da Karin Waringo
Embargo Date: 31 October 2005 00:01 GMT
Kosovo (Serbia and Montenegro): Includere donne e minoranze nei colloqui sullo status finale
Nel quinto anniversario della Risoluzione del Consiglio per la Sicurezza dell'ONU 1325/2000 (Resolution 1325) su Donne Pace e Sicurezza, Amnesty International chiede alle parti coinvolte nei dialoghi sullo status finale del Kosovo, che le donne sia incluse nelle successive consultazioni.
In particolar modo, Amnesty International chiede l'inclusione di donne nel gruppo di esperti che presiederà alla parte integrale del processo. L'organizzazione preme anche per il coinvolgimento dei rappresentanti delle comunità minoritarie, inclusi i Rom, gli Askali e gli Egizi, oltre alla minoranza serba.
A seguito della pubblicazione del rapporto del 4 ottobre, dall'Inviato Speciale in Kossovo al Segretario Generale dell'ONU, il Consiglio di Sicurezza ONU il 24 ottobre ha dato il via ai colloqui, che saranno condotti dall'Inviato Speciale, nominato nella persona del presidente finnico Martti Ahtisaari, ed includeranno delegazioni tanto dalla Serbia che dal Kossovo. I colloqui continueranno a novembre.
L'organizzazione ricorda a tutte le parti in causa, Serbia e Kosovo incluse, la risoluzione 1325, ONU e dell'Unione Europea: "Si richiamano gli Stati Membri ad assicurare una maggior rappresentanza femminile nei processi decisionali, nelle istituzioni e meccanismi nazionali, regionali ed internazionali, per la prevenzione, gestione e risoluzione del conflitto."
Per questo Amnesty International chiede a tutti gli stati membri dell'ONU coinvolti nel dialogo di assicurare attivamente l'adozione della Risoluzione 1325 e garantire la rappresentanza femminile ai colloqui. Inoltre, l'organizzazione chiede l'adozione di una prospettiva di genere, come dall'articolo 8 della Risoluzione, che dovrebbe, ad esmpio, "coinvolgere le donne in tutto lo sviluppo dei meccanismi del processo di pace" e predisporre "misure che assicurino la protezione e il rispetto per i diritti umani di donne e ragazze, particolarmente riguardo la costituzione, il sistema elettorale, la polizia e il [sistema] giudiziario". In particolare, dette misure andranno indirizzate contro la prevista impunità per le violenze di genere, inclusi i crimini di guerra, commessi contro le donne durante e dopo il conflitto in Kosovo.
Amnesty International appoggia l'appello che arriva dal Kosova Women’s Network, perché le donne possano dare il loro contributo a raggiungere una soluzione sostenibile per il futuro del Kosovo. Molte organizzazioni femminili sono già coinvolte a diversi livelli nei processi politici e decisionali nel Kossovo e attraverso i confini etnici. L'organizzazione nota che le donne in Kosovo, di tutti i gruppi etnici, affrontano una massiccia discriminazione nell'accesso ai diritti garantiti dagli standard internazionali incorporati nelle leggi del Kosovo.
Amnesty International richiama anche all'inclusione dei rappresentanti delle comunità minoritarie, comprese le organizzazioni Rom, Askali ed Egizie che rivendicano la salvaguardia dei diritti delle minoranze, inclusi il diritto alla sicurezza e alla libertà di movimento in Kosovo; un'equa ed imparziale indagine sulle violenze e le discriminazioni; un'equa rappresentanza ed accesso alle istituzioni pubbliche, l'accesso ai diritti soiciali ed economici, compresi [quello dell']alloggio, istruzione, sanità ed impiego, come pure un'adeguta assistenza ai dispersi interni e a quanti faranno ritorno.
Background
Risoluzione 1325
Il 31 ottobre 2000, UNSC ha addottato all'unanimità la Risoluzione 1325 su Donne, Pace e Sicurezza. La Risoluzione 1325 è considerata una pietra miliare: per la prima volta nella propria storia UNSC affronta seriamente il ruolo e l'esperienza delle donne nel contesto dei conflitti armati.
La Risoluzione chiama all'azione il Segretario Generale dell'ONU, gli Stati Membri e tutti gli attori coinvolti nello sviluppo del processo di pace.
Amnesty International ha riportato casi di discriminazione contro donne e ragazze in Kosovo, incluso il traffico di persone, e le condizioni - incluso discriminazione, violenza, opportunità nell'istruzione e nell'impiego - che rendono le donne e le ragazze particolarmente vulnerabili.
L'organizzazione ha anche riportato ampliamente sulle violazioni dei diritti umani e le discriminazioni contro i membri delle minoranze, e chiesto ripetutamente la protezione dei loro diritti civili, politici, sociali ed economici.
Final Status Talks
La fine del conflitto militare in Kosovo è stata concordata tra le parti nel Kumanovo Military-Technical Agreement del 9 giugno 1999. Secndo la Risoluzione UN SC 1244/99 sottoscritta il 10 giugno 1999, il Kosovo seguitava ad essere parte integrante dell'allora Repuvbblica Federale di Ygoslavia (ora Serbia e Montenegro). UN SC 1244/99 prevedeva un'amministrazione civile ad interim guidata dall'ONU (UNMIK) e con la presenza del corpo di pace NATO.
Anche se il termine "staus finale" è usato pe descrivere il soggetto dei colloqui futuri, la Risoluzione UN SC 1244 si riferiva all'esigenza di un "quadro tabile" per risolvere lo "status futuro"; in base a ciò i colloqui sono da considerarsi parte del processo previsto.