Da:
Yveta Kenety
Comunicato
stampa
Conferenza
delle Romnià nella Repubblica Ceca
Oltre
ottanta donne Rom si sono incontrate a Praga nel weekend tra il 10 e
l'11 febbraio. Tra le partecipanti: funzionarie statali,
rappresentanti dei media, insegnanti, assistenti sociali,
rappresentanti delle OnG, donne in maternità e disoccupate.
Tutte
donne con diverse esperienze di vita e lavorative ed un'unica
opportunità di confronto comune. Si sono definiti i problemi
attuali delle comunità e proposto soluzioni: primariamente
nell'area della scolarizzazione. del lavoro, della casa, delle
condizioni di vita in generale, e le tematiche della salute. Si è
poi toccato il tema della insufficiente partecipazione dei Rom nella
politica e negli affari pubblici. La discussione si è
prolungata sui legami tra questi temi e il passato, visto con
l'occhio e il giudizio delle donne Rom.
Le
donne concordano che oltre alla discriminazione dovuta al colore
della pelle, i componenti delle minoranze nella Repubblica Ceca sono
seriamente in pericolo per la violenza fisica diretta dei gruppi
estremisti. Le madri sono preoccupate per i loro figli e sperano
nelle indagini sugli attacchi a sfondo razziale, e nella conseguente
condanna. Le donne vogliono sentirsi libere e sicure nella società
e perciò chiedono rispetto in tutte le aree della vita.
Richiedono l'adozione immediata di una legislazione anti
discriminazione [...]
Le
donne rom considerano un'adeguata politica scolastica necessaria
all'integrazione nella società maggioritaria, e sono
preoccupate perché tuttora i loro bambini non hanno pari
opportunità di accesso al sistema scolastico. I loro figli
sono ancora educati in un ambiente ricolmo di pregiudizio e
stereotipi. Le famiglie spesso sono sotto la linea di povertà
e non sono in grado di provvedere da sole a soddisfare le esigenze
primarie, è quindi problematico occuparsi della formazione
culturale e professionale dei figli. Concordano sull'importanza del
prescuola, che dev'essere esteso, anche con la presenza di un corpo
insegnante adeguatamente preparato. Gli insegnanti in genere devono
avere una formazione che permetta loro di combattere sin dalla scuola
i pregiudizi razziali e gli stereotipi, che spesso discendono da
mancanza di adeguata conoscenza.
Solo
una piccola percentuale di Romnià svolge lavoro a tempo
indeterminato, di solito nella manovalanza o in lavori di basso
profilo, spesso senza riguardo al loro livello di formazione scolare
e professionale. La discriminazione nel mercato del lavoro è
tra i motivi dell'alto tasso di disoccupazione tra le Romnià.
La
bassa scolarizzazione e i rispettivi tassi di disoccupazione sono
strettamente legati alle cattive condizioni di vita. Le madri Rom,
comprensibilmente non vogliono che i loro figli crescano in
accampamenti o quartieri affollati, sovraffollati ed insani. Un altro
problema è quello sanitario: a causa della scarsa fiducia nel
sistema sanitario, i Rom tendono ad avvalersi di cure mediche
soltanto in casi di urgenza o necessità. Non esiste una
pratica di controllo e di riduzione dei disagi sanitari. La stessa
logistica della distribuzione degli assembramenti Rom, li pone in
aree disagiate e difficili da raggiungere per il personale medico.
Un'altra protesta delle donne riguarda l'essere definite “pazienti
dalla pelle scura”. Rimane infine la paura data dai casi, anche
di storia recente di sterilizzazione imposta, una gravissima
violazione dei diritti fondamentali della persona. Le partecipanti
alla conferenza concordano che, parimenti al personale insegnante,
anche il personale medico e paramedico ha bisogno di formazione
specifiche sui temi menzionati sopra.
Infine,
si prende atto che la partecipazione delle donne rom alla vita
politica e sociale è insufficiente. La ragione principale è
data dalla mancata conoscenza di questa opportunità e degli
ambiti e modalità a cui prendere parte. Nondimeno, la
patecipazione di donne e uomini di etnia rom ai movimenti politici, a
tutti i livelli, sta crescendo. Occorre uno sforzo rivolto
specificamente alla partecipazione femminile ed i partiti devono
lmettere più enfasi sull'imporatnza di coinvolgere le
minoranze etniche per programmi di partecipazione condivisa.
Conferenza
finanziata da Roma Participation Program, the Open Society
Institute (OSI) ed organizzata dal gruppo femminile Manushe,
sezione di Slovo 21.
RPP
(OSI) e Manushe - Praga, 15 Febbraio 2006.