Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 18/02/2006 @ 00:18:17, in media, visitato 1908 volte)
Leggo (anche) su RuotaAppelli Solidarietà con Farid Adly e Mariangela Gallo Fonte: Il Dialogo - http://www.ildialogo.org 14 febbraio 2006
L'amico carissimo Farid Adly, autorevole giornalista (apprezzato collaboratore del "Corriere della sera", "Il manifesto", Radio popolare di Milano, ed altre notissime testate) e prestigioso militante per i diritti umani, é direttore dell'agenzia-stampa "Anbamed. Notizie dal Mediterraneo" e presidente dell'associazione culturale Mediterraneo; vive e lavora ad Acquedolci, in provincia di Messina, dove svolge il suo lavoro di inchiesta, documentazione e denuncia, con particolare riferimento alla difesa dell'ambiente, della legalità, dei diritti di tutti. Mariangela Gallo, docente nelle scuole medie superiori, operatrice culturale, regista teatrale di spettacoli di impegno civile, é impegnata nel volontariato, contro la mafia, per i diritti umani, nell'educazione alla pace e alla solidarietà. Alcuni giorni fa ignoti criminali sono penetrati nella casa di Farid Adly e Mariangela Gallo: hanno sfondato la porta, trafugato piccoli elettrodomestici, ed hanno collocato ben visibili su un mobile nell'ingresso della casa due pallottole: inequivocabile minaccia di morte. ...) Già un anno fa Farid Adly fu oggetto di una minaccia di morte.
A Farid e a Mariangela vogliamo esprimere ancora una volta la nostra solidarietà, la nostra gratitudine, la nostra stima e il nostro affetto.
A tutte le lettrici e a tutti i lettori di questo sito chiediamo ancora una volta di far sentire la propria vicinanza a Farid e Mariangela. Una dichiarazione, un gesto di solidarietà, per piccola cosa che sia, é un atto che in questi momenti conta, é un atto necessario: invitiamo caldamente tutte e tutti a far sentire a Farid e Mariangela che siamo con loro, che non sono soli, che c'è un'Italia che non è complice dei poteri criminali.
Note:
Per contattare Farid Adly e Mariangela Gallo: e-mail: anbamed@katamail.com Grazie a Tutte/i Martedì, 14 febbraio 2006
Di Fabrizio (del 18/02/2006 @ 09:18:17, in Europa, visitato 2070 volte)
BUCAREST - (Rompres reports) L'Ispettorato Distrettuale della
Polizia (IPJ) di Giurgiu ha selezionato ed assunto la prima
poliziotta di etnia rom. Ha ottenuto una valutazione complessiva di
8.80 al concorso dello scorso dicembre. La comunicazione è
arrivata il 2 febbraio da Daniela Gheta, dell'ufficio pubbliche
relazioni IPJ.
Elena Daniela Bogatu, questo il nome della neo assunta (24 anni),
presterà servizio nella città di Bolintin-Vale, presso
la polizia rurale, dipartimento sicurezza.
La giovane si è laureata in legge all'Università di
Bucarest e ha solide conoscenze anche in informatica e lingue
straniere.
IPJ di Ilfov in precedenza aveva assunto anche tre poliziotti
maschi di etnia rom. Tutti cittadini rumeni.
Rif: Ungheria
TIRGU MURES – Il tribunale di Ludus nella Romania
Occidentale ha rimandato al 7 marzo i lavori sul pogrom di Hadareni.
La ragione è data dalla decisione assunta sul caso dalla
Corte Europea dei Diritti Umani il 12 luglio 2005, che non è
mai stata tradotta in rumeno e quindi non è stata pubblicata
sulla Gazzetta Ufficiale, nell'attesa che la decisione venga siglata
dal Ministro per gli Affari Esteri. In base al ricorso di Strasburgo
lo stato rumeno era stato condannato al pagamento di 238.000 euro a
sette superstiti di Hadareni.
[...]
Il documento della Corte Europea prevedeva la cessazione del
processo tra i superstiti del pogrom e lo stato rumeno. All'epoca, 15
tra i 22 Rom della parte lesa, avevano ritirato le accuse in cambio
di un risarcimento che variava tra gli 11.000 e i 28.000 euro.
Rif: Hadareni
Fonte Romanian_Roma
Di Fabrizio (del 18/02/2006 @ 10:58:57, in media, visitato 1771 volte)
Stamattina si è presentato zio Kalderosh tutto agitato. Sembra che il nipote ministro ne abbia combinata un'altra. Sarà, che ormai non ci facciamo più caso, io non ne sapevo niente. Ho acceso il computer, e visto che lo zio è un patito dell'obbiettività (e del Valpolicella) ha insistito per leggere solo quello che scriveva... Alle ore 11.00 di oggi, questa era l'home page:
- L’inno dei sudtirolesi
- «ROSSO COME UN PEPERONE: GUARDANDOMI, PRODI TACEVA...»
- IL PAESE NORMALE DEL PROFESSORE
- Pattini d’oro zecchino
- di Malaparte ...
- LA RIFORMA BIAGI NELLE MANI DEI COMUNISTI
Questo in primo piano:
- Berlusconi: «Resto per vigilare sulla libertà»
- I pm chiudono l’indagine in tempo per le elezioni
- Resa dei conti a Ceppaloni
- Il pedofilo torna a chiedere la “castrazione” per non violentare ancora
- Vladimir Luxuria, il trans che piace a tutti (anche a Gasparri)
- Kamikaze non è reato: sentenza choc
- Dalla certezza del diritto alla filosofia del “rovescio”
- E’ incredibile ma purtroppo è vero
Politica:
- «Vogliono annientarci: a Crema incendiato il camper elettorale»
- Ora l’Islam italiano tifa Ahmadinejad
- Colle Valdelsa, occultate le vignette-shock
- No global violenti? Colpa di Borghezio
- Niente bavaglio a chi insulta il Papa
- «Rosso come un peperone, guardandomi, Prodi taceva...»
- «Han mangiato tutti, tranne Lega e Rifondazione»
- Falsa partenza per il Forum no Tav
- Vi spiego perché è una battaglia di libertà
- Partite gratis, le tv chiedono aiuto al ministero degli Esteri
- Sui cieli di Torino anche due elicotteri dell’esercito
Esteri:
- Pace in Euskadi, si moltiplica l’ottimismo
- «Anche in Italia è urgente il federalismo fiscale»
- Pechino val bene un po’ di censura
- Approvata la Bolkestein, ma senza idraulico polacco
- La svolta di Parigi: l’Iran vuole la bomba nucleare
- Hamas indica il premier
- Caricature di Maometto: Pakistan e Iran non si placano
- Guantanamo non è una vignetta L’Onu chiede a Bush di chiuderlo
(e poi non dite che non li tratto bene!) Qualcuno, glielo dice allo zio che non si sono dimenticati del ministro? PS: Fatemi un favore, allle prossime elezioni rimandiamolo a casa, che qui non si vive più! (zio Kalderosh quando non è agitato)
Di Fabrizio (del 18/02/2006 @ 13:48:47, in sport, visitato 2115 volte)
Settimana scorsa mi hanno scritto gli amici di Nuova MultiEtnica, quest'anno li aspetta il torneo mondiale in Sudafrica. Ecco uno stralcio del loro progetto:
- Chi è la A.S.C.Nuova MultiEtnica (ONLUS)
L’associazione sportiva e culturale Nuova MultiEtnica Onlus ha come fine la tutela dei diritti delle minoranze e degli emarginati, attraverso l'educazione allo sport e alla convivenza pacifica. Costituitasi nel 2001 per difendere i diritti degli abitanti del campo Rom di via Barzaghi a Milano, l’associazione è ormai una realtà consolidata in grado di coinvolgere nelle sue iniziative numerose comunità di immigrati: argentini, brasiliani, rom, rumeni, polacchi, dominicani, peruviani, senegalesi, egiziani, salvadoregni... La sua attività si articola in tre direzioni: l'attivismo sociale volto alla tutela e all'estensione dei diritti degli immigrati (mediazione con la questura, appoggio nelle pratiche burocratiche...); l'attività sportiva con l'organizzazione di squadre di calcio, calcetto e basket, formate da immigrati di diverse etnie, e l'organizzazione di manifestazioni sportive che promuovano integrazione e visibilità; l'organizzazione di eventi e iniziative che uniscano le comunità straniere (feste, concerti, iniziative culturali, mercatini e fiere multietniche).
La A.S.C.Nuova MultiEtnica è una Onlus, registrata come associazione non lucrativa presso il registro della Regione Lombardia. Si cita per questo il primo punto dell’articolo 3 dello statuto associativo: “L’associazione sportiva dilettantistica è un centro permanente di vita associativa a carattere volontario e democratico la cui attività è espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, con particolare riguardo al reinserimento sociale di soggetti deboli o svantaggiati quali emigranti, disabili, tossicodipendenti, persone in difficoltà temporanea o permanente, portatori di handicap, minori, soggetti a rischio di esclusione sociale(...) al fine di favorire l’integrazione delle persone senza distinzione di razza, religione, sesso, ceto sociale e cultura”.
Campioni del mondo 2004 e 2005
Nel 2003 il giornale di strada “Terre di mezzo” invita la A.S.C.Nuova MultiEtnica a rappresentare l’Italia alla prima edizione della Homeless World Cup; la squadra si classifica al 5° posto con la vittoria del titolo di capocannoniere. Nella seconda edizione arriva il primo titolo di Campioni del mondo!
A seguito del successo riportato l’allenatore Bogdan Kwappik è premiato nel mese di novembre a Bagno di Romagna Terme come personaggio dello sport dell’anno 2004 nell’ambito della manifestazione “Campione nello Sport, Campione nella Vita”.
Nel 2005 a Edinburgo la squadra italiana conferma la propria forza in campo vincendo nuovamente il titolo mondiale.
L’Italia è due volte campione del mondo!
- La “Homeless WorldCup” e lo street soccer
Ogni anno l’INSP - International Network of Streets Papers (il network Internazionale dei Giornali di strada) organizza un campionato mondiale di street soccer riservato ai senzatetto e agli emarginati, con il patrocinio dell’ONU, U.E.F.A, alcune municipalità e istituzioni, ed il supporto di società calcistiche come Manchester United e Real Madrid.
Dietro a un grande evento sportivo e mediatico l’obiettivo della Homeless World Cup è dare una possibilità alle persone più svantaggiate di partecipare come protagonisti ad una manifestazione in cui lo sport è strumento di riscatto e integrazione.
La manifestazione serve inoltre ad accendere i riflettori sulle problematiche legate alla povertà, al disagio sociale e all’emarginazione che coinvolgono l’intero pianeta.
Lo street soccer è una sorta di calcetto velocissimo, in cui due squadre composte da 4 giocatori ciascuna si sfidano in due tempi da 7 minuti, con cambi volanti e una media di 10 gol a partita. Il campo, che misura 20 metri per 14, è recintato e non esiste fallo laterale con la palla sempre in gioco.
A Edimburgo, dal 20 al 25 luglio 2005, sono state circa 30 le nazionali che hanno tentato di soffiare il titolo agli Azzurri. Le squadre, rappresentative dei cinque continenti (tra cui Polonia, Austria, Sudafrica, Camerun, Namibia, Brasile, Giappone, Francia e Germania, Stati Uniti, Canada, Inghilterra, Olanda, Spagna, Ucraina, Argentina, Russia, Svezia), si sono sfidate in otto giorni di torneo con eliminatorie da 4 squadre; nell’ultima giornata le prime due classificate di ogni girone hanno giocato in partite ad eliminazione diretta a partire dagli ottavi di finale.
Alla fine del torneo tutte le squadre sono state premiate.
- Finalità e Obiettivi della partecipazione a Città del Capo
La rappresentativa italiana della A.S.C.Nuova MultiEtnica, due volte campione del mondo, è ufficialmente invitata a partecipare alla quarta edizione del torneo nel mese di Settembre 2006. Con la vittoria della coppa del mondo hanno vinto, nelle parole del Presidente dell’associazione “tutti gli emigrati, tutti coloro che in Italia e nel mondo sono ancora senza casa, senza lavoro e senza permesso di soggiorno”.
I componenti della A.S.C.Nuova MultiEtnica sono infatti stranieri immigrati nel nostro Paese in cerca di fortuna: sono polacchi, argentini, brasiliani, rom, rumeni, croati, ucraini, albanesi, dominicani, peruviani, nigeriani, ecuadoregni, mauriziani...
La partecipazione al Mondiale di Città del Capo, quale che sia il risultato, è per l’associazione un momento di grande visibilità per potere successivamente portare avanti le iniziative rivolte all’integrazione delle comunità straniere in Italia.
Per contatti:
Di Fabrizio (del 19/02/2006 @ 03:25:48, in blog, visitato 1669 volte)
Ho ritrovato un appello del 18 dicembre su Nordic_Roma. Sì, proprio le vignette danesi... scusate la somma ignoranza, ma non capisco il motto bestiale di rabbia che esplode a febbraio. Eppure, le vignette sono del settembre scorso e quella lettera era di una civiltà estrema. Perché si è perso il tempo allora e come mai la crisi è esplosa in tutta la sua violenza nell'arco di una settimana? Bastano 5 minuti di televisione per provocare 11 morti, ma credo che tutti sappiano sbottonarsi una camicia da soli, facendo meno danni. Insana nostalgia di censura, la mia? Forse, ma vorrei vederlo un ministro espropriato della TV e dei giornali, a comunicare via blog. Due ultime cose dedicate al diritto di satira nel continente di Voltaire, QUI.
Di Fabrizio (del 19/02/2006 @ 12:11:56, in blog, visitato 1880 volte)
da:
Vestiti da Calderai (Caldereros) intonano canzoni tradizionali durante la processione a San Sebastian del 4 febbraio 2006. La sfilata ricorda l'arrivo in città dei Rom dall'Ungheria, che erano dediti alla riparazione di utensili di cucina. La manifestazione coincide con la proclamazione del carnevale. REUTERS/
Alexian Santino Spinelli e l'Associazione Thèm Romanó vi invitano a visitare il sito dedicato alla mostra
Tu taj Me - Io e te insieme per vincere il pregiudizio
Un’esposizione su Arte, Storia e Cultura Romaní comprendente foto, quadri, sculture, proverbi bilingue (Romani- Italiano) illustrati da un famoso pittore Rom. La mostra ripercorre idealmente il cammmino dei Rom a partire dall'India fino ad arrivare in occidente dando un particolare rilievo alle repressioni subite dai Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals a cominciare da quelle del 1600 per arrivare all'olocausto sotto la dittatura nazista. L'esposizione è completata anche da oggettistica in rame e ferro, abbigliamento e sartoria romaní, proiezione di video, documentari e diapositive.
per visitare il sito clikkare sul link sottostante
http://www.alexian.it/mostra/mostra.html
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Le proposte artistiche di Alexian per l'estate 2005
Novità assoluta Alexian e il suo Gruppo Presentano
Romano Etno-Jazz Quando la musica, i canti e le liriche dei Rom Incontrano il Jazz Nel repertorio un omaggio a Django Reinhardt
So me sinom Tour Un percorso musicale e canoro nella lingua romaní (zingara) dei Rom abruzzesi per un viaggio ideale attraverso l'intimità di un’arte assolutamente originale.
Di Sucar Drom (del 19/02/2006 @ 21:59:48, in casa, visitato 2285 volte)
Pubblicato su Archivio Romano LilSabato 18 Febbraio 2006 ore 16:36:38
Sarà ad emulazione dei cartelli razzisti di Piovene Rocchette o forse è tutta la provincia di Vicenza ammantata di odio verso i Rom/Sinti. Giovedì 16 febbraio nel consiglio comunale cittadino è partito un piano di esclusione e di regolamentazione forzata, vessatoria, per le famiglie di Rom e Sinti che vivono in città da oltre venti anni: 33 famiglie, 140 persone. Sembrava di assistere ad una riedizione dei lager, campi di concentramento nazisti. Dei due "campi" cittadini uno sarà chiuso senza alternative per i residenti, l'altro duramente "regolamentato".
Da Vicenza Nereo Turati della sezione Opera Nomadi
Giovedi sera é andata in scena in consiglio comunale a Vicenza la prima parte di un feroce attacco all'esistenza delle famiglie Sinte e Rom che vivono in città da oltre vent'anni. La presentazione di un regolamento per i due "campi sosta" comunali (abusivi e malsani da sempre) ha dato la stura a ignobili provvedimenti quali: - esclusione di qualsiasi ipotesi di costruzione di un unico campo (progetto dell'assessore ai s.s. Piazza - il leghista buono - che per due anni ha tenuto banco nella maggioranza per poi essere cancellato all'ultimo momento) ma senza nessun'altra proposta alternativa; - pagamento delle piazzole più la cauzione antidanneggiamenti su terreno abusivo e con servizi fuori norma in unica soluzione annuale (finora erano gratis); - perdita del diritto alla concessione per vari motivi: crezione di nuovo nucleo familiare, per coinvolgimento in cause penali anche non concluse, morosità, cattiva condotta, evasione dell'obbligo scolastico (provvedimento espressamente voluto dai DS che supera "l'obbligo scolastico" introducendo la "scolarizzazione coatta"); - istituzione di una commissione di controllo disciplinare (in cui é richiesta la partecipazione dell'Opera Nomadi!!!) senza alcuna rappresentanza delle famiglie "concessionarie"; - nessun impegno ad attivare percorsi di sostegno sociale, scolastico, culturale; - nessun impegno a migliorare la situazione abitativa e igienica delle famiglie; - un ordine del giorno che impegna il sindaco a chiudere senza alternative il "campo" di viale Cricoli; - un ordine del giorno che impegna il sindaco ad appoggiare la richiesta della Lega Nord di abrogare la Legge regionale 54/89 (l’unica del veneto a tutela dei Rom/Sinti con finanziamento di 15.000 euro per tutto l’anno 2005).
A notte fonda è mancato il numero legale per le votazioni ed il consiglio comunale è stato rimandato a martedì.
Pubblichiamo l'articolo uscito venerdì sul quotidiano Il Giornale di Vicenza. La maggioranza ha votato per sgomberare e chiudere l’area di Antonio Trentin Come andrà a finire già si sa, ma a notte fonda è mancato il numero legale per arrivare al voto finale. Il Comune mette anche per il futuro a disposizione degli “ZINGARI stanziali” vicentini (33 famiglie e circa 140 persone) i due campi-nomadi ormai storici, quelli in viale Diaz e in viale Cricoli, che rimangono manifestamente e dichiaratamente irregolari per questioni di urbanistica e di logistica. Ma non prevede di procedere a una soluzione del problema legale entro breve termine. Le aree quelle sono e quelle resteranno per un bel po’, senza nessuna previsione neanche teorica di un nuovo campo unico. E intanto si procederà, finalmente, alla loro regolamentazione aggiornata, con un giro di vite nel rapporto amministrativo (presenze, utenze, cauzioni, risarcimenti, multe e obblighi vari) con le famiglie sinti e rom che ci vivono. A meno che nel frattempo non diventi realtà quello che - ieri sera in sala Bernarda - è apparso un caso di corto circuito politico-amministrativo. Il centrodestra, Udc esclusa, ha appoggiato in pieno una richiesta della Lega Nord, partito che punta alla cancellazione delle leggi riguardanti i nomadi, e pur accingendosi ad approvare il regolamento ha anche votato una “soluzione finale” proprio per il campo più malmesso. Per quello di Cricoli, infatti, sono stati indicati “sgombero e chiusura definitiva”, senza indicare un sito dove far eventualmente trasferire le carovane. Con il che lasciando ipotizzare un ritorno della “trea a mulinello” da una periferia a un’altra, da Vicenza ai Comuni vicini, per una quindicina di carovane. È questo il riassunto di una serata consiliare diventata nottata tra un centinaio di interventi e una raffica di votazioni su un regolamento che un anno e mezzo fa aveva avuto il “timbro” della maggioranza, ma che poi non è più risultato gradito. Il testo - portato in discussione già la settimana scorsa dal leghista Davide Piazza - era nel mirino per una serie di aggiustamenti tecnici e per un ritocco sostanziale: quello sul "no" al nuovo impianto unico che piacerebbe all'assessore, che in passato è stato ipotizzato a ovest e poi a est in strada Carpaneda e in via Zamenhof, che il centrodestra ha stabilito di rimandare ad altre stagioni amministrative. E l'impallinamento è riuscito, come annunciato e previsto: ogni idea di provvisorietà in viale Diaz e viale Cricoli è stata cancellata (salvo lo "sgombero" auspicato nell'ordine del giorno prima raccontato...) e ogni idea di nuovi impianti è stata esclusa da un emendamento presentato dal forzista Gianfranco Dori per conto di FI-An-Ln-Udc. La battaglia ideologica era già stata fatta, precedentemente, su un pacchetto di documenti per i quali è stata a lungo mattatrice Franca Equizi. La leghista espulsa dal suo partito e dal gruppo comunale ha mandato avanti una sequenza di polemiche impostate proprio sul suo pessimo rapporto con la dirigenza nordista, e con Piazza in particolare, rivendicando una propria purezza di linea (dura naturalmente) a colpi di proposte collaterali al regolamento. Un gran punto l'ha messo a segno proprio all'inizio della lunga disputa: il centrodestra quasi compatto le ha approvato un ordine del giorno che impegna il sindaco a premere per l'abrogazione della legge che finanzia le iniziative per l'integrazione degli ZINGARI. Un'iniziativa che a Venezia è stata avviata dal gruppo Lega Nord in consiglio regionale. Le hanno detto "sì" in quindici, ma qualcuno si è accorto di non essere propriamente d'accordo e ha dichiarato di essersi "un po' confuso". Ma poi all'Equizi è stata data meno soddisfazione: approvata la richiesta che il Comune non paghi bollette delle famiglie dei campi, ma bocciate asprezze come la proposta di espulsione dai campi di tutti i congiunti di chi finisce coinvolto in casi giudiziari o il divieto di spendere per l'inserimento scolastico dei bambini ZINGARI e per l'inserimento lavorativo degli adulti. In parallelo il centrodestra ha bocciato anche le proposte dell'opposizione più caratterizzate da finalità di integrazione sociale o di approfondimento culturale. Poi, come detto, è mancato il numero legale: tutto ora slitta a martedì.
Di Fabrizio (del 20/02/2006 @ 09:17:07, in blog, visitato 1807 volte)
Un precedente scambio di commenti (e anche qui) con Alessandra, è continuato per email.Ci siamo scambiate opinioni su situazione di emergenza e, come dire, progetti condivisi?Credo che alcuni suoi spunti siano interessanti per molti:So benissimo che ci sono purtroppo moltissime gravi situazioni e che sarebbe utopico seguirle tutte; qui ci sono molti casi di grave disagio anche nella comunità maggioritaria serba che a vari livelli soffre ancora le conseguenze del conflitto. In questi giorni, oltre a seguire Fatima, stiamo provando ad aiutare una signora serba con una bambina disabile nata senza i piedini, costretta su una carrozzina, senza amici e che tra poco sarà sottratta alla madre dai servizi sociali perchè non ha più diritto di lavorare part-time e dovrà scegliere di dare le dimissioni e morire di fame con sua figlia o lavorare a tempo pieno ed affidare la bambina ad un istituto. Era solo un esempio...bambini mutilati o nati deformi a causa della radiazioni di uranio impoverito, orfani, rapiti, venduti, malati senza possibilità di essere curati, abbandonati, abusati... caro Fabrizio, se questo non è l'inferno ci somiglia molto... Saluti di Pace Sempre sua la segnalazione da:
La miseria dell’handicap in Serbia
16.02.2006
Nessuno conosce il numero esatto delle persone con handicap che in Serbia vivono in istituti. Queste strutture sono sovrappopolate, con scarso personale, a volte senza medici né medicine. I bambini che vi entrano spesso ci restano per tutta la vita. Viaggio nel mondo del grande oblio
Di Marija Vidic, Vreme, 21 gennaio 2006 Traduzione di Persa Aligrudic (Le Courrier des Balkans) e di Rosita Zilli e Marco Furfaro per Osservatorio sui Balcani
La strada che porta all’istituto di Kulin è molto ripida e spesso inaccessibile in inverno a causa della neve, ragione per cui vengono fatti grossi rifornimenti di gasolio in modo...
continua
e ancora:Da noi a Prokuplje mancano del tutto strutture che possano accogliere persone anche con lievi handicap che non avrebbero necessità di stare in istituto; come ti dicevo l'altra volta, una bambina nata senza piedi ma per il resto normale, sarà per questo motivo allontanata dalla madre; sto cercando di raccogliere informazioni sul caso per vedere se in qualche modo posso evitare questa separazione, magari offrendo alla madre di portare la bimba al nostro asilo quando va al lavoro; i bambini rom non la discriminerebbero come fanno quelli serbi. Mi ha commosso vederla in tv e sentirle dire "nessuno vuole giocare con me"... Ciao Ale email - il blog
Di Fabrizio (del 20/02/2006 @ 11:38:59, in Europa, visitato 1961 volte)
Da:
Yveta Kenety
Comunicato
stampa
Conferenza
delle Romnià nella Repubblica Ceca
Oltre
ottanta donne Rom si sono incontrate a Praga nel weekend tra il 10 e
l'11 febbraio. Tra le partecipanti: funzionarie statali,
rappresentanti dei media, insegnanti, assistenti sociali,
rappresentanti delle OnG, donne in maternità e disoccupate.
Tutte
donne con diverse esperienze di vita e lavorative ed un'unica
opportunità di confronto comune. Si sono definiti i problemi
attuali delle comunità e proposto soluzioni: primariamente
nell'area della scolarizzazione. del lavoro, della casa, delle
condizioni di vita in generale, e le tematiche della salute. Si è
poi toccato il tema della insufficiente partecipazione dei Rom nella
politica e negli affari pubblici. La discussione si è
prolungata sui legami tra questi temi e il passato, visto con
l'occhio e il giudizio delle donne Rom.
Le
donne concordano che oltre alla discriminazione dovuta al colore
della pelle, i componenti delle minoranze nella Repubblica Ceca sono
seriamente in pericolo per la violenza fisica diretta dei gruppi
estremisti. Le madri sono preoccupate per i loro figli e sperano
nelle indagini sugli attacchi a sfondo razziale, e nella conseguente
condanna. Le donne vogliono sentirsi libere e sicure nella società
e perciò chiedono rispetto in tutte le aree della vita.
Richiedono l'adozione immediata di una legislazione anti
discriminazione [...]
Le
donne rom considerano un'adeguata politica scolastica necessaria
all'integrazione nella società maggioritaria, e sono
preoccupate perché tuttora i loro bambini non hanno pari
opportunità di accesso al sistema scolastico. I loro figli
sono ancora educati in un ambiente ricolmo di pregiudizio e
stereotipi. Le famiglie spesso sono sotto la linea di povertà
e non sono in grado di provvedere da sole a soddisfare le esigenze
primarie, è quindi problematico occuparsi della formazione
culturale e professionale dei figli. Concordano sull'importanza del
prescuola, che dev'essere esteso, anche con la presenza di un corpo
insegnante adeguatamente preparato. Gli insegnanti in genere devono
avere una formazione che permetta loro di combattere sin dalla scuola
i pregiudizi razziali e gli stereotipi, che spesso discendono da
mancanza di adeguata conoscenza.
Solo
una piccola percentuale di Romnià svolge lavoro a tempo
indeterminato, di solito nella manovalanza o in lavori di basso
profilo, spesso senza riguardo al loro livello di formazione scolare
e professionale. La discriminazione nel mercato del lavoro è
tra i motivi dell'alto tasso di disoccupazione tra le Romnià.
La
bassa scolarizzazione e i rispettivi tassi di disoccupazione sono
strettamente legati alle cattive condizioni di vita. Le madri Rom,
comprensibilmente non vogliono che i loro figli crescano in
accampamenti o quartieri affollati, sovraffollati ed insani. Un altro
problema è quello sanitario: a causa della scarsa fiducia nel
sistema sanitario, i Rom tendono ad avvalersi di cure mediche
soltanto in casi di urgenza o necessità. Non esiste una
pratica di controllo e di riduzione dei disagi sanitari. La stessa
logistica della distribuzione degli assembramenti Rom, li pone in
aree disagiate e difficili da raggiungere per il personale medico.
Un'altra protesta delle donne riguarda l'essere definite “pazienti
dalla pelle scura”. Rimane infine la paura data dai casi, anche
di storia recente di sterilizzazione imposta, una gravissima
violazione dei diritti fondamentali della persona. Le partecipanti
alla conferenza concordano che, parimenti al personale insegnante,
anche il personale medico e paramedico ha bisogno di formazione
specifiche sui temi menzionati sopra.
Infine,
si prende atto che la partecipazione delle donne rom alla vita
politica e sociale è insufficiente. La ragione principale è
data dalla mancata conoscenza di questa opportunità e degli
ambiti e modalità a cui prendere parte. Nondimeno, la
patecipazione di donne e uomini di etnia rom ai movimenti politici, a
tutti i livelli, sta crescendo. Occorre uno sforzo rivolto
specificamente alla partecipazione femminile ed i partiti devono
lmettere più enfasi sull'imporatnza di coinvolgere le
minoranze etniche per programmi di partecipazione condivisa.
Conferenza
finanziata da Roma Participation Program, the Open Society
Institute (OSI) ed organizzata dal gruppo femminile Manushe,
sezione di Slovo 21.
RPP
(OSI) e Manushe - Praga, 15 Febbraio 2006.
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