionale all´incendio, una risposta che potrebbe essere la sistemazione definitiva per tanti di noi. L´anno si era chiuso davvero malissimo, con le fiamme che hanno bruciato una gran parte del campo. Sembrava la fine. E invece è stato un nuovo inizio, tutto è cambiato all´improvviso». Ma la strada è ancora lunga, quasi come quella che ha fatto questo 52enne geometra dal 1991, l´anno in cui decise di abbandonare la sua Romania per cercare fortuna: «Tettamanzi parla di disagi, umiliazioni, fragilità dei migranti, e sono tutte cose che abbiamo davvero vissuto, giorno dopo giorno. Abbiamo girato davvero tutta l´Europa fino al 1995, quando siamo arrivati in Italia. Eravamo in 12, i primi rom della nuova immigrazione a Milano. Abbiamo dormito per mesi nei treni fermi nei depositi della Stazione Centrale, poi a Porta Garibaldi. In via Triboniano siamo dal 1998». Da allora Ventila ha cambiato alcuni lavori: «Il permesso di soggiorno è in regola, ma poi succede che scoprono che vivo in quel campo e finisce sempre allo stesso modo. Temo che perderò anche il posto che ho adesso, con tutta la pubblicità che mi è piombata addosso da quando c´è stato l´incendio del 31 dicembre. I pregiudizi sono più forti di ogni cosa». Per questo quando Tettamanzi chiede «una città capace di risposte concrete, di risposte date nel segno molteplice e armonico della legalità, della sicurezza, dell´accoglienza, del rispetto dei diritti fondamentali della persona, in un clima di autentica socialità», annuisce soddisfatto. E quando il cardinale dice di volere rom «non semplici destinatari dei nostri interventi, ma protagonisti coinvolti attivamente e con la responsabilità dei loro diritti e doveri nella costruzione comune di una convivenza giusta, libera e solidale» apprezza, ma non si nasconde. «È vero, abbiamo dei diritti, ma anche dei doveri. E sappiamo bene che dobbiamo ancora lavorare su noi stessi. Abbiamo delle colpe: qualcuno di noi, non moltissimi ma sempre troppi, ruba o chiede l´elemosina agli angoli delle strade. E così ben presto gli italiani hanno paura o rispondono con violenza e intolleranza. Ma se succede che cerchiamo soldi in questo modo è perché non troviamo nessun lavoro. Dappertutto siamo odiati, i più odiati di tutti. Basta dire "zingari" che tutti reagiscono. Non è un problema solo italiano. Non è questione di Lega o non Lega». Ma la speranza viene proprio da quello che è successo in questi giorni. Lo dice anche l´assessore Mariolina Moioli, unico politico presente in Duomo: «L´arcivescovo ci ha confermato che la strada dell´integrazione e della legalità è quella giusta». È della stessa idea Marinko Ventila: «Milano ce la può fare, Tettamanzi ha ragione. Abbiamo trovato tantissima gente che ci ha trattato bene, che non si è fermata ai pregiudizi, ma che ha saputo dialogare. Don Colmegna, certo. E anche l´Opera Nomadi. E poi tante persone comuni. Noi andiamo d´accordo con tutti. Anche con gli abitanti della via, che però prima fanno gli amici e cercano il dialogo e poi parlano male di noi alle nostre spalle. Ma noi non abbiamo problemi con loro, e vorremmo che anche loro non ne avessero con noi. Non siamo poi così cattivi, vogliamo solo vivere in pace». Proprio quella pace di cui scambia abbondanti segni in Duomo.
(07 gennaio 2007)
Di Fabrizio (del 09/01/2007 @ 10:27:15, in Europa, visitato 1834 volte)
Circa 400.000 dei Rom di Serbia non hanno documenti personali e perciò le autorità locali li trattano come inesistenti [...]
I Rom in questione vivono in "accampamenti selvaggi" alle periferie delle città o in baracche nelle vie di Belgrado. Dato che non hanno un indirizzo documentabile, non possono registrare la loro residenza al fine di ottenere documenti, riporta il Centro per le Minoranze di Belgrado.
Senza documenti non possono mandare i figli a scuola e si perdono i benefici sociali e sanitari, riporta Radio B92.
Le statistiche ufficiali contano in 150.000 i Rom nel paese, ma i leaders Rom stimano la popolazione tra i 500.000 e gli 800.000.
La comunità Rom di Trezzo sull’Adda
e il circolo Arci Blob
organizzano una SERATA ROM
contro il razzismo e il pregiudizio, incontro con la comunità ROM di Trezzo sull’Adda (MI) Ore 21.30 video “Le donne vestivano gonne fiorite”, di C. Chiaramonte. Sette donne rom di generazioni diverse a confronto tra loro e con la società dei gagè.
info e prenotazioni 039616913 / 0396882058 info@arciblob.it
Di Fabrizio (del 10/01/2007 @ 09:54:19, in Italia, visitato 1526 volte)
COMUNICATO STAMPA ROM: DALLA REGIONE UNA BOMBA AD OROLOGERIA CONTRO L’ACCORDO COMUNE-PROVINCIA Dichiarazione di Luciano Muhlbauer, consigliere regionale del Prc “Non se n’era accorto quasi nessuno, ma il 13 dicembre scorso la Giunta regionale ha deliberato l’ennesima proposta di modifica della legge 12, quella sul governo del territorio, che nei suoi interstizi nasconde una vera e propria bomba ad orologeria per quanto riguarda la questione rom e, in particolare, l’esile filo di collaborazione istituzionale tra Comune e Provincia di Milano. Infatti, la Giunta regionale, su richiesta della Lega, vorrebbe introdurre per legge il principio del consenso dei “comuni limitrofi” all’insediamento di “campi di sosta o di transito dei nomadi”, da acquisire sin dalla stesura del documento di piano. In altre parole, se un comune decide di ospitare, anche solo temporaneamente, un “campo”, allora deve anzitutto prevedere un’apposita area nel documento di piano e, poi, avere il consenso dei comuni confinanti. Cioè, ogni amministrazione di un comune limitrofo disporrebbe di una sorta di diritto di veto. Non è la prima volta che il centrodestra regionale abusa dello strumento urbanistico per accontentare la demagogia xenofoba dell’estrema destra, cioè di Lega e An. Accadde già nella primavera scorsa, in occasione di un’altra modifica della legge 12, quando fu surrettiziamente introdotta una norma anti-moschee, peraltro palesemente illegittima sotto il profilo costituzionale. Ma questa volta la strumentalizzazione politica supera ogni limite di decenza. Non solo si insiste sulla devastante logica dei “campi nomadi” per popolazioni che in larghissima parte non praticano il nomadismo da generazioni, ma si intende persino fornire uno strumento normativo ad hoc a Lega e An, cioè a quelle forze politiche che a Milano gridano al trasferimento dei rom nell’hinterland, salvo poi ispirare e capeggiare i roghi di Opera. Se nel centrodestra lombardo esistono ancora delle persone dotate di senso di responsabilità , allora è giunto il momento di battere un colpo e di impedire l’approvazione di questo scempio, il cui unico scopo è quello di alimentare il rivoltante spettacolo del tanto peggio, tanto meglio”. Milano, 8 gennaio 2007
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