Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

\\ Mahalla : Storico per mese (inverti l'ordine)
Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Daniele (del 11/02/2006 @ 15:06:56, in musica e parole, visitato 1919 volte)
logo.gif
Per il suo terzo appuntamento la Stagione Concertistica Comunale di Senigallia ospita un violinista gitano d’eccezione: Roby Lakatos.
Domenica 12 Febbraio Auditorium San Rocco, ore 18,15 Gipsy.

lakatos.gif

dal Comune di Senigallia
www.comune.senigallia.an.it

Il violinista gitano Roby Lakatos non è solo un sorprendente virtuoso, ma anche un musicista di straordinaria versatilità stilistica. Ugualmente a suo agio nel suonare musica classica, musica jazz, musica pop o musica folkloristica ungherese Lakatos, violinista gitano definito “l’archetto del diavolo”, è anche, insieme, un virtuoso classico, un improvvisatore jazz, un compositore e un arrangiatore.

In questo concerto Roby Lakatos ci propone materiali originali, se pure adattati al complesso, certamente collocabili nel genere della “musica ungherese” (ungheresi sono infatti autori Balogh, Csàmpai, Hubay, Weiner). Ma attraverso la magia della vitalità gitana ungherese, ci presenta rielaborazioni di materiali che parrebbero estranei a questa cultura e, persino, refrattari ad una rilettura così identificata (M. Legrand, J. Lewis, C. Corea, C. Trenet). Viene quasi automatico fare paragoni con Liszt e Brahms e la loro ‘musica ungherese’. Oppure anche con Bartok e il suo rapporto con la musica popolare. Ebbene, il cammino di Lakatos è molto diverso e, in alcuni casi, speculare a quelli. Liszt e Brahms nell’Ottocento hanno fatto conoscere al pubblico dei concerti di tutta Europa una tradizione considerata genericamente ‘ungherese’ e che invece era tzigana, cioè tipica delle popolazioni nomadi. Ma hanno compiuto questa operazione (raccogliendo, il primo le melodie che aveva ascoltato in gioventù e il secondo le melodie eseguite dai complessi popolari che lungo il Danubio erano giunti da Budapest a Vienna) adattando le musiche attraverso strumenti e linguaggi della cultura musicale occidentale europea.

Anche Bartok cerca e ripropone la musica ungherese (quella magiara, questa volta), ma la sua è un’operazione ancora diversa. Egli infatti utilizza le vere musiche popolari, quelle che adoperano modelli melodici, ritmici e armonici differenti da quelli della musica occidentale, per cambiare il linguaggio della musica colta del Novecento.
Lakatos e il suo ensemble compiono invece due operazioni differenti: la prima è quella di attingere ad autori ungheresi, di presentare la musica zingara, quella vera, quella senza mediazioni ‘commerciali’, proporre pagine originali della tradizione o riscritte sull’onda di quella tradizione e per gli organici di un’orchestra tzigana.
La seconda coinvolge direttamente il profondo spirito gitano di Lakatos e del suo gruppo che rileggono con un nuovo spirito pagine celeberrime di Trenet e di Corea, compiendo attraverso i modi di una tradizione popolare la rilettura di un patrimonio musicale ad essa estraneo.

ROBY LAKATOS
Nato nel 1965 nella leggendaria famiglia di musicisti gitani discendente da Janos Bihari, ha debuttato a nove anni come primo violino in una band gitana. Non ha però trascurato gli studi classici, diplomandosi nel 1984 in violino (conseguendo anche un premio) al Béla Bartók Conservatory di Budapest. Tra il 1986 e il 1996, lui e il suo ensemble si sono esibiti al "Les Atéliers de la grande Ile" di Bruxelles collaborando anche con Vadim Repin e Stéphane Grappelli e ottenendo l’approvazione incondizionata di Sir Yehudi Menuhin.
Nel marzo del 2004, Lakatos è apparso con grande successo insieme alla London Symphony Orchestra al festival per orchestre “Genius of the Violin” accanto a Maxim Vengerov. Si è esibito nelle più grandi sale concertistiche in America, in Europa e in Asia e incide in esclusiva per la Deutsche Grammophon..

ROBY LAKATOS ENSEMBLE
Kálman Cséki, pianista, nato nel 1962, inizialmente suonava il violoncello ma presto ha cambiato il suo strumento studiando piano classico con Lilly Wiedener e piano jazz con Attila Garay. Ha studiato al Béla Bartók Conservatory e ha passato otto anni girando il mondo con le pop band prima di tornate a Budapest ed insegnare alla Special Academy of Music.

Lászlo Bóni, secondo violino del gruppo, nato a Budapest nel 1968, ha studiato con il padre di Roby Lakatos, suonando nella sua orchestra e prendendo un diploma di violinista gitano nel 1987. Successivamente ha passato sei mesi in Giappone suonando con un trio gitano facendo anche un tour in tutta Europa. Dal 1991 al 1994 ha lavorato ad Anversa.

Ernest Bangó, nato nel 1968, è il figlio di un famoso esecutore di cimbalo. Prima che gli fosse permesso di studiare quello strumento, all’età di sette anni, suo padre ha insistito perché studiasse il violino e il pianoforte. Dopo gli studi classici al Béla Bartók Conservatory, dove tra i sui insegnanti c’era anche Ferenc Gerencsir, è passato alla musica gitana prendendo il diploma di solista nel 1986. È apparso a Ginevra, Dusseldorf e Montréal.

Oszkár Németh, nato nel 1968 nella città ungherese di Eger aveva solo sei anni quando ha preso parte come violinista alla famosa Rajko Gypsy Orchestra. È rimasto con il gruppo fino alla fine degli anni ’80 suonando per la Regina Elisabetta II, tra altre importanti personalità. Nel 1984 si è dedicato al contrabbasso prendendo un diploma nel 1987 e per i numerosi impegni lavorativi è rimasto a Budapest fino al 1992. è membro del Roby Lakatos's Ensemble dal 1991.

Attila Rontó, chitarrista, è nato nel 1969 a Miskolc in Ungheria e ha cominciato a studiare all’Accademia di musica all’età di nove anni. Contemporaneamente si è avvicinato alla musica gitana ed ad altri tipi di musica grazie al padre e al nonno e, dall’età di undici anni, ha suonato regolarmente in vari ensemble. Successivamente si è interessato alla musica jazz studiano per quattro anni al conservatorio e formando il suo gruppo specializzato in latin jazz e flamenco. È apparso in numerosi festival e in televisione e ha al suo attivo numerose registrazioni. Fa parte del Roby Lakatos's Ensemble dal 1991.

Biglietto intero € 8, ridotto € 5 (meno di 25 anni e più di 65). I biglietti saranno posti in vendita al botteghino dell’Auditorium con inizio alle ore 17.

Prossimo appuntamento della Stagione: Domenica 26 Febbraio Auditorium San Rocco ore 18,15 Quartetto d’Archi della Scala Musiche di Mozart, Beethoven, Debussy

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 11/02/2006 @ 13:24:58, in Europa, visitato 2594 volte)

logo2

TRANSITIONS ONLINE: Latvia: Walled Up
by Maija Pukite
6 February 2006

Cautela delle autorità lettoni nel finanziare le organizzazioni romani.

“Ci fosse una Zingarolandia da qualche parte, molti di noi probabilmente ci andrebbero. Ma non c'è,” racconta Vanda Zamicka, l'unica avvocata rom della Lettonia.
Per 500 anni questa terra è stata la madrepatria dei Rom lettoni. Qui la loro cultura ha messo radici, lo stesso per la lingua e lo stile di vita, conservando molte virtù che i Lettoni invece hanno perso. I Rom nella Lettonia oggi libera, spesso si sentono messi ai margini della società e tendono a rinchiudersi in se stessi. La maggior parte della gente ha conoscenza di questo popolo, peraltro fiero, solo tramite i rapporti della polizia o l'attenzione dei media sul disadattamento dei Rom.

Durante l'intervista, Vanda Zamicka fornisce prova dei suoi studi mentre il suo sguardo rimane fermo e penetrante. Ha 26 anni, si è laureata in legge e attualmente frequenta un master internazionale. Nel suo parlare, mischia parole russe, inglese e romanì. Parla quattro lingue e sta imparandone altre due: norvegese e francese. Demolisce gli stereotipi sui Rom nella società lettone, anche quelli dei suo colleghi, che rimangono di sasso apprendendo la sua origine.

E' riuscita a combattere la sua battaglia contro un cordone di preconcetti.

I PREGIUDIZI PROMUOVONO IL CRIMINE

“Gli stereotipi sono forti,” ammette Zamicka. “Quelli che vogliono mostrare di loro un lato migliore, sovente vanno a sbattere contro un muro.”

Non è passato molto tempo da quando una romnì scolarizzata e di buona famiglia non superò il colloquio di lavoro a causa della sua origine. Dopo essersi diplomata aveva anche frequentato con successo un corso professionale di decorazione floreale a Mosca. Come molte romnià, ha un senso artistico particolare. L'impiegato si era mostrato soddisfatto della prima intervista telefonica e del CV, ma quando la segretaria del principale se l'è trovata di fronte, ha improvvisamente addotto motivi per cui il suo capo non poteva incontrarla, neanche per un saluto di cortesia. Non è stato un caso isolato. Alla fine la giovane per dar da mangiare ai suoi figli, ha ripreso a spacciare droga.

Gli stessi Rom stanno iniziando a prendere le distanze dalla società. [Pensano] stiamo tra di noi, non abbiamo bisogno di integrarci,” aggiunge Zamicka . Anche i Rom che sono andati a scuola hanno difficoltà a superare i preconcetti, mentre quanti sono illetterati si trovano in una situazione insormontabile.

“La società che sta correndo il rischio di marginalizzare questa nazionalità, spingendo i Rom al margine,” spiega Irina Vinnik, direttrice dell'ufficio minoranze presso il Ministero per l'Integrazione Sociale. Eppure i sondaggi mostrano che i Lettoni sono tra i più tolleranti verso i Rom rispetto ai popoli dell'Europa [Centrale ed Orientale]: solo il 27% eviterebbe di aver un Rom come vicinodi casa, confrontato col 77% in Slovacchia, il 63% in Lituania e il 69% in Ungheria.

Però, anche in Lettonia la situazione può peggiorare.

LA LOTTA CONTRO L'INTOLLERANZA

“E' compito dello stato combattere l'intolleranza ed è priorità del nostro dipartimento, ma d'altra parte, gli stessi Rom devono curare la loro immagine.” dice Vinnik. Il suo ufficio sta elaqborando un piano nazionale sulla tolleranza e sta collaborando con la comunità romanì in questo difficile compito. “Vorremmo promuovere la discussione nella società e mostrare che [i Rom sono] una nazione incredibile e da ammirare.”

Sicuramente, la comunità romanì necessita di riguadagnare la fiducia presso una società più vasta. Cinque anni fa, Normunds Rudevics aveva la possibilità di farlo. “Possedeva autorità, notorietà e denaro. Cosa si voleva di più? Ma ha perso tutto.” dice Irina Vinnik. [nota di TOL: Normunds Rudevics (*) era il più noto attivista tra i Rom di Lettonia. Nel Parlamento dal 1998 al 2002, eletto nel partito di centro Via Lettone. Non venne ricandidato e fu espulso dal partito con le elezioni del 2002, accusato di abuso di privilegi parlamentari e di malversazione personale di fondi destinati all'organizzazione che dirigeva, la Società Socio-Culturale Rom.]

Sino a poco tempo fa, grazie ad una ritrovata unità, sembrava che i Rom lettoni potessero raggiungere un certo livello di autorappresentazione e di governance. Rudevics era il numero 8 della lista elettorale di Via Lettone. Lui stesso ricorda: “Davanti a me avevo solo l'ex primo ministro e i membri del governo”. Eletto con 20.000 voti – cifra di tutto rispetto in un paese con meno di 3 milioni d'abitanti – allora era pieno di speranze, e pensava che persino i Rom potevano vivere felicemente.

Le stesse autorità avevano preso coscienza del numero di problemi affrontati dai Rom e preso la decisione di destinare somme ingenti per affrontare la questione, dedicando l'intera responsabilità a Normunds Rudevics. Buone le idee e le premesse, ma Rudevics tuttora non ha dato conto dei 95000 lats ($. 160.000) stanziati in cinque anni.

Irina Vinnik afferma di non conoscere ancora come Rudevics ha impiegato i fondi destinati alla comunità romanì, perché a differenza dei rappresentanti di altre minoranze nazionali, non è arrivato alcun conto ufficiale sulle spese. Rudevics insiste nel dire che ha inviato un resoconto alla ragioneria di stato, ma Vinnik replica che se si fosse dimostrati che quei fondi fossero stati spesi, l'organizzazione avrebbe potuto richiedere nuovi finanziamenti.

DIVISIONE DELLA LEADERSHIP

“Sì, Rudevics ha amplificato l'immagine della Lettonia quando fu eletto in parlamento. Eravamo fieri di avere un deputato romanì ... ma è arduo rintracciare cosa ha speso,” ancora Vinnik.

Da quando Ravenics è caduto in disgrazia, non è emerso nessun altro leader nella comunità, anche se [...] esistono diversi leader potenziali nelle organizzazioni.

Anatolijs Berezovskis, a capo della locale associazione romanì di Tukums, infaticabile attivista che ha costruito collegamenti tangibili tra i Rom e diverse autorità municipali. Sotto la sua leadership, tutti i bambini rom di Tukums ora frequentano la scuola. Onesto, rispettato nella comunità. Da alcuni viene descritto come naif, ma è ritenuto una persona che sui diritti umani potrebbe fare molto.

Savina Kolomenska, insegnante alle superiori di Bene, l'unica accademica di storia in Lettonia di origine romanì, rispettata ed intelligente. Eccezionali qualità di leadership, ma non disposta a farsi carico del peso di diventare una leader comunitaria.

Vanda Zamicka [Zamicka-Bergendale], presidente di Ame Roma: giovane e talentuosa avvocato, con esperienza in diversi progetti educativi, culturali e sociali. Ritiene che i Rom non abbiano bisogno di un singolo leader, piuttosto debbano consolidare una leadership più amplia attraverso la partecipazione ai gruppi organizzati della società civile.

Leons Gindra, presidente di Gloss Romani: avrebbe l'ambizione del leader, ma si mormora che non sia affidabile sui temi economici. Si dice anche che non abbia la fiducia di molti Rom, per non aver protetto la sua famiglua dal disonore di essere associata al traffico di droga.

La parola allo stato, per bocca di Irina Vinnik: “Appoggeremo i progetti di differenti organizzazioni romani se saranno fattibili e se i conti [della Società Socio-Culturale Rom] saranno disponibili”.

This article originally appeared in the Riga weekly Kas Notiek, no. 17, 2005. The magazine has since ceased publication.

Translated by Aris Jansons.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Daniele (del 11/02/2006 @ 10:44:35, in Kumpanija, visitato 1911 volte)
swiss-news
May Bittel e Daniel Huber si battono per i diritti dei nomadi svizzeri
May Bittel e Daniel Huber si battono per i diritti dei nomadi svizzeri (swissinfo)
Il presidente della Commissione federale contro il razzismo chiede alle autorità elvetiche di riconoscere appieno la cultura e i bisogni dei nomadi.
Facendosi portavoce del disappunto della comunità jenisch, Georg Kreis chiede più spazi di transito e soggiorno per l'unica minoranza nomade di nazionalità svizzera.
ALTRI SVILUPPI
Articolo
Articolo
Articolo
«Siamo ancora molto lontani da un incoraggiamento attivo del modo di vita scelto dagli jenisch, che pure sono parte integrante della realtà svizzera», ha affermato senza mezzi termini George Kreis, presidente della Commissione federale contro il razzismo (CFR).

Davanti al Club svizzero della stampa, Kreis ha sottolineato che «mancano delle aree di transito e di soggiorno in numero sufficiente, manca un vero e proprio riconoscimento della cultura jenisch, una promozione della lingua, un sostegno alle donne e ai giovani».

«Abbiamo il diritto di viaggiare, ma non abbiamo più il diritto di fermarci», commenta dal canto suo May Bittel, fondatore del Forum dei Rom e dei nomadi.
L'esempio dei Grigioni
Per Bittel, pastore protestante di Ginevra che è tra i leader della comunità zingara svizzera, i nomadi sono confrontati con delle difficoltà in tutto il paese.

Solo un cantone, quello dei Grigioni, sembra aver trovato un terreno di dialogo con i nomadi. Secondo Daniel Huber, presidente della Radgenossenschaft, l'Associazione svizzera degli jenisch, nei Grigioni sono state attrezzate delle aree per i nomadi locali ed è stato messo a disposizione dello spazio per i nomadi in transito.

In altre parti della Svizzera, il dialogo è più difficile. «Quando ci fermiamo, spesso è l'inizio di una lotta», fa notare May Bittel.

Stando a Bittel, i problemi dei nomadi non sono affatto cambiati dagli anni Settanta, quando la Svizzera abbandonò la sua politica volta a "fermare" la comunità jenisch.
L'ombra del passato
Tra il 1926 e il 1973, seicento bambini jenisch sono stati strappati alle loro famiglie per essere affidati a chi li poteva allevare secondo uno stile di vita "più consono" alla Svizzera. Non si trattava solo di altre famiglie, ma anche di orfanotrofi e di asili psichiatrici. A spingere in questa direzione è stata la fondazione svizzera Pro Juventute.

Scosso dallo scandalo, il governo svizzero ha presentato le sue scuse nel 1986 per aver contribuito finanziariamente a questo tipo di operazioni.

Oggi, i circa 35'000 jenisch, di cui solo un decimo è ancora nomade, chiedono alle autorità svizzere di impegnarsi maggiormente per la loro causa.

Si aspettano dal governo elvetico un ripensamento del rifiuto di aderire alla convenzione 169 dell'Organizzazione internazionale del lavoro relativa ai popoli indigeni. Si tratta di una decisione che deve ancora essere confermata dal parlamento.
Difficoltà
Berna ritiene di non essere in grado di rispettare appieno alcune disposizioni contenute nella convenzione, come l'accesso alla scuola o la protezione della lingua jenisch.

«Per gli jenisch», sottolinea il loro avvocato Henri-Philippe Sambuc, «questa convenzione è il solo modo per ottenere un modello d'azione collettivo sul piano giuridico».

In attesa di un sostegno da parte delle autorità, gli jenisch non perdono la speranza. Tra i giovani della comunità, conclude May Bittel, si riscontra un rinnovato interesse nei confronti della vita nomade.

swissinfo, Frédéric Burnand, Ginevra
(traduzione e adattamento, Doris Lucini)
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 10/02/2006 @ 19:05:11, in Italia, visitato 2730 volte)
Segnalo questo COMUNICATO STAMPA, anche se ignoro tutto dei fatti descritti (purtroppo, non farò mai il callo a queste polemiche ricorrenti)
La vicenda a cui si riferisce è QUESTA, mentre chi ha firmato il comunicato scrive ha un blog e (presumo) possa essere contattata via mail.

URGENTE COMUNICATO STAMPA

“Roma Reale, Roma Plurale”: la grande farsa!

Venerdì dieci febbraio, presso la Discoteca di Stato, vi è stata l’assegnazione del premio “Amico Rom”. Grande esclusa: Valeria Brigida, vincitrice del 2° premio, nonché video reporter e paladina dei diritti dei Rom. Si perpetrano i soprusi verso i veri giornalisti?

Oggi, alle 10:00, sotto l’Alto Patrocinio del Presidente della Repubblica, nell’ambito dell’evento capitolino “Roma Reale, Roma Plurale”, organizzato dal Comune in collaborazione con L’Ufficio delle politiche della Multietnicità, si è consumata l’ennesima violazione dei diritti del cittadino, forse ad opera dei diretti responsabili dell'evento. Vittima inconsapevole, fino a poche ore prima della premiazione, Valeria Brigida, giornalista emergente che, nonostante la sua giovane età, è stata già protagonista di varie battaglie “ideologiche”, per la tutela dei diritti dei più deboli. Tra le sue inchieste “Cronaca di Roma, 14/15 Settembre 2005”, che narra la vera storia dello spostamento del più grande campo Rom del nord del mondo, ha destato particolare scalpore nell’ambito istituzionale.
Un video scomodo, come la sua autrice, che per mesi ha “urlato” la violazione dei diritti di un’intera Comunità Rom, di più di mille persone, tra cui ben 200 bambini (secondo i dati ufficiali…).
Forse per questo gli organizzatori della premiazione, che della Brigida sono amici, hanno dimenticato, o forse evitato volontariamente, di invitarla a ricevere il premio che già le era stato consegnato, mesi prima a Lanciano, dall’ Associazione “Thèm Romanò”.
E’ vergognoso che, in Italia, il prezzo da pagare per chi non si piega alla censura e vuole raccontare la sua verità sia quello di subire continui soprusi ed umiliazioni ed è vergognoso che la Presidenza della Repubblica sia stata inconsapevolmente coinvolta nella consegna di un premio che porta il nome di “Amico Rom”, escludendo ingiustamente la persona che forse, attualmente, meglio incarna questo concetto. Noi di Donnelibertadistampa, molti cittadini e giornalisti della “Free Lance International Press” siamo indignati di fronte a questi fatti ma, certi che a questo spiacevole episodio potrà porsi rimedio, attendiamo chiarimenti e speriamo vivamente che si sia trattato di un terribile malinteso.

Giulia Zanfino
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 10/02/2006 @ 11:38:43, in Regole, visitato 2188 volte)

indexprueba8_22
Donna Gitana parteciperà alle elezioni al Congresso

Redacción Actualidad Étnica

Bogotá. Febrero 3 de 2006.

Por Claudia Grajales

Il potere, la forza e la magia della parola accompagneranno Dalila Gómez Baos nel suo itinerario verso il Senato. Ereditaria della conoscenza del suo clan, i mijháis-bolochock, e con la disinvoltura propria delle donne del secolo XXI, Dalila è protagonista di uno dei fatti più importanti nella recente storia della partecipazione delle minoranze all'esercizio democratico. Per la prima volta in Colombia e nel continente, una rappresentante del Popolo Rom (Kalé) si candida ad elezioni popolari. “Una ribelle tra i ribelli”, come la definiscono i suoi compagni di cordata, si presenta nel Polo Democrático Alternativo. Nell'intervista esclusiva ad Actualidad Étnica, Dalila ci parla delle sue proposte ed idee:

Come nasce l'idea di partecipare alle elezioni per il Senato?

Questo è il risultato di otto anni di continuo lavoro per le rivendicazioni del mio popolo, dopo aver indagato sulle nostre necessità ed interessi, ora siamo politicamente maturi per prendere la decisione di concorrere al senato. E' il frutto di un processo, un cammino tracciato passo per passo.

Qual'è stata la partecipazione del popolo gitano alla politica?

Il popolo gitano, contrariamente a quel che si può pensare, è politicizzato, ad esempio, per secoli abbiamo svolto una resistenza etnica. Oggi, con le dinamiche della globalizzazione dell'economia e della società, ci spingiamo a una partecipazione più diretta e attiva nel processo politico. Siamo parte di un movimento sociale emergente. Con la nostra esperienza e attraverso la prospettiva gitana, vogliamo arrivare a un ollettivo per rendere possibile un nuovo paese.

E' esattamente un lungo cammino per la Colombia che ha permesso a Dalila, giovane gitana, ingegnere industriale, specialista in gestione e pianificazione urbana e regionale, di conoscere più da vicino la realtà del paese. Sin da giovane, si è sempre integrata nelle comunità che visitava, senza perdere i propri costunmi, costruendosi una visione più larga e ricca integrando la propria cultura con gli apporti di altri gruppi sociali. Il suo sguardo sul paese le ha permesso di sviluppare un importante lavoro a favore delle etnie nel Departamento Nacional de Planeación, DNP.

Madre di Nikola, un bambino di otto anni, Dalida si è sempre caratterizzata per rompere i paradigmi, inclusi quelli sella sua stessa comunità, e questo ha generato più soddisfazioni che difficoltà.Un carattere fermo e la creatività propria dei gitani le sono serviti a superare gli ostacoli. Per questo, è convinta che l'importante sono le idee che generano benessere nella società, non importa se le idee arrivano da uomini o donne.

Per finire, cerchiamo di arrivare al congresso per dare visibilità al popolo gitano, imparare da questa esperienza accademica e pedagogica che per la prima volta ha luogo in Colombia e nelle Americhe. Partire dalla nostra esperienza per costruire una propoosta sociale che parta dai gitani verso gli altri gruppi etnici e gli esclusi del nostro paese.

Per esempio, se non difenderemo la Costiituzione, tra cinque o dieci anni saranno smontate una serie di garanzie volte al rispetto dei diritti fondamentali e quindi, gitani, indigeni, afrodiscendenti, colombiani, ne pagheranno tutti le conseguenze. Per questo, una delle nostre bandiere è la promozione della diversità nella prospettiva gitana. Noi abbiamo molto in comune con altri gruppi etnici, come il rispetto del valore della parola, il collettivo e il significato di territorio e di nazione, tutti assieme possiamo collaborare. In Colombia, dovrebbero imparare dagli indigeni, dagli afrodiscendenti, dai gitani.

Le nostre proposte sono la difesa e lo sviluppo della Costituzione Politica del 1991; la protezione e la promozione della diversità in tutte le sue espressioni: etnica, culturale, regionale, biologica, genetica, artistica; la costruzione della democrazia a partire dalle dinamiche dei movimenti sociali, il consolidamento di un'agenda che si opponga alla voracità dellemultinazionali e delle istituzioni finanziarie Così potremo raccogliere la voce dei senza voce, raccontare la storia di chi non ha storia, rivendicare per gli esclusi, dare spazio ai perseguitati e visibilità a chi è sempre stato invisibile.

Questo il lavoro che Dalila porta avanti da anni, a partire dall'esperienza organizzativa in seno al Proceso Organizativo del Pueblo Rom (Gitano) de Colombia (PROROM), non soltanto per rendere visibile il suo popolo, ma per sottolineare la necessità di generare prtiche comune per uno “Stato che riconosca e protegga la diversità etnica e culturale della Nazione colombiana”.

Come crede che da questi usi e costumi si possa creare questa società inclusiva?

Come gitani, abbiamo diverse forme per risolvere i conflitti, che potrebbero apportare al paese elementi utili nelle situazioni più difficili. Il valore della parola; il rispetto degli anziani; la visione collettiva e solidaristica nell'ambito della comunità; l'identità; il rispetto per la differenza; la creatività dell'adattarsi alla culture più diverse senza perdere la propria, sono tutti valori che ci hanno permesso di girare il mondo da oltre mille anni, quando partimmo dal nord dell'India e continuando tuttora. In Colombia ci sono circa 5.000 gitani, però il loro apporto all'arte, alla musica e alla letteratura è immenso.

Anche se siamo figli del vento, siamo anche figli della terra della Pacha Mama”. E' un pensiero che incide sul concetto di territorio, che non si riferisce ad uno spazio geografico, ma a qualcosa che portiamo con noi, nella lingua, negli usi e costumi, che è parte di noi stessi. Non fosse così, come saremmo sopravvissuti?

Questa forma di intendere e vivere il territorio può essere di soluzione alle problematiche sociali, ad esempio la proprietà e l'uso dei terreni. In questa prospettiva si rende necessaria la creazione di meccanismi per società nomadi e sedentarie, una legislazione flessibile che contenga questi concetti.

Dalila insiste sul suo impegno a lavorare in Senato per la rivendicazione dei diritti di tutti i gruppi etnici, delle minoranze e degli esclusi, non solo del suo popolo. Però tra i piùi nvisibili ci sono proprio i gitani.

Quali le urgenze del vostro popolo e cosa possono aspettarsi dal suo lavoro nel congresso?

La prima cosa su cui lavoreremo è la creazione di uno Statuto di Autonomia Culturale. Gli indigeni, gli afrodiscendenti, hanno una legislazione speciale contenuta nella stessa costituzione, e per noi non esiste nessuna legislazione speciale.

Uno dei temi che ci preoccupa di più è la scolarizzazione. Vogliamo la piena applicazione del decreto 804 della legge 115, che consenta ai nostri giovani un'educazione in armonia con la cultura della loro provenienza e che vi possano trovare riferimenti. L'indice di assenteismo scolastico è quasi del 90%, tra i gitani è minimo il numero dei professionisti, come possiamo constatare dagli studi condotti da PROROM. Inoltre, c'è la necessità che ai nostri giovani vengano forniti gli strumenti che permettano loro di farsi ascoltare, contrariamente il nostro popolo potrebbe estinguersi in una generazione.

Il disegno e la messa in cantiere di progetti produttivi concordi con i nostri usi e costumi, è un'altra delle priorità della nostra partecipazione al senato. Sono iniziative che debbono porsi in armonia con il neonomadismo dei gitani di oggi.

Il tintinnio dei gioielli accompagna le parole di Dalila che con entusiasmo elenca le proposte per la sua campagna: i colori accesi della sua gonna, hanno lo stesso colore dei suoi occhi.Particolari non secondari al momento di confrontarsi con scenari come quelli del congresso. I suoi slogan elettorali non potrebbero essere qualcosa di diverso da:”la magia del nostro popolo al servizio di un paese diverso; il nostro infiammato sentimento di libertà, un apporto alla democrazia, non ci basta leggere il futuro nella mano: vogliamo forgiarlo dalla nostra esperienza. E le sue mani, quasi parlano da sole, mentre riflette sulla sua condizione di donna e di gitana.

Per il nostro popolo le donne sono come fiori di un giardino: le generatrici di cultura. Nella nostra comunità esiste un profondo rispetto verso le donne. Senza dubbio ci sono da riconoscere le difficoltà date da una società patriarcale. Ma conto sull'appoggio della mia famiglia e del mio popolo in questo progetto, che è un'opportunità per le donne, per i gitani e la società. Già oggi possiamo contare sull'impegno di due donne che lottano per i diritti del nostro popolo e dei gruppi etnici: Sandra Cristo consigliera [del ministero] della Cultura e del Turismo e Nancy Nancy Gómez, [a quello] della Politica Sociale. Le donne sone quelle destinate ad essere protagoniste del cambiamento.

Esiste un fascino enigmatico attorno ai gitani, crede che questa “magia” che li circonda possa aiutare la sua campagna elettorale?

Per me, la magia è nel cuore di ognuno e ognuno le da un colore differente. La magia è amore, è nella ricerca dello spirituale e dell'equilibrio. La magia, il potere e la forza della parola mi hanno accompagnato sempre e continueranno ad essere tra i principali strumenti nel costruire nuovi progetti.

Un paese che deve la sua maggior ricchezza alla diversità etnica e culturale, deve garantire la partecipazione a tutti i gruppi sociali e mirare all'integrazione nella società in condizione di eguaglianza, ma nel rispetto delle rispettive differenze. Che una gitana eserciti il diritto di eleggere ed essere eletta, è un passo in più verso la costruzione di una società inclusiva dove ci sia spazio per ogni espressione, come pue per la magia di questo popolo che, grazie al ghiaccio, ai magneti, agli specchi e agli strumenti di navigazione, un giorno insegnò a José Arcadio Buendía che “Nel mondo stavano accadendo cose incredibili”


Ndr. per chi mastica lo spagnolo: il blog di Dalila Gomez

E per chi non lo mastica?

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 10/02/2006 @ 09:47:49, in Kumpanija, visitato 2005 volte)
Ce n'è per tutti (o quasi, gli esclusi non se la prendano con me), lunar_rainbow e luludi hanno raccolto QUI oltre 200 icone di celebrità Romanì.

Fonte: Roma (Gypsies) and Friends
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Daniele (del 10/02/2006 @ 08:31:58, in scuola, visitato 1694 volte)
rtrfndn_alertnet
L'Ungheria chiede alla scuola di porre fine alla discriminazione dei rom.
Budapest, 27 gennaio 2006. L'Ombudsman (tutore dei diritti dei cittadini, ndt.) ungherese ha detto alla scuola primaria che deve porre fine alla discriminazione degli alunni rom dopo aver constatato che venivano separati dagli altri bambini e catalogati tutti come portatori di difficoltà di apprendimento.
La scuola di Kerepes, a circa 10 km ad est della capitale Budapest, ha costruito delle sbarre lungo un corridoio per segregare i bambini rom e sbarrato il loro accesso alle scale di sicurezza perché le usavano per marinare la scuola.
"Siccome non c'è nessuna base legale per la separazione, questa condotta si qualifica, essendo bandita dalla costituzione, come discriminazione negativa e separazione illegale," ha detto l'Ombudsman Jeno Kaltenbach in una dichiarazione resa disponibile venerdì.
La discriminazione contro il mezzo milione di rom ungheresi – conosciuti come cigàny – è diffusa e l'UE dice che l'Ungheria è fra i tre peggiori trasgressori dei 25 paesi in termini di segregazione abitativa.
La scuola era abituata ad elencare i nomi degli alunni cigàny separatamente, ma Kaltenbach ha detto di non aver intrapreso alcuna azione perché la scuola ha smesso questa pratica.
Ha anche trovato che la scuola aveva abusato dei suoi poteri non permettendo a certi alunni di partecipare alle manifestazioni della scuola e aveva violato i diritti degli alunni raggruppando tutti quelli con speciali bisogni di apprendimento, e di ambienti "svantaggiati" di una classe.
Gli alunni erano anche costretti a fare colazione in un intervallo di 10 minuti o riducendo le loro lezioni, e questo, ha detto, violava il loro diritto alla salute e ad una formazione appropriata.
L'Ungheria ha una delle più numerose comunità rom dell'UE. Bruxelles ha sollecitato i dieci stai più importanti dell'Europa orientale e centrale, che si sono uniti al blocco nel 2004, a migliorare i diritti e il trattamento delle minoranze rom, e adesso controlla i loro risultati.
Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 09/02/2006 @ 17:20:32, in Europa, visitato 1809 volte)
Da: Stranieri in Italia
logosuper
Abolite le sanzioni contro i "finti turisti"
Non perderà più il passaporto chi si trattiene per più di 90 giorni nello spazio Schengen. Ma per l'Italia rimane un immigrato irregolare

BUCAREST - È tregua tra il governo di Bucarest e i "finti turisti": i cittadini romeni che senza aver chiesto un visto d'ingresso si tratterranno nello Spazio Schengen per più di 90 giorni, al ritorno in Romania non subiranno più la confisca del passaporto e il divieto ad uscire dal Paese per un periodo compreso tra uno e cinque anni. Chi negli scorsi mesi è già incorso in queste sanzioni (circa 50mila persone dal primo agosto a oggi) verrà "perdonato".

Ad abolire le contromisure adottate dal governo quest'estate, che avevano gettato nel panico migliaia di cittadini romeni sparsi per l'Europa, è stata la legge 248/2005 ("libera circolazione dei cittadini romeni all'estero"), entrata in vigore domenica scorsa.

I cittadini romeni possono entrare e circolare nell'area Schengen per turismo per 90 giorni ogni semestre, senza chiedere visti d'ingresso. Un'agevolazione sfruttata da un gran numero di persone che, passati i tre mesi, non rientrano in Romania, diventando degli "overstayers".

Secondo il capo dell'Ispettorato Generale della Polizia di Frontiera romena, Nelu Pop, il governo ha però preso atto che nel corso del 2005 "l'atteggiamento dei romeni all'estero è migliorato". "La maggior parte dei romeni che viaggiano all'estero - ha spiegato Pop - non creano problemi e questo è un fatto importante".

Controlli in uscita

Rimangono comunque in vigore alcune norme per controllare chi lascia il Paese per entrare nello spazio Schengen.

Oltre che il passaporto, si dovranno esibire alla polizia di frontiera un'assicurazione medica che copra tutto il periodo del viaggio, il biglietto di andata e ritorno o la carte verde della macchina (se si viaggia in auto) o 150 euro, somma ritenuta sufficiente a pagare il viaggio. Bisogna inoltre dimostare di avere 30 euro per ogni giorno che si passerà nello spazio Schengen e in ogni caso non meno di 150 euro (la somma necessaria ad un soggiorno minimo di 5 giorni).

Chi esce dal Paese dovrà infine mostrare anche documenti che giustificano lo scopo e le condizioni del soggiorno all'estero, come ad esempio le prenotazione in alberghi (valgono anche quelle fatte via internet o i voucher rilasciati dalle agenzie di viaggio autorizzate) o un invito da parte di una persona che lo ospiterà.

Secondo la nuova legge, la limitazione o la sospensione del diritto dei cittadini romeni di viaggiare nello spazio Schengen non potrà più essere deciso dalla polizia di frontiera, ma servirà la sentenza di un giudice e potrà essere adottata solo se il cittadino romeno è stato rimandato a casa da uno stato Schengen in base ai accordi di rimpatrio dei clandestini, o se la permanenza del soggetto in uno Stato straniero porterebbe gravi danni agli interessi della Romania o alle relazioni bilaterali tra la Romania e quel Paese.

E in Italia?

Il "rilassamento" delle norme sui viaggi all'estero, verrà probabilmente accolto con sollievo da molti cittadini romeni che si trovano irregolarmente in Italia e in questi mesi non sono tornati in patria proprio per non farsi sequestrare il passaporto.

È ovvio però che le norme entrate in vigore in Romania, non influiranno in nessun modo sulla legislazione italiana: un "finto turista" romeno, scaduti i 90 giorni, è comunque un immigrato irregolare.

"Anche i cittadini romeni, che possono entrare in Italia per turismo senza chiedere alcun visto, sono tenuti a presentarsi in Questura entro otto gironi dall'ingresso per chiedere un permesso di soggiorno per turismo" spiega la dott.ssa Ledia Miraka, esperta in immigrazione a Stranieri in Italia. "Alla scadenza del permesso di soggiorno, che per turismo dura al massimo novanta giorni, sono tenuti a lasciare l'Italia, pena l'espulsione e il divieto a rientrare anche per dieci anni in tutto lo spazio Schengen".

Scarica:
LEGEA nr. 248 din 20 iulie 2005

(31 gennaio 2006)

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 09/02/2006 @ 09:05:26, in scuola, visitato 2652 volte)

foto per gentile concessione di Licia Brunello: le due mediatrici scolastiche Franca Turchiarolo e Antonia Braidic, tra loro Filippo Penati, presidente della provincia di Milano - nientepopodimenochè alla Giornata della Riconoscenza 2005.

Questo mese Martesana 2 dedica un articolo alla scuola dove operano queste due mediatrici culturali. Il titolo rincuora: Scuole di via Russo all’avanguardia, in un periodo in cui sembra che in città il servizio scolastico paghi soltanto tagli e scandali (l'articolo, leggetelo voi... però). Un riconoscimento che premia un'attività e una programmazione pluridecennale. Dopo la testimonianza dell'insegnante Licia Brunello, parla Franca Turchiarulo, mediatrice scolastica “storica”

papiri06 disegno di Walter Braidic

Per iniziare... Non sono Rom, sino a vent'anni fa vivevo a Monza con la mia famiglia. Ho conosciuto Marco, che faceva l'ombrellaio. Ci siamo innamorati e siamo scappati e siamo andati a vivere assieme. Allora non c'era ancora il campo di via Idro ed eravamo in via Agordat. La mia famiglia allora la prese male, ci sono voluti 5 anni perché capissero che mio marito era una persona a posto. E ci siamo riappacificati.

Com'è iniziato... Già 20 anni fa i bambini dell'accampamento di via Agordat andavano alla scuola elementare. Nel 1989 il comune trasferì tutte le famiglie in via Idro e poco tempo dopo, c'era ancora Carlo Cuomo nell'Opera Nomadi, ci sono arrivate le lettere in cui a noi donne proponevano un corso. Non mi ricordo cosa c'era scritto, so che dopo c'era la possibilità di lavorare per 12 di noi.
Abbiamo frequentato il corso, e 12 di noi hanno iniziato a lavorare nella scuola. Lì non c'era più nessuno che ci spiegava cosa fare, ma avrei avuto bisogno di qualcuno che mi aiutasse le prime volte.

Gli inizi... I miei bambini allora erano piccoli e andavano alla stessa scuola. Così conoscevo già Licia Brunello, l'insegnante di sostegno e subito dopo ho conosciuto il direttore Niccoli. Poi è stata la volta delle altre insegnanti. Sono state tutte molto brave e mi hanno dato un aiuto indispensabile. In altre scuole gli alunni rom erano ancora visti come “diversi”, ma nella scuola Russo erano ben accettati.

Una delle prime cose che ottenemmo a scuola fu uno spazio dove mettere una lavatrice. Al campo allora c'era una sola fontanella, e non sempre i bambini avevano vestiti puliti da mettersi. Organizzammo anche un centro di raccolta di vestiti che arrivavano dalle famiglie dei loro compagni di classe. Con gli anni, il campo si attrezzò anche con l'acqua potabile. Quello che non ci saremmo mai aspettato, è che ora siamo nuovamente senza uso dei bagni al campo, perché ci sono lavori in corso che durano da mesi.

La sicurezza... Nonostante ciò, per i primi due anni mi sono sempre sentita provvisoria. Ho impiegato due anni per essere autonoma. La stessa sicurezza riguarda i bambini: sanno che sono aiutati dalla mamma di uno di loro. Vivendo sempre nel campo, non comunicano con nessuno e questo a scuola si notava.

La giornata... Alle 7.45 passa il pullmino per accompagnare i bambini a scuola, che dista circa 4 km. Tra le 8.30 e le 9.00 i bambini fanno colazione a scuola. Il lunedì accompagno alle docce i bambini delle prime e delle seconde, il martedì le terze, le quarte e le quinte.

La scuola.... Dopo, comincia l'attività scolastica. Il mio compito è di aiutare le insegnanti con quei bambini che hanno difficoltà a seguire il programma. Può darsi che sia una difficoltà scolastico, o anche dovuta ad altri problemi. Ad esempio, da quest'anno per una bambina che ha anche gravi problemi, c'è anche la psicomotricità. Nelle classi ci sono momenti di sperimentazione comune ai bambini rom e gagé, altri sono specifici per i rom: così il giovedì c'è un laboratorio apposito di disegno e pittura...

Bruecke ...che si ispira all'arte di Van Gogh (ndr: foto tratta da http://www.van-gogh-in-der-provence.de/)

Il lavoro... Sono 610 ore annuali, mezza giornata. Il giovedì invece, l'orario è dalle 8.30 alle 12.30. Torno a casa, preparo da mangiare e di nuovo a scuola dalle 14.30 alle 16.30. Ora, che sono più sicura sotto tutti i punti di vista (del lavoro e anche economico), oltre che alla scuola di via Russo seguo anche due bambini alla scuola di via Cesalpino.

Risorse: Circolo didattico di via Russo

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 08/02/2006 @ 14:19:56, in Kumpanija, visitato 2935 volte)

Ricevo da: Giada Valdannini

Nell’ambito della decade “ROMA REALE, ROMA PLURALE. LAICITA’: TUTELA E GARANZIA DELLE DIVERSITA” promossa da Franca Eckert Coen, consigliera delegata del sindaco alle Politiche della Multietnicità del Comune di Roma

Le associazioni Arci e Them Romanò

PRESENTANO

La Due-giorni Romanì” Incontro con la cultura Rom

da un’idea della romanologa Giada Valdannini (autrice del libro "Carovane tra le pagine" - Gaffi Editore) in collaborazione con l’etnomusicologo Guido Gaito

Venerdì 10 febbraio ’06 - Ore 10 – 14.30 / Discoteca di Stato – Auditorium – via Caetani 32 (Roma)

Sabato 11 febbraio ’06 - Ore 16 – 23.30 / Santa Maria della Pietà – Ex Lavanderia (pad. 31) p.zza Santa Maria della Pietà (Roma)

10 febbraio ’06: Una mattina dedicata alla cultura romanì all’interno della splendida cornice dell’Auditorium della Discoteca di Stato. Un’occasione per conoscere i vincitori del concorso artistico internazione “Amico Rom”, vedere filmati prodotti dalla sinergia di Rom e Gagè (non Rom) nonché ascoltare la musica di “Alexian” Santino Spinelli, Rom abruzzese polistrumentista, docente di Lingua e cultura romanì all’Università di Trieste. E' previsto l'intervento dello scrittore rom, Najo Adzovic (autore di Rom. Il popolo invisibile) e dell'artigiana Sevla Sejdic (cooperativa Bosnia Herzegovina). Al termine concerto dei Lautari rumeni, abili musicisti d’origine Rom.

11 febbraio ’06: Una giornata dedicata all’arte romanì con esposizione di manufatti: abiti, collane e accessori realizzati dalle romnià dei campi sosta di Roma. Mostre con gli scatti dei fotografi Stefano Montesi e Stéphanie Gengotti. Proiezione di filmati. Concerto serale di musica romanì.

(A breve verrà inoltrato il programma dettagliato)

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


23/11/2024 @ 11:19:02
script eseguito in 47 ms

 

Immagine
 Usten Romalen!... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 6540 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< novembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
    
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
 
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source