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Di Fabrizio (del 10/03/2006 @ 10:19:31, in media, visitato 1796 volte)

Press Gazette - Journalism matters. Every week.

“La discriminazione diventa più sottile”

Pubblicato: Giovedì, 2 marzo, 2006

LE PROTESTE globali seguite alla pubblicazione delle vignette sul profeta Maometto, hanno riportato il dibattito sulla libertà d'espressione e su come convivere rispettandosi l'un l'altro.

E' servito inoltre come forte sottolineatura sul potere dei mezzi d'informazione nel determinare i movimenti d'opinione – con le immagini che riflettono l'amaro conflitto delle vite che si perdono nei differenti angoli del globo.

I disordini accaduti a Birmingham l'anno scorso, mostrano anche quanto possano essere potenti i media, quando alcune stazioni radio furono rimproverate per aver infiammato l'odio tra due comunità – anche il quel caso ci furono perdite di vite, ma stavolta sulle nostre strade.

Al tempo della Campagna per l'Eguaglianza Razziale (CRE), abbiamo ricevuto infinite lamentele dalle comunità di Nomadi e Viaggianti, vittime di un assedio mediatico di una campagna stampa incentrata sugli insediamenti nella greenbelt e sugli accampamenti illegali in tutto il paese. I reclami variavano dall'afflizione dei genitori, al bullismo verso i bambini a scuola, sino alle vere e proprie violenze contro persone e cose. Ma sono apparse anche storie positive di come i media hanno contribuito a creare integrazione tra comunità vicinali, ad esempio: prima delle elezioni locali, controbattendo i messaggi dell'estrema destra, o indicando una faccia umana su quanti cercano asilo nelle nostre città per sfuggire alle guerre nei loro paesi.

Questo sarà un anno chiave per la CRE, concomitante col 30° anniversario dell'Atto sulle Relazioni Razziali, una legge che ha contribuito ad affrontare in profondità l'evidente razzismo che incrostava la Gran Bretagna.

Ma la discriminazione è diventata più sottile. Se diamo un'occhiata alla situazione della Gran Bretagna di oggi, la popolazione sta diventando più -e non meno -segregata per etnia.

Una ricerca della CRE mostra che il 95% dei britannici “bianchi”, ha amicizie solo tra persone dello stesso colore. Tra le minoranze britanniche questa percentuale è del 37%.

Le minoranze etniche tuttora affrontano discriminazione in tutte le sfere, comprese quelle della scolarità, dell'impiego e della politica. Non si tratta soltanto di cambiare leggi e norme; si tratta di mentalità e attitudini. Ed il ruolo dei mezzi d'informazione in questo difficile compito diventa sempre più importante.

Il Premia ai Media di CRE (RIMA) – giunto al 14° anno – ha dato il suo contributo in questo senso. Per fortuna, sono finiti i tempi in cui andava assegnato perché in una soap opera era presente anche una famiglia di colore (Fleet Street). Abbiamo anche molti commentatori di colore nei media, una donna musulmana scrive sulle colonne di The Sun.

Quanto alla semplice cronaca, si è passati da una situazione in cui i crimini a sfondo razziale erano semplicemente ignorati, oppure riportati solo da chi si interessava già a questioni etniche, a una copertura mediatica più bilanciata ed obiettiva.

Tenendo a mente quanto sopra, una condanna generalizzata dei media non sarebbe utile e neanche appropriata. Nel linguaggio adoperato si è passati dall'uso di termini offensivi o scorretti, all'uso di espressioni più accurate.

Anche i tabloid dell'estrema destra mantengono un linguaggio più equilibrato e meno prevedibile di quanto si potrebbe pensare. E' stato il Daily Mail che ha titolato “Assassini” riguardo agli accusati dell'omicidio di Stephen Lawrence (cfr BBC News ndr.) - che ha segnato un cambio radicale nella campagna che ne è seguita. Il Mail on Sunday ha parecchio attenuato il suo linguaggio nei confronti di Nomadi e Vaggianti.

Rimane ancora molto da fare per l'industria dei media, tanto nella copertura delle notizie che nella formazione/aggiornamento di chi si incarica della copertura.

Temi come l'Islamofobia, la lotta al terrorismo, i conflitti interreligiosi, l'immigrazione e la crescita dell'estrema destra presentano sfide sempre nuove. C'è chi sceglie il silenzio piuttosto che affrontare argomenti che rischiano di offendere qualcuno. Sono tutti temi che necessitano discussione e il ruolo dei media è cruciale nell'impostare il tono del dibattito.

Rimane da affrontare la questione della sotto-rappresentazione delle minoranze etniche nell'industria dei media.

La ricerca NUJ (National Union of Journalists ndr.) del 2004 ha provato che i gruppi delle minoranze etniche compongono una percentuale troppo piccola nelle statistiche per permettere analisi oneste. Sul numero totale di indagini il 95% provenivano da giornalisti “bianchi” e il rimanente da giornalisti appartenenti a gruppi etnici minoritari.

Così, un'indagine sulle minoranze etniche nel sistema dell'informazione radiofonica, mostra che il loro ruolo sarebbe quello di pulire i pavimenti dei cinema dai popcorn.

I mezzi di stampa sono ancora più indietro di quelli radiofonici. Un editore di Fleet Street mi ha confessato un paio di anni fa, che praticamente le uniche facce abbronzate che entravano nel suo ufficio, appartenevano al personale di pulizia. In quel periodo stava prendendo misure per rimediare alla situazione. Parte del problema, è che l'accesso all'impiego nel sistema dell'informazione stampata, tuttora dipende più dalla rete di conoscenze che dall'effettiva capacità. Le nuove reclute sono quanti sono già nell'intorno di chi dirige il sistema, quindi persone che si assomigliano o si replicano.

Nel tentativo di superare le transenne della segregazione e le barriere razziali, CRE ha istituito una sorta di “agenda dell'integrazione”. Società integrata è quella dove ognuno condivide dei valori comuni in cui identificarsi. La frammentazione sociale per razza ed etnia è un tema che riguarda tutti.

Raccontando la nostra storia nazionale, la stampa britannica può incoraggiare la partecipazione e l'interazione, appoggiando contemporaneamente la spinta all'eguaglianza. I media sono nella posizione di contribuire a rendere reale l'integrazione nella nostra società. Qualsiasi cambiamento, non avviene per caso. Succede, perché molta gente s'è impegnata perché le cose potessero cambiare. RIMA esiste per celebrare queste persone e queste organizzazioni. Ci sono molti che si impegnano e questo mi rende ottimista, nell'intravedere i cambiamenti che ci saranno nei prossimi 30 anni.

RIMA website

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Di Fabrizio (del 10/03/2006 @ 10:53:58, in Europa, visitato 1808 volte)

tetiere_F
Il secondo Forum Mondiale sui Diritti Umani si terrà presso il Nantes Métropole International Convention Centre dal 10 al 13 luglio 2006 (in ricorrenza del 40° anniversario dell'Adozione della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili, Politici, Economici, Sociali e Culturali, da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite). Come nell'edizione del 2004, gli argomenti topici relativi ai Diritti Umani saranno dibattuti da rappresentanti politici (dello stato, delle istanze locali e dei parlamenti) di tutto il mondo, assieme ai componenti delle organizzazioni internazionali, del mondo universitario e della società civile.

Informazioni e iscrizioni

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Di Fabrizio (del 10/03/2006 @ 12:41:11, in Italia, visitato 2879 volte)
Sulla situazione conseguente l'incendio di due giorni fa, ricevo ora questa nota da Maurizio Pagani, vicepresidente Opera Nomadi Milano:

In mattinata sono stati espulsi c.ca 80 rom, prelevati a gruppetti dal campo e reimpatriati in aereo a Bucarest.
Durante la prima notte, quella dell'incendio, una trentina di donne e bambini rom, in regola con il permesso di soggiorno, si sono rivolti alla protezione civile comunale di via Barzaghi dove sono stati ospitati in un refettorio con solo alcune coperte.
Non corrisponde al vero anzi, è una palese e sfacciata menzogna, che vi fosse la possibiltà di accogliere quanti si fossero rivolti per chiedere un riparo. Tutti i 150 posti letto erano infatti occupati e, in v.le Ortles, i rom sarebbero stati accolti nel corridoio.
Questa sera (9 marzo ndr) il tutto si è ripetuto. Solo 7 o 8 persone, compresi alcuni bambini, hanno potuto occupare un letto in camerata, mentre per tutti gli altri vi era tutt'al più disponibile il solito refettorio, dove non è possibile nemmeno sdraiarsi. Ho visto alcune donne e bambini distesi per terra, lungo il muro di cinta, sepolti da un mucchio di coperte, tra disagi di ogni genere e topi, tanti topi. Molti sono quelli che passano la notte in macchina, con il motore che ogni tanto viene riacceso per attivare il riscaldamento. All'interno del campo vi è una processione continua di gente da una roulotte all'altra, dove le persone si stipano silenziosamente per passare la notte. Vi sono anche alcune roulotte piene solo di bambini che dormono uno accanto all'altro. In una c'era, partendo da sinistra un neonato, e poi, proseguendo verso destra, altri 4 che dormivano, con età e dimensioni diverse tra loro fino ad arrivare a una ragazzina tredicenne. Altri adulti ancora semplicemente non dormono da oltre 30 ore, passando la notte attorno ad un fuocherello.
Neonati, bambini di pochi mesi, bambini malati sono senza alcuna forma minima di assistenza, oppure, là dove è possibile, sono stati accolti temporaneamente in giro per Milano dagli altri amici e parenti.
Il Comune ha oggi ribadito che non intende occuparsi di questa situazione. Tra breve darà inizio alle operazioni di pulizia dell'area esterna al campo per trasferirvi i soli rom autorizzati a rimanere nel campo comunale. Con ciò si intende quindi escludere non solo gli "irregolari", ma anche quelli in regola, che tuttavia non hanno avuto l'assegnazione di una piazzuola. Inoltre, le persone che hanno perso ogni cosa nell'incendio, compresa la roulotte, dovranno provvedere ad acquistarsela nuovamente se non vogliono passare le proprie notti all'addiaccio.
Oggi, dei circa 60 bambini che frequentano le scuole di via Console Marcello e via De Rossi, solo 5 erano presenti. Oltre la metà dei 60 bambini è rimasta priva di un domicilio e un riparo.
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Di Fabrizio (del 11/03/2006 @ 10:07:44, in Italia, visitato 2011 volte)
Ieri le agenzie stampa non credevano ai loro tasti: avevano di seguito due notizie serie sui Rom.
La prima riguardava un incendio che aveva lasciato 400 persone per strada (peccato che ancora non si capisca come va a finire).
La seconda che il senatore Livio Togni, per contestare la sua mancata ricandidatura, porterà 50 zingari (sic) a manifestare in Senato.
Da parte sua, il senatore ha già trovato ospitalità nelle liste del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo. "Basta con i simboli patinati della trasgressione come la signora Luxuria. Bertinotti faccia il comunista vero e si occupi una volta tanto dei diversi e dei diseredati"
Dopo aver difeso a suo tempo la battaglia del senatore, se posso dirlo, la sua motivazione non mi convince. Se tra qualche anno qualcuno/a saltasse fuori con "Meglio fascisti che zingari"?
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Di Fabrizio (del 11/03/2006 @ 10:17:00, in media, visitato 2756 volte)

Pubblicato su Roma_Media

Da: Rokker Radio

 

BBC Local Radio in Inghilterra ha appena commissionato un programma di due ore settimanali per i 300.000 Romanichals e Viaggianti della Gran Bretagna. Il programma si chiamerà Rokker (Parlare) e andrà in onda domenica dalle 17.00 alle 19.00. Sarà trasmesso in FM nell'Inghilterra orientale e in AM nel resto del paese e tramite world wide web.

Il programma è la prima trasmissione mai prodotta dalla BBC per, da e su Romanichals e Viaggianti e sarà condotto dal giornalista Jake Bowers di Luton nel Bedforshire. Servirà le comunità Romanichal, Irish Traveller, Fairground e Rom in Inghilterra.

Stiamo cercando “corrispondenti dall'estero” nelle comunità sparse per il mondo di Rom e Travellers, che possano intervenire live in onda circa 10', raccontando cosa succede nel loro paese. Si richiede una minima conoscenza della lingua inglese.

Chi volesse contribuire, contatti questa MAIL

Devlesa,

Jake Bowers


Da internet:

Jake Bowers (Haslemere, Surrey, 28/5/1972)

Jake Bowers è un giornalista autodidatta nato in una famiglia Romanichel di 17 tra fratelli e sorelle.

Impegnato nei diritti sociali del suo popolo, ha fondato la Gypsy Media Company.

Ha collaborato con la BBC in radio e per la televisione,con i giornali the Guardian e the Independent, e molte altre pubblicazioni. Attualmente sta per partire il suo progetto su internet di una trasmissione Romani nel Regno Unito.

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Di Fabrizio (del 11/03/2006 @ 10:19:31, in scuola, visitato 2126 volte)

Gli studenti delle classi sul folklore rom celebrano la festa nazionale di Deyan Kolev – Amalipe BG

Il 3 è [stata] la festa nazionale bulgara, in cui viene celebrata la liberazione dal dominio turco e la restaurazione dello stato bulgaro nel 1878. Purtroppo, il crescente nazionalismo tenta di utilizzare questa festa nazionale come ulteriore occasione di odio etnico e di intolleranza contro le minoranze rom e turche [rispettivamente, il 5 e il 10% della popolazione ndr.]. Questo lo scopo dei raduni indetti dal partito ultranazionalista Ataka [cfr. Mahalla ndr.] a Sofia e in altre città.

Ciononostante, gli studenti di differenti origini etniche (rom, turca, bulgara) che a scuola assieme studiano il folklore rom, sono riusciti ad indicare che la differente origine etnica non è di ostacolo alla convivenza e alla partecipazione alla vita del paese, senza per questo rinnegare la propria specifica identità.

Questo ha dato luogo all'iniziativa comune del Centro Amalipe e degli studenti di 12 scuole nel distretto di Veliko Turnovo. L'iniziativa aveva carattere regionale ed hanno aderito molte scuole di altri distretti. Gli allievi hanno preparato un puzzle di 2000 fogli che riproduceva la bandiera nazionale e l'hanno poi presentato ai compagni di scuola, alle insegnanti, alle autorità intervenute alla festa, che è continuata con uno spettacolo musicale, chiuso dall'inno nazionale bulgaro e da quello rom “Gelem Gelem”.

Si è voluto dimostrare che non esiste contraddizione nell'essere contemporaneamente cittadini bulgari e rom, nel rispetto dei simboli e delle tradizioni reciproche, e senza dover condividere l'odio tra etnie. “Lo spirito nazionale della Bulgaria non è nelle torce dei raduni ultranazionalisti, ma nella fiamma che brilla negli occhi dei bambini di ogni differente etnia” (Teodora Krumova – Centro Amalipe).

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Di Daniele (del 11/03/2006 @ 10:33:07, in Kumpanija, visitato 1783 volte)
La prima moschea rom dei balcani da costruire nel sud della Serbia.

Bujanovac. Il presidente della comunità religiosa islamica di Bujanovac, Preševo e Medveđa (Serbia del sud) mufti Nexhmedin Sacipi, ha dichiarato che una moschea rom si inizierà a costruire nella seconda metà dell'anno, il quotidiano serbo Danas scrive oggi (6 marzo ndr).
Sacipi ha fatto notare che questa sarà la prima moschea rom nei balcani e costerà circa 500000 euro. Secondo lui circa 4000 rom vivono nella municipalità di Bujanovac, rimarca il quotidiano.

segnalato su Focus English News
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Di Fabrizio (del 12/03/2006 @ 10:16:02, in Kumpanija, visitato 1933 volte)
La comunità rom di Volgograd, che è stata recentemente in Italia, comunica che ha variato il suo indirizzo:
ISO "Roma Association"
Str. Essentukskaya 19 room 38
Volgograd, 400094 Russia
Phone/fax: +7(8442) 301-278, 397-127
E-mail: gorbatov@interdacom.ru

inoltre, per chi volesse conoscerli meglio, suggerisce il proprio sito web, in lingua russa ed inglese, ricco di foto e notizie
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Di Fabrizio (del 12/03/2006 @ 10:31:34, in media, visitato 1871 volte)

da Roma Press Agency

Košice, 5 marzo (RPA) – Con l'inizio di marzo, STV 2 ha cambiato gli orari e la programmazione delle trasmissioni dedicate ai Rom. Quella che era una programmazione bimensile, diventa bisettimanale. La prima puntata del nuovo formato “So vakeres?” (Cosa stai dicendo?) è andata in onda il 6 marzo alle 16.25, e poi ripresa il giorno seguente alle 1.20 e alle 9.40.

E' cambiata anche la troupe che realizza il programma. Il compito è passato a Roma Press Agency (RPA), il cui direttore Ivan Hriczko afferma: “E' per noi una grande sfida, ma nel contempo una possibilità unica di presentare i problemi dei Rom attraverso i loro occhi”. Puntualizza poi che per quanto ci sia una informazione sufficiente sui Rom, la percezione dei problemi rimane critica. “I Rom sono descritti dai media come una curiosità, come gente che crea problemi, gente senza nome incapace di cambiare la propria vita. Anche i casi positivi, vengono presentati come eccezioni o come odissea. E' una situazione avvilente che nuoce a tutta la comunità.”

Questa è la principale ragione per cui RPA per lungo tempo ha tentato di fornire un'immagine diversa dei Rom. “Buona parte della comunità si colloca in basso nella scala sociale. E' gente che necessita di tipi differenti di informazione, spesso nella loro lingua madre, perché ciò abbia un effetto positivo sulle loro vite. Questo tipo di programmazione sinora non è stata possibile. Naturalmente esistono difficoltà oggettive, per questo è necessario rispettare certe caratteristiche e tradizioni proprie della comunità: se non se ne tiene conto le informazioni non arrivano. E' gente che già possiede quella sensibilità che non viene riconosciuta loro dalla società. Nello stesso tempo occorre affrontare l'equivoco del dialogo interetnico.” sottolinea la direttrice responsabile di RPA, Kristína Magdolenová. Queste indicazioni sono state a lungo dibattute con l'amministrazione di STV 2 e con i finanziatori della rete.

Si è giunti ad un accordo per una programmazione bisettimanale durante tutto il 2006, ed entro la fine di settembre verrà nuovamente discusso il futuro del format.

Nelle sue prime uscite la trasmissione sarà bilingue – slovacca e romanes. “Visto sono Rom gli intervistatori, le interviste saranno in lingua e sottotitolate in slovacco, o viceversa se i casi lo richiedessero. Tutti gli intervistati avranno la possibilità di esprimersi nel dialetto romanes che loro adoperano come madre-lingua. Siamo coscienti che ci saranno linguisti che inizieranno a disquisire sulla codifica e sui problemi del linguaggio, ma è l'esperienza sul campo che ci insegna che se non si affronta da subito una discussione pubblica su questo tema [...], non si va avanti. E' la vita che definisce le forme del linguaggio. Se questo deve essere invece definito da una discussione aperta a pochi introdotti, ogni codifica svanisce rapidamente,” ritiene Hriczko. Secondo lui, il fatto stesso che nel romanes non si siano ancora unificati, ad esempio, i termini riguardanti i luoghi istituzionali della vita quotidiana, testimonia lo stato critico del linguaggio. “Parlando, si imparano un gran numero di parole che si riferiscono ai centri comunitari e sanitari,m agli uffici del lavoro... e ogni villaggio, ogni singolo insediamento, usa termini differenti. Come sarà possibile progredire, se non si è in grado di unificarli?” Infine, ritiene strategico coinvolgere su questo tema la rivista Romano Nevo Lil.

Nella prima puntata sono stati presentati: un servizio sulla creazione di un distaccamento dell'Agenzia per il Supporto al Lavoro nel villaggio di Leles; le attività del Centro Comunitario ed Igienico di Drahňove; la vita dei Rom a Varhaňovce; un progetto di assistenza medica a Kecerovce; la rubrica sulla cucina romanì.

Moderatore del programma è Ivan Hriczko, mentre le puntate sono preparate e montate da Etela Matová, Jarmila Vaňová e Klaudia Vaňová.

Nelle puntate successive ci si concentrerà sui problemi del lavoro e delle infrastrutture e dall'inizio di aprile seguiranno quattro puntate monografiche sul Decennio dell'Inclusione Rom. Per la rima volta, ad un anno dall'inaugurazione del decennio, verrà scolta un'inchiesta in lingua originale e rivolta ai diretti interessati, sugli obiettivi a medio e lungo termine di questa iniziativa, cofinanziata anche dalla Slovacchia tramite il Piano di Azione Nazionale.

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Di Fabrizio (del 12/03/2006 @ 10:55:55, in Italia, visitato 2018 volte)
Al Responsabile della Protezione Civile Nazionale - Roma
 
 
Stim.sso Dott. Bertolaso,
 
 Come forse avrà appreso dalle cronache dei mezzi di informazione, nei giorni scorsi l’ennesimo, drammatico incendio di questo lungo inverno ha distrutto una vasta parte dell’insediamento Rom di Via Triboniano a Milano, privando di alcun riparo centinaia di persone di cittadinanza romena.

Nel corso di poche ore, oltre trecento persone, in gran parte bambini che frequentavano le scuole del quartiere, donne, anziani e uomini adulti hanno infatti perso tutto quanto possedevano.

L’intervento delle Autorità Pubbliche e della stessa Protezione Civile Comunale, la cui sede dista poche centinaia di metri dall’accaduto, si è tuttavia limitato alla sommaria indicazione di una pronta accoglienza in alcune strutture comunali, prive però delle effettive attrezzature per l’accoglienza (nei locali della stessa protezione civile è stata messo a disposizione solo il refettorio con delle coperte ma senza l’ausilio di brandine, uso delle docce, assistenza psicologica alle persone ecc.).

L’indomani la situazione non appariva mutata, tant’è che i posti letto disponibili nei cameroni aperti per “l’emergenza freddo invernale” che ospitano i “senza fissa dimora” erano solo 8.

Crediamo che valga la pena riassumerLe brevemente e senza eccessiva enfasi quale era la situazione reale che nel frattempo si viveva e si vive tutt’ora nell’insediamento rom.

Donne e bambini giacevano distesi per terra, lungo i muri di cinta che fronteggiano il Cimitero Maggiore, sotto una coltre fitta di coperte, tra immondizie e pericoli di ogni genere e topi, tanti topi.

Molti sono quelli che hanno trascorso le notti in macchina, con tutta la famiglia, accendendo di tanto in tanto il motore per attivare il riscaldamento.

All'interno dell’area comunale scampata all’incendio vi era una processione continua di gente da una roulotte all'altra, dove le persone si stipavano silenziosamente una accanto all’altra per passare la notte. E questo accadeva anche per i bambini che, stremati, dormivano a gruppi di 5 o 6 in un’unica branda.

Neonati, bambini di pochi mesi, minori malati sono rimasti, malgrado quello che era successo, senza alcuna forma di assistenza se non quella minima che in quelle condizioni potevano dargli i propri sventurati genitori, eppure era ben noto come in quel “campo”, abitato inizialmente da 600 – 700 persone, vi fossero anche numerosi minori con patologie gravi per le quali lo stesso Tribunale per i Minorenni ha predisposto nel tempo delle misure di protezione.

Ancora una volta sono quindi mancati quegli interventi umanitari, di conforto e assistenza minima che pure ormai riteniamo abituali e meritori in occasione di un blocco stradale, di un evento con un gran numero di persone e non solo nelle calamità che in ogni dove percorrono periodicamente il nostro Paese.

Anche nei giorni successivi all’evento non è stato predisposta alcuna azione volta a verificare se e in quale misura vi fossero situazioni di reale disagio o di richiesta di aiuto da parte delle persone, eppure sul luogo erano presenti per interventi di ordine pubblico forze di polizia dello Stato e locale, ma non assistenti sociali e personale sanitario dei servizi del territorio.

Pur conoscendo le condizioni e i motivi, accidentali, per i quali si è sviluppato l’incendio, non sono state infine predisposte quelle misure minime atte a scongiurarne efficacemente un altro, che infatti potrebbe ripetersi in qualsiasi momento con esiti ancor più drammatici.

A fronte di quanto sopra descritto riteniamo che l’impiego e l’intervento della Protezione Civile Comunale, nel suo coordinamento e non certo per l’abnegazione degli operatori, abbia seguito un criterio “politico” pregiudiziale, non ottemperando ai propri obblighi di assistenza umanitaria verso persone in stato di grave necessità e gettando un’ombra di discredito e preoccupazione sull’operato di un’istituzione che per i propri indiscussi meriti si è guadagnata in Italia e all’estero un generale apprezzamento e simpatia.

Distinti saluti
 
Il Direttivo
Opera Nomadi Sezione di Milano

Ente Morale DPR n. 347 del 26.3.1970
Via Archimede n. 13                                                                                       
20129 Milano
Tel 0284891841 3393684212

C.F. 97056140151

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