Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Qui sotto trovate una notizia molto triste giunta da George Wilson, che annuncia la morte dell'amico e collega Charles Smith.
Di seguito anche l'annuncio della Press Association e commenti di Trevor Philips e Thomas Acton.
Spero che la conferenza di Londra del 15/11/2005 voglia recare un doveroso contributo alla memoria di Charlie
Andrew Ryder - romanistan@yahoo.com The Gypsy and Traveller Law Reform Coalition
Cari amici,
E' con grande tristezza che debbo informarvi che Charlie ha definitivamente perso la sua battaglia per la vita questa mattina alle 2.00 AM.
Naturalmente vi terrò informati sulla data dei funerali. E nel contempo ringrazio quanti hanno inviato messaggi di condoglianze.
Vi chiedo cortesemente di informare quanti inavvertitamente posso aver dimenticato.
Grazie da parte mia e, naturalmente da parte di Charles
George
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l'immagine è tratta dal sito della BBC
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MUORE UN ATTIVISTA DEI DIRITTI DI NOMADI E VIAGGIANTI
By Caroline Gammell, PA Deputy Chief Reporter
Veniamo oggi a conoscenza che è mancato un attivista che aveva difeso per oltre tre decadi i diritti di Nomadi e Viaggianti.
Charles Smith, è stato il primo commissario Zingaro nella Commissione per l'Uguaglianza Razziale (CRE) e presidente del Gypsy council. Si era fatto conoscere per le sue battaglie per i diritti delle comunità dei Nomadi e Viaggianti.
Aveva 49 anni, è morto la notte scorsa nella sua casa di Thundersley, nell'Essex, dopo una battaglia decennale contro il cancro.
Trevor Phillips, presidente del CRE, ha detto: "Sin dal suo ingresso come commissario nel CRE dell'aprile 2004, il suo contributo e la sua visione in tutte le sfere del nostro lavoro è stata incalcolabile".
"In particolare, ha ricongiunto il CRE con le comunità di Nomadi e Viaggianti"
"Ci mancherà sicuramente e i nostri pensieri in questi tristi momenti vanno a George, alla sua famiglia e ai suoi amici".
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E' morto oggi Charlie Smith, Presidente del Gypsy Council, [...] Figlio di un sarto famoso tra i Romanichal per i suo abiti di foggia zingaresca e che aveva sposato una Zingara.
Charlie crebbe in una comunità stanziale nel Southend, patì la discriminazione razziale a scuola, che lasciò per darsi agli affari. Sviluppò un fiorente commercio di antichità, vendendo manufatti in avorio della Cina nelle fiere, cosa che lo rese famoso e rispettato nelle altre comunità nel mondo.
Nei primi anni '80 si unì al Gypsy Council , dopo che mi aveva chiesto di indagare sui libri che parlassero del suo popolo. Partecipò a due riunioni senza aprire bocca, e alla fine estrasse dalla tasca una manciata di fatture: sul retro aveva scritto a matita la sua autobiografia. Parte di quel lavoro fu pubblicato in "TRAVELLER EDUCATION as "S! elling China at Stow Fair".
In seguito pubblicò due volumi di poesie, presidente del Gypsy Council, sindaco (Laburista) di Castle Point e commissario nella Commissione per l'Uguaglianza Razziale.
Affrontò poi negli ultimi anni la malattia con grande coraggio, proseguendo il suo lavoro sino alla fine, nonostante le interruzioni dovute alla chemioterapia.
My deari Duvvel, who jins sor mushes' meriben, to muk lesti to sutti shukarly 'dre His tan opre! Thomas Acton
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08/11/05 - http://groups.yahoo.com/group/British_Roma |
Di Fabrizio (del 08/11/2005 @ 10:42:52, in Europa, visitato 1962 volte)
By Rafal Pankowski - © I CARE News http://www.icare.to
4/11/2005 - Un caso di incredibile discriminazione razziale è stato portato alla luce da un'associazione Rom di Wroclaw. L'hotel Park Plaza (4 stelle) rifiuta di accogliere quanti abbiano l'aspetto di Rom, e anche al ristorante i camerieri rifiutano le loro ordinazioni. Un giornalista del posto ha svolto un semplice esperimento: presentandosi al ristorante in compagnia di un Rom e senza. Nel primo caso i camerieri hanno detto che non c'era posto. Questa discriminazione verso quanti siano di pelle più scura, prosegue da mesi. Alcuni dipendenti hanno ammesso di aver ricevuto istruzioni in proposito dalla direzione, perché in passato alcuni Rom non avevano pagato il conto, ma la direzione smentisce. Park Plaza è un hotel di lusso nel centro cittadino ed appartiene alla catena Best Eastern Plaza Hotels, di proprietà dell'Organizzazione Turistica Polacca, una compartecipata statale. Tomasz Droszcz, direttore marketing della catena, ha spiegato ai giornalisti di aver sentito di... problemi preecedenti creati da ckienti Rom al Park Plaza (sic). "Dev'essere successo sicuramente qualcosa, se la direzione ha preso questa decisione" - afferma Droszcz a mezza bocca. Per aggiungere beffa alle offese, nel febbraio di quest'anno l'hotel ha ospitato una conferenza internazionale organizzata dal governo regionale, dal titolo: "Contro la discriminazione - i Rom - amministrazione - polizia". Nell'attuale situazione politica, il clima sociale per le minoranze etniche in Polonia sta pehggiorando visibilmente. La Commissione Europea contro il Razzismo e l'Intolleranza (un corpo del Consiglio d'Europa) vuole richiedere quanto prima una "tavola rotonda" per discutere la situazione nel paese. Sarà l'ennesima retorica ufficiale contro la discriminazione, o si affronterà l'ipocrisia delle pseudo politiche anti-discriminatorie?
Di Fabrizio (del 08/11/2005 @ 09:48:47, in blog, visitato 2844 volte)
ricevo e porto a conoscenza / Da Loredana Morandi - Subject: [fori-sociali] Artisti per il Pakistan - Asta d'Arte di Beneficenza
Rete Artisti contro le guerre - Ambasciata del Pakistan in Italia
Artisti per il Pakistan Appello Campagna "Artisti per il Pakistan" Artisti per il Pakistan - Artists For Pakistan
Cari Amici,
prosegue la campagna Artisti per il Pakistan, ed stiamo attendendo nelle prossime ore notizie dall'Ambasciata pakistana in Roma, in merito all'andamento degli aiuti ed in merito alle necessità delle vittime del prolungato e devastante sisma, che ha colpito l'area del Kashmir. Purtroppo, non a causa nostra, le notizie provenienti dal Pakistan sono davvero rare, ma sappiamo che la stagione fredda avanza prepotente e potrebbe cagionare altre centinaia di morti per assideramento fra i 3-4 milioni di senza tetto, che si aggiungerebbero ai 79.000 morti per il sisma.
Di seguito alcune informazioni importanti per tutti gli Artisti, con preghiera a Tutti di distribuzione su siti ed altre mailing list:
Appuntamento per tutti gli Artisti sabato 19 novembre 2005 ore 16.30 - 17.00 (Arrivo Previsto Ospiti ore 18.00) presso Grand Hotel Tiberio via Lattanzio 51 - Roma Sala Tiberina
Le opere che con generosità vorrete destinare alla vendita per la campagna "Artisti per il Pakistan", il cui ricavato sarà interamente devoluto alle popolazioni terremotate del Kashmir, possono essere spedite a:
Associazione Culturale e di Promozione Sociale ARGON Rete Artisti contro le guerre presso Grand Hotel Tiberio via Lattanzio 51 00136 - Roma
Gli Artisti romani e del Lazio di contattarmi personalmente ai numeri telefonici: Casa 06/39727774 - Cellulare 348/7490558
CATALOGO ASTA DI BENEFICENZA: come Tutti potete immaginare non sarà possibile realizzare un catalogo a stampa delle opere, in occasione dell'evento, onde destinare l'intera cifra raccolta alle persone terremotate in stato di bisogno. Ma, dato che siamo in possesso delle migliori tecnologie del regno dei computer e del web, ne sarà realizzato uno che sarà liberamente scaricabile per la stampa con le foto dell'evento.
Per questa ragione, chiedo a tutti i Pittori e agli Artisti delle Arti Visive, solitamente luogo del silenzio e della riflessione, di spedirmi un loro breve curriculum, corredato di una foto personale ed un brevissimo commento sul sentimento, che li ha spinti a partecipare all'evento di beneficenza per i terremotati del Pakistan.
POETI: chiediamo a tutti i poeti, partecipanti all'evento, di destinare al Catalogo della manifestazione una loro Poesia, scelta liberamente fra quelle presentate in italiano ed inglese, con un brevissimo curriculum, da pubblicare con le foto delle opere e i curriculum degli artisti espositori.
Il Catalogo, il cui titolo sarà "Artisti per il Pakistan" sarà una vera e propria pubblicazione, la prima della Rete Artisti contro le guerre, cui sarà dato il carisma di legalità con il deposito delle copie stampate e in formato elettronico presso gli Organi preposti. Le copie, liberamente scaricabili dal web, saranno dotate dei timbri legali del deposito. Tutte le copie, inoltre, recheranno le indicazioni utili per la contribuzione alla campagna "Artisti per il Pakistan" e la menzione sui diritti del copyright d'autore.
Le opere rimaste invendute, pubblicate nel Catalogo, saranno restituite agli autori al termine della campagna. Tutte le opere devono recare la firma dell'autore e sul retro i dati utili per contattarlo.
Primi Artisti Firmatari: Pablo Echaurren; Domenico Giglio (Ass. Horti Lamiani Bettivò); Domenico Di Caterino (P.A.AFF Mariopesceafore); Andrea Serafini (Ass. Cedia - Teatro Fàrà Nume) Ryszard Wilczek; Alessio Ancillai; Mirta De Simoni (Trento); Davide Marzulli; Giacomo Cuttone (Marsala); Marco Antonio Abbagnara; Patrizia Anedda e Loredana Morandi
I Poeti, i Musicisti e gli Artisti che hanno aderito all'iniziativa: Lorella Nardi; Paolo Ragni; Gaetano Calabrese; Stella Cappellini; Teatro Fàrà Nume e Edvino Ugolini
Io sono a vostra completa disposizione per ogni chiarimento.
Rete Artisti contro le guerre
Loredana Morandi Presidente Ass.ne ARGON www.bloggersperlapace.org per contatti 348/7490558
Campagna "Artisti per il Pakistan"
c/c bancario 11048 Abi 5584 Cab 3205 presso Banca Popolare di Milano Ag. 256 via Gualtiero Serafino 8 - 00136 Roma intestato a Associazione ARGON causale "Artisti per il Pakistan"
Appello Campagna "Artisti per il Pakistan" Artisti per il Pakistan - Artists For Pakistan
Di Fabrizio (del 07/11/2005 @ 20:26:51, in Europa, visitato 2165 volte)
Di questi tempi, leggendo i giornali, ho scambiato qualche informazione con UcCaBaRuCcA, su quanto sta accadendo nelle periferie parigine. Gia visto, d'accordo. Ma devo fare i conti con la mia nota confusione mentale, e le cronache francesi si mischiano ai commenti che mi lascia Snowdog sui recenti sgomberi degli insediamenti rom in Italia. La scommessa, è cercare una via d'uscita. Forse, al di là dell'ideologia e della polemica, la risposta è sempre guardare in faccia il tuo nemico, e avere il coraggio di lavorarci assieme. E, naturalmente, rimboccarsi le maniche, perché c'è sempre qualcosa da fare.A volte, è possibile. Ripesco un vecchio post dall'archivio di Pirori:Mercoledi 28 Aprile 2004 ore 22:58:1231 dicembre 2003 - riporto da La Repubblica: Distrutta la nuova sede alla Barona: svastiche e croci celtiche come firma Assalto all´Opera Nomadi - "Qui non vi vogliamo" - I locali sono del Comune. Sorgerà un centro documentazione degli orrori nazisti. La cronaca è riassunta qui:
Ripuliti i locali dai danni + grossi, la sede era rimasta praticamente disabitata sino a settimana scorsa. Nel frattempo si era ventilata l'ipotesi di cercare un posto "+ sicuro". Invece, la sede si farà, come pure il Centro documentazione, proprio lì. Sono contento per due ragioni: 1) La sede si trova alla periferia estrema, un blocco di palazzoni popolari, ed è proprio lì che la gente normale hanno bisogno di vedere, di partecipare alla vita associativa - per reagire al clima di abbandono delle autorità e alla violenza che comanda. 2) Per una volta, il nome dei Rom non è stato associato a chi viene cacciato con la violenza. Che diamine! Questa volta si ritorna e si rimettono assieme i cocci. C'è voluto un po' di tempo per maturare la decisione, e lo capisco, ma penso che la loro sia stata la decisione giusta.
Così, mi sono offerto volontario per aiutarli a risistemare il materiale del Centro documentazione. Arrivo lì la mattina presto, son da solo e apro tutte le porte e finestre per segnalare la mia presenza. Giacché ci sono, metto musica balcanica a palla, che poi cambio in ray algerino, per vedere se almeno si affaccia qualche nordafricano.
A metà mattina si fanno vivi i volontari di altre associazioni che operano lì vicino: un centro per ragazzi e una chiesa evangelica. Sono contenti che si sia scelto di tornare e mi informano sulle loro attività. Molto preso nel ruolo di "ambasciatore" che mi sono auto appioppato, ricambio e visito le loro sedi. Dopo i saluti di rito, entrambi si sono interessati alla nuova porta blindata montata dall'Opera Nomadi. Credo che anche per loro la vita sia movimentata. Rispondo che vedrò di fornirgli dei preventivi, ma come esterno, al momento non so dire di +.
Visito il bar, ma a parte il caffé (discreto), non rubo molte informazioni in + sul quartiere.
Di pomeriggio, si presenta una piccolo gruppo di giovani in motorino. Un sociologo li catalogherebbe come la classica banda di periferia, Scambiamo 2 chiacchiere, sono curiosi. Spiego loro cosa è successo, chi è Opera Nomadi, cosa si vuole fare. Mi dicono che sono con noi, che anche loro ce l'hanno con chi di notte sfascia il quartiere. Se avessi potuto, li avrei presi come vigilantes!
Più tardi, con un timido buongiorno, è il turno dei bambini. Mi guardano e scappano, poi tornano, alla fine entrano coi monopattini e le bici (portate a mano). Per fortuna, 7 anni come animatore al campo di via Idro mi hanno insegnato come cavarmela. Si parla e si scherza per mezz'ora, poi, rotto il ghiaccio, dico loro che mi aspetta una montagna di libri da catalogare e devo tornare al computer. Mi salutano e mi augurano buon lavoro.
Dimenticavo, oggi non sono state solo chiacchiere: catalogati 310 tra libri, documenti, audio e videocassette. Me ne mancano una cinquantina. Quando il catalogo sarà pronto, ve lo farò sapere.
Bologna: giovedì 10 novembre ore 21.00
proiezione di Miracolo alla Scala
presso centro VAG via Paolo Fabbri 110 Info: info@ethnosfilm.com ( pr Elisa tel. 051-472694)
interverrà Claudio Bernieri, regista del film
Milano: venerdi' 18 novembre dalle ore 19.00
presso Lato B piazza XXIV Maggio
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mostra fotografica di Filippo Podestà sulla squadra di calcio Multietnica2001
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proiezione di "Miracolo alla Scala" di Claudio Bernieri
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musica dal vivo con Direktor e il suo gruppo (dal campo di via Barzaghi Triboniano)
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dalle 22.00 DJ set con musica balcanica contemporanea, a cura di DJMao
info: 347-7179602
siete tutti invitati!
Di Fabrizio (del 07/11/2005 @ 12:51:02, in scuola, visitato 2032 volte)
Previous (...I teach English at a primary (actually... Roma/Gypsy) school here. I'm looking for a colleague teaching similar age group for a non-formal exchange. As a first step I would like to exchange Christmas/New year's postcards. Each child could make a beautiful card and write a simple greeting on it. I will collect all of them and send a pack to the interested colleague, who could do the
same.)
Hello,
Thank You! to everybody who did answer to my invitation.
Last weeks I'm keeping silent as I lost a big amount of information here. Someone or something caught my computer and everything's
gone. All addresses and files. I'm so sorry!
Anyway, I have a computer to use now. Please write to me again if you are still interested to do the exchange.
The news are that I got several hours at another school here. Wish me luck! There are more, concerning the exchange, but I'll write about
in another e-mail.
Have a good day,
Lillyia Brezina
Di Fabrizio (del 07/11/2005 @ 07:51:02, in Italia, visitato 1966 volte)
Dalla newsletter di:
Di Fabrizio (del 06/11/2005 @ 18:12:51, in Europa, visitato 2044 volte)
SOCIETA'
Per i Rom della grande-Lione, una bidonville dopo l'altra
A Villeurbanne, 200 persone vivono in un deposito abbandonato in cui hanno costruito ripari. Volontariamente dimenticati della politica.
par Olivier BERTRAND QUOTIDIEN : mercredi 02 novembre 2005
Villeurbanne envoyé spécial
C'è una vecchia officina di riparazione di locomotive, a Villeurbanne, alle porte di Lione. Strade ferrate arrugginite penetrano ancora nel deposito immenso aperto ai venti. Accanto, una struttura in legno, con belle tende. Un luogo ricco per la memoria operaia locale. Abitarlo, in compenso, è più duro. Però, più di 200 clandestini là da mesi. Alcuni hanno costruito capanne in legno e di cartone. Altri hanno teso dei teli o hanno posto materassi al suolo. Ed il seminario è diventato uno delle più grandi bidonvilles dell'agglomerato lionese (1).
Visti di turismo. Fra i Rom rumeni che vivono là, molti frequentano l'agglomerato lionese in punta di piedi. Ripartono ogni tre mesi, per rinnovare il loro visto di turismo. Una volta timbrato il passaporto, basta non essere indigente per muoversi legalmente tra la Romania e la Francia, ma senza potere lavorare nell'Esagono. Florin, sulla trentina, conduce dal 1996 questa vita pendolare, tra Lione ed Arad: "Oggi, i poliziotti rumeni non sono più duri di quelli della Francia, e le condizioni di vita, per noi, sono anche difficili qui che là. Ma per il lavoro, quando si è rom, anche lo stesso, qui c'è più possibilità."
Florin ha girato la maggior parte delle bidonvilles nell'agglomerato. Le enumera: "Gerland, Vaulx-en-Velin, Gorge-de-Loup, Vénissieux, Vaise, Saint-Priest, Villeurbanne." Terreni vaghi,industriali una volta, occupati alcuni mesi, quindi evacuati. Ogni volta, si sono movuono verso un'altra incertezza, in mancanza di alternativa.
Quattro anni fa, la città e lo Stato avevano finanziato per un anno l'alloggio di cittadini dell'ex Iugoslavia in baraccamenti prefabbricati su un terreno attrezzato. La struttura non era sufficiente, ed i materiali, non concepiti per abitarci, si sono rapidamente deteriorati. Una relazione dell'Associazione di Lione per l'inserimento alloggiativo (ALPIL) espone dettagliatamente il fallimento relativo. Propone altre esperienze, rafforzando l'accompagnamento, la mediazione con la vicinanza, e comperando caravan o case mobili d'occasione.
Sommier. Nella fabbrica di Villeurbanne, i Rom sono al riparo dalla pioggia, ma il pericolo è ovunque. Così, famiglie dormono in un lungo corridoio su assi appoggiate a volte sulle batterie delle automobili. Per l'intimità, teli o pannelli di cartone improvvisano dei letti a
baldacchino. Il corridoio è senza uscita. Un incendio notturno si trasformerebbe in dramma.
Nel vasto slargo dove cui si riparavano le locomotive, botole di calcestruzzo permettevano di scivolare sotto le macchine. I Rom vi hanno gettato ferraglia, vetro, rifiuti. Sopra cui i bambini giocano e saltano. Uno di loro ha sbagliato il suo slancio, alcune settimane fa. Se ne è uscito con alcuni punti di sutura.
Un odore sordo si libera di questi pozzi. Sono i resti di frutta, verdure, di formaggio, che marciscono. Le associazioni ripetono agli occupanti di non gettare là i rifiuti. Temono che i ratti si moltiplichino. Pena inutile in questa bidonville provvisoria, dove ci sono soltanto due pattumiere per 200 persone.
"Raccomandazione". In giugno, la prefettura ha riunito gli interessati da quest'occupazione. "Abbiamo proposto una sistemazione che garantisca un minimo di sicurezza e d'igiene all'interno", racconta André Gachet, responsabile dell'ALPIL. Il consiglio generale del Rodano, proprietario del terreno, era assente. Nessuno poteva impegnarsi per lavori su un terreno che presto sarà venduto. Médecins du monde ha allora suggerito un trasferimento verso una località attrezzata. I partecipanti si sono accontentati di una "raccomandazione alle persone".
La maggior parte di quest'attori agisce in loco. Médecins du monde segue gli adulti, il consiglio generale le campagne vaccinatorie, ALPIL gestisce la parte riguardo l'accesso ai diritti. Nel corso della riunione, la comunità urbana di Lione, in compenso, si era impegnata a far caricare i rifiuti e ad installare un contenitore. Non è stato mai fatto.
Da quattro anni, la grande Lione adotta la politica dell'immobilismo sulle bidonvilles roms. Il suo presidente, Gérard Collomb (PS), ripete che condizioni d'accoglienza troppo decenti creerebbero "una calamita" per le popolazioni roms. Può rassicurarsi. Il margine resta molto evidente.
(1) L'agglomerato conta cinque grandi bidonvilles ed una folla di baracche, per un totale di circa 1.200 persone.
Mittwoch, 2. November 2005
VADIAN.NET, St.Gallen
I Nomadi: Rom, Sinti e Jenische - Berna: Col termine Nomadi si intendono dal Medio Evo quanti non siano popoli
stanziali. I principali gruppi nomadici oggi in Europa sono i Rom, i Sinti e gli
Jenisch. Da tempo vengono comunemente denominati "Zingari".
I Rom sono migrati dal V secolo dall'India. In Europa vivono oggi tra gli 8 e
i 10 milioni di Rom. Parlano una lingua comune, il romani o romanes. Comunità a
loro apparentate sono i "Sinti", i "Manusch" o in Spagna i
"Gitanos". Nel tardo Medio Evo appaiono in Europa altri gruppi
erranti, di lingua differente. Il gruppo principale è quello degli Jenisch.. In
Europa ve ne sono circa 100.000, in Svizzera, Germania e Austria. Sono chiamati
anche "Zingari bianchi" o, nella Svizzera interna "Fecker".
Parlano lo jenisch, una lingua che si basa sulla grammatica tedesca e
contiene parole tratte dallo jiddisch, dal romanes e persino dall'antico
gaelico.
Nomadi in Svizzera - In Svizzera vivono secondo l'Ufficio
Federale per la Cultura circa 30.000 Nomadi, la maggior parte sono Jenisch. La
maggior parte è diventata stanziale, tra i 3.000 e i 5.000 mantengono uno stile
di vita semi-nomade (risiedono in case durante l'inverno e si spostano in
estate). Circa 2.500 sino "di fatto nomadi attivi". Gli stati
nazionali moderni, è dal XIX secolo, che perseguono l'assimilazione dei Nomadi
alle comunità stanziali. Gli Jenisch vennero inglobati nei Cantoni dal 1850, a
seguito dell'istituzione dello stato federale, come riportano gli atlanti di
storia. Tra il 1926 e il 1973 oltre 600 bambini Jenisch vennero tolti ai loro
genitori dalla "Associazione Caritatevole per i Bambini di Strada"
Pro-Juventute, e rinchiusi in orfanotrofi o cliniche psichiatriche. Durante la
II guerra mondiale, testimonia la Commissione Cantonale, i Nomadi vennero
sottoposti discriminazioni e limitazioni anche in Svizzera.
Gruppi autosufficienti: Nel 1975, gli Jenisch si sono uniti nella
cooperativa "Ruota della Strada". Assieme ad altri gruppi chiedono un
risarcimento per i torti subiti in passato e sostengono i loro diritti attuali.
Anche la fondazione federale "Avvenire per i Nomadi Svizzeri" dal 1997
rivendica un miglioramento delle condizioni degli Jenisch. Gli Kenisch, a
differenza degli altri gruppi linguistici, non sono riconosciti dalla
Costituzione federale. La loro condizione giuridica varia a seconda delle legge
cantonali, anche se gli accordi ONU sulla protezione delle minoranze,
sottoscritti dalla Svizzera, assicurano loro una certa protezione in tutta la
federazione. Sono invece riconosciuti come gruppo autonomo dal 1975 nel cantone
di Berna.
Di Fabrizio (del 06/11/2005 @ 08:13:22, in Europa, visitato 2036 volte)
da Karin Waringo
Embargo Date: 31 October 2005 00:01 GMT
Kosovo (Serbia and Montenegro): Includere donne e minoranze nei colloqui sullo status finale
Nel quinto anniversario della Risoluzione del Consiglio per la Sicurezza dell'ONU 1325/2000 (Resolution 1325) su Donne Pace e Sicurezza, Amnesty International chiede alle parti coinvolte nei dialoghi sullo status finale del Kosovo, che le donne sia incluse nelle successive consultazioni.
In particolar modo, Amnesty International chiede l'inclusione di donne nel gruppo di esperti che presiederà alla parte integrale del processo. L'organizzazione preme anche per il coinvolgimento dei rappresentanti delle comunità minoritarie, inclusi i Rom, gli Askali e gli Egizi, oltre alla minoranza serba.
A seguito della pubblicazione del rapporto del 4 ottobre, dall'Inviato Speciale in Kossovo al Segretario Generale dell'ONU, il Consiglio di Sicurezza ONU il 24 ottobre ha dato il via ai colloqui, che saranno condotti dall'Inviato Speciale, nominato nella persona del presidente finnico Martti Ahtisaari, ed includeranno delegazioni tanto dalla Serbia che dal Kossovo. I colloqui continueranno a novembre.
L'organizzazione ricorda a tutte le parti in causa, Serbia e Kosovo incluse, la risoluzione 1325, ONU e dell'Unione Europea: "Si richiamano gli Stati Membri ad assicurare una maggior rappresentanza femminile nei processi decisionali, nelle istituzioni e meccanismi nazionali, regionali ed internazionali, per la prevenzione, gestione e risoluzione del conflitto."
Per questo Amnesty International chiede a tutti gli stati membri dell'ONU coinvolti nel dialogo di assicurare attivamente l'adozione della Risoluzione 1325 e garantire la rappresentanza femminile ai colloqui. Inoltre, l'organizzazione chiede l'adozione di una prospettiva di genere, come dall'articolo 8 della Risoluzione, che dovrebbe, ad esmpio, "coinvolgere le donne in tutto lo sviluppo dei meccanismi del processo di pace" e predisporre "misure che assicurino la protezione e il rispetto per i diritti umani di donne e ragazze, particolarmente riguardo la costituzione, il sistema elettorale, la polizia e il [sistema] giudiziario". In particolare, dette misure andranno indirizzate contro la prevista impunità per le violenze di genere, inclusi i crimini di guerra, commessi contro le donne durante e dopo il conflitto in Kosovo.
Amnesty International appoggia l'appello che arriva dal Kosova Women’s Network, perché le donne possano dare il loro contributo a raggiungere una soluzione sostenibile per il futuro del Kosovo. Molte organizzazioni femminili sono già coinvolte a diversi livelli nei processi politici e decisionali nel Kossovo e attraverso i confini etnici. L'organizzazione nota che le donne in Kosovo, di tutti i gruppi etnici, affrontano una massiccia discriminazione nell'accesso ai diritti garantiti dagli standard internazionali incorporati nelle leggi del Kosovo.
Amnesty International richiama anche all'inclusione dei rappresentanti delle comunità minoritarie, comprese le organizzazioni Rom, Askali ed Egizie che rivendicano la salvaguardia dei diritti delle minoranze, inclusi il diritto alla sicurezza e alla libertà di movimento in Kosovo; un'equa ed imparziale indagine sulle violenze e le discriminazioni; un'equa rappresentanza ed accesso alle istituzioni pubbliche, l'accesso ai diritti soiciali ed economici, compresi [quello dell']alloggio, istruzione, sanità ed impiego, come pure un'adeguta assistenza ai dispersi interni e a quanti faranno ritorno.
Background Risoluzione 1325 Il 31 ottobre 2000, UNSC ha addottato all'unanimità la Risoluzione 1325 su Donne, Pace e Sicurezza. La Risoluzione 1325 è considerata una pietra miliare: per la prima volta nella propria storia UNSC affronta seriamente il ruolo e l'esperienza delle donne nel contesto dei conflitti armati.
La Risoluzione chiama all'azione il Segretario Generale dell'ONU, gli Stati Membri e tutti gli attori coinvolti nello sviluppo del processo di pace.
Amnesty International ha riportato casi di discriminazione contro donne e ragazze in Kosovo, incluso il traffico di persone, e le condizioni - incluso discriminazione, violenza, opportunità nell'istruzione e nell'impiego - che rendono le donne e le ragazze particolarmente vulnerabili.
L'organizzazione ha anche riportato ampliamente sulle violazioni dei diritti umani e le discriminazioni contro i membri delle minoranze, e chiesto ripetutamente la protezione dei loro diritti civili, politici, sociali ed economici.
Final Status Talks La fine del conflitto militare in Kosovo è stata concordata tra le parti nel Kumanovo Military-Technical Agreement del 9 giugno 1999. Secndo la Risoluzione UN SC 1244/99 sottoscritta il 10 giugno 1999, il Kosovo seguitava ad essere parte integrante dell'allora Repuvbblica Federale di Ygoslavia (ora Serbia e Montenegro). UN SC 1244/99 prevedeva un'amministrazione civile ad interim guidata dall'ONU (UNMIK) e con la presenza del corpo di pace NATO.
Anche se il termine "staus finale" è usato pe descrivere il soggetto dei colloqui futuri, la Risoluzione UN SC 1244 si riferiva all'esigenza di un "quadro tabile" per risolvere lo "status futuro"; in base a ciò i colloqui sono da considerarsi parte del processo previsto.
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