Milano, 2 novembre 2005
Caro Yuri,
ti scrivo perchè sei Sinto, attivamente impegnato nell'associazionismo e anche eletto al Comune di Mantova nelle liste di Rifondazione Comunista.
Dagli sgomberi doppi di Cusago e di Bologna è passato quel po' di tempo necessario per passare dalla riflessione alle strategie politiche da adottare.
Lasciami dire che secondo me Cofferati a Bologna non aveva altra scelta: i Rom rumeni erano accampati su un terreno a rischio allagamento, e sarebbe stato criminale non intervenire per tempo.
Leggo però su Repubblica, che i superstiti allo sgombero si sono spostati di 200 m. sempre sul Lungoreno, col risultato che niente è cambiato.
Non sta a me giudicare se dietro le parole di "ordine e sicurezza" si celano le solite preoccupazioni elettorali. Quello che anche tu saprai benissimo, è che occorrono risposte politiche, e qui possono aprirsi due percorsi diversi:
1) rincorrere i ragionamenti già fatti da molti altri, e fare il tifo per Cofferati, Albertini o per i loro oppositori;
2) chiarire che quanto sappiamo da giornali e tv, è solo la punta di un iceberg, ci sono sgomberi di Rom e Sinti in tutta Italia, nel silenzio più assoluto.
Silenzio dovuto al fatto che non sono coinvolti sindaci noti, e neanche le tanto sventolate paure dei loro votanti.
Come dar voce alle centinaia di famiglie, rom e sinte, a cui nessuno presta attenzione?
Dal punto di vista strategico, non si può essere soggetti politici credibili, difendendo l'abusivismo edilizio, ma è fuori di dubbio che oggi qualsiasi cittadino italiano che subisca uno sgombero, non vede danneggiate le sue proprietà, non viene lasciato in mezzo alla strada e, a meno di urgenze non rinviabili, non si procede ad autunno inoltrato.
Aggiungo che nella maggior parte dei casi, non stiamo parlando di lavori sardi alla villa di qualche presidente di consiglio, ma di persone che:
- agiscono in stato di necessità;
- spesso si trovano su terreni di proprietà, acquistati da anni, con una legge sui suoli che è invece cambiata solo di recente.
Come vedi, non chiedo altro che il rispetto del diritto comune, perché senza quello non esiste legalità. Quel diritto che è anche il sottile confine che separa i pelosi appelli al buon cuore degli amministratori, dalla richiesta di quanto è dovuto ad ogni persona: il diritto significa rispetto.
L'errore di chi si appella al buon cuore, è sostanzialmente di credere che la comunità degli stanziali debba "sacrificarsi" per far star meglio i Rom e i Sinti, non capendo che loro hanno le capacità di poter progredire con le loro gambe e le loro teste, e quando sta meglio uno, sta meglio anche l'altro. Meno sgpmberi dettati dalla paura di perdere voti, significano anche meno sfollati incattiviti im giro per le strade.
Ti chiedo di fare quanto possibile, perché le organizzazioni nazionali di Rom e Sinti escano dal loro mutismo, e promuovano un forum o un tavolo di trattativa.
Vedo che nella civilissima Gran Bretagna questi problemi sono dibattuti ormai da 10 anni, la comunità dei Nomadi e Viaggianti (Rom e Travellers) è più esigua di quella italiana, ciononostante, in 10.000 rischiano di finire per strada e interi villaggi, scuole, servizi autogestiti sono a costante rischio di demolizione da parte delle ruspe.
E poi, se ti ricordi quel film che abbiamo visto assieme, io c'ero quando al campo dei rumeni le ruspe hanno spazzato via coperte, culle, documenti, e le famiglie giravano sotto la pioggia a raccogliere quello che restava. Mi ricordo i capifamiglia che minacciavano di far esplodere il quartiere dando fuoco a loro stessi e alle bombole del gas. Ho visto che le persone più pacifiche quando perdono tutto e anche la pazienza, diventano terribili.
Con questo, l'ultimo argomento: credo sia tempo che le organizzazioni di Rom e Sinti debbano esprimersi chiaramente a favore dei loro fratelli che arrivano come profughi politici ed economici, rifiutando la divisione tra diritti per gli italiani e diritti differenti per gli stranieri.
Era un concetto che esprimevi anche nel tuo programma elettorale, dove campeggiava la scritta DIVERSO. Se non lo fate voi, che siete il popolo più internazionale che esiste, come sperare che lo facciano altri?
Con stima e affetto
Fabrizio Casavola
Carissimo Fabrizio,
il problema degli sgomberi sui Rom Sinti esiste dal loro arrivo in Italia, nel 1400 circa. Lo sgombero non è l’unico metodo per cacciare via i Rom e i Sinti dalle città e dai paesi, ci sono anche altri metodi: le diffide, i cartelli di divieto di sosta ai “nomadi”, …
In Italia c’è almeno uno sgombero al giorno. In questo periodo dove i Rom e i Sinti “fanno notizia” tanti “politici” ne approfittano per rilanciarsi politicamente, perché cacciare i Rom e i Sinti dal proprio territorio purtroppo vuole dire voti.
Come nel caso di Bologna, dove i Rom sono stati sgomberati a detta del Sindaco per motivi di sicurezza, ma dopo pochi giorni apprendiamo da un quotidiano nazionale che i Rom si sono solo spostati di duecento metri, quindi fa parte del gioco approfittare del momento per apparire sui mezzi di comunicazione.
Credimi non è un problema di destra o di sinistra perché il problema è presente in tutti quei luoghi dove non esistono progetti di mediazione culturale con i Sinti e i Rom protagonisti. Inoltre, non mi dimentico che il governo Dalema, centro-sinistra, nel dicembre 1999 ha escluso i Sinti e i Rom dalla legge per il riconoscimento delle Minoranze Etniche Linguistiche Nazionali.
Il problema l’ho vissuto sulla mia pelle, quando ho deciso di candidarmi in Consiglio Comunale. Per due anni abbiamo contattato tutti i partiti del centro sinistra per chiedere di inserire un Sinto nelle liste elettorali e solo Rifondazione Comunista ha avuto il coraggio di accettare, tutti gli altri partiti hanno dato una risposta negativa.
Quando sono stato eletto in Consiglio Comunale l’impatto con la città è stato buono e tanti giornali, sia locali sia nazionali, hanno dato risalto alla mia elezione. Oggi, alcuni partiti della sinistra si sono detti interessati a candidare una Sinta per il Consiglio Provinciale di Mantova.
Hai perfettamente ragione quando denunci l’inerzia delle organizzazioni nazionali che difendono i diritti dei Rom e dei Sinti. Sono totalmente incapaci a strutturare percorsi condivisi per affrontare il problema. A volte mi chiedo chi ha veramente a cuore i problemi che migliaia e migliaia di famiglie vivono quotidianamente. Personalmente sono molto deluso dall’Opera Nomadi Nazionale, non sta facendo niente per aiutare queste persone disperate. Pensa che all’interno dell’Opera Nomadi addirittura contestano quello noi di Mantova facciamo in molte regioni italiane, dove i Rom e i Sinti sono pesantemente discriminati.
Famiglie intere hanno investito tutto quello che avevano per acquistare un piccolo appezzamento di terra e i Comuni non fanno altro che ostacolare la loro aspirazione ad uscire dalle logiche assistenziali e ghettizzanti del “campo nomadi”.
Ora tanti accusano di abusivismo edilizio i Sinti e i Rom, ma nessuno parla di una legge, il testo unico 380 (legge sempre emanata da un governo di centro-sinistra), che in un giorno ha trasformato tutti gli insediamenti esistenti in abusi edilizi. La legge precedente, 47/1985, permetteva ad una roulotte o casa mobile di sostare su un terreno agricolo. Grazie al centro-sinistra in un giorno si è distrutto tutto quello costruito in tanti anni di sacrifici da migliaia di famiglie di Sinti e di Rom Italiani.
I problemi sono drammatici e per trovare soluzioni dobbiamo lottare uniti, ma non è semplice essere uniti. Carlo Berini ha cercato più volte di far riflettere tutte le organizzazioni e in special modo l’Opera Nomadi Nazionale, sarebbe più semplice lavorare insieme, si avrebbe più forza, ma le risposte sono state sempre negative, ognuno vuole crescere solo il proprio orticello.
Non vorrei che in futuro succedesse quello che sta succedendo in Francia in questi giorni, perché una minoranza che è continuamente cacciata e discriminata può arrivare all’esasperazione e usare strumenti di lotta simili per difendersi. Mi ricordo bene le scene del film “Zingari in carrozza” di Claudio Bernieri (speriamo che cambi il titolo, la parola zingari non mi piace proprio), dove vi sono intere famiglie di Rom Rumeni che si oppongono allo sgombero, minacciando di far esplodere le bombole del gas e di bruciarsi vivi sulle barricate. L’Italia deve smetterla di far finta che i Rom e i Sinti non esistano.
Bisogna ricordare che i Rom e i Sinti, insieme agli Ebrei, sono state le uniche popolazioni perseguitate per motivi razziali dal nazismo e dal fascismo. Sono morti nei campi di concentramento e nei campi di sterminio almeno cinquecentomila Rom e Sinti e non c’è mai stato nessun riconoscimento, anzi sono ancora cacciati e discriminati. Mentre per gli Ebrei si sostiene giustamente lo stato di Israele, per noi Sinti e Rom si fatica a regolarizzare un piccolo terreno acquistato dopo tanti, tanti, tanti sacrifici.
Però mi consolo pensando che esistono persone come te che dedicano volontariamente il proprio tempo per far conoscere a tutti i numerosi nostri mondi di Rom e di Sinti Italiani ed Europei. Per questo ti ringrazio.
Con affetto, Yuri Del Bar
La lettera aperta, con la risposta e alcuni commenti, è anche su http://sucardrom.blog.tiscali.it/xt2295550/