Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 23/11/2005 @ 07:59:11, in casa, visitato 2165 volte)
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"Possibilità unica" di risolvere la crisi
By Dominic Casciani BBC News Community affairs
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Per i sostenitori della campagna, mai come ora i Comuni hanno avuto "la probabilità migliore" di risolvere la crisi nazionale dei siti di sosta ed i conflitti con i sedentari. |
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THE GYPSY CONTROVERSY LATEST STORIES
AROUND THE COUNTRY Minety example Travellers bought their land, but do they have the right to stay?
BACKGROUND Q&A: Travellers and the law
YOUR VIEWS Tory traveller proposals BBC action network
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I nuovi obblighi per i comuni di aiutare Nomadi e Viaggianti a trovare i luoghi possono risolvere le tensioni locali, annuncia in una conferenza la Gypsy and Traveller Law Reform Coalition.
Ma Nomadi e politici dicono che occorre ancora molto lavoro per generare il dialogo con la gente stanziale. L'appello arriva dopo un anno di grandi tensioni sugli insediamenti non autorizzati. Con le nuove misure, i comuni devono includere i bisogni di Nomadi e Viaggianti nei loro programmi sulla casa. Devono anche lavorare per incontrare le esigenze di luoghi di sosta, come pure favorirne l'acquisto di appezzamenti da parte dei gruppi itineranti ed essere di sprone perché ne vengano costruiti ed attrezzati dal privato sociale. Le misure sono arrivate dopo una lunga campagna per far prendere atto ai comuni della drastica scarsità nazionale di luoghi di sosta. I promotori della campagna sostengono che questa scarsità porta agli insediamenti illegali perché non ci sono posti dove fermarsi. Diverse battaglie della corte stanno continuando attorno ai maggiori insediamenti non autorizzati in tutto il paese. Il più grande tra gli sgomberi preannunciati, vicino a Basildon, si pensa costerà almeno 1 milione di sterline. Speranze ed aspettative Lord Avebury, Liberal Democratico che ha sostenuto la causa dei Nomadi e Viaggianti, dice durante la conferenza che presto i comuni non avranno più scuse per non iniziare a risolvere i problemi che hanno condotto a significative tensioni locali.
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"Questo è un momento di speranza e l'aspettativa," ha detto Lord Avebury. "Infine abbiamo una formula che può risolvere i problemi di sistemazione. E una volta risolto quello, si potranno affrontare gli altri problemi sociali che ne derivano. |
"Ci devono essere occasioni per la gente di agire e parlare assieme - può succedere che i problemi siano troppo grandi o insolubili, ma se state viaggiando insieme, il minimo che può nascere è un dialogo" Rev. Michael Hore, Cottenham |
"Per la prima volta ci sono comuni disposti a collaborare a vicenda su ciò che occorre fare così possiamo ipotizzare assieme, e accordarci, sul numero di siti necessari" Len Smith, della Gypsy and Traveller Law Reform Coalition, dice che è "interesse di tutti" la costruzione di nuove aree di sosta. "Il governo sta approntando nuovi piani regolatori - questo Congresso sta valutando queste nuove funzioni ed assicurandosi che tutti i consegnatari relativi siano consapevoli di che cosa fare perché il sistema funzioni e siano creati quei siti di cui c'è un disperato bisogno." Il Reverendo Michael Hore, rettore di Cottenham, porta ad esempio l'esperienza nel suo villaggio di Cambridgeshire come avvertimento e segno di speranza. Le tensioni sono aumentate in 2003 dopo che ad un sito di sosta si era allargato con l'arrivo di molti altri viaggiatori irlandesi. Mentre le tensioni rimangono alte, il reverendo Hore ha detto che là era iniziato il dialogo fra gli abitanti ed i viaggianti e che ciò ha iniziato a migliorare la situazione. "Sono state dette cose terribili che hanno trasceso nel razzismo," continua "ma ci devono essere occasioni per la gente di agire e parlare assieme".
"Può succedere che i problemi siano troppo grandi o insolubili, ma se state viaggiando insieme, il minimo che può nascere è un dialogo"
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Di Fabrizio (del 23/11/2005 @ 02:40:52, in casa, visitato 1816 volte)
Comunicato stampa: Comunità di Sant'EgidioCon l'arrivo del freddo a Roma arrivano gli sgomberi di zingari Urgente un tavolo per alternative reali e non per interventi-tampone Con un tempismo che solo alla burocrazia può riuscire, questa mattina, a ridosso di un altro intervento solo alcuni giorni fa, in concomitanza con l'arrivo del freddo, sono state sgomberate da Via Aldisio a San Basilio 15 famiglie di zingari (un centinaio di persone di cui la metà bambini). Le loro baracche (presenti da molti anni, prima abitate da italiani) sono state rase al suolo dalle ruspe. Tra le persone vittime dello sgombero molti sono i bambini iscritti a scuola nei dintorni, un uomo emiplegico e alcuni anziani. Alle famiglie non è stata presentata nessuna formale ordinanza di sgombero o "sfratto". Gli zingari (tutti presenti a Roma da molti anni) sono stati invitati ad andarsene, e successivamente le baracche sono state demolite. La città non ha bisogno di interventi senza ritorno e miopi. Nessuna urgenza o rischio di ordine pubblico appare in questo caso né immediato né reale, anche se l'ordinanza, è stato detto, proviene dal Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico. Si è trattato di un intervento su un piccolo agglomerato, su una via secondaria, su un terreno di scarso interesse pubblico. La Comunità di Sant'Egidio ritiene immotivato lo sgombero e non compatibili con il livello di civiltà di una città come Roma iniziative che colpiscono famiglie insediate da anni nel tessuto comunale senza un progetto organico, contestuale, di accoglienza. La Comunità di Sant'Egidio chiede immediati interventi di assistenza per le famiglie rimaste senza un riparo, per il sostegno scolastico, e l'apertura di un tavolo urgente con le istituzioni per individuare soluzioni alternative e praticabili, secondo standard accettabili per la dignità della città e delle persone coinvolte.
Roma, 22 novembre 2005
Piazza di S. Egidio, 3/a - 00153 ROMA - Tel +39.585661 - Fax +39.58566331
Il Corriere della sera - 22.11.2005 - 69 Hits
Milano - Le diverse periferie. Richieste e bisogni dei cittadini
Di Alessandro Balducci*
I disordini in Francia hanno spinto al centro dell'attenzione il problema delle periferie. In Italia non abbiamo costruito negli anni '60 e '70 enormi concentrazioni di edilizia sociale come è successo in Francia, ma anche noi dobbiamo interrogarci su quali domande emergono dalle diverse periferie che nella grande metropoli non sono più solo i quartieri popolari ai confini del Comune. Ci sono periferie interne fatte di baracche e di aree industriali dimesse che ospitano insediamenti illegali di immigrati, fatte di campi nomadi improvvisati. Queste periferie esprimono una domanda di politiche abitative di prima accoglienza che debbono essere in grado di dare una risposta civile a popolazioni urbane che non possiamo ignorare.
Ci sono le periferie pubbliche, grigie e dure, di Milano e dei comuni della prima cintura che in assenza di una continuità nella politica della casa sono diventate spesso concentrazione di fenomeni di disagio: in alcuni quartieri le case vengono occupate abusivamente oppure vengono legalmente assegnate a famiglie multiproblematiche che si vanno ad aggiungere a una popolazione prevalentemente anziana, spaventata e sola.
Propongono una domanda di riqualificazione che è anche di appartenenza alla comunità urbana, di interruzione della catena della emarginazione che unisce il quartiere popolare al lavoro precario, all'esposizione alla violenza da parte di gruppi organizzati, al vivere accanto a fenomeni di disagio sociale. È una domanda complessa, perché chiede alle politiche un approccio multi-settoriale, uscendo dalla logica della riqualificazione edilizia che da sola può fare ben poco. Ci sono infine periferie nella metropoli, dove le tensioni del mercato abitativo di Milano hanno spinto gruppi sociali a reddito medio-basso nella miriade di villette a schiera o di piccoli condomini. Queste popolazioni esprimono una domanda di politiche per la mobilità che rendano meno difficoltoso muoversi, ma anche di interventi capaci di conferire urbanità a brani di territorio che rischiano di trasformarsi in non luoghi, con tutte le connesse implicazioni di marginalità progressiva per le popolazioni che vi abitano. Se non vogliamo essere colti di sorpresa dobbiamo ascoltare le domande che emergono dalle diverse periferie.
*Direttore del Dipartimento di Architettura e Pianificazione Politecnico di Milano
Di Fabrizio (del 22/11/2005 @ 16:20:37, in Europa, visitato 2159 volte)
E' uscito il numero di Novembre.
Contiene informazioni su notizie e sviluppi politici riguardanti i diritti sociali fondamentali dei migranti privi di documenti in Europa. La newsletter è attualmente disponibile in formato Word e scaricabile dal sito internet di PICUM (www.picum.org) nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese. Vi invitiamo a diffondere ampiamente questa newsletter.
Estratto dalle cronache italiane:
· Il 7 ottobre 2005, il settimanale L’Espresso ha pubblicato un rapporto del giornalista italiano Fabrizio Gatti, nel quale descrive il periodo trascorso nel ‘centro di ricezione’ di Lampedusa dopo essersi buttato in mare e aver fatto finta di essere un immigrato Kurdo ‘irregolare’ proveniente dal nord dell’Iraq, di nome Bilal Ibrahim el Habib con lo scopo di essere trattenuto. Già nel 2000, Gatti era riuscito ad entrare nel centro di detenzione di via Corelli a Milano, fingendosi essere un migrante ‘irregolare’ rumeno, ed aveva scritto un rapporto sulla sua esperienza sul Corriere della Sera. In quell’occasione, venne accusato dagli ufficiali di polizia di aver ‘dichiarato falsa identità’, e gli vennero inflitti 20 giorni di carcere. http://www.statewatch.org/news/2005/oct/05lampedusa.htm
(in inglese). http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/cronaca/sbarchi3/fabrigatti/fabrigatti.html (in italiano). Per leggere il rapporto di Gatti (“Io, clandestino a Lampedusa”) in italiano: http://www.espressonline.it/eol/free/jsp/detail.jsp?idCategory=4821&idContent=1129502&m2s=a
· In merito allo scandalo del maltrattamento degli immigrati trattenuti nell’isola di Lampedusa, il ministro dell’interno Beppe Pisanu a dichiarato che i centri di detenzione in Italia non saranno più chiusi ma ‘rinforzati e migliorati’. I 17 centri detentivi in Italia (comunemente conosciuti come “CPT”) si trovano ad affrontare un numero crescente di problemi, in seguito all’aumento dei migranti privi di documenti in Italia negli ultimi anni. Il centro di detenzione di Lampedusa si trova ad affrontare il problema più serio: è stato costruito per 200 persone ma normalmente nè accoglie oltre 1.000. http://www.lefigaro.fr/international/20051014.FIG0198.html?082214
· Secondo il quotidiano torinese La Stampa del 20 ottobre, Antonio Guterres, rappresentante dell’ACNUR, ha reso noti i piani per creare una rappresentanza permanente all’interno del centro di detenzione per immigrati di Lampedusa. Una task-force permanente potrebbe essere istituita nel centro di Lampedusa. Verrebbe costituita dall’ACNUR, la Croce Rossa e l’OIM (Organizzazione Internazionale per la Migrazione). Fonte: BBC, 20 ottobre.
Il professore di diritto Fulvio Vassallo Paleologo ha scritto un articolo sulla privatizzazione dei diritti degli immigrati nei centri di detenzione in Italia, dal titolo “I centri di permanenza temporanea: diritti negati o la negazione del diritto?” L’articolo è disponibile: http://www.meltingpot.org/articolo5977.html
Di Fabrizio (del 22/11/2005 @ 10:23:03, in Europa, visitato 1900 volte)
(gli articoli originali sono in inglese)
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ROMANI INFORMATIONAL SERVICE - www.romea.cz - Romano Vodi - ROMEA The most visited Romani informational portal in Czech Republic
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Bratislava, 17. 11. 2005, 21:43, (CTK) - La polizia slovacca ha accusato sette persone, tra cui Marian Kotleba, capo dell'ultranazionalista Comunità Slovacca, di propaganda estremista. Il capo della polizia, Anton Kulich, ha detto alla televisione che Kotleba è accusato di appoggiare movimenti che propugnano la violenza, il fascismo e ideologie simili.
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Bucarest, 17. 11. 2005, 20:55, (Roma Network) - George Soros ha richiamato i governi dell'Europa Centrale e Meridionale ad agire perché finisca la discriminazione contro i Rom, la più numerosa minoranza europea. L'iniziativa, chiamata Decennio dell'inclusione Rom, è stata supportata da nove governi al suo lancio lo scorso febbraio, rappresenta uno sforzo internazionale senza precedenti per assicurare ai Rom uguale accesso all'istruzione, all'alloggio, all'impiego e alla sanità. L'appello è avvenuto durante la prima riunione tenutasi da quando la Romania ha assunto la presidenza a rotazione del comitato intergovernativo.
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Praga, 18. 11. 2005, 08:10, (CTK) - Il progetto "Rom scomparsi e Rom oggi", in cui i Rom sopravvissuti intervengono nelle scuole primarie e secondarie, per presentare la storia della II guerra mondiale, continuerà anche nel 2006, ha affermato l'organizzazione Ziva Pamet (Memoria Viva). Il progetto è stato organizzato da Ziva Pamet assieme al Museo di Cultura Romani e proseguirà grazie al supporto del fondo Erinnerung und Zukunft (Memoria e Futuro).
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Praga, 18. 11. 2005, 07:39, (CTK) - Centri dove gli esperti aiuteranno e motiveranno nello studio i bambini provenienti da un ambiente svantaggiato, saranno installati nelle regioni nel quadro di un progetto che verrà lanciato l'anno prossimo e costerà 80 milione di corone, pubblica Lidove noviny. "Intendiamo focalizzarci sui bambini Rom e di altre minoranze etniche, anche se non è questo il nostro ruolo. Lavoreremo con tutti i ragazzi che avranno bisogno" ha detto alla stampa Jana Zapletalova, direttrice dell'Istituto per la Consulenza Pedagogica e Psicologica, che ha curato il progetto.
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Bratislava, 16. 11. 2005, 20:04, (CTK) - Aumentano le differenze tra le regioni e la povertà sta tramutandosi da un fenomeno di durata temporanea a uno di lunga durata: questo il giudizio di un gruppo di esperti riunitisi a Bratislava settimana scorsa. La Ministra del Lavoro, Iveta Radicova, ha detto che non è il numero dei poveri ad aumentare.
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Praga, 16. 11. 2005, 16:42, (CTK) - Verrà riaperto nel 2006 il caso di Denis Gerasimov, 28 anni, membro del gruppo neonazista russo Kolovrat, imputato nella Repubblica Ceca per apologia del nazismo e del neonazismo. L'ha affermato Katerina Kohoutkova, Presidente del Tribunale d'Appello.
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Di Fabrizio (del 22/11/2005 @ 09:00:14, in Italia, visitato 3793 volte)
Milano, 2 novembre 2005
Caro Yuri, ti scrivo perchè sei Sinto, attivamente impegnato nell'associazionismo e anche eletto al Comune di Mantova nelle liste di Rifondazione Comunista. Dagli sgomberi doppi di Cusago e di Bologna è passato quel po' di tempo necessario per passare dalla riflessione alle strategie politiche da adottare. Lasciami dire che secondo me Cofferati a Bologna non aveva altra scelta: i Rom rumeni erano accampati su un terreno a rischio allagamento, e sarebbe stato criminale non intervenire per tempo. Leggo però su Repubblica, che i superstiti allo sgombero si sono spostati di 200 m. sempre sul Lungoreno, col risultato che niente è cambiato. Non sta a me giudicare se dietro le parole di "ordine e sicurezza" si celano le solite preoccupazioni elettorali. Quello che anche tu saprai benissimo, è che occorrono risposte politiche, e qui possono aprirsi due percorsi diversi: 1) rincorrere i ragionamenti già fatti da molti altri, e fare il tifo per Cofferati, Albertini o per i loro oppositori; 2) chiarire che quanto sappiamo da giornali e tv, è solo la punta di un iceberg, ci sono sgomberi di Rom e Sinti in tutta Italia, nel silenzio più assoluto. Silenzio dovuto al fatto che non sono coinvolti sindaci noti, e neanche le tanto sventolate paure dei loro votanti. Come dar voce alle centinaia di famiglie, rom e sinte, a cui nessuno presta attenzione? Dal punto di vista strategico, non si può essere soggetti politici credibili, difendendo l'abusivismo edilizio, ma è fuori di dubbio che oggi qualsiasi cittadino italiano che subisca uno sgombero, non vede danneggiate le sue proprietà, non viene lasciato in mezzo alla strada e, a meno di urgenze non rinviabili, non si procede ad autunno inoltrato. Aggiungo che nella maggior parte dei casi, non stiamo parlando di lavori sardi alla villa di qualche presidente di consiglio, ma di persone che: - agiscono in stato di necessità; - spesso si trovano su terreni di proprietà, acquistati da anni, con una legge sui suoli che è invece cambiata solo di recente. Come vedi, non chiedo altro che il rispetto del diritto comune, perché senza quello non esiste legalità. Quel diritto che è anche il sottile confine che separa i pelosi appelli al buon cuore degli amministratori, dalla richiesta di quanto è dovuto ad ogni persona: il diritto significa rispetto. L'errore di chi si appella al buon cuore, è sostanzialmente di credere che la comunità degli stanziali debba "sacrificarsi" per far star meglio i Rom e i Sinti, non capendo che loro hanno le capacità di poter progredire con le loro gambe e le loro teste, e quando sta meglio uno, sta meglio anche l'altro. Meno sgpmberi dettati dalla paura di perdere voti, significano anche meno sfollati incattiviti im giro per le strade. Ti chiedo di fare quanto possibile, perché le organizzazioni nazionali di Rom e Sinti escano dal loro mutismo, e promuovano un forum o un tavolo di trattativa. Vedo che nella civilissima Gran Bretagna questi problemi sono dibattuti ormai da 10 anni, la comunità dei Nomadi e Viaggianti (Rom e Travellers) è più esigua di quella italiana, ciononostante, in 10.000 rischiano di finire per strada e interi villaggi, scuole, servizi autogestiti sono a costante rischio di demolizione da parte delle ruspe. E poi, se ti ricordi quel film che abbiamo visto assieme, io c'ero quando al campo dei rumeni le ruspe hanno spazzato via coperte, culle, documenti, e le famiglie giravano sotto la pioggia a raccogliere quello che restava. Mi ricordo i capifamiglia che minacciavano di far esplodere il quartiere dando fuoco a loro stessi e alle bombole del gas. Ho visto che le persone più pacifiche quando perdono tutto e anche la pazienza, diventano terribili. Con questo, l'ultimo argomento: credo sia tempo che le organizzazioni di Rom e Sinti debbano esprimersi chiaramente a favore dei loro fratelli che arrivano come profughi politici ed economici, rifiutando la divisione tra diritti per gli italiani e diritti differenti per gli stranieri. Era un concetto che esprimevi anche nel tuo programma elettorale, dove campeggiava la scritta DIVERSO. Se non lo fate voi, che siete il popolo più internazionale che esiste, come sperare che lo facciano altri? Con stima e affetto Fabrizio Casavola
Carissimo Fabrizio, il problema degli sgomberi sui Rom Sinti esiste dal loro arrivo in Italia, nel 1400 circa. Lo sgombero non è l’unico metodo per cacciare via i Rom e i Sinti dalle città e dai paesi, ci sono anche altri metodi: le diffide, i cartelli di divieto di sosta ai “nomadi”, … In Italia c’è almeno uno sgombero al giorno. In questo periodo dove i Rom e i Sinti “fanno notizia” tanti “politici” ne approfittano per rilanciarsi politicamente, perché cacciare i Rom e i Sinti dal proprio territorio purtroppo vuole dire voti. Come nel caso di Bologna, dove i Rom sono stati sgomberati a detta del Sindaco per motivi di sicurezza, ma dopo pochi giorni apprendiamo da un quotidiano nazionale che i Rom si sono solo spostati di duecento metri, quindi fa parte del gioco approfittare del momento per apparire sui mezzi di comunicazione. Credimi non è un problema di destra o di sinistra perché il problema è presente in tutti quei luoghi dove non esistono progetti di mediazione culturale con i Sinti e i Rom protagonisti. Inoltre, non mi dimentico che il governo Dalema, centro-sinistra, nel dicembre 1999 ha escluso i Sinti e i Rom dalla legge per il riconoscimento delle Minoranze Etniche Linguistiche Nazionali. Il problema l’ho vissuto sulla mia pelle, quando ho deciso di candidarmi in Consiglio Comunale. Per due anni abbiamo contattato tutti i partiti del centro sinistra per chiedere di inserire un Sinto nelle liste elettorali e solo Rifondazione Comunista ha avuto il coraggio di accettare, tutti gli altri partiti hanno dato una risposta negativa. Quando sono stato eletto in Consiglio Comunale l’impatto con la città è stato buono e tanti giornali, sia locali sia nazionali, hanno dato risalto alla mia elezione. Oggi, alcuni partiti della sinistra si sono detti interessati a candidare una Sinta per il Consiglio Provinciale di Mantova. Hai perfettamente ragione quando denunci l’inerzia delle organizzazioni nazionali che difendono i diritti dei Rom e dei Sinti. Sono totalmente incapaci a strutturare percorsi condivisi per affrontare il problema. A volte mi chiedo chi ha veramente a cuore i problemi che migliaia e migliaia di famiglie vivono quotidianamente. Personalmente sono molto deluso dall’Opera Nomadi Nazionale, non sta facendo niente per aiutare queste persone disperate. Pensa che all’interno dell’Opera Nomadi addirittura contestano quello noi di Mantova facciamo in molte regioni italiane, dove i Rom e i Sinti sono pesantemente discriminati. Famiglie intere hanno investito tutto quello che avevano per acquistare un piccolo appezzamento di terra e i Comuni non fanno altro che ostacolare la loro aspirazione ad uscire dalle logiche assistenziali e ghettizzanti del “campo nomadi”. Ora tanti accusano di abusivismo edilizio i Sinti e i Rom, ma nessuno parla di una legge, il testo unico 380 (legge sempre emanata da un governo di centro-sinistra), che in un giorno ha trasformato tutti gli insediamenti esistenti in abusi edilizi. La legge precedente, 47/1985, permetteva ad una roulotte o casa mobile di sostare su un terreno agricolo. Grazie al centro-sinistra in un giorno si è distrutto tutto quello costruito in tanti anni di sacrifici da migliaia di famiglie di Sinti e di Rom Italiani. I problemi sono drammatici e per trovare soluzioni dobbiamo lottare uniti, ma non è semplice essere uniti. Carlo Berini ha cercato più volte di far riflettere tutte le organizzazioni e in special modo l’Opera Nomadi Nazionale, sarebbe più semplice lavorare insieme, si avrebbe più forza, ma le risposte sono state sempre negative, ognuno vuole crescere solo il proprio orticello. Non vorrei che in futuro succedesse quello che sta succedendo in Francia in questi giorni, perché una minoranza che è continuamente cacciata e discriminata può arrivare all’esasperazione e usare strumenti di lotta simili per difendersi. Mi ricordo bene le scene del film “Zingari in carrozza” di Claudio Bernieri (speriamo che cambi il titolo, la parola zingari non mi piace proprio), dove vi sono intere famiglie di Rom Rumeni che si oppongono allo sgombero, minacciando di far esplodere le bombole del gas e di bruciarsi vivi sulle barricate. L’Italia deve smetterla di far finta che i Rom e i Sinti non esistano. Bisogna ricordare che i Rom e i Sinti, insieme agli Ebrei, sono state le uniche popolazioni perseguitate per motivi razziali dal nazismo e dal fascismo. Sono morti nei campi di concentramento e nei campi di sterminio almeno cinquecentomila Rom e Sinti e non c’è mai stato nessun riconoscimento, anzi sono ancora cacciati e discriminati. Mentre per gli Ebrei si sostiene giustamente lo stato di Israele, per noi Sinti e Rom si fatica a regolarizzare un piccolo terreno acquistato dopo tanti, tanti, tanti sacrifici. Però mi consolo pensando che esistono persone come te che dedicano volontariamente il proprio tempo per far conoscere a tutti i numerosi nostri mondi di Rom e di Sinti Italiani ed Europei. Per questo ti ringrazio.
Con affetto, Yuri Del Bar
La lettera aperta, con la risposta e alcuni commenti, è anche su http://sucardrom.blog.tiscali.it/xt2295550/
dalla mailing list Ecumenici
Giovedì 24 novembre ore 21.15
presso il circolo Mellow Mood
Via Leone XIII 27 (ex circ. arci Emc2) Bergamo
Presentazione del libro
Carovane tra le pagine di Giada Valdannini
(qui la recensione di Sergio Franzese)
Per presentare la cultura dei figli del vento attraverso le note della curiosità, affinché la conoscenza prenda il posto del pregiudizio
Il libro:
Un lungo viaggio attraverso la storia e la tradizione del popolo rom. Un saggio alla scoperta di una migrazione millenaria che partendo dall’India ha condotto i Rom, Sinti, Kalè, Manush e Romnichals sino alle porte d’Europa.
A completare la parte storica, la presentazione delle comunità, i valori tradizionali e le forme del pregiudizio. Fino all’antologia critica che racchiude alcuni tra gli scritti più belli dei Rom italiani contemporanei passando attraverso la nascita della loro letteratura.
La serata: Oltre alla presentazione del volume, vedremo il documentario “Romani Rat (La notte dei Rom)” di Maurizio Orlandi. Leggeremo inoltre loro testi, discuteremo sui molti pregiudizi che pesano su questo popolo millenario, e cercheremo di avvicinarci al meglio a questa cultura per la maggior parte a noi sconosciuta
Di Fabrizio (del 21/11/2005 @ 09:19:54, in Regole, visitato 2032 volte)
Dalla Gran Bretagna, un'intervista molto interessante su come affrontare i problemi, e di come l'autorità si ponga il problema delle "regole" in maniera proattiva e propositiva
Pubblicato l'11 novembre 2005 su Chester Chronicle Le notizie riguardanti Nomadi e Viaggianti, di settimana in settimana, riempiono le pagine dei giornali e il Chesire non fa eccezione. Quello di cui sappiamo poco sono i compiti della polizia. Cosa succede se [la polizia] riceve una chiamata da un residente preoccupato perché una ventina di caravans si sono accampati nel campo di fronte a casa? Ci siamo informati.
PETE JONES è stato il nostro primo concittadino nell'Ufficio Relazioni Nomadi e Viaggianti (Gypsy Traveller Liaison Officer - GTLO). E' stato nella polizia per 12 anni e sino al giugno dell'anno scorso ha fatto parte del GTLO.
E' il principale punto di contatto tra i gruppi nomadi che si accampano nell'area occidentale, che comprende Chester, Ellesmere Port e Vale Royal, e spesso è il primo a doversi recare sul posto quando viene ricevuto un rapporto su un nuovo accampamento.
Una tra le sue priorità è di assicurarsi che i problemi che si possano generare nella comunità dove Nomadi e no vivono fianco-a-fianco, siano affrontati senza differenza o discriminazione riguardo a chi sia coinvolto.
Dice Pete Jones: "Le aree residenziali dove convive gente di diverse culture, possono sperimentare problemi. Spesso, ciò avviene perché non si capisce o non si accetta la prospettiva dell'altro.
Nella maggior parte dei casi, queste differenze sono rapidamente rese evidenti, e affrontate tramite qualche forma di compromesso, che permetta alle parti di continuare avendo la percezione dell'altrui cultura e modi di vita."
La prima metà del 2005 è stata di eccezionale impegno per Pete Jones, causa l'alto numero di accampamenti verificatisi nella zona occidentale.
Il suo primo compito, è verificare dove si trovino i proprietari dell'area, e la loro reazione alla trasgressione. Quindi visita il sito e compie una prima valutazione.
Il primo giudizio varia sulla base del benessere e dell'informazione di quanti si sono accampati, come pure dal numero dei veicoli.
"Molti punti vengono affrontati nei primi contatti. Con i proprietari, si discute di come intendano reagire. Passeranno alle vie legali?
Allo stesso modo, con chi si è accampato, si parla di cosa li abbia portati lì, e di quanto intendano restare. Inoltre illustriamo a quel gruppo quali siano gli standards di comportamento accettabili e ne chiediamo il rispetto. Ci assicuriamo che queste informazioni siano divulgate a tutto il gruppo, e queste possono riguardare le cose, come gli animali da tenere sotto controllo o come limitare la sosta o il numero dei veicoli presenti" spiega Pete Jones.
La maggior parte dei proprietari sceglie di iniziare un'azione legale, quando il processo per ottenere un ordine di sgombero può impiegare tra una e tre settimane.
Continua Pete Jones: "Per fortuna, nella maggior parte dei casi questo periodo non rappresenta un problema, così nomadi e stanziali, continuano nelle loro attività, e nel rispetto della cultura altrui.
Mi spiace, che alcune percezioni sui nomadi siano del tutto inaccurate. La gente ha paura cella crescita del tasso di criminalità e sovente da loro la colpa per qualsiasi cosa succeda in quell'area.
Per la polizia, qualsiasi incidente che succeda negli accampamenti o lì attorno, è trattato nella stessa maniera di qualsiasi altro. Se viene commesso un crimine o un'irregolarità, noi investighiamo. Non dobbiamo imporci di dare ad una zona un'attenzione extra solo perché c'è una presenza di nomadi.
Allo stesso modo, interveniamo quando riceviamo informazioni su tematiche o problemi particolari che vanno subito affrontati. Lavoriamo a stretto contatto con le autorità locali e i consigli di contea, e abbiamo sviluppato un protocollo di azioni per gli accampamenti non autorizzati. Siamo costantemente impegnati per assicurarci che tutte le procedure siano valide ed aggiornate."
Pete Jones ha l'ufficio presso la Northwich Police Station e lavora nel dipartimento incaricato allo sviluppo delle relazioni trala comunità dei residenti, i gruppi minoritari, le agenzie e le autorità coinvolte.
L'ispettore Mark Watson guida questa squadra ed assieme a Pete Jones coordina i compiti della polizia con le attività delle agenzie, per assicurare risposta alle esigenze e alle preoccupazioni di chi convive in comunità condivise, perché le tensioni siano affrontate in maniera giusta e imparziale. Ci dice: "Credo che la cosa più importante perché si sviluppino relazioni rispettose, sia la sistemazione [dell'accampamento].
La mancanza di aree attrezzate per la vita famigliare, spinge questi gruppi alle occupazioni abusive.
Nel contempo, assistiamo a un circolo vizioso tra occupanti abusivi, proprietari che richiedono lo sgombero e azioni di polizia. Tutto ciò, rappresenta un carico di lavoro operativo e legale, non indifferente, e di questo non c'è consapevolezza tra la gente"
Informazione e responsabilità sono altre aree dove la polizia è in cerca di risultati.
Di Fabrizio (del 21/11/2005 @ 01:09:12, in casa, visitato 3462 volte)
COMUNE DI TREZZO SULL’ADDA - LA PROVINCIA DI MILANO
CONVEGNO PUBBLICO
UN’IDEA ALTRA DI CITTA’
CONFRONTO E PROPOSTE SUI TEMI
DELL’ABITARE E DELLA CITTADINANZA
DELLE COMUNITA’ ROM NELLA PROVINCIA DI MILANO:
IL LABORATORIO DI CITTADINANZA ATTIVA DEL COMUNE DI TREZZO SULL’ADDA
SABATO 26 NOVEMBRE 2005
ALLE ORE 9.30
PRESSO L’ISTITUTO SUPERIORE “J. NIZZOLA”
Via P. Nenni 10, Trezzo sull’Adda
Saluti del Sindaco Roberto Milanesi
(Comune di Trezzo sull’Adda)
ORE 9.00 prima parte
Sessione Introduttiva
Apertura dei lavori e presentazione del convegno
Maurizio Cabras (Istituto di Ricerca Ecopolis)
I Rom a Trezzo
Laura Di Martino (Arci “Blob”, Arcore)
La storia dei Rom tra (in)tolleranza e rifiuto
Lapov Zoran (Università di Firenze)
I Rom una testimonianza di esclusione sociale
Marco Revelli (Università di Torino)
La scommessa del villaggio solidale
Don Virginio Colmegna (Casa della carità, Milano)
Comunità rom e sinte e politiche sociali del territorio: quali prospettive di cambiamento?
Maurizio Pagani (Opera Nomadi, Milano)
Il ruolo e le proposte della Provincia di Milano
Francesca Corso, Assessora ai diritti dei cittadini
Irma Dioli, Assessora alla cooperazione internazionale
ORE 12.30 Visita tra le immagini e le testimonianze del popolo Rom
Pausa Pranzo
ORE 14.00 seconda parte
Sessioni Tematiche
I diritti di cittadinanza
Discussant
Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca)
Intervengono:
L’esperienza di Pisa. Il progetto "Le città sottili”
Antonio Sconosciuto (Società della salute – Zona pisana)
La cooperazione pubblico/privato come strategia d’intervento
Milena Scioscia e Michele Vonci (progetto Rom Arci Regione Toscana)
I diritti dell’abitare
Discussant
Antonio Tosi (Politecnico di Milano)
Intervengono:
Reti di comuni e coordinamento provinciale delle politiche di intervento per i Rom
Nicola Solimano (Fondazione Michelucci, Firenze)
Politiche di intervento pubbliche: l’esperienza di Bolzano
Paola Dispoto (Consulente dell'Ufficio Pianificazione Sociale, Comune di Bolzano)
ORE 16.00 terza parte
Sessione Plenaria
Strategie pubbliche d’intervento
Restituzione degli esiti delle sessioni pomeridiane sui temi della cittadinanza e dell’abitare.
a cura dell’Istituto di Ricerca Ecopolis
Discussant
Luca Rodda (Assessore al Territorio e alla Partecipazione, Comune di Trezzo sull’Adda)
Conclusioni
Sono invitati ad intervenire:
Paolo Beni (Presidente Arci nazionale)
Filippo Miraglia (Responsabile nazionale immigrazione Arci)
Flavio Mongelli, Emanuele Patti (Arci Milano)
Oliviero Motta (Assessore ai Servizi Sociali, Comune di Rho)
Antonio Lissoni (Sindaco di Concorezzo)
Il coordinamento dei Sindaci dei comuni della Brianza
Suor Claudia Biondi (Caritas Ambrosiana)
Beppe Milanesi (Azienda Offerta Sociale)
Ernesto Rossi (ass. Aven amentza, Milano)
Stefano Radaelli (Agenzia di Cittadinanza)
Marta Moretti (Agenzia di Cittadinanza)
Chiesa Ortodossa Greca Tradizionale - Sacra Diocesi Luni - Esarcato d'Italia
Parrocchia dei SS. Stefano e Pazienza Abbiategrasso
Associazione dei Cristiani Ortodossi in Italia, Ente Morale di religione e culto - delegazione della Lombardia
Di Fabrizio (del 21/11/2005 @ 00:49:14, in blog, visitato 1664 volte)
Un gradito arrivo tra i co-autori: l'associazione Sucar Drom di Mantova, che già conoscete perché spesso ci siamo scambiati articoli e informazioni. Potete conoscerli meglio attraverso il loro blog.
In queste settimane, ho notato nuovi lettori nella Mahalla: può darsi che siano visite sporadiche o che invece si faccia assieme un lungo tratto di strada.
Lo scopo di queste pagine è sempre di raccogliere notizie sui Rom e Sinti in tutto il mondo, ma anche di dar spazio alle esperienze e alle storie nostre, in Italia. Per poterlo fare al meglio, vorrei provare a capire da dove leggete.
Continuano anche i momenti che non sono dedicati espressamente all'informazione: nella nostra versione online del Tempo dei Gitani, ormai il set si è spostato definitivamente in Italia e dopo un mese e mezzo il racconto sta entrando nel vivo.
Aggiornamenti continui anche in agenda e nella pagina degli annunci.
Per finire: vi sarete accorti che alcuni giornali hanno iniziato da tempo la loro volata elettorale con la caccia allo zingaro. Dopo un lungo silenzio, cominciano ad arrivare le prime risposte da parte delle associazioni e della società civile. Per il momento, iniziative timide ed apparentemente slegate tra loro.
Chiudo qui, invitandovi a un ragionamento sulle potenzialità che possiamo mettere in campo:
- un blog che ha corrispondenza da tutto il mondo,
- nuovi lettori e nuovi autori,
- iniziative locali...
Di Fabrizio (del 20/11/2005 @ 18:40:50, in Italia, visitato 3700 volte)
PER LA LIBERTÀ E I DIRITTI DEI MIGRANTI
per la chiusura dei Cpt e l’abrogazione della Bossi-Fini
Milano e l’Italia sono cambiate, sono diventate multietniche. Sono tre milioni i nuovi cittadini e le nuove cittadine in Italia. A Milano rappresentano il 14% della popolazione e oltre un alunno su dieci nelle scuole milanesi è figlio di migranti. Eppure, le politiche susseguitesi in questi anni hanno continuato a trattare i/le migranti come cittadini di serie B, sottoposti ad una legislazione speciale e differenziata, costretti al lavoro sottopagato o in nero, periodicamente vittime di campagne xenofobe e securitarie.
Leggi razziste come la Bossi-Fini, portando alle estreme conseguenze la logica delle legislazioni precedenti, compresa la Turco-Napolitano, producono e riproducono clandestinità, emarginazione e negazione di diritti. Simbolo umanamente e politicamente più ripugnante di quelle politiche sono i Cpt, galere per migranti che non hanno commesso alcun reato.
Il 3 dicembre si terrà a Roma una manifestazione nazionale per la libertà e i diritti dei migranti, organizzata da un ampio arco di reti e associazioni di migranti e antirazziste. Come organizzazioni e persone che a Milano si sono battute e si battono per la chiusura del Cpt di Via Corelli, per l’abrogazione della razzista Bossi-Fini e per una città dell’inclusione e dei diritti sociali e di cittadinanza per tutti e tutte, riteniamo fondamentale partecipare a questa manifestazione.
È giunto il momento di chiudere quella stagione e di aprirne una nuova. Di chiudere i Cpt, di abrogare le leggi che fabbricano clandestinità ed esclusione, di riconoscere il diritto di voto e la libertà di circolazione, di fare finalmente un legge sul diritto d’asilo. Ma sarà possibile soltanto con la mobilitazione e la partecipazione della società civile. Ecco perché facciamo appello ai/alle migranti, alle forze sociali e politiche, ai cittadini e alle cittadine di Milano a partecipare alla manifestazione del 3 dicembre.
3 DICEMBRE 2005
MANIFESTAZIONE NAZIONALE - ROMA
(ore 14.00 – p.zza della Repubblica)
treno da Milano: euro 30 – partenza da staz. Centrale ore 7.10 (appuntamento ore 6.40)
(ritorno ore 22.40 da Roma)
prenotazioni: 02.541781 – 02.55231531 – 02.58320431
Acea Onlus, Arci Milano, Arci Blob, Arciragazzi Milano, Arci Metromondo, Ass. Alfabeti Onlus, Ass. "Amici della casa Marta Larcher", Ass. Dimensioni Diverse, Ass. La Camera Chiara, Ass. Megachip Lombardia, Ass. Interculturale Todo Cambia, Attac Milano, Azad per la libertà del popolo kurdo, Bastaguerra Milano, Berretti Bianchi, Centro delle Culture, Comitato Pace Intercomunale exmagentino, Comunità kurda Milano, Coordinamento Bicocca per la Pace, CS Leoncavallo, Filef Lombardia, Fiom Milano, Marcia Mondiale delle Donne, Naga, newsletter Ecumenici, Opera Nomadi Milano, Partito della Rifondazione Comunista, Partito Umanista, SinCobas, Social Press, UnAltraLombardia, Verdi
Luciano Muhlbauer (cons. reg. Prc), Mario Agostinelli (cons. reg. Prc), Carlo Monguzzi (cons. reg. Verdi), Bebo Storti (cons. reg. PdCI), Piero Maestri (cons. prov. Prc), Gigi Malabarba (capogruppo Prc Senato), Vittorio Agnoletto (europarlamentare GUE – Sinistra unitaria europea), Augusto Rocchi (segr. Prc Milano), , Stefano Costa (portavoce Fed. Verdi Milano), Antonio Oldani (Assessore ai Problemi Immigrazione, Sedriano), Enrico Coviello (Assessore agli stranieri, S. Donato Mil.se), Luca Prini (capogruppo Prc, CdZ 3), Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca), Alberto Giasanti (Università Milano Bicocca), Maurizio Pagani (Opera Nomadi), Marco Bersani (Attac), Fabrizio Casavola (Mahala), Paolo Limonta (Azad), Roberto Firenze (resp. dip. movimenti Prc MI), Marco Dal Toso (resp. comm. giustizia e problemi dello stato Prc MI), Renato Pomari (direttivo Prc Monza)
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