Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 20/10/2006 @ 10:15:24, in Europa, visitato 1481 volte)
Intervento de "La voce dei Rroms" alla conferenza dell'OSCE
| 17 ottobre 2006
Intervento di Saimir MILE, moderatore del gruppo di lavoro rrom sul Piano
d'azione e portavoce dell'associazione "la voce dei Rroms"
Ambasciatori onorati,
Signore e signori,
Cari amici e colleghi,
Come moderatore del gruppo rrom di lavoro sul piano d'azione e come attivista dei diritti umani che vive in Francia da 10 anni,
vorrei richiamare la vostra attenzione su un fatto che avevo citato in
occasione della seduta di lavoro sulla democrazia e le elezioni. I discorsi e le
discussioni nelle riunioni sulla dimensione umana dell'OSCE danno generalmente
l'impressione che i paesi dell'Ovest garantirebbero un aiuto ai paesi
dell'Est nei processi di democratizzazione di questi ultimi. Faccio parte di
quelli che rifiutano di vedere questo scambio come a senso unico, tanto più che,
vivo in Francia, sono testimone di tutta una serie di problemi che rimangono
invisibili, o nei migliori dei casi, inascoltati nelle riunioni dell'OSCE.
Soprattutto dal 2003, la situazione della popolazione rrom in Francia, dei Rroms di nazionalità francese e di quelli
aventi una nazionalità straniera, si sta deteriorando in modo inquietante. Ho
fatto riferimento due giorni fa dell'esclusione legale dei Rroms francesi della
vita politica, attraverso una discriminazione creata dalla legge francese. Devo
aggiungere a ciò il criminalizzazione della sosta dei caravan al di fuori delle
aree designate, che in pratica non esistono quasi, la violenza regolarmente
esercitata dalla polizia su Rroms, Sinté e Kalé, francesi e
stranieri, in occasione delle espulsioni, l'estorsione dei Rroms da parte di
poliziotti, che senza alcun mandato, estorcono loro somme di denaro e i documenti d'identità, e l'elenco
sarebbe ancora lungo.
Così, in questa mia doppia posizione, allo stesso tempo come
attivista rrom che vive in Francia e come persona impegnata a livello
internazionale per i diritti umani, vorrei presentare le raccomandazioni
seguenti all'OSCE, ai suoi stati partecipanti ed inoltre, una serie di
raccomandazioni specifiche per la Francia:
Raccomandazioni all'OSCE ed alle sue istituzioni:
-
Riconoscere il popolo rrom riferendosi alla sua identità,
evitando la sua stigmatizzazione sociale, modificando il paragrafo 72 del Piano d'azione come
segue : "prevedere di adottare misure volte a garantire il rispetto, la
protezione e la promozione del rromani e del suo insegnamento, come pure della
cultura rrom come parte integrante del patrimonio culturale europeo". Tale era
la formulazione proposta dal gruppo rrom di lavoro sul piano d'azione, una
questione ribadita alla conferenza di Cordoue sull'antisemitismo e le altre forme
d'intolleranza.
-
Associare, quindi, il gruppo di lavoro rrom al Piano d'azione, nella sua messa
in opera, la sua valutazione e la sua revisione. Delegare ed accordare il
bilancio necessario sulle questioni rroms e per organizzare
il "gruppo 2018 ", che si sostiene sull'esperienza e la competenza del gruppo
rrom di lavoro sul Piano d'azione.
-
Includere progressivamente i problemi d'ordine sociale che affrontano Rroms e Sinté
nelle attività rispettive dell'OSCE.
Raccomandazioni agli stati partecipanti:
-
Adottare meccanismi di partecipazione che si basino sulle raccomandazioni del
gruppo rrom di lavoro, in particolare sul principio di prossimità.
-
Adottare misure concrete per utilizzare interamente le risorse umane esistenti
fra Rroms e Sinté, finanziando programmi d'insegnamento per allargare e
consolidare un'elite rrom, capace di agire come un partner reale nella messa in
opera delle politiche.
-
Utilizzare ragionevolmente il metodo di determinazione degli obiettivi specifici
dei Rroms e Sinté con le politiche sociali, per rispondere ai problemi specifici
incontrati da questa popolazione, evitando l'aumento dell'ostilità fra quelli
che, che appartengono alle popolazioni maggioritarie, parte dello
stesso segmento sociale, esclusi economicamente e socialmente.
Raccomandazioni specifiche per la Francia:
-
Ritirare le disposizioni della legge finanziaria 2006 che istituisce una
tassa d'abitazione per i caravan, discutibile nel suo principio stesso (il
caravan non è riconosciuto come alloggio nei termini dei vantaggi sociali che un
alloggio procura) ed esorbitante nel suo importo (3 volte superiore alla
tassa d'abitazione applicata agli alloggi nel centro di Parigi).
-
Riconoscere la presenza sul suolo francese di una popolazione rrom come una
componente della diversità sociale e dell'identità nazionale francese.
-
Adottare una posizione politica chiara e misure concrete per
fermare la violenza poliziesca esercitata gratuitamente su Rroms e Sinté, siano di
nazionalità francese o straniera.
-
Riformare il funzionamento della "Commissione consultiva della
gens du voyage" per ottenere una partecipazione reale ed una legittimità di questa
struttura.
-
Realizzare le aree d'accoglienza necessarie, come previste dalla legge,
tenendo debitamente conto della domanda legittima delle persone interessate ad
avere accesso a terreni familiari.
-
Finanziare delle borse di studio per i candidati, francese e stranieri, agli studi di
lingua e civilizzazione rromanies, come un mezzo di soluzione duratura
a tutta una serie di problemi regolarmente identificati in Francia ed in misura
maggiore, in Europa.
-
Garantire una parità di trattamento, attraverso un equilibrio nell'aiuto
finanziario alle associazioni "amiche degli zingari" ed alle associazioni rroms, fondata sulla competenza ed il potenziale rispettivi di queste associazioni.
Di Fabrizio (del 19/10/2006 @ 16:15:24, in Italia, visitato 2046 volte)
NEW del 18 ottobre 2006
Nomadi e Sinti : incontro al Viminale di Mauro W. Giannini Si e' tenuta due giorni fa al Viminale la prima riunione per affrontare i temi legati alla presenza di nomadi, Sinti e Camminanti sul territorio nazionale per fare una prima ricognizione delle problematiche da affrontare. Hanno partecipato all'incontro i sottosegretari Marcella Lucidi, Ettore Rosato e Cristina De Luca e il Direttore Generale per l'Immigrazione, Giuseppe Maurizio Silveri, il Capo del Dipartimento Libertà Civili e Immigrazione, Mario Morcone e il Direttore Centrale dell'Immigrazione e della Polizia di Frontiera, Pasquale Piscitelli. Il 24 Aprile 2006 il Comitato Europeo per i Diritti Sociali ha deciso che l'Italia viola sistematicamente, con politiche e pratiche, il diritto di Rom e Sinti ad un alloggio adeguato, mentre la situazione dei Rom e Sinti in Italia e' stata oggetto di analisi e denuncia da parte del commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa Alvaro Gil Robles lo scorso anno, dopo la sua visita nel nostro Paese. Le comunità Rom in Italia sono stimate in circa 120.000 persone, essenzialmente nel centro e nel sud del Paese. Secondo un pregiudizio corrente sono considerati stranieri, mentre una grande parte della comunità Rom è italiana. Secondo le stime, ci sarebbero tra i 60.000 e i 90.000 Rom italiani e tra 45.000 e 70.000 Rom «stranieri» (nati al di fuori dall’Italia, o in Italia, ma da genitori non italiani) originari soprattutto dei Balcani – ex Jugoslavia, Bulgaria e Romania. Il commissario ha rilevato che giuridicamente queste minoranze non sono tutelate in quanto non esiste uno status specifico per loro nella legislazione italiana e sono stati esclusi dalla legge sulla tutela delle minoranze linguistiche storiche attuativa dell’articolo 6 della Costituzione italiana, in quanto non correlati a zone territoriali specifiche. Ma il comissario europeo ha notato che manca anche una politica globale che tenga conto dei problemi di tali gruppi, con ricaduta negativa su lavoro, salute, istruzione e questione abitativa. Peraltro le autorita' italiane hanno tendenza a considerare che i Rom siano dei nomadi che desiderano vivere negli accampamenti, ma tra i Rom italiani, circa 40.000 sono sedentarizzati. Nel suo rapporto, il commissario Gil-Robles ha esortato le autorita' italiane ad applicare pienamente la legislazione ove esistente, a provvedere a rimuovere gli ostacoli amministrativi e burocratici per l'acquisizione della cittadinanza e per il diritto allo studio ed a contrastare l'intolleranza ed il razzismo riguardo queste minoranze. Il lavoro da fare, per il ministero dell'interno sara' quindi notevole.
Di Fabrizio (del 19/10/2006 @ 10:51:49, in Europa, visitato 1521 volte)
Diversity YES Intolerance NO. è una petizione promossa dal gruppo
socialista nel Parlamento Europeo che verrà presentata a dicembre 2006 al
Premier europeo in carica. In inglese, si può sottoscrivere a questo link:
http://www.pes.org/content/view/712/1700036/lang,en/
ciao ragazzi! non tutti sanno che..? ciao, a presto!
Di Fabrizio (del 18/10/2006 @ 10:51:49, in Europa, visitato 1639 volte)
COMUNICATO GIORNO INTERNAZIONALE PER LO SRADICAMENTO DELLA
POVERTA'
- Oltre il 10% dei 72 milioni di poveri in Europa sono persone gitane.
- Malgrado i miglioramenti, gran parte delle famiglie gitane spagnole si
trovano in situazione di povertà ed esclusione sociale.
- I pubblici poteri hanno l'obbligo di rimuovere gli ostacoli che
impediscono il pieno esercizio della cittadinanza di molte persone gitane,
tramite politiche di inclusione e di lotta contro la povertà, che promuovano
il reale incorporamento sociale della popolazione gitana spagnola.
(Lunedì, 16 ottobre 2006) Nel "Giorno Internazionale per lo
sradicamento della povertà", la Fundación Secretariado Gitano (FSG) vuole
richiamare l'attenzione sulla situazione della comunità gitana europea e, in
particolare, di quella spagnola che nonostante gli sforzi e i progressi per una
piena integrazione, continua ad essere uno tra i gruppi col più alto tasso di
povertà e di rischio d'esclusione.
La situazione precaria nell'accesso alla formazione e all'impiego,
l'insufficiente attenzione del sistema educativo verso gli alunni gitani e la
discriminazione che colpisce questa comunità, sono alcuni dei fattori che stanno
alla base della realtà di povertà ed esclusione di gran parte dei gitani.
- I dati dello Studio Popolazione Gitana ed Impiego elaborato da FSG con
l'appoggio del Fondo Sociale Europeo mostrano che solo il 51% della
popolazione occupata di questa comunità è salariata, comunque in condizioni
più precarie della media spagnola. Si notano alti tassi di disoccupazione
(13,4%) e di occupazioni sommerse e senza protezione (24%).
- La bassa qualificazione tra i maggiori di 16 anni (il 70% non ha
terminato la scuola dell'obbligo) e l'elevata percentuale di alunni che non
finalizzano l'insegnamento e non accedono ad altre opportunità di formazione
lavorativa sono uno scoglio per lo sviluppo della comunità gitana e
contribuiscono a mantenere in futuro la situazione di povertà. L'80% che
inizia un corso di formazione, abbandona prima di terminare il corso,
secondo uno studio di FSG in collaborazione con il Centro de Investigación y
Documentación Educativa e l'Instituto de la Mujer.
- La persistenza dell'isolamento e della segregazione abitativa mostrano
situazioni in cui non si garantiscono i diritti basici delle persone che
vivono lì e contribuiscono ad esacerbare la povertà e l'esclusione sociale.
- La persistente discriminazione in molte sfere della vita quotidiana
verso i gitani, vulnera i diritti fondamentali, impedendo la ricezione di un
trattamento egualitario nell'accesso ai diritti, alle risorse e ai beni di
cui godono il resto dei cittadini e si tramuta in una barriera invalicabile
perché possano prosperare lo sradicamento della povertà e dell'esclusione.
Queste barriere e problemi strutturali che la maggioranza al momento non è
capace di superare devono essere affrontati con urgenza se si vogliono
raggiungere gli obiettivi di coesione sociale e di sradicamento della povertà
enunciati nella strategia di Lisbona.
In questa Giornata Internazionale per lo Sradicamento della Povertà"
intendiamo lanciare un appello alle differenti amministrazioni perché assumano
impegni concreto che permettano di produrre cambi significativi nella situazione
della comunità gitana.
- Mezzi concreti ed obiettivi realistici nei piani di Inclusione Sociale,
su scala nazionale, autonoma e locale.
- Elaborare un Programma specifico per ridurre l'abbandono scolare,
promuovere la continuità scolastica e i collegamenti verso la formazione
occupazionale.
- Sviluppare le opportunità positive contemplate nelle direttive europee e
nella legislazione spagnola che proibiscono la discriminazione. Creazione
del Consiglio per la Promozione e l'Eguaglianza di Trattamento.
- Sradicamento urgente dei nuclei isolati e segregati.
- Utilizzo dei Fondi Strutturali nel periodo 2007-2013 includendo nei
Programmi Operativi mezzi diretti all'inclusione sociale e allo sradicamento
della povertà della minoranza gitana.
La piena integrazione delle persone gitane nell'uguaglianza delle opportunità
è una sfida europea. La coesione sociale dei 25 paesi e la costruzione di
una cittadinanza europea, passa dall'impegno dei governi nel preservare la
dignità, l'uguaglianza, l'equità e la garanzia dei diritti delle persone della
comunità gitana europea.
Ulteriori informazioni:
Fonte:
Mundo_Gitano
Di Fabrizio (del 17/10/2006 @ 10:41:03, in Europa, visitato 1966 volte)
BARBULESTI - Questo comune, nella provincia di Ialomita, è la prima ed unica località con un'amministrazione e un sindaco Rom.[...] Il più importante partito romani in Romania, Pro-Europe Ethnic Roma, ha vinto le elezioni locali tenutesi l'8 ottobre. Sindaco, vice-sindaco e la maggioranza degli eletti provengono da quel partito.
Circa il 95% degli abitanti del comune di Barbulesti sono di etnia rom. Ion Cutitaru, il nuovo sindaco, in passato è stato consigliere e vice-sindaco. Le sue priorità saranno la raccolta di fondi per riparare ed equipaggiare le scuole del comune, in vista dell'ingresso della Romania nell'Unione Europea. Inoltre intende dotare Barbulesti di una stazione di polizia ed una gendarmeria
Fonte: Romanian_Roma
Di Fabrizio (del 17/10/2006 @ 09:59:10, in casa, visitato 1539 volte)
In tutta la nazione mancano 4500 posti per gli Zingari
By Martin Hilditch
Published: 13 October 2006
Migliaia di nomadi e viaggianti mancano di una sistemazione adeguata perché i consigli comunali non sono stati in grado di provvedere alla richiesta di nuovi siti -anche quando le concessioni erano disponibili, questa è quanto abbiamo appreso.
Secondo i nostri calcoli, sono 4.500 i posti mancanti, anche se gli studi di settore questo numero è sottostimato.
I consigli comunali possono fare domanda per fornire nuovi siti. Ma la maggior parte ha scelto di impegnarsi nel risistemare i siti esistente. In qualche caso il basso numero di richieste significa che l'autorità distrettuale non è stata in grado di assegnare le somme dovute.
Le contee dello Yorkshire e di Humber stanno considerando di assumere una linea più dura con i comuni.
Rob Warm, che presiede il settore alloggio e comunità nell'assemblea regionale, nutre forti preoccupazioni su questo tema. Una ricerca mostra che le due contee avrebbero bisogno di 257 posti ulteriori. Warm scrive in un rapporto: "C'è disappunto perché negli anni 2005/06 si è preferito risistemare aree preesistenti, che attrezzarne di nuove."
Le prime indicazioni mostrerebbero che la piena sistemazione di nomadi e viaggianti, non sarà possibile negli anni 2006/07.
Andy Haigh, responsabile del progetto, dice che le preoccupazioni politiche sull'impatto del piano, sono in parte responsabili della situazione. "Ci sono una o due autorità che rifiutano di fare previsioni per nomadi e viaggianti," dice. "Probabilmente quello che passa nelle teste delle autorità locali è 'Abbiamo bisogno di prove che è una dura decisione da prendere'," dice.
Emma Nuttall, responsabile del gruppo Amici, Famiglia e Viaggianti, [...] trova che la mancanza di siti avrà un "impatto terribile". "Sto lavorando con una famiglia che nel corso di un anno si è dovuta spostare 50 volte. Vive una situazione di sgombero continuo."
Dominick Veasey, pianificatore regionale nell'assemblea regionale del sud est, conferma che la maggior parte dei piani riguardano la risistemazione dell'esistente.
Un portavoce del Dipartimento per le Comunità e il Governo Locale, spera che quando i consigli comunali avranno completato le loro richieste, potrebbe esserci più equilibrio tra risistemazioni e nuovi impianti. "E' una cosa di cui siamo coscienti e stiamo facendo pressione in questo senso," conclude.
Nomadi e viaggianti: richieste non soddisfatte South West: 1,100 posti East Midlands: 274 posti Yorkshire & Humberside: 257 posti West Midlands: 820 posti South East: 786 caravans North East: 48 caravans London: 102 caravans North West: 200 caravans East: 999 caravans Totale: 4,586
Sources: DCLG 2006 caravan count and regions’ updated assessment of need
Di Fabrizio (del 16/10/2006 @ 11:06:33, in Regole, visitato 1872 volte)
European Roma Information Office (ERIO) esprime le proprie preoccupazioni sulle dichiarazione del Ministro alla Sanità Radoslav Gaydarski, che sta considerando una legge mirata per porre freno al tasso di natalità fra i gruppi di minoranza, in particolare tra i Rom. Secondo il giornale "Sega", lunedì scorso Gaydarski ha detto ai giornalisti che se non si limitano le nascite tra i Rom, il tasso di mortalità in Bulgaria rimarrà tra i più alti d'Europa, dato che molti di quei bambini non arrivano all'età adulta. Gaydarski suggerisce anche un incontro con i suoi colleghi di Ungheria, Romania e Slovacchia - i paesi con il più alto tasso di Rom - per affrontare congiuntamente la questione.
ERIO trova che questa proposta violi i diritti umani basici [...]. I nazionalisti fanno dichiarazioni come "Tra 50 anni i Rom saranno in maggioranza in Bulgaria, a causa degli alti tassi di nascita", soffiando sui risentimenti anti-Rom. La "minaccia" della cosiddetta crisi demografica ricorre anche nelle dichiarazioni di quadri statali ed accademici.
Le dichiarazioni del Ministro suonano come inappropriate dai legislatori e dalle autorità sanitarie. Il Presidente della Commissione Parlamentare sulla Sanità, Dr. Borislav Kitov dice: "Una legge in questo senso non può entrare in Parlamento, e se anche lo facesse andrebbe direttamente alla Corte Costituzionale. Non possiamo incriminare qualcosa che è fisiologico, altrimenti sarebbe genocidio!" Secondo il Ministro la gravidanza sotto i 16 anni andrebbe proibita per legge. Naturalmente, la legge riguarderebbe principalmente la comunità Rom [...] Ma la domanda è cosa le autorità vogliono fare con le ragazze incinte sotto i 16 anni.
Comprendiamo che questa confusa idea d l'iniziativa anti-Rom di Gaydarski sia il risultato di una "umana" preoccupazione di ridurre la mortalità infantile dovuta alle gravidanze precoci, ma ciò deve realizzarsi in altra maniera, non con una legge incostituzionale che è considerata una interferenza brutale nei diritti delle donne e delle famiglie.
ERIO chiede all'Unione Europea di prendere misure per prevenire l'adozione di una legge simile, che sarebbe in conflitto con le politiche europee sui diritti umani e i valori democratici.
Ivan Ivanov, Executive Director,
European Roma Information Office. Av. Eduard Lacomble 17 Brussels 1040, Belgium Phone: 0032-2-733-3462 Fax: 0032-2-733-3875
Fonte Bulgarian_Roma - Un altro punto di vista
Una segnalazione da Andrea
Zanardo:
Forward, la più importante rivista ebraica americana, ha
dedicato un articolo allo sterminio dei Rom e alla battaglia dei Rom rumeni per
i risarcimenti
L'Olocausto Zingaro
Gli altri Nomadi iniziano a ricordare
Nathaniel Popper | Fri. Oct 13, 2006
Come appartenente ad una delle preminenti famiglie Zingare, Luminita Cioaba
avrebbe facilmente dovuto seguire le tracce degli antenati nomadi. Ma non
erano le sue.
Quando suo padre - che è conosciuto come Re degli Zingari - stava
programmando il suo matrimonio di ragazza, lei era occupata in biblioteca, ad
imparare a leggere e scrivere il rumeno: una minaccia al "circolo della vita
Romani". Poi, quando le sue coetanee partorivano, Luminita era a Bucarest,
cercando una rivista che pubblicasse le sue poesie.
Ora, Luminita sta rompendo con un'altra tradizione, occupandosi del fato del
suo popolo durante l'Olocausto. Alcune centinaia di migliaia di Rom furono
uccisi dai nazisti e dai loro alleati durante la II Guerra Mondiale, ma
contrariamente alle preoccupazioni ebraiche su quel periodo, i leaders Rom
dell'Europa dell'Est - dove si stima vivano 5 milioni di Rom - sono rimasti
relativamente silenziosi sulle sofferenze del loro popolo durante l'Olocausto.
Nel tentativo di cambiare, Luminita ha impiegato gli ultimi due anni
collezionando testimonianze orali dagli anziani che furono deportati nella
regione ucraina della Transnistria dal governo rumeno alleato dei nazisti. I
frutti del suo lavoro sono stati presentati settimana scorsa ad una conferenza a
Sibiu, la città dove vive con suo fratello. Durante la conferenza, a cui hanno
presa parte attivisti romanì di tutta Europa, ha distribuito un libro contenente
le testimonianze raccolte e presentando il film "Frattura Romani", da lei
realizzato sulla tragedia del suo popolo.
"Ho cominciato da sola, e attualmente lo sono ancora o quasi," ha detto
durante una pausa della conferenza, intitolata "I Sopravvissuti Rom in Cerca
della Verità."
In passato, una manciata di studiosi si era occupato dell'Olocausto Romani,
ma quello di Cioba dovrebbe essere la prima [conferenza] organizzata da e per i
Rom, ed appare evidente che un altro passo è stato compiuto, vedendo i
superstiti alternarsi sul palco ad attivisti e uomini d'affari di origine Rom.
Sessantacinque anni dopo l'Olocausto la conferenza ha anche sottolineato che i
Rom, in molte aree - popolo eternamente degradato e senza stato - hanno molto
difficoltà in queste prime fasi di memorizzazione della tragedia. [...] Una
relativa apatia da parte dei governi europei - il governo rumeno non ha mandato
alcun rappresentante ufficiale, nonostante fosse stato invitato. Si aggiunga la
natura composita della comunità romani, come pure la mancanza di istituzioni
culturali romani.
"C'è una sorta di negazionismo da parte dei leaders romani," dice Dana Varga,
consulente della presidenza per gli affari rom, lei stessa rom. "I nostri
problemi sociali sono così seri ed urgenti, che le questioni storiche non
diventeranno mai argomenti di discussione."
Data la relativa mancanza di ricerche, i dati sulla situazione dei Rom
durante la II guerra mondiale non sono lontanamente paragonabili col materiale
elaborato sull'Olocausto ebraico. Gli storici ritengono che una cifra tra
100.000 e un milione di Rom furono uccisi nell'epoca nazista, con differenti
metodi in differenti parti d'Europa.
Il fato dei Rom di Romania è stato illustrato nella conferenza di settimana
scorsa da Jean Ancel, un ricercatore israeliano. Ha detto che nell'ottobre 1942
il regime rumeno sequestrò i Rom sedentari -che non vivevano in carovane
nomadiche - per deportarli in Transnistria, una regione dell'Ucraina occidentale
dove furono deportati anche gli Ebrei. Ancel stima che 26.000 Rom rumeni furono
deportati adoperando i loro stessi cavalli e carri, che furon poi sequestrati
una volta attraversato il fiume Dniester. Nei due anni successivi i Rom vennero
tenuti in fattorie collettive a lavorare forzatamente e morire, similarmente
agli Ebrei della regione.
"L'intenzione era di vedere morire entrambe, per purificare la nazione
rumena," dice Ancel.
Ancel dice che anche se il numero degli Ebrei uccisi in Transnistria fu molto
più alto, in un certo senso la condizione dei Rom era peggiore, perché non
avevano alle spalle nessuna organizzazione che curasse i loro interessi. I casi
di cannibalismo e di violenza sistematica di cui è venuto a conoscenza
attraverso le testimonianze dei sopravvissuti non erano dissimili a quanto
incontrato nella sua ricerca sugli Ebrei.
Il contributo di Ancel è di per se stesso testimonianza della mancanza di
collegamento con la storia della comunità Rom. Ancel dice che non ha mai
incontrato uno storico romani impegnato sull'argomento e che la sua relazione
nasce come collaterale al suo lavoro sull'Olocausto Ebreo.
Dice "Sono contento che mi abbiano chiamato qui, ma è un loro dovere [quello
di studiarlo]. Sinora c'è stata una rimozione completa di questa tragedia."
La presentazione dell'Olocausto dei Rom ha sollevato anche tensioni e
frustrazioni: "Non so niente della mia storia, e adesso devo sentirla da gente
estranea -saranno anche professionisti, ma non sono Rom," dice Zoran Dimv,
giornalista romani dalla Macedonia. "E' come se non sapessi chi sono. Come posso
raccontare la nostra propria storia?"
Per le strade di Turnisor, il quartiere romani di Sibiu, emerge la mancanza
della coscienza storica durante le interviste agli abitanti più giovani. Per le
sporche strade del quartiere, i giovani bighellonano dicendo che non sanno
niente su quello che successe ai Rom durante la II guerra mondiale.
"Solo gli anziani si siedono assieme e parlano del passato," dice Dorin Mihai,
diciasettenne durante una pausa di una partita a calcio. Lui non ha mai studiato
la storia del suo popolo a scuola.
"Sono giovane, ho da fare," continua. "Non ho il tempo di parlare con i più
vecchi."
Poco distante, all'hotel Imperatore Romano, c'è solo una persona sotto i
trent'anni sta seguendo la conferenza. Si chiama Florin Priboi, coordinatore del
dipartimento giovani del Centro Romani di Bucarest. Ha 20 anni e dice che
la sola ragione per cui è venuto a conoscenza dell'Olocausto dei Rom, è stata
perché la sua famiglia scelse di vivere distante dalla cultura Romani, dove le
pressioni sociali sono differenti.
"I giovani hanno la responsabilità di sapere, ma hanno altre priorità: il
lavoro, sposarsi da giovani, ecc." dice Priboi, studente all'Università di
Bucarest. "Io non sono della stessa opinione."
Ci sono segnali che qualcosa inizia a cambiare. Oltre il lavoro di Cioaba,
gli ultimi mesi hanno visto un fiorire di iniziative sull'Olocausto Romani. Il
mercoledì precedente la conferenza di Sibiu, attivisti Rom tedeschi annunciarono
a New York i progetti per costruire un memoriale sull'Olocausto dei Rom entro il
prossimo gennaio. Sempre quest'anno, le organizzazioni dei diritti dei Rom in
Romania, hanno introdotto una legislazione che spinga all'inclusione
dell'Olocausto dei Rom nei programmi scolastici.
Michelle Kelso, che insegna sociologia all'Università del Michigan e che ha
girato un film sull'Olocausto dei Rom, dice che quando iniziò dieci anni fa, non
incontrò alcun interesse da parte dei leaders romani. "Erano impegnati con
troppe altre questioni, come gli abusi della polizia," racconta. Ma, aggiunge,
la situazione è cambiata negli ultimi anni e il suo lavoro ha trovato una
audience più ricettiva.
Durante la conferenza, è stato chiaro che una ragione di interesse è stata
l'ovvia frustrazione per i miliardi di dollari destinati alla riparazione
dell'Olocausto ebraico, mentre niente o quasi è andato ai sopravissuti Rom. Un
giudice americano ha stimato in $ 60 miliardi destinati all'Olocausto e alle
riparazione della II guerra mondiale, solo $ 35 milioni sono andati ai Rom.
Il film girato da
Michelle Kelsooffre qualche spiegazione su questa disparità Mentre le famiglie
ebree spesso possedevano un inventario delle loro proprietà prima della guerra,
pochi Rom avevano una documentazione simile. Anche chi ne era in possesso,
raramente sapeva leggere e scrivere, o cavarsela con i complicati moduli per la
compensazione.
Una dei Rom superstiti, Rozalia Iacob - 79 anni, racconta che per sette anni
ha cercato di ottenere una compensazione dal governo tedesco per i due anni
passati in Transnistria, dove vide sua sorella fucilata. Rozalia Iacob in un
sacchetto stracciato di plastica gialla porta tutti i documenti spediti e
ricevuti dal governo tedesco. Per pagare i documenti inviati, continua, dovette
vendere i suoi maiali, ma lo stesso non ottenne risposta. Sembra che la sua
richiesta sia stata rigettata perché il cognome indicato negli atti fosse
differente da quello da sposata.
"Era tutto in ordine. Avevo le prove materiali che ero stata là - che era
successo a me - e mi hanno ignorata," dice Rozalia Iacob, che vive nei dintorni
di Sibiu. "Cosa posso farci?"
Nella sessione finale della conferenza, un giornalista ha letto un elenco di
risoluzioni da adottare. Tra queste la richiesta di sforzi legali perché i
sopravvissuti ottengano un compenso. Ma la lista è stata dominata da
preoccupazioni più terra terra, come individuare il numero preciso degli uccisi
e la ricerca di documenti che possano testimoniare il destino dei Rom. Anche per
i sopravvissuti come Iacob, c'è incertezza su cosa avvenne precisamente oltre
mezzo secolo fa.
"Ho sentito storie sulla difficile vita degli altri Rom in altri paesi - ma
in realtànon so niente di loro," dice Iacob. "La gente racconta - ma io non so
cosa accadde."
Nathaniel Popper traveled to Romania on a World Affairs Journalism Fellowship
administered by the International Center for Journalists. The Fellowship is
funded by the Ethics and Excellence in Journalism Foundation.
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