Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 22/06/2006 @ 13:57:46, in blog, visitato 2352 volte)
Ops, come si dice: scusate l'assenza! Accidenti ai ricoveri ospedalieri che sembrano non finire mai... Il ricovero ha significato anche il "mangiarsi" delle ultime due settimane pre-elettorali, e addio al Consiglio di Zona per il candidato virtuale. Rimangono tuttora in sospeso tutta una serie di casini "extrablog". Per il momento un saluto, forse torno. PS: grazie a chi mi scritto, appena possibile risponderò. PS2: per non perdere le buone abitudini, una segnalazione dal Corriere della Sera - Magazine:
Pilar, la zapatera rom Si chiama Pilar Heredia, ha 41 anni, è nata a Toledo e cresciuta nei dintorni di Madrid, sposata, quattro figli. E' stata nominata a capo di uno degli organismi associati al Ministero del Lavoro e degli Affari sociali del governo di Zapatero. Nessuno stupore, in un Paese dove la metà dei ministri è donna. Ma Pilar Heredia è una spagnola romanì, è una rom, la prima della sua etnia, che rappresenta l'1% della popolazione spagnola, a raggiungere un incarico istituzionale. Per festeggiare si iscriverà all'università. Facoltà? Scienze politiche.
Di Fabrizio (del 22/06/2006 @ 16:19:02, in blog, visitato 2212 volte)
Scusandomi per il ritardo, ecco uno scritto inviatomi da Agostino Rota Martir:
In uno dei tanti manifesti elettorali, che durante la campagna elettorale hanno occupato gli angoli a disposizione della città con faccioni e frasi a effetto, i partiti del centrodestra hanno accusato il sindaco di Roma Walter Veltroni di aver lasciato alla città dopo 5 anni di amministrazione “106 centri sociali e 34 campi nomadi e 0 sgomberi”. Pochi giorni dopo è il comitato per Veltroni a rispondere, sempre via manifesti elettorali, rivendicando di aver “
spostato” negli ultimi 5 anni ben 8000 persone da insediamenti abusivi e “chiuso” decine di campi Rom, proprio negli anni in cui Alemanno era ministro di un governo che “ha consentito arrivi indiscriminati di immigrati, senza regole e senza controlli alla frontiera”
Nel pieno della campagna elettorale una risposta politica ancora più precisa arriva nei giorni successivi a questo scambio di manifesti: mercoledì 17 maggio i giornali danno notizia dell’inizio dello sgombero dell’area nei pressi del campo di Villa Troili, in zona Bravetta e pochi giorni prima era stato sgomberato uno stabile in Via Giolitti occupato e abitato da circa 50 migranti.
La difesa via manifesto dell’amministrazione capitolina aveva per titolo “le piccole bugie di Alemanno”, perché si proponeva di rispondere rivendicando una politica attiva di limitazione e di controllo, di decisioni e interventi forti riguardato i migranti e i Rom in particolare, al di là della ambigua differenza fra sgomberi, controlli alle frontiere, spostamenti e chiusure. Campi da “chiudere”, persone da “spostare”, il sindaco e la sua maggioranza rivendicano il coraggio e la capacità di aver realizzato interventi senza tensioni e senza incidenti, né con i Rom o i migranti, né con i residenti delle aree interessate.
In questo botta e risposta da campagna elettorale, in ognuna delle posizioni espresse a lettere cubitali e sparse ai quattro lati della città, alcune questioni che riguardano l’esito effettivo di questi interventi sembrano non trovare posto: in quali condizioni in cui si trovano uomini, donne e intere famiglie “spostate” ? quale prospettiva per le migliaia di insediati sulle rive del Tevere, accolti in condizioni di emergenza nei giorni della piena del fiume ? e dove finiscono le persone le cui baracche o ripari di fortuna sono “chiusi” ? La situazione dopo qualche settimana o mese non è apparsa per nulla tranquilla e pacificata negli insediamenti “spostati” e ancora meno per i tanti che hanno visto “chiusi”, ovvero distrutte, le loro baracche. La giunta ha sempre messo a disposizione posti letto nelle strutture d’accoglienza convenzionate con il Comune, in numero abbondantemente inferiore alle necessità, per un periodo limitato di tempo, istituzionalizzando di fatto una condizione di emergenza (famiglie da separare, orari di chiusura dei centri, nessuna autonomia o indipendenza nei ritmi di vita) in cui non è possibile alcun avanzamento sulla via della stabilizzazione e del radicamento delle persone accolte.
Altro caso emblematico la situazione dell’insediamento nel parco di Malafede, al 25 km della via Pontina, nel quale sono stati “spostati” pacificamente e attraverso un percorso di partecipazione i Rom che hanno abitato vicolo Savini per circa 20 anni: oltre alle tensioni forti fra le famiglie di residenti e ai conflitti con le associazioni che si occupano dei servizi nel campo, all’assenza di controllo sui residenti, si registrano negli ultimi mesi gravi emergenze di ordine sanitario, e sono oggettivamente peggiorate le possibilità di socializzazione e relazione per tutti i residenti, in particolar modo per donne e bambini che devono percorrere a piedi i
5 km per arrivare ad un supermercato o ad un bar.
La vicenda di questo insediamento mette in luce altri sinistri collegamenti fra le diverse retoriche che si affrontano nella campagna elettorale: alla richiesta esplicita di sgomberi del candidato di centrodestra si somma la proposta, già di Fini e di Alleanza Nazionale nelle precedenti competizioni elettorali, di spostare lontano dalla città, fuori dal G.R.A. tutti i campi Rom. Proposta spesso urlata di fronte a cittadini arrabbiati e imbestialiti, questa opzione appare silenziosamente messa in atto dalla giunta di centrosinistra, che vanta non solo lo spostamento dei Rom di vicolo Savini al 25 km della Via Pontina, ma anche quello dei Rom che abitavano all’interno della ex-Snia Viscosa, oggi in un campeggio lungo la via Tiberina ancora 5 km fuori dal GRA, per citare solo i casi numericamente più rilevanti.
Al di là delle retoriche, delle polarizzazioni che le campagne elettorali, anche amministrative, impongono, una questione appare evidente: mentre si assottiglia la differenza di prospettive, di politiche e di interventi fra quella che è stata la maggioranza e l’opposizione al governo della città, in favore di una semplice differenza di grado all’interno di una opzione –implicitamente- condivisa per le politiche di controllo e separazione dei Rom, esistono forze politiche in gradi di prospettare e sperimentare politiche per il superamento dei campi – e degli sgomberi – per i gruppi Rom e migranti ?
inserito il 30 May 2006
tratto da http://host.uniroma3.it/laboratori/osservatoriorazzismo/
Di Sucar Drom (del 23/06/2006 @ 00:20:18, in blog, visitato 1851 volte)
Padova,
Sinti e Rom tra lavoro e abitazione
Lunedì 19 giugno 2006 si è tenuto a Padova l’incontro “le microaree per i Sinti
e i Rom e l’inserimento lavorativo: alternative possibili ai campi–ghetto e
all’emarginazione sociale”, organizzato dall’Ente Morale Opera Nomadi Sezione di
Padova in collaborazione con il Comune di Padova.
Hanno partecipato alcune Sezioni dell’Opera Nomadi (Bolzano, Mantova, Piove di
Sacco, Rovigo) e la Preside...
Bolzano,
cittadinanze imperfette
L'Associazione NEVO DROM invita tutti venerdì 23 giugno 2006, alle ore 17.30,
presso casa Altmann, piazza Gries n.18 a Bolzano alla presentazione e
discussione del volume
CITTADINANZE IMPERFETTE
Rapporto sulla discriminazione razziale subita da Rom e Sinti in Italia.
Saranno presenti Nando Sigona e Lorenzo Monasta, autori e ricercatori di
OsservAzione (Centro di Ricerca...
COMUNITA`
ROM, scuola come libertà
E' stato pubblicato da EMI (editrice missionaria italiana), nella Collana
«MONDIALITÀ», il libro
COMUNITA` ROM, scuola come libertà,
di Silvia Caset e Alessio Surian.
Il volume presenta una breve cronaca e alcuni risultati del Roma Project, un
percorso sostenuto dal Programma Grundtvig della Commissione Europea che ha
permesso a partner di tre Paesi, Bulgaria, Romani ...
Lamezia
Terme, l’illusione di una casa per le famiglie rom
La questione riguardante gli insediamenti abitativi per le famiglie rom potrebbe
avviarsi, finalmente, a soluzione. Questo si affermava esattamente tre anni fa.
Ma è rimasta solo un'illusione. E questo volta con i soldi dei contribuenti: 6
miliardi e mezzo delle vecchie lire.
Già, i famosi finanziamenti regionali. Quelli del 1997. Sono stati infatti spesi
ma non sono serviti a nulla. Siamo...
ARCI
Toscana, tante iniziative a favore dei Rom
Alcuni mesi fa abbiamo ricevuto da ARCI Accoglienza Toscana la segnalazione di
un interessante articolo pubblicato sul quindicinale Arci Toscana.
L’articolo riporta il resoconto del progetto europeo per l’inserimento
scolastico dei minori Rom Europei svolto in Toscana. Per chi volesse ricevere
l’interessante quindicinale può scrivere a: erica.toscana@arci.it.
Di seguito un breve estratt ...
Vicenza,
libero l'uomo che ha tentato di uccidere i due ragazzi Sinti
Il 13 giugno ad Arsiero (VI) verso le 22:30, il proprietario di un magazzino di
materiali ferrosi, Ermes Mattielli, spara tutto il caricatore della sua
semiautomatica, 15 colpi, contro due Sinti Teich di 22 e 27 anni che
presumibilmente stavano rubando del ferro.
Entrambi i ragazzi sono stati colpiti numerose volte da una distanza di 3-4
metri e dopo essere stati soccorsi dal personale med...
III
Festa nazionale delle Comunità di Capodarco
La comunità di Capodarco compie 40 anni da quando don Franco Monterubbianesi,
con un gruppetto di disabili, andò ad abitare, nel Natale del 1966, in una
“vecchia villa abbandonata” di Capodarco, frazione del Comune di Fermo.
La ricorrenza è occasione per continuare a promuovere quella che fu l’intuizione
di allora: il protagonismo delle persone a prescindere dalla loro condizione di
salute...
Non si
arresta la libertà di espressione: libertà per Alaa!
Pubblichiamo l’appello del COSPE per il rilascio del blogger egiziano arrestato
durante una manifestazione a sostegno dei giudici e della libertà di
espressione.
Alaa Ahmed Seif El Esalam Abdel Fattah è il più noto blogger indipendente
egiziano, impegnato nella diffusione delle tecnologie dell'informazione a favore
della libertà di espressione e della tutela dei diritti e dello sviluppo ...
Rom e
Sinti una riflessione di Giulio Vittorangeli
Sul foglio quotidiano di approfondimento LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO è stato
pubblicato una riflessione, a firma di Giulio Vittorangeli, sulla situazione dei
Sinti e dei Rom in Italia.
Di seguito un breve estratto della riflessione che potete leggere nella sua
interezza alla pagina web indicata alla fine di questo post.
Li incontriamo sui tram, al semaforo, qualche volta in metropol ...
Di Fabrizio (del 24/06/2006 @ 11:56:49, in casa, visitato 1983 volte)
di Brian Gomm - da
British
Roma
I consigli comunali hanno presentato un rapporto sulle misure per approntare
4.000 nuovi luoghi di sosta autorizzati, volte alla riduzioni dei luoghi non
autorizzati, e al rafforzamento della collaborazione tra i luoghi di sosta e le
autorità comunali.
- I luoghi prescelti comprendono il pagamento di una tassa comunale per
l'accesso ai servizi usati;
- Per ridurre le frizioni tra le comunità di nomadi e viaggianti e quella
stanziale, i due gruppi godranno di pari diritti e doveri;
- I 4.000 luoghi previsti rappresentano un quarto dei luoghi che sarebbero
necessari;
Sono previsti:
- Spazio vitale per lo sviluppo del sito;
- Una tassa comunale, che limiti potenziali danni ambientali e assicuri i
servizi necessari;
- Detti servizi riguardano il ritiro dei rifiuti, misure igieniche e altri
servizi, pagati dagli occupanti e gestiti da una commissioni mista
comprendente la comunità nomade e e autorità comunali;
- Documenti di residenza per nomadi e viaggianti, di durata annuale;
Parere positivo di Richard Bennet, del Local Government
Association's Gypsies and Travellers Task Group: "Soltanto continuando su
questa strada nel fornire più siti autorizzati e implementando nuove misure, i
consigli possono effettivamente affrontare i problemi dei campi non autorizzati
e dei loro sviluppi.
Le comunità nomadi e quella stanziale devono avere uguali diritti e
responsabilità. Pagano cioè le tasse comunali e i servizi che usano. Anche
questo contribuisce a ridurre le frizioni tra i due gruppi.
Adesso è necessario a gire con urgenza. Ci risulta che il governo centrale
approvi e supporti questa strada, ma che intenda valutarne i costi". Non
risultano contrasti tra autorità locali e centrali e si è aperto un tavolo di
confronto tra la Commission for Racial Equality, le comunità nomadi e
viaggianti e il Dipartimento per le Comunità e il Governo Locale.
Attualmente sono tassati i siti legali, mentre quelli illegali sono in
discussione in vista della loro collocazione futura.
Di Fabrizio (del 24/06/2006 @ 12:14:49, in Regole, visitato 2377 volte)
Servizio di assistenza legale per gitani, a cura di
Union Romani (in spagnolo)
Di Fabrizio (del 25/06/2006 @ 10:56:49, in Europa, visitato 2985 volte)
- 23 giugno 2006 - da
Czech_Roma
Nonostante un rapporto confermi che continua l'uso della sterilizzazione
forzata presso le donne Rom, i gruppi di appoggio legale rimproverano al governo
ceco di non prendere azioni in merito. Nel dicembre 2005, l'omnbudsman
(difensore civico) Otakar Motejl, ha elencato dozzine di casi di sterilizzazioni
forzate avvenute tra il 1979 e il 2001 "senza che vi fosse stato consenso
formale ed esplicito", recita l'Associated Press. Motejl richiede che il governo
ceco fornisca i dati sul consenso esplicito, informazioni accurate alle donne
Rom e un piano per compensare le vittime di questa pratica.
Il rapporto di Motejl è di sei mesi fa, ma nulla sembra cambiare nella
pratica e nel silenzio-assenso del governo ceco. Le indicazioni fornite dal
ministero della Sanità sono disattese, e sempre secondo l'Associated Press e il
sito Newsdesk.org non c'è volontà di rifondere le vittime, gli ospedali
rifiutano di riconoscere questa pratica come illegale. Gli avvocati delle
vittime dicono che le vera ragione è il razzismo.
Per tutta risposta, molte romnì hanno portato i loro casi in tribunale. Nel
2005, Helena Ferencikova è stata la rima a denunciare l'ospedale per
sterilizzazione forzata. Il Tribunale distrettuale di Ostrava ha condannato
l'ospedale per pratica illegale e ha richiesto una scusa formale. L'ospedale a
sua volta ha ignorato la richiesta e richiesto una revisione del caso in
appello.
Arci Solidarietà Lazio Digital Desk Filmarci con: Presidenza del Consiglio Provinciale di Roma e Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Roma INVITANO alla presentazione del film "Le donne vestivano gonne fiorite" regia di Carlo Chiaramonte Un documentario a più voci (e volti) sulla vita delle donne nelle comunità zingare
Prodotto da Digital Desk e ARCI con Presidenza del Consiglio Provinciale di Roma Comune di Roma - Commissione delle Elette e con il contributo di Comune di Roma - Assessorato alle Politiche Sociali Municipio Roma XI Farmacap Protagoniste del documentario sono sette donne che vivono nei campi nomadi romani, quattro adulte e tre ragazze, che tra richiami alla tradizione e desideri di cambiamento raccontano le difficoltà della loro vita e i loro sogni di un futuro migliore. La proiezione avrà luogo mercoledì 28 Giugno alle ore 16.30 presso la Casa del Cinema a Villa Borghese, Largo Marcello Mastroianni, 1 Roma
Di Fabrizio (del 26/06/2006 @ 10:48:53, in Regole, visitato 2814 volte)
da Saimir MILE COMUNICATO
Vogliamo la verità sulla morte di Vilhelm Covaci
In seguito alla morte, nella notte dal 19 al 20 giugno 2006, di un giovane
Rrom inseguito dalla polizia, l'associazione "La Voix des Rroms" domanda che sia
fatta luce su quanto è successo. I poliziotti hanno aperto il fuoco in un luogo
frequentato da Rroms, e Vilhelm Covaci, 19 anni, è morto annegato nel canale
Saint Denis provando a sfuggire ai poliziotti che lo inseguivano. Suo fratello,
Daniel L., che lo accompagnava, è stato così brutalmente colpito, in loco ed in
seguito al commissariato, che è stato inviato all'ospedale a Bobigny, per come
era ridotto. Accanto alla famiglia della vittima, l'associazione "La Voix des
Rroms" domanda che sia fatta luce su questo fatto drammatico. Una conferenza
stampa sarà organizzata martedì 27 giugno alle 11 dove vivono i genitori
(dettagli in fondo pagina), dove saranno annunciate tra l'altro e nuove
iniziative delle associazioni rroms e dei cittadini interessati.
Il corpo senza vita di Vilhelm Covaci, di 19 anni, è stato trovato nel canale
Saint Denis venerdì 23 giugno verso le 12h 30. Il procuratore della repubblica
ha ordinato l'apertura di un'indagine, ed il trasporto del corpo del giovane
Covaci all'Istituto medico-legale di Parigi per d'autopsia. Infatti, Vilhelm
Covaci sapeva perfettamente nuotare ed a quest'epoca dell'anno l'acqua non è
abbastanza fredda per fare pensare ad una sincope. Inoltre, la causa reale del
decesso li interroga tanto più che, anche se si sapesse che il sig. Covaci era
annegato ad un posto preciso (dove i poliziotti lo inseguivano), la ricerca del
corpo ha avuto luogo soltanto venerdì scorso, cioè 3 giorni dopo. I Rroms che
avevano assistito alla scena della notte dal 19 al 20 affermano avere inteso
grida ed avere visto poliziotti colpire violentemente un giovane uomo coricato
per terra, ciò che è confermato da Daniel L.
Accanto alla famiglia della vittima, l'associazione "La Voix des Rroms",
esige la verità sulle circostanze precise della morte di Vilhelm Covaci, secondo
la giustizia. Inoltre, vogliamo fare un punto sulle brutalità poliziesche di cui
i Rroms sono vittime. Ad esempio, circa un anno fa, sempre ad Aubervilliers, dei
poliziotti aprivano il fuoco su un posto abitato da Rroms della Romania
gridando insulti razzisti. Un'indagine era stata aperta allora, ma finora non
abbiamo avuto notizie. Oggi l'affare è infinitamente più grave, è morto un uomo.
Dopo il razzismo delle parole, chiaramente espresso, come dal sig. Yves Calvi è
i suoi amici nell'emissione "delinquenza, la strada dei Roumani" diffusa sulla
rete pubblica France 5, (catena che si dice culturale e pedagogica), noi siamo
preda di un razzismo di Stato mortale.
Una conferenza stampa sarà organizzata martedì 27 giugno alle 11 a
Aubervilliers, sul terreno dove viveva Vilhelm Covaci.
Per trovarci: Porta di Aubervilliers, prendere la via del posto, a destra
delle tende del circo di fronte alla rotonda. Alla fine della via del posto,
girare a destra dinanzi all'impresa di calcestruzzo. Il terreno rrom è chiuso da
una porta di lamiera ondulata grigia e verde.
Raggiungeteci per chiedere verità e giustizia.
Di Fabrizio (del 26/06/2006 @ 10:50:03, in Regole, visitato 6426 volte)
Ricevo e porto a conoscenza:
From: Comitato amnistia
To: romlavoro@tiscali.it
Sent: Saturday, June 24, 2006 3:25 PM
Subject: Urgente: richiesta firma su appello per l'amnistia
Caro Aleramo,
come sai martedì 27 alle ore 11, sotto la presidenza di Don Antonio Mazzi, si
terrà a Roma, presso la sede del Partito radicale, un primo appuntamento
pubblico del Comitato per l'amnistia, in occasione del quale vorremmo rendere
noto alla stampa un appello intitolato "Un'amnistia per la legalità" che ti
invio in allegato a questa email, e sul quale chiediamo la tua firma e un tuo
aiuto per raccogliere altre adesioni.
Vorremmo raccogliere le adesioni già prima del nostro incontro, in modo da poter
organizzare fin da subito una conferenza stampa alla fine dei nostri lavori.
A presto, contiamo sul tuo aiuto
Diego Galli e Irene Testa
Comitato per l'amnistia, la giustizia e la legalità
Tel 3470918518
Di Fabrizio (del 27/06/2006 @ 10:35:15, in scuola, visitato 3301 volte)
Da maggio scorso, sono apparsi sui media statunitensi, in particolare quelli diretti verso i lettori europei, una serie di articoli che paragonano la lotta dei negri americani negli anni '60 a quella dei Rom nell'Europa del 2000. Ora è la volta di Dzeno, sempre attenta ai suggerimenti e alle tattiche provenienti da oltreoceano. Articolo precedente.
23. 6. 2006 - I Rom mutuano le tattiche delle lotte per i diritti civili. per ottenere uguali opportunità nell'accesso alla scolarizzazione e nuove opportunità per i loro figli
OSTRAVA, Repubblica Ceca - Siamo nei pressi di un insediamento-ghetto, una ragazza con un ventaglio di plastica in testa, balla sulla porta di una casa diroccata. Fluttua all'interno, una scintilla nel buio, libera per ora dalle statistiche che predicono che si svilupperà in una giovane madre sposata ad un uomo con "più residuo di stoffa che monete nelle tasche".
All'appartamento al secondo piano, Berta Cervenakova auspica un futuro migliore per la sua famiglia. Nikola, suo figlio di 17 anni, è uno dei 18 che ha accusato il governo di segregazione scolastica. I ricorsi anti-discriminazione sono parte della nuova generazione di Rom, per contrastare generazioni di pregiudizi in tutta l'Europa dell'Est con tattiche mutuate dai movimenti civili U.S.A.
"Se non si trattasse di razzismo, perchè mia figlia è stata destinata a una scuola differenziale?" chiede Cervenakova, nella sua cucina decorata con pentole riempite di fiori di plastica. "Il sistema ha fallito. Vogliamo i colpevoli".
Il caso ceco e altri simili in Bulgaria e Ungheria sono la prova lampante dei persistenti pregiudizi affrontati dai Rom, e scoprono gli stili di vita che hanno contribuito alla povertà diffusa nella comunità e la sua scarsa voce politica. Durante il comunismo, i Rom beneficiavano di un sistema che offriva pari condizioni lavorative, a fronte però di un'istruzione di "secondo livello" che non li ha preparati ai fervori capitalistici e ai pregiudizi seguiti al crollo del muro di Berlino.
"Questi casi discriminatori si ispirano all'esperienza americana" afferma Dimitrina Petrova, direttrice esecutiva di European Roma Rights Center, che segue gli sviluppi cechi. La sua organizzazione vuole modellarsi su come i neri negli Stati Uniti usarono i tribunali, incluso il caso Brown v. Board of Education oltre 50 anni fa, per promuovere il cambiamento sociale.
Scopo dei gruppi Rom, come per la minoranza degli studenti nel Kansas del 1950, è di vincere la causa che obblighi il governo nazionale a rafforzare le leggi anti-discriminatorie.
E' una strategia nuova in un'Europa più incline a cercare protezione nei parlamenti. Azioni iniziate nell'ex blocco sovietico, perché i diritti umani e il multiculturalismo incontrino le richieste di adesione all'Unione Europea.
Il caso sollevato contro la Repubblica Ceca, portato dal gruppo di Petrova dopo la scoperta che gli studenti Rom sono 27 volte di più esposti alle scuole differenziali, viene rivolto al giudizio finale della Corte Europea dei Diritti Umani. Lamenta che il governo Ceco ha storicamente deviato i Rom verso scuole differenziali, basandosi più su criteri etnici che sull'abilità intellettuale. Il tribunale inizialmente ha stabilito che gli studenti Rom hanno subito un trattamento impari, ma ha rifiutato di ammettere che a questo corrispondesse un'attitudine intenzionalmente discriminatoria.
Le autorità ceca hanno preso conoscendo del problema e iniziato a fare cambiamenti.
"Abbiamo iniziato ogni discussione possibile su come integrare i bambini Rom," dice Ondrej Gabriel, portavoce del Ministro dell'Educazione, che rimprovera i Rom per non insegnare il Ceco ai loro figli. Ci sono nuove classi di lingua prescolari espressamente per i Rom, e nelle classi sono stati posti specialisti Rom.
I critici affermano che i Rom sono più portati degli altri per finire in classi con problemi di apprendimento.
"Si limitano a ridipingere i segni" dice Kumar Vishwanathan, a capo di Life Together, organizzazione anti-discriminazione di Ostrava, dove si sima abitino 30.000 dei 250.000 Rom del paese. "Come mai non si integrano questi bambini? Il sistema scolastico congela questa comunità e li tiene lontani dal progredire."
Libuse Soukalova, direttrice di una scuola dell'obbligo per bambini con problemi d'apprendimento, dice che in 27 anni come educatrice, non può nominare un solo Rom che abbia avuto una storia di successo. Nel 2005, il 25% degli studenti Rom ha completato la scuola primaria, confrontato col 73% degli studenti etnicamente cechi. Soukalova aggiunge che ogni anno 30 dei suoi studenti Rom iniziano le superiori, e due la terminano.
"I loro bambini non frequentano la scuola d'infanzia, e i loro genitori non prestano grande attenzione all'educazione" continua, aggiungendo che ogni studente nella sua scuola affronta un test psicologico ed attitudinale. "Non conoscono le cose che sanno i loro coetanei cechi."
I Rom, che si pensa migrarono dall'India oltre 1.000 anni fa, a lungo hanno vissuto ai margini della società europea. Lavorando come stagnaie musici, lavoratori a giornata e come zappatori, inizialmente si spostavano in carovane attraverso le foreste. Sono stati visti stereopaticamente come ladri e bugiardi, e spesso visti più come artisti che pragmatici. I nazisti li accusarono di inferiorità razziali, e ne uccisero circa 500.000 nei campi di concentramento.
Si stima che siano tra gli 8 e i 15 milioni i Rom sparsi nell'Europa Centrale e Orientale. L'ampia discrepanza dei numeri è dato dal fatto che molti negano la loro appartenenza per paura di persecuzioni. Ad esempio, nella Repubblica Ceca il Difensore Pubblico dei Diritti, che indaga sulle violazione delle libertà civili, dice che anche recenti rapporti al tempo della Guerra Fredda, le donne Rom furono sterilizzate "in maniera illegale o per motivi inappropriati" (vedi articolo precedente).
Il caso venne alla luce nel 2004 quando 10 donne Rom lamentarono di non essere state informate sulle conseguenze della sterilizzazione. La pratica faceva parte di una politica non esplicitata nell'era comunista, per prevenire il "rischio sociale" di un alto tasso di natalità tra i Rom. Il difensore pubblico ha scoperto che questa attitudine persiste negli ospedali e che "la società ceca deve affrontare questa realtà."
I Rom furono portati ad Ostrava dopo la II guerra mondiale, per lavorare nelle miniere di carbone e negli impianti chimici. Il cielo era una ua visione granulosa di promessa, sibilante per i vapori, il fumo e gli effluvi nocivi. Ma ancora i locali si siedono sui gradini della cupola di san Venceslao, scolando birra e ascoltando i colpi di mazza delle macchine. Il museo cittadino è poco frequentato e si mormora "I fine settimana ormai sono morti. Non funziona più niente."
Ai margini di Ostrava, oltre le fabbriche saccheggiate e il groviglio della ferrovia, su Cervenakova e sua figlia Nikola e i loro soprammobili, molte ragazze ripetono la storia dei loro avi: ricevendo educazione che le quqalificano per lavori come aiuto cuoche e tuttofare.
"Sono stata alla differenziale per 9 anni. Il dottore aveva detto a mia mamma che non ero pronta per la scuola normale," dice Lycie Gorolova, una ragazza con poche possibilità in una città che conta il 28% di disoccupazione. "Nella mia classe eravamo 30 Rom e 4 bianchi. Volevo fare la fornaia o la parrucchiera, ma non ero qualificata. Ho dovuto scegliere tra assistente in cucina o donna di servizio. Mia madre è donna di servizio."
Storie simili si ripetono. Tutti sanno che anni nelle scuole differenziali, negano l'accesso alle superiori, diminuiscono le possibilità per il college o altri corsi avanzati.
Cervenakova dice che il futuro di Nikola è stato compromesso dalla scuola primaria, in un istituto differenziale. L'anno scorso è arrivata in una classe normale, ma si è trovata sempre indietro e più lenta delle sue compagne. Ha iniziato a marinare la scuola e cercare qualche lavoro. Ora, a 17 anni, frequenta l'ottavo grado. Nessuna ambizione, se non quella di sposarsi.
Dice: "Ho soltanto brutti ricordi."
"E' la mia primogenita" dice Cervenakova, il cui marito era autista al tempo del comunismo e attualmente è disoccupato. Gli altri figli - due ragazzi e una ragazza - frequentano la scuola normale e se la cavano bene.
C'è paura e un po' di rimpianto quando racconta cosa è capitato a Nikola: "Non sapevo come comportarmi quando il personale scolastico è venuto qui. Mi diedero un foglio di carta e mi dissero di firmare. Non lo feci. Nikola era troppo giovane per conoscere le conseguenze di ciò."
Dusan Cervenak, Rom cresciuto nel quartiere zingaro di Ostrava. Ha visto i suoi amici che lasciavano le scuole differenziali. Ha frequentato le classi regolari e oggi è un operaio lavoro apprezzato tra i Rom. Un omone con baffi sottili, Cervenak dice che la situazione difficile e le differenze culturali hanno mantenuto la comunità dalle altre generazioni.
"Nel passato la soluzione più facile era mettere i Rom nelle scuole differenziali. Molti non parlavano il ceco. Rimanevano indietro e non erano bravi studenti," dice."Le cose sono cambiate negli ultimi anni. Ora le scuole primarie hanno assistenti per i bambini Rom."
In città, quello che hanno costituito le compagnie di carbone anni fa sta sbiadendo. I quartieri residenziali sono degradati, crescono il crimine e la droga. Il cielo in compenso è pulito, ma in pochi sembrano apprezzare questa novità.
Jiri Smelik è stato dirigente di una scuola regolare per 13 anni. Il ruolino degli studenti è indicativo dei cambiamenti nel quartiere. Nei primi anni, l'8% degli studenti era Rom, oggi sono il 70%.
"Non voglio sembrare razzista," dice seduto nel suo ufficio al termine della giornata, mentre spazza il pavimento con una scopa. "Ma non credo nell'eguaglianza tra le persone. Mi spiace dirlo, ma in generale i Rom sono meno intelligenti."
Ha lasciato la sua dichiarazione sospesa; non la ha ritrattata.
Smelik dice che in 13 anni solo quattro degli studenti Rom sono andati alle superiori. Cita problemi sociali, povertà, ghetti e la mancanza di quella che chiama un'intelligentsia Rom. Sospira profondamente, tentando di mettere ordine nei suoi pensieri: "Spero di poter offrire una chance per una vita migliore," dice. "E' un lavoro che esaurisce. Provi duramente. 100volte e 100 volte ancora."
Cammina calmo lungo il corridoio, armeggiando con le chiavi ed mostrando alcuni ospiti. Blocca il portello e si dirige indietro verso il suo ufficio
By Jeffrey Fleishman, LA Times Staff Writer
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